... c' é un furbastro parassita che si é appropriato del
mio nick per raccontarci che qualsiasi capriccio va
legalizzato ignorandone gli effetti ad esempio sul ...
comprendonio e non solo su quello.
Molte ricerche recenti mettono in guarda dall'uso ludico
dell'erba magica.
Ad esempio .....
University of Texas. 2014
"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di
lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente
intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della
University of Texas. "
Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i
fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..
Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate
sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la
dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio
e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences
dell'University of Texas. ".
Da Aduc
USA: Cannabis riduce dimensione e
forma spermatozoi. Studio
9 giugno 2014
La cannabis mette a serio rischio la fertilita' dei giovani
uomini, secondo un nuovo studio dell'Universita' di
Sheffield secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista
'Human Reproduction'.Il consumo di marijuana riduce infatti
le dimensioni e la forma degli spermatozoi. Se si progetta
di mettere su famiglia, quindi, e' meglio smettere di
fumarla. La ricerca e' la piu' grande mai effettuata al
mondo per valutare come comuni stili di vita influenzino la
struttura degli spermatozoi.
Dalle analisi sono emersi anche altri fattori che esercitano
un impatto sulla morfologia degli spermatozoi. Ad esempio,
forma e dimensioni sembrano peggiorare nei campioni
eiaculati durante i mesi estivi mentre migliorano negli
uomini che si sono astenuti da attivita' sessuali per piu'
di sei giorni. Sigarette e alcol pare abbiano, invece, poco
effetto. L'indagine ha reclutato un campione di 2.249 uomini
da quattordici cliniche per la fertilita' del Regno Unito.
....
Additional information
The paper, ‘Modified and non-modifiable risk factors for
poor sperm morphology’ by AA Pacey et al, will be
published in the journal Human Reproduction, at 00:05 (BST)
on Thursday 5 June 2014.
1 Participating centres were: Department of Obstetrics and
Gynaecology, Queens University, Belfast; Assisted Conception
Unit, Birmingham Women’s Hospital; Division of Obstetrics
and Gynaecology, St Michael’s Hospital, Bristol;
Directorate of Women’s Health, Southmead Hospital,
Bristol; Cardiff Assisted Reproduction Unit, University of
Wales; MRC Reproductive Biology Unit, Edinburgh;
Reproductive Medicine Unit, Liverpool Women’s Hospital; St
Bartholomew’s Hospital, London; Department of Obstetrics
and Gynaecology, Royal Free and University College, London;
Department of Reproductive Medicine, St Mary’s Hospital,
Manchester; IVF/Immunology Laboratory, Salford Royal
Hospital Department of Histopathology, University hospital
of South Manchester; International Centre for Life,
Newcastle; Department of Obstetrics and Gynaecology, Jessop
Hospital for Women, Sheffield; Shropshire and Mid-Wales
Fertility Centre, Royal Shrewsbury NHS Trust.
18 settembre 2016 19:18 - W3C_Freedom
Se qualcuno a tempo debito a scaricato il libro di Raphael
Mechoulam: Cannabinoids as Therapeutics da
http://onlinepot.org/M2/Cannabinoids_as_Theurapetics.pdf da
benissimo che cosa vuol dire fare ricerca e quanti anni
servono per portare dei risultati da mostrare a governi
diffidenti, che solo perche' imboccati da enti contrari,
hanno sempre seguito la linea proibizionista.
In un passato recente almeno avevo una ADSL, poi ho lavorato
solo col cellulare ed archiviai li il libro Cannabinoids as
Therapeutics di Raphael Mechoulam, poi un giorno per errore
mi sono seduto sopra di esso ed ho rotto lo schermo.
Cosi' ho dovuto sostituire lo schermo, ma non ancora il
vetro, dunque mi trovo impossibilitato ad usarlo.
Se qualcuno lo ha scaricato, chiedo cortesemente che me lo
giri tramite il mio indirizzo di posta elettronica:
w3c_freedom @ riseup . net perche'
http://onlinepot.org/M2/Cannabinoids_as_Theurapetics.pdf
restituisce Error 500, dunque non piu' raggiungibile, lo
stereo dicasi con TOR o con ORBOT sul cellulare.
Provvedero' a caricarlo sul mio website, dato che view messo
a disposizione solo a pagamento.
La cultura non puo' esser frenata solo perche' gli autori
dei single capitoli chiedono di esser pagati.
Comunque cerchero' ad ogni modo di ritornare in possession
del documento Cannabinoids as Therapeutics di Raphael
Mechoulam e di avere una ADSL ed un sistema di storage, dove
sara' possibile trovare chicche interessanti come
queste.
In attesa di una Vostra risposta che spero giunga nel tempo
piu' breve possibile, colgo l'occasione per salutarvi.
W3C_Freedom
P.s: per chi intende fare qualche pianta di Cannabis ad uso
personale anche in Inverno, consiglio la Early Skunk e la
Blueberry Gum.
18 settembre 2016 11:20 - ennius4531
Uno studio espone le motivazioni per cui si sceglie
l’autoproduzione di cannabis per uso personale
Non si può più negarlo: crescere la propria cannabis è
una pratica immensamente popolare, e per numerose buone
ragioni!
Anche nei paesi in cui la cannabis non è ancora legalizzata
o regolamentata dal Governo.
Fin dagli anni Sessanta la gente spesso si chiedeva perché
si dovrebbe sfidare la legge per far crescere una pianta.
Dopo tutto: è ancora solo una pianta .
Ora, dopo anni di ricerca, i risultati sono finalmente
arrivati e ci dicono i motivi per cui i consumatori sono
così appassionati della coltivazio della propria pianta di
cannabis.
Tra il 2012 e il 2013 si è tenuto un questionario in tutto
il mondo dal titolo “Questionario coltivazione
Internazionale Cannabis” .
E ‘stato un mezzo per i coltivatori casalinghi di tutto il
mondo di essere ascoltati e di condividere le loro opinioni
con la comunità scientifica.
Lo studio è stato eseguito dal Consorzio dicoltivazione
Global Research Cannabis ed in parte sostenuto con un
finanziamento della California State University. Attraverso
questo studio la popolazione nascosta di coltivatori di
cannabis sarebbe finalmente venuta alla luce.
I risultati sono stati abbastanza sorprendenti a dir poco e
mostrano che il coltivatore casalingo è un “individuo
responsabile che fa scelte razionali” .
Date un’occhiata ai 5 motivi principali indicati nello
studio:
Numero 5: Evitare mercati criminali (66%)
Circa 2 su 3 intervistati coltivano la propria cannabis per
stare lontano da bande criminali o concessionari del mercato
nero.
Mentre ci potrebbe essere alcune alternative sicure e legali
disponibili per alcuni (ambulatori, coffeeshop o Cannabis
Social Club), molti non hanno ancora scelta. Per non parlare
del prezzo elevato e della cattiva qualità che offrono sul
mercato nero. Questo ci porta al prossimo grande motivo per
cui si scegli di far crescere la propria cannabis.
Numero 4: questione di qualità (70,4%)
più del 70% degli intervistati sostiene che la propria,
home-grown, cannabis è di qualità migliore e anche
superiore. C’è molto meno adulterio o contaminazione nel
prodotto finale.
I coltivatori consumatori hanno il controllo del processo di
produzione e sanno esattamente ciò che è nella loro
Cannabis. Inoltre si può scegliere quale ceppo di cannabis
crescere. Questo dà loro il vantaggio di ‘fine-tuning’
della Cannabis per soddisfare al meglio le loro esigenze.
Numero 3: Il piacere della coltivazione ed un hobby
rilassante (79,9%)
Quasi l’80% degli intervistati ha anche dichiarato che ama
la crescita della pianta. Essi ritengono che ciò sia
soprattutto un hobby, come sempre più di qualsiasi altro
ortaggio. La gioia di guardare la pianta, l’odore del
caratteristico profumo di un certo sforzo e la vista di
quelle infiorescenze resinate può essere un vero piacere.
