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11 agosto 2006 0:00 - Pierino
Festa grande per i DROGATI
10 agosto 2006 0:00 - Dianella Barnocchi
Un farmacista abilitato alla professione
rimane sempre tale , sia all'interno di 4 mura di una farmacia , sia all'interno di 4 mura di un supermercato : se una persona è abilitata ad una professione lo è comunque e dovunque.
Si diano da fare piuttosto i proprietari di farmacia a trasformarle in veri e propri laboratori , galenici ed quant'altro, in cui poter produrre e vendere medicamenti ad hoc, secondo le specifiche esigenze dei clienti. Troppo comodo restare dietro un banco a veder lavorare i collaboratori , rifilandogli ogni tanto anche qualche calcio sugli stinchi.
30 luglio 2006 0:00 - Lucio Musto
X blaster

Assolutamente si, e ciecamente!... Fin troppo ovviamente il mio voleva essere un intervento provocatorio (ci mancherebbe, quelle sono medicine!).

E non perché li abbia dimenticati non ho citato il farmaco alternativo con analoghi o identici principi attivi, e soprattutto… soprattutto il cosiddetto farmaco “generico”.

Su questi ultimi, occorrerebbe fare un altro lunghissimo, serio discorso, in tema di risparmio ed abbattimento dei costi inutili.

Come un altro discorso sarebbe da fare sui farmaci perenni, come quelli che prendo io e dovrò prendere per tutto il resto della mia lunghissima vita. Tre pasticche al giorno, tutti giorni, e l’elegante confezione serigrafata ne contiene ventuno, di pasticche, e non sono prescrivibili più di due confezioni alla volta! Una settimana si ed una no, coda dal medico, ricettina, coda in farmacia, digitazione, pacchettino, scontrino e pronti per buttare via altri due eleganti scatolini vuoti…

Ed ho lasciato fuori le preparazioni cosiddette galvaniche che si fanno “anche” in farmacia, ma soprattutto in altri posti, e non è detto che siano così innocue come sembra!... non mettiamo troppa “carne al fuoco”, sennò ci perdiamo dietro le polemiche.

I farmaci costano cari, è vero, al malato ed allo Stato, e forse “rendono troppo” a qualcuno.
Ma sforziamoci, con intelligenza, per renderli meno cari e sforbiciare abusi ed arricchimenti illeciti, non cerchiamo di camuffare il problema facendo si che “rendano molto” anche a qualcun altro!

Lucio Musto 30 luglio 2006 parole 221
29 luglio 2006 0:00 - blaster
la prima parte del tuo discorso la condivido a pieno Lucio: capitano molti pazienti ogni giorno che chiedono consiglio per un occhio irritato, una piccola ferita, un'allergia leggera, un'influenza. è qui che il farmacista mette a disposizione la sua esperienza e conoscenza per offrire al cliente un servizio.
Per i medicinali con ricetta medica, spesso il farmacista consegna ciò che è scritto e basta. Tuttavia nonostante i computer ti assicuro la moltitudine di errori che ricorrono sulle ricette, visto anche la complicata burocrazia che appesantisce il lavoro. Il farmacista può tuttavia consigliare il generico per far spendere meno ticket al cliente, può sostituire un medicinale con un equivalente (anche non generico) in caso di urgenze, può dare un consiglio rapido anche sul come usare un farmaco, dato che ci sono foglietti illustrativi che sono più grandi di una pagina di giornale.
In generale ci vuole un professionista, perchè egli conosce quali farmaci sono i più pericolosi e per cui occorre la massima attenzione nella dispensazione.
Infine non tutte le ricette vengono scritte a computer, anche se si sta cercando di informatizzare il piu possibile il sistema.
Ultima cosa: se la lobby più potente, quella dei supermercati potrà avere i farmaci da banco, attenzione perchè non è tutto oro quello che luccica; alle associazioni dei consumatori piace sempre ricordare i casi limite, dove il risparmio sembra sia immenso, ma si tralascia tutto il resto.
29 luglio 2006 0:00 - Lucio Musto
Un piccolo assurdo, in questa proposta di legge, ce lo vedo anch'io.

