COMMENTI
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20 dicembre 2010 21:36 - fabrizio7338
Bravo Sergio ti sei espresso come avrei voluto io.....magari riuscissi io a esprimermi cosi' andrei subito a parlare in televisione......
pe' fa' capi' a tutte ste' pecore come ennio , quello che hai detto tu , GRANDE SERGIO !!!!!!!!!!
20 dicembre 2010 19:26 - ennio4531
x chinaski,

... non sai quanti leoni ho sentito successivamente belare !!!
20 dicembre 2010 19:08 - chinaski
"Io penso che, ogni tanto, occorra scendere dall’Olimpo dei Concetti e avvicinare, nella fattispecie, quella parte di umana specie che tenta, con fatica e sofferenza, di uscire da un girone infernale per chiedergli che cosa ne pensa della tua ‘etica’ .
Se è gentile, sorride sconsolato; se si trova in una fase acuta, aspettati risposte meno garbate."

E a me cosa me ne fotte se esistono persone deboli che non sanno gestirsi e diventano tossicodipendenti? Esistono centri di cura per loro. Quindi secondo il tuo ragionamento Ennio, siccome esistono centinaia di migliaia di alcolisti in cura, io non avrei diritto di bermi uno o due bicchieri di buon vino rosso in una cena tra amici? E' questo che vuoi dire? O che nessuno possa fumarsi un occasionale spinello a casa, mentre guarda un bel film con gli amici o con la sua compagna, solo perchè esistono decine di miglia di eroinomani o cocainomani o gente che fuma 20 cannoni al giorno mentre guida? E' questo che vuoi dire? Purtroppo le cose non stanno così nella realtà. La natura insegna che le leggi che valgono per la pecora non possono essere applicate al leone.

Con buona pace di Ennio.
20 dicembre 2010 18:19 - sergio2
...

Interessanti le osservazioni di Ennio di oggi 20 dicembre ore 12.26.

Scrive Ennio: “Differenza tra legalizzazione e liberalizzazione. Io sostengo che, ai fini pratici, per il consumatore nulla cambia: in entrambi i casi si vuole rendere lecito ciò che prima era vietato. Se così non è , non potrò che cospargermi di cenere il capo in segno di pentimento. Se invece è come sostengo io, allora i commenti sulle differenze li lascio volentieri ai …sofisti.”

Vi sembra la stessa cosa comprare il pane per strada da uno sconosciuto magari anche un po’ sporco e trasandato e comprarlo in un panificio con tanto di licenza e autorizzazione?
Ai fini pratici sempre pane comprate, ma siete sicuri che per il consumatore non cambi nulla?

Il pane oggi è “legale” (ovvero regolamentato, disciplinato, non certo liberalizzato); le droghe proibite sono oggi “libere” da regole (ovvero clandestine, fate quel che vi pare però se fate vi puniamo).

Non si tratta di rendere lecito ma di regolare ciò che non si può vietare nonostante le leggi e le pene sempre più severe.
Non si può efficacemente vietare l’uso delle droghe al punto che laddove non c’è la possibilità di procurarsele sono inventate: dalle colle ai derivati del petrolio tutto è trasformato in droga.

Il divieto talvolta può creare una situazione di effettivo pericolo e nocività che supera il consentire a determinate regole.

A chi arreco danno se a casa mia fumo uno spinello?
Che senso ha prevedere la non punibilità del consumo personale ma non consentire alcuna forma legale di produzione, trasporto e commercio?

Come sostiene Giovanardi, il consumo personale già adesso non è punito quindi le droghe sono già “lecite”.

Che differenza c’è, dal punto di vista della pericolosità sociale e personale, tra tirare un po’ di coca e bere una bottiglia di vino?
Se escludiamo le differenze dovute alle diverse condizioni di mercato (clandestino e quindi senza regole per la coca, disciplinato per il vino), la conclusione è una: stessa pericolosità.

Questa si chiama ipocrisia, mostruosità giuridica, mancanza di onestà intellettuale, mancanza di senso etico della vita.

Se Giovanardi può definire follia la proposta di legalizzare le droghe leggere (accomunando legalizzare con liberalizzare) io ho il pieno diritto di definire follia le sue proposte, con la ragionevolezza di poter aggiungere che solo dei folli socialmente pericolosi possono intestardirsi a praticare e sostenere il proibizionismo, quando un secolo di proibizionismo ha prodotto il dilagare della droga con tutti i problemi connessi, e allo stesso tempo sostenere che i consumatori sono delle “vittime” e quindi il consumo personale è depenalizzato.

Utilizzo gli stessi canoni linguistici di Giovanardi per commentare il suo pensiero.

Chi sostiene il proibizionismo non si degna di valutare altre strade possibili (squalificandole come follia): un vero e proprio ostracismo.
E sarebbe la mia una posizione ideologica?


Non c’è etica nella proposta proibizionista perché non c’è coerenza e onestà intellettuale.
Basta passare in rassegna gli argomenti più utilizzati dai proibizionisti per rendersene conto.

Per esempio: la droga va proibita perché fa male.
E il tabacco no? E l’alcol no?
Il tema della nocività è un argomento ipocrita privo di valore etico e intellettuale.
Nessuno è credibile se proibisce la cannabis o la cocaina, mentre ammette alcol e tabacco (e lo stato ci lucra pure).

Non c’è etica quando si sostengono tesi infondate o costruite su teoremi falsi.
Per esempio: alcol e tabacco se utilizzati in modica quantità non provocano danni irreparabili.

Argomento valido per tutte le sostanze compreso zucchero e arsenico, cannabis e cocaina, alcol e eroina…
Che cosa garantisce che il consumo non diventi eccessivo e sconsiderato?
Nessuno nasce alcolizzato. Si comincia con un bicchiere e si finisce etilista, o no? Non sempre? Giusto, ma vale anche per lo spinellomane o per il parlamentare che tira coca solo quando c’è una seduta in parlamento… cioè quasi mai.

