(Riprendiamo i post che il povero trolletto sfigato aveva
inutilmente cercato di far slittare fuori vista:)
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LE VERITÀ NASCOSTE DI SAN PATRIGNANO / 1
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Il 28 ottobre 1980 una ragazza di ventitré anni, Maria Rosa
Cesarini, si presenta alla squadra mobile di Forlì
raccontando di essere fuggita da S.Patrignano dopo essere
stata rinchiusa per sedici(!) giorni in una piccionaia.
Quando i poliziotti irrompono nella comunità, trovano
Luciano Rubini e Leonardo Biagiotti incatenati in due locali
usati come canile, Marco Marcello Costi incatenato alla
porta in ferro di un locale di tre metri per uno e Massimo
Sola incatenato ad un manufatto adibito a colombaia.
Tutte queste persone deporranno qualche giorno dopo (tutte
tranne una, Leonardo Biagiotti, trovato morto sulla linea
ferroviaria a Castelfranco Emilia, caduto dal treno diretto
a Milano).
Muccioli viene arrestato con alcuni suoi collaboratori e
imprigionato per un mese; il processo verrà tenuto quattro
anni più tardi e finirà con una condanna a venti mesi per
Muccioli in primo grado e assoluzione in appello.
Ma veniamo alle testimonianze di tutti quelli che hanno
deposto all'altro, ben più grave e recente processo che ha
investito Muccioli: quello per l'omicidio di Maranzano,
ammazzato nel reparto manutenzione.
A rispondere é CLAUDIO GHIRA, ex-medico di S.Patrignano:
- Cosa succedeva alla manutenzione?
«Pestaggi e cure successive. Ricordo una testa spaccata e
ricucita con una ventina di punti. E una milza esplosa a
pugni.»
- Ci sono stati altri morti oltre a Maranzano?
«In quel modo, no. Ma molti dei suicidi della comunità
sono quantomeno sospetti.»
- Si poteva entrare al reparto manutenzione?
«No. Ci sono due medici presenti 24 ore su 24, e anche
Capogreco, il responsabile del reparto.»
- Ma che medici sono se non denunciano questi metodi?
«Credono in Muccioli. Se sei lì dentro é perché gli
credi.»
- I rapporti sessuali sono controllati da Muccioli?
«Certo, ma nessuno controlla i suoi. Eppure quante volte lo
abbiamo visto a letto con i ragazzi più giovani? Io stesso
ho visto Muccioli a letto con uno degli ospiti.»
- Parli di rapporti omosessuali forzati?
«So di un ragazzo milanese che sicuramente ha visto i suoi
problemi aumentare proprio per le eccessive attenzioni di
Muccioli. Il capo amava soprattutto avere rapporti orali.
Diceva che anche quelli servivano per far passare energia
positiva da lui ai suoi discepoli.»
-----
Ma il principale accusatore di Muccioli é, in questo
processo, il carceriere Raimondo Crivellin in comunità noto
come Piedini.
Ha confessato oltre 500 sequestri di persona compiuti in
sette anni di permanenza nella comunità, pestaggi,
inseguimenti; alla fine deporrà per quasi cinque ore.
«Tutti i giorni inseguivo tossici che scappavano da
S.Patrignano. Tutti i giorni ne riportavo. Tutti i giorni ne
picchiavo. Tutti i giorni ne rinchiudevo, soprattutto nella
cassaforte della pellicceria, un luogo angusto, senza
finestre. Ho passato sette anni a S. Patrignano e il mio
compito é sempre stato quello. Non sapevo mai la ragione di
una punizione: eseguivo ordini di Muccioli».
Piedini agiva insieme a Franchino e Toto, Paro-Paro e
Sebastiano, tutti nella squadra punitiva.
«Bastava che ci dirigessimo verso qualcuno perché il
terrore gli si dipingesse sul viso. Muccioli sa come far
sentire importanti, soprattutto le menti semplici. Ha scelto
me perché ero un cretino. Ho creduto in Muccioli
ciecamente, e ho sbagliato».
E a proposito di un suicidio:
«Dopo il primo suicidio, quello di Gabriele Di Paola,
Muccioli mi ordinò di portare via i venti ospiti della
"manutenzione", il carcere della comunità. Di notte con due
furgoni insieme a Toto, Paro-Paro, Sebastiano e Franchino
partimmo per la comunità di Botticella (comunità satellite
di SanPa). L'obiettivo era far scomparire testimoni scomodi
in un periodo in cui la comunità era tenuta d'occhio dalla
polizia. Passammo due mesi vivendo da re».
