COMMENTI
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6 gennaio 2003 0:00 -
La religione non deve entrare in queste cose! In Francia, come negli altri paesi d'Europa, c'è parecchia gente che consuma carne di ogni tipo e alcoolici (e non sono 'mbriaconi!). Perchè questi due fratelli non si aprivano un negozio di spezie o di tappeti!
7 gennaio 2003 0:00 -
Purtroppo Evry vive le sorti di un sobborgo di periferia di molte delle nostre citta', mi spiace. Questa è frutto della società che abbiamo costruito intorno a regole che valgono all'interno di essa. Ma se ricordiamo la storia, essa si ripete, ogni impero vede la Sua fine quando viene a contatto con culture estranee e noi la stiamo scrivendo dall'alto del nostro comportamento civile e liberale che viene opportunamente sfruttato da chi ci conosce. A quel signore offrirei un buon caffe' corretto grappa, ogni volta che chiede al bar un caffe'. L.T.
8 gennaio 2003 0:00 -
Le persone islamiche, in quanto rappresentano una minoranza, dovrebbero adeguarsi ai nostri modi di vivere: non possono imporre alle altre persone (in tal caso i clienti del negozio) di non bere alcoolici né mangiare carne di maiale. Qualcuno potrebbe dire che i clienti possono cambiare negozio; ma ciò può significare strada in più, disagi a persone anziane che magari erano clienti abituali del negozio.
8 gennaio 2003 0:00 -
Nessuno ha diritto di imporre le sue abitudini, tradizioni, il proprio credo in terra straniera che oltretutto lo accetta gia' come ospite!
8 gennaio 2003 0:00 -
L'esercizio rilevato non era un negozio specializzato nella vendita di alimentari consoni alla religione islamica; quindi deve vendere tutto quello che prima era consentito. P.es.: io sono contrario alla vendita di materiale pornografico, ma devo rispettare la liberta' di stampa e accettarequello che la legge consente.
8 gennaio 2003 0:00 -
La tolleranza è un nobile esercizio, ma sarei curioso di sapere se nelle terre islamiche ci permetterebbero di aprire un negozio dove vengono venduti alcoolici e carne di maiale ... Io credo che, come minimo, ci caccerebbero a pedate nel sedere!!! ... Il guaio è che, mentre noi stiamo discutendo su "tolleranza sì o tolleranza no", quelli ci stanno accerchiando e non è lontano il tempo in cui, dopo aver fatto rimuovere il Crocifisso dalle aule scolastiche, ci indurranno ad abbattere le Chiese e ad inchinarci, la sera, verso la Mecca!!! ...
9 gennaio 2003 0:00 -
mi pare ragionevole che il commerciante venda ciò che vuole
9 gennaio 2003 0:00 -
se ognuno rispettasse le regole dei paesi ospitanti allora non ci sarebbero problemi di alcun genere
9 gennaio 2003 0:00 -
Non si può obbligare nessuno a vendere o non vendere i prodotti che "ci piacciono". Se in un supermercato non trovo gli articoli che desidero acquistare (anche una marca di biscotti per es.) divento cliente di un altro.
9 gennaio 2003 0:00 -
Spiace vedere che su di una questione di diritto commerciale sia partita una duplice crociata anti e pro islam! E tutte e due le fazioni si combattono senza motivo alcuno. Il sondaggio non chiedeva di scegliere tra islam e cristianesimo (come i neo crociati hanno creduto), non chiedeva neppure se si preferisce la pizza o il cinese (come qualche difensore della societa' multietnica ha inteso). A mio parere il sindaco potrebbe giustamente ritirare la licenza se i commercianti in questione non accettassero di vendere alcolici e carne di maiale e se la cosa causasse disagi in termini di tempo ed economici alla propria comunita'. Tuttavia trattandosi di un supermarket di quartiere non credo che sia l'unico esistente quindi verrebbe meno la motivazione del disagio arrecato ai cittadini. Se cosi' fosse il sindaco non avrebbe diritto di revocare la licenza e su di lui ricadrebbe la responsabilita' politica di aver accordato una licenza senza curarsi preventivamente di cosa sarebbe stato venduto e non venduto da parte di islamici. Io ritengo che sia giusto rispettare le altre culture, ma ritengo sacrosanto (in senso laico e civile) che colui che entra a far parte di una comunita' ne accetti gli usi e costumi o quantomeno ci conviva, altrimenti se non li gradisce puo' sempre tornare nella propria terra natia, ma in questo caso si parla di un esercizio commerciale e chiunque puo' decidere di vendere (e soprattutto di non vendere) quello che gli pare purche' rispetti la legge ...
9 gennaio 2003 0:00 -
E' uno scandalo!!!
9 gennaio 2003 0:00 -
Personalmente non consumo alcoolici e mangio pochissima carne di maiale, ma penso che in tal caso l'unica via sia favorire la concorrenza.
9 gennaio 2003 0:00 -
Ci sono in Italia supermercati che mettono in vendita solo alcuni prodotti o tipi di prodotto. Niente di strano, se non si trova un prodotto in un esercizio si va in un'altro. Tutta la questione mi sembra utile per far eco ad intolleranze razziali!