E’ sia lenitivo e calmante; come un bagno caldo dopo che
si arriva a casa da una dura giornata di lavoro. È una
sensazione molto gratificante poter creare qualcosa di bello
su un singolo seme, pratica anche certificata da molti
studi.
Numero 2: Abbattimento dei Costi (80,6%)
al numero 2 abbiamo il quadro finanziario. Crescere la
propria cannabis può essere molto a buon mercato,
soprattutto quando coltivata all’aperto o in una piccola
serra. Ma anche i costi della coltivazione indoor sono molto
piccoli rispetto ai prezzi di strada. Si ottiene da un
rivenditore un prodotto molte volte più costoso di avere il
proprio impianto nel proprio giardino o in un piccolo
armadietto. Si può sostenere che i coltivatori casalinghi
sono economicamente efficienti e persone razionali.
Numero 1: Fornitura Assicurata (80,9%)
L’assoluto motivo numero 1 per cui le persone preferiscono
l’autoproduzione è quello di essere
‘autosufficiente’.
Questo non significa che un coltivatore debba
necessariamente avere chili o chili di cannabis in giro, ma
abbastanza per fornire lui per 2 o forse 3 anni. Avere
differenza di varietà e, dopo un po’ di tempo, essere
indipendenti dal mercato, creandosi una propria scorta
personale a bassissimo prezzo. Si parla di una scelta
razionale.
Non ci sono costi più alti, ma anzi un risparmio, non vi è
più una cattiva qualità e non vi è più il coinvolgimento
con bande criminali o rivenditori illegali. Ed inoltre ci si
ritrova con un bel hobby, naturale ed affascinante.
E la teoria del frutto proibito? Andata in fumo …
17 settembre 2016 22:17 - ennius4531
... c' é un furbastro parassita che si é appropriato del
mio nick per raccontarci che qualsiasi capriccio va
legalizzato ignorandone gli effetti ad esempio sul ...
comprendonio.
Molte ricerche recenti mettono in guarda dall'uso ludico
dell'erba magica.
Ad esempio .....
University of Texas. 2014
"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di
lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente
intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della
University of Texas. "
Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i
fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..
Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate
sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la
dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio
e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences
dell'University of Texas. "
17 settembre 2016 19:38 - ennius4531
Uno studio espone le motivazioni per cui si sceglie
l’autoproduzione di cannabis per uso personale
Non si può più negarlo: crescere la propria cannabis è
una pratica immensamente popolare, e per numerose buone
ragioni!
Anche nei paesi in cui la cannabis non è ancora legalizzata
o regolamentata dal Governo.
Fin dagli anni Sessanta la gente spesso si chiedeva perché
si dovrebbe sfidare la legge per far crescere una pianta.
Dopo tutto: è ancora solo una pianta .
Ora, dopo anni di ricerca, i risultati sono finalmente
arrivati e ci dicono i motivi per cui i consumatori sono
così appassionati della coltivazio della propria pianta di
cannabis.
Tra il 2012 e il 2013 si è tenuto un questionario in tutto
il mondo dal titolo “Questionario coltivazione
Internazionale Cannabis” .
E ‘stato un mezzo per i coltivatori casalinghi di tutto il
mondo di essere ascoltati e di condividere le loro opinioni
con la comunità scientifica.
Lo studio è stato eseguito dal Consorzio dicoltivazione
Global Research Cannabis ed in parte sostenuto con un
finanziamento della California State University. Attraverso
questo studio la popolazione nascosta di coltivatori di
cannabis sarebbe finalmente venuta alla luce.
I risultati sono stati abbastanza sorprendenti a dir poco e
mostrano che il coltivatore casalingo è un “individuo
responsabile che fa scelte razionali” .
Date un’occhiata ai 5 motivi principali indicati nello
studio:
Numero 5: Evitare mercati criminali (66%)
Circa 2 su 3 intervistati coltivano la propria cannabis per
stare lontano da bande criminali o concessionari del mercato
nero.
Mentre ci potrebbe essere alcune alternative sicure e legali
disponibili per alcuni (ambulatori, coffeeshop o Cannabis
Social Club), molti non hanno ancora scelta. Per non parlare
del prezzo elevato e della cattiva qualità che offrono sul
mercato nero. Questo ci porta al prossimo grande motivo per
cui si scegli di far crescere la propria cannabis.
Numero 4: questione di qualità (70,4%)
più del 70% degli intervistati sostiene che la propria,
home-grown, cannabis è di qualità migliore e anche
superiore. C’è molto meno adulterio o contaminazione nel
prodotto finale.
I coltivatori consumatori hanno il controllo del processo di
produzione e sanno esattamente ciò che è nella loro
Cannabis. Inoltre si può scegliere quale ceppo di cannabis
crescere. Questo dà loro il vantaggio di ‘fine-tuning’
della Cannabis per soddisfare al meglio le loro esigenze.
Numero 3: Il piacere della coltivazione ed un hobby
rilassante (79,9%)
Quasi l’80% degli intervistati ha anche dichiarato che ama
la crescita della pianta. Essi ritengono che ciò sia
soprattutto un hobby, come sempre più di qualsiasi altro
ortaggio. La gioia di guardare la pianta, l’odore del
caratteristico profumo di un certo sforzo e la vista di
quelle infiorescenze resinate può essere un vero piacere.
E’ sia lenitivo e calmante; come un bagno caldo dopo che
si arriva a casa da una dura giornata di lavoro. È una
sensazione molto gratificante poter creare qualcosa di bello
su un singolo seme, pratica anche certificata da molti
studi.
Numero 2: Abbattimento dei Costi (80,6%)
al numero 2 abbiamo il quadro finanziario. Crescere la
propria cannabis può essere molto a buon mercato,
soprattutto quando coltivata all’aperto o in una piccola
serra. Ma anche i costi della coltivazione indoor sono molto
piccoli rispetto ai prezzi di strada. Si ottiene da un
rivenditore un prodotto molte volte più costoso di avere il
proprio impianto nel proprio giardino o in un piccolo
armadietto. Si può sostenere che i coltivatori casalinghi
sono economicamente efficienti e persone razionali.
Numero 1: Fornitura Assicurata (80,9%)
L’assoluto motivo numero 1 per cui le persone preferiscono
l’autoproduzione è quello di essere
‘autosufficiente’.
Questo non significa che un coltivatore debba
necessariamente avere chili o chili di cannabis in giro, ma
abbastanza per fornire lui per 2 o forse 3 anni. Avere
differenza di varietà e, dopo un po’ di tempo, essere
indipendenti dal mercato, creandosi una propria scorta
personale a bassissimo prezzo. Si parla di una scelta
razionale.
Non ci sono costi più alti, ma anzi un risparmio, non vi è
più una cattiva qualità e non vi è più il coinvolgimento
con bande criminali o rivenditori illegali. Ed inoltre ci si
ritrova con un bel hobby, naturale ed affascinante.
E la teoria del frutto proibito? Andata in fumo …
17 settembre 2016 17:09 - ennius4531
.... il disagiato23, dai neuroni affumicati, non può che
esprimersi se non con espressioni allucinate frutto di
esperienze che ne confermano lo status mentale da mastro
pifferaio ...
28 agosto 2015 15:13 - Starfighter23
.....
LA STORIA CHE IL VAPORIZZATORE LO USANO SOLO I MALATI E' UN
ENORME PUTTANATA,E' IL MIGLIOR MODO CHE STARE HIGH E' LA
PROVA STA NEL FATTO CHE IN TUTTE LE CANNABIS CUP LA GIURIA
TESTA I SAMPLE DI CANNABIS TUTTI CON IL VAPORIZZATORE,QUINDI
CREDIMI NON SAI DI COSA PARLI,COSA CREDEVI CHE LA GIURIA SI
METTEVA A ROLLARE 3000 CANNE DI CARTA PER TESTARE I SAMPLES?
