Bisognerebbe innanzitutto
distinguere tra punture vere e proprie quali quelle di api,
vespe e calabroni, inquadrabili in un atto di difesa e le
punture di zanzare, tafani, pulci, cimici, pidocchi che
invece hanno lo scopo di procurarsi il cibo rappresentato
dal nostro sangue.
API, VESPE,
CALABRONI Sono insetti che solitamente pungono quando
vengono disturbati e quindi agiscono per difesa. L’ordine
di elencazione è inversamente proporzionale alla gravità
della loro puntura.
Api. (Ape
mellifera)
Vivono dove vi sono fiori da
impollinare, quindi in orti e giardini. La caratteristica
che differenzia le api dalle vespe e dai calabroni è il
pungiglione. Infatti è fatto in maniera tale per cui quando
l’insetto punge e lo conficca nella pelle, non può più
essere estratto. Essendo il pungiglione collegato
all’ultimo tratto dell’intestino, per l’ape pungere e
allontanarsi significa morire (nel giro di 2-3 giorni).
Pungono se vengono provocate e questo avviene
solitamente (ovviamente riferendoci all’ape italiana) a
pochi metri (1-2) di distanza dall’apiario.
Il
veleno delle api viene descritto come un liquido acquoso,
limpido, con un sapore amarognolo, di odore aromatico
(simile a quello delle banane mature)
Vespe (vespa germanica - vespa comune - vespa cartonaia)
Si trovano dappertutto, orti e
giardini, al mare e in montagna e sono riconoscibili per le
bande gialle e nere . Vicine ai rifiuti, specialmente se si
trovano sostanze zuccherine. Costruiscono i nidi sotto il
terreno, in anfratti naturali o in luoghi riparati e
disabitati. A differenza dell’ape, il pungiglione della
vespa non è seghettato e quindi può essere estratto
dall’insetto senza conseguenze dopo la puntura,
permettendogli quindi di pungere più volte la vittima.
Pungono se vengono disturbate.
Pericoloso se si
viene punti in bocca: è per questo che bisogna stare
attenti quando si beve una bibita in lattina, specie se
lasciata incustodita all’aperto anche per pochi attimi.
All’interno potrebbe essersi introdotta una vespa che
all’atto del deglutire sarebbe introdotta in bocca con le
conseguenze del caso.
Attenzione anche se ce la
ritroviamo nell’abitacolo dell’automobile: fermiamoci
con calma (niente “panic-stop”) e allontaniamo
l’ospite indesiderato.
Calabroni (Vespa
crabro)
I più grossi del gruppo
(lunghi circa 35 mm.). Anch’essi prediligono i fiori.
Attaccano solo per difesa di se stesso o del nido. Vivono
preferibilmente nei sotto le tegole dei tetti, nei
cassonetti delle tapparelle, nei tronchi cavi (attenzione
agli ulivi), negli anfratti del terreno e dei muri o
muraglioni oppure nei nidi degli uccelli; si nutrono di
frutti succosi quali pesche, albicocche e prugne. Il
pungiglione è lungo 3-4 mm., non è seghettato come quello
dell’ape e quindi può essere estratto ad ogni puntura,
potendo in tal caso iniettare grandi quantità di veleno in
caso di più punture. Non affrontare mai un nido di propria
iniziativa ma affidarsi ad esperti che provvederanno, con le
dovute precauzioni di vestiario, alla sua distruzione alla
sera.
La conseguenza più comune della puntura di
questi imenotteri è l’arrossamento, il rigonfiamento
(edema) (la chiazza arrossata di solito presenta una parte
centrale bianca) e il dolore acuto, seguito da prurito. Per
correre un rischio mortale, un individuo normale dovrebbe
essere punto contemporaneamente più di 100 volte.
Ben più grave è la reazione allergica che può colpire
soggetti ipersensibili. Infatti in questo caso anche una
sola puntura può scatenare una reazione anafilattica
mortale.
L’escalation sintomatologia porta a
prurito, gonfiore del volto, palpebre, lingua, laringe, che
possono comparire nell’arco di 10-20 minuti dalla puntura;
tali sintomi sono premonitori di una possibile evoluzione
grave che si manifesta con difficoltà a respirare,
sudorazione, orticaria.
Una differenza
sostanziale sulla possibilità di essere punti tra le api da
una parte e le vespe ed i calabroni dall’altra risiede nel
fatto che le prime difficilmente nidificano in alberi o nel
terreno (e quindi lo fanno in luoghi ben conosciuti)
diversamente dai secondi che possono quindi essere di
incontro casuale e quindi inaspettato per se stessi e per
gli insetti stessi, da cui la loro possibile
aggressione.
Primo soccorso
Rimuovere immediatamente il pungiglione (entro venti secondi
dalla puntura) nel caso di puntura di ape (può essere
visibile come un punto nero al centro della chiazza rossa
con attaccata ad esso una microscopica sacca biancastra,la
vescichetta del veleno): utilizzare una pinzetta (anche
quella da sopracciglia va bene), oppure, in mancanza, le
unghie, operando con un movimento secco e rapido. Dopo il
tempo indicato l’intervento è di minor efficacia perché
il veleno è già stato in parte liberato.
Lavare
con acqua e sapone per evitare una infezione secondaria.
Applicare del freddo (cubetto di ghiaccio
avvolto in un tessuto, acqua fredda o impacchi freddi).
Non usare ammoniaca (può peggiorare la
situazione).
Non cercare di rimuovere il
pungiglione cercando di spremere la pelle attorno.
Per ridurre il gonfiore ed il rossore può essere utile
l’applicazione di una crema cortisonica.
In
caso di punture plurime e di prurito significativo, si può
affiancare la somministrazione di antistaminici per via
sistemica.
In caso di punture su lingua o
faringe, il rischio è la morte per asfissia per il
rigonfiamento delle mucose: controllo medico rapidissimo e,
in attesa, far succhiare al paziente un cubetto di ghiaccio
o bere a sorsate bevanda fredda, per rallentare
l’evoluzione del rigonfiamento.
Perché la dose
di veleno iniettata sia mortale occorrono, per la maggior
parte degli adulti, la contemporaneità di 100 punture (50
per un bambino).
Se però, in caso di una
singola puntura:
La reazione cutanea è estesa
con gonfiore diffuso. Il soggetto inizia a lamentare
◊ raucedine,
◊
difficoltà a parlare,
◊ tosse
insistente,
◊ difficoltà a
respirare,
◊ senso di costrizione alla
gola,
◊ nausea,
◊ vomito,
◊ collasso
circolatorio (netto abbassamento della pressione del
sangue).
ATTENZIONE! In questo
caso si tratta di reazione anafilattica e come tale
necessita di intervento medico urgentissimo.
Per tali soggetti con ipersensibilità nota al veleno delle
api e delle vespe, è opportuno avere sempre appresso un kit
con autoiniettore di adrenalina oppure una fiala di
cortisone intramuscolare.
Terapie
popolari: Tagliare a metà uno spicchio d’aglio e
sfregarlo sulle punture. Disciogliere un cucchiaio da
minestra per litro d’acqua fredda di bicarbonato di sodio
ed immergere la parte colpita. Applicare qualche
fettina di cipolla fresca.
Prevenzione: Evitare di indossare indumenti colorati
vivacemente (sono attratti dal giallo e dall’arancio).
