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2 agosto 2006 0:00 - ivan tortorici
capisco... una situazione da far west... per l'interesse dei consumatori. Ma ha visto quanti di questi "piccoli negozi" hanno resistito proponendo qualcosa di diverso?, oggi i centri delle città sono pieni di banche mc donald's e catene organizzate. Di piccoli non ne sono rimasti. Poi se per lei il consumatore deve essere considerato la solita vacca da mungere, contento lei. Come se poi, alla fine, il consumatore non è anche un cittadino imprenditore.
30 luglio 2006 0:00 - Alex
x ivan tortorici
i posti di lavoro tenuti in piedi artificiosamente sono quelli che il libero mercato cancellerebbe o ridurrebbe.
Ad oggi non c'è libero mercato, quindi è ovvio che ci sono delle categorie protette.
anche i piccoli negozi avevano paura dell'avvento della GDO.. vero, qualcuno ha chiuso ma altri hanno saputo reagire proponendo qualcosa di diverso.
E comunque ci hanno guadagnato i consumatori, che sono sempre il soggetto da tutelare e che un mercato chiuso danneggia solamente riempiendo le tasche ad altri.
Non è necessario conoscere gli ingredienti dei farmaci per essere a favore del libero mercato. Se però questo per lei è l'unico argomento serio per delegittimare gli altri interlocutori allora glielo lascio volentieri.
30 luglio 2006 0:00 - ZaZaan!
Ehi! Pappone!

pensi solo a te?...

e perché le patate si e la mia "dose" no?

Propongo la libera vendita di eroina in qualunque esercizio commerciale, purché sia presente un tossico!
30 luglio 2006 0:00 - Pappone
sono daccordo alla vendita delle patate in qualunque esrcizio commerciale purché sia presente un ortolano
28 luglio 2006 0:00 - ivan tortorici
i posti di lavoro tenuti in piedi artificiosamente sarebbero forse gli agenti di commercio, i capi area e i distributori intermedi che a loro volta hanno numerosi altri impiegati? se passa tutto alla GDO sono destinati a sparire, sostituiti dalla distribuzione diretta, e la GDO normalmente utilizza impieghi a termine di 6 mesi. Inoltre l'assegnazione dei farmaci da banco alla GDO, renderebbe questa sempre più forte danneggiando tutti gli altri esercizi commerciali con ventaglio di offerta minore. Certo, capisco che spesso le critiche arrivano da chi non conosce a fondo il sistema farmaceutico e non. Distinti saluti
20 giugno 2006 0:00 - rosaria roselli
sono daccordo con la vendita dei farmaci da banco presso qualsiasi esercizio purchè alla vendita sia addetto un farmacista
17 giugno 2006 0:00 - Alex
Giobbe il mio stipendio me lo guadagno col mio lavoro e non devo rendere conto a lei di nulla.
Si preoccupi per sè stesso.

"Ovviamente non senza averti ricordato che le non-condanne del nano sono in gran parte dovute ad innocenti leggine ad hoc che il suddetto si è saggiamente fatto approvare e non dirmi che questa è propaganda."
Grazie del suggerimento, ma ragiono anche se non me lo chiede. La liberalizzazione porta a togliere le rendite di posizione, da qui prezzi migliori per i clienti.

"Secondo la mia modesta opinione ( e non offendo nessuno, al suo contrario, che spara gratuitamente contro una categoria per tirare l'acqua al suo rinsecchito mulino)"
Quando avrei offeso qualcuno? Mi illumini perchè finora ho portato solo le mie opinioni, quello che prova ad offendere è lei. Tra l'altro non si capisce a quale mulino dovrei tirare l'acqua, dalle sue tentate illazioni si evince che lei è in difficoltà perchè non vedo cosa c'entrino queste frecciatine che nulla hanno a che vedere con l'argomento.

"così come la COOP e anche voi che ne siete dipendenti"
Chi è dipendente di chi?

Non ci siamo, come al solito si cerca di confondere le cose per non affrontare l'argomento.

