Un farmacista abilitato alla professione rimane sempre
tale , sia all'interno di 4 mura di una farmacia , sia
all'interno di 4 mura di un supermercato : se una
persona è abilitata ad una professione lo è comunque e
dovunque. Si diano da fare piuttosto i proprietari di
farmacia a trasformarle in veri e propri laboratori ,
galenici ed quant'altro, in cui poter produrre e vendere
medicamenti ad hoc, secondo le specifiche esigenze dei
clienti. Troppo comodo restare dietro un banco a veder
lavorare i collaboratori , rifilandogli ogni tanto anche
qualche calcio sugli stinchi.
30 luglio 2006 0:00 - Lucio Musto
X blaster
Assolutamente si, e ciecamente!... Fin
troppo ovviamente il mio voleva essere un intervento
provocatorio (ci mancherebbe, quelle sono medicine!).
E non perché li abbia dimenticati non ho citato il
farmaco alternativo con analoghi o identici principi attivi,
e soprattutto… soprattutto il cosiddetto farmaco
“generico”.
Su questi ultimi, occorrerebbe
fare un altro lunghissimo, serio discorso, in tema di
risparmio ed abbattimento dei costi inutili.
Come un altro discorso sarebbe da fare sui farmaci perenni,
come quelli che prendo io e dovrò prendere per tutto il
resto della mia lunghissima vita. Tre pasticche al giorno,
tutti giorni, e l’elegante confezione serigrafata ne
contiene ventuno, di pasticche, e non sono prescrivibili
più di due confezioni alla volta! Una settimana si ed una
no, coda dal medico, ricettina, coda in farmacia,
digitazione, pacchettino, scontrino e pronti per buttare via
altri due eleganti scatolini vuoti…
Ed ho
lasciato fuori le preparazioni cosiddette galvaniche che si
fanno “anche” in farmacia, ma soprattutto in altri
posti, e non è detto che siano così innocue come
sembra!... non mettiamo troppa “carne al fuoco”, sennò
ci perdiamo dietro le polemiche.
I farmaci
costano cari, è vero, al malato ed allo Stato, e forse
“rendono troppo” a qualcuno. Ma sforziamoci, con
intelligenza, per renderli meno cari e sforbiciare abusi ed
arricchimenti illeciti, non cerchiamo di camuffare il
problema facendo si che “rendano molto” anche a qualcun
altro!
Lucio Musto 30 luglio 2006 parole
221
29 luglio 2006 0:00 - blaster
la prima parte del tuo discorso la condivido a pieno Lucio:
capitano molti pazienti ogni giorno che chiedono consiglio
per un occhio irritato, una piccola ferita, un'allergia
leggera, un'influenza. è qui che il farmacista mette a
disposizione la sua esperienza e conoscenza per offrire al
cliente un servizio. Per i medicinali con ricetta
medica, spesso il farmacista consegna ciò che è scritto e
basta. Tuttavia nonostante i computer ti assicuro la
moltitudine di errori che ricorrono sulle ricette, visto
anche la complicata burocrazia che appesantisce il lavoro.
Il farmacista può tuttavia consigliare il generico per far
spendere meno ticket al cliente, può sostituire un
medicinale con un equivalente (anche non generico) in caso
di urgenze, può dare un consiglio rapido anche sul come
usare un farmaco, dato che ci sono foglietti illustrativi
che sono più grandi di una pagina di giornale. In
generale ci vuole un professionista, perchè egli conosce
quali farmaci sono i più pericolosi e per cui occorre la
massima attenzione nella dispensazione. Infine non
tutte le ricette vengono scritte a computer, anche se si sta
cercando di informatizzare il piu possibile il sistema.
Ultima cosa: se la lobby più potente, quella dei
supermercati potrà avere i farmaci da banco, attenzione
perchè non è tutto oro quello che luccica; alle
associazioni dei consumatori piace sempre ricordare i casi
limite, dove il risparmio sembra sia immenso, ma si
tralascia tutto il resto.
29 luglio 2006 0:00 - Lucio Musto
Un piccolo assurdo, in questa proposta di legge, ce lo vedo
anch'io.