Altro cavallo da battaglia: dalle droghe leggere si passa a quelle pesanti.

Altro argomento falso.
Milioni di persone si fanno qualche canna ogni tanto senza aver mai utilizzato eroina, cocaina o altro. Se avviene il passaggio dalle leggere alle pesanti non è per la sostanza in sé ma ancora una volta per le condizioni di mercato. L’argomento vale in ogni caso anche per l’alcol: dal vino si passa ai superalcolici. Ma non sempre e non necessariamente in modo sconsiderato, esattamente come per le altre sostanze.

Le droghe danno assuefazione, altro argomento speso con generosità.

Anche il cioccolato e il cibo in genere: quante sono le donne depresse affette da coazione alimentare? E il tabacco, l’alcol? Non danno assuefazione?


Altro argomento: la pericolosità sociale. Guidare sotto l’effetto della droga è pericoloso.

Vero, anche sotto l’effetto dell’alcol e persino fumare tabacco mentre si guida è pericoloso e andrebbe quindi proibito. Ho rischiato di morire a causa di un tabagista “assassino” che mi è piombato addosso perché si è distratto dalla guida a causa della brace della sigaretta cadutagli sui pantaloni. Tenere in mano un cellulare è più pericoloso di tenere in mano una sigaretta?

Mi fermo qui perché se si vuole ragionare c’è già abbastanza materia prima.
Ennio, non sono io che mi arrogo il diritto di parlare di etica ma certi personaggi, come Giovanardi, che pretendono di essere gli unici legittimati e titolati a discutere di etica quando in realtà non sviluppano alcun argomento eticamente valido e producono risultati nefasti.

Come già scritto (punto 5 del mio primo intervento) il danno quando c’è va trattato con identici criteri, per essere credibile, onesto e dare valore etico alle proprie azioni, caro il mio Ennio, altro che ‘laissez faire, laissez passer ‘

A fare discorsi ideologici sarei io… già, infatti, Ennio dimostra la validità delle sue tesi… affermando che le altre tesi non sono valide; perché non lo sarebbero?

Altro argomento eticamente infondato è l’affermare, riprendo le parole di Ennio,
“Io penso che, ogni tanto, occorra scendere dall’Olimpo dei Concetti e avvicinare, nella fattispecie, quella parte di umana specie che tenta, con fatica e sofferenza, di uscire da un girone infernale per chiedergli che cosa ne pensa della tua ‘etica’ . Se è gentile, sorride sconsolato; se si trova in una fase acuta, aspettati risposte meno garbate.”

Non bisogna confondere il problema della droga (ovvero del perché si ricorre alla droga e perché si diventa dipendenti) con il problema della terapia.
Il problema della terapia esiste anche per l’alcolizzato e per ogni altra manifestazione di disagio individuale e sociale.
Legalizzare le droghe non significa fregarsene della salute di chi è dipendente dalle droghe e vuole uscirne.
Significa creare le condizioni per evitare che chi ne fa uso diventi anche delinquente o danneggi ulteriormente la propria salute per la pessima qualità delle sostanze che assume, comprese quelle utilizzate per taglio. Significa evitare che la droga finisca per svolgere un ruolo totalizzante nella vita dell’individuo.

La cura non va confusa con la prevenzione, sulla quale il proibizionismo ha fallito.

La prevenzione per essere credibile deve basarsi su argomenti veri, logici e coerenti. Non si può dire no allo spinello e sì alla grappa: non è credibile visto che la grappa uccide molto più dello spinello.

Come non ha senso fare leva su argomenti terroristici confidando che così i giovani evitino la droga.
Non possiamo incatenarci all’idea che ciò che è disponibile diventi immediatamente fruito e abusato.
Con questa logica per molti anni si è proibito l’uso degli anticoncezionali: se la pillola diventa disponibile le nostre figlie e mogli diventeranno tutte puttane… si diceva. Se il divorzio diventa possibile… tutte le famiglie si sfasceranno.
Si continua ancora con la stessa logica: la deterrenza coercitiva non ha mai creato comportamenti virtuosi, moralmente apprezzabili, responsabilità e consapevolezza.
Basterebbe osservare il crescente consumo di alcol tra i giovani per rendersi conto di quanto affermo.
20 dicembre 2010 13:47 - IVAN.
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A (S)PROPOSITO DI DROGA
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(Riflessioni generali sulle cosiddette "droghe")



Inizio con una premessa: questo scritto non propone esattamente concetti diffusi a livello popolare, quindi invito anticipatamente il lettore a soppesare le mie argomentazioni senza preconcetti.


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• DEFINIZIONE.

"Droga", dunque.
Giocare sull’uso improprio dei vocaboli è il modo più facile per equivocare il tema in questione.
Qui è fondamentale definire il termine, perché se DROGA è “qualcosa che provoca alterazione e dipendenza sia mentale che fisica”, allora sono droghe anche il caffè, la televisione, il sesso, il Pensiero e la musica. E siamo tutti drogati. E viva la droga.

Le sfumature intermedie tra l’eroina e l’aria che respiriamo sono così indistinte (considerando anche le variabili date dalla QUANTITÀ e dalla individuale CAPACITÀ DI ASSIMILAZIONE di ognuno) che non ci è concesso, obiettivamente, separare una “droga” da ciò che non lo è.
Quindi dobbiamo accettare le (pur discutibili) forme di distinzione stabilite PER LEGGE che già conosciamo, e che non mi metto ad elencare.


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• PERCHÈ.

Sui motivi che inducono una persona a fare deliberatamente uso di sostanze alteranti, invito alla lettura del saggio di Aldous Huxley “LE PORTE DELLA PERCEZIONE”, che approfondisce nei dettagli il seguente concetto:

IL BISOGNO DI TRASCENDERE L’«IO» ABITUALE È UNA NECESSITÀ DELLA NATURA UMANA STESSA.

