COMMENTI
|<   <- (Da 211 a 240 di 332) ->   >|
6 novembre 2013 23:03 - IVAN.
.


(Riprendiamo i post che il povero trolletto sfigato aveva inutilmente cercato di far slittare fuori vista:)


*******************************************
LE VERITÀ NASCOSTE DI SAN PATRIGNANO / 1
*******************************************

Il 28 ottobre 1980 una ragazza di ventitré anni, Maria Rosa Cesarini, si presenta alla squadra mobile di Forlì raccontando di essere fuggita da S.Patrignano dopo essere stata rinchiusa per sedici(!) giorni in una piccionaia.
Quando i poliziotti irrompono nella comunità, trovano Luciano Rubini e Leonardo Biagiotti incatenati in due locali usati come canile, Marco Marcello Costi incatenato alla porta in ferro di un locale di tre metri per uno e Massimo Sola incatenato ad un manufatto adibito a colombaia.
Tutte queste persone deporranno qualche giorno dopo (tutte tranne una, Leonardo Biagiotti, trovato morto sulla linea ferroviaria a Castelfranco Emilia, caduto dal treno diretto a Milano).
Muccioli viene arrestato con alcuni suoi collaboratori e imprigionato per un mese; il processo verrà tenuto quattro anni più tardi e finirà con una condanna a venti mesi per Muccioli in primo grado e assoluzione in appello.

Ma veniamo alle testimonianze di tutti quelli che hanno deposto all'altro, ben più grave e recente processo che ha investito Muccioli: quello per l'omicidio di Maranzano, ammazzato nel reparto manutenzione.
A rispondere é CLAUDIO GHIRA, ex-medico di S.Patrignano:

- Cosa succedeva alla manutenzione?
«Pestaggi e cure successive. Ricordo una testa spaccata e ricucita con una ventina di punti. E una milza esplosa a pugni.»

- Ci sono stati altri morti oltre a Maranzano?
«In quel modo, no. Ma molti dei suicidi della comunità sono quantomeno sospetti.»

- Si poteva entrare al reparto manutenzione?
«No. Ci sono due medici presenti 24 ore su 24, e anche Capogreco, il responsabile del reparto.»

- Ma che medici sono se non denunciano questi metodi?
«Credono in Muccioli. Se sei lì dentro é perché gli credi.»

- I rapporti sessuali sono controllati da Muccioli?
«Certo, ma nessuno controlla i suoi. Eppure quante volte lo abbiamo visto a letto con i ragazzi più giovani? Io stesso ho visto Muccioli a letto con uno degli ospiti.»

- Parli di rapporti omosessuali forzati?
«So di un ragazzo milanese che sicuramente ha visto i suoi problemi aumentare proprio per le eccessive attenzioni di Muccioli. Il capo amava soprattutto avere rapporti orali. Diceva che anche quelli servivano per far passare energia positiva da lui ai suoi discepoli.»

-----

Ma il principale accusatore di Muccioli é, in questo processo, il carceriere Raimondo Crivellin in comunità noto come Piedini.
Ha confessato oltre 500 sequestri di persona compiuti in sette anni di permanenza nella comunità, pestaggi, inseguimenti; alla fine deporrà per quasi cinque ore.
«Tutti i giorni inseguivo tossici che scappavano da S.Patrignano. Tutti i giorni ne riportavo. Tutti i giorni ne picchiavo. Tutti i giorni ne rinchiudevo, soprattutto nella cassaforte della pellicceria, un luogo angusto, senza finestre. Ho passato sette anni a S. Patrignano e il mio compito é sempre stato quello. Non sapevo mai la ragione di una punizione: eseguivo ordini di Muccioli».

Piedini agiva insieme a Franchino e Toto, Paro-Paro e Sebastiano, tutti nella squadra punitiva.
«Bastava che ci dirigessimo verso qualcuno perché il terrore gli si dipingesse sul viso. Muccioli sa come far sentire importanti, soprattutto le menti semplici. Ha scelto me perché ero un cretino. Ho creduto in Muccioli ciecamente, e ho sbagliato».

E a proposito di un suicidio:
«Dopo il primo suicidio, quello di Gabriele Di Paola, Muccioli mi ordinò di portare via i venti ospiti della "manutenzione", il carcere della comunità. Di notte con due furgoni insieme a Toto, Paro-Paro, Sebastiano e Franchino partimmo per la comunità di Botticella (comunità satellite di SanPa). L'obiettivo era far scomparire testimoni scomodi in un periodo in cui la comunità era tenuta d'occhio dalla polizia. Passammo due mesi vivendo da re».