La professionalità del farmacista
è più nel cosiddetto “farmaco da banco” che nella
spedizione di ricette mediche.
Lì infatti spesso
è richiesto anche il suo consiglio, oltre al prodotto
farmaceutico («Dottore, ho un occhio che mi brucia, cosa
posso metterci?») e spesso malattie anche serie vengono
scoperte proprio in questo modo. Qui invece di solito
il farmacista non entra nel merito, ma si limita a prelevare
dai suoi scaffali le scatoline colorate dei medicinali
indicati nella ricetta e staccarne le fustelle.
Solo in caso di qualche novità o errore di trascrizione
(il prontuario del medico è identico al suo) il farmacista
chiede “al cliente” spiegazioni su cosa “il medico”
avesse voluto intendere… e cerca di interpretare.
Ecco perché sarebbe forse più logico che fossero
proprio i medicinali da banco, a rimanere in farmacia. Per
gli altri, quelli con la ricetta ormai quasi dappertutto
computerizzata, basterebbe un distributore automatico, con
magari un lettorino di codici a barre.
Di
preparazioni galeniche non se ne parla da nessuna parte, e
non entrerò quindi nel merito.
28 luglio 2006 0:00 - matematico
mediamente dal 200 al 400 %
IL 100% IN MENO è
ZERO.. FORSE CHE ALL'ESTERO TI PAGANO PER PRENDERE UN
FARMACO?
28 luglio 2006 0:00 - paolo
non capisco come ci possa essere qualcuno che non sia
farmacista o figlio di farmacista, che non sia d'accordo
con la liberalizzazione dei farmaci da banco, è ora di
finirla con le corporazioni e le lobby.... nel resto del
mondo se voglio acquistare un'aspirina la trovo al
supermercato, che non sono solo le coop ma anche grandi
gruppi privati. senza consiuderare il fatto che
all'estero le differenze si aggirano mediamente dal 200
al 400 % in meno !!! sarà un caso, io vivo in un piccolo
paese e nelle prime posizione delle denunce dei redditi
figurano sempre i due farmacisti !!!!!
27 luglio 2006 0:00 - michelia
Al di là di ogni singolo interesse dei farmacisti titolari
figli di farmacisti titolari... ma perchè un farmacista
collaboratore deve guadagnare 1200€ netti se lavora per il
privato, 1900€ se lavora nelle comunali e 2000€(1°
livello) se lavora nel supermercato.- I cari
Farmacisti Titolari sanno che tolte le tasse ed icontributi
obbligatori, il farmacista collaboratore, a parità di
anzianità e di orario, guadagna 85€ più del
magaziniere.-- Caro titolare di farmacia ti dà tanto
fastidio che un laureato abbia più prospettive che non solo
la tua farmacia?
2 luglio 2006 0:00 - mah
liberalizzare la professione cosa vuol dire? che un
pizzaiolo potrebbe venderti anche i farmaci antitumore?
oppure che il macellaio della coop dovrebbe suggerirti quale
cura della bronchite adottare?
2 luglio 2006 0:00 - elisabetta
sono una farmacista disoccupata perchè non possiedo
farmacia ed entrare a lavorare sopratutto se part-time è
impossibile se non si hanno conoscenze...sono contenta della
liberalizzazione, magari ho una possibilità in più di
trovare lavoro negli ipermercati della zona...
