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10 aprile 2008 0:00 - La Bocca della Verita'
Se mai avessimo avuto qualche dubbio gli ultimi eventi ci hanno ancor più convinto: la lotta alla mafia in Sicilia come in Calabria, ha chiuso per sempre. Basta con
le illusioni, stop alla ricerca di quella legalità perduta. Tutto nella spazzatura alla faccia di coloro che sono morti davvero per essersi opposti alla criminalità
organizzata invece che andarci a cena o fare impresa. A meno che si accetti la situazione anomala come normale e si decida di non fare chiarezza. E in quel caso
allora è giusto tenere tutti ai loro posti di comando come se nulla fosse venuto a galla e via libera ai paladini illuminati che si sentono testimoni del valore
pratico e del valore assoluto del sapere. Nessuna altra esperienza potrebbe essere più viva, nè più trionfale. Che importa se le domande che arrivano dalla piazza
restano senza risposta, se si parla di ombre o di incontri equivoci, di verbali aggiustati e inquietanti complicità istituzionali? Col tempo, abbiamo imparato come
nessuno conosca la psicologia della gente meglio dei cosiddetti professionisti dell'antimafia che proprio per questa forza hanno arruolato comunicatori in gamba
in molti media. Un libro non lo si nega a nessuno, figurarsi agli amici che alla bisogna son sempre pronti a fare un articolo o regalare un commento televisivo.
Ma se la gente umile e semplice abbandona questo genere di Antimafia e mette in soffitta una lotta alla quale ha legato la sua esistenza pagandone pure un prezzo
altissimo, vuol dire davvero che qualcosa si è incrinato in modo irreparabile. E allora chiediamoci di chi è la colpa: della lotta stessa o dei falsi idoli?
  
 

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