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4 febbraio 2008 0:00 - Giuseppe Parisi
Gentile Ivan,
non ho esperienza sull’ Enneagramma di Gurdjieff,, e ne sono spiacente.
Cordialita’
Giuseppe Parisi


4 febbraio 2008 0:00 - IVAN
Caro Giuseppe, la sua risposta rivela che lei è una persona acuta nel leggere fra le righe.
Questo mi motiva ad ampliare parzialmente il discorso.

Lei ha chiuso con la frase
“Il positivo non e’ nemmeno scalfito dal negativo”.
In qualche modo mi rimanda ad una risposta che G.I.Gurdjieff diede ad un giornalista durante la I° guerra mondiale:
“Guerra o non guerra, noi (ricercatori) guadagnamo sempre”.

È possibile che lei abbia conoscenza dell'Enneagramma di Gurdjieff, comunque, anche a beneficio degli altri lettori, ne riporto una sommaria panoramica.

L'Enneagramma suddivide gli Uomini in sette tipologie, distinguibili per la loro Indole di nascita – principalmente: Attiva o Passiva, e Positiva o Negativa.

Questi ultimi due termini (tema del forum) sono intesi in un'accezione DIFFERENTE da quella popolare (che li semplifica fondamentalmente in “positivo/giusto” e “negativo/sbagliato”).
Possiamo infatti considerarli NEUTRALI; ovvero, non è necessariamente un vantaggio possedere un'indole Positiva piuttosto che Negativa.

Ad esempio, una persona di Indole Positiva è più soggetta a concedere fiducia ad un manipolatore, o a mantenersi scioccamente ottimista di fronte ad un pericolo incombente, laddove invece una persona di Indole Negativa sarebbe per sua natura più diffidente, o più preparata ad affrontare il peggio in una situazione di pericolo.

Uno degli innumerevoli scopi dell'Enneagramma è appunto di portare EQUILIBRIO nell'Uomo a seconda della sua Indole di base.
In pratica, un “Negativo” deve sforzarsi acquisire Positività, ed un “Positivo” deve sforzarsi di immettere in se stesso un tipo di “Negatività intenzionale” (che, come spiegato, non significa ovviamente “incazzarsi controvoglia”).

Personalmente il buon Dio – che pare abbia un gran senso dell'umorismo – mi ha dotato di un'Indole Negativa, per cui la situazione attuale è quanto di più “contro” possa esserci nella ricerca di questo Equilibrio.
Quindi, se non direttamente alla Positività, considero già un buon risultato riuscire a ricorrere – come passaggio intermedio – almeno all'IRONIA, un suo valido sostituto.

Per il resto, concordo perfettamente col suo esempio della “cartaccia per terra”; l'assunto è che se uno non riesce a controllare la propria Negatività una situazione così irrilevante, A MAGGIOR RAGIONE non sarà in grado di farlo nelle grandi Questioni. Ma vaglielo a far capire...

Ancora una volta evito di vuotare il sacco in una sola seduta; immagino comprenda la necessità di confrontarsi A PICCOLE DOSI su questi argomenti.
Mi chiedevo comunque se lei ha nozioni di questo particolare studio, prima di approfondirlo.
Un saluto.

IVAN
2 febbraio 2008 0:00 - Giuseppe Parisi
Grazie Ivan per il suo bell’intervento.
Concordo con Lei, … ma….
Personalmente mi rimane quella positivita’ interiore, una volta era certezza,adesso lo e’ quasi .
Stupendo anche il suo passaggio nel non celare l’impossibilita’ che qualcuno , che Lei superbamente presenta in giacca e cravatta, possa salvare la situazione, figuriamoci se poi, questo qualcuno “sta nei Cieli” .
Quella possiamo cambiarla Noi ,tutti, ognuno verso se stesso e verso li altri.
E che sia mai, il dire, “butto la cartaccia a terra, tanto lo fanno tutti” , la negativita’ nasce dalle piccolezze, perche’ rimangono le cose piccole che fanno le cose grandi.
Io credo, anche per mie esperienze, che la positivita’, influenzi profondamente la negativita’ cambiandola .
Non e’ importante non cadere nel tombino, e’ importante cadere senza farsi nulla.
Anche restando totalmente fermi, e pensare negativamente e’ come cadere nel tombino, danneggiandosi e rovinandosi.
Grazie ancora per le sue belle parole.
Si animi di positivo coraggio, Lei e’ uno di quelli capaci di aiutare li altri a cambiare.
E questo,non e’ poco.
Il positivo , non e’ nemmeno scalfito dal negativo.

Giuseppe Parisi


2 febbraio 2008 0:00 - IVAN
Caro Giuseppe Parisi, come appassionato di esoterismo e teorie evolutive ho trovato molto interessante il suo articolo.

Tuttavia, al di là della ragionevolezza in sé del suo scritto, il suo limite sta proprio fra le righe di quanto espresso: il beneficiario dei suoi contenuti dovrebbe GIÀ trovarsi in uno stato di positività, per poterli recepire.
E le attuali condizioni generali non incoraggiano certo la serenità d'animo per accogliere idee differenti da “come pagare le bollette”.
(Questo, va detto, parlando dei lettori IN GENERALE, non per i casi singoli).