......
hai mai fatti dabbing?sai cos'e'?al momento e' la tecnica
piu usata qui per consumare cannabis,tutti vaporizzano
estratti su bracieri di titanio e ceramica con dei
bubbler,questa cosa e' fa femminucce???sai di cosa parlo? "
.
16 settembre 2016 22:06 - Starfighter23
SENTI UN PO DEFICENTE4531 SOFFRI DI DISTURBO OSSESSIVO
COMPULSIVO? NON TI SENTI RIDICOLO AD ESSERE RIMASTO DA SOLO
A POSTARE BUFALE? IL FENOMENO ENNIO4531 E' FINITO SEI STATO
AMMAZZATO DAI TUOI STESSI CLONI,SUICIDATI NON SERVI PIU A UN
CAZZO,SEI L'ULTIMO DEI PISCIATURI,IL TUO PADRONE NON CREDO
CJHE TI POSSA PAGARE PER POST DEL GENERE
16 settembre 2016 12:02 - ennius4531
L’olio di Cannabis ha trattato l’epilessia già 173 anni
fa
SEI BIPOLARE OPPURE SEI VERAMENTE DEFICENTE? SMETTI DI
POSTARE FIGLIO DI PUTTANA LA SITUAZIONE NON PUO CHE
PEGGIORARE E TU NON SEI PIU CREDBILE,CI SONO ORDE DI CLONI
PRONTI A COLPIRE PER TAPPARTI LA BOCCA,BASTAVA CHE ADUC TI
BANNASSE,INVECE TI VOGLIONO CON LORO,NONOSTANTE TUTTI GLI
UTENTI ABBIANO ABBANDONATO LA PIATTAFORMA,PER COLPA DEL TUO
SPAM CHE DURA DA 10 ANNI,BECCHINO DELLE COMUNITA' DI
RECUPERO,SCIACALLO INFAME,FIGLIO DI UNA PUTTANA TOSSICA DI
SANPATRIGNANO
16 settembre 2016 21:30 - ennius4531
Uno studio espone le motivazioni per cui si sceglie
l’autoproduzione di cannabis per uso personale
Non si può più negarlo: crescere la propria cannabis è
una pratica immensamente popolare, e per numerose buone
ragioni!
Anche nei paesi in cui la cannabis non è ancora legalizzata
o regolamentata dal Governo.
Fin dagli anni Sessanta la gente spesso si chiedeva perché
si dovrebbe sfidare la legge per far crescere una pianta.
Dopo tutto: è ancora solo una pianta .
Ora, dopo anni di ricerca, i risultati sono finalmente
arrivati e ci dicono i motivi per cui i consumatori sono
così appassionati della coltivazio della propria pianta di
cannabis.
Tra il 2012 e il 2013 si è tenuto un questionario in tutto
il mondo dal titolo “Questionario coltivazione
Internazionale Cannabis” .
E ‘stato un mezzo per i coltivatori casalinghi di tutto il
mondo di essere ascoltati e di condividere le loro opinioni
con la comunità scientifica.
Lo studio è stato eseguito dal Consorzio dicoltivazione
Global Research Cannabis ed in parte sostenuto con un
finanziamento della California State University. Attraverso
questo studio la popolazione nascosta di coltivatori di
cannabis sarebbe finalmente venuta alla luce.
I risultati sono stati abbastanza sorprendenti a dir poco e
mostrano che il coltivatore casalingo è un “individuo
responsabile che fa scelte razionali” .
Date un’occhiata ai 5 motivi principali indicati nello
studio:
Numero 5: Evitare mercati criminali (66%)
Circa 2 su 3 intervistati coltivano la propria cannabis per
stare lontano da bande criminali o concessionari del mercato
nero.
Mentre ci potrebbe essere alcune alternative sicure e legali
disponibili per alcuni (ambulatori, coffeeshop o Cannabis
Social Club), molti non hanno ancora scelta. Per non parlare
del prezzo elevato e della cattiva qualità che offrono sul
mercato nero. Questo ci porta al prossimo grande motivo per
cui si scegli di far crescere la propria cannabis.
Numero 4: questione di qualità (70,4%)
più del 70% degli intervistati sostiene che la propria,
home-grown, cannabis è di qualità migliore e anche
superiore. C’è molto meno adulterio o contaminazione nel
prodotto finale.
I coltivatori consumatori hanno il controllo del processo di
produzione e sanno esattamente ciò che è nella loro
Cannabis. Inoltre si può scegliere quale ceppo di cannabis
crescere. Questo dà loro il vantaggio di ‘fine-tuning’
della Cannabis per soddisfare al meglio le loro esigenze.
Numero 3: Il piacere della coltivazione ed un hobby
rilassante (79,9%)
Quasi l’80% degli intervistati ha anche dichiarato che ama
la crescita della pianta. Essi ritengono che ciò sia
soprattutto un hobby, come sempre più di qualsiasi altro
ortaggio. La gioia di guardare la pianta, l’odore del
caratteristico profumo di un certo sforzo e la vista di
quelle infiorescenze resinate può essere un vero piacere.
E’ sia lenitivo e calmante; come un bagno caldo dopo che
si arriva a casa da una dura giornata di lavoro. È una
sensazione molto gratificante poter creare qualcosa di bello
su un singolo seme, pratica anche certificata da molti
studi.
Numero 2: Abbattimento dei Costi (80,6%)
al numero 2 abbiamo il quadro finanziario. Crescere la
propria cannabis può essere molto a buon mercato,
soprattutto quando coltivata all’aperto o in una piccola
serra. Ma anche i costi della coltivazione indoor sono molto
piccoli rispetto ai prezzi di strada. Si ottiene da un
rivenditore un prodotto molte volte più costoso di avere il
proprio impianto nel proprio giardino o in un piccolo
armadietto. Si può sostenere che i coltivatori casalinghi
sono economicamente efficienti e persone razionali.
Numero 1: Fornitura Assicurata (80,9%)
L’assoluto motivo numero 1 per cui le persone preferiscono
l’autoproduzione è quello di essere
‘autosufficiente’.
Questo non significa che un coltivatore debba
necessariamente avere chili o chili di cannabis in giro, ma
abbastanza per fornire lui per 2 o forse 3 anni. Avere
differenza di varietà e, dopo un po’ di tempo, essere
indipendenti dal mercato, creandosi una propria scorta
personale a bassissimo prezzo. Si parla di una scelta
razionale.
Non ci sono costi più alti, ma anzi un risparmio, non vi è
più una cattiva qualità e non vi è più il coinvolgimento
con bande criminali o rivenditori illegali. Ed inoltre ci si
ritrova con un bel hobby, naturale ed affascinante.
E la teoria del frutto proibito? Andata in fumo …
16 settembre 2016 17:51 - ennius4531
.... c' é un furbastro parassita che si é appropriato del
mio nick per raccontarci quanto siano efficaci le cure di
.... 173 anni fa !!
Molte ricerche recenti mettono in guarda dall'uso ludico
dell'erba magica.
Ad esempio .....
University of Texas. 2014
"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di
lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente
intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della
University of Texas. "
Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i
fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..
Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate
sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la
dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio
e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences
dell'University of Texas. "
16 settembre 2016 13:47 - alfio4986
Disturbo ossessivo compulsivo. Mi pare ovvio.
16 settembre 2016 12:02 - ennius4531
L’olio di Cannabis ha trattato l’epilessia già 173 anni
fa
Ogni giorno leggo articoli di scoperte scientifiche sulle
proprietà mediche della Cannabis, questa mattina ho letto
un articolo su come il CBD è “una medicina miracolosa per
l’epilessia pediatrica”.
