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23 gennaio 2009 0:00 - Sesso
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26 novembre 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Signor Falcinelli,
solo per comprenderci , io ho stima,di coloro i quali, come lei, hanno scelto la propria strada per convinzione,ma probabilmente anche per esperienze troppo personali per affrontarle su un forum.
La pregherei soltanto di non scambiare il mio ardore, se non per un purissimo senso del bene verso gli altri.
Ognuno lo fa come crede, e non tutti i metodi possono essere esatti l’importante e’ fare del bene al prossimo, lei lo fa, con molta convinzione e, io, apparentemente dall’altro lato, lo faccio in altra direzione .
Non siamo diversi, siamo esattamente uguali e speculari, forse ha detto bene, quando ha asserito che gli Atei ( ammesso lo sia meramente) servono a coloro che atei non sono.
Ci siamo serviti entrambi, nell’unico obbiettivo di accrescere la nostra fame e sete di Amore,Giustizia e Liberta’ nel Mondo.
Vogliamoci bene, e, collaboriamo in una franca positivita’ che accresca ed elevi la nostra consapevolezza in una dimensione superiore.
Cari saluti.

Giuseppe Parisi






26 novembre 2007 0:00 - Enrico Falcinelli
Non mi importa, gentile Parisi, del suo ateismo, perchè, contrariamente a quel che dice il sig. Massimo, nella mia onestà umana ancor prima che cristiana, non intendo minimamente né far creder nulla - come lei ad un tratto afferma - nè intendere alcun obbligo da chicchessia nel puro atto di un obbedienza quando non si capisce il perché si debba obbedire, quando anche obbedienza venga richiesta, perché anche lo scegliere è una libertà e non esiste scelta senza la comprensione di quel che si sceglie.
Ora, se io ho scelto una strada, è per la comprensione di essa e di quanto in questa strada incontro ogni giorno. Non pretendo certo - perchè non è possibile nel contesto del forum - che lei abbia a capire la mia esperienza, così che quanto lei mi ricomunica è esattamente quello che mi potevo aspettare, senza sorprese.
Un fatto certo è quello che mi sta più a cuore come cittadino di questo mondo: troppi di coloro che facendo i giustizieri lo fanno in modo sbagliato creando a loro volta ingiustizie e questo lo abbiamo detto e non serve discuterci dal momento che siamo talmente intrisi di errore e boriosità cieca che già al primo passo della buona intenzione che intendiamo compiere è molto probabile farvi una cazzata! Già questo è frustrante in modo comprensibile, immaginiamoci quanto lo sia il battersi per la giustizia implorandola, arrabbiandosi, vergognadosi, schifandosi, vomitandoci, stupendosi deprimendosi e così via senza desistere, non ottendendo quello che la propria immaginazione tenta di raggiungere. La frustrazione sia ha, infatti, per non aver raggiunto quello che uno ha progettato a modo proprio, per non aver raggiunto il proprio fine, l'immagine che ha seguito da sempre: accade a chi non ha altro che quella immagine come motivo di vita al punto in cui ci si batte - o meglio ci si dibatte - nel fango senza riuscire a cambiar nulla perché la modalità è sbagliata: non si combatte il male con il male, ma con il bene. Per l'appunto troppi di voi si vedono impegnati in tutta quella lista di cose che lei descrive (arrabbiarsi, vergognarsi, schifarsi, ecc) ma il fatto è che fanno solo quello!
Quindi, il mio franco desiderio ed incoraggiamento, nel rispetto dell'ardore di coloro che desiderano restare nella loro incredulità e salvandomi da ogni accusa di indottrinamento - è solo e puramente quello di non fare solo quella lista di cose ma anzi scrollarsela di dosso e passare all'azione, perché il mondo ha bisogno di bene.
Tanto i malfattori esisteranno sempre; chi li vuole eliminare li elimini e sulla validità del metodo avremo un bel po' da discuterci ma il reale (quando parlo del "reale" lo intendo veramente come urgenza, contingenza) è fatto di urgenze. Ricorda quanto ho scritto riguardo l'esempio dell'incidente?
Il bisogno va affrontato per primo. Affrontando il bisogno automaticamente si incomincia a cambiare il mondo ma va affrontato. Troppe chiacchiere, lamentele e discussioni non servono.
Sa come ho passato il fine settimana io? Lavorando per il Banco Alimentare. Se fosse stato con me, mi avrebbe dato una mano molto utile!
Spero di esser stato chiaro.
Un caro saluto, Enrico Falcinelli.

25 novembre 2007 0:00 - riflessione
Se ci sono persone che non sopporto, questi sono gli atei: stanno sempre a parlare di Dio, della chiesa.....
25 novembre 2007 0:00 - massimo
4 miliardi di euri sono quelli che ruba la Chiesa de Roma ogni anno!

E solo 12 contro 288 sono i senatori che hanno votato per far pagare l’Ici alla Chiesa de Roma almeno sugli immobili ad uso commerciale!

Ciò indica due cose:

1) quando si tratta di rubare sono sempre tutti d’accordo.
La cosiddetta casta è composta non solo da politici,ci costano 4 miliardi l’anno, ma anche da ecclesiastici romani ,altri 4 miliardi ( hanno fatto le parti uguali da bravi ladri) e dalla magistratura ( che non so se sia compresa nei 4 miliardi dei politici o se abbia un’ulteriore parte di grisbì). La saldatura di tipo mafioso-parassitario di queste classi e la loro conseguente incapacità di governo ricorda paurosamente altri tragici periodi storici... ma non preoccupiamoci: gli italiani sono un popolo di servi mangiamerda, mangeranno anche questa. Mangeranno la merda che le classi dominanti politico,religiose e sbirraglie varie cagheranno loro in “cambio” della fede della plebe italica nella “destra” e nella “sinistra”, nella "chiesa"...

2) Cattolici onesti non esistono.

Non se ne sente uno che abbia la dignità di dire che non voglia parassitare l’ Italia.
Non se ne sente uno dire che vogliano mantenere la propria chiesa da soli senza rubare agli altri.
Non se ne sente uno che abbia lo “spirito”, altresì detto i “coglioni”, di rinunciare al flusso di denaro che l’Italia ladra garantisce loro. Certo poi fanno i teatrini con gesù che dice “date ai poveri e seguitemi” o con Francesco d’Assisi che addirittura si spogliò delle ricche vesti paterne per seguire il cosiddetto “cristo”.... quante balle spudorate.