Questo è facilmente comprensibile, visto che dopotutto l’unica prova di una qualsiasi crescita si manifesta necessariamente in un cambiamento del proprio SÈ, al quale viene sommata l’esperienza di uno STATO DI COSCIENZA ALTERNATIVO.
A queste “coscienze latenti” si può accedere:
– ACCIDENTALMENTE (ma in tal caso non vengono né mantenute né ripetute).
– NATURALMENTE (a seguito di appropriati esercizi psicofisici, come meditazione, yoga o training autogeno).
– ARTIFICIALMENTE (mediante l’assunzione di sostanze che troppo genericamente – e impropriamente – vengono etichettate sotto l’accezione di “droghe”).


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• ORIGINE DELLA (erronea) CATTIVA FAMA.

Sì: ERRONEA.
Prima di prendere posizioni affrettate, è bene inquadrare di COSA si sta trattando, e ricercare INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI oltre al “sentito dire” orecchiato qua e là alla pecorona.

Consideriamo ad esempio uno degli stupefacenti più noti: l’LSD (o Acido Lisergico).
Tutti conosciamo la cattiva fama che accompagna questa sostanza.
Ebbene, se invece approfondissimo lo studio della questione, arriveremmo alla conclusione che NEL GIUSTO DOSAGGIO, l’LSD È COMPLETAMENTE INNOCUO:
con scientifica certezza, l’acido lisergico NON lascia residuo tossico, NON distrugge i neuroni e NON provoca dipendenza.

Tutto questo contrasta nettamente con l’opinione corrente sull’LSD, ma va riconosciuto che coloro che ne hanno subìto dei danni semplicemente abusavano della QUANTITÀ, oppure - cosa altrettanto basilare - non erano mentalmente preparati ad affrontare il cosiddetto SHOCK DELLA RIVELAZIONE.
Ma allora, come è nato il mito dell’«acido fatale»?

Occorre fare una parentesi.
Nel 1968, per varie ragioni controverse, la produzione di LSD è stata dichiarata ILLEGALE.
Prima di allora, le organizzazioni criminali non si erano MAI occupate dell’Acido, per il semplice fatto che, come detto, L'LSD NON DÀ ASSUEFAZIONE, E QUINDI NON STABILIZZA IL MERCATO.
Da quell’anno in poi, TUTTE le dosi millantate per LSD pervenute sul mercato degli allucinogeni sono state prodotte in clandestinità da personale “non specializzato” (eufemismo), così che quello che attualmente viene propinato per LSD è in realtà un composto DIFFERENTE, un intruglio sintetizzato alla meno peggio, con l’aggiunta di additivi che provocano assuefazione, studiati apposta per intrappolare gli incauti che credono di avere ancora a che fare con l’LSD originario.
E se poi quest’ignota porcata chimica provoca dei danni, a cosa si attribuisce la colpa? All’innocuo LSD, ovviamente, che col suo VERO nome non esiste più da quarant’anni!

Lo stesso discorso si può applicare a qualunque tipo di droga prodotta senza la garanzia di un controllo LEGALE: i “difetti di fabbricazione” sono tutti a rischio del Consumatore.
Come sapere se ciò che prendiamo è REALMENTE ciò che crediamo che sia? Lo spacciatore ci allega forse il certificato DOC?

Già, il fattore "garanzia": questo introduce automaticamente la questione dell’ANTIPROIBIZIONISMO.


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• SULLA LEGALIZZAZIONE.

Constatiamo la situazione: essendo illegale, il commercio di droga è detenuto PER INTERO – essendone l’unico produttore – dal mercato clandestino, che può liberamente gonfiarne il prezzo oltremisura, così da costringere i tossicomani ad una serie di espedienti più o meno leciti per racimolare giornalmente il costo di una dose.

L’UNICA alternativa possibile è quella di LEGALIZZARE (termine da non confondere MAI con “LIBERALIZZARE”) il commercio di stupefacenti;
ovvero, produrre e vendere SOTTO ASSISTENZA STATALE ciò che attualmente è monopolio esclusivo della Malavita.
La droga così prodotta sarebbe sottoposta ad un rigido controllo della qualità e della denominazione.

Inoltre, fornendo (RIGOROSAMENTE sotto ricetta medica) gratuitamente o ad un prezzo accessibile la dose ai tossicodipendenti, verrebbero sensibilmente a diminuire i reati sopracitati, oltre a scoraggiare la concorrenza del mercato criminale, al quale verrebbe tolta la sua principale fonte di guadagno.
Non c’è da stupirsi, quindi, che la Malavita eserciti tutta la pressione politica che le è possibile affinché il completo monopolio della droga rimanga nelle sue mani (molto spesso, celandosi dietro “nobili” campagne proibizioniste).

Qui va aggiunto un punto fondamentale: alcuni tipi di droghe (come il CRACK) sono semplicemente troppo pericolose per essere prodotte, sia pur legalmente; la malavita, quindi, continuerebbe a fornire ai tossicodipendenti quelle sostanze che lo Stato NON PUÒ mettere a loro disposizione.
Questo, naturalmente, non toglie nulla all’importanza di una SENSATA Legalizzazione delle droghe (la politica dei SERT, nonostante tutte le lacune dimostrate, è un passo gigantesco, in questo senso).

Comprensibilmente, la scelta sulla Legalizzazione va presa dallo Stato, e non – come qualche mentecatto propone – tramite un REFERENDUM POPOLARE.
Con la solita scusa di “rispettare i desideri della maggioranza”, si darebbe a cani e porci la possibilità di dare un peso PRATICO alle loro opinioni frettolose e superficiali, quando hanno già più volte dimostrato di non essere abbastanza preparati per prendere decisioni su tematiche così delicate e complesse.


