Signor Falcinelli, solo per comprenderci , io ho
stima,di coloro i quali, come lei, hanno scelto la propria
strada per convinzione,ma probabilmente anche per esperienze
troppo personali per affrontarle su un forum. La
pregherei soltanto di non scambiare il mio ardore, se non
per un purissimo senso del bene verso gli altri.
Ognuno lo fa come crede, e non tutti i metodi possono essere
esatti l’importante e’ fare del bene al prossimo, lei lo
fa, con molta convinzione e, io, apparentemente
dall’altro lato, lo faccio in altra direzione . Non
siamo diversi, siamo esattamente uguali e speculari, forse
ha detto bene, quando ha asserito che gli Atei ( ammesso lo
sia meramente) servono a coloro che atei non sono. Ci
siamo serviti entrambi, nell’unico obbiettivo di
accrescere la nostra fame e sete di Amore,Giustizia e
Liberta’ nel Mondo. Vogliamoci bene, e, collaboriamo
in una franca positivita’ che accresca ed elevi la nostra
consapevolezza in una dimensione superiore. Cari
saluti.
Giuseppe Parisi
26 novembre 2007 0:00 - Enrico Falcinelli
Non mi importa, gentile Parisi, del suo ateismo, perchè,
contrariamente a quel che dice il sig. Massimo, nella mia
onestà umana ancor prima che cristiana, non intendo
minimamente né far creder nulla - come lei ad un tratto
afferma - nè intendere alcun obbligo da chicchessia nel
puro atto di un obbedienza quando non si capisce il perché
si debba obbedire, quando anche obbedienza venga richiesta,
perché anche lo scegliere è una libertà e non esiste
scelta senza la comprensione di quel che si sceglie.
Ora, se io ho scelto una strada, è per la comprensione di
essa e di quanto in questa strada incontro ogni giorno. Non
pretendo certo - perchè non è possibile nel contesto del
forum - che lei abbia a capire la mia esperienza, così che
quanto lei mi ricomunica è esattamente quello che mi potevo
aspettare, senza sorprese. Un fatto certo è quello che
mi sta più a cuore come cittadino di questo mondo: troppi
di coloro che facendo i giustizieri lo fanno in modo
sbagliato creando a loro volta ingiustizie e questo lo
abbiamo detto e non serve discuterci dal momento che siamo
talmente intrisi di errore e boriosità cieca che già al
primo passo della buona intenzione che intendiamo compiere
è molto probabile farvi una cazzata! Già questo è
frustrante in modo comprensibile, immaginiamoci quanto lo
sia il battersi per la giustizia implorandola,
arrabbiandosi, vergognadosi, schifandosi, vomitandoci,
stupendosi deprimendosi e così via senza desistere, non
ottendendo quello che la propria immaginazione tenta di
raggiungere. La frustrazione sia ha, infatti, per non aver
raggiunto quello che uno ha progettato a modo proprio, per
non aver raggiunto il proprio fine, l'immagine che ha
seguito da sempre: accade a chi non ha altro che quella
immagine come motivo di vita al punto in cui ci si batte - o
meglio ci si dibatte - nel fango senza riuscire a cambiar
nulla perché la modalità è sbagliata: non si combatte il
male con il male, ma con il bene. Per l'appunto troppi
di voi si vedono impegnati in tutta quella lista di cose che
lei descrive (arrabbiarsi, vergognarsi, schifarsi, ecc) ma
il fatto è che fanno solo quello! Quindi, il mio
franco desiderio ed incoraggiamento, nel rispetto
dell'ardore di coloro che desiderano restare nella loro
incredulità e salvandomi da ogni accusa di indottrinamento
- è solo e puramente quello di non fare solo quella lista
di cose ma anzi scrollarsela di dosso e passare
all'azione, perché il mondo ha bisogno di bene.
Tanto i malfattori esisteranno sempre; chi li vuole
eliminare li elimini e sulla validità del metodo avremo un
bel po' da discuterci ma il reale (quando parlo del
"reale" lo intendo veramente come urgenza,
contingenza) è fatto di urgenze. Ricorda quanto ho scritto
riguardo l'esempio dell'incidente? Il bisogno
va affrontato per primo. Affrontando il bisogno
automaticamente si incomincia a cambiare il mondo ma va
affrontato. Troppe chiacchiere, lamentele e discussioni non
servono. Sa come ho passato il fine settimana io?
Lavorando per il Banco Alimentare. Se fosse stato con me, mi
avrebbe dato una mano molto utile! Spero di esser stato
chiaro. Un caro saluto, Enrico Falcinelli.
25 novembre 2007 0:00 - riflessione
Se ci sono persone che non sopporto, questi sono gli atei:
stanno sempre a parlare di Dio, della chiesa.....
25 novembre 2007 0:00 - massimo
4 miliardi di euri sono quelli che ruba la Chiesa de Roma
ogni anno!
E solo 12 contro 288 sono i senatori
che hanno votato per far pagare l’Ici alla Chiesa de Roma
almeno sugli immobili ad uso commerciale!
Ciò
indica due cose:
1) quando si tratta di rubare
sono sempre tutti d’accordo. La cosiddetta casta è
composta non solo da politici,ci costano 4 miliardi
l’anno, ma anche da ecclesiastici romani ,altri 4 miliardi
( hanno fatto le parti uguali da bravi ladri) e dalla
magistratura ( che non so se sia compresa nei 4 miliardi dei
politici o se abbia un’ulteriore parte di grisbì). La
saldatura di tipo mafioso-parassitario di queste classi e la
loro conseguente incapacità di governo ricorda paurosamente
altri tragici periodi storici... ma non preoccupiamoci: gli
italiani sono un popolo di servi mangiamerda, mangeranno
anche questa. Mangeranno la merda che le classi dominanti
politico,religiose e sbirraglie varie cagheranno loro in
“cambio” della fede della plebe italica nella
“destra” e nella “sinistra”, nella
"chiesa"...
2) Cattolici onesti non
esistono.
Non se ne sente uno che abbia la
dignità di dire che non voglia parassitare l’ Italia.
Non se ne sente uno dire che vogliano mantenere la
propria chiesa da soli senza rubare agli altri. Non se
ne sente uno che abbia lo “spirito”, altresì detto i
“coglioni”, di rinunciare al flusso di denaro che
l’Italia ladra garantisce loro. Certo poi fanno i teatrini
con gesù che dice “date ai poveri e seguitemi” o con
Francesco d’Assisi che addirittura si spogliò delle
ricche vesti paterne per seguire il cosiddetto
“cristo”.... quante balle spudorate.
Non ce
n’è uno onesto. O perlomeno se sono onesti sono
onestamente legati solo a quella parte del vangelo in cui
fanno recitare a Gesù: "verrò come un
ladro..." sicuramente tra tutte la miglior
profezia : innegabile, immancabile, eterna.
24 novembre 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Caro –sig. Falcinelli , il mondo e’ pieno di
disonesti e di giustizieri. Sovente, i disonesti
agiscono in nome del Dio, non importa a quale –Dio .
I I giustizieri, sovente sono quelli che, amando -non come
intende far credere Lei – la giustizia, reagiscono con
l’impeto, nel tentativo di rivedersi qualcosa di
sottratto, tal cosa a disposizione di tutti. I giusti,
non stanno ne da una parte ne dall’altra, perche’ non
esistono. Gli eroi del mito, sono da sempre stati una
esigenza dei giustizieri, non trovando spiegazione nessuna
al degrado ed al decadimento della giustizia e di ogni
liberta’. Preso in questo contesto, l’uomo ricerca
il sopranaturale, vedi magie ,che, nel modo sotterraneo non
hanno conflitti con l’altra necessita’ umana, il Credo e
le religioni, una volta battendo i piedi per svegliare gli
Spiriti della terra, l’altra volta con le danze per la
fortuna ,i sacrifici offerti al Dio, ed i Cattolici che
scannano gli agnelli a Pasqua. In questo deserto senza
nemmeno sabbia, ci sono anche quelli come lei, che
continuano a professare il Vangelo, con quella strisciante
evidenza di una frustrazione per leggere e leggere,
applicare ma non avere mai conferme. Ed in questa
fabbrica del significato della vita, come il Vangelo,il
Corano, ecc.ecc., ci sono state,e,ci saranno, i motivi per
nuove guerre, nuove ingiustizie, nuovi sacrifici, nuovi
ingiusti,nuovi giustizieri. A me, uso il personale,
viene da pensare che il male sia tutto li. Se il
disonesto, oltre a rubarmi la liberta’, vuole anche
schiaffeggiarmi, ed io, porgo l’altra guancia, quello me
ne da due e non uno, inoltre, dira che Giuseppe e’ una
persona adatta a lavorare per lui. Il giustiziere,
invece, spara un bel calcio tra le gambe se puo’, se non
puo’, si rende scivoloso per non essere nemmeno raggiunto.