Non ce n’è uno onesto. O perlomeno se sono onesti sono onestamente legati solo a quella parte del vangelo in cui fanno recitare a Gesù: "verrò come un ladro..."
sicuramente tra tutte la miglior profezia : innegabile, immancabile, eterna.
24 novembre 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Caro –sig. Falcinelli ,
il mondo e’ pieno di disonesti e di giustizieri.
Sovente, i disonesti agiscono in nome del Dio, non importa a quale –Dio .
I I giustizieri, sovente sono quelli che, amando -non come intende far credere Lei – la giustizia, reagiscono con l’impeto, nel tentativo di rivedersi qualcosa di sottratto, tal cosa a disposizione di tutti.
I giusti, non stanno ne da una parte ne dall’altra, perche’ non esistono.
Gli eroi del mito, sono da sempre stati una esigenza dei giustizieri, non trovando spiegazione nessuna al degrado ed al decadimento della giustizia e di ogni liberta’.
Preso in questo contesto, l’uomo ricerca il sopranaturale, vedi magie ,che, nel modo sotterraneo non hanno conflitti con l’altra necessita’ umana, il Credo e le religioni, una volta battendo i piedi per svegliare gli Spiriti della terra, l’altra volta con le danze per la fortuna ,i sacrifici offerti al Dio, ed i Cattolici che scannano gli agnelli a Pasqua.
In questo deserto senza nemmeno sabbia, ci sono anche quelli come lei, che continuano a professare il Vangelo, con quella strisciante evidenza di una frustrazione per leggere e leggere, applicare ma non avere mai conferme.
Ed in questa fabbrica del significato della vita, come il Vangelo,il Corano, ecc.ecc., ci sono state,e,ci saranno, i motivi per nuove guerre, nuove ingiustizie, nuovi sacrifici, nuovi ingiusti,nuovi giustizieri.
A me, uso il personale, viene da pensare che il male sia tutto li.
Se il disonesto, oltre a rubarmi la liberta’, vuole anche schiaffeggiarmi, ed io, porgo l’altra guancia, quello me ne da due e non uno, inoltre, dira che Giuseppe e’ una persona adatta a lavorare per lui.
Il giustiziere, invece, spara un bel calcio tra le gambe se puo’, se non puo’, si rende scivoloso per non essere nemmeno raggiunto. In questa altalena senza equilibri, l’uomo non trova che la distruzione non solo di se stesso, ma di tutto il Creato – e se fosse qui il Dio ? - questa Natura perfetta, ineguagliabile, piena di segreti e insegnamenti?
Ratzinger, quanto spazio ha occupato a parlare della stessa struttura del Mondo, quindi della Natura ecc.ecc.? impegnatissimo a parlare di contraccezzionee o, di come i cattolici devono fare sesso?
Falcinelli, e’ Amore per l’Uomo, o mera conservazione del potere e della stessa esistenza?
In Italia lo abbiamo in casa con la complicita’ di schifosissimi politici – non tutti ovviamente – in altri Paesi, la Chiesa e’ un fantasma, perche’ ritenuta ingiusta e politica.
In Sicilia, la mia terra, c’e’ un detto …, si dice che il malaffare e l’istituzione, per non combattersi si mettono in accordo, cosi che, l’Istituzione diventa malaffare, ed il malaffare diventa l’Istituzione.
Se il Vaticano per esistere si inventa l’8 per mille,e , non paga tasse, rubando quattro mila miliardi al prossimo, significa che, lei caro Falcinelli, gira troppo l’altra guancia, e si e’ dimenticato che ha anche una lingua , ma anche un piede per calciare.
Noi nel nostro ateismo pulito, innocente, cerchiamo ancora una risposta da parte di questi Signori che usano perfino la giustizia molle per chiuderci la bocca, oltremodo cerchiamo aiuto a Dio, che salvi l’umanita’ e, tutta la Natura, soprattutto quest’ultima perche’ meravigliosa.
Lo invochiamo, lo imploriamo, ci arrabbiamo, ci vergogniamo, ci schifiamo, ci vomitiamo, ci stupiamo, ci deprimiamo, ci rendiamo inerti, poi reagiamo, poi siamo attoniti, poi snervati, poi avviliti, poi frustrati, ma mai avvinti.
Siamo qui ad attendere il suo Dio, lo stesso che vediamo attraverso le brutture di ogni Credo-compreso il suo- senza risposte, se non in quel libro che semi-incomprensibile , lei tiene giornalmente tra le mani.
- Noi Dio lo invochiamo, a venire qui, sulla Terra, ma Lui risponde solo alle persone come Lei- almeno lei cosi dice - ? Perche’ siete gli eletti, o peggio , gli elettori del Vaticano.
Cari saluti, e ancora grazie.

G. Parisi


21 novembre 2007 0:00 - GIANNI TOFFALI
"Caro" Giuseppe, complimenti per le tue scempiaggini! Non vale la pena replicare ai tuoi pezzi che grondano odio anticlericale! Dubbio: ma che sei un no global, un comunista, un radicale o un satanista? Da come ti esprimi, condensi la feccia delle succitate categorie sub umane! A proposito, come fai a conoscere bene i paesi del sud est asiatico? Andavi forse a caccia di ragazzine da scoparti convinto che te la davano gratis perchè eri piu bello del reame? Circa la feccia umana di delinquenti stranieri che infettano l'Italia, perchè non te li ospiti a casa tua? Suvvia, non fare il razzista! Non fare l'italiano medio, becero, egoista e cattolico.Sei molto bravo a sparare contro!! Se vuoi essere un buon maestro, comincia a testimoniare con i fatti, invece di sputare inutili e patetiche parole insensate!
21 novembre 2007 0:00 - Enrico Falcinelli
Mi permetta d'esser franco, con lei, caro Dott. Parisi. Si sarà accorto, dall'esperienza di una vita, che il mondo è pieno di disonesti ma anche di giustizieri.
Quelli che mancano sono i giusti, ovvero, quei molti che vi sono non bastano a saziare la nostra fame di giustizia, equità (rispetto a cosa? rispetto a quale bene? e qual' è il vero bene per un uomo?) e felicità.
Ora non riuscendo a trovare né felicità né gratitudine nel fatto dell' "esserci" - perché l' "esserci" nel mondo equivale alla felicità: l' "esserci" è un fatto affettivo; "esserci" significa amare ed essere riamato dal mondo, essere considerato nella propria esistenza ed "essenza"; la forza del sentirsi vivo e il pieno sentore della nostra "essenza" è il principio dell'interesse a noi stessi e al nostro destino che desideriamo condividere con il mondo intero, con tutto l'infinito; solo questo è prodromo della nostra bramosia di fama, successo, potere, nella ricerca di un bene che sappiamo più facile, più raggiungibile, più a portata di mano ma che ci sminuisce nella nostra essenza, che sentiamo, cioè, che non basta e che non ci renderà mai felici (mi scuso della pausa) - riversiamo la nostra frustrazione nella ricerca di un colpevole: da questo nascono i giustizieri e gli eroi mitici.
I nostri tempi non son diversi dal passato, anche più antico, e Superman, Bat-man, L'Uomo Ragno e tutta la compagnia briscola, non sono altro che una proiezione mitica nella nostra necessità di rivalsa nei confronti di una quotidianità troppo pesante da vivere: vorremo far noi qualcosa ma ci sentiamo impotenti e chiamiamo loro come potremmo chiamare un dio,
Ma nella ricerca della giustizia ad ogni costo non viviamo più la realtà. Quello che noi vediamo di ingiusto ci blocca, ci scandalizza, si mette "di traverso" nella nostra vita: è il "dia" del suffisso greco, il significato dell'espressione "dia-ballo", il "diavolo": questo è il male.
Avanti a questo si arriva a odiare anche la vita stessa vedendola ingiusta anch'essa… solo così, posso giustificare Schopenauer, solo come vittima del proprio scandalo.
Così, convinti di seguire il reale, ci restiamo invece bloccati dentro e cominciamo a seguire la nostra immagine del reale.
Ecco perché vengono a mancare troppi giusti: gli altri, quando non siano disonesti, sono impegnati, anzi, impantanati a fare i giustizieri!

Quando il Vangelo insegna di non fermarsi a giudicare è proprio per questo: il fermarsi è il principio del male, del nostro impantanamento in quel reale che merita di essere vissuto.
Faccio un esempio. Immagini di trovarsi avanti ad un investimento d'auto di un passante (lei stia fermo e non accorra: guardi solo la dinamica dei fatti): ora vedrà un uomo che apre lo sportello della sua auto lasciandola in mezzo al traffico e si precipita sull'investito nell'impeto sincero del soccorso. Accorreranno anche altri e di ognuno vedrà gli aspetti differenti: chi si prodiga in egual maniera, chi in diversa e chi si ferma solo a guardare. Ci sono altre persone, alcune con le mani in tasca che discutono sulla dinamica ed alcune vicino a lei stesso, che come lei guardano la scena dal di fuori. Costoro le può sentire, perché vicine, ed ascolta i loro commenti: qualcuno ragiona sul fatto se sia stato giusto abbandonare l'auto in mezzo al traffico, bloccandolo, per correre in soccorso ed altri discutono sulle colpe del passante e dell'automobilista e del valore del danno arrecato e dell'eventuale giustizia del risarcimento.
Se addirittura non capita come è capitato da poco a me di assistervi in diretta, che l'investitore del passante se la sia bellamente defilata…
Peccato che il soccorritore non si sia premurato, preso dall'impeto del soccorso, di annotarsi al volo il numero di targa dell'investitore:aveva ben altro per la testa in quel momento!