E’ preferibile indossare il bianco. Evitare profumi,
dopobarba, creme o spray per capelli che con il loro odore
possono richiamare gli insetti alla stregua di un fiore
profumato. Usare sostanze ad azione repellente per gli
insetti (sopra i tre anni di età) Indossare camicie
con maniche lunghe e pantaloni lunghi, specie se si
percorrono sentieri poco praticati o addirittura fuori
sentiero. Disporre di insetticidi di facile ed
efficace impiego. Non lasciare all’aria aperta resti
di cibo o bevande (specialmente lattine di bibite aperte).
Se per caso più insetti si raccolgono su un alimento,
abbandonare il campo rapidamente, lasciando ovviamente il
piatto incriminato. Non sostare, all’aperto, vicino
a cibi o bevande molto dolci. Durante la stagione
estiva, cautela quando si cucina o si mangia all’aperto
Attenzione in campagna nel periodo di maturazione ai
frutteti e durante la vendemmia. Attenzione ai campi
di trifoglio. Non camminare a piedi nudi nei prati.
Far rimuovere, però solo da personale esperto, i nidi
di api, vespe e calabroni posizionati vicini a luoghi di
lavoro o abitazioni. n caso di attacco di uno sciame
di api o vespe porsi in riparo al chiuso oppure
all’interno di un cespuglio o di un bosco (sperando che la
vegetazione sia fitta) oppure buttarsi in acqua oppure,
infine, in mancanza anche di ogni possibilità elencata,
porsi distesi per terra cercando di coprire ogni area
corporea.
ZANZARE
Ben
conosciamo questi fastidiosi insetti che disturbano le
nostre serate estive (Culex pipiens), stretti compagni
dell’uomo del cui sangue (e di quello degli animali
domestici) si nutre. Colonizza grandi specchi d’acqua
stagnante (stagni, paludi, fossi, pozzanghere) e punge dal
crepuscolo in poi.
Come evitare di
essere punti: innanzitutto occorre vestirsi in modo
adeguato, con
abiti di colore chiaro (bianco
soprattutto), camicie a manica lunga, pantaloni
lunghi. E’ importante poi evitare di stare a
lungo in luoghi aperti durante la sera e la notte (per i
bambini sotto i sei mesi evitare gli ambienti esterni dopo
il tramonto), utilizzare zanzariere soprattutto per i
lettini, le carrozzelle ed i passeggini dei bambini,
evitare che i bambini sudino eccessivamente (l’odore del
sudore attira le zanzare), cambiare frequentemente il
pannolino dei bambini (i rifiuti organici possono attrarre
le zanzare), non usare profumi, lacche per capelli,
deodoranti.
Si possono usare
repellenti naturali quali gli estratti di citronella (mai
quando ci si espone al sole perché è fotosensibilizzante)
e di geranio. I repellenti chimici vanno usati con cautela
nei bambini e comunque con percentuali limitate (per il
DEET, percentuali non superiori al 10%) e possibilmente
spruzzandolo sui vestiti e non sulla pelle.
Diverso è il caso della zanzara tigre (aedes albopictus),
di origine asiatica e presente nel nostro paese dal 1990
(sembra trasportata sino a noi con il commercio di copertoni
usati). Più piccola della zanzara comune, è di colore
nero con striature bianche sulle zampe e sull’addome.
A differenza dalla zanzara comune, la zanzara tigre
cerca piccole raccolte d’acqua come
tombini
stradali e privati sul cui fondo staziona dell’acqua,
vasi e sottovasi di piante e fiori ripieni d’acqua,
aiuole, depositi di auto e di pneumatici stoccati
all’aperto (con possibile formazione di raccolte
d’acqua), contenitori abbandonati (secchi, vasi,
bidoni, lattine, barattoli), cavità negli alberi,
fontane, vasche.
Le uova
vengono deposte appena sopra la superficie dell’acqua
stagnante e schiudono nel periodo primavera-estate. Hanno
una grande resistenza: infatti quelle deposte durante la
fine dell’estate riescono a superare indenni
l’inverno.
La femmina adulta vive nella bassa
vegetazione e punge durante il giorno, all’altezza delle
gambe, facendo pochi metri dal focolaio.
La sua
puntura non è pericolosa in Italia ( in Asia invece è
veicolo di alcune malattie virali quali la dengue, la febbre
gialla e alcune encefaliti) ma è fastidiosa per
l’intensità del prurito e della reazione locale. Il
mattino presto e al tramonto (le ore più fresche della
giornata) sono i momenti della giornata in cui essa agisce,
diversamente dalla zanzara comune che punge dopo il tramonto
e durante tutta la notte.
Quali
misure di prevenzione ambientale adottare? sottovasi:
svuotare (nel terreno e non nei tombini) e cambiare
l’acqua una volta al giorno, secchi, ecc.: svuotare
l’acqua presente sempre nel terreno e non nei tombini,
nel periodo aprile-ottobre, versare nei tombini di
raccolta dell’acqua un adatto insetticida, mantenere
libere le grondaie, coprire le vasche ed i bidoni con
telo di plastica od una zanzariera, introdurre pesci
rossi nelle vasche dei giardini (si nutrono delle larve),
evitare la formazione di piccole raccolte d’acqua
nei piccoli contenitori e nei copertoni.
Nei cimiteri: svuotare ogni settimana nel
terreno (non nei tombini) i sottovasi, riempire di
sabbia, fino all’orlo, i vasi contenenti fiori finti.
Per quanto riguarda il trattamento della puntura
della zanzara, di sicura efficacia sono le creme
cortisoniche, usate sempre sotto prescrizione e controllo
del medico.
ZECCHE(**)
La
zecca è un acaro che si sviluppa soprattutto con il clima
caldo e umido. Le zecche pungono e si attaccano alla pelle
(grazie al rostro -ipostoma-) per succhiare il nostro sangue
di cui si nutrono. Questo può avvenire in ogni stagione
dell’anno, ma le zecche sono più attive nei periodi più
caldi. Ecco perché il problema riguarda soprattutto i
bambini che frequentano campeggi estivi in zone ricche di
prati.
Si deve comunque considerare che:
1. perché la zecca possa provocare dei danni è
necessario che resti attaccata alla pelle almeno 36-48 ore.
Al di sotto questo periodo di tempo le probabilità di
infezione sono molto basse.
2. anche quando resta
attaccata a lungo le infezioni sono comunque ancora
piuttosto rare.
Puntura di zecca non
significa quindi automaticamente infezione o malattia.
Tra le malattie che possono essere
trasmesse all’uomo ricordiamo le rickettsiosi (tra queste
la febbre bottonosa del Mediterraneo) e la borreliosi di
Lyme.
Quest’ultima è una malattia che si
sviluppa in modo lento, nel corso di settimane, e quindi si
ha la possibilità di intervenire per tempo senza che si
propaghi fino a provocare danni a varie parti del corpo. Il
segno iniziale che va riconosciuto è l’eritema. La zona
cutanea colpita dalla zecca diventa progressivamente
rossastra: è quello che viene definito eritema migrante in
quanto caratteristicamente si allarga e prende la forma di
un anello perché spesso si schiarisce al centro.