E interrogato sul perché dei sospetti sul suicidio:
«Io Di Paola l'ho visto cadere, ma non so come ha fatto a
precipitare per venti metri con la faccia rivolta verso il
muro. L'ho sentito gridare “No, no”, ho visto che
cercava di aggrapparsi a qualcosa, senza riuscirci. Quando
sono corso verso di lui era morto. Il giorno dopo Natalia
Berla é scivolata fuori da un finestrino piccolissimo, ma
noi eravamo già a Botticella a divertirci».
E ancora: «Una volta ho chiuso Franco Capogreco in
cassaforte. Ha urlato tutta la notte perché soffre di
claustrofobia, quando é uscito era cianotico. Andava
punito, ma non lo so perché. Lo dirà lui ai giudici».
-----
Per finire la testimonianza di una ragazza, Elisabetta Di
Giovanni, che oggi ha 29 anni e che entrò nella comunità
per la prima volta a 16 anni e che é uscita dalla droga
solo molto tempo dopo aver lasciato S.Patrignano, con
l'aiuto di Don Gino Sacchetti.
«Durante la mia seconda permanenza a SanPa in due anni
visitai quasi tutti i luoghi di prigionia. Venti giorni in
piccionaia, un luogo molto angusto dove ti sentivi
letteralmente impazzire. Due mesi al buio nella cassaforte
della pellicceria insieme ad un dobermann malato. In un
vecchio casolare abbandonato sdraiata e incatenata con tutte
e due le braccia alla spalliera del letto. Mi veniva
liberato un braccio due volte al giorno per mangiare, mentre
per i bisogni fisiologici bastava un secchio sotto il letto.
Una chiusura un po' più soft invece (quattro mesi in
camera), la affrontai a causa di Marco Rossetti di Bologna.
Malauguratamente chiedemmo a Muccioli il permesso di
conoscerci. Dopo qualche mese di mano nella mano, non ne
potevamo più e consumammo il turpe gesto. Marco, pentito,
corse a raccontarlo a Muccioli e il risultato per me fu la
reclusione dopo una serie di “gran puttana” in tutte le
salse. A Marco, Vincenzo diede una pacca sulla spalla. Ma la
chiusura più terribile, per quanto la più breve, fu una
settimana nella botte, un tino di ferro, dove potevi stare
accovacciata e dove una volta al giorno ti passavano il cibo
da uno sportellino, il tutto ad un palmo dal solito secchio
con gli escrementi. Non avevo ucciso nessuno, ma ben più
grave era la mia colpa: ero entrata nella contestazione.
Vincenzo aveva rinchiuso, sempre per futili motivi, tre
ragazze considerate guarite. Consuelo, Martina ed Alice,
anche loro contestatarie. Le aveva rinchiuse in un casolare
e siccome non soffrivano abbastanza, dopo qualche giorno
sospese loro i viveri. Era terribile, mi sentivo ad
Auschwitz. Dopo qualche giorno fece portare Alice sul
piazzale e le rasò i capelli, tra battute deplorevoli e
risate grasse. Alice riuscì a scappare e la ritrovarono
l'indomani morta per overdose in Piazza Tre Martiri.
Criticai pesantemente l'operato di Muccioli, e mi fece
rinchiudere nella botte.»
Su Alfio Russo e l'omicidio di Roberto Maranzano:
«Alfio Russo l'ho conosciuto e sarei pronta a giurare che
le cose siano andate pressappoco così: Maranzano con le sue
fughe rompeva, e Muccioli ha deciso di metterlo nel settore
punitivo: nelle mani di Russo, un pazzo violento col
cervello di un bambino di due anni. Sicuramente ha anche
raccomandato ad Alfio di essere particolarmente duro, e per
il povero Maranzano si devono essere aperte le porte
dell'inferno. Poi, forse una reazione di Maranzano, ed Alfio
ha dato sfogo alla sua furia. Poi succede l'irreparabile e
via di corsa dal capo a cercare la soluzione. Soluzione che
Muccioli, senza scomporsi più di tanto, ha trovato nella
discarica. Per chi é stato a S. Patrignano, è impossibile
credere che Muccioli non fosse al corrente di tutto.»