Amylea Nunez, due mesi, è stata la paziente più giovane
cui è stato prescritto l’olio di Cannabis. Tuttavia, lei
non è stata la paziente più giovane a essere stata
trattata con l’olio di Cannabis per l’epilessia
pediatrica, questa non è una nuova scoperta, si tratta
semplicemente di una riscoperta.
È possibile leggere la storia straordinaria della piccola
Amylea: la neonata supera le crisi convulsive dopo essere
diventata la più giovane paziente ad assumere l’olio di
Cannabis.
William_Brooke_O’Shaughnessy_1Dr WB O’Shaughnessy (link
al documento originale)
Nel 1840, medici dell’epoca vittoriana trattavano i
pazienti con estratti di Cannabis per molte malattie, tra
cui tinture per il trattamento di bambini affetti da
epilessia.
Uno dei miei preferiti era il pioniere dr. William Brooke
O’Shaughnessy MD (Medicinae Doctor), un medico irlandese,
chirurgo, professore di chimica, scienziato e innovatore, è
stato un pioniere della ‘terapia endovenosa’ lui era
stato accreditato per l’introduzione della Cannabis nella
medicina occidentale.
O’Shaughnessy si laureò nel 1829 con un dottorato in
medicina presso l’Università di Edimburgo. Nel 1831, alla
giovane età di 22 anni, aveva studiato il colera e il suo
lavoro anticipatore ha portato allo sviluppo di fluidi da
somministrare per via endovenosa e alla terapia di
sostitutiva degli elettroliti.
Nel 1833, O’Shaughnessy si trasferisce a Calcutta, in
India a lavorare per la British East India Company
(Compagnia Britannica delle Indie Orientali), durante la sua
permanenza nella città indiana sviluppato nuove tecniche di
estrazione dei cannabinoidi, che ha approntato e usato per
il trattamento di pazienti affetti da, colera, tetano, come
analgesico, per i reumatismi e nell’epilessia dei
neonati.
In India, ha studiato inizialmente la farmacologia botanica
e chimica, pubblicando il suo primo articolo sulla Cannabis
medica nel 1839.
Nel suo articolo “Sui preparativi della Canapa Indiana, o
Gunjah”, pubblicato sul Provincial Medical Journal
(l’attuale British Medical Journal, una delle prime
riviste di medicina generale al mondo) a Londra il 4
febbraio 1843, O’Shaughnessey riporta il caso di un
bambino, poco più di un mese, cui ha somministrato una
tintura a base di etanolo (alcool ) di Cannabis.
Ricordate per favore che questo è stato scritto 173 anni
fa.
16 settembre 2016 11:38 - ennius4531
.... il post precedente é di un furbastro parassita che si
é appropriato del mio nick per raccontarci quanto siano
efficaci le cure di .... 173 anni fa !! valide su di una
sola neonata.
Molte ricerche recenti mettono in guarda dall'uso ludico
dell'erba magica.
Ad esempio .....
University of Texas. 2014
"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di
lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente
intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della
University of Texas. "
Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i
fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..
Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate
sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la
dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio
e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences
dell'University of Texas. "
15 settembre 2016 21:00 - ennius4531
L’olio di Cannabis ha trattato l’epilessia già 173 anni
fa
Ogni giorno leggo articoli di scoperte scientifiche sulle
proprietà mediche della Cannabis, questa mattina ho letto
un articolo su come il CBD è “una medicina miracolosa per
l’epilessia pediatrica”.
Amylea Nunez, due mesi, è stata la paziente più giovane
cui è stato prescritto l’olio di Cannabis. Tuttavia, lei
non è stata la paziente più giovane a essere stata
trattata con l’olio di Cannabis per l’epilessia
pediatrica, questa non è una nuova scoperta, si tratta
semplicemente di una riscoperta.
È possibile leggere la storia straordinaria della piccola
Amylea: la neonata supera le crisi convulsive dopo essere
diventata la più giovane paziente ad assumere l’olio di
Cannabis.
William_Brooke_O’Shaughnessy_1Dr WB O’Shaughnessy (link
al documento originale)
Nel 1840, medici dell’epoca vittoriana trattavano i
pazienti con estratti di Cannabis per molte malattie, tra
cui tinture per il trattamento di bambini affetti da
epilessia.
Uno dei miei preferiti era il pioniere dr. William Brooke
O’Shaughnessy MD (Medicinae Doctor), un medico irlandese,
chirurgo, professore di chimica, scienziato e innovatore, è
stato un pioniere della ‘terapia endovenosa’ lui era
stato accreditato per l’introduzione della Cannabis nella
medicina occidentale.
O’Shaughnessy si laureò nel 1829 con un dottorato in
medicina presso l’Università di Edimburgo. Nel 1831, alla
giovane età di 22 anni, aveva studiato il colera e il suo
lavoro anticipatore ha portato allo sviluppo di fluidi da
somministrare per via endovenosa e alla terapia di
sostitutiva degli elettroliti.
Nel 1833, O’Shaughnessy si trasferisce a Calcutta, in
India a lavorare per la British East India Company
(Compagnia Britannica delle Indie Orientali), durante la sua
permanenza nella città indiana sviluppato nuove tecniche di
estrazione dei cannabinoidi, che ha approntato e usato per
il trattamento di pazienti affetti da, colera, tetano, come
analgesico, per i reumatismi e nell’epilessia dei
neonati.
In India, ha studiato inizialmente la farmacologia botanica
e chimica, pubblicando il suo primo articolo sulla Cannabis
medica nel 1839.
Nel suo articolo “Sui preparativi della Canapa Indiana, o
Gunjah”, pubblicato sul Provincial Medical Journal
(l’attuale British Medical Journal, una delle prime
riviste di medicina generale al mondo) a Londra il 4
febbraio 1843, O’Shaughnessey riporta il caso di un
bambino, poco più di un mese, cui ha somministrato una
tintura a base di etanolo (alcool ) di Cannabis.
Ricordate per favore che questo è stato scritto 173 anni
fa.
15 settembre 2016 20:39 - ennius4531
.... il post precedente é di un furbastro parassita che si
é appropriato del mio nick per raccontarci quanto siano
efficaci le cure di .... 173 anni fa valide ?? su di una
neonata.
Molte ricerche recenti mettono in guarda dall'uso ludico
dell'erba magica.
Ad esempio .....
University of Texas. 2014
"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di
lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente
intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della
University of Texas. "
Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i
fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..
Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate
sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la
dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio
e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences
dell'University of Texas. "
15 settembre 2016 18:29 - ennius4531
L’olio di Cannabis ha trattato l’epilessia già 173 anni
fa
Ogni giorno leggo articoli di scoperte scientifiche sulle
proprietà mediche della Cannabis, questa mattina ho letto
un articolo su come il CBD è “una medicina miracolosa per
l’epilessia pediatrica”.
Amylea Nunez, due mesi, è stata la paziente più giovane
cui è stato prescritto l’olio di Cannabis. Tuttavia, lei
non è stata la paziente più giovane a essere stata
trattata con l’olio di Cannabis per l’epilessia
pediatrica, questa non è una nuova scoperta, si tratta
semplicemente di una riscoperta.
È possibile leggere la storia straordinaria della piccola
Amylea: la neonata supera le crisi convulsive dopo essere
diventata la più giovane paziente ad assumere l’olio di
Cannabis.
William_Brooke_O’Shaughnessy_1Dr WB O’Shaughnessy (link
al documento originale)
Nel 1840, medici dell’epoca vittoriana trattavano i
pazienti con estratti di Cannabis per molte malattie, tra
cui tinture per il trattamento di bambini affetti da
epilessia.
Uno dei miei preferiti era il pioniere dr. William Brooke
O’Shaughnessy MD (Medicinae Doctor), un medico irlandese,
chirurgo, professore di chimica, scienziato e innovatore, è
stato un pioniere della ‘terapia endovenosa’ lui era
stato accreditato per l’introduzione della Cannabis nella
medicina occidentale.