Secondo lei, di tutti questi personaggi, chi è stato al reale vivendolo nella sua pienezza? Chi ha soddisfatto il bisogno più immediato e che stabilisce la modalità con cui rapportarsi al reale?

Tale modalità è data appunto dall'urgenza: quando tutto va male serve il bene.

Il resto può rifletterlo da solo per capire cosa intendo.

Ora - mi scusi se sorrido - se dovesse aspettare che la Chiesa, il Governo, le Potenze e tutti gli uomini siano giusti per poter credere in qualcosa d'altro, allora resti pure ateo e lo faccia nella giustizia: questo può farlo.
Se anche poi ammettesse la possibilità dell'esistenza di Dio nell'irreprensibilità della Chiesa e degli uomini, non pensi mai di diventar credente, perché Dio non avrebbe alcun motivo per entrar nella storia degli uomini a causa della loro perfezione; tanto più, se così fosse, non avremmo nemmeno riferimenti che giustifichino il sospetto della sua entrata e lei potrebbe coltivare il suo ateismo senza la minima eventuale preoccupazione.

Quanto poi, di conseguenza alla sua ultima osservazione, per un facile sillogismo, intuisco che tanto più uno ama Cristo ed è della Chiesa, tanto più si ammira nella propria perfezione. Purtroppo (o meno male?) non è così.
Non so lei come si vede ma personalmente mi vedo alquanto imperfetto ed è per questo che amo Cristo: nel suo farsi uomo ha inteso assomigliare a me, perché mi sentissi giustificato nella mia umanità fallace ed avessi motivo di poter credere - in libertà - di poter godere della sua stessa divinità ed infinitezza. I santi sono per me questo esempio, appunto: uomini come me ma che hanno saputo reagire allo scandalo del male non occupandosi di giudicare, gettandosi nell'impeto di un soccorso.

Forse Dio ha creato voi atei proprio per osservare e giudicare gli errori di chi sbaglia nella Chiesa, lasciando che i cristiani più sinceri si preoccupino di ben altro perché ci siete voi a far buona guardia. Ma se qualcuno si stancasse pensi alla possibilità di dar una mano senza aspettar d'esser cristiano, perché il "prossimo" lo è di tutti indistintamente, la fede è una grazia, la scelta è una libertà.

Saluto tutti cordialmente, Enrico Falcinelli.
19 novembre 2007 0:00 - G.Parisi
per Enrico, per Ermetico
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Grazie Signor Falcinelli,
e’ vero piu’ di ogni cosa combattiamo il bigottismo, e non la parola di Cristo.
Osservo talvolta attonito, le persone come Lei, quelle che, nell’ambito del Credo Cristiano, trovano la dimensione del proprio essere.
Ma esistono numerose domande, nel quale la dottrina teologica Cristiana Non da risposte, cominciando dalle sofferenze umane, del corpo e della mente.
La Liberta’ dell’Uomo, Signor Falcinelli, deve essere la piu’ alta possibile, fuori dalla portata di ogni Credo,di qualsiasi suo aspetto ed orientamento.
Il Credo, se si avra’ sara’ una scelta profonda, silente,misteriosa, effettuata in uno stadio di piena coscienza e maturita’ della persona e della personalita’.
Quale battesimo ,quale ora di religione nelle Scuole, quale Croce appesa dappertutto, quale catechesi potra mai optare per la Liberta’ dell’uomo, se non l’unica Liberta’ di dover seguire il Cristianesimo medesimo ?
Questo e’ Amore o e’ dittatura?
Signor Falcinelli dati alla mano, mi permetta di non avanzare di essere piu esperto di Maurizio Turco,deputato della Rosa nel Pugno, in materia di “cure” Vaticane. I 4 miliardi di euro sottratti al disgraziato cittadino Italiano, sono davanti ai suoi occhi.
Lei per Amore di Cristo non li vede.
Quelli spesi per il “bene” sono meno di 1, il resto e’ top secret.
A me non sta bene.
Se il Vaticano diventa povero, fa carita’, si spoglia di tutto , l’Amore per Cristo rimane, anzi diverra’ piu forte e tenebrante, magari colpira anche un testardo ateo come me.
Grazie per il suo Amore appassionato , fervido e forte.
Il suo per Cristo, il mio per la Liberta’ dell’Uomo.

Giuseppe Parisi

Signor Ermetico,
non e’ bigotto, chi difende il senso profondo della Liberta’, minata da coloro i quali confondono le leggi dell’Uomo con le Leggi di Dio.
Se non sbaglio proprio Cristo disse, “date a Cesare quello che e’ di Cesare ed a Dio quello che e’ di Dio”
Parole del quale il Clero, ha letteralmente schiacciato per convenienza.
Ma, c’e’ anche chi dice, che Cristo non sia nemmeno esistito, e su questa favola si sia fondata l’imbroglio piu’ colossale che possa esistere in ogni periodo della storia dell’uomo.
E se fosse vero?
Quanti Uomini,donne,sofferenti, malati,invocano Cristo, Dio, ma mai hanno una risposta, se non nel misticismo delle loro convinzioni, spesso incultatele nella piu tenera eta’, in modo che esse siano indelebili nella memoria.
Un ateo non e’ mai bigotto, se non nel sostenere che, il Credo e’ una necessita’ dell’uomo, privatosi di se stesso.
Comunque grazie per il suo intervento.

Giuseppe Parisi
19 novembre 2007 0:00 - er metico
Grazie per la risposta, caro Parisi.
Quel tipo di bigottismo, infatti, non piace a nessuno, perché è generato da preconcetti e non piace, quindi, neanche a noi cristiani.
Però, lo stonato non si accorge di esserlo e talvolta diventa bigotto, vittima della propria dipendenza da sé che egli continua a chiamare “libertà”…
A buon intenditore poche parole.
Con stima.
19 novembre 2007 0:00 - Enrico Falcinelli
Per il Dott. Parisi.

Discutiamo da fronti troppo diversi, caro Dott. Parisi; lei ha la sua esperienza ed il suo giudizio che relega l’ambito religioso in una posizione astratta dal contesto del reale, riconducendo la Chiesa ad una presenza puramente istituzionale, né più né meno di come sia un qualsiasi Istituto o Ministero del paese.
Da questo punto di vista, come notiamo gli abbondanti errori di questi ultimi, in primo luogo quelli dei nostri governanti, non possiamo non notare i frequenti ed evidenti errori di coloro che sono gli uomini preposti alle varie rappresentanze gerarchice della Chiesa: mi indichi un’istituzione umana che non generi errori se non abominii; i miei stessi occhi, tutt’altri quelli di un “bigotto” (attinente mente al contesto letterario a cui si riferisce) sono fonte di numerose delusioni da deblacles proprio di uomini di Chiesa, non necessariamente posti a prelature particolari.

La mia esperienza, però, vorrei capisse senza pregiudizio, opera in un versante lontano dal suo, che nasce dall’osservazione della Chiesa e dalla sua conoscenza storica nonché documentaria come diretta discendenza e posterità dei suoi Padri, apostoli di Cristo. Ed è proprio in fede di questo - fondante sulla prioritaria fede nella vicenda cristiana – che guardo alla Chiesa in modo ben diverso dall’essere una qualsiasi istituzione fregaquattrini (questo è poi da vedere e da constatare con carte in mano) perché mio interesse e desiderio è l’esser e continuare ad esser Chiesa per fare proprio quello che lei denuncia che la Chiesa non faccia (perché io sono Chiesa, noi cristiani lo siamo) spendendo di tasca nostra quei soldi che lei denuncia come ammanco nei confronti di coloro che ricevono quotidiano aiuto dalle nostre istituzioni ed associazioni (hanno un nome preciso) e creando reddito per affrontare tutte le ulteriori occasioni di bisogno che non termineranno mai di esistere. Per noi non ha senso restare a contestare e a recriminare sul quanto sia ingiusto, perché l’ingiustixia sempre vi sarà, come sempre esisteranno i poveri. L’ingiustizia stessa è una povertà e presso a questa stessa bisogna accostarsi in una misericordia tale che la mancanza di fede non genera né concepisce: all’ingiustizia si potrà , in questo caso, rispondere solo con violenza creando ingiustizia ulteriore.
Per nostra dinamica ci muoviamo nel tentativo di soccorrere all’ingiustizia della povertà come il Vangelo ci insegna, ancor prima di tentar di correggere quegli abusi di ufficio che possano umanamente generarsi nella Chiesa stessa.

