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4 maggio 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Caro amico Milanese ,
lo sfruttamento minorile, il commercio illecito esiste gia’, non solo in Cina, non perche’ ci sono i cinesi , che non sono ovviamente solo a Milano.
Forse tu, non immagini , che, molte e molte delle cose, che compri, nei pubblicizzati magazzini Italiani, sono il frutto di lavoro minorile, e non certo degli operai Italiani, ben pagati e, con ogni ammortizzatore sociale pronto dietro la porta.
La Pirelli , che sai bene quali vantaggi ha avuto con l’operazione Telecom, apriva le sue industrie al Sud Italia, con i soldi di tutti gli Italiani, anche i tuoi ed i miei, e, dopo pochi anni, metteva in cassa integrazione tutti, chi in pensione anticipata immediatamente chi ci andava dopo 10 anni, e, apriva le sue nuove industrie in Thailandia.
Non sono al corrente che, i lavoratori tailandesi fossero tutti maggiorenni, non potrei giurarci. Sono a corrente che in Thailandia, negli ultimi 10 anni, i lavori piu’ duri, sono toccati ai Birmani,ed ai Cambogiani.
Forse non lo immagini, ma chi ti scrive e’ un uomo , che ha vissuto quasi tutta la sua vita, nel profondissimo Sud, ed intendo non solo in Sicilia. Da noi, ed intendo in Italia, e’ la Politica, ma anche la criminalita’ organizzata Italiana , a desiderare i cinesi, perche’ ha ulteriori vittime da spennare, ed il giro di affari e’ enorme, lo supera solo il commercio di armi.
Quindi, Cinesi vittime e non altro. Se, si allineano al sistema pagando profumati anticipi, tutto puo girare, altrimenti non gira piu’ nulla.
Non so se conosci Barcellona P.G, e’ in provincia di Messina. Dal dire, della voce del Procuratore generale antimafia, rimane, dopo Palermo e Catania, un luogo di altissima concentrazione mafiosa.
Dei Cinesi, avevano aperto un grande supermercato strapieno di tutto, un Bazar, bene, gli hanno intimato di chiudere, perche’ ovviamente una cittadina di 80 mila abitanti , e di tanti commercianti ne avrebbe subito delle non piccole influenze.
Dopo la terza intimidazione verbale, e, dietro la caparbieta’ del gruppo Cinese che non intendeva chiudere, pur di far concorrenza agli altri commercianti, una buona mattina presta, e’ saltato tutto in aria, con cosi grande dimostrazione che, di quel negozio non rimanevano nemmeno le mura.
I Cinesi in Italia, sono vittime dei Signori di casa, cosi come accadrebbe , se noi andassimo in Cina.
E, non credere che, il controllo del territorio Cinese, sia totalmente diverso. Per nulla.
Quello che e’ diverso, in Cina, e’ , che, il vero potere e’ in mano alla Polizia, che, riferisce al Partito.
La criminalita’ organizzata , quindi, rimane subalterna, secondaria ed schiacciata alla gestione del potere della Polizia.
Medesima cosa in Vietnam, Birmania, Laos, Thailandia, ed in tutto il sud-est asiatico.
Quando dici che, il marcio viene da fuori, mi fai intendere, di non avere le idee ben chiare.
Tieni presente, che, sia gli Industriali, sia quelli che sono specialisti della lotta del proletariato, hanno necessita’ di nuovi elementi da dirigere.
Il nostro Paese e’ vecchio, ed i giovani Italiani, sono poco sub-alterni ai due poteri, che, sembravano in lotta, ma, sotto il tavolo si erano sempre tesi la mano.
Quindi, rassegnati nei prossimi anni, ad una Italia multilingue, quanto meno, non si rischiera’ di far bloccare il sistema che, ha contraddistinto l’Italia nel Mondo, quello del magico sistema assistenziale, veramente magico da Paese delle Fate e dei Balocchi.
Cosi com’e’ delle fate e dei balocchi, il sistema produttivo.
E, se sono fate e balocchi, la mille ed una notte, si concretizza a Milano, centro e centrale di Piazza Affari, e cuore di Confindustria .
Confindustria della mille ed una notte.