E conclude: «E' difficile parlare di SanPa. Ci sarebbe
troppo e ancora troppo da dire: mille episodi, tutti
eloquenti e dolorosi, ma il vero problema é che lo Stato
italiano consideri come "recupero dei tossicodipendenti"
quello che avviene a S.Patrignano.»
.
6 novembre 2013 22:17 - ennio4531
Elton John ha raccontato i suoi trascorsi .. erbivendoli a
Matt Lauer durante il programma "Today"
"Mi venivano attacchi epilettici e diventavo blu. Mi trovano
sul pavimento e mi mettevano a letto e dopo 40 minuti ero
già lì che mi facevo un’altra striscia"..
"Rimanevo sveglio, fumavo qualche spinello, bevevo una
bottiglia di Johnnie Walker e non mi addormentavo per tre
giorni. Poi mi addormentavo per un giorno e mezzo, mi
svegliavo ed ero affamatissimo perché non avevo mangiato.
Mi facevo tre panini al bacon, un barattolo di gelato e poi
vomitavo tutto perché ero diventato bulimico. E poi
ricominciavo tutto dall’inizio. La mia vita era una
tragedia".
"Ho sprecato una bella fetta della mia vita. Ero drogato ed
egocentrico. C’erano persone, amici, che mi morivano
accanto ma la cosa non mi fermava dal continuare a vivere
quella vita, il che è la parte più terribile della
dipendenza. Sai, è una malattia davvero brutta".
Il prezzo del proibizionismo
dalle cronache locali
gli effetti della legge vigente:
dati dal 25/12/2012 al 04/11/2013
morti 17
arresti 8.655
giorni di reclusione 6.140
morti per alcool: 20.000
6 novembre 2013 19:16 - IVAN.
.
Non per tornarci sopra...ma mi chiedo perchè uno voglia
fare il troll se non è proprio capace.
Questo qui, poi, non cerca neanche di salvare un po' le
apparenze: obietta meccanicamente qualsiasi cosa, anche
2+2=4, facendosi così riconoscere come un troll persino
dagli utenti più ingenui.
Il suo padrone dev'essere proprio un IMBECILLE per dare dei
soldi ad un troll così scarso, non trovate?...
.
6 novembre 2013 18:59 - Nick
Con 2 canne al giorno è più facile finire a San Vittore
che a San Patrignano...
...se ti sfugge la mano col vinello invece... si va al San
Raffaele.
Ps: avete fatto caso? il troll è così scarso che ora ha
già fatto suo come argomento la differenza tra uso ed
abuso, appena 2 giorni dopo averlo contestato... ...che sia
rimasto incantato dai ...pifferai?
6 novembre 2013 17:35 - ennio4531
... il proibizionismo uscirà di scena sconfitto quando i
pifferai della canna saranno riusciti a convincere una
maggioranza di persone a trasformarsi in .... ratti ...
6 novembre 2013 17:31 - chinaski
A proposisto di olandesi cannati.....
Ecco chi fuma più cannabis in Europa
Sempre più spinelli per gli italiani che si classificano
primi rispetto al resto d'Europa
Secondo i dati dell'Osservatorio Europeo delle droghe e
delle tossicodipendenze (EMCDDA), l'Italia si classifica
come prima nel consumo di cannabis nell'ultimo anno.
La ricerca, che ha preso in esame la popolazione compresa
nella fascia che va dai 15 ai 64 anni, rivela che il consumo
degli italiani nell’ultimo anno è pari al 14,3% e che
siamo al secondo posto (6,9%), dopo la Spagna (7,6%) per uso
della canapa nell’ultimo mese.
Il 32% degli italiani ha consumato cannabis almeno una volta
nella vita, mettendoci al terzo posto dopo la Danimarca
(32,5%) e la Spagna (32,1%). Tutte cifre che nelle singole
classifiche ci pongono ben al di sopra delle rispettive
medie europee, un primato che condividiamo solo con la
Spagna.
Altissimo il consumo di droghe pesanti. L'Italia è
puntualmente al terzo posto per utilizzo nell’ultimo mese
(0,7% della popolazione analizzata; +0,2 rispetto alla media
europea) di cocaina, nella fascia 15-64.