Tali abusi, spesso, sono però solo pregiudizievoli, e la maggior parte di quelle cose che si giudicano come abusi sono in realtà solo posizioni etiche diverse e punti di vista opposti nei quali le logiche razionali giocano il loro ruolo in una ragionevolezza ineccepibile; è il caso di quanto lei giudica come ingerenze le intromissioni del papa in questioni di etica generale e soprattutto di morale antropologica: secondo l’insegnamento di Cristo noi cristiani non possimo transigere innanzi ad una libertà voluttuaria che mortifichi il senso religioso dell’uomo e il suo istinto di rapportarsi a Dio; quello che lei denuncierebbe come un’affronto alla libertà lo è per noi in maniera odiosamente più grande, perché viola la libertà ontologica, quella che proviene dalla necessità di base di rapportarsi con le proprie domande fondamentali sul proprio essere e sulla propria esistenza, nell’esigenza di rapportarsi con l’Infinito immanente. Tali “ingerenze” restano tuttavia relative, perché né il Papa né la Chiesa potrà porre alcun obbligo sulle scelte di morale ed oggi, anzi, si è raggiunto grande permessivismo soprattutto negli aspetti giuridici facilitando di molto situazioni giudicate da tutti (e questo è l’assurdo, perché chi giudica sono anche coloro che appoggerebbero tali libertà) come malate ma che l’intenzione della concessione libertaria non poteva contemplare se non a posteriori, ovvero, a conseguenza evidente.

Sono costretto a rimanere vago e generico per non dilungarmi ma avrei chilometri di casi concreti da rappresentarle se ci fosse la possibilità!

Riguardo lo Status Consultivo, mi risulta che vi siano altre istituzioni religiose che ne usufruiscono tra le quali le Chiese Evangeliche, con cui la Chiesa romana ha solo rapporti di ecumenismo. Sullo specifico delle confessioni che vi partecipano, approfondirò e saprò illustrare in seguito quanto qui ora non sono in grado.

L’uomo democratico che lei auspicherebbe al governo di un Paese, così come tutti ce lo auspicheremmo volentieri, sarebbe innanzitutto un uomo estraneo alle lobbyes massoniche e mafiose che esistono nel mondo e questo è già piuttosto utopico… Secondo il nostro giudizio di cattolici cristiani (ed esperienza di uomini) costui sarebbe capace di rispondere alle aspettative umane che lei auspica solo se avesse una motivazione profonda per farlo, che esuli dalle proprie tasche ed aspirazioni individualistiche e che non fondi la propria morale sulla sua auto-etica, come invece piace che sia a Edgard Morin, ma si basi su una consapevolezza di fede, quella stessa che permette evangelicamente di scardinare le montagne. Solo in un’evidente esperienza di rapporto con la Verità cristiana si può affrontare il nemico più pericoloso che poi non è altro che il proprio essere annichilito dal proprio individualismo. Il proprio egoismo lo si può combattere solo in una prospettiva di salvezza e di eternità, tutte cosette che a troppi della categoria del suo pensiero risultano troppo favoleggianti e lontane per poter essere considerate seriamente. Lo capisco ed infatti mi fermo.

Ma si fermi un attimo anche lei che, da medico (mi pare di aver capito che lo sia) e quindi conoscitore dell’uomo, saprà giudicare quanto individualismo e libertarismo egoistico esista nelle scelte di TUTTI coloro che si pongono come nostri duci: vede ciò nella Chiesa (lei) a maggior ragione dovrebbe saper distinguerlo nelle categorie ideologiche di ogni momento politico della storia… Tale apertura di riconoscimento fa dell’uomo un “non bigotto”, qualora esso viva non solo senza “moralismi” (e non moralità) ma anche senza pregiudizi, perché tanta di quella bigotteria che lei sdegna è generata da inopportuno pregiudizio.

Certo che anche lei, come me e tutti coloro che amano veramente Cristo, continui a combattere la bigotteria (e di questo la ringrazio) che altro non fa se non far degenerare un sano cristianesimo in atti puramente formali e senza un significato reale, desidero salutarla cordialmente,

Enrico Falcinelli.
18 novembre 2007 0:00 - Per Lucio Musto
Lucio Musto,
sua abitudine era firmarsi alla fine dell’articolo….
Lo sclerotico non era per lei, ovviamente,e’ per la “sclerosi”, termine medico quindi, che rappresenta la “durezza ( ma anchela fermezza? ), la rigidita’, la stasi, l’immobilita’ ( l’immovilita’ ? ) il cambio della “struttura” ... quindi della “matrice” …
Si, il cambio di una struttura normale dell’essere umano, della “matrice” di quella essenza biologica genuina datoci dalla Natura nostra Madre, e, modificata irreparabilmente….,per mettersi un’altra “matrice ” diversa da quella regalateci dalla Mater, ,che lo rende sclerotico quindi impossibilitato a non vedere che dietro le sbarre del suo Credo.
Questa e’ la Liberta’ di culto ?
No, e’ dittatura di culto.
E le dittature si combattono, per ripristinare la Legailita’ ed il Diritto, quale Societa’ vuole lasciare ai suoi pronipoti?
Altro che scemenze, caro Lucio Musto.


Giuseppe Parisi

17 novembre 2007 0:00 - Lucio Musto
Si, quella firma é autentica, ed evidentemente ha ragione il dottor Parisi, quando parla di screlotizzazione.

Deve essere accaduto anche a me, ma per motivi di etá, non di credo religioso.

Ci ho pensato giá quando ho visto il dottor Parisi, di cui ho massima stima trattare l'argomento (divertente divagazione, era sembrata a me), ma ne ho avuta conferma quando ho visto che anche il signor Falcinelli ci ha fatto un commento, sciupando a mio avviso un poco del suo tempo prezioso.

Mi spiace, no. Non relazioneró per niente, e non ribatteró. Saró sclerotico, come afferma il dottore, ma non mi spreco in scemenze.