2 luglio 2006 0:00 - renza
Mi vien da ridere siamo il paese degli zimbelli, era
piu' semplice liberalizzare le professiono e non mettere
un farmacista alla coop che puo' essere un levoro
benissimo svolto da un non laureato che schifo tanto i
prezzi non e' cosi' che si abbasseranno, ed i
professionisti ve li fate scappare in inghilterra dove al
banco ci sono i commessi ed il farmacista fa il farmacistae
non il venditore come qui da noi, e non mi dite che non
volete la pillola anticoncezionale senza ricetta ed anche
quella abortiva la pretendete senza ricetta, il bello e'
che i titolari ve la danno tanto a loro importano solo i
soldi e non la vostra salute
26 gennaio 2006 0:00 - Scocciato
Per Marco: Sarà pure vero che quando la sanità era gratis
per tutti c'erano tanti sprechi. Ma ora che ci sono fior
di freni, la sanità va sempre peggio tanto che tagliano
tutto e allora, come la mettiamo? E' come il debito
pubblico che era, dieci o dodici anni fa, molto alto e non
si ridimensionava perchè c'erano tassi dei titoli di
stato anche al dodici-quindici p.c.(ampio archivio a
disposizione per chi non ci crede). Si sperava che
diminuissero per ridurre il debito pubblico. I tassi sono
andati diminuendo sino ad oggi(ora del due p.c., ma negli
ultimi dieci-dodici anni il debito pubblico è andato
sempre,comunque, aumentando.....(colpa di Berlusconi anche
quì?)
26 gennaio 2006 0:00 - Marco
Paolo, dubito che la tua sia la soluzione giusta. Negli anni
del tutto gratis, la gente usciva dalla farmacia con le
sporte e poi buttava via chili di medicine. I medici le
prescrivevano per non perdere il paziente con la relativa
quota mensile (e molti lo fanno tuttora). L'abuso di
antibiotici presi inutilmente al primo raffreddore ha
favorito le resistenze batteriche ed ha comportato costi
enormi per la sanità. C'erano perfino vecchi che, vuoi
per ipocondria, vuoi per ammazzare la noia e passare una
giornata insolita, si facevano prescrivere radiografie e
altri esami ingiustificati, "tanto è gratis", e i
medici, naturalmente, sempre pronti a firmare per il motivo
detto prima. Molta gente è pronta a sborsare migliaia
di euro per mandare i figlioli dal dentista per correggere
un lieve difetto estetico, ma quando si tratta di farmaci ed
esami che costano molto meno e che servono davvero,
diventano subito taccagni. Siamo stati abituati molto male.
24 gennaio 2006 0:00 - Paolo 1
No, la liberizzazione fa comodo alla Coop, ed e' una pia
illusione dei liberisti, non servirebbe a niente (basti
pensare agli altri settori privatizzati e liberizzati, come
assicurazioni, banche, luce acqua gas trasporti e
sanita'), la soluzione e' tornare ad una
applicazione integrale della Legge 833 del 1978, istitutiva
del servizio sanitario nazionale, cure gratis senza
ticket. Paolo
24 gennaio 2006 0:00 - utente
in inghilterra sono anni che vengono venduti al super e
secondo me è giusto basta con questi privilegi e
corporazioni
23 gennaio 2006 0:00 - contribuente
Già è stato umiliante dover accettare di fare sconti su
sop e otc riducendo la figura del farmacista a quella di un
commerciante qualsiasi
Eh sì, meglio farli
pagare di più....
23 gennaio 2006 0:00 - Scocciato
Buon intervento quello di Giovanna. Io non ho firmato
alla Coop.Per estensione di interesse, suppongo lo faranno
anche altri operatori interessati. Purtroppo le Coop ed
altre cooperative, data la grande potenzialità e capacità
di acquisto, in un primo tempo riusciranno ad
assorbire(ammesso che la legge vada in porto) buona parte
del mercato del farmaco (quello in questione). Poi ci sarà
un adeguamento anche delle farmacie, in un modo o
nell'altro perchè non accetteranno di vedersi portar
via una buona fetta del vendibile. Quando sarà raggiunto il
punto di pareggio, la gente andrà più fiduciosamente in
farmacia, per tanti motivi che ho anche esposto in un mio
precedente intervento. Trovo, comunque, avvilente fare
il commesso laureato in un supermercato, dove le proprie
professionalità verranno esplicate solo con il consigliare
una vitamina o un antidolorifico, piuttosto che cimentarsi
in farmacopea più importante. Sarebbe come mettere
un'ingegnere edile a contar pietre in un cantiere ! Ma
quando c'è il dio danaro di mezzo, spesso le cose non
vanno come vorremmo.