In questa altalena senza equilibri, l’uomo non trova che
la distruzione non solo di se stesso, ma di tutto il Creato
– e se fosse qui il Dio ? - questa Natura perfetta,
ineguagliabile, piena di segreti e insegnamenti?
Ratzinger, quanto spazio ha occupato a parlare della stessa
struttura del Mondo, quindi della Natura ecc.ecc.?
impegnatissimo a parlare di contraccezzionee o, di come i
cattolici devono fare sesso? Falcinelli, e’ Amore per
l’Uomo, o mera conservazione del potere e della stessa
esistenza? In Italia lo abbiamo in casa con la
complicita’ di schifosissimi politici – non tutti
ovviamente – in altri Paesi, la Chiesa e’ un fantasma,
perche’ ritenuta ingiusta e politica. In Sicilia, la
mia terra, c’e’ un detto …, si dice che il malaffare e
l’istituzione, per non combattersi si mettono in accordo,
cosi che, l’Istituzione diventa malaffare, ed il malaffare
diventa l’Istituzione. Se il Vaticano per esistere si
inventa l’8 per mille,e , non paga tasse, rubando quattro
mila miliardi al prossimo, significa che, lei caro
Falcinelli, gira troppo l’altra guancia, e si e’
dimenticato che ha anche una lingua , ma anche un piede per
calciare. Noi nel nostro ateismo pulito, innocente,
cerchiamo ancora una risposta da parte di questi Signori che
usano perfino la giustizia molle per chiuderci la bocca,
oltremodo cerchiamo aiuto a Dio, che salvi l’umanita’ e,
tutta la Natura, soprattutto quest’ultima perche’
meravigliosa. Lo invochiamo, lo imploriamo, ci
arrabbiamo, ci vergogniamo, ci schifiamo, ci vomitiamo, ci
stupiamo, ci deprimiamo, ci rendiamo inerti, poi reagiamo,
poi siamo attoniti, poi snervati, poi avviliti, poi
frustrati, ma mai avvinti. Siamo qui ad attendere il
suo Dio, lo stesso che vediamo attraverso le brutture di
ogni Credo-compreso il suo- senza risposte, se non in quel
libro che semi-incomprensibile , lei tiene giornalmente tra
le mani. - Noi Dio lo invochiamo, a venire qui, sulla
Terra, ma Lui risponde solo alle persone come Lei- almeno
lei cosi dice - ? Perche’ siete gli eletti, o peggio , gli
elettori del Vaticano. Cari saluti, e ancora
grazie.
G. Parisi
21 novembre 2007 0:00 - GIANNI TOFFALI
"Caro" Giuseppe, complimenti per le tue
scempiaggini! Non vale la pena replicare ai tuoi pezzi che
grondano odio anticlericale! Dubbio: ma che sei un no
global, un comunista, un radicale o un satanista? Da come ti
esprimi, condensi la feccia delle succitate categorie sub
umane! A proposito, come fai a conoscere bene i paesi del
sud est asiatico? Andavi forse a caccia di ragazzine da
scoparti convinto che te la davano gratis perchè eri piu
bello del reame? Circa la feccia umana di delinquenti
stranieri che infettano l'Italia, perchè non te li
ospiti a casa tua? Suvvia, non fare il razzista! Non fare
l'italiano medio, becero, egoista e cattolico.Sei molto
bravo a sparare contro!! Se vuoi essere un buon maestro,
comincia a testimoniare con i fatti, invece di sputare
inutili e patetiche parole insensate!
21 novembre 2007 0:00 - Enrico Falcinelli
Mi permetta d'esser franco, con lei, caro Dott. Parisi.
Si sarà accorto, dall'esperienza di una vita, che il
mondo è pieno di disonesti ma anche di giustizieri.
Quelli che mancano sono i giusti, ovvero, quei molti che vi
sono non bastano a saziare la nostra fame di giustizia,
equità (rispetto a cosa? rispetto a quale bene? e qual'
è il vero bene per un uomo?) e felicità. Ora non
riuscendo a trovare né felicità né gratitudine nel fatto
dell' "esserci" - perché l'
"esserci" nel mondo equivale alla felicità:
l' "esserci" è un fatto affettivo;
"esserci" significa amare ed essere riamato dal
mondo, essere considerato nella propria esistenza ed
"essenza"; la forza del sentirsi vivo e il pieno
sentore della nostra "essenza" è il principio
dell'interesse a noi stessi e al nostro destino che
desideriamo condividere con il mondo intero, con tutto
l'infinito; solo questo è prodromo della nostra
bramosia di fama, successo, potere, nella ricerca di un bene
che sappiamo più facile, più raggiungibile, più a portata
di mano ma che ci sminuisce nella nostra essenza, che
sentiamo, cioè, che non basta e che non ci renderà mai
felici (mi scuso della pausa) - riversiamo la nostra
frustrazione nella ricerca di un colpevole: da questo
nascono i giustizieri e gli eroi mitici. I nostri tempi
non son diversi dal passato, anche più antico, e Superman,
Bat-man, L'Uomo Ragno e tutta la compagnia briscola, non
sono altro che una proiezione mitica nella nostra necessità
di rivalsa nei confronti di una quotidianità troppo pesante
da vivere: vorremo far noi qualcosa ma ci sentiamo impotenti
e chiamiamo loro come potremmo chiamare un dio, Ma
nella ricerca della giustizia ad ogni costo non viviamo più
la realtà. Quello che noi vediamo di ingiusto ci blocca, ci
scandalizza, si mette "di traverso" nella nostra
vita: è il "dia" del suffisso greco, il
significato dell'espressione "dia-ballo", il
"diavolo": questo è il male. Avanti a questo
si arriva a odiare anche la vita stessa vedendola ingiusta
anch'essa… solo così, posso giustificare Schopenauer,
solo come vittima del proprio scandalo. Così, convinti
di seguire il reale, ci restiamo invece bloccati dentro e
cominciamo a seguire la nostra immagine del reale. Ecco
perché vengono a mancare troppi giusti: gli altri, quando
non siano disonesti, sono impegnati, anzi, impantanati a
fare i giustizieri!
Quando il Vangelo insegna di
non fermarsi a giudicare è proprio per questo: il fermarsi
è il principio del male, del nostro impantanamento in quel
reale che merita di essere vissuto. Faccio un esempio.
Immagini di trovarsi avanti ad un investimento d'auto di
un passante (lei stia fermo e non accorra: guardi solo la
dinamica dei fatti): ora vedrà un uomo che apre lo
sportello della sua auto lasciandola in mezzo al traffico e
si precipita sull'investito nell'impeto sincero del
soccorso. Accorreranno anche altri e di ognuno vedrà gli
aspetti differenti: chi si prodiga in egual maniera, chi in
diversa e chi si ferma solo a guardare. Ci sono altre
persone, alcune con le mani in tasca che discutono sulla
dinamica ed alcune vicino a lei stesso, che come lei
guardano la scena dal di fuori. Costoro le può sentire,
perché vicine, ed ascolta i loro commenti: qualcuno ragiona
sul fatto se sia stato giusto abbandonare l'auto in
mezzo al traffico, bloccandolo, per correre in soccorso ed
altri discutono sulle colpe del passante e
dell'automobilista e del valore del danno arrecato e
dell'eventuale giustizia del risarcimento. Se
addirittura non capita come è capitato da poco a me di
assistervi in diretta, che l'investitore del passante se
la sia bellamente defilata… Peccato che il
soccorritore non si sia premurato, preso dall'impeto del
soccorso, di annotarsi al volo il numero di targa
dell'investitore:aveva ben altro per la testa in quel
momento!