Vorrete scusarmene
17 novembre 2007 0:00 - G.Parisi
Gentile Enrico Falcinelli.
Lei asserisce che l’articolo non e’ informazione? E, se non e’ informazione,cosa e’ ?
Dov’e’ il difetto dell’analisi del reale, quando citiamo fonti,dati,numeri,ecc.ecc.?
E, a differenza di come dice Lei, non e’ una guerra di opinioni, e’ l’accertamento dell’esistenza di quello che normale non e’, in una reale democrazia laica.
Il Teocratismo religioso, nasce proprio dal suo non conoscere una Democrazia Laica, il che non significa che la Religione e’ isolata, ma fa parte della personalissima sfera personale, ed in Italia, cosi non e’, basti pensare a quanti interventi nella vita del Paese, giosue ratzinger intende operare ed influenzare ,con leggi,che, sono sue e non di uno Stato Democratico e Laico.
Poi, gentile Enrico, io pubblicamente non dispongo del mio Credo Religioso, che, e’ parte riservatissima di ciascuno ed ognuno di noi,e, giusto come dice Lei, dell’essere Umano .
No,gentile Enrico, la Chiesa Romana,non fa il suo dovere, fa l’esatto contrario,fa Politica,e, vuole imporsi con ogni strumento sulla sfera Laica dello Stato Italiano e non solo, e,ci riesce bene, grazie ad un cospicuo numero di Parlamentari incapaci ed indegni.
Le sembra normale, che la Chiesa romana,sia l’unica Istituzione religiosa, ad avere lo Status Consultivo alle Nazioni Unite?
E’ un autentico obbrobrio contro l’umanita’.
Inoltre, per fare del bene, per tutelare i piu’ deboli, per creare una rete di protezione , non si ha bisogno di –come dice Lei - ci alziamo e ci facciamo la Croce,ed offriamo la giornata a Dio…..- , ma ci vuole un Uomo meno egoista,o meglio un Uomo che, comprenda che la logica delle cose vince sull’inganno dei pochi.
Io non solo rimango piu’ convinto che, questa Istituzione religiosa ormai ha poche cose buone sul piano strettamente religioso, figuriamoci se, poi, la sua sfera desidera – come desidera – allargarsi oltre.
In altre parole,Signor Enrico, ad un Uomo semplice, che crede nelle Istituzioni Democratiche , il comportamento di giosue ratzinger , e’ fuori luogo,fuori da ogni logica, fuori dal senso comune, dal senso del pudore delle cose giuste.
Quella donna che scrive nel Forum, lancia un messaggio accorato, che Lei, non ha saputo cogliere, dice,che vuole restituita la sua Dignita’ di persona, quella che Voi, con la complicita’ delle cattive Istituzioni politiche, assoggettate al potere del Dio.
Io, aggiungo,che, i poveri,fanno comodo al Vaticano, per rinforzare il potere sulla persona,e sull’individuo.
Se la Chiesa romana, fosse cosi buona,come Lei, crede, eviterebbe di costare al cittadino Italiano, la bellezza di 4 miliardi di euro all’anno.
Ma lei, Enrico, si sta rendendo conto? ? 4 miliardi di euro, somme che altri Paesi non pagano, risorse economiche, sottratte a chi,se non al nostro prossimo?
Per favore Enrico, lasciamo perdere, l’imbroglio di questa Istituzione, ormai non e’ piu’ volgarita’ , e’ peggio, e’ il grottesco che offre la non conoscenza.
Lei,come tanti altri, sarete felici di vedere nei TG, il passaggio del Papa,pagato dal contribuente Italiano, io ne ho la vergogna, per un interiore senso di pudore, nei confronti del mio prossimo, quello che non avete Voi, ferventi Cattolici ma del nulla.

Giuseppe Parisi

17 novembre 2007 0:00 - Per Daniele,Ermetico,Per Noumenia,Lucio
Daniele,comprendo che per te fare il clericaletto e’ piu’ facile della matematica la tessera/pasto caldo della Caritas? Mah…ok…ok…. Andiamo alle altre 4…,
Saluti


Ermetico,
se si legge un qualcosa in lingua Italiana ( in maggior parte tra le lingue neolatine, come anche l’Inglese, diversamente dalle lingue Orientali ), gli aggettivi e,i sostantivi, o, i nomi propri di cose, sono legate al contesto usato.
Esempio:
Se stiamo pregando, e, stiamo parlando di Luce, la terminologia Luce, puo assumere il significato di “vita eterna” ; se, siamo in un ambito scientifico, il termine “Luce”, ha ben altro significato.
Esempio 2:
Se stiamo pregando, e, nello stesso momento si affrontano i peccati dell’uomo, la parola “Sesso” equivale a qualcosa di “sporco” “peccaminoso” ; se, invece siamo tra amici, la parola “sesso” ha altri indirizzi mentali.
Il bigotto-laico, e’ una forzatura , possibile ma pur sempre una forzatura.
Come sarebbe una forzatura parlare della Madonna, e pensare alla cantante americana.
Questo perche’ un Laico e’ aperto di vedute, un Bigotto non lo e’, e’ un Ermetico.


Saluti

Cara Noumenia,
comprendo vivamente il tuo stato d’animo.
L’importante non e’ arrendersi mai.
Se vorrai scrivermi per raccontarmi, io sono qui a l’indirizzo dell’Aduc
Ciao

A quel signor che dice di essere Lucio Musto,
io credevo che, il suo intervento piuttosto che stupidita’ sulla terminologia del Bigotto, relazionasse seriamente , se non le verita’ del mio articolo, almeno le verita’ di Curzio Maltese…, non e’ da sclerotizzati non parlarne nemmeno?
Si, e’ la sclerosi dei bigotti-cattolici.

Giuseppe Parisi

17 novembre 2007 0:00 - Enrico Falcinelli
Caro Parisi,
l'articolo che ha esposto è costellato di notazioni interessanti e veritiere con un pizzico di rigurgiti sulla Chiesa cattolica, vescovi e cardinali poco concernente con il resto dell'esposizione.
E sarebbe informazione questa? Soprattutto, sarebbe verità, libertà di espressione nell'affermazione della concretezza quitidiana e stimolo ad un giusto metodo di analisi del reale questo continuo rigurgito anticlericale che sposta il problema dell'etica bacata di oggi (creata soprattutto dal liberalismo della caste più borghesi e dal capitalismo) ad una diatriba ideologica che ci blocca su una guerra di opinioni?

Cosa sarebbe il "Teocratismo Vaticano"che interverrebbe "sulla Laicita' dello Stato"? Quale è la concezione di "laicità" che si vuol instillare, quando questa parola significa solo il "non esser un religioso" - il che non impedirebbe di esser comunque "religioso" se lo si vuole - mentre sarebbe più onesto - ma troncherebbe le gambe al redattore - lo scrivere "laicismo dello Stato", finendo così per gettare inevitabilmente la concezione su un battibecco ideologico sterile, evidenziando così la propria intenzione di rifiuto a tutti i costi del senso religioso (naturale negli esseri)? Un coraggio del genere, cioé nell'onesto uso del significato dei termini, non converrebbe al redattore, perché potrebbe perdere il consenso di troppi e questo anche lei lo sa!

La Chiesa fa il suo dovere ma non vale la pena di parlarne, perché sa già anche questo e non le va giù; staremmo solo a battibeccare inutilmente.
Però le domanderei: secondo lei chi è la Chiesa, quella che dovrebbe stare vicino ai poveri? Non lo sarebbe per il fatto che non vede il Papa abitare in una baraccopoli del Nord Uganda anziché nei palazzi del Vaticano?

Ebbene, mente sapendo di farlo, perché sa che adotta l'espediente di sporcare il "simbolo" nel tentativo di diffamare quello che esso rappresenta: tecnica vecchia della comunicazione, che in un ambito di razionalismo (parola che ai liberali piace molto) e di maggior cultura come quello di oggi non funziona più tanto bene.

Infatti, se vuole, di iniziative della Chiesa presso i poveri, ce la posso personalmente letteralmente sommergere e non solo con il numero di cinque chiesto a Daniele, perché la Chiesa siamo noi che ci alziamo la mattina facendoci il segno di Croce, offrendo a Cristo la nostra giornata e impegnandoci a ricevere con apertura quelli che in primis sono a noi prossimi (quelli di casa) fino all'impegno presso coloro che sono più lontani. Quelli sono quei "poveri" a cui lei si riferisce, non vedendo magari il povero diavolo che le abita di fronte.

Proprio presso quei poveri a cui lei si riferisce non le sto a contare le iniziative - e per giunta solo quelle che conosco meglio perché a me vicine , senza parlare di quelle di cui si occupano altre associazioni e che conosco di meno - presenti in tutto il mondo all'ombra della Chiesa e sotto la sua responsabile visione, gerarchicamente parlando.