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• IL PUNTO CHIAVE.

...Ed a volte, questa preparazione non l'hanno dimostrata nemmeno gli “addetti ai lavori”, secondo il mio punto di vista:
infatti, nel marasma di leggi, dibattiti, conferenze, campagne di sensibilizzazione e spazzatura varia, non mi è ancora capitato di sentire NESSUNO di questi “esperti” rivelare l’ESSENZA dell’intero contesto sul problema droga:

AD UCCIDERE NON È LA DROGA, MA LA SCELTA DI PRENDERLA.

La droga non pensa, non può “voler fare del male”; è lì, è NEUTRALE.
È come se io prendessi un coltello, me lo piantassi nel cuore, e poi si dicesse in giro che i coltelli uccidono!
Ridicolo? Certo, eppure si tratta dello STESSO concetto (camuffato) che andiamo divulgando di fesso in fesso riguardo alla droga.

«Lotta alla droga...»
Ma siamo idioti?! Semmai...
...«Lotta alla SCELTA di drogarsi!»

Basterebbe questo piccolo cambio di consapevolezza per incanalare nella corretta direzione tutti gli sprechi di soldi, uomini ed energie che gravitano attorno al fenomeno droga.
E dire che è anche un concetto molto semplice: se in una persona esiste la “scelta potenziale” di volersi fare ma non ci fosse droga, si “drogherebbe” COMUNQUE: con l’alcool, o correndo contromano sull’autostrada, o andando allo stadio, o inventandosi una scusa per massacrare qualcuno, o scrivendo cazzate sui forum....

È la “carica negativa” (o meglio, la CAUSA che la origina) che va combattuta, non il MEZZO che viene usato per sfogarla.

E questa lotta coinvolge praticamente TUTTE le fonti di formazione di una persona:
la famiglia, la scuola, la televisione, la cultura, la religione, la vita sociale, il lavoro...
Questo lungo elenco di istituzioni ci fa comprendere come sia preferibile correggere UNA PER UNA ogni manifestazione di “scelte insane”, piuttosto che intervenire ALLA BASE sul meccanismo grippato che le PRODUCE IN SERIE.

La Società dovrebbe essere impostata su misura della Natura Umana, ma pare che ci si sforzi di fare l’esatto contrario.
Ecco perché è molto più COMODO prendere come capro espiatorio una incolpevole sostanza inanimata, piuttosto che mettere in discussione il nostro fallimentare sistema di formazione degli individui.
Ma chi cerca delle soluzioni CONCRETE deve ricavarle da QUESTO punto di vista; gli altri sono soltanto dei palliativi (come la legge-colabrodo Fini/Giovanardi, che non commento solo per carità cristiana).


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• DIPENDENZA E ASSUEFAZIONE.

In ultima analisi, un’osservazione importante:
è vero che le droghe aprono le Porte della Percezione, mettendoci in contatto con i nostri CENTRI SUPERIORI (e questa in sé potrebbe essere una cosa positiva), ma è altrettanto vero che esse sostituiscono la capacità di accedervi in modo NATURALE.

Per spiegarmi, apro una parentesi su ciò che significa “assuefazione”.
Nel cervello sono presenti sostanze naturali chiamate ENDORFINE, che agiscono sui recettori cerebrali esattamente come fanno le droghe.
Se queste sostanze vengono assunte dall’esterno, le ghiandole che producono le endorfine si bloccano.
Da qui, la necessità di assumere continuamente stimolatori ESTERNI per sopperire al bloccaggio di quelli INTERNI.

Ognuno di noi, quindi, sarebbe in grado (con appropriate conoscenze ed esercizio) di produrre FISIOLOGICAMENTE in sé le sostanze chimiche che portano agli stati superiori della Coscienza.

In breve, la droga è un MEZZO, non un FINE;
coloro che la prendono con il solo scopo di SVAGARSI non possono ottenere altro che questo.
Ma nel contempo gli stupefacenti agiscono nel profondo: bisogna sapere in anticipo COSA andranno a toccare, altrimenti sarà come se uno, per far increspare la superficie dell’oceano, facesse scoppiare un’atomica in profondità.

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(Just my 2 cents. Bye.)



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20 dicembre 2010 13:41 - IVAN.
.



Confermi di essere o in malafede o irrecuperabilmente ottuso.
In entrambi i casi, inutile perdere tempo con te.



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20 dicembre 2010 12:28 - ennio4531
X IVAN.

L’accusa che mi fai di malafede la considero parte di quel armamentario ormai logoro che viene impiegato non per criticare in modo analitico le opinioni altrui bensì per corazzare quelle proprie cercando di squalificare moralmente l’avversario E’ un po’ come l’etica invocata da sergio che solo lui possiede, e quindi è l’unica vera , da contrapporre agli altri.

Comunque, sergio sostiene che la droga fa male e qual è la risposta di sergio nei confronti di chi opera per combatterne l’uso sia pure con armi sbagliate ?
“… priva di ogni valore etico.”

… e tu sostieni che "l’approccio metodologico ad una questione" di sergio è da additare come esempio… contento tu….

Per quanto attiene Ghandi, me ne guardo bene dal sostenere che sia stato un guerrafondaio, come pure me ne guardo bene dal sostenere che fosse un pacifista ( come certi commentatori, film e politici come Pannella ci vogliono far credere) dal momento che sosteneva che la violenza, per salvaguardare i diritti dell’uomo, è giustificata.

