COMMENTI
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26 settembre 2006 0:00 - farmacistainpensione
La sua ironia, francesco, è talmente sottile che.... Questo era il senso, ignorantello avvocatuncolo...
La Bertolini non so nemmeno come sia fatta, ma ciò che importa è il contenuto che lei, avvocatuncolo dei miei zebedei, ancora si rifiuta di leggere e commentare. E vuole sapere perchè: PERCHE' SA CHE LA BERTOLINI HA RAGIONE, QUELLO CHE SCRIVE E' VERITA', CON UNA IMMAGINE VERITIERA E PENOSA DELLE COOP CHE LEI VUOLE DIFENDERE SIA QUI CHE FUORI DI QUI (O MI SBAGLIO EH, AVVOCATUNCOLO).
Lei dimostra in ogni sua parola la sua avvilente presa di posizione. Invidioso e penoso. Onore e gloria a chi non la ascolterà più. Da oggi non mi sentirà più e spero che i farmacisti presenti nel forum, si orientino e veicolino verso forum meno prevenuti e dove ci sia davvero un costruttivo dialogo. Così sarà libero di scrivere da solo, farsi domande, darsi risposte e anche darsi sempre ragione. Attenzione a non confondersi, a volte, e mandarsi a a quel paese, cosa che molto "elegantemente" sto facendo io a lei.

26 settembre 2006 0:00 - BULSARINO
Caro Francesco ....

Vista La sua Lucidita' nell'esporre le sue idee di "Democrazia"(?) e di giustizia economica ...........le chiedo: Cosa Dovrebbe Fare Un Farmacista che, a causa della vendita dei medicinali da banco nei supermercati (COOP) e a causa della distribuzione Diretta di medicinali della fascia A presso la Farmacia interna dell'ospedale della stessa USL, STA RISCHIANDO DI CHIUDERE....?

A cosa deve fare appiglio...?

la mia e' una domanda seria come seria e' la mia situzione aziendale....
25 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per "farmacistainpensione" e per "farmacista".

Anche "farmacistainpensione" ha deciso di mollare. Non trovando argomenti migliori per giustificare la sua resa, dice di voler abbandonare per il mio modo di ragionare, perché sono un "arrogante avvocatuncolo ignorantello", perché non ho "onestà intellettuale" e soprattutto, mi pare di capire, perché mi sono rifiutato di commentare le parole di Isabella Bertolini. Come potrei farlo, signor "farmacistainpensione", io che ho perfino proibito a mia moglie di comprare il lievito Bertolini per pizze e torte per timore che avesse a che fare con colei che tanto ammira?
Il nostro "farmacistainpensione", però, mi lascia con un complimento che non mi sarei mai aspettato.
Grazie, signor "farmacistainpensione" per aver ammesso pubblicamente che ho "un'ironia veramente sottile". O forse lei, grande ammiratore di Dante e profondo conoscitore della lingua italiana, non si è reso conto che si trattava di un complimento?

Al "farmacista" vorrei dire che non mi sottraggo a nessuna domanda. Intanto comincio a risponde a questa ultima: "ha provato a chiedersi come dice Giornalista chi veramente può permettersi di assumere un farmacista per poter vendere gli OTC?"
La risposta è questa: Ognuno farà le proprie valutazioni economiche sulla opportunità di assumere o meno un farmacista e si regolerà di conseguenza.
Intanto è certo che alcune centinaia di farmacisti-erboristi avranno l'opportunità di ampliare la loro offerta di mercanzia.
Sapere che nella città X qualcuno potrà scegliere liberamente se comprare Maalox in farmacia o nella farmacia-erboristeria o nel supermercato mi riempie il cuore di gioia, perché, caro "farmacista", maaalox che vende lei non è diverso da maalox che venderà il suo collega erborista.
I "due conti" li lasci fare a chi è interessato alla questione; o pretende di farglieli lei? Se le cose non andranno per il verso giusto abbasserà la serranda e lei potrà dire con soddisfazione: io l'avevo previsto.
Una domanda adesso gliela rivolgo io: le risulta che gli Italiani sono tanto imbecilli da imbottirsi di aspirina quando non ne hanno bisogno e che torturino il loro posteriore con le supposte di tachipirina se non hanno la febbre?
Come diceva Totò: "mi faccia il piacere!"



25 settembre 2006 0:00 - farmacista
"Ne tragga la conseguenza finale, che per me è questa: la lotta che i farmacisti titolari hanno fatto al decreto Bersani non ha nulla a che vedere con la tutela della salute; essa rappresenta soltanto la legittima, ma cieca, difesa corporativa dei propri interessi economici.
Chi ha parlato di favori alle coop e di attentati alla salute pubblica derivanti dall'apertura di reparti farmacia all'interno dei supermercati e dal conseguente incremento ingiustificato dell'uso dei farmaci sapeva di dire cose false."

Il fattore economico è una delle componenti,nessuno lo nasconde.
Le faccio però presente che in un ipermercato di Bari nel primo giorno di apertura del corner farmaceutico sono stati fatti 800 scontrini.Non penserà mica che tutte questi clienti avevano realmente bisogno di medicinali da banco?Hanno acquistato per curiosità e per quella logica che dice che avere un medicinale in casa non fa male,ma non per effettivo bisogno.Viene quindi dimostrato che la critica dell'acquisto ingiustificato di farmaci risulta veritiero.Attentato alla salute pubblica è una parola troppo grossa,di sicuro non può essere usata in questo contesto.
L'altro punto è il reale favore alle coop in primo luogo,e non solo,visto che altri ipermercati hanno colto l'occasione di aumentare il fatturato senza entrare nell'occhio del ciclone.
Lei cita giustamente il testo del decreto bersani,nulla da eccepire:ma ha provato a chiedersi come dice Giornalista chi veramente può permettersi di assumere un farmacista per poter vendere gli OTC?
Basta fare due conti per capire che questo decreto è camuffato,dando in teoria l'opportunità di aprire un corner ai vari esercizi commerciali,ma che in pratica solo grandi supermercati e ipermercati hanno la possibilità di assumere un farmacista.
Ammettiamo che un piccolo supermercato,un generi alimentari voglia creare il proprio "corner farmaceutico".Assumere un farmacista,anche neolaureato con il minimo stipendio costa almeno 10.000 euro all'anno. Stiamo parlando di OTC,quelli più comuni e venduti(Maalox,moment,aspirina) che al pubblico costano mediamente 4-5 euro cadauno.
Per chiudere l'attività in pareggio tale negozio avrebbe bisogno di vendere circa 8.000-10.000 farmaci all'anno.Ipotesi poco realistica,che dimostra ancora una volta che viene avantaggiata da questo decreto esclusivamente la grande distribuzione.
25 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per "Giornalista"