E interrogato sul perché dei sospetti sul suicidio:
«Io Di Paola l'ho visto cadere, ma non so come ha fatto a precipitare per venti metri con la faccia rivolta verso il muro. L'ho sentito gridare “No, no”, ho visto che cercava di aggrapparsi a qualcosa, senza riuscirci. Quando sono corso verso di lui era morto. Il giorno dopo Natalia Berla é scivolata fuori da un finestrino piccolissimo, ma noi eravamo già a Botticella a divertirci».

E ancora: «Una volta ho chiuso Franco Capogreco in cassaforte. Ha urlato tutta la notte perché soffre di claustrofobia, quando é uscito era cianotico. Andava punito, ma non lo so perché. Lo dirà lui ai giudici».

-----

Per finire la testimonianza di una ragazza, Elisabetta Di Giovanni, che oggi ha 29 anni e che entrò nella comunità per la prima volta a 16 anni e che é uscita dalla droga solo molto tempo dopo aver lasciato S.Patrignano, con l'aiuto di Don Gino Sacchetti.
«Durante la mia seconda permanenza a SanPa in due anni visitai quasi tutti i luoghi di prigionia. Venti giorni in piccionaia, un luogo molto angusto dove ti sentivi letteralmente impazzire. Due mesi al buio nella cassaforte della pellicceria insieme ad un dobermann malato. In un vecchio casolare abbandonato sdraiata e incatenata con tutte e due le braccia alla spalliera del letto. Mi veniva liberato un braccio due volte al giorno per mangiare, mentre per i bisogni fisiologici bastava un secchio sotto il letto. Una chiusura un po' più soft invece (quattro mesi in camera), la affrontai a causa di Marco Rossetti di Bologna. Malauguratamente chiedemmo a Muccioli il permesso di conoscerci. Dopo qualche mese di mano nella mano, non ne potevamo più e consumammo il turpe gesto. Marco, pentito, corse a raccontarlo a Muccioli e il risultato per me fu la reclusione dopo una serie di “gran puttana” in tutte le salse. A Marco, Vincenzo diede una pacca sulla spalla. Ma la chiusura più terribile, per quanto la più breve, fu una settimana nella botte, un tino di ferro, dove potevi stare accovacciata e dove una volta al giorno ti passavano il cibo da uno sportellino, il tutto ad un palmo dal solito secchio con gli escrementi. Non avevo ucciso nessuno, ma ben più grave era la mia colpa: ero entrata nella contestazione. Vincenzo aveva rinchiuso, sempre per futili motivi, tre ragazze considerate guarite. Consuelo, Martina ed Alice, anche loro contestatarie. Le aveva rinchiuse in un casolare e siccome non soffrivano abbastanza, dopo qualche giorno sospese loro i viveri. Era terribile, mi sentivo ad Auschwitz. Dopo qualche giorno fece portare Alice sul piazzale e le rasò i capelli, tra battute deplorevoli e risate grasse. Alice riuscì a scappare e la ritrovarono l'indomani morta per overdose in Piazza Tre Martiri. Criticai pesantemente l'operato di Muccioli, e mi fece rinchiudere nella botte.»

Su Alfio Russo e l'omicidio di Roberto Maranzano:
«Alfio Russo l'ho conosciuto e sarei pronta a giurare che le cose siano andate pressappoco così: Maranzano con le sue fughe rompeva, e Muccioli ha deciso di metterlo nel settore punitivo: nelle mani di Russo, un pazzo violento col cervello di un bambino di due anni. Sicuramente ha anche raccomandato ad Alfio di essere particolarmente duro, e per il povero Maranzano si devono essere aperte le porte dell'inferno. Poi, forse una reazione di Maranzano, ed Alfio ha dato sfogo alla sua furia. Poi succede l'irreparabile e via di corsa dal capo a cercare la soluzione. Soluzione che Muccioli, senza scomporsi più di tanto, ha trovato nella discarica. Per chi é stato a S. Patrignano, è impossibile credere che Muccioli non fosse al corrente di tutto.»

E conclude: «E' difficile parlare di SanPa. Ci sarebbe troppo e ancora troppo da dire: mille episodi, tutti eloquenti e dolorosi, ma il vero problema é che lo Stato italiano consideri come "recupero dei tossicodipendenti" quello che avviene a S.Patrignano.»