10 gennaio 2003 0:00 -
Personalmente credo che continuerei a servirmi presso il medesimo supermercato, acquistando altrove la merce ivi irreperibile. Ovviamente troverei scomodo dovermi allontanare dalla mia zona di residenza per acquistare carne di maiale o alcolici. Credo tuttavia che i proprietari del supermercato non stiano violando la legge e che, in assenza di specifici vincoli inerenti alla gestione dell'attività, abbiano tutti i diritti di decidere quali prodotti mettere in vendita. Ovviamente la mancanza di certi prodotti di largo consumo dirotterà gran parte dei potenziali consumatori della zona a servirsi altrove anche per gli altri acquisti, comportando per il supermercato in questione una perdita progressiva della clientela abituata alla precedente gestione.
10 gennaio 2003 0:00 -
Trovo che la decisone presa da questi due fratelli sia giusta in quanto alla loro fede, ma sbagliata nel non considerare che non si trovano in un paese musulmano. D'altro canto se una persona qualsiasi si permettesse di andare nel loro paese e aprire un supermercato non potrebbe sicuramente fare a meno di considerare le tradizioni del posto
10 gennaio 2003 0:00 -
Ma aprissero Supermercati nel LORO Paese!
11 gennaio 2003 0:00 -
Non mi importerebbe se il commerciante non vendesse alcolici ne' carne di maiale. Per decidere se servirmi in questo supermercato, mi baserei su altri criteri: ha prezzi buoni? Ha merce buona? Offre un servizio decente? Se pensassi di si', allora andrei in questo negozio. Per acquistare alcolici o carne di maiale, andrei altrove. Mi sembra un problema davvero irrilevante.
11 gennaio 2003 0:00 -
Manca la risposta: darei ragione agli esercenti!
11 gennaio 2003 0:00 -
Ognuno nel suo esercizio e' libero di vendere cio' che vuole. A Melzo c'e' una macelleria solo di carne equina.... dovrei chiedere al sindaco di farla chiudere per correttezza nei confronti della carne bovina o suina???
11 gennaio 2003 0:00 -
Tolleranza...tolleranza, ma sempre e solo da parte nostra?
11 gennaio 2003 0:00 -
lo andassero ad aprire nel loro paese
11 gennaio 2003 0:00 -
Credo che ogni gestore di supermercati sia libero di vendere un po' quello che vuole. Personalmente andrei a fare la spesa altrove se avessi bisogno di alcolici o maiale, alla fine sono loro a perdere i clienti.
11 gennaio 2003 0:00 -
Le persone che vivono in un paese straniero penso che si debbano adeguare agli usi e consumi del paese stesso, mantenendo le proprie abitudini ma senza cercare di modificare quelle degli altri. Se i consumatori in massa evitassero di spendere in quel supermercato, penso che i proprietari capirebbero che un servizio pubblico deve rimanere accessibile a tutti e che le abitudini restrittive di origine religiosa non c'entrano niente con il commercio e neanche con altre cose.
11 gennaio 2003 0:00 -
a Milano presso gli ipercoop e' in vendita e macellata con il rito islamico quindi se vogliono essere integrati dimostrino anche loro di essere democratici verso le altre religioni
12 gennaio 2003 0:00 -
Comunque, un supermercato per quanto sia un'attività commerciale privata è un servizio pubblico. Non credo che si possa imporre uno o l'altro prodotto ma, favorendo l'arrivo di concorrenti, sarà il consumatore che deciderà della "vita o morte" di quell'attività commerciale. Buona Giornata.
12 gennaio 2003 0:00 -
Essere "schiavi" di una religione o di una convinzione è certo un diritto di ognuno, ma nel momento in cui viene esteso ad altri è una prepotenza! Cosa direbbero se andassimo al Cairo ad aprire una bella SALUMERIA con Prosciutti crudi, cotti e co? O una bell'ENOTECA? Cosa c'è in questi casi? La lapidazione?
13 gennaio 2003 0:00 -
Se ne esistono altri nel paese non sono contrario alla chiusura del supermarket islamico,anzi! Cosi' i seguaci di Allah andranno in questo ed io, se fossi cittadino di Evry, vado a fare la spesa negli altri. Almeno li' non mi trovo in mezzo a quei talebani
13 gennaio 2003 0:00 -
ognuno è libero di operare come vuole. Sarà il mercato a decidere se la scelta del negoziante è economicamente valida o meno. Il consumatore potrà decidere di recarsi a fare la spesa altrove.
14 gennaio 2003 0:00 -
Manca un opzione: il commerciante vende quello che gli pare! Se non vende il danno lo fa solo a se stesso quindi perchè deve essere obbligato a vendere quello che dicono gli altri? Il negozio è suo e fa come gli pare, visto che ne risponde in prima persona
14 gennaio 2003 0:00 -
Sono d'accordo con chi dice: "manca una risposta adeguata: si passa dall'"andrei + lontano a far la spesa" all'entusiastico "finalmente...". " c'è gente, come me ad esempio, che andrebbe a fare la spesa li’, come in qualunque altro supermercato e per i prodotti che non si trovano (non mi pare che nei supermercati si trovi sempre tutto) si possono sempre comprare da un'altra parte.
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