3 maggio 2007 0:00 - Milanese
Giuseppe ma che intervento è?
A favore dell'illegalità e del commercio illecito? E magari dello sfruttamento minorile?
O il classico intevento "buonista" comunque a favore di qualcuno che non si sa cosa abbia fatto?

Milano non è lo schifo che vuole far passare.. lo schifo ce l'hanno portato da fuori!
3 maggio 2007 0:00 - rosario vesco
Purtroppo Milano appare sempre più la pallida sembianza residuale di ciò che era e di ciò che poteva essere.

Oggi appare una città rimasta indietro rispetto alle altre grandi megalopoli mondiali, se includiamo in Milano il territorio limitrofo.

Qualcosa si è mosso, ma si è mosso fuori città, lì dove tutto è, comunque, provincia.

Mancano a questa provincia le potenzialità aggregatici della grande città, per cui il diventare "povincia" vede Milano a diventare una "grande Brescia": la sera solo extracomunitari in centro, chi può va a cena in giro, i più chiusi in casa alle 19, come nelle migliori province che si rispettino, aspettando il prossimo canto del gallo per mettersi all'opera.

Vita culturale limitata a chi può, i giovani li vedi in locali freddi, "moderni".
Uno smog da ammalarsi.
Fine settimana si fugge un po' tutti, chi non può affolla i centri commerciali, chi si vuol sfogare va allo stadio ad omaggiare i nuovi miti contemporanei.

Altro che "Milano da bere".
E non basta certo il restyling della Fiera!
E non ditemi che "è tutta colpa dei cinesi" o degli extracomunitari, che non hanno voce in capitolo in niente, e ai quali si danno tutte le colpe per non guardarsi allo specchio.
2 maggio 2007 0:00 - poveri [email protected]

Si rafforza l'asse Madrid-Roma

Tutti sembrano uscire vincitori dall'ingresso di Telefónica
in Telecom Italia. La società spagnola conquista una
posizione dominante nel mercato italiano e si apre nuove
porte in Brasile e in Argentina. Telecom resta sotto il
controllo italiano, ma guadagna un partner industriale
credibile. E Marco Tronchetti Provera, il presidente di
Pirelli, cede la società per 3,3 miliardi di dollari, molto
di più di quanto erano disposte a pagare At&t e América
Móvil. A poche settimane dall'ingresso di Enel in Endesa,
l'asse ispano-americano si rafforza, con la speranza che
possa culminare con la fusione di Abertis e Autostrade. Il
premier italiano Romano Prodi si è dichiarato "neutrale"
rispetto all'unione di Telefónica e Telecom Italia, ma la
sua è stata una neuralità molto relativa.


Financial Times, Gran Bretagna [in inglese]


Telefonica e Telecom Italia

Una cordata di investitori italiani formata da Intesa
Sanpaolo, Mediobanca, Generali e Benetton, insieme alla
spagnola Telefónica, acquisirà Olimpia, la società che
controlla il 18 per cento di Telecom Italia. Un problema
molto italiano ha trovato così una soluzione molto
italiana: l'accordo infatti garantisce il mantenimento
dell'italianità dell'azienda e la presenza del più
credibile partner a lungo termine disponibile, cioè
Telefónica, mentre agli azionisti di minoranza è stata
ancora una volta negata la parola. Pirelli è riuscita a
uscire da una situazione molto confusa ottenendo una
valutazione delle azioni di Telecom Italia superiore al
valore di mercato, anche se non è chiaro a cosa saranno
destinati i 3,3 miliardi di euro ottenuti.
… avete capito bene? Italianiiiiiiiii!
Si cedono le azioni Pirelli, ad un valore piu’ alto di quello di mercato, e, si guadagna 3,3 miliardi euri,… e, cosa se ne fa?
Se li pappa la mammina….
Aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhh!



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