.
6 novembre 2013 22:17 - ennio4531
Elton John ha raccontato i suoi trascorsi .. erbivendoli a Matt Lauer durante il programma "Today"

"Mi venivano attacchi epilettici e diventavo blu. Mi trovano sul pavimento e mi mettevano a letto e dopo 40 minuti ero già lì che mi facevo un’altra striscia"..

"Rimanevo sveglio, fumavo qualche spinello, bevevo una bottiglia di Johnnie Walker e non mi addormentavo per tre giorni. Poi mi addormentavo per un giorno e mezzo, mi svegliavo ed ero affamatissimo perché non avevo mangiato.

Mi facevo tre panini al bacon, un barattolo di gelato e poi vomitavo tutto perché ero diventato bulimico. E poi ricominciavo tutto dall’inizio. La mia vita era una tragedia".

"Ho sprecato una bella fetta della mia vita. Ero drogato ed egocentrico. C’erano persone, amici, che mi morivano accanto ma la cosa non mi fermava dal continuare a vivere quella vita, il che è la parte più terribile della dipendenza. Sai, è una malattia davvero brutta".
6 novembre 2013 21:56 - ennio4531
it.wikipedia.org/wiki/Il_pifferaio_di_Hamelin
6 novembre 2013 21:34 - roberto7266
http://www.creativeuncut.com/gallery-17/dq6-troll.html
6 novembre 2013 21:31 - roberto7266
A Sanpa fanno il vino.
6 novembre 2013 21:30 - roberto7266
Il prezzo del proibizionismo
dalle cronache locali
gli effetti della legge vigente:

dati dal 25/12/2012 al 04/11/2013

morti 17
arresti 8.655
giorni di reclusione 6.140

morti per alcool: 20.000
6 novembre 2013 19:16 - IVAN.
.

Non per tornarci sopra...ma mi chiedo perchè uno voglia fare il troll se non è proprio capace.
Questo qui, poi, non cerca neanche di salvare un po' le apparenze: obietta meccanicamente qualsiasi cosa, anche 2+2=4, facendosi così riconoscere come un troll persino dagli utenti più ingenui.
Il suo padrone dev'essere proprio un IMBECILLE per dare dei soldi ad un troll così scarso, non trovate?...

.
6 novembre 2013 18:59 - Nick
Con 2 canne al giorno è più facile finire a San Vittore che a San Patrignano...
...se ti sfugge la mano col vinello invece... si va al San Raffaele.

Ps: avete fatto caso? il troll è così scarso che ora ha già fatto suo come argomento la differenza tra uso ed abuso, appena 2 giorni dopo averlo contestato... ...che sia rimasto incantato dai ...pifferai?
6 novembre 2013 17:35 - ennio4531
... il proibizionismo uscirà di scena sconfitto quando i pifferai della canna saranno riusciti a convincere una maggioranza di persone a trasformarsi in .... ratti ...
6 novembre 2013 17:31 - chinaski
A proposisto di olandesi cannati.....

Ecco chi fuma più cannabis in Europa
Sempre più spinelli per gli italiani che si classificano primi rispetto al resto d'Europa

Secondo i dati dell'Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (EMCDDA), l'Italia si classifica come prima nel consumo di cannabis nell'ultimo anno.

La ricerca, che ha preso in esame la popolazione compresa nella fascia che va dai 15 ai 64 anni, rivela che il consumo degli italiani nell’ultimo anno è pari al 14,3% e che siamo al secondo posto (6,9%), dopo la Spagna (7,6%) per uso della canapa nell’ultimo mese.

Il 32% degli italiani ha consumato cannabis almeno una volta nella vita, mettendoci al terzo posto dopo la Danimarca (32,5%) e la Spagna (32,1%). Tutte cifre che nelle singole classifiche ci pongono ben al di sopra delle rispettive medie europee, un primato che condividiamo solo con la Spagna.

Altissimo il consumo di droghe pesanti. L'Italia è puntualmente al terzo posto per utilizzo nell’ultimo mese (0,7% della popolazione analizzata; +0,2 rispetto alla media europea) di cocaina, nella fascia 15-64.