Secondo lei, di tutti questi personaggi,
chi è stato al reale vivendolo nella sua pienezza? Chi ha
soddisfatto il bisogno più immediato e che stabilisce la
modalità con cui rapportarsi al reale?
Tale
modalità è data appunto dall'urgenza: quando tutto va
male serve il bene.
Il resto può rifletterlo da
solo per capire cosa intendo.
Ora - mi scusi se
sorrido - se dovesse aspettare che la Chiesa, il Governo, le
Potenze e tutti gli uomini siano giusti per poter credere in
qualcosa d'altro, allora resti pure ateo e lo faccia
nella giustizia: questo può farlo. Se anche poi
ammettesse la possibilità dell'esistenza di Dio
nell'irreprensibilità della Chiesa e degli uomini, non
pensi mai di diventar credente, perché Dio non avrebbe
alcun motivo per entrar nella storia degli uomini a causa
della loro perfezione; tanto più, se così fosse, non
avremmo nemmeno riferimenti che giustifichino il sospetto
della sua entrata e lei potrebbe coltivare il suo ateismo
senza la minima eventuale preoccupazione.
Quanto
poi, di conseguenza alla sua ultima osservazione, per un
facile sillogismo, intuisco che tanto più uno ama Cristo ed
è della Chiesa, tanto più si ammira nella propria
perfezione. Purtroppo (o meno male?) non è così.
Non so lei come si vede ma personalmente mi vedo alquanto
imperfetto ed è per questo che amo Cristo: nel suo farsi
uomo ha inteso assomigliare a me, perché mi sentissi
giustificato nella mia umanità fallace ed avessi motivo di
poter credere - in libertà - di poter godere della sua
stessa divinità ed infinitezza. I santi sono per me questo
esempio, appunto: uomini come me ma che hanno saputo reagire
allo scandalo del male non occupandosi di giudicare,
gettandosi nell'impeto di un soccorso.
Forse
Dio ha creato voi atei proprio per osservare e giudicare gli
errori di chi sbaglia nella Chiesa, lasciando che i
cristiani più sinceri si preoccupino di ben altro perché
ci siete voi a far buona guardia. Ma se qualcuno si
stancasse pensi alla possibilità di dar una mano senza
aspettar d'esser cristiano, perché il
"prossimo" lo è di tutti indistintamente, la fede
è una grazia, la scelta è una libertà.
Saluto
tutti cordialmente, Enrico Falcinelli.
19 novembre 2007 0:00 - G.Parisi
per Enrico, per Ermetico --------------- Grazie
Signor Falcinelli, e’ vero piu’ di ogni cosa
combattiamo il bigottismo, e non la parola di Cristo.
Osservo talvolta attonito, le persone come Lei, quelle che,
nell’ambito del Credo Cristiano, trovano la dimensione del
proprio essere. Ma esistono numerose domande, nel quale
la dottrina teologica Cristiana Non da risposte,
cominciando dalle sofferenze umane, del corpo e della
mente. La Liberta’ dell’Uomo, Signor Falcinelli,
deve essere la piu’ alta possibile, fuori dalla portata di
ogni Credo,di qualsiasi suo aspetto ed orientamento. Il
Credo, se si avra’ sara’ una scelta profonda,
silente,misteriosa, effettuata in uno stadio di piena
coscienza e maturita’ della persona e della
personalita’. Quale battesimo ,quale ora di religione
nelle Scuole, quale Croce appesa dappertutto, quale
catechesi potra mai optare per la Liberta’ dell’uomo,
se non l’unica Liberta’ di dover seguire il
Cristianesimo medesimo ? Questo e’ Amore o e’
dittatura? Signor Falcinelli dati alla mano, mi
permetta di non avanzare di essere piu esperto di Maurizio
Turco,deputato della Rosa nel Pugno, in materia di
“cure” Vaticane. I 4 miliardi di euro sottratti al
disgraziato cittadino Italiano, sono davanti ai suoi
occhi. Lei per Amore di Cristo non li vede. Quelli
spesi per il “bene” sono meno di 1, il resto e’ top
secret. A me non sta bene. Se il Vaticano diventa
povero, fa carita’, si spoglia di tutto , l’Amore per
Cristo rimane, anzi diverra’ piu forte e tenebrante,
magari colpira anche un testardo ateo come me. Grazie
per il suo Amore appassionato , fervido e forte. Il
suo per Cristo, il mio per la Liberta’ dell’Uomo.
Giuseppe Parisi
Signor Ermetico, non
e’ bigotto, chi difende il senso profondo della
Liberta’, minata da coloro i quali confondono le leggi
dell’Uomo con le Leggi di Dio. Se non sbaglio proprio
Cristo disse, “date a Cesare quello che e’ di Cesare ed
a Dio quello che e’ di Dio” Parole del quale il
Clero, ha letteralmente schiacciato per convenienza.
Ma, c’e’ anche chi dice, che Cristo non sia nemmeno
esistito, e su questa favola si sia fondata l’imbroglio
piu’ colossale che possa esistere in ogni periodo della
storia dell’uomo. E se fosse vero? Quanti
Uomini,donne,sofferenti, malati,invocano Cristo, Dio, ma mai
hanno una risposta, se non nel misticismo delle loro
convinzioni, spesso incultatele nella piu tenera eta’, in
modo che esse siano indelebili nella memoria. Un ateo
non e’ mai bigotto, se non nel sostenere che, il Credo
e’ una necessita’ dell’uomo, privatosi di se
stesso. Comunque grazie per il suo intervento.
Giuseppe Parisi
19 novembre 2007 0:00 - er metico
Grazie per la risposta, caro Parisi. Quel tipo di
bigottismo, infatti, non piace a nessuno, perché è
generato da preconcetti e non piace, quindi, neanche a noi
cristiani. Però, lo stonato non si accorge di esserlo
e talvolta diventa bigotto, vittima della propria dipendenza
da sé che egli continua a chiamare “libertà”… A
buon intenditore poche parole. Con stima.
19 novembre 2007 0:00 - Enrico Falcinelli
Per il Dott. Parisi.
Discutiamo da fronti troppo
diversi, caro Dott. Parisi; lei ha la sua esperienza ed il
suo giudizio che relega l’ambito religioso in una
posizione astratta dal contesto del reale, riconducendo la
Chiesa ad una presenza puramente istituzionale, né più né
meno di come sia un qualsiasi Istituto o Ministero del
paese. Da questo punto di vista, come notiamo gli
abbondanti errori di questi ultimi, in primo luogo quelli
dei nostri governanti, non possiamo non notare i frequenti
ed evidenti errori di coloro che sono gli uomini preposti
alle varie rappresentanze gerarchice della Chiesa: mi
indichi un’istituzione umana che non generi errori se non
abominii; i miei stessi occhi, tutt’altri quelli di un
“bigotto” (attinente mente al contesto letterario a cui
si riferisce) sono fonte di numerose delusioni da deblacles
proprio di uomini di Chiesa, non necessariamente posti a
prelature particolari.
La mia esperienza, però,
vorrei capisse senza pregiudizio, opera in un versante
lontano dal suo, che nasce dall’osservazione della Chiesa
e dalla sua conoscenza storica nonché documentaria come
diretta discendenza e posterità dei suoi Padri, apostoli di
Cristo. Ed è proprio in fede di questo - fondante sulla
prioritaria fede nella vicenda cristiana – che guardo alla
Chiesa in modo ben diverso dall’essere una qualsiasi
istituzione fregaquattrini (questo è poi da vedere e da
constatare con carte in mano) perché mio interesse e
desiderio è l’esser e continuare ad esser Chiesa per fare
proprio quello che lei denuncia che la Chiesa non faccia
(perché io sono Chiesa, noi cristiani lo siamo) spendendo
di tasca nostra quei soldi che lei denuncia come ammanco nei
confronti di coloro che ricevono quotidiano aiuto dalle
nostre istituzioni ed associazioni (hanno un nome preciso) e
creando reddito per affrontare tutte le ulteriori occasioni
di bisogno che non termineranno mai di esistere. Per noi
non ha senso restare a contestare e a recriminare sul quanto
sia ingiusto, perché l’ingiustixia sempre vi sarà, come
sempre esisteranno i poveri. L’ingiustizia stessa è una
povertà e presso a questa stessa bisogna accostarsi in una
misericordia tale che la mancanza di fede non genera né
concepisce: all’ingiustizia si potrà , in questo caso,
rispondere solo con violenza creando ingiustizia
ulteriore. Per nostra dinamica ci muoviamo nel
tentativo di soccorrere all’ingiustizia della povertà
come il Vangelo ci insegna, ancor prima di tentar di
correggere quegli abusi di ufficio che possano umanamente
generarsi nella Chiesa stessa.