Spero che con questo intervento abbia difeso il suo di stipendio, se no proprio non si capisce il senso.
17 giugno 2006 0:00 - Giobbe
Mitico Alex, ci sei sempre..
Dai che ti guadagni il tuo stipendio..
Mi permetto di intervenire per dare man forte al Signor Ercole, che ha evidenziato con grande professionalità il problema e gli eventuali svantaggi. Qui ognuno di voi dell'ADUC guarda al soldino, ma non considera l'altro versante. Quello della salute: allora ci si chiede di diminuire i prezzi. Veloce esame: i prezzi dei medicinali di fascia A sono a carico dello Stato (che contratta con le industrie per pagare meno). Il prezzo dei farmaci di fascia C, come anche i SOP e OTC, è a discriminazione delle stesse industrie, che abbassando i prezzi di fascia, poi per pareggiare i loro introiti, alzano i prezzi di tutti gli altri. Quindi dove è il problema? Alex ragioni prima di rispondere e poi mi dica come e dove si deve intervenire? Secondo la mia modesta opinione ( e non offendo nessuno, al suo contrario, che spara gratuitamente contro una categoria per tirare l'acqua al suo rinsecchito mulino) il target di una associazione che vuole davvero fare del bene alla popolazione in termini di risparmio, deve essere concentrato alla cima della catena di produzione (industrie) e non alla fine. Ma a volte è più conveniente sparare su chi è alla fine della catena, su chi ci mette la faccia.. E' più conveniente e anche più redditizio: le industrie avrebbero un loro meraviglioso guadagno ad entrare nella grande distribuzione, così come la COOP e anche voi che ne siete dipendenti. Ma si parla di salute e non di salame.
Saluti CARISSIMI
Giobbe
16 giugno 2006 0:00 - Ercole Tomasini
Nella liberalizzazione dei farmaci, a fronte di una supposta lobby dei farmacisti (non vanno infatti dimenticate le numerose ed importanti catene di farmacie municipalizzate) e dei mercati "evoluti" anglosassoni, è stato considerato anche il peso delle malattie iatrogene da improprio o eccessivo uso di farmaci di automedicazione, che negli USA e in GB raggiunge e supera il 35% dei casi di malattia? D'altra parte il farmacista gestisce un'impresa (privata, tanto è vero che può fallire) con obblighi legali pubblici e vincolanti, dai quali peraltro deriva anche l'attribuzione di una farmacia ogni 5000 abitanti o frazione, per assicurare il servizio (turno notturno, magazzino obbligatorio di determinati farmaci e sostanze indipendentemente dalla loro commerciabilità, laboratorio e strumentazione obbligatoria...) e responsabilità penale per quanto riguarda la dispensazione dei farmaci (qualità, quantità, adeguatezza: il farmacista agisce anche come controllo della correttezza della prescrizione del medico) con un margine operativo lordo sul farmaco etico - compreso quindi quello di automedicazione - prefissato per legge. Si spiega quindi la corsa ad articoli non-farmaci a prezzo libero: senza quelli la farmacia fallirebbe. Non che i farmacisti come categoria mi stiano particolarmente simpatici, ne conosco molti gretti ed avari e non li giustifico, anche se so che questo è talvolta dovuto ad anni ed anni di sacrifici per pagare il mutuo contratto per acquistare la farmacia, ma ne conosco anche diversi che sono impegnati in prima persona, proprio per il contatto continuo con la malattie ed i pazienti, per aiutare (non solo moralmente) malati terminali e tossicodipendenti, quando non semplicemente malati POVERI, per cui non mi sento di dare la croce addosso a priori. E se credete che al supermercato basti un farmacista per fare il "punto info" e limitare il consumo dei farmaci, non avete capito nulla. Certo il sistema farmacie non è eccezionale, ma le soluzioni prospettate sono sicuramente peggio, a cominciare dall'idea che il supermercato - ANCHE SE E' LA COOP - non voglia guadagnare quanto possibile e pervenire se possibile ad una situazione di monopolio. Ogni altra idea o supposizione sembra inevitabilmente viziata di un pericoloso strabismo veterosinistra: sono passati quasi 40 anni dal 68 ugualitarista, ormai è ora di prendere coscienza che ciascuno ha le proprie responsabilità nell'ambito del proprio ruolo, e che un professionista (abilitato all'esame di stato post laurea e controllato dall'ordine e verificato con i corsi ECM) "forse" offre più garanzie ai clienti-pazienti che non un commesso del supermercato.
16 giugno 2006 0:00 - Alex
Ivan mi permetta ma.. teoria statalista!!
Tipo 'non portiamo l'informatizzazione negli uffici se no diminuisce l'occupazione'.
I posti di lavoro tenuti in piedi artificiosamente o grazie a leggi di favore e protezionismi sono contro l'interesse di tutti.
Allora facciamo entrambe le cose, combattiamo per il prezzo dei medicinali del SSN ma anche per pagare secondo mercato i prezzi dei medicinali da banco, e non secondo i prezzi imposti da leggi di favore.
16 giugno 2006 0:00 - ivan tortorici
Non sono assolutamente d'accordo, si rischierebbe il licenziamento di un sacco di addetti al settore distributivo, e tutto per una manciata di euro di risparmio l'anno, piuttosto bisognerebbe rivedere il costo di molti farmaci prescrivibili a carico del ssn (ovvero a nostro carico). distinti saluti
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