Meno utilizzate le droghe sintetiche come anfetamine ed
ecstasy con percentuali al di sotto della media europea: gli
italiani tra i 15 e i 64 anni che hanno fatto uso di queste
sostanze nell’ultimo mese sono lo 0,3%, quelli che le
hanno usate nell’ultimo anno sono l’1,1% mentre quelli
che le hanno provate almeno una volta nella vita sono il
6,2%. Per maggiori informazioni
6 novembre 2013 17:27 - ennio4531
... aspettiamo che lo scr-Ivan-o ci dia il suo indirizzo per
dirottare nel suo giardino dell'eden i forzati di San
Patrignano ...
6 novembre 2013 15:02 - IVAN.
.
In effetti, potrebbe essere un nuovo spauracchio per
spaventare i bambini:
“SE FUMI UNA CANNA FINISCI A SAN PATRIGNANO!”
...dove sarai sfruttato come uno schiavo, plagiato,
violentato, rinchiuso in una piccionaia, pestato a morte e
buttato in una discarica mentre il capo della baracca
esporta illegalmente miliardi all'estero nascosti nel
doppiofondo delle auto.
(Hai voglia, dopo, che uno si tiene alla larga!)
.
6 novembre 2013 13:57 - Cepu
il proibizionismo esce sempre di scena sconfitto
6 novembre 2013 11:59 - ennio4531
Gli olandesi che si cannano due volte al giorno si guardano
bene dal venire in Italia.
Sanno di rischiare assai .
E , infatti, è assai raro di notizie che riguardano
olandesi trovati ... cannati in Italia ....
Per cui confermo: due canne al giorno portano a ... San
Patrignano dove sono ospiti centinaia di ex fighetti che
sostenevano le tesi dei pifferai rastapasta, roberto,
chinaski. ....
6 novembre 2013 11:44 - rastapasta
Infatti in estate si vedono moltissime macchine con targa
olandese circolare in Italia.
Questa gente, avendo a disposizione tutto l'anno due canne
al giorno vendute liberamente in pubblici esercizi, cerca
disperatamente la strada per San Patrignano, ove trovare un
po' di conforto e uscire dall'inferno che sta vivendo.
Obnubilate però dal pattume ludico assunto in gran
quantità, finiscono quasi sempre per perdersi sul lago di
Garda o in riviera Romagnola, giacendo in tende o roulotte,
senza trovare la via della salvezza.
6 novembre 2013 8:24 - ennio4531
.. è accertato ... due bicchierozzi al giorno di vino
possibilmente rosso non sono nocivi anzi ...
Mentre due canne al giorno portano a ... San Patrignano ....
5 novembre 2013 23:41 - roberto7266
Il vino si ordina qui:
http://enogastronomia.sanpatrignano.org/
e tutto il ricavato va a....
5 novembre 2013 22:29 - Nick
5 novembre 2013 19:00 - chinaski
Scusate ma....non posso esimermi :-)
La prossima volta che mi troverò a cena al ristorante o in
enoteca con gli amici esclamerò, al momento di ordinare una
buona bottiglia di rosso: "Allora, ragazzi, la ordiniamo o
no sta.....cacca!" :-)
"Garçon, un pattume ludico del 2008, mi raccomando che
l'altra volta sapeva di tappo..."
5 novembre 2013 19:00 - chinaski
Scusate ma....non posso esimermi :-)
La prossima volta che mi troverò a cena al ristorante o in
enoteca con gli amici esclamerò, al momento di ordinare una
buona bottiglia di rosso: "Allora, ragazzi, la ordiniamo o
no sta.....cacca!" :-)
5 novembre 2013 12:52 - ennio4531
... l'alcol è più pericolo ?
Ebbè ... e allora ?
Significa che, esistendo la cacca, ne dobbiamo aggiungere
dell'altra ?
Questi campioni del.... benaltrismo !!
5 novembre 2013 11:01 - chinaski
Cannabis: l’alcol è più pericoloso
La cannabis è molto meno dannosa di sostanze legali come le
sigarette o gli alcolici. Parla Giogio Bignami, dirigente di
ricerca all'Istituto superiore di Sanità. A favore della
legalizzazione.
di Simone Valesini
Cannabis: l’alcol è più pericoloso
«Non è possibile che il consumo di alcol e sigarette sia
legale, mentre quello della cannabis no». Giorgio Bignami
è medico e libero docente in farmacologia, è stato un
dirigente di ricerca in Psicofarmacologia dell’Istituto
superiore di sanità, e oggi presidente di Forum Droghe,
associazione che dal ’95 si batte per limitare
l’approccio penale alle sostanze stupefacenti.
Dottor Bignami, perché la cannabis andrebbe legalizzata?