O’Shaughnessy si laureò nel 1829 con un dottorato in
medicina presso l’Università di Edimburgo. Nel 1831, alla
giovane età di 22 anni, aveva studiato il colera e il suo
lavoro anticipatore ha portato allo sviluppo di fluidi da
somministrare per via endovenosa e alla terapia di
sostitutiva degli elettroliti.
Nel 1833, O’Shaughnessy si trasferisce a Calcutta, in
India a lavorare per la British East India Company
(Compagnia Britannica delle Indie Orientali), durante la sua
permanenza nella città indiana sviluppato nuove tecniche di
estrazione dei cannabinoidi, che ha approntato e usato per
il trattamento di pazienti affetti da, colera, tetano, come
analgesico, per i reumatismi e nell’epilessia dei
neonati.
In India, ha studiato inizialmente la farmacologia botanica
e chimica, pubblicando il suo primo articolo sulla Cannabis
medica nel 1839.
Nel suo articolo “Sui preparativi della Canapa Indiana, o
Gunjah”, pubblicato sul Provincial Medical Journal
(l’attuale British Medical Journal, una delle prime
riviste di medicina generale al mondo) a Londra il 4
febbraio 1843, O’Shaughnessey riporta il caso di un
bambino, poco più di un mese, cui ha somministrato una
tintura a base di etanolo (alcool ) di Cannabis.
Ricordate per favore che questo è stato scritto 173 anni
fa.
15 settembre 2016 18:20 - ennius4531
.... é un furbastro parassita che si camuffa dietro il
nick di altri per raccontarci quanto siano efficaci le cure
di .... 173 anni fa valide ?? su di una neonata.
Molte ricerche recenti mettono in guarda dall'uso ludico
dell'erba magica.
Ad esempio .....
University of Texas. 2014
"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di
lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente
intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della
University of Texas. "
Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i
fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..
Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate
sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la
dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio
e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences
dell'University of Texas. "
14 settembre 2016 21:30 - ennius 4531
L’olio di Cannabis ha trattato l’epilessia già 173 anni
fa
Ogni giorno leggo articoli di scoperte scientifiche sulle
proprietà mediche della Cannabis, questa mattina ho letto
un articolo su come il CBD è “una medicina miracolosa per
l’epilessia pediatrica”.
Amylea Nunez, due mesi, è stata la paziente più giovane
cui è stato prescritto l’olio di Cannabis. Tuttavia, lei
non è stata la paziente più giovane a essere stata
trattata con l’olio di Cannabis per l’epilessia
pediatrica, questa non è una nuova scoperta, si tratta
semplicemente di una riscoperta.
È possibile leggere la storia straordinaria della piccola
Amylea: la neonata supera le crisi convulsive dopo essere
diventata la più giovane paziente ad assumere l’olio di
Cannabis.
William_Brooke_O’Shaughnessy_1Dr WB O’Shaughnessy (link
al documento originale)
Nel 1840, medici dell’epoca vittoriana trattavano i
pazienti con estratti di Cannabis per molte malattie, tra
cui tinture per il trattamento di bambini affetti da
epilessia.
Uno dei miei preferiti era il pioniere dr. William Brooke
O’Shaughnessy MD (Medicinae Doctor), un medico irlandese,
chirurgo, professore di chimica, scienziato e innovatore, è
stato un pioniere della ‘terapia endovenosa’ lui era
stato accreditato per l’introduzione della Cannabis nella
medicina occidentale.
O’Shaughnessy si laureò nel 1829 con un dottorato in
medicina presso l’Università di Edimburgo. Nel 1831, alla
giovane età di 22 anni, aveva studiato il colera e il suo
lavoro anticipatore ha portato allo sviluppo di fluidi da
somministrare per via endovenosa e alla terapia di
sostitutiva degli elettroliti.
Nel 1833, O’Shaughnessy si trasferisce a Calcutta, in
India a lavorare per la British East India Company
(Compagnia Britannica delle Indie Orientali), durante la sua
permanenza nella città indiana sviluppato nuove tecniche di
estrazione dei cannabinoidi, che ha approntato e usato per
il trattamento di pazienti affetti da, colera, tetano, come
analgesico, per i reumatismi e nell’epilessia dei
neonati.
In India, ha studiato inizialmente la farmacologia botanica
e chimica, pubblicando il suo primo articolo sulla Cannabis
medica nel 1839.
Nel suo articolo “Sui preparativi della Canapa Indiana, o
Gunjah”, pubblicato sul Provincial Medical Journal
(l’attuale British Medical Journal, una delle prime
riviste di medicina generale al mondo) a Londra il 4
febbraio 1843, O’Shaughnessey riporta il caso di un
bambino, poco più di un mese, cui ha somministrato una
tintura a base di etanolo (alcool ) di Cannabis.
Ricordate per favore che questo è stato scritto 173 anni
fa.
14 settembre 2016 8:05 - ennius4531
..... ennius4531 é solo uno furbastro parassita che si
impossessa dei nickname degli altri ( differenziandosi solo
per uno spazio bianco all'inizio del nick ) approfittando,
se ne deduce, del carente controllo da parte di Aduc
nell'accettazione dei nuovi nick.
Una delle tante ricerche specialistiche ci dice che ...
Da Aduc ..
Notizia 10 settembre 2014
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una
probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli
studi secondari ed è a rischio significativamente più alto
di non completare quelli universitari, di usare altre droghe
e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai
fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su
Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud
conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da
parte di adolescenti, e che i risultati educativi più
scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi
usa la droga meno di una volta al mese.
Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che
hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata
sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli
autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry,
si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della
marijuana negli anni dell'adolescenza.
I ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello
sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi
secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla
cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di
suicidio, e depressione. Gli adolescenti sotto i 17 anni che
assumevano cannabis quotidianamente avevano una probabilità
di oltre il 60% minore di completare la scuola superiore o
l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio,
18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e
otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più
tardi nella vita.
"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che
diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono
verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis,
che la renderebbero più accessibile ai più giovani",
scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins.
"Le autorità devono essere consapevoli che un suo uso in
adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla
salute, sul benessere e sull'affermazione personale",
aggiunge.
13 settembre 2016 21:20 - ennius4531
..... ennius4531 é solo uno furbastro parassita che si
impossessa dei nickname degli altri ( differenziandosi solo
per uno spazio bianco all'inizio del nick ) approfittando,
se ne deduce, del carente controllo da parte di Aduc
nell'accettazione dei nuovi nick.
Una delle tante ricerche specialistiche ci dice che ...
Da Aduc
Notizia 11 ottobre 2013 18:54
"Dire "si'" alla marijuana aumenta le probabilita' di
concedere un "si'" anche ad altre tipologie di stupefacenti
piu' pericolose, secondo un nuovo studio statunitense che ha
coinvolto un campione di 29054 studenti delle scuole
superiori.
Dai dati e' emerso che fumare marijuana rende piu'
possibilisti e meno giudicanti relativamente all'uso di
altre droghe piu' pesanti, come cocaina, crack, LSD, eroina,
anfetamine ed ecstasy. In pratica, l'assunzione di una droga
rende meno critici rispetto all'assunzione di altre
droghe.
Chi fuma marijuana tende ad essere meno giudicante in
particolare verso l'utilizzo delle cosiddette droghe
"socialmente accettabili" come LSD, anfetamine ed ecstasy.
Gli studenti dal background socio-economico piu' elevato
sono apparsi piu' tolleranti verso gli stupefacenti socially
acceptable mentre le donne in generale sono risultate piu'
inclini a dire "no" a droghe come cocaina, crack, LSD e
ecstasy.
Lo studio e' stato condotto da Joseph Palamar della New York
University e pubblicato su Prevention Science."
12 settembre 2016 20:40 - ennius4531
... ennius4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri impossessandosene
approfittando del carente controllo da parte di Aduc al
riguardo.