Anche nelle carceri, dove purtroppo non si vive di etica pulita, vi sono iniziative cattoliche non indifferenti di recupero col lavoro per la re-introduzione degli ex carcerati nel mondo civile, diminuendo drasticamente le recidive con risultati calcolati.
Certo, tali iniziative, in Italia, vanno sostenute e rafforzate soprattutto dallo Stato che, contrariamente a quanto lei sembra affermare, non sempre riesce ad esser sollecito e non certo per l'intrusione vaticana che farnetica l'autore dell'articolo!

La Chiesa è questa, composta dai cristiani che la costituiscono e che vi lavorano per costruire quello che altri vorrebbero distruggere per probabile invidia di incapacità di farlo.
Giusto ieri, ad es., si ricordava il medico Santo Giuseppe Moscati: non era forse Chiesa vicino ai poveri lui stesso?

A Noumenia dico solo, se le interessa, che il Vaticano ha disposto - e non da oggi - la mensa quotidiana con distribuzione giornaliera di qualche migliaio di pasti caldi con partecipazione della caritas, per cui… non dicesse stronzate!

Saluto tutti caldamente e ringrazio per lo scambio opinionale.
Enrico Falcinelli.



16 novembre 2007 0:00 - Lucio Musto
Anche per la mia esperienza, i bigotti piú sclerotizzati sono fra quelli che si definiscono "laici", evidentemente non conoscendo affatto né il significato di bigotto, e tantomeno quello di laico!

(ah! scusatemi!... per tranquillizzare alcuni di questi preciserò che io sono Ariete, con ascendente Leone..., mi hanno detto. Il che "mi giustificherebbe molto", anche se non so perché, né in che senso.)
16 novembre 2007 0:00 - per noumenia
deciditi: sei un' invalida senza reddito od una giornalista?
Poi dici che la chiesa da cibo ai poveri, dicendo sia poco.....tu, invece, cosa fai per aiutare i poveri?
16 novembre 2007 0:00 - per g.parisi
se la tua limitatezza di osservazione ti impedisce di notare un laico bigotto, questo non implica che esso non esista.
Se vuoi vedere un esempio di chiesa che aiuta i porelli, avvicinati alla caritas: vedrai come vengano serviti pasti a persone completamente sconosciute,in cambio di nulla, senza se e senza ma; solo che a te fa comodo NON BADARE a questo, e continuare a sostenere l'inesistenza
16 novembre 2007 0:00 - er metico
Mi scusi, caro Parisi: che vuol dire essere bigotti? Secondo i dizionari vi sono un mucchio di significati. Lei a quale di questi allude nello specifico, perché si intenda quello a cui si riferisce?
Saluti.
16 novembre 2007 0:00 - Noumenia
Salve cosa dire? E' già stato detto tutto tranne una cosa. Il vaticano pensa di aiutare i poveri con un pacco di pasta riso zucchero caffè qualche scatoletta di tonno devoluto una volta al mese? Ecco l'aiuto che da il vaticano ai poveri per scagionarsi da tutte le altre mal parate, e chi lo dice è una tesserata che rinuncia volentieri a questo ben di Dio per recuperare la sua dignità. Invalida senza reddito nè pensione e nelle mani di una politica comunale da bassifondi che non da via di scampo a nessuno.E tutto questo per non delinquere.Vorrei tanto che qualcuno si interessasse al mio caso ho tanti di quei documenti da far zompare in aria il governo solo che qualcuno vi porgesse attenzione prestandomi in ogni caso protezione.Molte sono le aggressioni ricevute per non aver mai avuto l'istinto del gregge e tutte documentate.Sono una giornalista messa a tacere per sempre da un sistema fradicicio sino alle midolla e appositamente impoverita per non portare testimonianza.Grazie per l'ascolto.
16 novembre 2007 0:00 - Useg
Invece di prendervela con la Chiesa, prendetevela con i vostri peccati di omissione... E anche voi, come tutti del resto, quanti scheletri avete nell'armadio?
16 novembre 2007 0:00 - G.Parisi
per fabrizio
Fabrizio,
cosa fai? Il copia ed incolla con il settimanale dei Vescovi l’Avvenire?
Mi auguro che tu appartenga alla “Casta”, altrimenti, la tua situazione e’ gravissima.
Quindi, la differenza che fa, nel caso tuo, di appartenere “alla Casta” o non appartenere, significa, essere un Machiavellico giocatore delle Tre carte, o, viceversa, un Intontito Clericaletto.
Visto che fai il Copia e Incolla, su Avvenire, perche’ non fai il Copia e Incolla su tanto di altro?
Diamo uno spunto ai nostri lettori, con la viva speranza che tu non appartenga alla seconda opzione.
Di Curzio Maltese su Repubblica, l’articolo di sotto, uno dei tanti, questo in particolare perche’ in collaborazione con un esperto come Maurizio Turco,della Rosa nel Pugno, lui in particolare,lo trovi qui,
www.anticlericale.net
buona lettura … Fabrizio.

- Da Repubblica -
L'otto per mille, le scuole, gli ospedali, gli insegnanti di religione e i grandi eventi
Ogni anno, dallo Stato, arrivano alle strutture ecclesiastiche circa 4 miliardi di euro

I conti della Chiesa
ecco quanto ci costa

I conti della Chiesa
ecco quanto ci costa

di CURZIO MALTESE
"Quando sono arrivato alla Cei, nel 1986, si trovavano a malapena i soldi per pagare gli stipendi di quattro impiegati". Camillo Ruini non esagera. A metà anni Ottanta
le finanze vaticane sono una scatola vuota e nera. Un anno dopo l'arrivo di Ruini alla Cei, soltanto il passaporto vaticano salva il presidente dello Ior, monsignor
Paul Marcinkus, dall'arresto per il crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. La crisi economica è la ragione per cui Giovanni Paolo II chiama a Roma il giovane
vescovo di Reggio Emilia, allora noto alle cronache solo per aver celebrato il matrimonio di Flavia Franzoni e Romano Prodi, ma dotato di talento manageriale. Poche
scelte si riveleranno più azzeccate. Nel "ventennio Ruini", segretario dall'86 e presidente dal '91, la Cei si è trasformata in una potenza economica, quindi mediatica
e politica. In parallelo, il presidente dei vescovi ha assunto un ruolo centrale nel dibattito pubblico italiano e all'interno del Vaticano, come mai era avvenuto
con i predecessori, fino a diventare il grande elettore di Benedetto XVI.
Le ragioni dell'ascesa di Ruini sono legate all'intelligenza, alla ferrea volontà e alle straordinarie qualità di organizzatore del personaggio. Ma un'altra chiave
per leggerne la parabola si chiama "otto per mille". Un fiume di soldi che comincia a fluire nelle casse della Cei dalla primavera del 1990, quando entra a regime
il prelievo diretto sull'Irpef, e sfocia ormai nel mare di un miliardo di euro all'anno. Ruini ne è il dominus incontrastato. Tolte le spese automatiche come gli
stipendi dei preti, è il presidente della conferenza episcopale, attraverso pochi fidati collaboratori, ad avere l'ultima parola su ogni singola spesa, dalla riparazione
di una canonica alla costruzione di una missione in Africa agli investimenti immobiliari e finanziari.

Dall'otto per mille, la voce più nota, parte l'inchiesta di Repubblica sul costo della chiesa cattolica per gli italiani. Il calcolo non è semplice, oltre che poco
di moda. Assai meno di moda delle furenti diatribe sul costo della politica. Il "prezzo della casta" è ormai calcolato in quattro miliardi di euro all'anno. "Una
mezza finanziaria" per "far mangiare il ceto politico". "L'equivalente di un Ponte sullo Stretto o di un Mose all'anno".

Alla cifra dello scandalo, sbattuta in copertina da Il Mondo e altri giornali, sulla scia di La Casta di Rizzo e Stella e Il costo della democrazia di Salvi e Villone,
si arriva sommando gli stipendi di 150 mila eletti dal popolo, dai parlamentari europei all'ultimo consigliere di comunità montane, più i compensi dei quasi trecentomila
consulenti, le spese per il funzionamento dei ministeri, le pensioni dei politici, i rimborsi elettorali, i finanziamenti ai giornali di partito, le auto blu e altri
privilegi, compresi buvette e barbiere di Montecitorio.