La professionalità del farmacista è più nel cosiddetto “farmaco da banco” che nella spedizione di ricette mediche.

Lì infatti spesso è richiesto anche il suo consiglio, oltre al prodotto farmaceutico («Dottore, ho un occhio che mi brucia, cosa posso metterci?») e spesso malattie anche serie vengono scoperte proprio in questo modo.
Qui invece di solito il farmacista non entra nel merito, ma si limita a prelevare dai suoi scaffali le scatoline colorate dei medicinali indicati nella ricetta e staccarne le fustelle.

Solo in caso di qualche novità o errore di trascrizione (il prontuario del medico è identico al suo) il farmacista chiede “al cliente” spiegazioni su cosa “il medico” avesse voluto intendere… e cerca di interpretare.

Ecco perché sarebbe forse più logico che fossero proprio i medicinali da banco, a rimanere in farmacia. Per gli altri, quelli con la ricetta ormai quasi dappertutto computerizzata, basterebbe un distributore automatico, con magari un lettorino di codici a barre.

Di preparazioni galeniche non se ne parla da nessuna parte, e non entrerò quindi nel merito.
28 luglio 2006 0:00 - matematico
mediamente dal 200 al 400 %

IL 100% IN MENO è ZERO.. FORSE CHE ALL'ESTERO TI PAGANO PER PRENDERE UN FARMACO?
28 luglio 2006 0:00 - paolo
non capisco come ci possa essere qualcuno che non sia farmacista o figlio di farmacista, che non sia d'accordo con la liberalizzazione dei farmaci da banco, è ora di finirla con le corporazioni e le lobby.... nel resto del mondo se voglio acquistare un'aspirina la trovo al supermercato, che non sono solo le coop ma anche grandi gruppi privati. senza consiuderare il fatto che all'estero le differenze si aggirano mediamente dal 200 al 400 % in meno !!! sarà un caso, io vivo in un piccolo paese e nelle prime posizione delle denunce dei redditi figurano sempre i due farmacisti !!!!!
27 luglio 2006 0:00 - michelia
Al di là di ogni singolo interesse dei farmacisti titolari figli di farmacisti titolari... ma perchè un farmacista collaboratore deve guadagnare 1200€ netti se lavora per il privato, 1900€ se lavora nelle comunali e 2000€(1° livello) se lavora nel supermercato.-
I cari Farmacisti Titolari sanno che tolte le tasse ed icontributi obbligatori, il farmacista collaboratore, a parità di anzianità e di orario, guadagna 85€ più del magaziniere.--
Caro titolare di farmacia ti dà tanto fastidio che un laureato abbia più prospettive che non solo la tua farmacia?
2 luglio 2006 0:00 - mah
liberalizzare la professione cosa vuol dire? che un pizzaiolo potrebbe venderti anche i farmaci antitumore?
oppure che il macellaio della coop dovrebbe suggerirti quale cura della bronchite adottare?
2 luglio 2006 0:00 - elisabetta
sono una farmacista disoccupata perchè non possiedo farmacia ed entrare a lavorare sopratutto se part-time è impossibile se non si hanno conoscenze...sono contenta della liberalizzazione, magari ho una possibilità in più di trovare lavoro negli ipermercati della zona...
2 luglio 2006 0:00 - renza
Mi vien da ridere siamo il paese degli zimbelli, era piu' semplice liberalizzare le professiono e non mettere un farmacista alla coop che puo' essere un levoro benissimo svolto da un non laureato che schifo tanto i prezzi non e' cosi' che si abbasseranno, ed i professionisti ve li fate scappare in inghilterra dove al banco ci sono i commessi ed il farmacista fa il farmacistae non il venditore come qui da noi, e non mi dite che non volete la pillola anticoncezionale senza ricetta ed anche quella abortiva la pretendete senza ricetta, il bello e' che i titolari ve la danno tanto a loro importano solo i soldi e non la vostra salute
26 gennaio 2006 0:00 - Scocciato
Per Marco: Sarà pure vero che quando la sanità era gratis per tutti c'erano tanti sprechi. Ma ora che ci sono fior di freni, la sanità va sempre peggio tanto che tagliano tutto e allora, come la mettiamo? E' come il debito pubblico che era, dieci o dodici anni fa, molto alto e non si ridimensionava perchè c'erano tassi dei titoli di stato anche al dodici-quindici p.c.(ampio archivio a disposizione per chi non ci crede). Si sperava che diminuissero per ridurre il debito pubblico. I tassi sono andati diminuendo sino ad oggi(ora del due p.c., ma negli ultimi dieci-dodici anni il debito pubblico è andato sempre,comunque, aumentando.....(colpa di Berlusconi anche quì?)
26 gennaio 2006 0:00 - Marco
Paolo, dubito che la tua sia la soluzione giusta. Negli anni del tutto gratis, la gente usciva dalla farmacia con le sporte e poi buttava via chili di medicine. I medici le prescrivevano per non perdere il paziente con la relativa quota mensile (e molti lo fanno tuttora). L'abuso di antibiotici presi inutilmente al primo raffreddore ha favorito le resistenze batteriche ed ha comportato costi enormi per la sanità. C'erano perfino vecchi che, vuoi per ipocondria, vuoi per ammazzare la noia e passare una giornata insolita, si facevano prescrivere radiografie e altri esami ingiustificati, "tanto è gratis", e i medici, naturalmente, sempre pronti a firmare per il motivo detto prima.
Molta gente è pronta a sborsare migliaia di euro per mandare i figlioli dal dentista per correggere un lieve difetto estetico, ma quando si tratta di farmaci ed esami che costano molto meno e che servono davvero, diventano subito taccagni. Siamo stati abituati molto male.
24 gennaio 2006 0:00 - Paolo 1
No, la liberizzazione fa comodo alla Coop, ed e' una pia illusione dei liberisti, non servirebbe a niente (basti pensare agli altri settori privatizzati e liberizzati, come assicurazioni, banche, luce acqua gas trasporti e sanita'), la soluzione e' tornare ad una applicazione integrale della Legge 833 del 1978, istitutiva del servizio sanitario nazionale, cure gratis senza ticket.
Paolo
24 gennaio 2006 0:00 - utente
in inghilterra sono anni che vengono venduti al super e secondo me è giusto
basta con questi privilegi e corporazioni
23 gennaio 2006 0:00 - contribuente
Già è stato umiliante dover accettare di fare sconti su sop e otc riducendo la figura del farmacista a quella di un commerciante qualsiasi