Ecco quello che scriveva su ‘ Antiche come le montagne’:

"…la mia nonviolenza non ammette che si fugga dal pericolo e si lascino i propri cari privi di protezione…Così quando mio figlio maggiore mi chiese che cosa avrebbe dovuto fare se fosse stato presente, nel 1908 quando fui aggredito quasi mortalmente, se fuggire e vedermi ucciso o piuttosto impiegare la forza fisica che egli poteva e voleva impiegare, s difendermi, gli dissi che era suo dovere difendermi anche con il ricorso alla violenza…”…
“.. Vi è speranza che il violento diventi un giorno nonviolento, ma per il vile non ve n’è alcuna. Perciò ho detto più volte che se non sappiamo difendere noi stessi, le nostre donne e i nostri luoghi di culto con la forza della sofferenza, vale a dire con la nonviolenza, dobbiamo almeno, se siamo uomini, essere capaci di difendere tutto questo combattendo…"

Tanto ti dovevo per completezza di informazione .…
20 dicembre 2010 12:26 - ennio4531
x sergio,

apprezzo le tue compiute e puntuali espressioni dottorali che si dispiegano in un intervento di ben 38 punti, avendoci fatto grazia di non aver approfondito le tesi di Giovanardi prive, a tuo dire, di valore etico.

Arriviamo al sodo.

Differenza tra legalizzazione e liberalizzazione.

Io sostengo che, ai fini pratici, per il consumatore nulla cambia: in entrambi i casi si vuole rendere lecito ciò che prima era vietato.

Se così non è , non potrò che cospargermi di cenere il capo in segno di pentimento.

Se invece è come sostengo io, allora i commenti sulle differenze li lascio volentieri ai …sofisti .

Etica.

Essa viene tirata in ballo in così tante occasioni da essere diventata un refrain utile per porsi su di una cattedra dalla quale impartire lezioni : in altre parole , trattasi di un ‘ipse dixit’ di stampo laico .
E quando i laici vogliono fare il verso alla Chiesa, che Iddio ce ne scampi : i frutti sono stati i giacobini, i comunisti, i fascisti e i nazisti…. per me basta e avanza !

D’altra parte l’arte della dialettica ai tempi d’oggi insegna, in caso di difficoltà, appellarsi a concetti aventi aspetti confinanti con il metafisico di cui si ribadisce il copyright .

Ai vecchi tempi i maestri di dialettica insegnavano questa tecnica: quando avverti che l’avversario ti sopravvanza , accusalo di fascismo , ma fallo per primo !


E arriviamo alla tua Etica .

Prima scrivi che ‘Le droghe fanno male, tutte indistintamente, una di più, l’altra di meno ma tutte certamente tossiche.' , poi accusi chi ne sostiene il divieto d’uso come ‘ …follia allo stato puro. Follia pericolosa, perdente, improduttiva, ipocrita e priva di ogni valore etico.’

Che cosa ne devo arguire se non che la tua etica ti obbliga al ‘laissez faire, laissez passer ‘…. in altre parole vedi il danno e come lo tratti : con dissertazioni accademiche sulla libertà d’uso.. mentre migliaia di persone ne stanno soffrendo.

Io penso che, ogni tanto, occorra scendere dall’Olimpo dei Concetti e avvicinare, nella fattispecie, quella parte di umana specie che tenta, con fatica e sofferenza, di uscire da un girone infernale per chiedergli che cosa ne pensa della tua ‘etica’ .
Se è gentile, sorride sconsolato; se si trova in una fase acuta, aspettati risposte meno garbate.

Ecco… io penso che la tua, più che ‘etica’, abbia apparentamenti con l’ ideologia.
20 dicembre 2010 0:20 - shugar
senbrate precari da 4 soldi! Non che non abbia molta stima di questa categoria calpestata che piu' non si possa, ma Voi ne rappresentate solo l'ombra minterloquendo a paghetta in internet, Vi saluto e buon lavoro
20 dicembre 2010 0:07 - shugar
c'e' chi parla di gente che non si accorge che il mondo gli cambia sotto i piedi, ok, ma cambiera' per tutti...^_^ chissa' alla fine per chi in meglio e chi in peggio, chi vivra' vedra'
20 dicembre 2010 0:03 - shugar
sul tavolo ci stanno i comprati da quattro soldi, quaquaraqua... bla bla bla...
20 dicembre 2010 0:02 - shugar
bla bla bla...
19 dicembre 2010 11:48 - gino1142
Veramente un ottimo post quello di Sergio
(16 dic 2010, 15:51)
complimenti e molto esaustivo,ma come dice qualcuno fastidioso per quelli che non accettano il mondo che gli cambia sotto i piedi....
18 dicembre 2010 20:14 - shugar
bla bla bla bla...
17 dicembre 2010 19:17 - IVAN.
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Veramente un ottimo post quello di Sergio (16 dic 2010, 15:51)

Da additare come esempio di "approccio metodologico ad una questione".

Certo, se uno è in malafede (per non dire irrecuperabilmente ottuso) può riuscire a intraleggere intenti guerrafondai persino in un discorso di Ghandi.
Direi quindi che si può tranquillamente sorvolare sui soliti, immancabili commentini di chi non può fare a meno di dimostrare la propria ignoranza.



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17 dicembre 2010 18:27 - sergio2
...

Scrive Ennio 4531:"...per poi concludere che le droghe, essendo simili alle altre sostanze psicotrope, vanno liberalizzate invocando perfino l'etica ( .. ettipareva )Senti sergio... in famiglia vanti qualche dottor Jekyll e mr. Hyde ?"

Vedi Ennio, vanto la capacità di saper leggere e la capacità di comprendere il testo.
Capacità delle quali tu probabilmente difetti poiché io non ho mai utilizzato il termine "liberalizzate".

Se per te il concetto di legalizzare è identico a quello di liberalizzare... hai le idee molto confuse e faresti bene a chiarirtele.

Nel mio intervento molto schematico ho appena sfiorato il tema dell'etica, ma a una lettura attenta è facile desumere perché considero le tesi di Giovanardi prive di valore etico. Se vuoi possiamo approfondire questa valutazione.