Meno utilizzate le droghe sintetiche come anfetamine ed ecstasy con percentuali al di sotto della media europea: gli italiani tra i 15 e i 64 anni che hanno fatto uso di queste sostanze nell’ultimo mese sono lo 0,3%, quelli che le hanno usate nell’ultimo anno sono l’1,1% mentre quelli che le hanno provate almeno una volta nella vita sono il 6,2%. Per maggiori informazioni
6 novembre 2013 17:27 - ennio4531
... aspettiamo che lo scr-Ivan-o ci dia il suo indirizzo per dirottare nel suo giardino dell'eden i forzati di San Patrignano ...
6 novembre 2013 15:02 - IVAN.
.


In effetti, potrebbe essere un nuovo spauracchio per spaventare i bambini:
“SE FUMI UNA CANNA FINISCI A SAN PATRIGNANO!”
...dove sarai sfruttato come uno schiavo, plagiato, violentato, rinchiuso in una piccionaia, pestato a morte e buttato in una discarica mentre il capo della baracca esporta illegalmente miliardi all'estero nascosti nel doppiofondo delle auto.

(Hai voglia, dopo, che uno si tiene alla larga!)


.
6 novembre 2013 13:57 - Cepu
il proibizionismo esce sempre di scena sconfitto
6 novembre 2013 11:59 - ennio4531
Gli olandesi che si cannano due volte al giorno si guardano bene dal venire in Italia.
Sanno di rischiare assai .

E , infatti, è assai raro di notizie che riguardano olandesi trovati ... cannati in Italia ....

Per cui confermo: due canne al giorno portano a ... San Patrignano dove sono ospiti centinaia di ex fighetti che sostenevano le tesi dei pifferai rastapasta, roberto, chinaski. ....
6 novembre 2013 11:44 - rastapasta
Infatti in estate si vedono moltissime macchine con targa olandese circolare in Italia.
Questa gente, avendo a disposizione tutto l'anno due canne al giorno vendute liberamente in pubblici esercizi, cerca disperatamente la strada per San Patrignano, ove trovare un po' di conforto e uscire dall'inferno che sta vivendo.
Obnubilate però dal pattume ludico assunto in gran quantità, finiscono quasi sempre per perdersi sul lago di Garda o in riviera Romagnola, giacendo in tende o roulotte, senza trovare la via della salvezza.
6 novembre 2013 8:24 - ennio4531
.. è accertato ... due bicchierozzi al giorno di vino possibilmente rosso non sono nocivi anzi ...

Mentre due canne al giorno portano a ... San Patrignano ....
5 novembre 2013 23:41 - roberto7266
Il vino si ordina qui:

http://enogastronomia.sanpatrignano.org/

e tutto il ricavato va a....
5 novembre 2013 22:29 - Nick
5 novembre 2013 19:00 - chinaski
Scusate ma....non posso esimermi :-)
La prossima volta che mi troverò a cena al ristorante o in enoteca con gli amici esclamerò, al momento di ordinare una buona bottiglia di rosso: "Allora, ragazzi, la ordiniamo o no sta.....cacca!" :-)

--------------------------------------------------

"Garçon, un pattume ludico del 2008, mi raccomando che l'altra volta sapeva di tappo..."
5 novembre 2013 19:00 - chinaski
Scusate ma....non posso esimermi :-)

La prossima volta che mi troverò a cena al ristorante o in enoteca con gli amici esclamerò, al momento di ordinare una buona bottiglia di rosso: "Allora, ragazzi, la ordiniamo o no sta.....cacca!" :-)
5 novembre 2013 12:52 - ennio4531
... l'alcol è più pericolo ?

Ebbè ... e allora ?

Significa che, esistendo la cacca, ne dobbiamo aggiungere dell'altra ?

Questi campioni del.... benaltrismo !!
5 novembre 2013 11:01 - chinaski
Cannabis: l’alcol è più pericoloso

La cannabis è molto meno dannosa di sostanze legali come le sigarette o gli alcolici. Parla Giogio Bignami, dirigente di ricerca all'Istituto superiore di Sanità. A favore della legalizzazione.

di Simone Valesini






Cannabis: l’alcol è più pericoloso

«Non è possibile che il consumo di alcol e sigarette sia legale, mentre quello della cannabis no». Giorgio Bignami è medico e libero docente in farmacologia, è stato un dirigente di ricerca in Psicofarmacologia dell’Istituto superiore di sanità, e oggi presidente di Forum Droghe, associazione che dal ’95 si batte per limitare l’approccio penale alle sostanze stupefacenti.