Eh sì, meglio farli pagare di più....
23 gennaio 2006 0:00 - Scocciato
Buon intervento quello di Giovanna.
Io non ho firmato alla Coop.Per estensione di interesse, suppongo lo faranno anche altri operatori interessati. Purtroppo le Coop ed altre cooperative, data la grande potenzialità e capacità di acquisto, in un primo tempo riusciranno ad assorbire(ammesso che la legge vada in porto) buona parte del mercato del farmaco (quello in questione). Poi ci sarà un adeguamento anche delle farmacie, in un modo o nell'altro perchè non accetteranno di vedersi portar via una buona fetta del vendibile. Quando sarà raggiunto il punto di pareggio, la gente andrà più fiduciosamente in farmacia, per tanti motivi che ho anche esposto in un mio precedente intervento.
Trovo, comunque, avvilente fare il commesso laureato in un supermercato, dove le proprie professionalità verranno esplicate solo con il consigliare una vitamina o un antidolorifico, piuttosto che cimentarsi in farmacopea più importante. Sarebbe come mettere un'ingegnere edile a contar pietre in un cantiere ! Ma quando c'è il dio danaro di mezzo, spesso le cose non vanno come vorremmo.
22 gennaio 2006 0:00 - Giovanna
Salve, sono una giovane farmacista che lavora da due anni in una farmacia rurale! Non capisco come si possa appoggiare una proposta come quella della Coop! Io non credo che sia questa la via migliore per risolvere il problema del costo dei farmaci. Bisogna intervenire alla base, non sono i farmacisti a decidere il prezzo di un farmaco bensì le aziende produttrici per cui è a loro che bisogna rivolgersi; io penso che sia compito del governo controllare i prezzi imposti dalle aziende farmaceutiche così come viene fatto in altri paesi!Già è stato umiliante dover accettare di fare sconti su sop e otc riducendo la figura del farmacista a quella di un commerciante qualsiasi!!! Allora a che è servito studiare faticosamente per 5 anni? Io ci tengo alla mia professione e la esercito seriamente e credo che anche i miei colleghi facciano lo stesso per cui non vedo perché il cliente debba sentirsi "derubato" quando gli si comunica il prezzo di un farmaco, il farmacista non "imbroglia" altrimenti non bisognerebbe fidarsi neanche dei suoi consigli! Ritornando alla questione "farmaci da banco nei supermercati", non credo che l'aspirazione di un laureato in farmacia sia quella di lavorare in un supermercato perché si limiterebbe a vendere soltanto sop e otc negandosi la possibilità di esercitare in pieno la sua professione che comprende anche e soprattutto la spedizione di una ricetta!!! Si dice che questo progetto servirebbe anche a dare nuovi posti di lavoro ma hanno pensato a chi, come me, potrebbe perderlo se il titolare, vedendosi diminuire il guadagno, fosse costretto a fare a meno di un dipendente?
21 gennaio 2006 0:00 - Ettore
Io ho firmato alla Coop però la cosa migliore l'ha detta ANNA.

BASTA con il protezionismo, chi ha studiato anni ed ha conseguito una laurea perchè non può aprire una farmacia?

Ci sono paesi come Spotorno in provincia di Savona dove esiste una sola farmacia posizionata al centro del paese e scomodissima, sempre piena zeppa di gente ed il titolare non consente "ovviamente" l'apertura di altra farmacia.

Sono protezionismi che consentono arricchimenti spropositati a danno degli utenti.
21 gennaio 2006 0:00 - Alex
Ma secondo voi la COOP vorrebbe vendere i farmaci per disincentivarne il loro uso?
Il farmaco non è un bene di consumo e nessuno deve promuoverne l'acquisto.

Le farmacie ne disincentivano l'acquisto o semplicemente ci guadagnano sulle vendite?
E se lo fa la coop con tanto di assistenza di un farmacista (che non ha conflitto di interesse!!) cosa cambia?
Perchè devo prendere (ad esempio) un decongestionate per il naso in farmacia (dicendo io quello che voglio) per pagarlo di più? Che servizio aggiuntivo ho ricevuto?
21 gennaio 2006 0:00 - Anna
Invece di far uscire il farmaco dalla farmacia,annulliamo il protezionismo dal mondo della farmacia liberalizzandolo e permettendo a tutti i farmacisti, che ne hanno la competenza, di poter aprire la propria farmacia.Questo aprirebbe un mercato diverso e più competitivo.I prezzi calerebbero e la salute non diventerebbe un" fai da te".Il farmaco da banco è pur sempre un farmaco,e il consiglio del farmacista è comunque professionale e gratuito.
20 gennaio 2006 0:00 - Enzo
Ma secondo voi la COOP vorrebbe vendere i farmaci per disincentivarne il loro uso?
Il farmaco non è un bene di consumo e nessuno deve promuoverne l'acquisto.
20 gennaio 2006 0:00 - Marco
Laura, il tuo intervento tutto in maiuscole è di difficile lettura e mostra scarso rispetto per chi legge. Se vuoi esprimere con forza le tue idee, cerca, se ti riesce, di farlo con argomenti convincenti, anziché con puerili espedienti tipografici.
20 gennaio 2006 0:00 - Alberto
Se qualcuno avesse voglia e tempo cerchi e legga il libro di Linus Pauling (due premi Nobel)e veda cosa ne pensa dell' uso dei farmaci. Purtroppo l'aspetto commerciale prevarica sempre quello che dovrebbe essere il vero scopo da perseguire in ogni ambito: tutelare la salute insegnando a tutti a seguire un corretto stile di vita (alimentazione, sport, integrazione, etc.)salvaguardando giorno dopo giorno il nostro bene più prezioso: la salute. Ricordiamoci che un farmaco è pur sempre una sostanza di sintesi estranea al nostro organismo e per questo motivo anche tossica. Questo può essere un valido motivo per fare di tutto per limitare il consumo dei farmaci anzichè incentivarlo?
17 gennaio 2006 0:00 - Ezio Greggio
Ma qual è il problema??
Tanto ormai alle coop si compra di tutto... persino le banche!!!
17 gennaio 2006 0:00 - Alex
c'e' una normativa che impone ai farmacisti di vendere a prezzi uguali su tutto il territorio nazionale ed ai grossisti di applicare sulle fatture di vendita alle farmacie uno sconto inferiore al 30%.