Tali abusi,
spesso, sono però solo pregiudizievoli, e la maggior parte
di quelle cose che si giudicano come abusi sono in realtà
solo posizioni etiche diverse e punti di vista opposti nei
quali le logiche razionali giocano il loro ruolo in una
ragionevolezza ineccepibile; è il caso di quanto lei
giudica come ingerenze le intromissioni del papa in
questioni di etica generale e soprattutto di morale
antropologica: secondo l’insegnamento di Cristo noi
cristiani non possimo transigere innanzi ad una libertà
voluttuaria che mortifichi il senso religioso dell’uomo e
il suo istinto di rapportarsi a Dio; quello che lei
denuncierebbe come un’affronto alla libertà lo è per noi
in maniera odiosamente più grande, perché viola la
libertà ontologica, quella che proviene dalla necessità di
base di rapportarsi con le proprie domande fondamentali sul
proprio essere e sulla propria esistenza, nell’esigenza di
rapportarsi con l’Infinito immanente. Tali “ingerenze”
restano tuttavia relative, perché né il Papa né la Chiesa
potrà porre alcun obbligo sulle scelte di morale ed oggi,
anzi, si è raggiunto grande permessivismo soprattutto negli
aspetti giuridici facilitando di molto situazioni giudicate
da tutti (e questo è l’assurdo, perché chi giudica sono
anche coloro che appoggerebbero tali libertà) come malate
ma che l’intenzione della concessione libertaria non
poteva contemplare se non a posteriori, ovvero, a
conseguenza evidente.
Sono costretto a rimanere
vago e generico per non dilungarmi ma avrei chilometri di
casi concreti da rappresentarle se ci fosse la
possibilità!
Riguardo lo Status Consultivo, mi
risulta che vi siano altre istituzioni religiose che ne
usufruiscono tra le quali le Chiese Evangeliche, con cui la
Chiesa romana ha solo rapporti di ecumenismo. Sullo
specifico delle confessioni che vi partecipano,
approfondirò e saprò illustrare in seguito quanto qui ora
non sono in grado.
L’uomo democratico che lei
auspicherebbe al governo di un Paese, così come tutti ce lo
auspicheremmo volentieri, sarebbe innanzitutto un uomo
estraneo alle lobbyes massoniche e mafiose che esistono nel
mondo e questo è già piuttosto utopico… Secondo il
nostro giudizio di cattolici cristiani (ed esperienza di
uomini) costui sarebbe capace di rispondere alle
aspettative umane che lei auspica solo se avesse una
motivazione profonda per farlo, che esuli dalle proprie
tasche ed aspirazioni individualistiche e che non fondi la
propria morale sulla sua auto-etica, come invece piace che
sia a Edgard Morin, ma si basi su una consapevolezza di
fede, quella stessa che permette evangelicamente di
scardinare le montagne. Solo in un’evidente esperienza di
rapporto con la Verità cristiana si può affrontare il
nemico più pericoloso che poi non è altro che il proprio
essere annichilito dal proprio individualismo. Il proprio
egoismo lo si può combattere solo in una prospettiva di
salvezza e di eternità, tutte cosette che a troppi della
categoria del suo pensiero risultano troppo favoleggianti e
lontane per poter essere considerate seriamente. Lo capisco
ed infatti mi fermo.
Ma si fermi un attimo anche
lei che, da medico (mi pare di aver capito che lo sia) e
quindi conoscitore dell’uomo, saprà giudicare quanto
individualismo e libertarismo egoistico esista nelle scelte
di TUTTI coloro che si pongono come nostri duci: vede ciò
nella Chiesa (lei) a maggior ragione dovrebbe saper
distinguerlo nelle categorie ideologiche di ogni momento
politico della storia… Tale apertura di riconoscimento fa
dell’uomo un “non bigotto”, qualora esso viva non solo
senza “moralismi” (e non moralità) ma anche senza
pregiudizi, perché tanta di quella bigotteria che lei
sdegna è generata da inopportuno pregiudizio.
Certo che anche lei, come me e tutti coloro che amano
veramente Cristo, continui a combattere la bigotteria (e di
questo la ringrazio) che altro non fa se non far degenerare
un sano cristianesimo in atti puramente formali e senza un
significato reale, desidero salutarla cordialmente,
Enrico Falcinelli.
18 novembre 2007 0:00 - Per Lucio Musto
Lucio Musto, sua abitudine era firmarsi alla fine
dell’articolo…. Lo sclerotico non era per lei,
ovviamente,e’ per la “sclerosi”, termine medico
quindi, che rappresenta la “durezza ( ma anchela fermezza?
), la rigidita’, la stasi, l’immobilita’ (
l’immovilita’ ? ) il cambio della “struttura” ...
quindi della “matrice” … Si, il cambio di una
struttura normale dell’essere umano, della “matrice”
di quella essenza biologica genuina datoci dalla Natura
nostra Madre, e, modificata irreparabilmente….,per
mettersi un’altra “matrice ” diversa da quella
regalateci dalla Mater, ,che lo rende sclerotico quindi
impossibilitato a non vedere che dietro le sbarre del suo
Credo. Questa e’ la Liberta’ di culto ? No,
e’ dittatura di culto. E le dittature si combattono,
per ripristinare la Legailita’ ed il Diritto, quale
Societa’ vuole lasciare ai suoi pronipoti? Altro che
scemenze, caro Lucio Musto.
Giuseppe
Parisi
17 novembre 2007 0:00 - Lucio Musto
Si, quella firma é autentica, ed evidentemente ha ragione
il dottor Parisi, quando parla di screlotizzazione.
Deve essere accaduto anche a me, ma per motivi di
etá, non di credo religioso.
Ci ho pensato giá
quando ho visto il dottor Parisi, di cui ho massima stima
trattare l'argomento (divertente divagazione, era
sembrata a me), ma ne ho avuta conferma quando ho visto che
anche il signor Falcinelli ci ha fatto un commento,
sciupando a mio avviso un poco del suo tempo prezioso.
Mi spiace, no. Non relazioneró per niente, e non
ribatteró. Saró sclerotico, come afferma il dottore, ma
non mi spreco in scemenze.
Vorrete scusarmene
17 novembre 2007 0:00 - G.Parisi
Gentile Enrico Falcinelli. Lei asserisce che
l’articolo non e’ informazione? E, se non e’
informazione,cosa e’ ? Dov’e’ il difetto
dell’analisi del reale, quando citiamo
fonti,dati,numeri,ecc.ecc.? E, a differenza di come
dice Lei, non e’ una guerra di opinioni, e’
l’accertamento dell’esistenza di quello che normale non
e’, in una reale democrazia laica. Il Teocratismo
religioso, nasce proprio dal suo non conoscere una
Democrazia Laica, il che non significa che la Religione
e’ isolata, ma fa parte della personalissima sfera
personale, ed in Italia, cosi non e’, basti pensare a
quanti interventi nella vita del Paese, giosue ratzinger
intende operare ed influenzare ,con leggi,che, sono sue e
non di uno Stato Democratico e Laico. Poi, gentile
Enrico, io pubblicamente non dispongo del mio Credo
Religioso, che, e’ parte riservatissima di ciascuno ed
ognuno di noi,e, giusto come dice Lei, dell’essere Umano .
