capisco... una situazione da far west... per l'interesse
dei consumatori. Ma ha visto quanti di questi "piccoli
negozi" hanno resistito proponendo qualcosa di
diverso?, oggi i centri delle città sono pieni di banche mc
donald's e catene organizzate. Di piccoli non ne sono
rimasti. Poi se per lei il consumatore deve essere
considerato la solita vacca da mungere, contento lei. Come
se poi, alla fine, il consumatore non è anche un cittadino
imprenditore.
30 luglio 2006 0:00 - Alex
x ivan tortorici i posti di lavoro tenuti in piedi
artificiosamente sono quelli che il libero mercato
cancellerebbe o ridurrebbe. Ad oggi non c'è libero
mercato, quindi è ovvio che ci sono delle categorie
protette. anche i piccoli negozi avevano paura
dell'avvento della GDO.. vero, qualcuno ha chiuso ma
altri hanno saputo reagire proponendo qualcosa di
diverso. E comunque ci hanno guadagnato i consumatori,
che sono sempre il soggetto da tutelare e che un mercato
chiuso danneggia solamente riempiendo le tasche ad
altri. Non è necessario conoscere gli ingredienti dei
farmaci per essere a favore del libero mercato. Se però
questo per lei è l'unico argomento serio per
delegittimare gli altri interlocutori allora glielo lascio
volentieri.
30 luglio 2006 0:00 - ZaZaan!
Ehi! Pappone!
pensi solo a te?...
e
perché le patate si e la mia "dose" no?
Propongo la libera vendita di eroina in qualunque esercizio
commerciale, purché sia presente un tossico!
30 luglio 2006 0:00 - Pappone
sono daccordo alla vendita delle patate in qualunque
esrcizio commerciale purché sia presente un ortolano
28 luglio 2006 0:00 - ivan tortorici
i posti di lavoro tenuti in piedi artificiosamente sarebbero
forse gli agenti di commercio, i capi area e i distributori
intermedi che a loro volta hanno numerosi altri impiegati?
se passa tutto alla GDO sono destinati a sparire, sostituiti
dalla distribuzione diretta, e la GDO normalmente utilizza
impieghi a termine di 6 mesi. Inoltre l'assegnazione dei
farmaci da banco alla GDO, renderebbe questa sempre più
forte danneggiando tutti gli altri esercizi commerciali con
ventaglio di offerta minore. Certo, capisco che spesso le
critiche arrivano da chi non conosce a fondo il sistema
farmaceutico e non. Distinti saluti
20 giugno 2006 0:00 - rosaria roselli
sono daccordo con la vendita dei farmaci da banco presso
qualsiasi esercizio purchè alla vendita sia addetto un
farmacista
17 giugno 2006 0:00 - Alex
Giobbe il mio stipendio me lo guadagno col mio lavoro e non
devo rendere conto a lei di nulla. Si preoccupi per sè
stesso.
"Ovviamente non senza averti
ricordato che le non-condanne del nano sono in gran parte
dovute ad innocenti leggine ad hoc che il suddetto si è
saggiamente fatto approvare e non dirmi che questa è
propaganda." Grazie del suggerimento, ma ragiono
anche se non me lo chiede. La liberalizzazione porta a
togliere le rendite di posizione, da qui prezzi migliori per
i clienti.
"Secondo la mia modesta opinione
( e non offendo nessuno, al suo contrario, che spara
gratuitamente contro una categoria per tirare l'acqua al
suo rinsecchito mulino)" Quando avrei offeso
qualcuno? Mi illumini perchè finora ho portato solo le mie
opinioni, quello che prova ad offendere è lei. Tra
l'altro non si capisce a quale mulino dovrei tirare
l'acqua, dalle sue tentate illazioni si evince che lei
è in difficoltà perchè non vedo cosa c'entrino queste
frecciatine che nulla hanno a che vedere con
l'argomento.
"così come la COOP e anche
voi che ne siete dipendenti" Chi è dipendente di
chi?
Non ci siamo, come al solito si cerca di
confondere le cose per non affrontare l'argomento.
Spero che con questo intervento abbia difeso il suo di
stipendio, se no proprio non si capisce il senso.
17 giugno 2006 0:00 - Giobbe
Mitico Alex, ci sei sempre.. Dai che ti guadagni il tuo
stipendio.. Mi permetto di intervenire per dare man
forte al Signor Ercole, che ha evidenziato con grande
professionalità il problema e gli eventuali svantaggi. Qui
ognuno di voi dell'ADUC guarda al soldino, ma non
considera l'altro versante. Quello della salute: allora
ci si chiede di diminuire i prezzi. Veloce esame: i prezzi
dei medicinali di fascia A sono a carico dello Stato (che
contratta con le industrie per pagare meno). Il prezzo dei
farmaci di fascia C, come anche i SOP e OTC, è a
discriminazione delle stesse industrie, che abbassando i
prezzi di fascia, poi per pareggiare i loro introiti, alzano
i prezzi di tutti gli altri. Quindi dove è il problema?