«È in primo luogo una questione di diritti: la libertà
personale va rispettata, quando non lede quella degli altri.
I dati riguardo agli effetti nocivi sulla salute poi sono
quantomeno dubbi, perché spesso gli studi non tengono in
debito conto fattori di confondimento, ad esempio
socio-economici, che possono influenzare i risultati. Uno
scienziato del calibro di David Nutt, ex consulente del
governo britannico in materia di droghe, sostiene al
contrario che la cannabis sia meno dannosa di sostanze
legali come l’alcol. Da noi invece si continuano a sentire
affermazioni scientificamente infondate, ad esempio che una
canna avrebbe il potere cancerogeno di 20 sigarette».
Come si dovrebbe intervenire?
«La soluzione è la legalizzazione controllata. Il rischio
di favorire l’abuso della sostanza, come temono i
proibizionisti, è infondato. La legalizzazione aiuterebbe
inoltre a controllare la quantità di principio attivo
contenuto nella cannabis, sempre più alta negli ultimi
anni, ed eviterebbe che i giovani possano entrare in
contatto con il mondo della criminalità, o vengano portati
verso il consumo di altre sostanze illegali».
Riguardo all’uso medico?
«L’efficacia della cannabis è ormai dimostrata. Con il
decreto Balduzzi è stata aperta la strada all’utilizzo di
qualunque derivato della cannabis, e si sperava che sarebbe
stato rispettato il dato scientifico che la cannabis fumata
ha un effetto maggiore di quello della sostanza purificata.
Così non è stato invece, almeno per ora. L’unico farmaco
approvato dall’Aifa è un prodotto purificato, il Sativex,
e si è trattato quasi di un passo indietro, perché è
stato approvato solo per pazienti gravi, e solo se già
fallite le altre linee di terapia».
04 novembre 2013
5 novembre 2013 1:05 - IVAN.
.
• (da Roberto:) «Questa balla dei buchi nel cervello è
un'ennesimo tassello che giustifica la criminalizzazione nei
confronti dei consumatori di sostanze, in modo che - una
volta criminalizzati - non abbiano più voce in capitolo
nella vita pubblica.»
_____________________________________
Riprendo questo passaggio applicandolo al tema del topic:
Durante il processo a Muccioli, molti testimoni-chiave
dell'Accusa furono giudicati INAMMISSIBILI dalla Corte per
il solo fatto che “il loro status di tossicodipendenti li
rendeva inattendibili”.
Come dire: se uno è tossicodipendente, non ricorda di
essere stato vittima di pestaggi, o di violenze sessuali, o
di aver sentito il Muccioli proporre di eliminare i
testimoni delle sue malefatte?
Va ricordato che, per la maggior parte del tempo, le
percezioni di un tossico sono perfettamente NORMALI, e
questo vale anche per quando è "fatto" (tranne nel caso si
tratti di droghe allucinogene o narcotizzanti).
In più, i suddetti testimoni si trovavano in un'apposita
struttura di cura, dove si presume che fossero “puliti”
da qualsiasi sostanza che potesse alterare le loro
percezioni;
allora di quale “inattendibilità delle testimonianze”
si sta vaneggiando?
A chiunque possieda un'oncia di cervello, appare chiaro che
la tossicodipendenza di quei testimoni era stata usata come
SCUSA per invalidare arbitrariamente i loro resoconti al
processo, così da salvare il culo a Muccioli.
.
4 novembre 2013 20:45 - roberto7266
Classifica LANCET sui danni delle droghe (la tabella
tradotta è tratta Focus)
8 Aprile, 2008 - 17:33 da Anonimo
1. Eroina
2. Cocaina
3. Barbiturici
4. Metadone
5. Alcol
6. Ketamina
7. Benzodiazepine
8. Anfetamine
9. Tabacco
10. Buprenorphine
11. Cannabis
12. Solventi
13. 4-MTA
14. LSD
15. Methylphenidato
16. Steroidi
17. GHB
18. Ecstasy/MDMA
19. Nitrati
20. Khat
Fonte: sostanze.info
4 novembre 2013 16:31 - Nick
Non si dovrebbe rispondere ad un troll, cmq ecco smentito lo
studio dei pecorari neozelandesi:
"Il nuovo studio, condotto da Ole Rogeberg (nella foto) del
Ragnar Frisch Center for Economic Research di Oslo è stato
pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the
National Academy of Sciences e nega i risultati dello studio
neozelandese, spiegando che “lo studio fa confusione” e
il calo del punteggio totalizzato nel test non sarebbe
dovuto alla cannabis ma da differenze socioeconomiche tra
gli individui del campione. La causa del presunto
instupidimento non sarebbe quindi l’aver o meno fumato
cannabis e i risultati dei test dipenderebbero in realtà
dal grado di istruzione conseguito e dall’occupazione
svolta dai partecipanti."