No,gentile Enrico, la Chiesa Romana,non fa il suo
dovere, fa l’esatto contrario,fa Politica,e, vuole imporsi
con ogni strumento sulla sfera Laica dello Stato Italiano e
non solo, e,ci riesce bene, grazie ad un cospicuo numero di
Parlamentari incapaci ed indegni. Le sembra normale,
che la Chiesa romana,sia l’unica Istituzione religiosa, ad
avere lo Status Consultivo alle Nazioni Unite? E’ un
autentico obbrobrio contro l’umanita’. Inoltre, per
fare del bene, per tutelare i piu’ deboli, per creare una
rete di protezione , non si ha bisogno di –come dice Lei -
ci alziamo e ci facciamo la Croce,ed offriamo la giornata a
Dio…..- , ma ci vuole un Uomo meno egoista,o meglio un
Uomo che, comprenda che la logica delle cose vince
sull’inganno dei pochi. Io non solo rimango piu’
convinto che, questa Istituzione religiosa ormai ha poche
cose buone sul piano strettamente religioso, figuriamoci
se, poi, la sua sfera desidera – come desidera –
allargarsi oltre. In altre parole,Signor Enrico, ad
un Uomo semplice, che crede nelle Istituzioni Democratiche ,
il comportamento di giosue ratzinger , e’ fuori
luogo,fuori da ogni logica, fuori dal senso comune, dal
senso del pudore delle cose giuste. Quella donna che
scrive nel Forum, lancia un messaggio accorato, che Lei, non
ha saputo cogliere, dice,che vuole restituita la sua
Dignita’ di persona, quella che Voi, con la complicita’
delle cattive Istituzioni politiche, assoggettate al potere
del Dio. Io, aggiungo,che, i poveri,fanno comodo al
Vaticano, per rinforzare il potere sulla persona,e
sull’individuo. Se la Chiesa romana, fosse cosi
buona,come Lei, crede, eviterebbe di costare al cittadino
Italiano, la bellezza di 4 miliardi di euro all’anno.
Ma lei, Enrico, si sta rendendo conto? ? 4 miliardi di euro,
somme che altri Paesi non pagano, risorse economiche,
sottratte a chi,se non al nostro prossimo? Per favore
Enrico, lasciamo perdere, l’imbroglio di questa
Istituzione, ormai non e’ piu’ volgarita’ , e’
peggio, e’ il grottesco che offre la non conoscenza.
Lei,come tanti altri, sarete felici di vedere nei TG, il
passaggio del Papa,pagato dal contribuente Italiano, io ne
ho la vergogna, per un interiore senso di pudore, nei
confronti del mio prossimo, quello che non avete Voi,
ferventi Cattolici ma del nulla.
Giuseppe
Parisi
17 novembre 2007 0:00 - Per Daniele,Ermetico,Per Noumenia,Lucio
Daniele,comprendo che per te fare il clericaletto e’
piu’ facile della matematica la tessera/pasto caldo della
Caritas? Mah…ok…ok…. Andiamo alle altre 4…,
Saluti
Ermetico, se si legge un
qualcosa in lingua Italiana ( in maggior parte tra le
lingue neolatine, come anche l’Inglese, diversamente dalle
lingue Orientali ), gli aggettivi e,i sostantivi, o, i nomi
propri di cose, sono legate al contesto usato.
Esempio: Se stiamo pregando, e, stiamo parlando di
Luce, la terminologia Luce, puo assumere il significato di
“vita eterna” ; se, siamo in un ambito scientifico, il
termine “Luce”, ha ben altro significato. Esempio
2: Se stiamo pregando, e, nello stesso momento si
affrontano i peccati dell’uomo, la parola “Sesso”
equivale a qualcosa di “sporco” “peccaminoso” ; se,
invece siamo tra amici, la parola “sesso” ha altri
indirizzi mentali. Il bigotto-laico, e’ una forzatura
, possibile ma pur sempre una forzatura. Come sarebbe
una forzatura parlare della Madonna, e pensare alla cantante
americana. Questo perche’ un Laico e’ aperto di
vedute, un Bigotto non lo e’, e’ un Ermetico.
Saluti
Cara Noumenia, comprendo
vivamente il tuo stato d’animo. L’importante non
e’ arrendersi mai. Se vorrai scrivermi per
raccontarmi, io sono qui a l’indirizzo dell’Aduc
Ciao
A quel signor che dice di essere Lucio
Musto, io credevo che, il suo intervento piuttosto che
stupidita’ sulla terminologia del Bigotto, relazionasse
seriamente , se non le verita’ del mio articolo, almeno le
verita’ di Curzio Maltese…, non e’ da sclerotizzati
non parlarne nemmeno? Si, e’ la sclerosi dei
bigotti-cattolici.
Giuseppe Parisi
17 novembre 2007 0:00 - Enrico Falcinelli
Caro Parisi, l'articolo che ha esposto è
costellato di notazioni interessanti e veritiere con un
pizzico di rigurgiti sulla Chiesa cattolica, vescovi e
cardinali poco concernente con il resto
dell'esposizione. E sarebbe informazione questa?
Soprattutto, sarebbe verità, libertà di espressione
nell'affermazione della concretezza quitidiana e stimolo
ad un giusto metodo di analisi del reale questo continuo
rigurgito anticlericale che sposta il problema
dell'etica bacata di oggi (creata soprattutto dal
liberalismo della caste più borghesi e dal capitalismo) ad
una diatriba ideologica che ci blocca su una guerra di
opinioni?
Cosa sarebbe il "Teocratismo
Vaticano"che interverrebbe "sulla Laicita'
dello Stato"? Quale è la concezione di
"laicità" che si vuol instillare, quando questa
parola significa solo il "non esser un religioso"
- il che non impedirebbe di esser comunque
"religioso" se lo si vuole - mentre sarebbe più
onesto - ma troncherebbe le gambe al redattore - lo scrivere
"laicismo dello Stato", finendo così per gettare
inevitabilmente la concezione su un battibecco ideologico
sterile, evidenziando così la propria intenzione di rifiuto
a tutti i costi del senso religioso (naturale negli esseri)?
Un coraggio del genere, cioé nell'onesto uso del
significato dei termini, non converrebbe al redattore,
perché potrebbe perdere il consenso di troppi e questo
anche lei lo sa!
La Chiesa fa il suo dovere ma
non vale la pena di parlarne, perché sa già anche questo e
non le va giù; staremmo solo a battibeccare
inutilmente. Però le domanderei: secondo lei chi è la
Chiesa, quella che dovrebbe stare vicino ai poveri? Non lo
sarebbe per il fatto che non vede il Papa abitare in una
baraccopoli del Nord Uganda anziché nei palazzi del
Vaticano?
Ebbene, mente sapendo di farlo, perché
sa che adotta l'espediente di sporcare il
"simbolo" nel tentativo di diffamare quello che
esso rappresenta: tecnica vecchia della comunicazione, che
in un ambito di razionalismo (parola che ai liberali piace
molto) e di maggior cultura come quello di oggi non funziona
più tanto bene.
Infatti, se vuole, di iniziative
della Chiesa presso i poveri, ce la posso personalmente
letteralmente sommergere e non solo con il numero di cinque
chiesto a Daniele, perché la Chiesa siamo noi che ci
alziamo la mattina facendoci il segno di Croce, offrendo a
Cristo la nostra giornata e impegnandoci a ricevere con
apertura quelli che in primis sono a noi prossimi (quelli di
casa) fino all'impegno presso coloro che sono più
lontani. Quelli sono quei "poveri" a cui lei si
riferisce, non vedendo magari il povero diavolo che le abita
di fronte.
Proprio presso quei poveri a cui lei
si riferisce non le sto a contare le iniziative - e per
giunta solo quelle che conosco meglio perché a me vicine ,
senza parlare di quelle di cui si occupano altre
associazioni e che conosco di meno - presenti in tutto il
mondo all'ombra della Chiesa e sotto la sua responsabile
visione, gerarchicamente parlando.
Anche nelle
carceri, dove purtroppo non si vive di etica pulita, vi sono
iniziative cattoliche non indifferenti di recupero col
lavoro per la re-introduzione degli ex carcerati nel mondo
civile, diminuendo drasticamente le recidive con risultati
calcolati. Certo, tali iniziative, in Italia, vanno
sostenute e rafforzate soprattutto dallo Stato che,
contrariamente a quanto lei sembra affermare, non sempre
riesce ad esser sollecito e non certo per l'intrusione
vaticana che farnetica l'autore dell'articolo!