Non dovrebbe risultarti difficile, dato che mi sono espresso attraverso 38 punti ben distinti, essere più preciso nelle tue critiche che suonano banalmente ironiche.

Se consideri un "depistare" il considerare il consumo di droghe un aspetto del più vasto problema del disagio sociale (vedi punto 20 per esempio) che si esprime anche attraverso tanti modi per sballare (non ultimo l'abuso di alcol) o il mio chiedere "coerenza", per essere credibili, verso sostanze che creano danni sociali di gran lunga maggiori a quelli delle droghe proibite... vuol dire che dovresti indagare un po' di più il problema droga e dipendenza prima di esprimerti.
17 dicembre 2010 16:49 - ennio4531
hello fabrizio,

quando ti ammali, perchè non ti fai curare dai terapeutici egiziani con oppio e foglie di coca ?

Hi shugar,

decanti tanto la droga, .... ma tutta la tua vita pensi di passarla su un tavolo operatorio per giustificarne l'uso anche da sano ?
17 dicembre 2010 16:34 - ennio4531
ahh sergio, come dice Celentano, ... sei forte !

Il tuo interloquire è un crescendo rossiniano.

Parti da sostanziali critiche alla droga che rappresenta un danno per sè e per gli altri, procedi tirando in ballo l'alcol e il tabacco come pericoli maggiori ( ... è sempre così: quando si parla dei danni della droga, c'è sempre qualcuno che depista l'argomento...), ci intrattieni sugli aspetti culturali , per poi concludere che le droghe, essendo simili alle altre sostanze psicotrope, vanno liberalizzate invocando perfino l'etica ( .. ettipareva ).

Senti sergio... in famiglia vanti qualche dottor Jekyll e mr. Hyde ?
17 dicembre 2010 8:57 - fabrizio7338
L'oppio lo hanno sempre usato e anche le foglie di coca , i terapeutici erano egiziani e gia' conoscevano la chirurgia e l'anestesia.....
16 dicembre 2010 21:36 - shugar
liberalizzare Giovanardi!?, una follia...^_^
16 dicembre 2010 21:34 - shugar
Cosa sarebbe una sala operatoria senza droga!? Una sala di tortura come si osava ed era costretti a fare una volta, senza scienza e senza droga!
16 dicembre 2010 19:07 - shugar
Certo che le droghe fanno male tutte indistintamente, non si puo` negare l`evidenza!

Basta sapere che meta`dei prodotti in farmacia sono droghe! Ma cosa sarebbe oggi come nell` antichita` un mondo senza antidolorifici, senza oppiacei, senza i vari prodotti sfiammanti, senza ipnotici o calmanti ecc.!? Sarebbe un disastro!

Tranne per coloro che praticano la cristoterapia seguaci del motto "purificati l` anima soffrendo prima di crepare" che andrai in cielo sicuro!

Infatti le droghe di strada si sono propagate nell´ illegalita` non nella legalita` e come succede con il vino non tutti che bevono sono etilisti e la stessa cosa sarebbe con le sostante psicotrope, basta fare una vera e duratura campagna d` informazione a partire dalle scuole prima ancora della ora di religione!
16 dicembre 2010 15:51 - sergio2
...

Interessante discussione.
Provo a riassumere ed integrare in modo schematico.

1) Le droghe fanno male, tutte indistintamente, una di più, l’altra di meno ma tutte certamente tossiche.

2) Ciascuno ha la facoltà di farsi male come crede, talvolta considerando tale facoltà un’espressione di libertà, talaltra consapevole di essere condizionato nelle scelte o persino vittima inconsapevole.

3) Nessuno ha il diritto di mettere a repentaglio la vita altrui per le proprie abitudini di consumo.

4) La collettività ha il diritto, forse il dovere, d’interrogarsi su fin dove è disposta a farsi carico dell’irresponsabilità altrui.

5) Ogni limitazione della libertà individuale non può discriminare in base a fattori di valutazione soggettiva: a pari rischio pari limitazione, a pari pericolo pari limitazione.

6) Tra tutte le sostanze psicotrope nessuna è più dannosa dell’alcol.

7) Nessuna droga uccide più dell’alcol: circa 25000 ogni anno i morti in Italia attribuiti all’abuso di alcol.

8) L’alcol è in Europa la prima causa di morte tra i giovani fino a 30 anni.

9) La pericolosità sociale e individuale delle droghe diverse dall’alcol è il prodotto delle condizioni di illegalità.

10) Nessun alcolizzato si mette davanti alle scuole o alle discoteche a “spacciare” grappa o vino. Nessun alcolizzato scippa o ruba per comprare la bottiglia.

11) Il prezzo delle droghe diverse dall’alcol è determianto dai rischi che i produttori e trafficanti corrono per produrre e vendere non certo dalla preziosità della materia prima.

12) Nessuna ragione logica giustifica un trattamento differenziato tra cocaina e alcol. L’unica spiegazione logica porterebbe a concludere che si vogliano creare condizioni favorevoli per la criminalità organizzata. D’altra parte, anche il crimine è funzionale alla logica del PIL.

13) Il proibizionismo e la criminalizzazione di determinate sostanze hanno determinato un mercato LIBERO ma clandestino, quindi totalmente fuori da ogni regola.

14) Le droghe proibite oggi sono LIBERE per volontà dei legislatori mentre il pane è REGOLAMENTATO.

15) La tossicità delle droghe proibite è in stretta relazione alle condizioni di clandestinità: nessuno sa esattamente cosa compra, cosa assume e quanto principio attivo in realtà assume.

16) Chi assume droghe proibite talvolta commette crimini per effetto delle droghe ma soprattutto li commette per procurarsi i mezzi economici necessari per comprare una merce scadente venduta a un prezzo esorbitante per le condizioni di clandestinità.