Caro "giornalista", con la sua logica lei vorrebbe avere nel suo paesino (o nel suo quartiere, tanto il problema non cambia) il supermercato che vende farmaci da banco, l'ospedale con il centro di cardiochirurgia, l'aeroporto con tutte le destinazioni possibili, tutti i tipi di istituti superiori e tutte la facoltà universitarie per i suoi figli, l'agenzia delle entrate, il catasto ed ogni altra cosa possibile ed immaginabile.
Intanto le faccio notare che la mancanza di un supermercato con reparto farmacia non le impedisce l'esercizio di alcun diritto: troverà sempre a sua disposizione i bravi tradizionali farmacisti che le venderanno le supposte di tachipirina accompagnate da preziosi consigli sulle modalità di assunzione.
Il fatto di conoscere bene il decreto Bersani non doveva portarla a gettare fango sulle coop soltanto perché sono state le prime ad organizzarsi. Non siamo mica al giro d'Italia, dove vince soltanto chi arriva primo!
Se lei pensa di non poterne beneficiare il problema è diverso: la soluzione consiste nello smantellamento dell'attuale assetto di distribuzione del farmaco.
25 settembre 2006 0:00 - farmacistainpensione
Per Francesco

Lei ha un'ironia veramente sottile.
Lei ha disprezzo di una categoria intera.
Lei non vuole argomentare concetti diversi da quelli in cui sa già di avere le risposte che vuole che vengano lette (e qui cito Coop rosse)
Lei risponde solo a quello che vuole.
Lei con la sua arroganza da avvocatuncolo ignorantello fa vergognare Dante di averci dato la lingua italiana. Il sommo poeta andava oltre la semplice grammatica.
Lei non ha onestà intellettuale, quella onestà intellettuale che solo quelli di sinistra (secondo loro) hanno: se lei avesse avuto l'onestà intellettuale, si sarebbe soffermato sulle dichiarazioni della Bertolini, le avrebbe anche commentate negativamente (se ne fosse stato in grado) e non avrebbe snobbato la questione. Noi farmacisti abbiamo letto tutti il decreto ora legge, l'abbiamo criticato, l'abbiamo offeso. Lei non conosce la forza del dialogo.
Lei non si abbassa al livello degli altri perchè si sente superiore. Bene, continui a farlo e vedrà che nel tempo tutto ritorna indietro con gli interessi.
Lei è insignificante per il forum.
Sono stato chiaro?
Un saluto ad alfredo e un saluto al forum. Pure io mollo, a dimostrazione della assoluta incapacità di certe persone (come francesco) di creare discussioni produttive e non accecate da pregiudizi e invidie.
25 settembre 2006 0:00 - Francesco
L'addio di Alfredo.

Il nostro Alfredo annuncia di voler abbandonare il forum e ci lascia in ricordo una insipida barzelletta sui comunisti.
Addio.
25 settembre 2006 0:00 - Giornalista
x francesco

Conoscevo il decreto Bersani.
Ho afermato che ha favorito le COOP rosse perchè erano gli unici esercizi commerciali predisposti ad operare immediatamente e ad aver fatto pressione,anche con la raccolta di firme, per ottenere l'autorizzazione alla vendita. Le stesse COOP,come è noto, si accingono a produrre in proprio i farmaci.

So benissimo che la legge autorizza varie tipologie di esercizi commerciali alla vendita, ma so anche che il piccolo negozio del mio paese non potrà mai venderli perchè non può permettersi di assumere un farmacista.Per tale motivo io verrò penalizzato e sarò costretto a comprare le medicine sempre nella farmacia.
24 settembre 2006 0:00 - alfredo
Per Francesco

tu dici....
Non ho mai sentito dire da un farmacista che intendeva abbattere le percentuali di sua spettanza in occasione degli aumenti dei prezzi dei farmaci e non mi risulta che Federfarma si sia fatta portavoce di una richiesta di questo tipo.
Certo, la legge sta dalla vostra parte e tutto è perfettamente lecito.