L’unica cosa che quindi deve fare il
genitore è controllare giornalmente, per 30-40 giorni, la
pelle in cui si era attaccata la zecca. Se compare un
qualsiasi eritema bisogna rivolgersi subito al medico, il
quale potrà prescrivere le cure appropriate che consistono
in antibiotici per almeno 3-4 settimane. Qualora nel periodo
di osservazione dei primi 30-40 giorni fosse necessario
praticare terapie antibiotiche per altri motivi, il genitore
dovrà ricordare al proprio medico dell’avvenuta puntura
di zecca, perché si possano nel caso usare gli antibiotici
efficaci anche contro la Malattia di Lyme, somministrati nei
tempi adeguati. Se non riconosciuta e curata in tempo
la Malattia di Lyme si può propagare anche ad altri organi
quali cervello e nervi, occhi, cuore, articolazioni. In
questo caso le terapie sono più impegnative e non sempre
efficaci al 100%.
La più rischiosa è la zecca
dei boschi che vive nell’erba e nei cespugli,
prevalentemente in zone collinose. Di colore scuro, piccola
(da 2 a 8 mm), resistente nell’ambiente in cui vive, è
difficile a volte da vedere a occhio nudo.
Quali sono le zone maggiormente a rischio per la
possibilità di essere punti da una zecca? gli
ambienti boschivi cedui ad altitudini non troppo elevate,
soprattutto nelle zone umide e ombreggiate,
dove vi sono cespugli, vegetazione bassa, abbondante
sottobosco, i prati incolti, le zone di confine tra prato e
bosco, i sentieri poco battuti, soprattutto nel
periodo primavera-autunno. Tuttavia se gli inverni
sono miti, nei climi temperati e caldi l’attività delle
zecche può estendersi talvolta a tutto l’anno. Poiché le
zecche non volano e non saltano, esse si appostano
all’estremità delle piante, pronte a cogliere il
passaggio dell’animale o dell’uomo che riconoscono dal
calore emesso dal corpo.
Poiché la puntura della
zecca non provoca né dolore (quando punge emette una
sostanza con caratteristiche anestetiche) né prurito,
spesso passa inosservata per cui solo al momento in cui ci
si spoglia o si fa il bagno o la doccia ci si accorge della
sua presenza.
Come comportarsi
dovendosi affrontare una zona a rischio zecche, anche per
una semplice gita nei boschi? usare repellenti idonei
(applicati sui vestiti ogni 3-4 ore, se a base di permetrina
anche sulla pelle e comunque su suggerimento del medico),
indossare indumenti chiari che rendono evidente la
presenza di zecche, camicie con maniche lunghe,
calzoni lunghi stretti alle caviglie e infilati nelle calze,
scarpe chiuse e alte sulle caviglie, tenere raccolti i
capelli se sono lunghi e camminare al centro dei sentieri,
evitare di sostare tra la vegetazione alta o tra gli
arbusti del sottobosco e di venirne a contatto.
Dovendo sostare in aree a rischio: controllare ogni 3-4
ore gli indumenti e le zone scoperte.
Al
ritorno: spazzolare gli indumenti prima di entrare in
casa, lavare i vestiti ad alta temperatura,
controllare la pelle prima di una doccia (facendosi aiutare
da un’altra persona per le zone difficilmente
ispezionabili), non escludendo il cuoio capelluto, le
ascelle, l’inguine in modo da scoprire l’eventuale
presenza indesiderata di una zecca, così da eliminarla
entro le 36-48 ore dal contatto (ciò riduce la possibilità
di essere contagiati).
Per rimuovere
la zecca: indossare dei guanti o proteggere le mani
con un fazzoletto e usare gli occhiali (per eventuali
schizzi), utilizzare una pinzetta, afferrare la
zecca saldamente (senza schiacciarla perché l’eventuale
rigurgito favorirebbe la trasmissione di agenti patogeni)
nella zona immediatamente a contatto con la pelle,
tirarla con decisione ma con altrettanta delicatezza,
lentamente e costantemente con un movimento di rotazione per
evitare di romperla.
Nel caso
il cui il rostro rimanga nella pelle: estrarlo
prontamente, utilizzare un ago sterile, nella stessa
maniera in cui rimuoveremmo una scheggia, disinfettare
la parte colpita, verificare lo stato di vaccinazione
contro il tetano, annotare sul calendario il giorno
in cui è avvenuta l’estrazione.
E cosa non
fare? Contrariamente a quello che si consigliava una
volta, la zecca
non va uccisa con gocce di olio
o con altre sostanze in quanto questa procedura provoca
vomito e quindi reflusso di sangue dalla zecca dentro il
nostro corpo. non deve essere bruciata con sigarette,
aghi arroventati ecc., non va tolta con le dita per il
rischio di contagio per l’operatore. Solo una volta
estratta la si deve bruciare prima di gettarla.
E’ bene rivolgersi quanto prima al medico
per avere i corretti suggerimenti per quanto riguarda il
controllo del periodo successivo alla puntura (30-40
giorni)(attenzione se compare la febbre ed un arrossamento
che tende ad allargarsi nella zona di puntura) e sulla
necessità o meno di eventuale terapia. La terapia
antibiotica è sonsigliata nel periodo di osservazione, per
non mascherare eventuali segni di malattia; nel caso in cui,
per vari motivi (non ultimo il contatto prolungato,
dimostrato, con la zecca), venga prescritta, debbono essere
utilizzati farmaci efficaci sia sulle rickettsiosi sia sulle
borreliosi secondo le linee guida correnti.
La prevenzione ambientale in zone residenziali si
effettua rimuovendo le foglie secche, le sterpaglie e
le cataste di legna attorno alle case, potando gli
alberi e le siepi tenendo puliti i prati ed i
sentieri.
TAFANI
Sono molto diffusi e attivi nelle giornate calde, soleggiare
e non ventose. La femmina pungendo succhia da 20 a 200
microgrammi di sangue. A seguito della puntura si crea un
papula, pruriginosa. Utile l’uso di topico
cortisonico.
CIMICI
Le cimici sono
un ordine di insetti piuttosto ricco di specie. Hanno un
corpo appiattito. Quelle fastidiose per l'uomo sono
facilmente attratte da letti o materassi sudici e la loro
presenza deve essere sospettata se si ritrovano escrementi
o si apprezza il loro caratteristico odore.
Il
parassita esce dal suo nascondiglio nell’oscurità e si
dirige verso la vittima attratto da temperature attorno ai
35°: per tale motivo è attratto dall’uomo. Le sue
punture, piccole e fastidiose, si notano al mattino in
quanto non sono dolorose, con una classica disposizione in
fila; si localizzano preferibilmente al volto, al collo,
alle mani ed agli arti superiori.
La terapia si
bassa sull’uso di cortisonici topici.
PULCI
La pulce con cui l’uomo viene più
diffusamente a contatto è la pulce del gatto
(Ctenocephalides felis felis) che vive non solo sul gatto ma
anche sui cani avendo sostituito quella originariamente
tipica del cane (Ctenocephalides canis) Meno frequenti la
pulce dell’uomo (Pulex irritans) e la pulce del pollame
(Echidenofaga gallinacea). Prive di ali, sono attratte dal
calore del corpo di qualsiasi animale a sangue caldo (uomo
compreso), che può fungere da trasportatore sino al
raggiungimento dell’ospite specifico dove si moltiplicano.
Molto agili, si muovono velocemente e spessissimo sfuggono
alla presa.