Che lo Stato accetti di immettere ulteriore pattume ludico
sul mercato legale rappresenta una ulteriore violazione
delle norme costituzionali che impongono allo Stato in base
all'art.32 di ...
'La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività..' .
L'interesse della collettività va tutelato inoltre da chi,
scambiando per diritti i propri capricci, può rappresentare
un pericolo per gli altri come le ricerche specialistiche
hanno evidenziato alla faccia delle maggioranze o minoranze
anche sindacali.
Da Aduc
Notizia 11 ottobre 2013 18:54
"Dire "si'" alla marijuana aumenta le probabilita' di
concedere un "si'" anche ad altre tipologie di stupefacenti
piu' pericolose, secondo un nuovo studio statunitense che ha
coinvolto un campione di 29054 studenti delle scuole
superiori.
Dai dati e' emerso che fumare marijuana rende piu'
possibilisti e meno giudicanti relativamente all'uso di
altre droghe piu' pesanti, come cocaina, crack, LSD, eroina,
anfetamine ed ecstasy. In pratica, l'assunzione di una droga
rende meno critici rispetto all'assunzione di altre
droghe.
Chi fuma marijuana tende ad essere meno giudicante in
particolare verso l'utilizzo delle cosiddette droghe
"socialmente accettabili" come LSD, anfetamine ed ecstasy.
Gli studenti dal background socio-economico piu' elevato
sono apparsi piu' tolleranti verso gli stupefacenti socially
acceptable mentre le donne in generale sono risultate piu'
inclini a dire "no" a droghe come cocaina, crack, LSD e
ecstasy.
Lo studio e' stato condotto da Joseph Palamar della New York
University e pubblicato su Prevention Science."
6 settembre 2016 14:24 - ennius4531
... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli
approfittando del carente controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick.
Che lo Stato accetti di immettere ulteriore pattume ludico
sul mercato legale rappresenta una ulteriore violazione
delle norme costituzionali che impongono allo Stato in base
all'art.32 di ...
'La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività..' .
L'interesse della collettività va tutelato inoltre da chi,
scambiando per diritti i propri capricci, può rappresentare
un pericolo per gli altri come le ricerche specialistiche
hanno evidenziato alla faccia delle maggioranze o minoranze
anche sindacali.
Da Aduc
Notizia 11 ottobre 2013 18:54
"Dire "si'" alla marijuana aumenta le probabilita' di
concedere un "si'" anche ad altre tipologie di stupefacenti
piu' pericolose, secondo un nuovo studio statunitense che ha
coinvolto un campione di 29054 studenti delle scuole
superiori.
Dai dati e' emerso che fumare marijuana rende piu'
possibilisti e meno giudicanti relativamente all'uso di
altre droghe piu' pesanti, come cocaina, crack, LSD, eroina,
anfetamine ed ecstasy. In pratica, l'assunzione di una droga
rende meno critici rispetto all'assunzione di altre
droghe.
Chi fuma marijuana tende ad essere meno giudicante in
particolare verso l'utilizzo delle cosiddette droghe
"socialmente accettabili" come LSD, anfetamine ed ecstasy.
Gli studenti dal background socio-economico piu' elevato
sono apparsi piu' tolleranti verso gli stupefacenti socially
acceptable mentre le donne in generale sono risultate piu'
inclini a dire "no" a droghe come cocaina, crack, LSD e
ecstasy.
Lo studio e' stato condotto da Joseph Palamar della New York
University e pubblicato su Prevention Science."
6 settembre 2016 13:43 - ennio4531
IL MAGGIOR SINDACATO DI POLIZA ITALIANA SI SCHIERA :
LEGALIZZARE LA CANNABIS E' UNA BUONA IDEA
Dopo la Direzione nazionale antimafia e il presidente
dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone anche il
maggior sindacato di polizia, il Siulp, prende posizione
aprendo alla possibilità di una legalizzazione della
cannabis. Il segretario generale del sindacato, Felice
Romani, ha affermato: «Se la cannabis fosse somministrata
attraverso un circuito legale sarebbe meno pericolosa e non
conterrebbe quegli additivi chimici e inquinanti che fanno
più danni dello stesso principio attivo. Oggi la
microcriminalità, o criminalità diffusa, è alimentata
soprattutto dai giovani che proprio per procurarsi queste
sostanze si rivolgono al mercato nero e commettono reati
come furti, scippi e rapine, i più odiosi nel sentire
comune».
Siamo ancora lontani da ciò che accade negli Usa, dove i
poliziotti contro il proibizionismo hanno fondato
un’associazione che finanzia campagne per la
legalizzazione e per spiegare come essa sia fondamentale per
permettere alle forze dell’ordine di liberare risorse
economiche ed umane per perseguire i reati più gravi, ma la
presa di posizione del Siulp, che con oltre 25mila iscritti
è il più rappresentativo tra i sindacati di polizia,
rappresenta sicuramente una notizia rilevante che era
tutt’altro che scontata nel panorama italiano: a quanto
pare non tutti i poliziotti italiani trovano intelligente
continuare a impegnare buona parte delle pattuglie per
inseguire ragazzini con due grammi di erba in tasca.
Altri sindacati di polizia si sono invece espressi
contrariamente ad ogni ipotesi di legalizzazione. Tra questi
il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) che in un comunicato
ha affermato che «vietare l’uso delle droghe di qualsiasi
tipo e’ la concretizzazione di una scelta etico-morale che
mira a ridimensionare la cultura dello sballo e la
promozione dei falsi valori e degli stili di vita decadenti
e degenerativi». Per la cronaca il Sap è lo stesso
sindacato al cui congresso venne riservata un’ovazione ai
poliziotti condannati per l’uccisione di Federico
Aldovrandi.
3 settembre 2016 19:15 - ennius4531
... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli
approfittando del carente controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick.
Che lo Stato accetti di immettere ulteriore pattume ludico
sul mercato legale rappresenta una ulteriore violazione
delle norme costituzionali che impongono allo Stato in base
all'art.32 di ...
'La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività..' .
L'interesse della collettività va tutelato inoltre da chi,
scambiando per diritti i propri capricci, può rappresentare
un pericolo per gli altri come le ricerche specialistiche
hanno evidenziato alla faccia delle maggioranze o minoranze
anche sindacali.
Da Aduc
Notizia 12 maggio 2016 11:56
USA - Cannabis legalizzata. Incidenti stradali
raddoppiati
Incidenti stradali raddoppiati negli Stati americani che
hanno recentemente legalizzato la marijuana fra chi fa uso
di questa sostanza. Lo rivela l'ultima ricerca della AAA
Foundation for Traffic Safety, secondo cui i limiti di legge
sul consumo di cannabis consentito per guidare sono
arbitrari e non supportati dalla scienza, cosa che potrebbe
tradursi in un pericolo concreto per gli automobilisti.
Washington è stato uno dei primi Stati a legalizzare l'uso
ricreativo di marijuana, e questi risultati sollevano
preoccupazione, dato che almeno altri 20 Stati Usa stanno
considerando di fare la stessa scelta quest'anno. La
Fondazione ha esaminato proprio la situazione dello Stato di
Washington, che ha legalizzato la marijuana nel dicembre del
2012. I ricercatori hanno scoperto che la percentuale di
conducenti coinvolti in incidenti mortali che avevano
recentemente consumato cannabis è più che raddoppiata:
dall'8 al 17% tra il 2013 e il 2014.
E' inoltre emerso che un conducente su 6 coinvolto in
incidenti mortali nel 2014 aveva recentemente usato
marijuana. "Questo aumento significativo è allarmante", ha
detto Peter Kissinger, presidente e Ceo della Fondazione
AAA. "Washington deve servire come 'caso studio' per aprire
gli occhi su quello che può verificarsi negli altri Stati
per quanto riguarda la sicurezza stradale, dopo la
legalizzazione della droga".