guarda " ciccio bello " il 70% del fatturato della farmacia è fatto dai farmaci rimborsabili sui quali alla farmacia ( che lavora con una % del 25% ) viene posto uno sconto ( leggi riduzione di detta percentuale ) fino al 19,50%.
A dette riduzioni aggiungi lo 0,90 % + aggiunte convenzionali e sindacali.
Sai fare i conti?
Aggiungi i servizi che devi fare gratis , aggiungi il web care per diagnostici e protesica dove non pareggi nemmeno ma ci perdi regolarmente ... aggiungi i ritardi di pagamento che in tante parti ci sono e grossi come una casa....sei sicuro che ti resti qualcosa?
Forse chi compra una farmacia è ricco per conto suo e ti da fastidio?
Quando vedi passare una >BMW allora fa scendere chi la guida e dagli del ladro senza sapere il perchè.
Va a lavorare che è meglio per tutti...
Da quello che rimane ...aggiungi , anzi ,togli gli scaduti ed i furti sia interni che esterni.
Paga irap , luce , gas , pulizie, collaboratori, commercialista , tasse ( fatturiamo tutto ecco perchè ci trovate sulle posizioni alte dichiarazioni dei redditi,paga le riduzioni di prezzo che avvengono 3 o 4 volte all'anno ( su questi farmaci ) .
Bene il discorso potrebbere essere spostato sul resto del fatturato ... ma andiamo a nozze per te.
Mi sono rotto i coglioni di parlare con chi ci vorrebbe con le pezze al culo ai semafori a lavare i vetri.
Tu hai solo una cattiveria inaudita.Non sai affrontare alcun discorso che non sia quello che tieni fisso in testa.
Neghi che bersani si sia mosso solo per ragioni politiche ( vostre ) ed economiche ( vostre ).
Sono fuori i farmaci , va bene cosi, affogatevi ....tanto vi aspettiamo con le future malattia jatrogene che verranno.
Le case farmaceutiche saranno più contente ... e lo sanno, noi pure ( .. non meritate un cazzo visto come ragionate ) e voi pure contenti ed inculati.
Cittadino consumatore ami essere preso per il culo ?
Tu vorresti che tutti e non solo i farmacisti , lavorassero nelle miniere di sale .
Ti avevo mostrato un 'apertura ...ma tu sei fermo al 1789.
Non farti mai riconoscere altrimenti se avrai bisogno di andare in farmacia ( magari alle tre di notte perchè il tuo pupo si è cagato addosso ed ha fame... e la coop è chiusa )
ti spaccano il culo e faranno bene.
Smetto di tenere in vita questa discussione io... che serve solo a farvi gratuita pubblicità.
Ti lascio volentieri con una barzelletta che esprime tutto il vostro essere.
Gigetto torna a casa dopo la scuola ( famiglia ultracomunista ) e siede a tavola per mangiare.
Il padre chiede : gigetto che ti ha insegnato la maestra oggi?
Oggi è stato bellissimo papà , la maestra ci ha raccontato come vivono gli animali .
Davvero ?
Si ci ha raccontato come il leone mangia la gazzella... e come i coccodrilli felici volano di ramo in ramo.....
Comeeee? ti sbagli i coccodrilli NON volanoooo.
Ti giuro papà la maestra dice che volano.
Eccooooooo la solita maestra fascista che vuol tenere nell'ignoranza i figli della classe operaia comunista.
Ma noi faremo la rivoluzione.... caccieremo quella maestra e la manderemo a lavorare in miniera...ma dove le prende queste notizie indegne?
La maestra ha detto che le ha lette nella pagnina culturale dell'Unità.
Attimo di silenzio.......beh gigetto ehmm ..insomma non è che proprio proprio volano.....SVOLAZZANO ecoo!!!!!!
Questo sei tu e tutti quelli che ti seguono.
Altra.... giunge notizia in redazione che in un appartamento è stato ucciso un leone.
Corre il giornalista dell'Unità ..e trova il leone ucciso ed accanto il giovane che lo ha fatto secco.
E dice...dai amico facciamo l'articolo.
Tu dove lavori?
Alla Mirafiori sono operaio...
Ecco lo sapevo... è andata cosi'.... ti senti sfruttato ed hai visto negli occhi del leone il tuo padrone.... e lo hai ucciso.
No dice lui.... ho visto un leone e basta.
Ehmmm no diciamo che hai visto il leone ed hai pensato alle assicurazioni Generali .... il capitalismo ..il simbolo del capitalismo e ti sei ribellato.
No dice lui... ho visto un leone e basta...
Il giornalista se ne va e il giorno dopo si legge sull'Unità la seguente notizia in prima pagina....
GIOVANE FASCISTA UCCIDE LEONE INERME......
Caro francesco la vostra elasticità mentale vi ha fruttato più barzellette a voi che ai carabinieri.
Ultima domanda sei sicuro che tutti i consumatori siano come te?
Addio
24 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per il "Giornalista".

Caro giornalista, neanche io sono farmacista, ma sono abituato ad informarmi.
Nel mio post del 18 settembre scorso ho dovuto, di fronte alle continue affermazioni tendenziose e sbagliate dei farmacisti che intervenivano in questo forum, trascrivere il testo del decreto Bersani relativo alla liberalizzazione dei farmaci da banco ed il testo in esso richiamato relativo agli esercizi commerciali interessati dal provvedimento.
E' vero: non bisogna essere magnaccia per parlare di mignotte, ma a quanto pare i farmacisti non accettano intromissioni nel loro campo. Il loro motto sembra essere "è meglio che gli altri non sappiano. Hanno imparato da Federico II di Prussia, il quale diceva senza mezzi termini "Se i miei soldati pensassero non uno di loro rimarrebbe nel mio esercito".
Riporto anche per lei il testo dei due provvedimenti legislativi, in modo che possa verificare direttamente (e non con l'interessata interpretazione faziosa dei farmacisti titolari) il suo contenuto.
Vedo che anche lei parte dal presupposto errato che il decreto abbia voluto favorire le coop rosse, ma spero vivamente che una lettura non condizionata da pregiudizi possa convincerla del contrario.
Se sarà di contrario avviso dopo la lettura mi faccia sapere il perché.

Decreto Bersani. Art. 5, comma 1: "Gli esercizi commerciali di cui all'articolo 4, comma 1, lettere d), e) e f), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, possono effettuare attività di vendita al pubblico dei farmaci da banco o di automedicazione ...... e di tutti i farmaci o prodotti non soggetti a prescrizione medica ....".
Quali sono gli esercizi commerciali nei quali è possibile organizzare la vendita dei farmaci da banco ce lo dice il decreto legislativo 114/1998, art. 4, comma 1:
"d) per esercizi di vicinato quelli aventi superficie di vendita non superiore a 150 mq nei comuni con popolazione residente inferiore a 10.000 abitanti e a 250 mq nei comuni con popolazione residente superiore a 10.000 abitanti;
e) per medie strutture di vendita gli esercizi aventi superficie superiore ai limiti di cui al punto d ) e fino a 1.500 mq nei comuni con popolazione residente inferiore a 10.000 abitanti e a 2.500 mq nei comuni con popolazione residente superiore a 10.000 abitanti;
f) per grandi strutture di vendita gli esercizi aventi superficie superiore ai limiti di cui al punto e )".

Quindi, i farmaci possono essere venduti in pratica in qualsiasi esercizio commerciale, anche nei piccoli paesi.
Se, come può ben vedere, la legge prevede che i farmaci da banco possano essere venduti, oltre che nelle grandi e nelle medie strutture, anche negli "esercizi di vicinato", cioè in quegli esercizi commerciali che nei paesi che hanno meno di diecimila abitanti dispongono di un locale inferiore a 150 mq, mi dice da quale fonte di informazione lei ha tratto la notizia che "non è stata autorizzata la vendita dei farmaci da banco in tutti gli esercizi commerciali, compreso il negozio di generi alimentari del mio piccolo paese"?
Certo la legge non lo obbliga, ma se il negoziante del suo paese vuole, nessuno glielo può impedire.
La sua errata informazione deriva, a mio avviso, dalla campagna di disinformazione condotta dai farmacisti titolari, che non avevano e non hanno nessun interesse a far conoscere la portata della legge.
24 settembre 2006 0:00 - Francesco
La logica di ferro de "farmacista".