Per capire la
capacità di infestazione di cui sono capaci, occorre
conoscere brevemente il loro ciclo vitale. La pulce femmina,
presente sul mantello del gatto o del cane, dopo essersi
sufficientemente nutrita del sangue dell’ospite, si
accoppia e comincia a deporre le uova (fino a 46 al giorno),
costantemente sino alla propria morte (in media vivono 2
settimane). Le uova poi cadono dal mantello dell’ospite
nell’ambiente circostante (con predilezione per le zone
ombreggiate e umide) dove si sviluppano. In casa o nel
giardino pertanto si potrà creare una infestazione
massiccia senza rendersene conto. Un dato può chiarire
meglio quest’ultima affermazione: le forme adulte presenti
sul cane o sul gatto sono il 5% rispetto alla carica totale,
il 95% è rappresentata dalle forme immature presenti
nell’ambiente.
Le pulci possono:
causare irritazione cutanea nella sede di puntura.
Fungere da vettore di malattia. Da non dimenticare la
peste bubbonica (di manzoniana memoria) e il tifo murino che
sono trasmesse dalla pulce del ratto (Xenopsylla
cheopsis).
Le sedi più colpite sono quelle non
coperte dagli indumenti: si possono osservare piccole
lesioni eritemato-papulose disposte in maniera lineare, come
una traccia del cammino percorso dalla pulce sulla
pelle.
Per il controllo delle pulci,
delle uova e delle larve occorre seguire precise norme nella
casa dove viviamo con i nostri gatti o cani, usando
frequentemente l’aspirapolvere sui tappeti, sulle coperte
e sui mobili imbottiti (divani, poltrone, cuscini, letti
ecc.) (eliminando subito dopo il sacchetto), lavando
accuratamente i pavimenti ed il giaciglio dell’animale,
non dimenticando le zone adiacenti alla casa dove transita
più frequentemente l’animale, specialmente le zone in
ombra (porticati, tettoie, crepe, fessure, all’ombra di
alberi e cespugli), dove il terreno umido rappresenta
l’habitat ideale per lo sviluppo delle pulci e nei luoghi
dove di solito si riposa l’animale quando è all’aperto.
Validi anche gli apparecchi a vapore per il lavaggio delle
superfici. Le pulci, oltre che nelle abitazioni, si
trovano nelle tane dei mammiferi, nei nidi degli uccelli,
nelle case disabitate, nelle screpolature dei vecchi
edifici, nei granai, nei tronchi d’albero, nelle
piccionaie, nei pollai, nei magazzini.
PROCESSIONARIE
La processionaria che può causare problemi all’uomo
è la fase larvale di una farfalla notturna.
Deve
il suo nome al modo di disporsi dei bruchi durante il loro
cammino fuori dal nido. Infatti a inizio primavera lungo i
tronchi dei pini e delle querce o sul terreno possiamo
osservare vere e proprie “processioni”: nella
processionaria del pino le larve si dispongono una dietro
l’altra, nella processionaria della quercia subito dopo la
larva capofila, le larve si dispongono in due, poi in tre,
poi in quattro sino a quindici-venti per poi
riassottigliarsi nuovamente ad un solo individuo.
Il contatto con la processionaria, in particolare con i suoi
peli uncinati urticanti (possono essere anche trasportati
dal vento) può causare, una fastidiosa dermatite (detta
erucismo o caterpillar dermatitis) con papule arrossate
pruriginose. Più gravi conseguenze si hanno quando il
contatto avviene con l’occhio, la mucosa nasale, la bocca
o con le vie respiratorie e digestive.
Nel caso in cui si venga contaminati sarebbe opportuno
: togliere gli indumenti, fare una doccia,
lavare i vestiti a 60°C. La terapia può limitarsi
all’applicazione di cubetti di ghiaccio ma
l’applicazione di creme cortisoniche (sotto prescrizione
medica) è sicuramente più efficace.
(*)(**)A rigore le ZECCHE non sono insetti
ma ARACNIDI (parenti dei ragni). Tra le differenze più
rilevanti:1)gli aracnidi hanno otto zampe invece di sei come
gli insetti 2)non sono divisi in tre parti ben distinte
come gli insetti (capo, torace, addome) ma in due, capo e
corpo (torace-addome).
Prof. TROMBONE
22 settembre 2008 0:00 - sima
l'aduc mi pare stia difendendo i consumatori con cane al
seguito,e non siamo pochi.Fra l'altro esiste anche un
ufficio diritti animali,ma forse siamo tutti scemi il
mio cane(18kg) quando viaggiamo si infila per tutto il tempo
sotto il mio sedile,tant'è vero che quando do il
biglietto per il cane al controllore regolarmente mi chiede
dov'è il mio animale.Praticamente invisibile.fra
l'altro chiedo SEMPRE se il cane da fastidio prima di
sedermi vicino a qualcuno o prima di entrare in uno
scompartimento,e se la risposta è negativa cerco un altro
posto.A volte capita che con tanto di biglietto mi faccio il
viaggio in corridoio, ma non mi lamento perchè comprendo
che a qualcuno può dare fastidio. Il problema di base
è che chi si può spostare solo con il treno ora non potrà
usare neanche quello.Per esempio ora non so più come
tornare a nella mia città natale(800Km di treno dal
confine) dall'estero dove vivo. Ah
all'estero(viaggio parecchio su e giù per
l'Europa)i treni vengono ripuliti regolarmente ogni paio
di fermate. Mio padre che lavora alle ferrovie mi ha
detto che il problema sporcizia è dovuto al fatto che le
aziende che hanno l'incarico non compiono il loro dovere
e le FFSS NON FANNO NULLA.Queste informazioni vengono
proprio dal ministero e io ci credo,eccome! Anche a me
fanno schifo tante cose, e mi danno fastidio tante persone
ma mai penserei che sia giusto precludergli un servizio
PUBBLICO-cioè di tutti-che attualmente è sotto il
monopolio delle nostre lerce ferrovie. Tu che non hai
il cane e ti da fastidio puoi viaggiare,io no.Qual'è la
differenza??
22 settembre 2008 0:00 - isabella
Questi imbecilli pezzi di merda e tutti coloro che
condividono questo decreto....ma allora perchè non vietare
di salire sul treno anche ai barboni?Alle persone che non si
lavano e hanno scarsa igiene...??Perchè pensano che le
zecche stanno solo sui cani??ahahah che teste di cazzo
ignoranti. Questo è un governo fascista di cialtroni
idioti e moretti è uno schifoso.
22 settembre 2008 0:00 - marco
Chi ha partorito questa perla d'imbecillità, ignora
certamente che le zecche non hanno bisogno del cane per
farsi un giretto in treno, ma possono tranquillamente
aggraparsi ai pantaloni di chiunque abbia fatto una
passeggiata in montagna o campagna nella stagione
"giusta". Quella del limite di peso, poi, è
assimilabile (per idiozia) alla circolare che trattava il
Pincher Nano, alla stregua del Rottweiler (di cui sono
peraltro felicissimo e soddisfatissimo
"padrone")imponendo l'uso del guinzaglio e
della museruola. La caccia alle streghe a 4 zampe continua,
mentre si lasciano circolare (in treno, autobus, navi ecc.)
intere legioni di bipedi provenienti da Paesi infetti delle
peggiori malattie contagiose, o si tollera il proliferare di
bidonvilles e roulottevilles ai margini delle nostre
città...mah, che dire senza essere volgari o offensivi?