Correlations between cannabis use and IQ change in the
Dunedin cohort are consistent with confounding from
socioeconomic status
Ole Rogeberg
Edited by Leslie Lars Iversen, University of Oxford, Oxford,
United Kingdom, and approved December 7, 2012 (received for
review September 8, 2012)
Abstract
Does cannabis use have substantial and permanent effects on
neuropsychological functioning? Renewed and intense
attention to the issue has followed recent research on the
Dunedin cohort, which found a positive association between,
on the one hand, adolescent-onset cannabis use and
dependence and, on the other hand, a decline in IQ from
childhood to adulthood [Meier et al. (2012) Proc Natl Acad
Sci USA 109(40):E2657–E2664]. The association is given a
causal interpretation by the authors, but existing research
suggests an alternative confounding model based on
time-varying effects of socioeconomic status on IQ. A
simulation of the confounding model reproduces the reported
associations from the Dunedin cohort, suggesting that the
causal effects estimated in Meier et al. are likely to be
overestimates, and that the true effect could be zero.
Further analyses of the Dunedin cohort are proposed to
distinguish between the competing interpretations. Although
it would be too strong to say that the results have been
discredited, the methodology is flawed and the causal
inference drawn from the results premature.
E chi stabilisce quando siamo in presenza di abuso ?
La legge, chinaski oppure stabiliamo per tutti ... il fai
da te ?
Ci dica chinaski il suo parere sul'argomento .
Una cannata, due cannate alla settimana rientriamo nella
norma ?
Le comunità sono piene di giovani che raccontano di aver
iniziato per gioco, noia, emulazione per poi trovarsi ...
ospiti ..
4 novembre 2013 12:44 - chinaski
Da giovani le droghe leggere, da adulti una buona memoria
Gli autori di un grande studio che ha coinvolto circa
novemila inglesi asseriscono che un moderato e saltuario uso
di droghe leggere non influisce sulle facoltà cognitive
durante l'età adulta. Naturalmente, con l'abuso le cose
cambiano.
I curatori dello studio hanno specificato, come prima cosa,
che non hanno alcuna intenzione di spingere al consumo delle
droghe leggere, pubblicizzandone eventuali effetti
portentosi; la ricerca pubblicata dall’American Journal of
Epidemiology, infatti, più che altro riconosce che i danni
arrecati da alcune sostanze sul cervello durano
relativamente poco grazie alla resilienza del nostro organo,
la quale consente di recuperare funzioni che, fino ad ora,
si credeva venissero intaccate per sempre da comportamenti
scorretti.
Oggetto delle osservazioni, un gruppo composto da circa
novemila inglesi sottoposto ad un primo test nel 2000,
quando tutti i membri coinvolti avevano 42 anni, nel corso
del quale erano state raccolte informazioni relative al
consumo di droghe: era risultato che il 6% di essi aveva
fumato marijuana nell’ultimo anno, mentre il 25% circa
ammetteva di averla provata almeno una volta nella vita.
Percentuali inferiori di individui avevano assunto, una o
più volte, anfetamine, funghi allucinogeni, LSD,
cocaina.
Un secondo ciclo di test ha riguardato gli stessi, ormai
cinquantenni, nel biennio 2008/2009; quello che è emerso
dai risultati finali ha portato i ricercatori del King’s
College di Londra a sostenere che non è possibile
individuare un legame tra consumo di droghe leggere e
declino delle capacità mentali, purché ovviamente il
consumo sia sporadico e moderato. Fatta eccezione per alcuni
soggetti affetti da dipendenze gravi, infatti, i fumatori di
marijuana hanno risposto in maniera praticamente simile a
coloro i quali non avevano mai toccato uno stupefacente in
vita propria.
I questionari valutavano facoltà cognitive, memoria e grado
di attenzione: paradossalmente i consumatori sporadici hanno
conseguito risultati leggermente superiori; il dato si
spiegherebbe come uno «scherzo della statistica» o con
l’ipotesi che questi abbiano titoli di studio più
elevati. Fatto sta che, a detta dei ricercatori, emergerebbe
come le capacità di recupero del nostro cervello siano
notevolmente alte: discorso che vale per chi, in passato, si
è avvicinato alle droghe con moderazione.