Lei trova strano che io critichi l'atteggiamento di un farmacista che si lamenta del prezzo esagerato dei farmaci, ma dice che non è così tonto da rinunciare alla fetta di torta che la legge le riserva.
E' evidente che la mia era una osservazione provocatoria, perché mi rendo conto che è impraticabile l'ipotesi di un farmacista che rinuncia ad una parte di quello che la legge gli attribuisce.
Si metta d'accordo, però, con sé stesso e, visto che legittimamente, ripeto legittimamente, difende quello che è suo, abbia il pudore di non parlare del prezzo esagerato dei farmaci.
Perché, essendo la percentuale spettante al farmacista calcolata sul prezzo finale, quando l'industria aumenta il prezzo di un farmaco, automaticamente aumenta il reddito che il farmacista ritrae dalla vendita di quel prodotto.
Le case farmaceutiche, in parole povere, non sono nemiche dei vostri interessi, ma sono in buona sostanza i vostri principali alleati.
Il resto lo fa la legge in maniera automatica, come fa per lo "stipendio" dei parlamentari, che automaticamente si adegua a quello dei magistrati.

Lei nel suo ultimo post ha fatto una importante affermazione che potrebbe sgombrare il campo da molti equivoci in questa interminabile discussione ("Tutti i lavoratori e le associazioni di categoria difendono i propri interessi economici e commerciali,mi sembra più che ovvio;e lo farebbe anche lei").
E' tutto molto vero.
Ne tragga la conseguenza finale, che per me è questa: la lotta che i farmacisti titolari hanno fatto al decreto Bersani non ha nulla a che vedere con la tutela della salute; essa rappresenta soltanto la legittima, ma cieca, difesa corporativa dei propri interessi economici.
Chi ha parlato di favori alle coop e di attentati alla salute pubblica derivanti dall'apertura di reparti farmacia all'interno dei supermercati e dal conseguente incremento ingiustificato dell'uso dei farmaci sapeva di dire cose false.
Ma le ha dette.

24 settembre 2006 0:00 - farmacista
Per Francesco

"Non ho mai sentito dire da un farmacista che intendeva abbattere le percentuali di sua spettanza in occasione degli aumenti dei prezzi dei farmaci e non mi risulta che Federfarma si sia fatta portavoce di una richiesta di questo tipo.
Certo, la legge sta dalla vostra parte e tutto è perfettamente lecito."

Scusi,ma lei o è provocatore nato o fa il finto tonto.In quale lavoro un professionista,commerciante,operaio qualificato,visto l'aumento del tal prodotto alla fonte,rinuncia o si decurta il proprio guadagno spontaneamente?Tutti i lavoratori e le associazioni di categoria difendono i propri interessi economici e commerciali,mi sembra più che ovvio;e lo farebbe anche lei. Perchè dovrei rinunciare a parte del mio guadagno se un farmaco è costoso alla fonte,non lo stabilisco mica io il prezzo!Al massimo posso commentare e chiedermi il motivo per cui è così caro.La verità è che gli organi di controllo dei prezzi non ha fatto una mazza per anni,o meglio i manichini che si sono avvicendati nel tempo hanno solo fatto i propri interessi.
Mi sto inoltre imbottendo di valeriana per cercare di resistere alla tentazione di chiederle quale sia il suo lavoro.Magari mi faccio una ragione del motivo per cui le piace così tanto sparlare dei farmacisti.
E se trova qualcuno in questo forum che parla a favore dei farmacisti continui a pensare che sia un "farmacista camuffato",perchè secondo il suo pensiero contorto tutti quelli che dicono una parola a nostro favore sono solo mossi da interessi personali o di categoria.
24 settembre 2006 0:00 - BULSARINO
per Francesco: Noto solo che NON VUOLE VEDERE CERTE COSE....caro Francesco!

D'accordo: allora Continuate pure ad Attaccare solo le Farmacie e lasciate che LE case Farmaceutiche facciano " il Loro Sacrosanto(?) dovere come hanno sempre fatto (?)...cercando di NON incidere negativamente sui bisogni del cittadino(?) e offrendo al Ministero della Salute prezzi sempre ragionevoli(?) dato che sono loro gli unici ad avere uno stretto contatto con la Turco e via dicendo....mentre il Farmacista e' solo un approfittatore(?)..uno speculatore che pur stando ai prezzi gia' comunicati e stabiliti dalle Case farmaceutiche riesce(?) in qualke modo (?) ad approfittarsene del cittadino (??) il quale cittadino NON ha interesse alcuno di sapere da dove PARTE questo prezzo cosi' alto e se la rifa' Con chi gli vende il medicinale"

D'accordo!!..............Grazie per la sua Disponibilita' a guardare(?) oltre per risolvere il problema alla Radice(?) e grazie di NON avere timori di essere attaccato da chi ha veramente Potere in questo paese ....( non certo Le farmacie)
24 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per il "Giornalista"

L'intervento di "Giornalista" mi lascia, a dir poco, perplesso.
Egli solleva un problema importante (come, dove e da chi vengono prodotti i farmaci generici) e cita il pensiero di cattedratici ed enti che legittimamente richiamano l'attenzione sui problemi della "bioequivalenza" dei generici rispetto ai farmaci "griffati".

Il suo discorso si conclude con questa affermazione: "Ricordate a chi hanno permesso di mettere le mani su questo tanto appetibile “mercato”, fatto peraltro sulla pelle del cittadino che è stato “convinto” che certe liberalizzazioni sono fatte nel suo interesse?
Avete indovinato sto parlando delle COOP rosse che hanno promosso pure la legge di liberalizzazione del mercato dei farmaci e che, se non ricordo male, pare si apprestino anche a produrre in proprio ( o forse ad importare dall'estero..) farmaci generici da banco".