17) Chi abusa di alcol spesso commette crimini per effetto dell’alcol; ne sanno qualcosa le mogli e le donne in genere violentate o aggredite da mariti o uomini alticci.

18 )Anche alcune droghe proibite determinano stati di eccitazione che possono favorire comportamenti aggressivi e criminali.

19) Alcol e tabacco fanno parte della nostra cultura e quindi sono socialmente più accettate.

20) Combattere le droghe significa combattere ogni forma di disagio sociale. L’uso delle droghe va iscritto nel più vasto problema del disagio sociale in cui a pieno titolo rientra l’uso di alcol, tabacco, psicofarmaci e ogni altra sostanza in grado di indurre dipendenza e comportamenti coattivi.

21) Il proibizionismo ha consegnato nelle mani della criminalità organizzata l’industria chimica delle sostanze psicotrope: tutte le droghe degli ultimi trent'anni sono invenzioni chimiche dell'industria criminale.

22) L'ultima droga innovativa prodotta ufficialmente dall'industria farmaceutica è l'eroina: fu sintetizzata dalla Bayer nel 1898 come rimedio per i morfinomani!

23) L'approccio sbagliato al problema ha portato alla medicalizzazione della tossicodipendenza perché la tendenza della nostra cultura è la medicalizzazione dei problemi. Milioni di persone soffrono di ansie immotivate e assumono tranquillanti per dormire; milioni di persone non riescono a concentrarsi senza accendere una sigaretta; altri hanno bisogno di dieci caffè al giorno e altri per parlare con una ragazza hanno bisogno di ingurgitare un po' di alcol. Anche molte giovani e meno giovani donne per rompere i freni inibitori hanno bisogno di tracannare un po'...

24) La nostra cultura e il nostro diffuso disagio ci porta a non affrontare i problemi ma ad accantonarli ricorrendo a qualche magica sostanza.

25) Agitare fobie, sventolare bandiere è più facile e proficuo elettoralmente; proporre soluzioni, progettare cambiamenti richiede fatica e coraggio perché si rischia di fallire: nessuno ha le ricette in tasca. Quindi più utile ai propri interessi di bottega non fare nulla e produrre logorroiche declamazioni su prevenzione e repressione.

26) La prevenzione e l’informazione per essere efficaci necessitano di un requisito: la coerenza. Morti sulle strade a causa dell’abuso di alcol, morti sul lavoro a causa di abuso di alcol, atti di violenza e di teppismo sotto effetto dell’alcol… ma tutto ciò suscita scarso allarme sociale. Sulle bottiglie di vino non c’è scritto “NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE”. Le bottiglie di vino e di alcolici non riportano alcuna indicazione sull’uso “consigliato”.

27) Come c’è il consumo moderato di alcol, tabacco e dolciumi… c’è anche l’uso moderato e saltuario delle droghe proibite.

28) Abbiamo problemi enormi che si chiamano tabacco, alcol e psicofarmaci e un problema "droghe" ingigantito dalla demenziale e giuridicamente assurda legislazione criminogena sulle cosiddette droghe. Molti continuano ovviamente a ignorare i problemi enormi e si accaniscono con cinismo e stupidità per rendere ancora più drammatico il problema "droghe".

29) L’uomo da sempre modifica artificialmente la propria psiche. L’accanimento contro le droghe evidenzia un problema di acculturizzazione: l’alcol, il tabacco e i farmaci appartengono alla nostra cultura; le cosiddette droghe sono estranee alla nostra cultura e quindi vanno demonizzate come tutto ciò che è “estraneo e forestiero”.

30) Trattiamo tutte le sostanze psicotrope allo stesso modo: per tutte legalizzazione e severe normative per l’uso controllato e responsabile. D’altra parte bisognerà anche prendere atto che più di un secolo di politica repressiva e proibizionismo ci ha portati al punto in cui siamo.

31) Il patrimonio della democrazia è “il principio di responsabilità”: se non ci adoperiamo per affermare e consolidare il principio di responsabilità rischiamo di avere leggi che puniranno l’eccesso di consumo di pasticcini e l’essere grassi.

32) La legalizzazione consente di tenere il problema “droghe” sotto controllo. Di mantenere un rapporto con i consumatori, di evitare che il consumatore diventi anche delinquente, di contenere la proliferazione della criminalità organizzata. Legalizzare significa sottrarre un importante business alla criminalità organizzata, che ha tutto l’interesse a favorire la diffusione della droga; criminalità alla quale abbiamo consegnato la ricerca chimica sulle sostanze psicotrope. Legalizzare è la premessa per dominare e controllare il fenomeno droghe che oggi è assolutamente e anarchicamente “libero”: perché ciò che è proibito è nei fatti libero (cioè fuori da ogni regola e da ogni controllo). Ciò che è legale è controllato e controllabile. Il pane non è libero, è controllato, regolamentato, disciplinato, normato… La droga è libera perché proibita.

33) Il senso di responsabilità dovrebbe portare ad assumere lo stesso atteggiamento punitivo e intransigente per ogni tipo di sostanza che provochi dipendenza e pericolosità sociale: alcol in testa. Diversamente ogni proibizionismo non sarà efficace nemmeno come deterrente e sarà diseducativo.

34) Accettare la logica proibizionista significa imboccare la strada del “salutismo per imposizione di legge”: dovremmo proibire anche il tabacco, che provoca costi elevatissimi alla società; punire gli obesi e gli ingordi; i pigri e i sedentari; le auto in grado di superare i limiti di velocità consentiti, gli sport estremi, le pratiche sessuali a rischio…

35) Non solo è una strada del proibizionismo se seguita con onestà intellettuale e coerenza non è praticabile, ma la storia c’insegna che non è risolutiva. In fondo veniamo da un secolo di proibizionismo (anche nei confronti dell’alcol, e con quali risultati?) ed è in questa dimensione che le droghe hanno trovato schiere sempre più numerose di estimatori…

36) Il senso di responsabilità fa desistere dall’allargare la pratica del proibizionismo ad altre sostanze o a comportamenti socialmente pericolosi o dannosi. Il senso di responsabilità dovrebbe portare a limitare i danni derivanti da comportamenti pericolosi e in questo senso la legalizzazione delle droghe è una politica di riduzione del danno che nulla ha da spartire con il permissivismo.