Alex ragioni prima di rispondere e poi mi dica come e dove
si deve intervenire? Secondo la mia modesta opinione ( e non
offendo nessuno, al suo contrario, che spara gratuitamente
contro una categoria per tirare l'acqua al suo
rinsecchito mulino) il target di una associazione che vuole
davvero fare del bene alla popolazione in termini di
risparmio, deve essere concentrato alla cima della catena di
produzione (industrie) e non alla fine. Ma a volte è più
conveniente sparare su chi è alla fine della catena, su chi
ci mette la faccia.. E' più conveniente e anche più
redditizio: le industrie avrebbero un loro meraviglioso
guadagno ad entrare nella grande distribuzione, così come
la COOP e anche voi che ne siete dipendenti. Ma si parla di
salute e non di salame. Saluti CARISSIMI Giobbe
16 giugno 2006 0:00 - Ercole Tomasini
Nella liberalizzazione dei farmaci, a fronte di una supposta
lobby dei farmacisti (non vanno infatti dimenticate le
numerose ed importanti catene di farmacie municipalizzate) e
dei mercati "evoluti" anglosassoni, è stato
considerato anche il peso delle malattie iatrogene da
improprio o eccessivo uso di farmaci di automedicazione, che
negli USA e in GB raggiunge e supera il 35% dei casi di
malattia? D'altra parte il farmacista gestisce
un'impresa (privata, tanto è vero che può fallire) con
obblighi legali pubblici e vincolanti, dai quali peraltro
deriva anche l'attribuzione di una farmacia ogni 5000
abitanti o frazione, per assicurare il servizio (turno
notturno, magazzino obbligatorio di determinati farmaci e
sostanze indipendentemente dalla loro commerciabilità,
laboratorio e strumentazione obbligatoria...) e
responsabilità penale per quanto riguarda la dispensazione
dei farmaci (qualità, quantità, adeguatezza: il farmacista
agisce anche come controllo della correttezza della
prescrizione del medico) con un margine operativo lordo sul
farmaco etico - compreso quindi quello di automedicazione -
prefissato per legge. Si spiega quindi la corsa ad articoli
non-farmaci a prezzo libero: senza quelli la farmacia
fallirebbe. Non che i farmacisti come categoria mi stiano
particolarmente simpatici, ne conosco molti gretti ed avari
e non li giustifico, anche se so che questo è talvolta
dovuto ad anni ed anni di sacrifici per pagare il mutuo
contratto per acquistare la farmacia, ma ne conosco anche
diversi che sono impegnati in prima persona, proprio per il
contatto continuo con la malattie ed i pazienti, per aiutare
(non solo moralmente) malati terminali e tossicodipendenti,
quando non semplicemente malati POVERI, per cui non mi sento
di dare la croce addosso a priori. E se credete che al
supermercato basti un farmacista per fare il "punto
info" e limitare il consumo dei farmaci, non avete
capito nulla. Certo il sistema farmacie non è eccezionale,
ma le soluzioni prospettate sono sicuramente peggio, a
cominciare dall'idea che il supermercato - ANCHE SE
E' LA COOP - non voglia guadagnare quanto possibile e
pervenire se possibile ad una situazione di monopolio. Ogni
altra idea o supposizione sembra inevitabilmente viziata di
un pericoloso strabismo veterosinistra: sono passati quasi
40 anni dal 68 ugualitarista, ormai è ora di prendere
coscienza che ciascuno ha le proprie responsabilità
nell'ambito del proprio ruolo, e che un professionista
(abilitato all'esame di stato post laurea e controllato
dall'ordine e verificato con i corsi ECM)
"forse" offre più garanzie ai clienti-pazienti
che non un commesso del supermercato.
16 giugno 2006 0:00 - Alex
Ivan mi permetta ma.. teoria statalista!! Tipo 'non
portiamo l'informatizzazione negli uffici se no
diminuisce l'occupazione'. I posti di lavoro
tenuti in piedi artificiosamente o grazie a leggi di favore
e protezionismi sono contro l'interesse di tutti.
Allora facciamo entrambe le cose, combattiamo per il prezzo
dei medicinali del SSN ma anche per pagare secondo mercato i
prezzi dei medicinali da banco, e non secondo i prezzi
imposti da leggi di favore.
16 giugno 2006 0:00 - ivan tortorici
Non sono assolutamente d'accordo, si rischierebbe il
licenziamento di un sacco di addetti al settore
distributivo, e tutto per una manciata di euro di risparmio
l'anno, piuttosto bisognerebbe rivedere il costo di
molti farmaci prescrivibili a carico del ssn (ovvero a
nostro carico). distinti saluti