Altra ricerca ..
La Cannabis triplica gli incidenti mortali sulle strade .
Incidenti mortali che coinvolgono l’uso di marijuana sono
triplicati nell’ultimo decennio, lo sostengono i
ricercatori in Rapporto elaborato dalla Mailman School of
Public Health della Columbia University.
Chi assume marijuana guida più o meno allo stesso modo di
chi ha abusato di alcol, ha spiegato Jonathan Adkins, vice
direttore esecutivo dell’Associazione Governors Highway
Safety. Si altera la capacita’ di giudizio, riduce la
vista e rende una persona più distratta e con più
probabilità di correre rischi durante la guida.
"E ‘un campanello d’allarme per noi nella Sicurezza
stradale”, ha detto Adkins . “La legalizzazione della
cannabis sta per diffondersi ad altri stati. Non è nemmeno
una questione di parte, a questo punto. La nostra previsione
è questa situazione diventerà la norma piuttosto che
l’eccezione”.
2 settembre 2016 20:03 - ennio4531
IL MAGGIOR SINDACATO DI POLIZA ITALIANA SI SCHIERA :
LEGALIZZARE LA CANNABIS E' UNA BUONA IDEA
Dopo la Direzione nazionale antimafia e il presidente
dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone anche il
maggior sindacato di polizia, il Siulp, prende posizione
aprendo alla possibilità di una legalizzazione della
cannabis. Il segretario generale del sindacato, Felice
Romani, ha affermato: «Se la cannabis fosse somministrata
attraverso un circuito legale sarebbe meno pericolosa e non
conterrebbe quegli additivi chimici e inquinanti che fanno
più danni dello stesso principio attivo. Oggi la
microcriminalità, o criminalità diffusa, è alimentata
soprattutto dai giovani che proprio per procurarsi queste
sostanze si rivolgono al mercato nero e commettono reati
come furti, scippi e rapine, i più odiosi nel sentire
comune».
Siamo ancora lontani da ciò che accade negli Usa, dove i
poliziotti contro il proibizionismo hanno fondato
un’associazione che finanzia campagne per la
legalizzazione e per spiegare come essa sia fondamentale per
permettere alle forze dell’ordine di liberare risorse
economiche ed umane per perseguire i reati più gravi, ma la
presa di posizione del Siulp, che con oltre 25mila iscritti
è il più rappresentativo tra i sindacati di polizia,
rappresenta sicuramente una notizia rilevante che era
tutt’altro che scontata nel panorama italiano: a quanto
pare non tutti i poliziotti italiani trovano intelligente
continuare a impegnare buona parte delle pattuglie per
inseguire ragazzini con due grammi di erba in tasca.
Altri sindacati di polizia si sono invece espressi
contrariamente ad ogni ipotesi di legalizzazione. Tra questi
il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) che in un comunicato
ha affermato che «vietare l’uso delle droghe di qualsiasi
tipo e’ la concretizzazione di una scelta etico-morale che
mira a ridimensionare la cultura dello sballo e la
promozione dei falsi valori e degli stili di vita decadenti
e degenerativi». Per la cronaca il Sap è lo stesso
sindacato al cui congresso venne riservata un’ovazione ai
poliziotti condannati per l’uccisione di Federico
Aldovrandi.
30 agosto 2016 14:34 - ennius4531
... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli
approfittando del carente controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick.
Intanto la ricerca specialistica sull'uomo, alla faccia
delle maggioranze o minoranze, di qualunque sindacato e dei
... ratti, questo ci dice .
Alcuni studi ....
(Abstract ).
Harvard Medical School 16/04/2014
' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su
migliaia di soggetti .
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte
all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia
associato a conseguenze negative. ...."
Mark Winstanley , chief executive del centro per malati
mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis
è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo
studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra
salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente
fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la
probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono
consapevoli dei rischi.”
University of Texas. 2014
"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di
lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente
intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della
University of Texas. "
Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i
fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..
Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate
sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la
dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio
e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences
dell'University of Texas. " .
STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI:
SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014
Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i
ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di
cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e
un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .
Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che
hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di
marijuana è stata collegata all’insorgere della
malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche
è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.
In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha
guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al
Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di
cannabis all’insorgere della psicosi.
“Vorrei cercare di capire perché le persone usano
cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi
coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni
al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto
la ricercatrice Marta Di Forti.
Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool
dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...
Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che
hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata
sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli
autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry,
si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della
marijuana negli anni dell'adolescenza. .." .
Schizophrenia in users and nonusers of cannabis
A longitudinal study in Stockholm County
Stanley Zammit, MRC clinical research fellow,a Peter
Allebeck, professor of social medicine,b Sven Andreasson,
associate professor of social medicine,c Ingvar Lundberg,
professor of occupational epidemiology,c and Glyn Lewis,
professor of psychiatric epidemiologyd.
Participants
50 087 subjects: data were available on self reported use of
cannabis and other drugs, and on several social and
psychological characteristics.
Conclusions
Cannabis use is associated with an increased risk of
developing schizophrenia, consistent with a causal relation.
This association is not explained by use of other
psychoactive drugs or personality traits relating to social
integration.
30 agosto 2016 14:25 - ennio4531
IL MAGGIOR SINDACATO DI POLIZA ITALIANA SI SCHIERA :
LEGALIZZARE LA CANNABIS E' UNA BUONA IDEA
Dopo la Direzione nazionale antimafia e il presidente
dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone anche il
maggior sindacato di polizia, il Siulp, prende posizione
aprendo alla possibilità di una legalizzazione della
cannabis. Il segretario generale del sindacato, Felice
Romani, ha affermato: «Se la cannabis fosse somministrata
attraverso un circuito legale sarebbe meno pericolosa e non
conterrebbe quegli additivi chimici e inquinanti che fanno
più danni dello stesso principio attivo. Oggi la
microcriminalità, o criminalità diffusa, è alimentata
soprattutto dai giovani che proprio per procurarsi queste
sostanze si rivolgono al mercato nero e commettono reati
come furti, scippi e rapine, i più odiosi nel sentire
comune».
Siamo ancora lontani da ciò che accade negli Usa, dove i
poliziotti contro il proibizionismo hanno fondato
un’associazione che finanzia campagne per la
legalizzazione e per spiegare come essa sia fondamentale per
permettere alle forze dell’ordine di liberare risorse
economiche ed umane per perseguire i reati più gravi, ma la
presa di posizione del Siulp, che con oltre 25mila iscritti
è il più rappresentativo tra i sindacati di polizia,
rappresenta sicuramente una notizia rilevante che era
tutt’altro che scontata nel panorama italiano: a quanto
pare non tutti i poliziotti italiani trovano intelligente
continuare a impegnare buona parte delle pattuglie per
inseguire ragazzini con due grammi di erba in tasca.
Altri sindacati di polizia si sono invece espressi
contrariamente ad ogni ipotesi di legalizzazione. Tra questi
il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) che in un comunicato
ha affermato che «vietare l’uso delle droghe di qualsiasi
tipo e’ la concretizzazione di una scelta etico-morale che
mira a ridimensionare la cultura dello sballo e la
promozione dei falsi valori e degli stili di vita decadenti
e degenerativi». Per la cronaca il Sap è lo stesso
sindacato al cui congresso venne riservata un’ovazione ai
poliziotti condannati per l’uccisione di Federico
Aldovrandi.
29 agosto 2016 23:29 - ennius4531
... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli
approfittando del carente controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick.
Intanto la ricerca specialistica sull'uomo, alla faccia
delle maggioranze o minoranze, di qualunque sindacato e dei
... ratti, questo ci dice .
Alcuni studi ....
(Abstract ).
Harvard Medical School 16/04/2014
' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su
migliaia di soggetti .
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte
all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia
associato a conseguenze negative. ...."
