Caotiche risoluzioni, inutili scemenze che non portano ad
alcuna praticità, confusione e miscuglio informativo
fuorviante per tutti. Insomma, se ministri, associazioni
ecc. devono passarsi il tempo con queste cose meglio si
dedicassero ad attività più rilevanti quali, ad esempio,
controllare chi frega e punirlo.
Cosa se ne fa il cittadino consumatore di informazioni che
spaziano dappertutto. Quale beneficio può portare una
informativa così generica e riconducente ad ogni
conclusione, ammesso che sia comprensibile alla gente e che
si metta a far finta di capirla?
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Da "Dì la Tua": Auffff...ci risiamo con le telenovele
seriali delle etichette.
Adesso è andata quella dei cereali, del grano, del riso e
di altri.
Ma che scopo ha? Chi compra un pacco di pasta dovrebbe agire
in base a quanto descritto su questa insulsa striscia di
carta o impressa sulla confezione per conoscere la propria
sorte; se morire di sofisticazione e pesticidi o aflatossine
italiane o straniere. Questo è il punto della imbecillità
che le associazioni e l'europa stessa hanno portato a
compimento per farci crepare informati e consapevoli. Dicono
loro.
E i produttori, poi, sono incazzati perchè come faranno a
dichiarare(per vendere) che il loro prodotto è solo
italico, dal momento che è noto che un trenta-quaranta p.c.
viene dall'esecrato estero?
Poveri stranieri, dall'america alla russia, alla cina
ecc.ecc. a cui tocca mangiare i loro cereali marci che ti
fanno venire 10 tumori ! E chiederanno tutti di consumare
italiano che, invece, farà risanare anche i morti?
Questa storia delle etichette, di etichettare anche la punta
dei capelli dovrà, prima o poi, finire per insensatezza di
presupposti.