Non è vero, la normativa già prevede sconti fino al 20% (inapplicati, ma già adesso i prezzi non sono uguali dappertutto) e le scontistiche arrivano fino al 70% (basta chiedere ad un qualunque informatore scientifico del farmaco). Un conto è il grossista, un conto è lo sconto complessivo sul prezzo di listino.

Se ne inventano di tutte per fare fallire questa proposta... ma se quello che dite è vero cosa avete da temere?
17 gennaio 2006 0:00 - gino
La maggior parte degli interventi dimostrano che pochi conoscono a fondo il problema ma, com'e' ovvio tutti vorremmo spendere meno per quello che acquistiamo e quindi la maggioranza e' d'accordo sull'iniziativa. Purtroppo il problema e' diverso: c'e' una normativa che impone ai farmacisti di vendere a prezzi uguali su tutto il territorio nazionale ed ai grossisti di applicare sulle fatture di vendita alle farmacie uno sconto inferiore al 30%. Finche' saranno in vigore queste norme, anche le Coop non potrebbero fare sconti significativi come molti credono e sperano. Occorre quindi eliminare i prezzi fissi e gli sconti predefini, e poi, ben vengano le Coop - altrimenti non cambiera' nulla.
15 gennaio 2006 0:00 - Alex
Ma prima di parlare e di fare certe obiezioni.. almeno l'avete letta la proposta di legge della coop?
Che oltre a prevedere un reparto apposito prevede la presenza fissa di un farmacista e vieta promozioni e campagne sottocosto.
15 gennaio 2006 0:00 - consumatore
Ricordiamoci bene che questi farmaci non richiedono la consultazione di un medico. Se per il loro acquisto non c’è più nemmeno l’interfaccia di un farmacista, allora l’assunzione diventa totalmente fuori controllo. Chi vigilerà sulla loro diffusione? Il cassiere della COOP?

No il farmacista della coop!!! Che almeno avrà meno conflitto d'interesse del farmacista che oggi si arricchisce con dei profitti assurdi sui medicinali da banco.
15 gennaio 2006 0:00 - Rosalba
P.S. non mi sento nè incivile nè terrorista a chiedere di poter trovare il colluttorio, la Penicillina o il Lasonil al supermercato, dato che sono una mamma ingegnere che lavora e ha poco tempo per fare la spesa! Tanto più, a sapere di pagare una pomata il 70% in + del suo valore reale, mi viene la carogna sulla schiena!! E' un furto legalizzato! Allora non facciamo + vendere il latte ai panettieri e i giocattoli ai giornalai! A ciascuno il suo! Ma... che ridicoli!!! Non si può sacrificare il bene della comunità per la ricchezza delle lobbies. Non si tratta certo di far fare un'operazione chirurgica ad un macellaio (senza nulla togliere ai macellai, era solo per fare un esempio). Se uno vuole usare per forza un farmaco che fà male, trova la strada per farlo.
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