Mark Winstanley , chief executive del centro per malati
mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis
è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo
studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra
salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente
fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la
probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono
consapevoli dei rischi.”
University of Texas. 2014
"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di
lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente
intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della
University of Texas. "
Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i
fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..
Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate
sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la
dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio
e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences
dell'University of Texas. " .
STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI:
SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014
Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i
ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di
cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e
un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .
Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che
hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di
marijuana è stata collegata all’insorgere della
malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche
è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.
In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha
guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al
Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di
cannabis all’insorgere della psicosi.
“Vorrei cercare di capire perché le persone usano
cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi
coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni
al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto
la ricercatrice Marta Di Forti.
Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool
dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...
Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che
hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata
sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli
autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry,
si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della
marijuana negli anni dell'adolescenza. .." .
Schizophrenia in users and nonusers of cannabis
A longitudinal study in Stockholm County
Stanley Zammit, MRC clinical research fellow,a Peter
Allebeck, professor of social medicine,b Sven Andreasson,
associate professor of social medicine,c Ingvar Lundberg,
professor of occupational epidemiology,c and Glyn Lewis,
professor of psychiatric epidemiologyd.
Participants
50 087 subjects: data were available on self reported use of
cannabis and other drugs, and on several social and
psychological characteristics.
Conclusions
Cannabis use is associated with an increased risk of
developing schizophrenia, consistent with a causal relation.
This association is not explained by use of other
psychoactive drugs or personality traits relating to social
integration.
29 agosto 2016 20:40 - ennio4531
IL MAGGIOR SINDACATO DI POLIZA ITALIANA SI SCHIERA :
LEGALIZZARE LA CANNABIS E' UNA BUONA IDEA
Dopo la Direzione nazionale antimafia e il presidente
dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone anche il
maggior sindacato di polizia, il Siulp, prende posizione
aprendo alla possibilità di una legalizzazione della
cannabis. Il segretario generale del sindacato, Felice
Romani, ha affermato: «Se la cannabis fosse somministrata
attraverso un circuito legale sarebbe meno pericolosa e non
conterrebbe quegli additivi chimici e inquinanti che fanno
più danni dello stesso principio attivo. Oggi la
microcriminalità, o criminalità diffusa, è alimentata
soprattutto dai giovani che proprio per procurarsi queste
sostanze si rivolgono al mercato nero e commettono reati
come furti, scippi e rapine, i più odiosi nel sentire
comune».
Siamo ancora lontani da ciò che accade negli Usa, dove i
poliziotti contro il proibizionismo hanno fondato
un’associazione che finanzia campagne per la
legalizzazione e per spiegare come essa sia fondamentale per
permettere alle forze dell’ordine di liberare risorse
economiche ed umane per perseguire i reati più gravi, ma la
presa di posizione del Siulp, che con oltre 25mila iscritti
è il più rappresentativo tra i sindacati di polizia,
rappresenta sicuramente una notizia rilevante che era
tutt’altro che scontata nel panorama italiano: a quanto
pare non tutti i poliziotti italiani trovano intelligente
continuare a impegnare buona parte delle pattuglie per
inseguire ragazzini con due grammi di erba in tasca.
Altri sindacati di polizia si sono invece espressi
contrariamente ad ogni ipotesi di legalizzazione. Tra questi
il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) che in un comunicato
ha affermato che «vietare l’uso delle droghe di qualsiasi
tipo e’ la concretizzazione di una scelta etico-morale che
mira a ridimensionare la cultura dello sballo e la
promozione dei falsi valori e degli stili di vita decadenti
e degenerativi». Per la cronaca il Sap è lo stesso
sindacato al cui congresso venne riservata un’ovazione ai
poliziotti condannati per l’uccisione di Federico
Aldovrandi.
29 agosto 2016 15:56 - ennius4531
... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da
parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli
approfittando del carente controllo da parte di Aduc dei
nuovi nick.
Intanto la ricerca specialistica , alla faccia delle
maggioranze o minoranze e sindacati, questo ci dice .
Alcuni studi ....
(Abstract ).
Harvard Medical School 16/04/2014
' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su
migliaia di soggetti .
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte
all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia
associato a conseguenze negative. ...."
Mark Winstanley , chief executive del centro per malati
mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis
è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo
studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra
salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente
fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la
probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono
consapevoli dei rischi.”
University of Texas. 2014
"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di
lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente
intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della
University of Texas. "
Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i
fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..
Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate
sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la
dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio
e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences
dell'University of Texas. " .
STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI:
SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014
Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i
ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di
cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e
un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .
Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che
hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di
marijuana è stata collegata all’insorgere della
malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche
è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.
In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha
guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al
Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di
cannabis all’insorgere della psicosi.
“Vorrei cercare di capire perché le persone usano
cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi
coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni
al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto
la ricercatrice Marta Di Forti.
Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool
dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...
Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che
hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata
sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli
autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry,
si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della
marijuana negli anni dell'adolescenza. .." .
Schizophrenia in users and nonusers of cannabis
A longitudinal study in Stockholm County
Stanley Zammit, MRC clinical research fellow,a Peter
Allebeck, professor of social medicine,b Sven Andreasson,
associate professor of social medicine,c Ingvar Lundberg,
professor of occupational epidemiology,c and Glyn Lewis,
professor of psychiatric epidemiologyd.
Participants
50 087 subjects: data were available on self reported use of
cannabis and other drugs, and on several social and
psychological characteristics.
Conclusions
Cannabis use is associated with an increased risk of
developing schizophrenia, consistent with a causal relation.
This association is not explained by use of other
psychoactive drugs or personality traits relating to social
integration.
28 agosto 2016 15:23 - ennio4531
IL MAGGIOR SINDACATO DI POLIZA ITALIANASI SCHIERA :
LEGALIZZARE LA CANNABIS E' UNA BUONA IDEA
Dopo la Direzione nazionale antimafia e il presidente
dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone anche il
maggior sindacato di polizia, il Siulp, prende posizione
aprendo alla possibilità di una legalizzazione della
cannabis. Il segretario generale del sindacato, Felice
Romani, ha affermato: «Se la cannabis fosse somministrata
attraverso un circuito legale sarebbe meno pericolosa e non
conterrebbe quegli additivi chimici e inquinanti che fanno
più danni dello stesso principio attivo. Oggi la
microcriminalità, o criminalità diffusa, è alimentata
soprattutto dai giovani che proprio per procurarsi queste
sostanze si rivolgono al mercato nero e commettono reati
come furti, scippi e rapine, i più odiosi nel sentire
comune».
Siamo ancora lontani da ciò che accade negli Usa, dove i
poliziotti contro il proibizionismo hanno fondato
un’associazione che finanzia campagne per la
legalizzazione e per spiegare come essa sia fondamentale per
permettere alle forze dell’ordine di liberare risorse
economiche ed umane per perseguire i reati più gravi, ma la
presa di posizione del Siulp, che con oltre 25mila iscritti
è il più rappresentativo tra i sindacati di polizia,
rappresenta sicuramente una notizia rilevante che era
tutt’altro che scontata nel panorama italiano: a quanto
pare non tutti i poliziotti italiani trovano intelligente
continuare a impegnare buona parte delle pattuglie per
inseguire ragazzini con due grammi di erba in tasca.
Altri sindacati di polizia si sono invece espressi
contrariamente ad ogni ipotesi di legalizzazione. Tra questi
il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) che in un comunicato
ha affermato che «vietare l’uso delle droghe di qualsiasi
tipo e’ la concretizzazione di una scelta etico-morale che
mira a ridimensionare la cultura dello sballo e la
promozione dei falsi valori e degli stili di vita decadenti
e degenerativi». Per la cronaca il Sap è lo stesso
sindacato al cui congresso venne riservata un’ovazione ai
poliziotti condannati per l’uccisione di Federico
Aldovrandi.