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15 maggio 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Cara Francesca,
grazie della tua attenzione. Hai perfettamente ragione che il punto essenziale è quello di chiederci: "Ma perché sto facendo così?". "Ma perché sono così sensibile al fascino di questo o quell'invito?". La domanda, almeno per me, va fatta proprio usando la prima persona singolare, perché è l'unico modo per approfondire la conoscenza di me stessa e mi consenta di discernere ciò che è davvero utile per la mia vita e ciò che, invece, anche se seguito da tanti e da millenni, è sostanzialmente dannoso.
14 maggio 2008 0:00 - Francesca
Cara Annapaola,
sono perfettamente d'accordo con te nel considerare la moda una tortura assurda ma, secondo me, oltre a tale interessante considerazione è importante anche porsi alcune domande: "Cosa spinge l'uomo a sottomettersi alla tirannia della moda? Perché è così attirato da essa al punto da sopportare sofferenze che vanno dal semplice male ai piedi o al freddo alla pancia fino a dolori lancinanti?"
Questa, secondo me, è una riflessione utile se si vuole scoprire le forze profonde che spingono l'uomo ad agire e non ci si vuol fermare al semplice giudizio di comportamenti che noi riteniamo assurdi. Lasciando, in qualche modo, in superficie un'indagine che, con il tuo articolo, è così ben iniziata.....
1 maggio 2008 0:00 - Annapaola Laldi
Caro Giuseppe,
ti ringrazio delle tue espressioni di stima, ma, credi, non ho alcune merito; semmai solo quello di essermi ricordata di questo dialogo leopardiano letto a scuola in tempi decisamente giovanili. Poi, appunto, qualche tempo fa (parecchio, sarebbe meglio dire) mi tornò in mente e l'ho "covato" fino all'altro ieri.
Per quanto riguarda la mia iscrizione all'albo dei giornalisti, sì, vi sono stata iscritta, ma come giornalista pubblicista, fra il 1989 e il 1991 o 1992, in concomitanza della mia collaborazione di tipo sostanzialmente volontario ad "ASPE", l'agenzia di stampa del Gruppo Abele di Torino (quello fondato da don Luigi Ciotti, non so se ti dice qualcosa). Mi è sempre piaciuto scrivere soprattutto perché è una forma di autoeducazione che mi pare tu abbia colto. E mi piace anche la libertà, e il vincolo di scrivere tot articoli in tot mesi e poi di pagare anche ...(per fare che?) mi spinse a venire via. L'iscrizione all'albo. però era stato il coronamento di un sogno (sono stata una di quelle ragazzine che in terza media dicono al giornalista che le intervista dopo l'esame di licenzia media che da grandi vogliono fare le giornaliste), ma mi bastò poco per capire che, una volta coronato, potevo anche vedere i limiti del sogno diventato realtà, e così non mi pesò affatto lasciar perdere pochi anni dopo. Del resto, nel frattempo, avevo trovato la mia vera professione/vocazione, che è quella di tradurre libri (dal tedesco), cosa che continuo a fare sempre all'insegna della libertà. Il fatto di essere iscritta all'albo dei pubblicisti, però, mi consentì per qualche tempo di mettere la mia firma comne direttore responsabile di "Usi e consumi", la rassegna stampa (allora su carta stampata)dell'ADUC. Ne sono contenta. Adesso queste libere noterelle, come ti ho detto, mi danno molto in termini di rigore della ricerca che mi aiuta a crescere. E per questo sono molto grata a chi mi consente di esprimermi con libertà su questo sito. E anche di rendermi conto che qualcosa passa di ciò che più mi sta a cuore, che, insieme alla libertà, è il senso della giustizia. Grazie di nuovo.
1 maggio 2008 0:00 - Giuseppe Parisi
Viva i Piedi!


Cara Anna Paola,
mai letto un articolo cosi bello, cosi ricco.
Non l’ho mai letto nemmeno sui grandi giornali dei grandi giornalisti stipendiati d’oro.
Tu che sei un rarissimo esempio di equita’ morale, nelle cose che fai e nel modo di condurti, ne hai espresso uno esemplare , quando da giornalista professionista, iscritta regolarmente all’ordine dei giornalisti, hai rinunziato a tale, per l’orgoglio di dire che un giornalista, non puo’ essere contrassegnato da un Ordine , perche’ il pensiero,le idee, circolano felici e libere, volano in alto piu’ veloce della luce.
Mi auguro, che i tanti giornalisti professionisti dei famosi quotidiani Italiani , che regolarmente ci leggono, possano intravedere in te, nelle cose che fai, nel modo di esporti e condurti, un quid per liberare le loro anime artistiche, le loro capacita’ vitali, sempre meno presenti, ostaggio di Ordine e poteri nascosti.
Un auspicio per una vera,grande , vitale informazione libera.
P.S. Le scarpe delle Signore alla moda, lo capiva perfino Leopardi a quanto pare di aver compreso , non portano dall’ortopedico, ma portano alla morte: abbassano l’energia vitale, cagione di ancor piu’ che gravi patologie degenerative.
Nella cultura occidentale e Cristiana, le estremita’ sono purtroppo state “trattate” come parte “bassa” di poco conto del corpo, a differenza delle religioni e della cultura Orientale, oltremodo delle culture mediche occidentali ed orientali.Basta per capire, come dal piede partino tutte le diramazioni energetiche che raggiungono tutti gli apparati del corpo, e, basta farsi un viaggietto in oriente, per vedere questi popoli lontani che, sovente si massaggiano i piedini, poco importa se in pubblico, comodamente seduti su una panchina al parco , o sul bordo di una piscina, intendono fare il pieno di energia….
Viva i Piedi!
Un caloroso abbraccio.
Giuseppe Parisi
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