Caro amico Milanese , lo sfruttamento minorile, il
commercio illecito esiste gia’, non solo in Cina, non
perche’ ci sono i cinesi , che non sono ovviamente solo a
Milano. Forse tu, non immagini , che, molte e molte
delle cose, che compri, nei pubblicizzati magazzini
Italiani, sono il frutto di lavoro minorile, e non certo
degli operai Italiani, ben pagati e, con ogni ammortizzatore
sociale pronto dietro la porta. La Pirelli , che sai
bene quali vantaggi ha avuto con l’operazione Telecom,
apriva le sue industrie al Sud Italia, con i soldi di tutti
gli Italiani, anche i tuoi ed i miei, e, dopo pochi anni,
metteva in cassa integrazione tutti, chi in pensione
anticipata immediatamente chi ci andava dopo 10 anni, e,
apriva le sue nuove industrie in Thailandia. Non sono
al corrente che, i lavoratori tailandesi fossero tutti
maggiorenni, non potrei giurarci. Sono a corrente che in
Thailandia, negli ultimi 10 anni, i lavori piu’ duri, sono
toccati ai Birmani,ed ai Cambogiani. Forse non lo
immagini, ma chi ti scrive e’ un uomo , che ha vissuto
quasi tutta la sua vita, nel profondissimo Sud, ed intendo
non solo in Sicilia. Da noi, ed intendo in Italia, e’ la
Politica, ma anche la criminalita’ organizzata Italiana ,
a desiderare i cinesi, perche’ ha ulteriori vittime da
spennare, ed il giro di affari e’ enorme, lo supera solo
il commercio di armi. Quindi, Cinesi vittime e non
altro. Se, si allineano al sistema pagando profumati
anticipi, tutto puo girare, altrimenti non gira piu’
nulla. Non so se conosci Barcellona P.G, e’ in
provincia di Messina. Dal dire, della voce del Procuratore
generale antimafia, rimane, dopo Palermo e Catania, un luogo
di altissima concentrazione mafiosa. Dei Cinesi,
avevano aperto un grande supermercato strapieno di tutto, un
Bazar, bene, gli hanno intimato di chiudere, perche’
ovviamente una cittadina di 80 mila abitanti , e di tanti
commercianti ne avrebbe subito delle non piccole influenze.
Dopo la terza intimidazione verbale, e, dietro la
caparbieta’ del gruppo Cinese che non intendeva chiudere,
pur di far concorrenza agli altri commercianti, una buona
mattina presta, e’ saltato tutto in aria, con cosi grande
dimostrazione che, di quel negozio non rimanevano nemmeno le
mura. I Cinesi in Italia, sono vittime dei Signori di
casa, cosi come accadrebbe , se noi andassimo in Cina.
E, non credere che, il controllo del territorio Cinese, sia
totalmente diverso. Per nulla. Quello che e’ diverso,
in Cina, e’ , che, il vero potere e’ in mano alla
Polizia, che, riferisce al Partito. La criminalita’
organizzata , quindi, rimane subalterna, secondaria ed
schiacciata alla gestione del potere della Polizia.
Medesima cosa in Vietnam, Birmania, Laos, Thailandia, ed in
tutto il sud-est asiatico. Quando dici che, il marcio
viene da fuori, mi fai intendere, di non avere le idee ben
chiare. Tieni presente, che, sia gli Industriali, sia
quelli che sono specialisti della lotta del proletariato,
hanno necessita’ di nuovi elementi da dirigere. Il
nostro Paese e’ vecchio, ed i giovani Italiani, sono poco
sub-alterni ai due poteri, che, sembravano in lotta, ma,
sotto il tavolo si erano sempre tesi la mano. Quindi,
rassegnati nei prossimi anni, ad una Italia multilingue,
quanto meno, non si rischiera’ di far bloccare il sistema
che, ha contraddistinto l’Italia nel Mondo, quello del
magico sistema assistenziale, veramente magico da Paese
delle Fate e dei Balocchi. Cosi com’e’ delle fate
e dei balocchi, il sistema produttivo. E, se sono fate
e balocchi, la mille ed una notte, si concretizza a Milano,
centro e centrale di Piazza Affari, e cuore di
Confindustria . Confindustria della mille ed una
notte.