22 gennaio 2006 0:00 - Giovanna
Salve, sono una giovane farmacista che lavora da due anni in
una farmacia rurale! Non capisco come si possa appoggiare
una proposta come quella della Coop! Io non credo che sia
questa la via migliore per risolvere il problema del costo
dei farmaci. Bisogna intervenire alla base, non sono i
farmacisti a decidere il prezzo di un farmaco bensì le
aziende produttrici per cui è a loro che bisogna
rivolgersi; io penso che sia compito del governo controllare
i prezzi imposti dalle aziende farmaceutiche così come
viene fatto in altri paesi!Già è stato umiliante dover
accettare di fare sconti su sop e otc riducendo la figura
del farmacista a quella di un commerciante qualsiasi!!!
Allora a che è servito studiare faticosamente per 5 anni?
Io ci tengo alla mia professione e la esercito seriamente e
credo che anche i miei colleghi facciano lo stesso per cui
non vedo perché il cliente debba sentirsi
"derubato" quando gli si comunica il prezzo di un
farmaco, il farmacista non "imbroglia" altrimenti
non bisognerebbe fidarsi neanche dei suoi consigli!
Ritornando alla questione "farmaci da banco nei
supermercati", non credo che l'aspirazione di un
laureato in farmacia sia quella di lavorare in un
supermercato perché si limiterebbe a vendere soltanto sop e
otc negandosi la possibilità di esercitare in pieno la sua
professione che comprende anche e soprattutto la spedizione
di una ricetta!!! Si dice che questo progetto servirebbe
anche a dare nuovi posti di lavoro ma hanno pensato a chi,
come me, potrebbe perderlo se il titolare, vedendosi
diminuire il guadagno, fosse costretto a fare a meno di un
dipendente?
21 gennaio 2006 0:00 - Ettore
Io ho firmato alla Coop però la cosa migliore l'ha
detta ANNA.
BASTA con il protezionismo, chi ha
studiato anni ed ha conseguito una laurea perchè non può
aprire una farmacia?
Ci sono paesi come Spotorno
in provincia di Savona dove esiste una sola farmacia
posizionata al centro del paese e scomodissima, sempre piena
zeppa di gente ed il titolare non consente
"ovviamente" l'apertura di altra farmacia.
Sono protezionismi che consentono arricchimenti
spropositati a danno degli utenti.
21 gennaio 2006 0:00 - Alex
Ma secondo voi la COOP vorrebbe vendere i farmaci per
disincentivarne il loro uso? Il farmaco non è un bene
di consumo e nessuno deve promuoverne l'acquisto.
Le farmacie ne disincentivano l'acquisto o
semplicemente ci guadagnano sulle vendite? E se lo fa
la coop con tanto di assistenza di un farmacista (che non ha
conflitto di interesse!!) cosa cambia? Perchè devo
prendere (ad esempio) un decongestionate per il naso in
farmacia (dicendo io quello che voglio) per pagarlo di più?
Che servizio aggiuntivo ho ricevuto?
21 gennaio 2006 0:00 - Anna
Invece di far uscire il farmaco dalla farmacia,annulliamo il
protezionismo dal mondo della farmacia liberalizzandolo e
permettendo a tutti i farmacisti, che ne hanno la
competenza, di poter aprire la propria farmacia.Questo
aprirebbe un mercato diverso e più competitivo.I prezzi
calerebbero e la salute non diventerebbe un" fai da
te".Il farmaco da banco è pur sempre un farmaco,e il
consiglio del farmacista è comunque professionale e
gratuito.
20 gennaio 2006 0:00 - Enzo
Ma secondo voi la COOP vorrebbe vendere i farmaci per
disincentivarne il loro uso? Il farmaco non è un bene
di consumo e nessuno deve promuoverne l'acquisto.
20 gennaio 2006 0:00 - Marco
Laura, il tuo intervento tutto in maiuscole è di difficile
lettura e mostra scarso rispetto per chi legge. Se vuoi
esprimere con forza le tue idee, cerca, se ti riesce, di
farlo con argomenti convincenti, anziché con puerili
espedienti tipografici.