La Chiesa è questa, composta dai cristiani che la
costituiscono e che vi lavorano per costruire quello che
altri vorrebbero distruggere per probabile invidia di
incapacità di farlo. Giusto ieri, ad es., si ricordava
il medico Santo Giuseppe Moscati: non era forse Chiesa
vicino ai poveri lui stesso?
A Noumenia dico
solo, se le interessa, che il Vaticano ha disposto - e non
da oggi - la mensa quotidiana con distribuzione giornaliera
di qualche migliaio di pasti caldi con partecipazione della
caritas, per cui… non dicesse stronzate!
Saluto
tutti caldamente e ringrazio per lo scambio opinionale.
Enrico Falcinelli.
16 novembre 2007 0:00 - Lucio Musto
Anche per la mia esperienza, i bigotti piú sclerotizzati
sono fra quelli che si definiscono "laici",
evidentemente non conoscendo affatto né il significato di
bigotto, e tantomeno quello di laico!
(ah!
scusatemi!... per tranquillizzare alcuni di questi
preciserò che io sono Ariete, con ascendente Leone..., mi
hanno detto. Il che "mi giustificherebbe molto",
anche se non so perché, né in che senso.)
16 novembre 2007 0:00 - per noumenia
deciditi: sei un' invalida senza reddito od una
giornalista? Poi dici che la chiesa da cibo ai poveri,
dicendo sia poco.....tu, invece, cosa fai per aiutare i
poveri?
16 novembre 2007 0:00 - per g.parisi
se la tua limitatezza di osservazione ti impedisce di notare
un laico bigotto, questo non implica che esso non
esista. Se vuoi vedere un esempio di chiesa che aiuta i
porelli, avvicinati alla caritas: vedrai come vengano
serviti pasti a persone completamente sconosciute,in cambio
di nulla, senza se e senza ma; solo che a te fa comodo NON
BADARE a questo, e continuare a sostenere l'inesistenza
16 novembre 2007 0:00 - er metico
Mi scusi, caro Parisi: che vuol dire essere bigotti? Secondo
i dizionari vi sono un mucchio di significati. Lei a quale
di questi allude nello specifico, perché si intenda quello
a cui si riferisce? Saluti.
16 novembre 2007 0:00 - Noumenia
Salve cosa dire? E' già stato detto tutto tranne una
cosa. Il vaticano pensa di aiutare i poveri con un pacco di
pasta riso zucchero caffè qualche scatoletta di tonno
devoluto una volta al mese? Ecco l'aiuto che da il
vaticano ai poveri per scagionarsi da tutte le altre mal
parate, e chi lo dice è una tesserata che rinuncia
volentieri a questo ben di Dio per recuperare la sua
dignità. Invalida senza reddito nè pensione e nelle mani
di una politica comunale da bassifondi che non da via di
scampo a nessuno.E tutto questo per non delinquere.Vorrei
tanto che qualcuno si interessasse al mio caso ho tanti di
quei documenti da far zompare in aria il governo solo che
qualcuno vi porgesse attenzione prestandomi in ogni caso
protezione.Molte sono le aggressioni ricevute per non aver
mai avuto l'istinto del gregge e tutte documentate.Sono
una giornalista messa a tacere per sempre da un sistema
fradicicio sino alle midolla e appositamente impoverita per
non portare testimonianza.Grazie per l'ascolto.
16 novembre 2007 0:00 - Useg
Invece di prendervela con la Chiesa, prendetevela con i
vostri peccati di omissione... E anche voi, come tutti del
resto, quanti scheletri avete nell'armadio?
16 novembre 2007 0:00 - G.Parisi
per fabrizio Fabrizio, cosa fai? Il copia ed
incolla con il settimanale dei Vescovi l’Avvenire?
Mi auguro che tu appartenga alla “Casta”, altrimenti, la
tua situazione e’ gravissima. Quindi, la differenza
che fa, nel caso tuo, di appartenere “alla Casta” o non
appartenere, significa, essere un Machiavellico giocatore
delle Tre carte, o, viceversa, un Intontito
Clericaletto. Visto che fai il Copia e Incolla, su
Avvenire, perche’ non fai il Copia e Incolla su tanto di
altro? Diamo uno spunto ai nostri lettori, con la viva
speranza che tu non appartenga alla seconda opzione. Di
Curzio Maltese su Repubblica, l’articolo di sotto, uno dei
tanti, questo in particolare perche’ in collaborazione
con un esperto come Maurizio Turco,della Rosa nel Pugno, lui
in particolare,lo trovi qui, www.anticlericale.net
buona lettura … Fabrizio.
- Da Repubblica -
L'otto per mille, le scuole, gli ospedali, gli
insegnanti di religione e i grandi eventi Ogni anno,
dallo Stato, arrivano alle strutture ecclesiastiche circa 4
miliardi di euro
I conti della Chiesa ecco
quanto ci costa
I conti della Chiesa ecco
quanto ci costa di CURZIO MALTESE "Quando
sono arrivato alla Cei, nel 1986, si trovavano a malapena i
soldi per pagare gli stipendi di quattro impiegati".
Camillo Ruini non esagera. A metà anni Ottanta le
finanze vaticane sono una scatola vuota e nera. Un anno dopo
l'arrivo di Ruini alla Cei, soltanto il passaporto
vaticano salva il presidente dello Ior, monsignor Paul
Marcinkus, dall'arresto per il crack del Banco
Ambrosiano di Roberto Calvi. La crisi economica è la
ragione per cui Giovanni Paolo II chiama a Roma il
giovane vescovo di Reggio Emilia, allora noto alle
cronache solo per aver celebrato il matrimonio di Flavia
Franzoni e Romano Prodi, ma dotato di talento manageriale.
Poche scelte si riveleranno più azzeccate. Nel
"ventennio Ruini", segretario dall'86 e
presidente dal '91, la Cei si è trasformata in una
potenza economica, quindi mediatica e politica. In
parallelo, il presidente dei vescovi ha assunto un ruolo
centrale nel dibattito pubblico italiano e all'interno
del Vaticano, come mai era avvenuto con i predecessori,
fino a diventare il grande elettore di Benedetto XVI.
Le ragioni dell'ascesa di Ruini sono legate
all'intelligenza, alla ferrea volontà e alle
straordinarie qualità di organizzatore del personaggio. Ma
un'altra chiave per leggerne la parabola si chiama
"otto per mille". Un fiume di soldi che comincia a
fluire nelle casse della Cei dalla primavera del 1990,
quando entra a regime il prelievo diretto
sull'Irpef, e sfocia ormai nel mare di un miliardo di
euro all'anno. Ruini ne è il dominus incontrastato.
Tolte le spese automatiche come gli stipendi dei preti,
è il presidente della conferenza episcopale, attraverso
pochi fidati collaboratori, ad avere l'ultima parola su
ogni singola spesa, dalla riparazione di una canonica
alla costruzione di una missione in Africa agli investimenti
immobiliari e finanziari.
Dall'otto per
mille, la voce più nota, parte l'inchiesta di
Repubblica sul costo della chiesa cattolica per gli
italiani. Il calcolo non è semplice, oltre che poco di
moda. Assai meno di moda delle furenti diatribe sul costo
della politica. Il "prezzo della casta" è ormai
calcolato in quattro miliardi di euro all'anno.
"Una mezza finanziaria" per "far
mangiare il ceto politico". "L'equivalente di
un Ponte sullo Stretto o di un Mose all'anno".
Alla cifra dello scandalo, sbattuta in copertina da Il
Mondo e altri giornali, sulla scia di La Casta di Rizzo e
Stella e Il costo della democrazia di Salvi e Villone,
si arriva sommando gli stipendi di 150 mila eletti dal
popolo, dai parlamentari europei all'ultimo consigliere
di comunità montane, più i compensi dei quasi
trecentomila consulenti, le spese per il funzionamento
dei ministeri, le pensioni dei politici, i rimborsi
elettorali, i finanziamenti ai giornali di partito, le auto
blu e altri privilegi, compresi buvette e barbiere di
Montecitorio.
Per la par condicio bisognerebbe
adottare al "costo della Chiesa" la stessa
larghezza di vedute. Ma si arriverebbe a cifre faraoniche
quanto approssimative, del genere strombazzato nei
libelli e in certi siti anticlericali.