Il nostro "Giornalista" è, evidentemente, un altro farmacista affetto da diarrea acuta determinata dalla perdita di un piccolissima percentuale del suo reddito.
Non a caso parla di "appetibile mercato" che è forse la sola cosa che gli interessa.
Attento soltanto ai problemi della cassa, non si pone il problema di verificare se il suo ragionamento sia sostenibile almeno sotto il punto di vista della logica aristotelica.
Non penso che sia utile per nessuno (e meno che mai per il giornalista-farmacista) che io trascriva di nuovo i testi legislativi che provano senza ombra di dubbio che il decreto Bersani non è fatto per favorire le coop rosse. Chi vuole vedere il marcio continuerebbe a vedercelo anche se Bersani gli facesse la danza del ventre per convincerlo del contrario.
Il giornalista-farmacista deve farci la cortesia, però,di spiegare che cosa c'entrano i problemi della qualità dei farmaci con quelli legati alla loro vendita; non si possono sollevare dubbi sulla qualità dei farmaci generici per dire che è tutta colpa delle coop rosse.
Deve dirci, inoltre,
1) se questi ipotetici farmaci generici dannosi andranno a finire esclusivamente sugli scaffali dei supermercati e non su quelli delle farmacie tradizionali;
2) se i dubbi sollevati riguardano anche i generici che attualmente sono venduti nelle farmacie (perché in tal caso i farmacisti sarebbero corresponsabili del nostro avvelenamento);
3) se la nocività di un farmaco possa essere determinata in maniera significativa dagli eccipienti;
4) se tutti i farmaci non generici sono assolutamente sicuri per la nostra salute;
5)se le morti avvenute negli anni scorsi per assunzione di alcuni notissimi e diffusissimi farmaci sono una mia invenzione o una invenzione delle coop rosse.
Se avrà delle risposte credibili a queste domande mi cospargerò il capo di cenere.
In caso contrario dovrò dedurre che "Giornalista" è un altro imbecille interessato soltanto a gettare fango sulle cooperative senza rendersi conto nemmeno di che cosa sta parlando.
24 settembre 2006 0:00 - Giornalista
x Francesco

Ti dico subito che non sono un farmacista e non ho nulla a che fare con la vendita di farmaci e con in farmaci in generale.

Ma visto che per parlare di puttane non bisogna per forza esercitare quel mestiere, ho espresso il mio parere circa la liberalizzazione della vendita dei farmaci da banco.

Che con quel decreto si sia voluto favorire le COOP rosse non vi è alcun dubbio.

Perchè,visto che si voleva liberalizzare, non è stata autorizzata la vendita dei farmaci da banco in tutti gli esercizi commerciali,compreso il negozio di generi alimentari del mio piccolo paese?

O forse solo tu che abiti in Città hai diritto a questo beneficio,se così si può chiamare?

Nel post,per quanto riguarda le affermazioni sulla qualità dei farmaci non grifati,ho solo riportato il parere di un esperto e non il mio.

Per quanto riguarda le tue affermazioni:

1)-Il nostro "Giornalista" è, evidentemente, un altro farmacista affetto da diarrea acuta determinata dalla perdita di un piccolissima percentuale del suo reddito.
(ti ho risposto in premessa e stai pure tranquillo che la mia diarrea non è sufficiente per fare il bagno come penso lo sia la tua visto che non puoi che essere uno dei "coglioni comunisti").

2)-dovrò dedurre che "Giornalista" è un altro imbecille interessato soltanto a gettare fango sulle cooperative (se le cooperative fossero coperte di fango sarebbe un onore per voi ma invece sono ricoperte di merda come meritano - per quanto riguarda l'imbecille ti rispondo: meglio imbecille che comunista).
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per Bulsarino.

Ho visto che ha provato lei recentemente ad aprire due forum sugli argomenti indicati, con scarso successo.
Io, però, penso che l'argomento sia degno della massima considerazione.
Noto, purtroppo, che sul problema del costo di un prodotto industriale (un'autovettura, un farmaco, un paio di scarpe) il cittadino comune ha poche risorse di intervento a disposizione.
Nei confronti dei farmaci le risorse sono del tutto inesistenti perché se il mio medico mi prescrive un certo farmaco non posso fare altro che andare in farmacia a comprarlo e sperare di trovare un farmaco generico in sostituzione ed un farmacista disposto a consigliarmelo. Non ho scelta, come potrei fare con una autovettura (non compro BMW perché troppo costosa e mi accontento di Fiat).
Devo far rilevare, comunque, che la questione è diversa anche sotto altro profilo.
Si fa un gran parlare dell'ingiustificato aumento delle accise in relazione all'aumento del prezzo della benzina e si chiede al governo di rinunciare agli aumenti che oltrepassano una certa soglia.
Non ho mai sentito dire da un farmacista che intendeva abbattere le percentuali di sua spettanza in occasione degli aumenti dei prezzi dei farmaci e non mi risulta che Federfarma si sia fatta portavoce di una richiesta di questo tipo.
Certo, la legge sta dalla vostra parte e tutto è perfettamente lecito.
Lei descrive (ed ha ragione) le case farmaceutiche come pescecani, ma intanto ci sta guadagnando; io, mentre metto mani al portafogli, so che la rapina viene commessa sia da chi entra in banca col mitra, sia da chi sta fuori a fare il palo.
Mi sono sfuggite altre domande?
Saluti.
23 settembre 2006 0:00 - Giornalista
Il Prof Giuseppe Vittorio Nisticò, professore di farmacologia all'università Tor Vergata di Roma ha affermato giorni fa:
"E' auspicabile ripensare i criteri di produzione e di commercializzazione dei generici, la cui efficacia va attentamente controllata".

Sull'utilità dei 'non griffati', infatti, non si discute ma "è necessario che siano del tutto bioequivalenti ai principi attivi originari".
Lo sottolinea Giuseppe Vittorio Nisticò, professore di farmacologia all'università Tor Vergata di Roma.
I medicinali 'non griffati' sono al centro di un'inchiesta della procura di Torino su falsi dossier per ottenere l'autorizzazione al commercio.
Il farmacologo precisa di non avere "nessuna opposizione preconcetta, ma soltanto una domanda di qualità, avanzata nell'interesse dei malati.

Il farmaco infatti non è un 'oggetto' qualsiasi, ma un bene prezioso e come tale deve offrire precise garanzie.

I pericoli in agguato sono "piccole modifiche sul processo produttivo, per esempio la sostituzione di un eccipiente, che possono rivelarsi rischiose accrescendo il quoziente di tossicità e provocando, per fortuna in pochissimi casi, anche eventi mortali.

Per questo motivo - sottolinea - la produzione di questi medicinali dev'essere ristretta ad aziende farmaceutiche di grande qualità e di provata serietà.

Invece troviamo 'generici' che arrivano dall'India o dalla Cina, con piccoli dossier che ne raccomandano l'efficacia, senza valide documentazioni".