saluti
22 settembre 2008 0:00 - max
"6.900.000 cani e 7.400.000 gatti" questi sono i
dati dell'ISTAT, dati che confermano quanti Italiani
potrebbero viaggiare in treno senza chiedersi: <>. Insomma,
chiediamoci ancora a cosa serve la pet therapy, quanti di
noi ricorrono all'adozione di un animale perché ci
sentiamo soli o perché semplicemente abbiamo il desiderio
irrefrenabile di dare e ricevere affetto da una creatura
innocente, le cui uniche pulci, zecche o pidocchi sono
dovute alla non curanza del proprio padrone. L'igiene
del cane dipende in primis da quella del suo padrone, per
cui credo che, tra il viaggiare con un cane
"pidocchioso" o un uomo altrettanto
"scarsamente igienico", non ci sia alcuna
differenza! Perché ci lamentiamo del disturbo arrecato
dagli animali quando noi siamo i primi ad avere il dovere di
non arrecare disturbo in luoghi pubblici?! Viaggiando con un
cane di taglia media o grande il biglietto viene
incrementato di euro 5 (a cui va aggiunta la prenotazione
obbligatoria negli IC), con il fine di pagare il personale
addetto al servizio di pulizia che dovrebbe ricorrere
all'ausilio di maggior "fatica" per
igienizzare lo scompartimento! Ma quale fatica?! I treni
sono sempre più sporchi, maleodoranti, con i sedili pieni
di polvere responsabile della nascita di colonie di germi e
parassiti! Perchè, a questo punto, non fanno
un'indagine più accurata per scoprire davvero da dove
provengano questi parassiti? L'unica soluzione
possibile, a mio avviso, potrebbe essere quella di
sterilizzare gli ambienti in cui risiedono non soltanto gli
animali ma anche le persone, o ancora di avvisare il
passeggero della presenza di vagoni con animali, in modo
tale che ognuno sia libero di scegliere in quali condizioni
necessita viaggiare! Pur eliminando la presenza di cani o
gatti, ci si tornerà a lamentare della presenza di
malfunzionamenti (es. l'aria condizionata è spesso
mancante nei treni che non hanno neanche finestrini adeguati
al passaggio di aria esterna), ritardi o ancora della
pulizia, quale primo problema in assoluto! Dico basta
anche all'ignoranza italiana, che come hanno citato già
altri, è responsabile degli ultimi posti nelle classifiche
dei paesi europei più civilizzati e avanzati
tecnologicamente! In Svizzera i cani possono seguire i
proprietari anche nei ristoranti e nessuno si è mai
lamentato! Basta con l'addossare ogni responsabiolità a
chi non ha la facoltà di parlare o lavarsi con le proprie
zampe! Che facciano controlli sui libretti sanitari prima di
salire sui treni, controlli sui vaccini, perché non
obbligano magari l'uso del collare antiparassitario,
cosa che sia i cani di grandi dimensioni che di piccole
dovrebbero indossare! La responsabilità è solo
dell'inefficienza e ignoranza italiana! Come dicono in
America, Italia = MAFIA!
22 settembre 2008 0:00 - Pippo
Bene bene... mi sembra un modo efficacissimo per ridurre
zecche e pulci sui treni. Complimenti!!!
Propongo
alle ferrovie dello stato una soluzione anche per i bagni
luridi e puzzolenti: tutti i passeggeri devono salire a
bordo con un certificato medico che attesti l'avvenuta
"tappatura" delle vie urinarie e del retto.
Invece, per tutti coloro che hanno bisogno di
viaggiare con un animale domestico, suggerisco di
abbandonare l'incomoda seconda presenza in stazione o in
autostrada (per la serie "pubblicità-progresso":
chi e' il bastardo), oppure (meglio) di prendere la
macchina.
22 settembre 2008 0:00 - Massimo Brando
Che vergogna e che schifo. I treni in Italia fanno vomitare
e la colpa è dei cani??????? Ho una cagnetta di 11
anni che viaggia spesso con me e ora non potrei più
portarla? Pesa 9 kg quindi secondo questi geni le è vietato
viaggiare. E anche se le mettessi in un
"trasportino" dovrebbe essere almeno di 70 cm x 50
cm dunque enorme. Non ho la macchina; dunque questa banda di
amministratori inetti e milionari ha deciso che io non posso
più spostarmi. Indegno e violento, pure. E che dire del
certificato che non deve avere più di un mese? Una classe
dirigente indecente e strapagata che partorisce tali
mostruosità fuori dal mondo. Facciamo qualcosa per fargli
rimangiare tale violenza perché tale è: una norma decisa,
come spesso succede in questo paese, senza la minima
conoscenza della realtà che si pretende di governare e
pensata a scapito dei più deboli e dei più disagiati (chi
non ha la macchina, chi non ha nessuno che gli guardi il
cane, chi deve spostarsi d'urgenza...). Che schifo
che vomito e che vergogna.
22 settembre 2008 0:00 - marina
Trovo questa misura una vergogna. Le contromisure che
possono essere prese per evitare questi inconvenienti sono
innumerevoli, senza gravare sui cittadini che pagano, e
profumatamente, per ricevere un servizio di mediocre
qualità. Infatti i treni sono sempre più sporchi da
qualche anno a questa parte, anche nei vagoni letto. I
parassiti proliferano per la mancanza di pulizia e non
vicversa. Siamo sempre più colpiti da divieti
esasperanti che rendono la vita in questo paese impossibile
solo a coloro che desidererebbe seguire le regole!
Sono certa che se le associazioni interessate a vario titolo
si prenderanno l'onere di raccogliere opinioni fra i
numerosi possessori di animali domestici, questa volta si
solleverà una risposta forte!
22 settembre 2008 0:00 - elena dondio
Credo che l'unica soluzione a questo punto sia non
salire proprio più su un treno e siccome le famiglie che
decidono di tenere un cane aumentano di anno in anno, é un
dato di fatto e questo lo dimostra quando si va in vacanza
in albergo con il proprio cane e se ne incontrano tanti
altri di padroni che desiderano trascorrere le vacanze
con il proprio amico a quattro zampe. Non é vero che tutti
abbandonano le bestioline, ma se ci mettono mille
limitazioni, non gioverà di sicuro ad una serena e felice
convivenza tra noi e gli animali. Per quanto mi riguarda
farò il possibile per battermi contro questa assurdità,
anche perché le zecche le porta qualcun altro!!
grazie
19 settembre 2008 0:00 - per claudia da manny
confermo il punto 3....i treni la notte restano APERTI E
SENZA SORVEGLIANZA, così che vengono assaltati da barboni e
sbandati che se ne appropriano come se fossero dormitori
gratis; quando alle 4 o 5 del mattino arrivano quelli che
dovrebbero pulire i treni, con scopettone secchio ed il
resto....evitano di disturbarli e/o svegliarli perchè,
vista la già citata mancanza di sorveglianza, non sarebbero
nelle condizioni di pulire i treni in sicurezza (leggi: gli
occupanti sono restii a lasciare i loro
"giacigli"); morale: NESSUNO PULISCE QUEI TRENI
nonostante siano state dedicate risorse a quello scopo.
18 settembre 2008 0:00 - Claudia
Che idiozia. Moretti vuol fare finta che la sua
amministrazione, come le precedenti del resto, sia perfetta,
che nn ci sia alcun problema. Mi sa che si sbaglia di
grosso. Punto Primo. Il sig. Moretti (chiamarlo dottore
mi parrebbe un insulto), essendo a capo di una società di
servizio PUBBLICO (e nn privato come si definiscono loro),
nn dovrebbe nemmeno permettersi di rendere certe
dichiarazioni.