37) Prendiamo atto che il proibizionismo ha fallito: la droga non si è diffusa nella legalità ma nella illegalità! D’altra parte, non è vero che tutti diventerebbero drogati se le droghe proibite divenissero legali; come oggi non tutti sono alcolizzati anche se l’alcol è legale.

38) Le tesi di Giovanardi sono follia allo stato puro. Follia pericolosa, perdente, improduttiva, ipocrita e priva di ogni valore etico.
16 dicembre 2010 14:39 - SMGL
Sulla cannabis ci sarebbero tantisisme cose da dire, molteplici sono i punti di vista. Il problema è che predonima sempre quello ideologico.
La cannabis (o meglio, l'uso di cannabis come sostanza psicotropa) è prima di tutto un problema di sanità pubblica, e poi un problema socio-economico. In terzo luogo diventa un problema morale (e quindi ideologico).
Bisognerebbe prima analizzare il problema da un punto di vista scientifico, dopo analizzare l'impatto che l'uso della sostanza ha sulla società (compresi i costi economici) e poi, alla fine, attuare una politica che porti a minimizzare i problemi per la società tutta.
Lasciando da parte le ideologie.
Invece qui si fa esattemente al'opposto: prima si parte dall'ideologia e da qui si cercano conferme nella realtà.
Giovanardi e i suoi seguaci, purtroppo, ne sono un esempio lampante. Hanno la loro ideologia proibizionista, e su questo fanno le leggi. Poi, dopo, vanno a cercare conferme in campo medico-scientifico-sociale, pubblicizzando tutte quelle ricerche che sembrano sostenere le loro poitiche e ignorando totalmente quelle che sembrano confutarle.
Parlano giustamente dei danni della cannabis (la marjuana non è innocua, inuile girarci intorno), sostengono giustamente che la dipendenza da cannabis può creare gravi problemi a chi ne consuma.
Teorizzano che dalla cannabis si può passare a sostanze più pericolose, inseguendo la cultura dello sballo.
Però trascurano il fatto che la stragrande maggiornanza di chi consuma cannabis non ne diventa dipendente, non crea particolari problemi alla società e non passa ad altre droghe (e se lo fa, spesso lo fa indipendetemente dal consumo di cannabis).

Usano i casi limite (la minoranza) per adeguare la legge su tutti gli altri.

Per carità, non penso che la legalizzazione risolverebbe i problemi.
Però sicuramente l'attuale legge, oltre a non risolvere i problemi, ne crea di ulteriori.

Non si può non distiguere il consumo dalla dipendenza, non si può trattare allo stesso modo sostanze dalle diverse peculiarità.
Mettere sullo stesso piano un cannabinoide con un eroinomane è come paragonare un raffreddore (o una polmonite, per chi ne è dipendente) con un tumore.
Scientificamente una bestemmia.

Legalmente poi, è come punire allo stesso modo uno schiaffo con una coltellata, sotto lo slogan "non esiste violenza leggera o pesante... è tutta violenza!".

Si affronti il problema in maniera pragmatica, si cerchi di responsabilizzare le famiglie spaventate per i loro figli, non di rassicurarle con leggi che, nel caso della cannabis, creano più problemi al consumatore della sostanza stessa.

Basta con le ideologie.
16 dicembre 2010 12:37 - shugar
Moralisti dei miei cog... e del dio danaro tutti indistintamente del colore di bandiera
16 dicembre 2010 12:28 - shugar
Ci puoi scommettere Ennio che é una cosa in tal caso reciproca, infatti basta leggere i giornali stranieri, viva il corso Buenos Aires a Milan
16 dicembre 2010 1:04 - ennio4531
...sono convinto che i parlamentari nutrono il tuo stesso sentimento nei tuoi confronti.
16 dicembre 2010 0:19 - shugar
Vogliono fari i moralisti e buoni padri certi parlamentari invece farebbero molto meglio a stare zitti, io un figlio non glielo affiderei neanche un minuto, fanno schif... al caz...
16 dicembre 2010 0:16 - shugar
dai ennio 4531 se vogliamo basta recarci dietro un angolo di strada, lo stesso che sia e dove si trovi e comprarci che vogliamo, a parte la cannabis, si sa che se siamo tanto fessi di farci d'eroina o coca entriamo nelle statistiche di qualche comunita' che ci guadagna, come i dipendenti sert e pure le forze dell'ordine che, poveretti, il 95% dei furti rimane ad opera d'ignoti, lper le truffe non va meglio ecc., poi le statistiche di arresti e gli articoli di cronaca nera con pacche sulle spalle per l'operazione "Nella Valle del RIf ecc." sono la loro ancora di salvezza...certo ci sono le sanzioni amministrative ed una Legge Giovanardi / Fini che lasciamo perdere, fanno guadagnare solo di piu' la mafia e lasciamo perdere anche la chiesa pedof...che schifo raga'...
15 dicembre 2010 19:29 - ennio4531
... ma come... non sostenete che drogarsi non deve essere proibito in nome della libertà ?

E adesso lo negate scrivendo 'Forse farsi di eroina è una "libertà?" .

Mettetevi d'accordo .... perchè o drogarsi è una libertà e allora ognuno se la paghi oppure non è una libertà bensì una schiavitù e allora è giusto proibirla !!!

... e io sarei quello che non si rende conto di quello che scrivo !

Ma fatemi il piacere .....
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