Con più
prudenza e realismo si può stabilire che la Chiesa
cattolica costa in ogni caso ai contribuenti italiani almeno
quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi di euro
all'anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli
enti locali e mancato gettito fiscale. La prima voce
comprende il miliardo di euro dell'otto per mille,
i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti
dell'ora di religione ("Un vecchio relitto
concordatario che sarebbe da abolire",
nell'opinione dello scrittore cattolico Vittorio
Messori), altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali
per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c'è la voce
variabile dei finanziamenti ai Grandi Eventi, dal
Giubileo (3500 miliardi di lire) all'ultimo raduno di
Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua,
nell'ultimo decennio, di 250 milioni. A questi due
miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa
occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al
Vaticano, oggi al centro di un'inchiesta
dell'Unione Europea per "aiuti di Stato".
L'elenco è immenso, nazionale e locale. Sempre con
prudenza si può valutare in una forbice fra 400 ai 700
milioni il mancato incasso per l'Ici (stime
"non di mercato" dell'associazione dei
Comuni), in 500 milioni le esenzioni da Irap, Ires e altre
imposte, in altri 600 milioni l'elusione fiscale
legalizzata del mondo del turismo cattolico, che gestisce
ogni anno da e per l'Italia un flusso di quaranta
milioni di visitatori e pellegrini. Il totale supera i
quattro miliardi all'anno, dunque una mezza finanziaria,
un Ponte sullo Stretto o un Mose all'anno, più qualche
decina di milioni.
La Chiesa cattolica, non
eletta dal popolo e non sottoposta a vincoli democratici,
costa agli italiani come il sistema politico. Soltanto agli
italiani, almeno in queste dimensioni. Non ai francesi,
agli spagnoli, ai tedeschi, agli americani, che pure pagano
come noi il "costo della democrazia", magari con
migliori risultati.
Si può obiettare che gli
italiani sono più contenti di dare i soldi ai preti che non
ai politici, infatti se ne lamentano assai meno. In parte
perché forse non lo sanno. Il meccanismo dell'otto
per mille sull'Irpef, studiato a metà anni Ottanta da
un fiscalista all'epoca "di sinistra" come
Giulio Tremonti, consulente del governo Craxi, assegna
alla Chiesa cattolica anche le donazioni non espresse, su
base percentuale. Il 60 per cento dei contribuenti lascia in
bianco la voce "otto per mille" ma grazie al
35 per cento che indica "Chiesa cattolica" fra le
scelte ammesse (le altre sono Stato, Valdesi, Avventisti,
Assemblee di Dio, Ebrei e Luterani), la Cei si
accaparra quasi il 90 per cento del totale. Una mostruosità
giuridica la definì già nell'84 sul Sole 24 Ore lo
storico Piero Bellini.
Ma pur considerando il
meccanismo "facilitante" dell'otto per mille,
rimane diffusa la convinzione che i soldi alla Chiesa siano
ben destinati, con un ampio "ritorno
sociale". Una mezza finanziaria, d'accordo, ma
utile a ripagare il prezioso lavoro svolto dai sacerdoti sul
territorio, la fatica quotidiana delle parrocchie nel
tappare le falle sempre più evidenti del welfare, senza
contare l'impegno nel Terzo Mondo. Tutti argomenti veri.
Ma "quanto" veri?
Fare i conti in tasca
al Vaticano è impresa disperata. Ma per capire dove
finiscono i soldi degli italiani sarà pur lecito citare
come fonte insospettabile la stessa Cei e il suo
bilancio annuo sull'otto per mille. Su cinque euro
versati dai contribuenti, la conferenza dei vescovi dichiara
di spenderne uno per interventi di carità in Italia e
all'estero (rispettivamente 12 e 8 per cento del
totale). Gli altri quattro euro servono
all'autofinanziamento. Prelevato il 35 per cento del
totale per pagare gli stipendi ai circa 39 mila
sacerdoti italiani, rimane ogni anno mezzo miliardo di euro
che il vertice Cei distribuisce all'interno della Chiesa
a suo insindacabile parere e senza alcun serio
controllo, sotto voci generiche come "esigenze di
culto", "spese di catechesi", attività
finanziarie e immobiliari. Senza contare l'altro
paradosso: se al "voto" dell'otto per mille
fosse applicato il quorum della metà, la Chiesa non
vedrebbe mai un euro.
Nella cultura cattolica, in
misura ben maggiore che nelle timidissime culture liberali e
di sinistra, è in corso da anni un coraggioso, doloroso e
censuratissimo dibattito sul "come" le
gerarchie vaticane usano il danaro dell'otto per mille
"per troncare e sopire il dissenso nella Chiesa".
Una delle testimonianze migliori è il pamphlet
"Chiesa padrona" di Roberto Beretta, scrittore e
giornalista dell'Avvenire, il quotidiano dei vescovi. Al
capitolo "L'altra faccia dell'otto per
mille", Beretta osserva: "Chi gestisce i
danari dell'otto per mille ha conquistato un enorme
potere, che pure ha importantissimi risvolti ecclesiali e
teologici". Continua: "Quale vescovo per
esempio - sapendo che poi dovrà ricorrere alla Cei per i
soldi necessari a sistemare un seminario o a riparare la
cattedrale - alzerà mai la mano in assemblea generale
per contestare le posizioni della presidenza?". "E
infatti - conclude l'autore - i soli che in Italia si
permettono di parlare schiettamente sono alcuni dei
vescovi emeriti, ovvero quelli ormai in pensione, che non
hanno più niente da perdere...".
A scorrere
i resoconti dei convegni culturali e le pagine di
"Chiesa padrona", rifiutato in blocco
dall'editoria cattolica e non pervenuto nelle librerie
religiose, si capisce che la critica al
"dirigismo" e all'uso "ideologico"
dell'otto per mille non è affatto nell'universo dei
credenti. Non mancano naturalmente i "vescovi in
pensione", da Carlo Maria Martini, ormai esiliato
volontario a Gerusalemme, a Giuseppe Casale, ex arcivescovo
di Foggia, che descrive così il nuovo corso: "I
vescovi non parlano più, aspettano l'input dai
vertici... Quando fanno le nomine vescovili consultano
tutti, laici, preti, monsignori, e poi fanno quello che
vogliono loro, cioè chiunque salvo il nome che è
stato indicato". Il già citato Vittorio Messori ha
lamentato più volte "il dirigismo", "il
centralismo" e "lo strapotere raggiunto dalla
burocrazia nella Chiesa". Alfredo Carlo Moro, giurista
e fratello di Aldo, in uno degli ultimi interventi pubblici
ha lanciato una sofferta accusa: "Assistiamo ormai
a una carenza gravissima di discussione nella Chiesa, a un
impressionante e clamoroso silenzio; delle riunioni della
Cei si sa solo ciò che dichiara in principio il
presidente; i teologi parlano solo quando sono perfettamente
in linea, altrimenti tacciono".
La Chiesa di
vent'anni fa, quella in cui Camillo Ruini comincia la
sua scalata, non ha i soldi per pagare gli impiegati della
Cei, con le finanze scosse dagli scandali e svuotate
dal sostegno a Solidarnosc. La cultura cattolica si sente
derisa dall'egemonia di sinistra, ignorata dai giornali
laici, espulsa dall'universo edonista delle tv
commerciali, perfino ridotta in minoranza nella Rai
riformata. Eppure è una Chiesa ancora viva, anzi
vitalissima. Tanto pluralista da ospitare nel suo seno
mille voci, dai teologi della liberazione agli ultra
tradizionalisti seguaci di monsignor Lefebrve. Capace di
riconoscere movimenti di massa, come Comunione e
Liberazione, e di "scoprire" l'antimafia,
con le omelie del cardinale Pappalardo, il lavoro di don
Puglisi a Brancaccio, l'impegno di don Italo Calabrò
contro la 'ndrangheta. Dopo vent'anni di
"cura Ruini" la Chiesa all'apparenza scoppia
di salute. È assai più ricca e potente e ascoltata a
Palazzo, governa l'agenda dei media e influisce
sull'intero quadro politico, da An a Rifondazione, non
più soltanto su uno. Nelle apparizioni televisive il clero
è secondo soltanto al ceto politico. Si vantano folle
oceaniche ai raduni cattolici, la moltiplicazione dei santi
e dei santuari, i record di audience delle fiction di tema
religioso. Le voci di dissenso sono sparite. Eppure le
chiese e le sagrestie si svuotano, la crisi di vocazioni ha
ridotto in vent'anni i preti da 60 a 39 mila, i
sacramenti religiosi come il matrimonio e il battesimo
sono in diminuzione.