Punto Secondo: L'esistenza
dello stato pietoso in cui versano i nosti treni, con le
relative colonie di pulci, zecche, scorpioni (brrrr!) e
quant'altro vi abita, mi pare che nn sia da attribuire
unicamente a cani e gatti. Negli ultimi due anni ho
viaggiato molto spesso in treno, quindi so come funzionano
le cose per averle viste con i miei occhi: Eurostar in
partenza con i bagni già sporchi, umani che nn mostravano
il minimo cenno di civiltà PISC..RE (proprio così) nei
passaggi tra una carrozza e l'altra su treni regionali,
gente che in certe stazioni nn recintate sbucavano fuori
dall'erba alta e salire in treno. Io mi sono presa la
rogna una volta, e nn avevo il mio gatto al seguito, né
c'era alcun animale nella mia carrozza.Da dove mi era
venuta, allora? In due anni, di animali ne ho visti
pochi, tutt'al più cagnetti e gatti nelle loro
gabbiette, una sola volta ho visto un cane di grossa taglia,
ma era un cane per non vedenti ed è stato tranquillamente
seduto sull'asciugamano che la sua padrona (moglie del
nn vedente) aveva steso a terra per lui. Gli animali molte
volte sono molto più educati di noi: il mio gatto una volta
si è rifiutato di fare i suoi bisogni nella SUA lettiera
portatile che, per ovvie ragioni, mi ero portata in bagno,
dopo aver constatato anche lui lo stato della
"toilette": per forza, nn sapeva dove mettere le
zampe, il pavimento era quasi tutto bagnato d'urina,
l'odore era anche peggio, impossibile fare qualcosa!
Capisco che magari potrebbero esserci degli spazi dedicati
per bisogni particolari, tipo aree per neonati e bimbi dove
le mamme possano allattarli,lavarli e cambiarli senza fare
acrobazie, spazi, appunto, dedicati allo svago e per i
bisogni degli animali (basterebbe un cantuccio pulito dove
poter poggiare la lettiera per la felicità di padrone e
animale), spazi per chi parla al telefono (che a volte
risultano veramente fastidiosi)! E' triste che Moretti
voglia insabbiare i problemi derivanti dalla SUA mala
amministrazione sfogandosi e prendendosela con i più
deboli. Cosa fa Trenitalia, in concreto, per chi sta su una
sedia a rotelle? Lo scorso dicembre sono stata testimone di
una scena vergognosa, che mi ha fatto vergognare di essere
italiana: un capotreno ha NEGATO ad un passeggero in
carrozzella l'uso del suo posto REGOLARMENTE prenotato e
adatto alle sue necessità, perché a parer suo il negro che
l'aveva occupato aveva ragione di starci (su cosa si sia
basato nn lo so, nn gli ha chiesto di presentare il
biglietto). E, con la più assoluta prepotenza, ha INTIMATO
al povero ragazzo di "vedere se c'era un altro
posto per disabili libero, oppure di scendere dal suo
treno". Il ragazzo è stato costretto a scendere dal
treno e a cercarne un altro. Ecco un esempio di
"servizio d'eccellenza"!
Punto
Terzo: Di notte i treni fermi in stazione rimangono APERTI!
Mi è capitato di dover partire col primo treno utile (alle
4.54) e, naturalmente, una volte montata sul mezzo mi sono
dovuta fare strada tra molti barboni e illegali che
dormivano tranquilli, come se fossero stati a casa loro.
Moretti crede che le zecche siano solo dei cani? Anche chi
passa molto tempo in campagna e/o non si lava barba e
capelli da mesi può prendere zecche e pulci. Un sigore di
mia conoscenza, che è un laureato ma a vederlo è peggio di
un talebano, una volta ha detto che nella sua barba aveva
trovato praecchie zecche! E fa il bracciante agricolo, è
italiano, istruito, insomma ha moglie e figli... Se
prendesse il treno per venire a far visita al suocero (meno
male che tornano in macchina), secondo voi da dove
verrebbero le zecche? Abitando in campagna, so
cos'è una zecca, dove vivono e che malattie portano. Il
problema è che si attaccano su qualsiasi essere vivente a
sangue caldo, staccandosi solo quando è sazia o alla morte
dell'ospite. Il problema è che nn significa niente
stare lontani dall'erba o dagli animali. Anche camminare
per strada può essere un rischio: si trasportano attraverso
le scarpe, o si nascondono tra la barba e i capelli e al
minimo contatto (un bacio, un abbraccio,...) la zecca o la
pulce passano di testa in testa. Tra l'altro, i modi di
dire spiegano la verità: se io sono molto sporca e
trascurata e qualcuno mi dice che "presto farò le
pulci", mi sembra evidente che la relazione treno
sporco- passeggero "zeccato" abbia la sua
spiegazione.
Per cui, lasciate stare i nostri
amici animali e il nostro e loro diritto a viaggiare
dignitosamente e tranquillamente, e pensate assieme a
Moretti alle cose veramente importanti.
18 settembre 2008 0:00 - Cronista
da: maria Data: 17 Settembre 2008
Ma
perchè gli animali devono sempre pagare per l'
ignoranza umana e il non ammettere che i treni non vengono
puliti come dovrebbero !!! Per di più poi si paga un
biglietto per ognuno di loro....i pidocchi e zecche non li
portano solo gli animali, ma tanti drogati, persone che non
si lavano e immigrati allo sbando!!
C'è
del vero in quel che dice Maria... ammesso che i cani
portino qualche zecca sui treni è anche vero che sarebbe
subito eliminata da una buona e doverosa pulizia e
disinfezione (i vagoni dovrebbero essere disinfettati a
vapore per garantire la salute pubblica, a prescindere da
zecche e pidocchi). Invece come sappiamo le carrozze
sono quasi sempre letamai, con o senza zecche...oltre che
una vergogna è un furto di denaro pubblico, perchè le
spese per la pulizia vengono pagate e come!! C'è
da dire inoltre che i cani viaggiano col padrone e si
presume che mediamente costui abbia provveduto a un minimo
d'igiene dell'animale oltre a vaccinazioni e collare
antipulci, mentre sullo stesso treno effettivamente si
possono incontrare certe bestie umane, extracomunitarie o
no, davvero sudice......
18 settembre 2008 0:00 - scocciato
Sì Maria,""tua frase..""Si agli animali
!!!! Gli animali devono avere gli stessi diritti...di
chi?degli umani sporchi e untori? perchè pagano il
biglietto (io il porco in treno pur pagando un biglietto,
non lo posso portare! al massimo, come porco, accettano
me).""" e...allora, facciamo un
caravanserraglio, un'Arca di Noè, un canile municipale,
una porcilaia autorizzata, un pollaio o una voliera di
uccelli esotici o, meglio, nostrani, uno zoo che più gente
entra e più bestie si vedono, ecc. .... ma non solo sui
treni, suglia autobus, nei musei, nelle piazze, ma anche nei
negozi aperti al pubblico, nei bar, nelle stazioni, negli
ospedali, negli ambulatori dei medici, lungo tutte le strade
pubbliche organizziamoci per farle occupare con sit-in
permanenti da branchi di animali di tutto un pò-...perchè
solo da cani? anche le oche hanno diritto con le loro
deiezioni minuto per minuto e così, anzichè andare a
scivolare sulla neve, scivoleremo sulla merda. Mi fai
pena,come tanti/e altre, signora interlocutrice sostenitrice
di queste prese di posizione, peraltro anche illegali.