Per la par condicio bisognerebbe adottare al "costo della Chiesa" la stessa larghezza di vedute. Ma si arriverebbe a cifre faraoniche quanto approssimative, del genere
strombazzato nei libelli e in certi siti anticlericali.

Con più prudenza e realismo si può stabilire che la Chiesa cattolica costa in ogni caso ai contribuenti italiani almeno quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi
di euro all'anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale. La prima voce comprende il miliardo di euro dell'otto per
mille, i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell'ora di religione ("Un vecchio relitto concordatario che sarebbe da abolire", nell'opinione dello
scrittore cattolico Vittorio Messori), altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c'è la voce variabile dei finanziamenti
ai Grandi Eventi, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all'ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua, nell'ultimo decennio, di 250 milioni.
A questi due miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, oggi al centro di un'inchiesta
dell'Unione Europea per "aiuti di Stato". L'elenco è immenso, nazionale e locale. Sempre con prudenza si può valutare in una forbice fra 400 ai 700 milioni il mancato
incasso per l'Ici (stime "non di mercato" dell'associazione dei Comuni), in 500 milioni le esenzioni da Irap, Ires e altre imposte, in altri 600 milioni l'elusione
fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, che gestisce ogni anno da e per l'Italia un flusso di quaranta milioni di visitatori e pellegrini. Il totale
supera i quattro miliardi all'anno, dunque una mezza finanziaria, un Ponte sullo Stretto o un Mose all'anno, più qualche decina di milioni.

La Chiesa cattolica, non eletta dal popolo e non sottoposta a vincoli democratici, costa agli italiani come il sistema politico. Soltanto agli italiani, almeno in
queste dimensioni. Non ai francesi, agli spagnoli, ai tedeschi, agli americani, che pure pagano come noi il "costo della democrazia", magari con migliori risultati.

Si può obiettare che gli italiani sono più contenti di dare i soldi ai preti che non ai politici, infatti se ne lamentano assai meno. In parte perché forse non lo
sanno. Il meccanismo dell'otto per mille sull'Irpef, studiato a metà anni Ottanta da un fiscalista all'epoca "di sinistra" come Giulio Tremonti, consulente del governo
Craxi, assegna alla Chiesa cattolica anche le donazioni non espresse, su base percentuale. Il 60 per cento dei contribuenti lascia in bianco la voce "otto per mille"
ma grazie al 35 per cento che indica "Chiesa cattolica" fra le scelte ammesse (le altre sono Stato, Valdesi, Avventisti, Assemblee di Dio, Ebrei e Luterani), la
Cei si accaparra quasi il 90 per cento del totale. Una mostruosità giuridica la definì già nell'84 sul Sole 24 Ore lo storico Piero Bellini.

Ma pur considerando il meccanismo "facilitante" dell'otto per mille, rimane diffusa la convinzione che i soldi alla Chiesa siano ben destinati, con un ampio "ritorno
sociale". Una mezza finanziaria, d'accordo, ma utile a ripagare il prezioso lavoro svolto dai sacerdoti sul territorio, la fatica quotidiana delle parrocchie nel
tappare le falle sempre più evidenti del welfare, senza contare l'impegno nel Terzo Mondo. Tutti argomenti veri. Ma "quanto" veri?

Fare i conti in tasca al Vaticano è impresa disperata. Ma per capire dove finiscono i soldi degli italiani sarà pur lecito citare come fonte insospettabile la stessa
Cei e il suo bilancio annuo sull'otto per mille. Su cinque euro versati dai contribuenti, la conferenza dei vescovi dichiara di spenderne uno per interventi di carità
in Italia e all'estero (rispettivamente 12 e 8 per cento del totale). Gli altri quattro euro servono all'autofinanziamento. Prelevato il 35 per cento del totale
per pagare gli stipendi ai circa 39 mila sacerdoti italiani, rimane ogni anno mezzo miliardo di euro che il vertice Cei distribuisce all'interno della Chiesa a suo
insindacabile parere e senza alcun serio controllo, sotto voci generiche come "esigenze di culto", "spese di catechesi", attività finanziarie e immobiliari. Senza
contare l'altro paradosso: se al "voto" dell'otto per mille fosse applicato il quorum della metà, la Chiesa non vedrebbe mai un euro.

Nella cultura cattolica, in misura ben maggiore che nelle timidissime culture liberali e di sinistra, è in corso da anni un coraggioso, doloroso e censuratissimo
dibattito sul "come" le gerarchie vaticane usano il danaro dell'otto per mille "per troncare e sopire il dissenso nella Chiesa". Una delle testimonianze migliori
è il pamphlet "Chiesa padrona" di Roberto Beretta, scrittore e giornalista dell'Avvenire, il quotidiano dei vescovi. Al capitolo "L'altra faccia dell'otto per mille",
Beretta osserva: "Chi gestisce i danari dell'otto per mille ha conquistato un enorme potere, che pure ha importantissimi risvolti ecclesiali e teologici". Continua:
"Quale vescovo per esempio - sapendo che poi dovrà ricorrere alla Cei per i soldi necessari a sistemare un seminario o a riparare la cattedrale - alzerà mai la mano
in assemblea generale per contestare le posizioni della presidenza?". "E infatti - conclude l'autore - i soli che in Italia si permettono di parlare schiettamente
sono alcuni dei vescovi emeriti, ovvero quelli ormai in pensione, che non hanno più niente da perdere...".

A scorrere i resoconti dei convegni culturali e le pagine di "Chiesa padrona", rifiutato in blocco dall'editoria cattolica e non pervenuto nelle librerie religiose,
si capisce che la critica al "dirigismo" e all'uso "ideologico" dell'otto per mille non è affatto nell'universo dei credenti. Non mancano naturalmente i "vescovi
in pensione", da Carlo Maria Martini, ormai esiliato volontario a Gerusalemme, a Giuseppe Casale, ex arcivescovo di Foggia, che descrive così il nuovo corso: "I
vescovi non parlano più, aspettano l'input dai vertici... Quando fanno le nomine vescovili consultano tutti, laici, preti, monsignori, e poi fanno quello che vogliono
loro, cioè chiunque salvo il nome che è stato indicato". Il già citato Vittorio Messori ha lamentato più volte "il dirigismo", "il centralismo" e "lo strapotere
raggiunto dalla burocrazia nella Chiesa". Alfredo Carlo Moro, giurista e fratello di Aldo, in uno degli ultimi interventi pubblici ha lanciato una sofferta accusa:
"Assistiamo ormai a una carenza gravissima di discussione nella Chiesa, a un impressionante e clamoroso silenzio; delle riunioni della Cei si sa solo ciò che dichiara
in principio il presidente; i teologi parlano solo quando sono perfettamente in linea, altrimenti tacciono".

La Chiesa di vent'anni fa, quella in cui Camillo Ruini comincia la sua scalata, non ha i soldi per pagare gli impiegati della Cei, con le finanze scosse dagli scandali
e svuotate dal sostegno a Solidarnosc. La cultura cattolica si sente derisa dall'egemonia di sinistra, ignorata dai giornali laici, espulsa dall'universo edonista
delle tv commerciali, perfino ridotta in minoranza nella Rai riformata. Eppure è una Chiesa ancora viva, anzi vitalissima. Tanto pluralista da ospitare nel suo seno
mille voci, dai teologi della liberazione agli ultra tradizionalisti seguaci di monsignor Lefebrve. Capace di riconoscere movimenti di massa, come Comunione e Liberazione,
e di "scoprire" l'antimafia, con le omelie del cardinale Pappalardo, il lavoro di don Puglisi a Brancaccio, l'impegno di don Italo Calabrò contro la 'ndrangheta.
Dopo vent'anni di "cura Ruini" la Chiesa all'apparenza scoppia di salute. È assai più ricca e potente e ascoltata a Palazzo, governa l'agenda dei media e influisce
sull'intero quadro politico, da An a Rifondazione, non più soltanto su uno. Nelle apparizioni televisive il clero è secondo soltanto al ceto politico. Si vantano
folle oceaniche ai raduni cattolici, la moltiplicazione dei santi e dei santuari, i record di audience delle fiction di tema religioso. Le voci di dissenso sono
sparite. Eppure le chiese e le sagrestie si svuotano, la crisi di vocazioni ha ridotto in vent'anni i preti da 60 a 39 mila, i sacramenti religiosi come il matrimonio
e il battesimo sono in diminuzione.