Nel caso di eccessi o di dipendenze severe, naturalmente, il
discorso cambia e il nostro organo più importante non
sarebbe ugualmente in grado di resistere con la medesima
elasticità ai danni che le sostanze velenose, assunte in
massicce quantità e per prolungati periodi di tempo,
arrecano ad esso: quando i deficit nelle capacità cognitive
diventano gravi e non più riconducibili all’età che, in
misura maggiore o minore, influisce sul cervello di
ciascuno.
4 novembre 2013 12:40 - chinaski
@Cepu
E basta....basta su...
4 novembre 2013 11:24 - Cepu
Sbrodolata incollata, chi la legge ?
3 novembre 2013 23:14 - ennio4531
Persistent cannabis users show neuropsychological decline
from childhood to midlife
Madeline H. Meiera,b,1, Avshalom Caspia,b,c,d,e, Antony
Amblere,f, HonaLee Harringtonb,c,d, Renate Houtsb,c,d,
Richard S. E. Keefed, Kay McDonaldf, Aimee Wardf, Richie
Poultonf, and Terrie E. Moffitta,b,c,d,e
aDuke Transdisciplinary Prevention Research Center, Center
for Child and Family Policy, bDepartment of Psychology and
Neuroscience, and cInstitute for Genome Sciences and Policy,
Duke University, Durham, NC 27708; dDepartment of Psychiatry
and Behavioral Sciences, Duke University Medical Center,
Durham, NC 27710; eSocial, Genetic, and Developmental
Psychiatry Centre, Institute of Psychiatry, King’s College
London, London SE5 8AF, United Kingdom; and fDunedin
Multidisciplinary Health and Development Research Unit,
Department of Preventive and Social Medicine, School of
Medicine, University of Otago, Dunedin 9054, New Zealand
Edited by Michael I. Posner, University of Oregon, Eugene,
OR, and approved July 30, 2012 (received for review April
23, 2012)
"Uno studio firmato da un team internazionale e condotto per
anni su oltre mille neozelandesi ha dimostrato che la
passione per gli spinelli causa danni durevoli al cervello
dei giovanissimi, in termini di problemi di attenzione e
memoria, ma anche un calo nel Qi rilevato dai test appositi.
...
La ricerca ha monitorato un gruppo di soggetti che hanno
iniziato a consumare cannabis nell’adolescenza e hanno
continuato per anni. L’indagine ha rilevato che, dopo anni
di spinelli, i giovani hanno mostrato in media una
diminuzione del Qi di 8 punti dai 13 anni ai 38 anni nei
test che misurano il quoziente intellettivo.
A 38 anni tutti i partecipanti allo studio sono stati
sottoposti a una serie di test psicologici per valutare la
memoria, la velocità di elaborazione, il ragionamento e
l’elaborazione visiva. Ebbene, i soggetti che avevano
usato di più la cannabis fin da adolescenti hanno ottenuto
punteggi significativamente peggiori nella maggior parte dei
test. Inoltre, amici e parenti intervistati per lo studio
riferivano più spesso che i forti e precoci consumatori di
cannabis incappavano facilmente in problemi di attenzione e
memoria.
Secondo i ricercatori non si tratta di danni trascurabili.
Se infatti otto punti di Qi possono sembrare pochi, un calo
da 100 a 92 rappresenta un passaggio dal cinquantesimo
percentile al ventinovesimo, aggiunge Meier, ricordando che
un quoziente d’intelligenza più alto è correlato a una
maggiore istruzione, a un reddito più elevato, a una salute
migliore e a una vita più lunga"....
3 novembre 2013 22:55 - IVAN.
.
• (da Roberto:) «Questa balla dei buchi nel cervello è
un'ennesimo tassello che giustifica la criminalizzazione nei
confronti dei consumatori di sostanze, in modo che, una
volta criminalizzati, non abbiano più voce in capitolo
nella vita pubblica.»
_____________________________________
Sic et simpliciter.
Non ci sono altre ragioni per spiegare la continua,
ossessiva ed arbitraria propugnazione di frottole sulla
cannabis, la cui falsità è già stata dimostrata MIGLIAIA
di volte sotto tutti gli aspetti possibili.