17 settembre 2008 0:00 - maria
Ma perchè gli animali devono sempre pagare per l'
ignoranza umana e il non ammettere che i treni non vengono
puliti come dovrebbero !!! Per di più poi si paga un
biglietto per ognuno di loro....i pidocchi e zecche non li
portano solo gli animali, ma tanti drogati, persone che non
si lavano e immigrati allo sbando!!
Si agli
animali !!!! Gli animali devono avere gli stessi diritti. Il
Moretti sta ancora al Medioevo....dovrebbe scusarsi e
ammettere di aver sbagliato !
17 settembre 2008 0:00 - StopAnimali
Credo che Aduc, anziché stare dalla parte degli animali,
dovrebbe stare dalla parte delle persone. Fino a prova
contraria, gli animali non si fanno la doccia, e addirittura
ci sono persone che insegnano alla gente a non lavare i loro
gatti perché l'acqua rovinerebbe i grassi della pelle
dell'animale. Ci sono animali che non hanno ancora
imparato a fare i bisogni nell'apposito spazio, li fanno
ovunque, persino sulla loro ciotola, e alcuni poi vi si
sdraiano di sopra, quando hanno sonno. In campagna, un gatto
cammina alcuni chilometri al giorno, andando nei luoghi più
sporchi e quando torna fa una puzza tremenda. Pensate
che questi animali debbano avere il diritto di viaggiare in
treno?
15 settembre 2008 0:00 - massimo
Ogni volta che qualcuno usa la parola "razzismo"
è perchè sa di essere in torto e non sa più cosa dire, e
allora si attacca ai moralismi. I padroni dei
giocattolini viventi non hanno NESSUN DIRITTO di portarli
in treno. Li devono trasportare a loro spese e con i loro
mezzi, senza abusare del trasporto pubblico, così come chi
ha le galline, i cavalli o i maiali.
15 settembre 2008 0:00 - scocciato
I zozzoni, uomini o animali sui treni ci sono. Se appoggio
il braccio su un bracciolo dove prima c'era un qualcuno
con malattia infettiva, come me ne accorgo? Il treno è
come un negozio dove il cane non entra in quanto luogo
pubblico o aperto al pubblico. Poco da dire. Educazione o
imbecillità-scegliere. Poi di zecche ce ne sono molti
tipi. Cosa porta di malattia la zecca dell'animale
cane? Ma c'è anche la zecca che porta la
borelliosi(malattia di Lyme) e non abita nei treni. E
se uno si ritrova i pidocchi, le pulci, le cimici, le
piattole, (tutta roba che non è microscopica, ma se si
becca lo scolo o la lue o altro da gente sporca che prima si
è imbrattata le mani con le proprie malattie e poi le
spalma su porte, maniglie, braccioli ecc.? Poi, per
gabriella, cerca di capire che io potrei trarre giovamento
psicologico anche da altri animali o cose, ma che non posso
portarmi in treno o in luoghi aperti al pubblico. Come la
mettiamo ? tu sì ed io no. Che uguaglianza e
democrazia! Allora se si creano carrozze per portatori
di handicap, per portatori di biciclette, per fumatori ecc.
perchè non anche per portatori di cani gatti o maiali?
15 settembre 2008 0:00 - Cronista
Che c'entrano le zecche con la sporcizia dei treni? Le
zecche non vivono nella sporcizia, non sono mica topi di
fogna, le zecche vivono nell'erba (prati, macchia,
sottobosco) dove aspettano in agguato l'ospite da
parassitare. Perciò nei treni le possono portare solo
i loro ospiti, non ci vanno di loro iniziativa perchè non
è il loro habitat.
15 settembre 2008 0:00 - Roberta
Non ho parole, nel leggere che c'è gente che pensa che
pidocchi e zecche, vengono portate sui treni da cani e
gatti, ma sapete come sono sporchi i vagoni dei treni, metro
etc (tutti i mezzi di pubblico servizio, ma sapete quante
malattie e schifezze varie si prendono, all'asilo da mio
fliglio c'è persino la "scabia" anche questa
l'hanno portata i cani e gatti? E' come lo sporco
epr strada, è il "padrone" che se ne frega di
tutti. Sapete una cosa, ringraziamo il Signore che "non
hanno la parola" altrimenti....Quante cose ci
direbbero.
15 settembre 2008 0:00 - alessandra
Perchè non fare i vagoni riservati alle donne, donne con
bambino, uomini bianchi/neri/gialli; un vagone per ogni tipo
di umanità così anche voi che sparate a zero sui cani e
gatti vi ritroverete a spararvi fra di voi! Che bello! Non
capite che questo è razzismo! E' meglio che Trenitalia
pulisca i vagoni e li sterilizzi! Anche i nostri amici a 4
zampe hanno diritto di seguirci e sono sicura che sono molto
più puliti di certa gente che viaggia in treno! Ale
14 settembre 2008 0:00 - rinis
è la solita italietta ultima nel mondo
civile................uccidiamo sulle strade, vincono i
concorsi persone raccomandate e quant altro.........
che merda di paese in cui vivo Un non Italiano
13 settembre 2008 0:00 - Grazia
Una volta quasi "svenivo" dalla puzza sul treno.
Ma che potremmo fare? Fare reclamo? A chi?
12 settembre 2008 0:00 - VR
Caro Pok è quantomeno evidente che non ti sei mai preso
zecche o pidocchi sul treno. Come dire che sono tutti froci
col culo degli altri... no?? Come dire che finchè non
pisciano sulla tua porta va tutto bene no?? Perchè non
ti metti nei panni di uno che paga il biglietto e oltre allo
scadente e zozzo servizio trenitalia si deve poi anche
portare a casa il regalino parassitario, con conseguente
spesa per curarsi? "Viaggia con trenitalia, in
omaggio avrai un'intera colonia di parassiti che potrai
portarti a casa gratuitamente!! Che aspetti? Adotta una
povera colonia di pidocchi bisognosi di organismo
ospite!"
Baaahhh... Il problema non
sono i cani (che comunque a volte rompono, tanto quanto i
bambini che piangono e la gente puzzolente che mette i piedi
sui sedili o peggio), il problema è che si è perso il buon
senso.
Certo si può portare pazienza se un
bambino frigna e un cane abbaia, ma ciò non significa che
non sia ovvio che venga la voglia di strozzarli. Insomma dà
fastidio, chi lo nega? Ma per questo come dicevo si può
portare pazienza... certo il vagone dedicato per mamme con
prole urlante o per proprietari di cane non mi sembra
neanche una brutta idea, si evitano le maledizioni dei
compagni di viaggio e chi vuole stare in pace riesce a
godersi un viaggio tranquillo... ma vabbè troppo
complicato, lasciamo perdere, si dovrebbe anche partire dal
presupposto che tutti si lavino e lavino il loro
animale.
Ma le zecche e i pidocchi no, lo schifo
sui treni no, non si può portare pazienza! E' un
servizio a pagamento, si ha il diritto di pretendere che sia
efficiente e pulito, più che pulito, disinfettato, come
deve essere quando migliaia di persone usufruiscono dello
stesso spazio.