Dottor Bignami, perché la cannabis andrebbe legalizzata?
«È in primo luogo una questione di diritti: la libertà personale va rispettata, quando non lede quella degli altri. I dati riguardo agli effetti nocivi sulla salute poi sono quantomeno dubbi, perché spesso gli studi non tengono in debito conto fattori di confondimento, ad esempio socio-economici, che possono influenzare i risultati. Uno scienziato del calibro di David Nutt, ex consulente del governo britannico in materia di droghe, sostiene al contrario che la cannabis sia meno dannosa di sostanze legali come l’alcol. Da noi invece si continuano a sentire affermazioni scientificamente infondate, ad esempio che una canna avrebbe il potere cancerogeno di 20 sigarette».

Come si dovrebbe intervenire?
«La soluzione è la legalizzazione controllata. Il rischio di favorire l’abuso della sostanza, come temono i proibizionisti, è infondato. La legalizzazione aiuterebbe inoltre a controllare la quantità di principio attivo contenuto nella cannabis, sempre più alta negli ultimi anni, ed eviterebbe che i giovani possano entrare in contatto con il mondo della criminalità, o vengano portati verso il consumo di altre sostanze illegali».
Riguardo all’uso medico?
«L’efficacia della cannabis è ormai dimostrata. Con il decreto Balduzzi è stata aperta la strada all’utilizzo di qualunque derivato della cannabis, e si sperava che sarebbe stato rispettato il dato scientifico che la cannabis fumata ha un effetto maggiore di quello della sostanza purificata. Così non è stato invece, almeno per ora. L’unico farmaco approvato dall’Aifa è un prodotto purificato, il Sativex, e si è trattato quasi di un passo indietro, perché è stato approvato solo per pazienti gravi, e solo se già fallite le altre linee di terapia».

04 novembre 2013
5 novembre 2013 1:05 - IVAN.
.


• (da Roberto:) «Questa balla dei buchi nel cervello è un'ennesimo tassello che giustifica la criminalizzazione nei confronti dei consumatori di sostanze, in modo che - una volta criminalizzati - non abbiano più voce in capitolo nella vita pubblica.»
_____________________________________


Riprendo questo passaggio applicandolo al tema del topic:

Durante il processo a Muccioli, molti testimoni-chiave dell'Accusa furono giudicati INAMMISSIBILI dalla Corte per il solo fatto che “il loro status di tossicodipendenti li rendeva inattendibili”.
Come dire: se uno è tossicodipendente, non ricorda di essere stato vittima di pestaggi, o di violenze sessuali, o di aver sentito il Muccioli proporre di eliminare i testimoni delle sue malefatte?

Va ricordato che, per la maggior parte del tempo, le percezioni di un tossico sono perfettamente NORMALI, e questo vale anche per quando è "fatto" (tranne nel caso si tratti di droghe allucinogene o narcotizzanti).

In più, i suddetti testimoni si trovavano in un'apposita struttura di cura, dove si presume che fossero “puliti” da qualsiasi sostanza che potesse alterare le loro percezioni;
allora di quale “inattendibilità delle testimonianze” si sta vaneggiando?

A chiunque possieda un'oncia di cervello, appare chiaro che la tossicodipendenza di quei testimoni era stata usata come SCUSA per invalidare arbitrariamente i loro resoconti al processo, così da salvare il culo a Muccioli.


.
4 novembre 2013 20:45 - roberto7266
Classifica LANCET sui danni delle droghe (la tabella tradotta è tratta Focus)
8 Aprile, 2008 - 17:33 da Anonimo
1. Eroina
2. Cocaina
3. Barbiturici
4. Metadone
5. Alcol
6. Ketamina
7. Benzodiazepine
8. Anfetamine
9. Tabacco
10. Buprenorphine
11. Cannabis
12. Solventi
13. 4-MTA
14. LSD
15. Methylphenidato
16. Steroidi
17. GHB
18. Ecstasy/MDMA
19. Nitrati
20. Khat

Fonte: sostanze.info
4 novembre 2013 16:31 - Nick
Non si dovrebbe rispondere ad un troll, cmq ecco smentito lo studio dei pecorari neozelandesi:

"Il nuovo studio, condotto da Ole Rogeberg (nella foto) del Ragnar Frisch Center for Economic Research di Oslo è stato pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences e nega i risultati dello studio neozelandese, spiegando che “lo studio fa confusione” e il calo del punteggio totalizzato nel test non sarebbe dovuto alla cannabis ma da differenze socioeconomiche tra gli individui del campione. La causa del presunto instupidimento non sarebbe quindi l’aver o meno fumato cannabis e i risultati dei test dipenderebbero in realtà dal grado di istruzione conseguito e dall’occupazione svolta dai partecipanti."