Il clero è vittima
dell'illusoria equazione mediatica "visibilità
uguale consenso", come il suo gemello separato, il ceto
politico. Nella vita reale rischia d'inverarsi la
terribile profezia lanciata trent'anni fa da un teologo
progressista: "La Chiesa sta divenendo per molti
l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a
vedere in essa altro che l'ambizione umana del
potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa
di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per
lo più ostacolare il vero spirito del
cristianesimo". Quel teologo si chiamava Joseph
Ratzinger. Curzio Maltese (Hanno collaborato
Carlo Pontesilli e Maurizio Turco)
Giuseppe
Parisi
15 novembre 2007 0:00 - G.Parisi
Daniele, dobbiamo spiegare alla gente: o si e’ bigotti, o
si e’ Laici. Mettergli insieme, serve per
disorientare, e’ forse il tuo obbiettivo?. Un Laico,
come potrebbe essere bigotto? Ed un bigotto, come
potrebbe essere Laico? La Chiesa Cattolica e’ vicina
ai poverelli, te lo disse la Mamma quando eri bimbo? O
te lo disse il maestro al Catechismo? Mandami soli
cinque esempi di Chiesa vicino ai poverelli, e ti daro’
ragione.
Giuseppe Parisi
15 novembre 2007 0:00 - Fabrizio
Vorrei chiarire alcune cosucce, riguardo i presunti vantaggi
di cui la Chiesa godrebbe.
Perché alcuni
immobili della Chiesa cattolica sono esenti dal pagamento
dell'Ici? E da quando questa agevolazione è
riconosciuta?
Se chi ha scritto o parlato di
«privilegi» concessi alla Chiesa si fosse posto queste due
semplici domande e avesse anche tentato di darsi una
risposta documentata, probabilmente il dibattito di questi
giorni avrebbe preso una piega un po' diversa. Si
sarebbe scoperto infatti che le esenzioni dall'imposta
comunale sugli immobili non sono una concessione ad hoc, e
non nascono né l'anno scorso né con il governo
Berlusconi (si veda box in alto), ma risalgono al 1992,
quando il governo Amato istituì l'Ici. Ma, soprattutto,
si sarebbe appreso che la Chiesa è soltanto uno dei
moltissimi soggetti risparmiati dall'Imposta, e che
l'esenzione vale solo in alcuni casi e molto
circoscritti.
Confidando nella buona fede e
nell'onestà intellettuale di coloro che stanno
discettando su Ici e dintorni, proviamo allora a colmare
questo vuoto informativo. Quando infatti venne
"inventata" l'imposta comunale sugli immobili
(decreto 504/1992), si stabilì in parlamento di escludere
alcuni tipi di fabbricati. Ad essere esenti sono così da
sempre gli edifici che appartengono allo Stato o agli altri
enti pubblici come i comuni, le province, le regioni, le
Asl, gli ospedali, le scuole, le camere di commercio. Gli
immobili di proprietà degli Stati esteri e delle
organizzazioni internazionali. Tutti i terreni agricoli
montani anche se di proprietà di privati. Gli edifici di
biblioteche o musei. I fabbricati destinati
all'esercizio del culto, ovviamente non solo della
Chiesa cattolica.
A questa lista già di per sé
abbastanza significativa, il legislatore ritenne -
probabilmente nell'ottica di valorizzare il principio di
sussidiarietà e di agevolare il grande universo del privato
sociale italiano, del volontariato e del non profit - di
aggiungere una categoria speciale di soggetti: gli enti non
commerciali, ma solo se negli immobili in questione si
svolgono in maniera esclusiva otto attività considerate
meritevoli. Eccole: attività assistenziali, previdenziali,
sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e
sportive.
In buona sostanza, la legge del 1992
scontava l'Ici a tutte quelle realtà che operano senza
scopo di lucro, cioè senza ridistribuire i profitti ai
soci, e attive in questi otto settori. Niente di più e
niente di meno. L'assenza di un privilegio mirato
dovrebbe risultare abbastanza evidente. E a chi conosce un
poco la società italiana, non sfuggirà che la legge
finisce per "agevolare" la Chiesa cattolica, oltre
al caso dei luoghi di culto, solo quando questa svolge, come
moltissime altre organizzazioni, quelle attività previste
nella lista. Ma queste e non altre.
Per essere
più chiari si possono fare degli esempi, che non riguardano
solo la Chiesa cattolica, ma tutto il mondo del non profit.
Cioè associazioni, grandi Fondazioni, sindacati, movimenti
politici, partiti e non solo. Così, attività di
«assistenza» sono le mense per i poveri, le comunità di
accoglienza, le case di riposo, le strutture per il sostegno
alle persone del Terzo Mondo. Le attività «sanitarie»
sono ospedali o case di cura rigorosamente non profi
convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. Le opere
«didattiche» sono ovviamente le scuole, dalle materne in
su, se chi le gestisce non si divide gli utili. Per
«ricettive» si intendono invece tutte le strutture sociali
che accolgono i lavoratori fuori sede, gli studenti, le case
per ferie ? delle parrocchie come dei sindacati ? se
autorizzate dalle regioni; ma non certo gli alberghi, che
l'Ici la pagano anche se sono di proprietà di qualche
ente religioso.
Continuando, si arriva alle
attività «culturali», come i tanti centri di cultura,
laici, politici, e certamente non solo cattolici, presenti
in Italia. Alla voce attività «ricreative» si pensi
invece ai circoli Arci o Acli. Per finire con tutte le
attività «sportive» senza finalità di lucro, promosse da
laici, da religiosi, o anche da organizzazioni locali
ispirate dai partiti. Compreso questo, una domanda dovrebbe
sorgere spontanea. È ancora possibile parlare di
«privilegi» concessi solo alla Chiesa cattolica?
Il caso La diatriba sulle agevolazioni Ici ha
origine con una sentenza della Cassazione del 2004. I
giudici, valutando il caso dell'immobile di un ente non
profit che svolgeva attività sanitaria e ricettiva - e
dunque rientrava a pieno titolo nella casistica delle
esenzioni previste dalla legge del 1992 sull'Ici -
avevano negato il diritto all'esenzione in quanto
l'attività era svolta «in forma commerciale».
L'interpretazione restrittiva delle legge da parte della
Cassazione finiva in sostanza per aggiungere un terzo
requisito (oltre a quello della non commercialità
dell'ente e dell'attività meritoria prevista nelle
legge del 1992), cioè il fatto che l'attività era
commerciale. Il problema è che per la normativa italiana
un'attività si intende «commerciale» in tutti i casi
in cui viene incassata una somma, non importa quanto.
Esempio: un servizio di docce per senza tetto viene
considerato «commerciale» se chi ne usufruisce paga anche
solo 50 centesimi. Per sciogliere un nodo che avrebbe potuto
creare innumerevoli problemi a tantissime realtà, nel 2005
il governo Berlusconi varò una norma di interpretazione
autentica della legge per chiarire che l'esenzione
doveva essere riconosciuta alle attività previste «a
prescindere dalla natura eventualmente commerciale delle
stesse». Non si trattò dunque di alcun favore concesso
alla Chiesa cattolica, come molti sostengono. Il decreto
Bersani-Visco del 2006 ha successivamente aggiunto che
l'esenzione va applicata alle attività indicate che non
abbiano natura «esclusivamente commerciale». E l'esame
dei singoli casi dubbi è affidata una commissione.
15 novembre 2007 0:00 - daniele
Un articolo che gronda bugie e falsità scritto da un
bigotto-laico. Un vile attacco alla Chiesa cattolica,
una delle poche istituzioni da sempre dalla parte dei
poveri. VERGOGNA