20 gennaio 2006 0:00 - Alberto
Se qualcuno avesse voglia e tempo cerchi e legga il libro di
Linus Pauling (due premi Nobel)e veda cosa ne pensa
dell' uso dei farmaci. Purtroppo l'aspetto
commerciale prevarica sempre quello che dovrebbe essere il
vero scopo da perseguire in ogni ambito: tutelare la salute
insegnando a tutti a seguire un corretto stile di vita
(alimentazione, sport, integrazione, etc.)salvaguardando
giorno dopo giorno il nostro bene più prezioso: la salute.
Ricordiamoci che un farmaco è pur sempre una sostanza di
sintesi estranea al nostro organismo e per questo motivo
anche tossica. Questo può essere un valido motivo per fare
di tutto per limitare il consumo dei farmaci anzichè
incentivarlo?
17 gennaio 2006 0:00 - Ezio Greggio
Ma qual è il problema?? Tanto ormai alle coop si
compra di tutto... persino le banche!!!
17 gennaio 2006 0:00 - Alex
c'e' una normativa che impone ai farmacisti di
vendere a prezzi uguali su tutto il territorio nazionale ed
ai grossisti di applicare sulle fatture di vendita alle
farmacie uno sconto inferiore al 30%.
Non è
vero, la normativa già prevede sconti fino al 20%
(inapplicati, ma già adesso i prezzi non sono uguali
dappertutto) e le scontistiche arrivano fino al 70% (basta
chiedere ad un qualunque informatore scientifico del
farmaco). Un conto è il grossista, un conto è lo sconto
complessivo sul prezzo di listino.
Se ne
inventano di tutte per fare fallire questa proposta... ma se
quello che dite è vero cosa avete da temere?
17 gennaio 2006 0:00 - gino
La maggior parte degli interventi dimostrano che pochi
conoscono a fondo il problema ma, com'e' ovvio tutti
vorremmo spendere meno per quello che acquistiamo e quindi
la maggioranza e' d'accordo sull'iniziativa.
Purtroppo il problema e' diverso: c'e' una
normativa che impone ai farmacisti di vendere a prezzi
uguali su tutto il territorio nazionale ed ai grossisti di
applicare sulle fatture di vendita alle farmacie uno sconto
inferiore al 30%. Finche' saranno in vigore queste
norme, anche le Coop non potrebbero fare sconti
significativi come molti credono e sperano. Occorre quindi
eliminare i prezzi fissi e gli sconti predefini, e poi, ben
vengano le Coop - altrimenti non cambiera' nulla.
15 gennaio 2006 0:00 - Alex
Ma prima di parlare e di fare certe obiezioni.. almeno
l'avete letta la proposta di legge della coop? Che
oltre a prevedere un reparto apposito prevede la presenza
fissa di un farmacista e vieta promozioni e campagne
sottocosto.
15 gennaio 2006 0:00 - consumatore
Ricordiamoci bene che questi farmaci non richiedono la
consultazione di un medico. Se per il loro acquisto non
c’è più nemmeno l’interfaccia di un farmacista, allora
l’assunzione diventa totalmente fuori controllo. Chi
vigilerà sulla loro diffusione? Il cassiere della COOP?
No il farmacista della coop!!! Che almeno avrà meno
conflitto d'interesse del farmacista che oggi si
arricchisce con dei profitti assurdi sui medicinali da
banco.
15 gennaio 2006 0:00 - Rosalba
P.S. non mi sento nè incivile nè terrorista a chiedere di
poter trovare il colluttorio, la Penicillina o il Lasonil al
supermercato, dato che sono una mamma ingegnere che lavora e
ha poco tempo per fare la spesa! Tanto più, a sapere di
pagare una pomata il 70% in + del suo valore reale, mi viene
la carogna sulla schiena!! E' un furto legalizzato!
Allora non facciamo + vendere il latte ai panettieri e i
giocattoli ai giornalai! A ciascuno il suo! Ma... che
ridicoli!!! Non si può sacrificare il bene della comunità
per la ricchezza delle lobbies. Non si tratta certo di far
fare un'operazione chirurgica ad un macellaio (senza
nulla togliere ai macellai, era solo per fare un esempio).
Se uno vuole usare per forza un farmaco che fà male, trova
la strada per farlo.