Correlations between cannabis use and IQ change in the Dunedin cohort are consistent with confounding from socioeconomic status

Ole Rogeberg



Edited by Leslie Lars Iversen, University of Oxford, Oxford, United Kingdom, and approved December 7, 2012 (received for review September 8, 2012)


Abstract

Does cannabis use have substantial and permanent effects on neuropsychological functioning? Renewed and intense attention to the issue has followed recent research on the Dunedin cohort, which found a positive association between, on the one hand, adolescent-onset cannabis use and dependence and, on the other hand, a decline in IQ from childhood to adulthood [Meier et al. (2012) Proc Natl Acad Sci USA 109(40):E2657–E2664]. The association is given a causal interpretation by the authors, but existing research suggests an alternative confounding model based on time-varying effects of socioeconomic status on IQ. A simulation of the confounding model reproduces the reported associations from the Dunedin cohort, suggesting that the causal effects estimated in Meier et al. are likely to be overestimates, and that the true effect could be zero. Further analyses of the Dunedin cohort are proposed to distinguish between the competing interpretations. Although it would be too strong to say that the results have been discredited, the methodology is flawed and the causal inference drawn from the results premature.

Footnotes
1E-mail: [email protected].

Author contributions: O.R. designed research, performed research, contributed new reagents/analytic tools, analyzed data, and wrote the paper.

The author declares no conflict of interest.

This article is a PNAS Direct Submission

http://www.pnas.org/content/early/2013/01/09/1215678110.abst ract
4 novembre 2013 15:35 - ennio4531
... apprendiamo che con l'abuso le cose cambiano.

E chi stabilisce quando siamo in presenza di abuso ?

La legge, chinaski oppure stabiliamo per tutti ... il fai da te ?

Ci dica chinaski il suo parere sul'argomento .

Una cannata, due cannate alla settimana rientriamo nella norma ?

Le comunità sono piene di giovani che raccontano di aver iniziato per gioco, noia, emulazione per poi trovarsi ... ospiti ..
4 novembre 2013 12:44 - chinaski
Da giovani le droghe leggere, da adulti una buona memoria

Gli autori di un grande studio che ha coinvolto circa novemila inglesi asseriscono che un moderato e saltuario uso di droghe leggere non influisce sulle facoltà cognitive durante l'età adulta. Naturalmente, con l'abuso le cose cambiano.

I curatori dello studio hanno specificato, come prima cosa, che non hanno alcuna intenzione di spingere al consumo delle droghe leggere, pubblicizzandone eventuali effetti portentosi; la ricerca pubblicata dall’American Journal of Epidemiology, infatti, più che altro riconosce che i danni arrecati da alcune sostanze sul cervello durano relativamente poco grazie alla resilienza del nostro organo, la quale consente di recuperare funzioni che, fino ad ora, si credeva venissero intaccate per sempre da comportamenti scorretti.

Oggetto delle osservazioni, un gruppo composto da circa novemila inglesi sottoposto ad un primo test nel 2000, quando tutti i membri coinvolti avevano 42 anni, nel corso del quale erano state raccolte informazioni relative al consumo di droghe: era risultato che il 6% di essi aveva fumato marijuana nell’ultimo anno, mentre il 25% circa ammetteva di averla provata almeno una volta nella vita. Percentuali inferiori di individui avevano assunto, una o più volte, anfetamine, funghi allucinogeni, LSD, cocaina.

Un secondo ciclo di test ha riguardato gli stessi, ormai cinquantenni, nel biennio 2008/2009; quello che è emerso dai risultati finali ha portato i ricercatori del King’s College di Londra a sostenere che non è possibile individuare un legame tra consumo di droghe leggere e declino delle capacità mentali, purché ovviamente il consumo sia sporadico e moderato. Fatta eccezione per alcuni soggetti affetti da dipendenze gravi, infatti, i fumatori di marijuana hanno risposto in maniera praticamente simile a coloro i quali non avevano mai toccato uno stupefacente in vita propria.