Il clero è vittima dell'illusoria equazione mediatica "visibilità uguale consenso", come il suo gemello separato, il ceto politico. Nella vita reale rischia d'inverarsi
la terribile profezia lanciata trent'anni fa da un teologo progressista: "La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere
in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo
più ostacolare il vero spirito del cristianesimo". Quel teologo si chiamava Joseph Ratzinger.
Curzio Maltese
(Hanno collaborato Carlo Pontesilli e Maurizio Turco)

Giuseppe Parisi


15 novembre 2007 0:00 - G.Parisi
Daniele, dobbiamo spiegare alla gente: o si e’ bigotti, o si e’ Laici.
Mettergli insieme, serve per disorientare, e’ forse il tuo obbiettivo?.
Un Laico, come potrebbe essere bigotto?
Ed un bigotto, come potrebbe essere Laico?
La Chiesa Cattolica e’ vicina ai poverelli, te lo disse la Mamma quando eri bimbo?
O te lo disse il maestro al Catechismo?
Mandami soli cinque esempi di Chiesa vicino ai poverelli, e ti daro’ ragione.

Giuseppe Parisi

15 novembre 2007 0:00 - Fabrizio
Vorrei chiarire alcune cosucce, riguardo i presunti vantaggi di cui la Chiesa godrebbe.

Perché alcuni immobili della Chiesa cattolica sono esenti dal pagamento dell'Ici? E da quando questa agevolazione è riconosciuta?

Se chi ha scritto o parlato di «privilegi» concessi alla Chiesa si fosse posto queste due semplici domande e avesse anche tentato di darsi una risposta documentata, probabilmente il dibattito di questi giorni avrebbe preso una piega un po' diversa. Si sarebbe scoperto infatti che le esenzioni dall'imposta comunale sugli immobili non sono una concessione ad hoc, e non nascono né l'anno scorso né con il governo Berlusconi (si veda box in alto), ma risalgono al 1992, quando il governo Amato istituì l'Ici. Ma, soprattutto, si sarebbe appreso che la Chiesa è soltanto uno dei moltissimi soggetti risparmiati dall'Imposta, e che l'esenzione vale solo in alcuni casi e molto circoscritti.

Confidando nella buona fede e nell'onestà intellettuale di coloro che stanno discettando su Ici e dintorni, proviamo allora a colmare questo vuoto informativo. Quando infatti venne "inventata" l'imposta comunale sugli immobili (decreto 504/1992), si stabilì in parlamento di escludere alcuni tipi di fabbricati. Ad essere esenti sono così da sempre gli edifici che appartengono allo Stato o agli altri enti pubblici come i comuni, le province, le regioni, le Asl, gli ospedali, le scuole, le camere di commercio. Gli immobili di proprietà degli Stati esteri e delle organizzazioni internazionali. Tutti i terreni agricoli montani anche se di proprietà di privati. Gli edifici di biblioteche o musei. I fabbricati destinati all'esercizio del culto, ovviamente non solo della Chiesa cattolica.

A questa lista già di per sé abbastanza significativa, il legislatore ritenne - probabilmente nell'ottica di valorizzare il principio di sussidiarietà e di agevolare il grande universo del privato sociale italiano, del volontariato e del non profit - di aggiungere una categoria speciale di soggetti: gli enti non commerciali, ma solo se negli immobili in questione si svolgono in maniera esclusiva otto attività considerate meritevoli. Eccole: attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive.

In buona sostanza, la legge del 1992 scontava l'Ici a tutte quelle realtà che operano senza scopo di lucro, cioè senza ridistribuire i profitti ai soci, e attive in questi otto settori. Niente di più e niente di meno. L'assenza di un privilegio mirato dovrebbe risultare abbastanza evidente. E a chi conosce un poco la società italiana, non sfuggirà che la legge finisce per "agevolare" la Chiesa cattolica, oltre al caso dei luoghi di culto, solo quando questa svolge, come moltissime altre organizzazioni, quelle attività previste nella lista. Ma queste e non altre.

Per essere più chiari si possono fare degli esempi, che non riguardano solo la Chiesa cattolica, ma tutto il mondo del non profit. Cioè associazioni, grandi Fondazioni, sindacati, movimenti politici, partiti e non solo. Così, attività di «assistenza» sono le mense per i poveri, le comunità di accoglienza, le case di riposo, le strutture per il sostegno alle persone del Terzo Mondo. Le attività «sanitarie» sono ospedali o case di cura rigorosamente non profi convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. Le opere «didattiche» sono ovviamente le scuole, dalle materne in su, se chi le gestisce non si divide gli utili. Per «ricettive» si intendono invece tutte le strutture sociali che accolgono i lavoratori fuori sede, gli studenti, le case per ferie ? delle parrocchie come dei sindacati ? se autorizzate dalle regioni; ma non certo gli alberghi, che l'Ici la pagano anche se sono di proprietà di qualche ente religioso.

Continuando, si arriva alle attività «culturali», come i tanti centri di cultura, laici, politici, e certamente non solo cattolici, presenti in Italia. Alla voce attività «ricreative» si pensi invece ai circoli Arci o Acli. Per finire con tutte le attività «sportive» senza finalità di lucro, promosse da laici, da religiosi, o anche da organizzazioni locali ispirate dai partiti. Compreso questo, una domanda dovrebbe sorgere spontanea. È ancora possibile parlare di «privilegi» concessi solo alla Chiesa cattolica?


Il caso
La diatriba sulle agevolazioni Ici ha origine con una sentenza della Cassazione del 2004. I giudici, valutando il caso dell'immobile di un ente non profit che svolgeva attività sanitaria e ricettiva - e dunque rientrava a pieno titolo nella casistica delle esenzioni previste dalla legge del 1992 sull'Ici - avevano negato il diritto all'esenzione in quanto l'attività era svolta «in forma commerciale». L'interpretazione restrittiva delle legge da parte della Cassazione finiva in sostanza per aggiungere un terzo requisito (oltre a quello della non commercialità dell'ente e dell'attività meritoria prevista nelle legge del 1992), cioè il fatto che l'attività era commerciale. Il problema è che per la normativa italiana un'attività si intende «commerciale» in tutti i casi in cui viene incassata una somma, non importa quanto. Esempio: un servizio di docce per senza tetto viene considerato «commerciale» se chi ne usufruisce paga anche solo 50 centesimi. Per sciogliere un nodo che avrebbe potuto creare innumerevoli problemi a tantissime realtà, nel 2005 il governo Berlusconi varò una norma di interpretazione autentica della legge per chiarire che l'esenzione doveva essere riconosciuta alle attività previste «a prescindere dalla natura eventualmente commerciale delle stesse». Non si trattò dunque di alcun favore concesso alla Chiesa cattolica, come molti sostengono. Il decreto Bersani-Visco del 2006 ha successivamente aggiunto che l'esenzione va applicata alle attività indicate che non abbiano natura «esclusivamente commerciale». E l'esame dei singoli casi dubbi è affidata una commissione.





15 novembre 2007 0:00 - daniele
Un articolo che gronda bugie e falsità scritto da un bigotto-laico.
Un vile attacco alla Chiesa cattolica, una delle poche istituzioni da sempre dalla parte dei poveri.
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