Il Grande Caos, tanto auspicato e fomentato dagli Sciacalli che si prefiggono (o meglio, si illudono) di governarlo dopo la sua venuta, mi pare ormai inevitabile. Gli indizi di una disfatta ci sono tutti.
Siamo di fronte ad una svolta epocale nella storia dell'Uomo; la ciclicità degli eventi storici (crisi/ripresa, crisi/ripresa...) si è INTERROTTA.
Per la prima volta ci troviamo di fronte ad una situazione di crisi totalmente NUOVA, una nuova malattia a cui i vecchi antidoti non sono più un rimedio efficace.
Per questo non sono ottimista sull'uscita dalla crisi: gli Sciacalli sembrano aver trovato la via giusta per imporre il Caos Finale, quello IRREVERSIBILE – almeno socialmente parlando.

Sosterrei che la reazione alla Crisi possa essere soltanto INDIVIDUALE; non possiamo perseguire i nostri piccoli e venali obiettivi, e intanto sperare che un qualche Messia in giacca e cravatta sistemi i problemi del mondo al posto nostro.

Tuttavia le nostre esistenze sono INTERDIPENDENTI; dieci persone che cadono in un tombino trascinano con loro anche l'undicesima che invece stava ben attenta a dove metteva i piedi.
Ecco perché, pur animati dalle migliori intenzioni, il nostro individuale desiderio di accostarci ad idee positive deve fare i conti con la meschinità del Tutto che ci circonda.
E per alcuni dei (già pochi) volenterosi questa può essere una forza-contraria travolgente.
Che comunque, confermo, nulla toglie al valore delle idee in sé.

Il discorso è molto ampio, quindi per ora preferisco gettarne solo le basi generali.
Spero per questo di non essere apparso troppo sommario o superficiale.
Un saluto,
IVAN
1 febbraio 2008 0:00 - Giuseppe Parisi
Gentile Aldo Maggiolo,
Non concordo con Lei, soprattutto perche’ quelle che Lei chiama convinzioni, rimangono il lavoro di studi scientifici e strategici, molti di essi per usi non civili.
Quelli piu’ conosciuti, hanno rilevato che, il pensiero umano non e’ fossilizzato al singolo, ma puo’ muoversi ed influenzare li altri, creando un “senso comune” .
Lei dice: “ Ora, esaminando la questione con atteggiamento equilibrato e ragionevole, possiamo affermare che non esiste nessuna certezza, intesa in senso fisico-deterministico,
che ciò sia sempre vero, ma non abbiamo nemmeno la prova incontrovertibile, che ciò sia sicuramente falso.”
E’ normale che studi di tale portata, dovranno attendere molti anni prima di offrire delle risposte coerenti sul piano di una logica scientifica.
Tuttavia per Lei, la regola , vale come per Pascal, Soprattutto quando asseriva che “ credere in Dio non costava nulla, e se non esisteva …”male non ne faceva ”
E ‘ un ulteriore tentativo di mistificare la verita’.
Credere in Dio, senza alcuna certezza e senza prove, all’umanita’ e’ costato ed ha fatto male, tanto,tantissimo, molto piu’ di quanto si possa intuire, soprattutto nei termini di sviluppo e crescita sociale,culturale e scientifica .
Pascal o non era intelligente,o mentiva.
E Lei sta cercando di reiterare.
No, l’assunto centrale dell’articolo e’ anni luce diverso da quelle che diceva il suo Pascal.
E le convinzioni che qui prendono corpo, sono quelle che se non avessimo avuto “ospite ” il Vaticano in Italia, oggi l’Italiano sarebbe stata lingua mondiale, e non l’inglese.


Giuseppe Parisi




1 febbraio 2008 0:00 - Aldo Maggiolo
il contenuto centrale dell'articolo verte sulla convinzione che esistano energie sottili che, generate dal pensiero di una persona, influenzano tutta l'umanità.

Ora, esaminando la questione con atteggiamento equilibrato e ragionevole, possiamo affermare che non esiste nessuna certezza, intesa in senso fisico-deterministico, che ciò sia sempre vero, ma non abbiamo nemmeno la prova incontrovertibile, che ciò sia sicuramente falso.

Ci muoviamo in un ambito in cui l'esperienza del singolo vale sicuramente per sè stesso, e poi anche per gli altri, in taluni casi e sotto determinate circostanze.

Quello che per me è certo e che se io provo un forte sensazione di felicità, come quella che può sorgere dall'orgasmo, la mia condizione personale diventa sicuramente positiva e ciò influisce anche sulla intera umanità, in quanto un seimiliardesimo dell'umanità è sicuramente in una condizione positiva.

Si può pensare che un seimilardesimo sia una quantità insignificante: ma provate a pensare, e questa è una prova di tipo fisico-deterministico, cosa succede quando una cellula, dei circa ventimiliardi di cellule che costituiscono il mio organismo umano, decide di riprodursi in modo anomalo o aberrato.

Penso, per concludere, che rispetto all'assunto centrale dell'articolo valga quanto disse Pascal circa l'esistenza di Dio: crederci non costa nulla, e se Dio esite ci salviamo l'anima, se non esiste pazienza, male non fa!

Saluti a tutti
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