Anticipazioni di news dal Centro di Formazione
Ambientale "Monferrato", gestito dal Gruppo
GEVAM Onlus
Parigi, scoppia il terrore
WiFi. Sintomi di mal di testa nausea e vertigini tra i
lavoratori e fruitori dei luoghi dov'è installato
... Fonte: Punto Informatico
http://www.punto-informatico.it Parigi - Lo si usa in
tutto il Mondo ricco, non ci sono prove scientifiche
che ne indichino la tossicità, la potenza del suo segnale
è inferiore a quella dei cellulari, eppure tutto
questo non basta ad assolvere il WiFi: nella capitale
francese quattro importanti biblioteche hanno rinunciato
alla Internet wireless dopo le lamentele dei
dipendenti, sostenuti da certe associazioni
ambientaliste. Lo stop è scattato dopoché ad un meeting
con la Commissione sulle condizioni di salute sul luogo
di lavoro nella Città di Parigi i bibliotecari hanno
parlato di malditesta, vertigini e nausea che ritengono
legati all'accensione dei router WiFi nei locali
delle biblioteche. Comprensibile il rumore che sta
alzando la notizia: non solo Parigi si sta, o forse
stava?, dotando di una invidiabile rete di hot spot pubblici
e privati, ma l'amministrazione cittadina ha spinto
non poco sulle soluzioni wireless per far arrivare la
banda larga nelle strade e nelle piazze. Il sindaco di
Parigi, Bertrand Delanoe, ha descritto la sua città come
una oasi digitale e lo ha fatto proprio per
l'attivazione in questi mesi di centinaia di
hotspot. Secondo Stéphane Kerkhove di Agir pour
l'Environnement è vero che non si può affermare
con certezza che il WiFi è pericoloso ma esisterebbe una
relazione tra quel genere di emissioni e quelle di un
forno a microonde. "No, il WiFi non è come un
microonde - sbotta Lionel Bordeaux, capo ufficio stampa
del Comune di Parigi - Non ho mai notato onde di calore
vicino a dei terminali WiFi". L'attacco è
diretto non tanto verso i bibliotecari, evidentemente,
ma verso quelle associazioni che, come Agir pour
l'Environment o Priartém, si battono contro
l'elettrosmog e cavalcano questi episodi di cronaca
per sollevare l'attenzione dell'opinione
pubblica. Priartém, sebbene nata per ottenere una
regolamentazione severa contro la moltiplicazione delle
stazioni base della telefonia mobile, ritiene che anche
il WiFi in ambienti come quello delle biblioteche, o nelle
case, possa rappresentare un pericolo salute. Ed è
proprio uno dei militanti dell'associazione,
assiduo frequentatore della biblioteca Faidherbe, che ha
collegato la presenza dei router WiFi ai malesseri che i
bibliotecari accusavano, cercando persino delle
corrispondenze tra il tempo di presenza dei lavoratori
nelle sale di consultazione, dove erano attivi i router
WiFi, e l'emergere di indisposizioni. Esperti come
Olivier Merckel, dell'associazione francese per la
sicurezza sul luogo di lavoro, in queste ore rilasciano
dichiarazioni in cui spiegano che "non siamo mai
riusciti a provare gli effetti negativi
dell'elettrosmog sulle persone, ma non possiamo
garantire neppure che sia innocuo". E per quanto
riguarda il WiFi Merckel sottolinea come "la
misurazione massima che abbiamo ottenuto è di 0,2 watt
per chilogrammo", un valore di molte volte inferiore a
quanto "sprigionato" dai cellulari. I limiti
previsti dalla legge per la potenza dei dispositivi
radio in città sono peraltro piuttosto severi ma, ricorda
Merckel, le emissioni WiFi sono ben al di sotto anche
di quei limiti. Rassicurazioni, dunque, che però non
sembrano bastare. Secondo il Comune di Parigi le
associazioni "stanno montando una campagna che promuove
preoccupazione e irrazionalità. I militanti di questi
gruppi - accusa il Comune - fanno un uso molto, molto
parziale degli studi sulle emissioni". Non solo:
secondo Bordeaux il clima di sfiducia sul WiFi è tale
che in almeno un caso uno dei dipendenti che accusava
il malditesta ha dichiarato che gli era passato dopo lo
spegnimento del router, disattivazione che però non era mai
avvenuta. Ha mentito? Non proprio. Secondo il Comune,
sono reazioni dovute alla propaganda di Priartém e
soci. Ad ogni modo la Città di Parigi vuole evitare
uno scontro diretto. Le nuove direttive alle
biblioteche e ad altre installazioni promuovono l'uso
del cavo tradizionale dove possibile e chiedono che i
router WiFi siano posti alla massima distanza possibile
dalle postazioni abituali dei dipendenti. Una misura
che non viene giustificata da un allarme WiFi ma
pubblicizzata come un compromesso, per cercare una via
di mezzo possibile che aiuti anche i più scettici tra
i dipendenti a tenere acceso lo spinotto wireless di
Internet. Per le quattro biblioteche, comunque, per ora
prevale il no al WiFi. Che il WiFi spaventi in Europa
già si sa: di recente, come noto, preoccupazioni sono
state espresse dalla Health Protection Agency
britannica, che ha lanciato uno studio dedicato, e dal
governo tedesco che ha voluto mettere in guardia i
cittadini da un "uso smodato" del wireless.
In Italia, fino a questo momento, il Governo non sembra
pronto a prendere posizione su questo fronte sebbene
abbia istituito un progetto che prevede entro tre anni
di creare una struttura capace di stimare gli eventuali
rischi sanitari.
11 dicembre 2007 0:00 - Red Hat
Io, prima di preoccuparmi del danno che possono provocare le
reti wi-fi, prenderei in cosiderazione gli altri rischi
dovuti a : inquinamento auto(numero di polveri sottili
sempre fuori norma), deturpazione dell'ambiente con gli
scarichi dell'industrie, i rifiuti tossici non smaltiti,
i rifiuti delle navi e delle petroliere,il tabacco,
l'inquinimento acqustico,gli alimenti geneticamente
modificati, etc. Per quanto rigurada il wi-fi, allora
cominciamo a fare a meno del cellulare, degli impianti dei
radiomatori, del forno a microonde e altri componenti che
lavorano a frequenze superiori al Ghz. Se vuoi maggiori
informazioni puoi consultare il decreto legge 249 del 31
luglio 2007. bye..