L'amministratore delegato di
trenitalia riguardo al problema della pulizia ha anche
detto, però, che se fosse per lui licenzierebbe subito la
ditta che se ne occupa ma poi si dovrebbe procedere ad
un'appalto pubblico, e si resterebbe mesi senza neanche
il (dis)servizio di pulizia attuale, perchè la legge
prevede questo iter. Quindi prima bisognerebbe
cambiare la legge sugli appalti e sui servizi pubblici, ma
siamo in italia che altro si può dire....??
Per
il resto concordo con la signora Gabriella.
12 settembre 2008 0:00 - massimo
Sono d'accordo: come c'erano i vagoni per i fumatori
facciano i vagoni per chi si vuole portare i cani. Ma
non possono i padroni di cani, che ricordiamocelo sono una
minoranza, pretendere di andare dappertutto con i loro
giocattolini ogm. E non sto parlando di gatti o cagnolini in
gabbiette per BREVI tragitti, al limite se non fanno rumore
si potrebbero portare. Io ho visto sui treni cani fuori
dalle apposite gabbiette, cani anche di grandi
dimensioni.
Una volta un mio amico s'è
portato il suo volpino in treno da Milano fino al suo paese
in Calabria: ha ammesso che il cane ha rotto il cazzo per
tutto il tempo abbaiando, ha detto che quasi lo sbattevano
giù dal treno gli altri viaggiatori...
Già i
treni fanno schifo, vogliamo anche aggiungere
quast'altra rottura di coglioni?
Certo che
l'Aduc non sta in ciò difendendo i diritti dei
viaggiatori, sta facendo l'opposto.
12 settembre 2008 0:00 - pok
Ma perchè non richidete un vagone apposito x voi che vi fa
schifo tutto? Anzi, richidete direttamente un treno tutto
per voi Magari sterilizzato e completo di sala operatoria e
farmacia!
12 settembre 2008 0:00 - un pendolare
Voglio dire a TRENITALIA di rinunciare alla Lombardia
perche' non in grado di mantenere il servizio. La
Lombardia, e quindi di conseguenza l'Italia tutta, ha
perso miliardi, ripeto MILIARDI di euro dovuti alle ore non
lavorate dai dipendenti pendolari, che hanno accumulato
tantissime ore di ritardo dovute solo all'inefficienza
della classe dirigente che mafiosamente comanda in
trenitalia. Le zecche sono state portate dai cani? Io faccio
il pendolare e di cani e gatti in 10 anni non ne ho visti.
In compenso chi prende più di 100.000 euro, si CENTOMILA
EURO AL MESE e' l'incompetente che comanda in
trenitalia. Il servizio è inesistente, anche quando
c'è un disagio, L'UTENZA NON VIENE QUASI MAI
AVVISATA. Comunque dico ai dipendenti Trenitalia di fare
qualche cosa perchè altrimenti andate a finire come i
dipendenti ALITALIA, il vostro grande capo se c'è un
problema vi licenzia tutti, e poi non si può andare avanti
così, TRENITALIA fallirà e voi che non state facendo
niente vi troverete un giorno disoccupati. ATTENZIONE a
QUESTI INCAPACI. Sarà sicuramente la desinenza (-italia)
che porta sfiga. p.s. NON SONO UN CRETINO DI LEGHISTA. La
Lombardia ha effettivamente un'altra mentalità,
un'altra gente e un'altra velocitè rispetto
all'Italia, BISOGNA AMMETTERE L'EVIDENZA PURTROPPO.
12 settembre 2008 0:00 - gabriella
L'idea di proibire ai proprietari di animali di
viaggiare in treno con i loro compagni mi sembra vessatoria.
Chi possiede e ama un cane o un gatto di regola lo lava
regolarmente e lo tratta con tutti i prodotti comunemente in
commercio (ed efficaci) per la prevenzione dei parassiti.
Capita invece di vedere a bordo dei treni passeggeri umani
talmente sporchi da creare seri dubbi sull'origine vera
delle infestazioni. Eppure costoro si permettono qualsiasi
abuso, ivi compreso l'appoggiare i piedi (nudi o
calzati) sul sedile di fronte al loro, e di insozzare i
bagni e gli scompartimenti. Spesso viaggiano senza
biglietto, ma nessuno interviene. Peraltro Trenitalia non
pulisce (o raramente, o sommariamente) i vagoni. Io
sono una persona di una certa età e il mio cane (educato,
pulitissimo, vaccinatissimo, portatore di collarino
anti-zecche/pulci/zanzare) e trattato mensilmente con
liquido antiparassitario (Frontline) mi accompagna in treno
da Prato a Firenze quando vado a trovare i miei parenti
(munito di regolare biglietto). Di andare in macchina non se
ne parla: una giornata di visita a Firenze costa una ventina
di euro di parcheggio, oltre a benzina, autostrada, ecc.
Si raccomanda costantemente il salvataggio degli
animali dall'abbandono e il loro effetto terapeutico
sugli anziani. Poi però l'anziano non ha luoghi dove
far correre il suo animale in libertà, e adesso non
dovrebbe più imbarcarlo sui mezzi pubblici. Allora cosa
deve fare? Ammazzare il cane e poi spararsi?
12 settembre 2008 0:00 - deluso
sono d'accordo col cronista, le zekke sono davero
pericolose e moretti fa bene a cacciare i cani dai
treni..... pensate ke nello stato del montana, USA,
c'era una valle dove tutti si ammalavano e morivano e
nessuno sapeva perkè e la kiamavano la valle della
morte......e poi i scenziati anno scoperto ke erano le zekke
ke facevano morire la gente, meditate gente meditate!!!!
11 settembre 2008 0:00 - Cronista
I pidocchi li può aver portati qualche pidocchioso ma le
zecche effettivamente si attaccano solo a cani e gatti e non
agli uomini, se non eccezionalmente... io ho avuto per
dieci anni un cane che le attirava come una calamita, per
lo più in luoghi erbosi o frequentati da altri cani, ma mai
si sono attaccate a me tranne una volta che mi sono
ritrovato un piccolo e inesperto maschio di zecca attaccato
allo scroto...(i maschi sono del tutto differenti dalle
femmine, per forma, dimensione e colore). Comunque se per
disgrazia si attaccano all'uomo possono essere guai
grossi, trasmettendo malattie virali gravi e anche mortali!
Un giovane boy scout che conoscevo ha avuto la sfortuna di
beccarne una tra le chiappe mentre durante un'escursione
faceva il bisogno grosso in montagna... e non hanno saputo
fare la diagnosi esatta quei manovali di medici che
l'hanno curato e solo con l'autopsia hanno accertato
la causa della dipartita del poveretto... per cui la quale,
e sottolineo la quale, secondo me Moretti fa bene a prendere
le sue precauzioni, dovrebbe però vietare l'accesso
anche a montanari, pecorari, campagnoli, ecc, destinando
speciali vetture a queste categorie.
11 settembre 2008 0:00 - beatrice
Già in Italia non si vive più a causa di tutti i divieti
che ci sono,adesso come se non bastasse vogliono vietarci di
viaggiare in treno con il cane.Questa estate sono andata in
CROAZIA con il mio cane e non ho avuto alcun problema a
portarlo in spiaggia mentre qui da noi ti fanno problemi
anche se lo porti sul lungomare.Mi sembra eccessivo...Sono
disponibile a qualsiasi forma di mobilitazione pur di
difendere il mio diritto e quello del mio cane di viaggiare
in treno.