3 maggio 2007 0:00 - Milanese
Giuseppe ma che intervento è? A favore
dell'illegalità e del commercio illecito? E magari
dello sfruttamento minorile? O il classico intevento
"buonista" comunque a favore di qualcuno che non
si sa cosa abbia fatto?
Milano non è lo schifo
che vuole far passare.. lo schifo ce l'hanno portato da
fuori!
3 maggio 2007 0:00 - rosario vesco
Purtroppo Milano appare sempre più la pallida sembianza
residuale di ciò che era e di ciò che poteva essere.
Oggi appare una città rimasta indietro rispetto alle
altre grandi megalopoli mondiali, se includiamo in Milano il
territorio limitrofo.
Qualcosa si è mosso, ma si
è mosso fuori città, lì dove tutto è, comunque,
provincia.
Mancano a questa provincia le
potenzialità aggregatici della grande città, per cui il
diventare "povincia" vede Milano a diventare una
"grande Brescia": la sera solo extracomunitari in
centro, chi può va a cena in giro, i più chiusi in casa
alle 19, come nelle migliori province che si rispettino,
aspettando il prossimo canto del gallo per mettersi
all'opera.
Vita culturale limitata a chi
può, i giovani li vedi in locali freddi,
"moderni". Uno smog da ammalarsi. Fine
settimana si fugge un po' tutti, chi non può affolla i
centri commerciali, chi si vuol sfogare va allo stadio ad
omaggiare i nuovi miti contemporanei.
Altro che
"Milano da bere". E non basta certo il
restyling della Fiera! E non ditemi che "è tutta
colpa dei cinesi" o degli extracomunitari, che non
hanno voce in capitolo in niente, e ai quali si danno tutte
le colpe per non guardarsi allo specchio.
Tutti
sembrano uscire vincitori dall'ingresso di
Telefónica in Telecom Italia. La società spagnola
conquista una posizione dominante nel mercato italiano
e si apre nuove porte in Brasile e in Argentina.
Telecom resta sotto il controllo italiano, ma guadagna
un partner industriale credibile. E Marco Tronchetti
Provera, il presidente di Pirelli, cede la società per
3,3 miliardi di dollari, molto di più di quanto erano
disposte a pagare At&t e América Móvil. A poche
settimane dall'ingresso di Enel in Endesa,
l'asse ispano-americano si rafforza, con la speranza
che possa culminare con la fusione di Abertis e
Autostrade. Il premier italiano Romano Prodi si è
dichiarato "neutrale" rispetto all'unione
di Telefónica e Telecom Italia, ma la sua è stata una
neuralità molto relativa.
Financial Times,
Gran Bretagna [in inglese]
Telefonica e
Telecom Italia
Una cordata di investitori
italiani formata da Intesa Sanpaolo, Mediobanca,
Generali e Benetton, insieme alla spagnola Telefónica,
acquisirà Olimpia, la società che controlla il 18 per
cento di Telecom Italia. Un problema molto italiano ha
trovato così una soluzione molto italiana:
l'accordo infatti garantisce il mantenimento
dell'italianità dell'azienda e la presenza del
più credibile partner a lungo termine disponibile,
cioè Telefónica, mentre agli azionisti di minoranza
è stata ancora una volta negata la parola. Pirelli è
riuscita a uscire da una situazione molto confusa
ottenendo una valutazione delle azioni di Telecom
Italia superiore al valore di mercato, anche se non è
chiaro a cosa saranno destinati i 3,3 miliardi di euro
ottenuti. … avete capito bene? Italianiiiiiiiii!
Si cedono le azioni Pirelli, ad un valore piu’ alto di
quello di mercato, e, si guadagna 3,3 miliardi euri,… e,
cosa se ne fa? Se li pappa la mammina….
Aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhh!