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25 ottobre 2007 0:00 - Gioiele
Vorrei sapere quando vado in pensione con la nuova legge, ho 35 anni di contributi e 55 di età.
Grazie
21 ottobre 2007 0:00 - Passante
da: il non atipico
Data: 17 Ottobre 2007

caro Domenico Murrone...
io ho lavorato x anni 38 + mesi 6
sono andato in pensione a 53,5 anni
e nessun lavoratore ATIPICO ha o dovra pagare la mia pensione (magruccia)

Purtroppo non è così: lei percepirà una pensione non commisurata ai contributi versati, ma calcolata col sistema retributivo; inoltre percepirà (presumibilmente) una pensione per diversi decenni.
Per questi motivi il cumulo dei sui contributi non basterà per la sua pensione, di cui dovranno farsi in parte carico le nuove generazioni, già abbastanza in difficoltà per lavori saltuari, contribuzioni basse, ingresso nel mondo del lavoro tardivo.

Con l'abolizione dello scalone l'hanno presa in saccoccia ancora quelli più giovani, ma non lo si vuole dire chiaramente.
Si continuano a mantenere "privilegi" per i pensionandi quando i giovani avranno una situazione drammatica: se bisogna fare dei sacrifici, che li si faccia tutti da subito, non scaricando su chi verrà.
20 ottobre 2007 0:00 - murrone
Se avessi dei consigli li avrei gia' forniti. Di fronte ai muri di gomma multiforme verrebbe da urlare "casino!!!". Poi si riflette e si giunge ad altre conclusioni. Continuare a credere a cio' che si intuisce possibile: un mondo senza teoriche certezze, ma con concrete speranze che individuato un problema venga risolto senza che cio' stremi, in modo da essere pronti ad affrontare nuovi cambiamenti.
19 ottobre 2007 0:00 - Sergio
Zeno pone l’accento su una questione seria, complessa e diffusa.
Ciascuno di noi si guarda intorno e vede molti privilegiati. Il nostro sistema di potere risulta immodificabile perché ha saputo creare una diffusa rete di privilegi. E c’è sempre qualcuno più privilegiato.
In questa situazione risulta difficile accettare sacrifici e tirare la cinghia. Il guaio è che se non ci diamo adesso una regolata tra pochi anni il sistema crollerà.
Chi sostiene che la pensione se la merita perché ha pagato 40 anni di contributi, dice il vero, ovviamente, ma dimentica che con il sistema retributivo lui in realtà con i suoi contributi ha pagato la pensione a chi lo ha preceduto; ma come faranno i precari e i lavoratori “regolari” che sono entrati nell’ultimo decennio nel mondo del lavoro a garantire a lui una pensione e a costruirsi la propria con il metodo contributivo?
Il nuovo sola-welfare introduce il principio del trattamento minimo pensionistico garantito pari al 60% della retribuzione. Questa sbandierata “garanzia” è una bestemmia: il nuovo sistema contributivo non può dare alcuna garanzia di livello pensionistico perché la pensione è rapportata ai contributi versati e non alla retribuzione percepita.
Ciò significa che la promessa sarà vanificata da qualche nuova riforma che puntualmente sarà varata a breve o che per garantirla si procederà all’aumento della tassazione per poter integrare le pensioni.
La soluzione è quindi solo nei punti che ho già indicato nel mio primo intervento.
Possibilmente accompagnati da una drastica riforma della Pubblica amministrazione, che consenta di tagliare un terzo degli attuali addetti, e un durissimo controllo della spesa pubblica.
18 ottobre 2007 0:00 - zeno
condivito tutto cio' che ha scritto sergio.
X il non atipico:
la questione non e', a mio avviso, personale. Anch'io preferirei avere i vantaggi concessi fino a qualche anni fa a degli insegnanti (in pensione si poteva andare a 38 anni, anche prima di quanto ha scritto lido munaro). Guardandando al proprio tornaconto personale, chi vorrebbe essere obbligato a lavorare fino a 65 anni? Parlo di obbligo, perche' ci sono molte persone che preferiscono volontariamente rimanere al lavoro.

Il problema, caro Non Atipico, va posto in termini generali. E, spero converrai con me, se non c'e' un nuovo boom economico (grande, grande, grande) il debito pubblico accumulato "ammazzera'" il futuro delle giovani generazioni. Guarda caso il debito pubblico impedisce il boom e l'erogazione di pensioni ad under 60 fa rimanere a livelli stratosferici il debito. Quindi ...
Insomma, io penso che se nel 1995 si fossero prese decisioni radicali, a questo punto le pensioni potevano essere meno magruccie.
Z
17 ottobre 2007 0:00 - il non atipico
caro Domenico Murrone...
io ho lavorato x anni 38 + mesi 6
sono andato in pensione a 53,5 anni
e nessun lavoratore ATIPICO ha o dovra pagare la mia pensione (magruccia)
16 ottobre 2007 0:00 - lido munaro
Sarà vero però è vero anche che io andro in pensione a 55 anni ma dopo 40 anni (+3 mesi di finestra) di lavoro.penso che bastino
se poi penso che in passato dopo 20 di lavoro(statale) si andava in pensione pensate 20 di contributi versati e 45 anni di pensione goduti.
16 ottobre 2007 0:00 - Sergio
La riflessione di Domenico Murrone è lucida e corretta.
Aggiungo qualche riflessione.
Cosa attendersi da un governo che, nella persona del Primo Ministro, ha definito iniquo che da un giorno all’altro siano richiesti tre anni in più per accedere al trattamento pensionistico?
Innalzare il requisito anagrafico per la pensione non può che comportare il tracciare una linea di demarcazione, una data, oltre la quale il requisito precedente, l’età, non è più sufficiente. Lo scalone dei tre anni sostituito da tanti graduali scalini equivale a sostituire la grande iniquità con tante piccole e ripetute iniquità, aggravate da mezzucci da finanza creativa per coprire il costo dell’iniqua riforma della riforma (Maroni) della riforma (Dini). Evidentemente Prodi utilizza toni severi per camuffare l’incapacità di sviluppare una politica equa. O forse Prodi vuole distogliere l’attenzione dei sudditi e dei pochi giornalisti pensanti dalla vera iniquità che caratterizza il nostro sistema previdenziale dai tempi della riforma Dini?
La riforma Dini ha modificato strutturalmente il sistema pensionistico.
Dal momento dell’entrata in vigore della riforma Dini, confermata dal primo gabinetto Prodi, i lavoratori sono stati distribuiti in tre gruppi:
1) nuovo sistema contributivo per coloro che sono entrati nel mondo del lavoro dal 1996;
2) sistema misto contributivo e retributivo per coloro che al 31 dicembre 1995 non aveva accumulato 18 anni di contribuzione;
3) sistema retributivo per coloro che al 31 dicembre 1995 avevano accumulato 18 anni di contribuzione.
Gli appartenenti al terzo gruppo non sono stati toccati dalla riforma pensionistica mentre coloro che appartengono al secondo gruppo si ritrovano pesantemente penalizzati e coloro che appartengono al primo gruppo dovranno, con ogni probabilità, “liberarsi” di nonni e padri.
La riforma del sistema pensionistico poteva essere spalmato su tutti: ciascuno in funzione del residuo periodo lavorativo per giungere alla pensione. Il sistema contributivo andava esteso a ogni persona in attività.
L’aver fatto gravare la riforma pensionistica solo su alcuni è stata una precisa scelta di parte, coerente con gli interessi elettorali di una maggioranza legata a doppio filo con alcune fasce anagrafiche che, strana coincidenza, coincidono con la quasi totalità degli iscritti ai sindacati.
La regola scritta impone che Parlamento e Governo decidano e legiferino nell’esclusivo interesse della Nazione.
Ascoltare è un dovere democratico ma decidere nella solitudine del Potere ricevuto per investitura popolare è l’imperio!
Prodi, Padoa Schioppa, il Governo nel suo insieme e il Parlamento si assumano con umiltà la responsabilità della decisione, abbandonando l’arroganza della decisione condivisa con la parte forte a spese della collettività debole.
Decidere è l’esercizio umile del Potere. Concertare è l’arroganza del cedere al ricatto per tirare a campare.
Nessun tavolo delle trattative dovrebbe essere imbandito soprattutto se dal tavolo sono esclusi coloro che poi dovranno pagare il pesante conto del pantagruelico banchetto consumato dai soliti privilegiati.
Chi si accomoda a questo scellerato tavolo è un cannibale che divora i propri figli e nipoti.
Prodi, Padoa Schioppa & C. decidano: volete mangiarvi i vostri figli e nipoti o servire le Istituzioni facendo l’unica cosa che vi compete?
Quel che vi compete è decidere assumendovi ogni esclusiva responsabilità.
Non è più il tempo di onorare la violenta, ipocrita e sanguinaria “pax sociale”.
Abbiamo bisogno di conflitto sociale per uscire da un sistema malato che sta uccidendo la prima risorsa di una Nazione: la fiducia in un futuro migliore.
L’Italia non può permettersi di uccidere il già ipotecato futuro.
Alcune decisioni sono impellenti e inderogabili, senza necessità di discussione alcuna.
1) Estensione del sistema contributivo a tutti i lavoratori, senza esclusione alcuna e applicando il sistema misto già in essere per chi aveva meno di 18 anni di contribuzione alla data dell’entrata in vigore della riforma Dini.
2) Equiparazione dell’età pensionistica tra uomini e donne.
3) Innalzamento dell’età per la pensione (penso che entro breve dovremo arrivare a 65 anni).
4) Abolizione della pensione di anzianità.
Vi sono poi altre questioni più tecniche (i coefficienti, per esempio) ma i quattro punti indicati investono invece questioni di giustizia (e non di sostenibilità) sociale e non possono essere più rinviati.
Prodi, il Governo e il Parlamento devono scegliere: servire le Istituzioni o divenire assassini di giovani e di futuro?
Un Paese che da oltre 25 anni discute improduttivamente e quotidianamente di pensioni è un Paese ferito e sanguinante. I Politici scelgano se infierire sulle ferite ancora grondanti di sangue o rimarginare le ferite.
Sarà sufficiente onorare il vostro ruolo: decidere; solo voi potete farlo poiché, nel bene e nel male, rappresentate il Popolo Italiano.
16 ottobre 2007 0:00 - millo
x serena. Oltre a tutto ti chiedono di pagare 1@ per votare un PD. La sinistra dovrebbe essere quella dei lavoratori, siamo quelli che li manteniamo e che in cambio non ci danno nulla, anzi ci pelano e ci frustano moralmente.
15 ottobre 2007 0:00 - angelo
tutto giusto di quello che si dice
ma continua la guerra dei poveri
Sono un dipendente pubblico da 22 anni, con 13 anni precedenti da metalmeccanico, quindi lavori usuranti, come posso avere una pensione adeguata se quello che ho versato io serve per foraggiare giornalisti, ministri politici, sindacalisti,pensioni d'invalidità, e gente che non lavora in parte per volontà propria, in parte per carenza di lavoro, all'età di 10 anni il sottoscritto per arrotondare faceva, il barista , appena diplomato dopo una settimana ho fatto il muratore per circa un anno, sfido a trovare oggi un ragazzo che si presti a questo.
Caro amico ho circa 34 anni di contributi con 51 anni di età, sono stanco ma stanco sul serio specie se penso che sopravvivo con circa 1000 € al mese , e che quando dovrò andare in pensione forse mi daranno appena 700 € al mese , una vergogna non credi, penso che forse mi posso ritenere fortunato, perchè i ragazzi comprtese le mie due figlie forse non prenderanno nemmeno la pensione.
Ma la guerra la dobbiamo fare i poveri pèrchè i politici , gl'imprenditori, tutte le classi dirigenti, non si pongono il problema? perchè gli stronzi come noi litigano, o informano che la colpa, è del parassita dello stato, del metalmeccanico che oggi con 35 anni guadagna di pensione 1500 € credo che la colpa sia di giornalisti come voi che non sanno mai quello che dicono, perchè non vogliono scontrarsi, con chi vi foraggia a spese dei
pecoroni come che pagano le tasse.

La Casta non sono i politici ma il carozzone che migra attorno a loro, dai giornalisti, ai giudici , e non vorrei dilungarmi tanto credo che gli unici ad avere il diritto ad andare in pensione, siamo quelli che oggi stiamo patendo la fame per mantenere questo carozzone.
Con distinti saluti Angelo Fazzina Siracusa
15 ottobre 2007 0:00 - franco
Complimenti signor Murrone per le sue idee, ma gli articoli li dovrebbero leggere a Roma..noi possiamo solo concordare con lei...che propone per ribellarci? esiste l'alternativa?sono sfiduciato
15 ottobre 2007 0:00 - primo
Sono daccordo con Lucia ma forse lei è masochista un po'..ci pensi 35 anni con le stesse teste di rapa? Forse sarebbe meglio equiparare gli stipendi e vedere se anche loro farebbero la vita che fanno con 1000 euro al mese.
15 ottobre 2007 0:00 - serena
Non so se i nostri rappresentanti al governo si siano resi conto che in Europa ci considerano dei beoti..fanno leggi ridicole quanto loro. Ma in effetti non possiamo pretendere di più da chi spende i nostri soldi per il doppio dei collaboratori necessari realmente e poi ci chiede di pagare ancora di più per garantire anche le loro mega pensioni...
15 ottobre 2007 0:00 - chiara
Beh, penso che se continuano così faremo prima a non lavorare e vivere con i sussidi per gli indigenti...tanto la casa non puoi comprarla comunque, perlomeno non paghi tasse.
15 ottobre 2007 0:00 - patti
Penso che oltre a studiare più anni, spendere per studiare, per l'affitto e per i testi costosissimi, un disgraziato di 25 anni non ha la possibilità di lavorare se non come cameriere"a nero". Allora tutti questi vantaggi dove sono? io faccio due lavori saltuari per mantenermi e pago più di quanto guadagni...quando dovrei cominciare a rilassarmi?
15 ottobre 2007 0:00 - Michele
Compimenti per l’articolo, concordo pienamente e faccio una riflessione sui danni che i sindacati e ancor di più i partiti dell’estrema sinistra stanno facendo al paese, ed in particolare ai giovani, con le loro posizioni sulle pensioni che mirano a tutelare esclusivamente i lavoratori che andranno in pensione con il sistema retributivo.
La posizione di impedire l’innalzamento dell’età pensionabile e di non rettificare i coefficienti di conversione nella situazione demografica attuale dimostra l’approccio ideologico e demagogico che i sindacati e partiti di sinistra estrema hanno sulla questione delle pensioni. Approccio confermato da alcune dichiarazioni a mio parere sconvolgenti del tipo:
“non ci si può sedere al tavolo delle trattative con la calcolatrice”, come se la questione non riguardasse i conti che non tornano o tipo “i partiti facciano un passo indietro”, come se la questione delle pensioni riguardasse gli iscritti al sindacato e non tutta la popolazione, compreso i giovani che la pensione la vedono come un miraggio e chi ancora non lavora.

Michele
15 ottobre 2007 0:00 - lucia vincenzi
io sono invece per l'eguaglianza
perchè i parlamentari vanno in pensione solo dopo due legislature ?? ovvero solo dopo 10 anni?? e noi dipendenti dopo 35 o 40 anni?
o facciamo come i parlamentari o loro si adeguano a noi perchè così sinceramente non è giusto.
lucia
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