La parola chiave è bioequivalenza, cioè il "rispetto", spiega, di tre regole fondamentali: bisogna documentare che il generico ha caratteristiche di assorbimento del principio attivo originario;
deve anche avere le stesse concentrazioni nel sangue, e anche le modalità di eliminazione devono uniformarsi a quelle del farmaco di riferimento.
Senza questa equivalenza - prosegue l'esperto - il farmaco generico non offre alcuna garanzia di efficacia e a questo punto non basta affermare che il costo più basso serve a ridurre la spesa sanitaria.
Ben altri sono gli sprechi da eliminare".

Per Nisticò, che rappresenta l'Italia nel comitato scientifico dell'Agenzia europea sui medicinali (Emea), i controlli su questo processo spettano senza dubbio al braccio operativo del ministero della Salute, cioè l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), e all'Istituto superiore di sanità.
Allo stato delle cose, conclude, almeno "il 30% delle aziende che producono generici dimostra grande serietà.
Le aree che suscitano qualche perplessità sono in particolare quelle biotecnologiche e dei farmaci di origine vegetale"Da doctor news.
E’ notizia di oggi, peraltro che:
"L'Agenzia europea per i medicinali EMEA "non garantirà" che i farmaci biogenerici siano davvero equivalenti e, dunque, "intercambiabili" con le specialità griffate di riferimento.

Lo ha affermato il direttore esecutivo dell'Emea, Thomas Lonngren, in un'intervista con l'Apm (Agence de Presse Medicale): una doccia fredda per i produttori di generici e 'musica', invece, per le orecchie delle aziende che producono medicinali di marca.
Secondo Lonngren, non spetta all'Emea decidere se i biogenerici potranno sostituire, con la stessa efficacia e sicurezza, la specialità griffata.
A dicembre la questione verrà affrontata in un meeting promosso dall'Organizzazione mondiale della sanità, a cui parteciperanno gli esperti dell'Emea.
Nei prossimi 3-5 anni scadranno i brevetti di farmaci innovativi per un valore di 6,7 miliardi di dollari.
A differenza dei normali equivalenti, però, non hanno il vantaggio di permettere risparmi notevoli: le spese di produzione sono elevate e i biogenerici costano circa il 70 per cento delle specialità di marca.


Ricordate a chi hanno permesso di mettere le mani su questo tanto appetibile “mercato”, fatto peraltro sulla pelle del cittadino che è stato “convinto” che certe liberalizzazioni sono fatte nel suo interesse?
Avete indovinato sto parlando delle COOP rosse che hanno promosso pure la legge di liberalizzazione del mercato dei farmaci e che, se non ricordo male, pare si apprestino anche a produrre in proprio ( o forse ad importare dall'estero..) farmaci generici da banco.
23 settembre 2006 0:00 - mjguel
Per avere farmaci meno cari tutti metterebbero una firma, ma chi dimostra la reale efficacia e tollerabilità dei cosiddetti farmaci meno cari?
E chi sorveglia chi , cara la mia Signora Turco?
Quelli che si sono battuti per favorire le COOP che a loro volta favoriscono chi le appoggia, per caso?
E non è anche questo un monumentale conflitto di interesse?
Fortuna che l'EMEA si è pronunciata in modo chiaro, ma tutto questo sconcio non credo stia avendo la dovuta risonanza.Che bravi i fustigatori dei costumi berlusconiani, i savonarola del conflitto di interesse: tacciono tutti come sempre in altre faccende affaccendati.
Quali?
Arraffare l'arraffabile in termini di cariche pubbliche, potere etc etc etc
23 settembre 2006 0:00 - BULSARINO
Per Francesco:

Caro Francesco Le Chiedo solo un po' piu' di elasticita',altrimenti comincio a pensare che voglia evitare Volutamente certi argomenti.

E' naturale che L'Argomento sia FARMACI DA BANCO VENDUTI FUORI DELLE FARMACIE ma....stia pur tranquillo che se dovessimo sempre attenerci meticolosamente all'argomento in questione allora non arriveremo MAI a parlare DEI PATRONI delle medicine e dei VERI GUADAGNI intorno ad esse ( Industrie Farm. e Governanti ).....e questo perche'? Semplicemente perche' NON ci e' mai stato un argomento intitolato : LA DITTATURA DELLE INDUSTRIE FARMAC. E DEI GOVERNANTI! e forse non ci sara' mai..(?)

era proprio a questo che volevo arrivare e poi un Titolare di Farmacia non potra' mai affrontare questo argomento senza Tirare in Ballo chi dovrebbe essere veramente Punito!!!!!!!!!

Le kiedo ( vi Chiedo....caro Vincenzo Donvito ) un po' di Comprensione e soprattutto un parere che esuli dalla volonta' di voler a tutti i costi rimanere fermi e piantati sulle proprie idee come se un avvicinamento a Noi fosse PESTE BUBBONICA......................
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per "farmacista".

Signor farmacista, lei confonde una domanda con una affermazione.
Io le ho chiesto di dirmi se trovava scandaloso ecc. ecc. .., senza voler dire in alcun modo che quello era il suo pensiero. La domanda, anzi, era formulata in maniera tale da presupporre una risposta negativa, perché da una mente aperta e non offuscata totalmente dalla difesa dei propri interessi economici non ci si attenderebbe mai una risposta di segno contrario.
La mia domanda però, derivava da altre sue affermazioni, che tendevano ad accreditare l'idea che il decreto Bersani tendeva a favorire le coop. Per esemplificare, ho fatto l'esempio di una sua collega, erborista, alla quale finora era negata la possibilità di vendere farmaci da banco.
Chiarito questo punto, le faccio osservare che lei ha l'esclusiva della vendita dei farmaci, ma certamente non quella della conoscenza delle leggi che riguardano la materia sanitaria.
Le aggiungo che in questo forum io sono stato uno dei pochi (se non l'unico) a far riferimento alle leggi in vigore, al punto che qualcuno mi ha accusato di aver assunto un'aria professorale, come d'altra parte sta facendo anche lei dicendo "Su questo forum sembra che sappia tutto lei...".
Abbia la pazienza di leggere qualche mio post dei giorni scorsi per accertarsene.
Per quanto concerne l'apirina a marchio coop, è chiaro che si sta lavorando nel campo delle ipotesi, provenienti più da chi teme un fatto simile, che da chi se lo augura.
Comunque, poiché la Bayer non ha più il brevetto dell'aspirina, chiunque può fabbricarsela o farsela fabbricare; chiunque significa Auchan, Carrefour, Coop, io, lei ecc.
Lei continua a stuzzicarmi ancora riguardo alle affermazioni di Isabella Bertolini ed io comincio a sentire i conati di vomito al solo pensiero di dovermi occupare di ciò che dice questa donna. Penso che dovrò richiederle qualche consiglio su come combatterli se lei insisterà ancora.
23 settembre 2006 0:00 - farmacista
Per Francesco:

risposta alla domanda 1)dove ho detto nel mio messaggio precedente che sarebbe scandaloso che un farmacista di parafarmacia venda gli OTC?Lei anzichè rispondere alle domande,controbatte con altre domande non inerenti alle mie considerazioni
risposta alla domanda 2)non essendo nel campo farmaceutico comprendo che lei non conosca la legislazione farmaceutica.Premettendo che le preparazioni officinali vengono eseguite sempre con minor frequenza,Lei con l'esempio della solfosalicilica indica una preparazione officinale preparata in farmacia secondo alcune regole dettate dal legislatore,l'aspirina a marchio coop non può essere assimilata a questo.Ma sarò curioso di vedere come la coop (o Auchan per par condicio)ancora una volta riuscirà a rivoltare la frittata a proprio favore.
risposta alla domanda 3)le assicuro che conosco il significato della parola monopolio e lei ne è un esempio.Su questo forum sembra che sappia tutto lei,dando giudizi su tutto e su tutti ed evitando abilmente di intervenire dove non trova risposte che non mettano in cattiva luce i titolari di farmacia,o la categoria che le interessa bersagliare.Non sarà mica invidioso?Anche se non mi pare il tipo.

Inoltre preferisce non commentare le banalità della Bertolini ma non perde occasione di elogiare l'operato di Bersani.Tutti coloro che leggono il forum,farmacisti o semplici cittadini,possono chiaramente capire quale sia il suo livello di obiettività.
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per Bulsarino.

Caro Bulsarino (mi sento autorizzato anch'io ad utilizzare il suo stesso tono amichevole), non mi sono pronunciato esplicitamente sugli interessi delle case farmaceutiche per la semplice ragione che il tema di questo forum è "FARMACI DA BANCO VENDUTI FUORI DELLE FARMACIE ...".
Non è possibile parlare di tutto lo scibile umano, al quale ognuno di noi fa riferimento ogni tanto, forse per arricchire la discussione.

Lei, facendo riferimento al caso De Lorenzo, mi chiede un giudizio sui rapporti tra industrie farmaceutiche e politica.
E' presto detto: chi utilizza la sua posizione di uomo politico influente per favorire questo o quello ed intascare illecitamente qualche miliardo deve essere giudicato per i reati commessi.
Ma poiché il reato è stato commesso avvalendosi della propria specifica posizione, bisognerebbe prevedere la pena accessoria della privazione dei diritti di elettorato attivo e passivo, in modo che il colpevole non possa più candidarsi nemmeno per le elezioni delle circoscrizioni.
Lei afferma che "nessuno dei nostri politici ... ha obiettato più di tanto su quesi argomenti". E' verissimo.
Penso che molti politici si comportino nei confronti di chi ha il potere come i medici che accettano regali (computer, borse, viaggi di falso aggiornamento) dietro suggerimento degli informatori farmaceutici. Intascano e basta.
L'aumento della spesa sanitaria per medicinali dipende in gran parte dal comportamento scorretto dei medici.
Mi aspetto, adesso, una valanga di critiche e di insulti se qualche medico leggerà questo post.
Saluti
23 settembre 2006 0:00 - BULSARINO
Al Caro Francesco:
Caro Francesco....secondo Te tra chi aumenta INGIUSTIFICATAMENTE il prezzo dei medicinali e chi poi ha un aumento grazie ad una misura percentuale fissa, CHI HA PIU' COLPA!!??.....

OPPURE METTILA COSI': ammettiamo che la colpa sia di entrambi ( e non e' cosi'), allora dico io , perhce' VENGONO ACCUSATE SOLO LE FARMACIE!!!!!!......

FACCI CASO: tu solo adesso parli male sia delle farmacie che delle industrie farmaceutiche, ma perche' ti ho sollevato io la questione ,altrimenti avresti continuato a parlare male ( sparlare ) solo delle farmacie come hai fatto fino ad ora.

e Perche' non hai Accusato Le industrie FArmaceutiche gia' dal 10 gennaio ad ora come hai fatto con le Farmacie?...devo svegliarti io?...( non prenderla come offesa ma lo faccio per scuoterti un po' e senza cattiveria ). Come te hanno fatto Tutti!! Si parte Dai Politici che sono un "magna magna con le industrie": ricordi DE LORENZO?

e poi lo sapete che le stesse industrie che vendono a 3 certi medicinali all'estero, qui in Italia li vendono a 5 e la catena parte gia' Marcia.

Ma tornando all'aumento percentuale: Caro Francesco forse non hai capito che il guadagno del farmacista non e' consistito nella percentuale di guadagno ma nell'afflusso di gente che c'e' sempre stato fino a qualke anno fa. Quindi piu' un fatto di Quantita' di clienti che di margine sul singolo medicinale visto che su un paio di pantaloni il margine e' anche del 150 % , cosa un po' irrealistica per un medicinale.
Dunque?: dunque Basta che il prezzo non sia troppo alto fin dall'inizio e il consumatore non si lamentera'.

Grazie mille al collega farmacista che e'stato perfetto nel presentare e nello spiegare la Questione sulle Industrie farmaceutiche
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Una sintetica risposta per Bulsarino.

Ogni qualvolta le industrie farmaceutiche aumentano ingiustificatamente il prezzo di un farmaco aumenta automaticamente ed altrettanto ingiustificatamente il guadagno che spetta al farmacista per la vendita di quel farmaco, perché esso è fissato in misura percentuale.
Devo aggiungere altro?
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per Alfredo.

Ad Alfredo, al quale riconosco il merito di porre questioni reali anche se inframmezzate da osservazioni dettate da una cereta comprensibile (ma non giustificabile, rabbia), non posso rispondere con qualche semplice battuta.
Pertanto, cercherò di dare una risposta più articolata.

E' vero che il problema si potrebbe risolvere aumentando il numero delle farmacie e/o cambiando il metodo di istituzione di nuove farmacie.

Io aggiungo che se si vuole mantenere la possibilità di trasmettere la titolarità di una farmacia ai propri eredi è necessario liberalizzare totalmente la loro apertura. In questo modo ogni farmacista trasmetterebbe a suo figlio soltanto quello che lui ha costruito sotto il profilo commerciale.
L'autorizzazione governativa all'apertura deriva dal riconoscimento della preparazione di chi ha partecipato al concorso; in questo rapporto Stato-farmacista che diritto ha di subentrare il figlio?
A mio avviso nessuno.
Ed allora si faccia in modo che chiunque abbia la possibilità di organizzarsi sotto il profilo esclusivamente commerciale; solo allora il titolare potrà pretendere a buo diritto che il risultato del suo lavoro professionale passi alla sua discendenza o sia oggetto di compravendita.
Saluti.
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per "farmacistainpensione".

Mi dispiace deluderla, signor "farmacistainpensione". Non posso raccogliere il suo elegante ed ironico invito.
Piuttosto che commentare le banalità di Isabella Bertolini preferisco andare in volontario esilio o fare harakiri.
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per "farmacistainpensione"
Commenti questo trafiletto, please..

"Dopo il preoccupante boom della vendita di farmaci nei corner istituiti all'interno degli ipermercati e dei centri commerciali, ora siamo di fronte al tentativo di utilizzare i medicinali per fidelizzare i clienti". Lo denuncia la parlamentare Isabella Bertolini, che ha presentato un'interrogazione al ministro della Salute Livia Turco, nella quale chiede al Governo di intervenire perché sia fatta "piena chiarezza sull'eventuale illiceità degli ulteriori sconti sulla base del possesso di carte fedeltà, oltre a quelli già previsti dalla legge, applicati ai farmaci da banco venduti negli ipermercati". Un "tentativo che viene fatto - spiega Bertolini - garantendo un ulteriore sconto legato al possesso della tessera fedeltà della catena distributiva di riferimento. Tale iniziativa sarebbe in contrasto sia con quanto previsto dalla legge sull'obbligo per gli esercenti di praticare il medesimo sconto a tutti gli acquirenti, sia con le norme che vietano espressamente l'applicazione di promozioni commerciali alla vendita di farmaci da banco".
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Le osservazioni di "farmacista".

....una parafarmacia,che poteva essere aperta anche prima di questo decreto e poteva vendere tutto ciò da lei elencato con l'eccezione dei farmaci da banco..."

Domanda 1: trova così scandaloso che un suo collega farmacista che ha un negozio di parafarmaceutici oggi possa vendere anche aspirina, tachipirina, ecc.?


.....Tuttavia l'acido salicilico a marchio coop non è un normale farmaco equivalente generico,ma una esclusiva della coop.Mi spiego:è il primo caso in cui il produttore (o meglio il marchio) e il distributore è lo stesso. Più monopolio di così.....

Domanda 2: quando lei prepara nel suo laboratorio la pomata solfosalicilica per i calli e la mette in vendita nella sua farmacia opera in regime di monopolio?

Domanda 3: è sicuro di conoscere il significato della parola "monopolio"?




22 settembre 2006 0:00 - farmacista
concordo con Bulsarino.c'è stato un disegno più o meno oscuro per colpire solo le farmacie,mentre non si parla mai di come i prezzi abbiano raggiunto picchi preoccupanti e ingiustificati per alcuni prodotti.credete sia facile chiedere 14 euro per un gentalyn crema(una normale crema antibiotica)senza sentirsi un minimo in imbarazzo?O una scatola di Polase a 14,50?Io sinceramente sono felice di proporre il generico con notevole risparmio per il cliente.è stato fatto un casino per i latti qualche mese/anno fa dando la colpa ai farmacisti,ma non si è mai parlato del prezzo allucinante imposto dai produttori,con ricavi patetici per le farmacie.da qualche anno infatti il mio scaffale dei latti è vuoto,visto che il settore era in perdita.Saranno felici i supermercati.
La verità è che coloro che dovevano controllare i prezzi non hanno fatto il proprio lavoro per anni e ora i cittadini ne pagano le conseguenze.
Il sistema più o meno funziona così:la ditta produttrice chiede al ministero della salute o altro organo competente di poter aumentare il prezzo di un farmaco.A questo punto se nessuno nega l'aumento,il nuovo prezzo viene accettato per "silenzio-assenso".Ho la sensazione che il ministero abbia dato il contentino alle ditte con il permissivismo ad aumenti sostanziosi dei farmaci di fascia C,quelli che pagano i cittadini insomma;in cambio ne ha ricavato probabilmente un aumento generale molto limitato dei prezzi dei farmaci di fascia A,quelli del SSN.
Nessuno dei nostri politici o delle varie associazioni consumatori ha obiettato più di tanto su questi argomenti,andati avanti per anni,ma sono stati pronti a sparare a zero sulla "potentissima lobby" dei farmacisti,che ha uno dei sindacati che contano meno al mondo,per cui facile obiettivo.
22 settembre 2006 0:00 - BULSARINO
Ormai il danno e' fatto.............per le farmacie...ma per le industrie farmaceutiche assolutamente NO.
Esse continuano a godere di tutti i privilegi di questo mondo e pensare che sono state loro la V E R A !!!!!! CAUSA di questi prezzi spropositati.....e nessuno denuncia tutto cio'.
ma perche?????
perche????
perche' il governo ha attaccato duramente le farmacie divulgando notizzie false al cittadino....e non ha mai mai mai accennato al problema delle INDUSTRIE FARMACEUTICHE che in verita' ...di concerto col ministero della sanita' decide il prezzo iniziale (stratosferico ) al quale i grossisti e per ultimo i farmacisti devono adattarsi per poter guadagnarci anche loro qualcosa.

Tirannia delle farmacie???
sveglia.....!!!!
o Forse tutti lo sanno ma non lo vogliono dire ( per il potere delle industrie intoccabili).....

ci avete distrutti mentre potevamo continuare a vivere vendendo le medicine a prezzi ragionevoli...bastava agire dall'alto e a partire dal primo stadio della catena di vendita....ma..........gli interessi dei PATRONI sono troppo forti e intoccabili.

e le COOP...??

votano a Sinistra per essere poi Premiate col monopolio delle medicine!!

Svegliatevi!!


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