I questionari valutavano facoltà cognitive, memoria e grado di attenzione: paradossalmente i consumatori sporadici hanno conseguito risultati leggermente superiori; il dato si spiegherebbe come uno «scherzo della statistica» o con l’ipotesi che questi abbiano titoli di studio più elevati. Fatto sta che, a detta dei ricercatori, emergerebbe come le capacità di recupero del nostro cervello siano notevolmente alte: discorso che vale per chi, in passato, si è avvicinato alle droghe con moderazione.

Nel caso di eccessi o di dipendenze severe, naturalmente, il discorso cambia e il nostro organo più importante non sarebbe ugualmente in grado di resistere con la medesima elasticità ai danni che le sostanze velenose, assunte in massicce quantità e per prolungati periodi di tempo, arrecano ad esso: quando i deficit nelle capacità cognitive diventano gravi e non più riconducibili all’età che, in misura maggiore o minore, influisce sul cervello di ciascuno.
4 novembre 2013 12:40 - chinaski
@Cepu

E basta....basta su...
4 novembre 2013 11:24 - Cepu
Sbrodolata incollata, chi la legge ?
3 novembre 2013 23:14 - ennio4531
Persistent cannabis users show neuropsychological decline from childhood to midlife
Madeline H. Meiera,b,1, Avshalom Caspia,b,c,d,e, Antony Amblere,f, HonaLee Harringtonb,c,d, Renate Houtsb,c,d, Richard S. E. Keefed, Kay McDonaldf, Aimee Wardf, Richie Poultonf, and Terrie E. Moffitta,b,c,d,e
aDuke Transdisciplinary Prevention Research Center, Center for Child and Family Policy, bDepartment of Psychology and Neuroscience, and cInstitute for Genome Sciences and Policy, Duke University, Durham, NC 27708; dDepartment of Psychiatry and Behavioral Sciences, Duke University Medical Center, Durham, NC 27710; eSocial, Genetic, and Developmental Psychiatry Centre, Institute of Psychiatry, King’s College London, London SE5 8AF, United Kingdom; and fDunedin Multidisciplinary Health and Development Research Unit, Department of Preventive and Social Medicine, School of Medicine, University of Otago, Dunedin 9054, New Zealand
Edited by Michael I. Posner, University of Oregon, Eugene, OR, and approved July 30, 2012 (received for review April 23, 2012)


"Uno studio firmato da un team internazionale e condotto per anni su oltre mille neozelandesi ha dimostrato che la passione per gli spinelli causa danni durevoli al cervello dei giovanissimi, in termini di problemi di attenzione e memoria, ma anche un calo nel Qi rilevato dai test appositi. ...

La ricerca ha monitorato un gruppo di soggetti che hanno iniziato a consumare cannabis nell’adolescenza e hanno continuato per anni. L’indagine ha rilevato che, dopo anni di spinelli, i giovani hanno mostrato in media una diminuzione del Qi di 8 punti dai 13 anni ai 38 anni nei test che misurano il quoziente intellettivo.

A 38 anni tutti i partecipanti allo studio sono stati sottoposti a una serie di test psicologici per valutare la memoria, la velocità di elaborazione, il ragionamento e l’elaborazione visiva. Ebbene, i soggetti che avevano usato di più la cannabis fin da adolescenti hanno ottenuto punteggi significativamente peggiori nella maggior parte dei test. Inoltre, amici e parenti intervistati per lo studio riferivano più spesso che i forti e precoci consumatori di cannabis incappavano facilmente in problemi di attenzione e memoria.

Secondo i ricercatori non si tratta di danni trascurabili. Se infatti otto punti di Qi possono sembrare pochi, un calo da 100 a 92 rappresenta un passaggio dal cinquantesimo percentile al ventinovesimo, aggiunge Meier, ricordando che un quoziente d’intelligenza più alto è correlato a una maggiore istruzione, a un reddito più elevato, a una salute migliore e a una vita più lunga"....
3 novembre 2013 22:55 - IVAN.
.


• (da Roberto:) «Questa balla dei buchi nel cervello è un'ennesimo tassello che giustifica la criminalizzazione nei confronti dei consumatori di sostanze, in modo che, una volta criminalizzati, non abbiano più voce in capitolo nella vita pubblica.»
_____________________________________


Sic et simpliciter.
Non ci sono altre ragioni per spiegare la continua, ossessiva ed arbitraria propugnazione di frottole sulla cannabis, la cui falsità è già stata dimostrata MIGLIAIA di volte sotto tutti gli aspetti possibili.


.
  COMMENTI
|<   <- (Da 211 a 240 di 332) ->   >|