Nella qualità di delegata di
un’associazione di pazienti omeopatici, mi chiedo:
“Perché nel caso della ragazza di Firenze alla quale è
stata tolta l’insulina e in tanti altri casi laddove
c’è un abuso della professione medica o una malpractice
della Medicina – soprattutto omeopatica - ad intervenire
sui giornali sono sempre le stesse “autorevoli” persone
appartenenti alla Medicina classica? Perché non vengono
pubblicati articoli di “altrettanto” autorevoli
personaggi, ma esperti nella Medicina in quel caso
incriminata, più idonei, quindi, a spiegare l’accaduto
perché con maggior cognizione di causa”? Un medico
praticante la Medicina integrata sa bene che non è mai
possibile togliere l’insulina ad un paziente; può, al
limite, integrarla con un rimedio omeopatico.
Del resto il paziente omeopatico, quando il suo
medico gli prescrive globuletti di lattosio “umettati”
dall’estratto diluito e dinamizzato della belladonna, del
veleno di serpente, o del mercurio, o quando il medico
agopuntore usa un ago per curare una sciatica o un’artrosi
cervicale, è ben consapevole del fatto che egli possiede
uno strumento “in più” per curare i suoi malanni; non
è necessario scomodare sempre la Medicina classica con i
suoi utilissimi salva-vita - quando necessario, ma anche con
i noti effetti collaterali.
È per
questa ragione che l’APO Italia ha accolto con grande
soddisfazione la presentazione del progetto sanitario della
Regione Toscana che prevede, nell’Ospedale di Pitigliano
(Grosseto) di prossima apertura, l’ampliamento delle
offerte sanitarie con l’inserimento nell’organico di
medici esperti in Omeopatia, Agopuntura, Fitoterapia e
Medicina cinese.
L’APO Italia –
Associazione Pazienti Omeopatici - opera in campo nazionale
dal 1991 e da quell’epoca combatte per la regolamentazione
e l’integrazione della Medicina omeopatica nel S.S.N. da
parte delle Istituzioni .
Il 5 Dicembre 2007,
(in allegato) presso la Sala Gigli del Consiglio regionale
della Toscana, ha avuto luogo la costituzione della CoNMI,
(Consulta Nazionale per la Medicina Integrata) formata da
rappresentanti di Ordini dei Medici, Farmacisti, Medici
Veterinari regionali e nazionali; rappresentanti di
Assessorati alla Salute, accademici di varie Università
italiane, Presidenti di Società scientifiche; di
Associazioni di agopuntura e Medicina tradizionale cinese,
fitoterapia, omeopatia ed omotossicologia; rappresentanti
dell’Associazione Pazienti Omeopatici, nonché esponenti
politici. Tale Consulta è nata allo scopo di definire i
punti qualificanti di un Progetto normativo sulle Medicine
complementari.
Desidero concludere
questo ulteriore attacco all’Omeopatia, con un forte
appello rivolto allo Stato italiano affinché il Parlamento
legiferi colmando questo inaccettabile vuoto; è
improcrastinabile una legge di riconoscimento della
Medicina omeopatica, della MTC (Medicina Tradizionale
Cinese), della Fitoterapia, come terapia medica praticata
sempre ed esclusivamente da un medico, in alleanza
terapeutica con la Medicina classica. Soprattutto è
necessaria l’istituzione di Albi presso i relativi Ordini
dei Medici, acciocché un paziente possa informarsi se quel
medico sia davvero un medico omeopatico oppure un
improvvisatore o un ciarlatano.
L'omeopatia è una scienza? E lei sarebbe un medico?
16 maggio 2008 0:00 - pinetree
Giuseppe Parisi, bel discorso e giusta precisazione.
Non sono d'accordo che L'omeopatia e' una
scienza, si avvicina più ad una religione, ma questo è un
mia opinione, e non è qui il luogo per discutterne.
16 maggio 2008 0:00 - Annapaola Laldi
Mi sembra il posto giusto per rendere noto il Comunicato
stampa del 14.5.2008 della Rete Toscana di Medicina
Integrata. Voglio solo sottolineare la disinformazione
che una parte almeno della stampa sta attuando, quando
chiama "omeopata" la guaritrice a cui si sono
affidati i genitori della povera ragazza. Mi domando
se vi sia un'associazione di omeopati che intenda far
causa a quanti, come il "Corriere della sera"
nell'edizione fiorentina, hanno usato sprezzantemente il
termine "omeopata" sulla "civetta" del
giornale.
Rete Toscana di Medicina
Integrata
COMUNICATO STAMPA del 14 maggio
2008 (h. 14.30)
La Rete Toscana di Medicina
Integrata (RTMI), organismo che coordina i servizi pubblici
di Medicina Complementare perseguendo l’obiettivo di
garantire sul territorio toscano la qualità delle
prestazioni a tutela dei cittadini, esprime il più profondo
cordoglio alla famiglia della giovane deceduta per coma
diabetico a seguito di una scelta terapeutica che, se
confermata, giudichiamo inaccettabile e totalmente
ingiustificata perché al di fuori dei più elementari
criteri di sicurezza e scientificità: la terapia insulinica
non è sostituibile con nessun altro medicinale
complementare o integratore “naturale”.
Per
quanto ci è dato sapere al momento, la terapia sarebbe
stata prescritta da persona, non laureata in medicina e
chirurgia, pertanto non abilitata alla professione medica, e
la prescrizione consisterebbe esclusivamente in massicce
dosi di vitamine, in particolare di vitamina C ed E, in
sostituzione delle dosi di insulina. Si esclude quindi che
la terapia praticata fosse di tipo “non convenzionale” o
di tipo omeopatico, come invece si legge su parte della
stampa.
La RTMI, a seguito di quanto accaduto
ieri all'Ospedale Meyer di Firenze, intende ribadire la
validità di una scelta, operata da molti anni, volta
all’integrazione e all’utilizzo non alternativo di
terapie che, non a caso, vengono oggi definite
“complementari”.
Questo gravissimo episodio
comunque pone con forza, una volta di più, la necessità di
approvare al più presto una normativa nazionale che
definisca i criteri di formazione dei medici che operano nel
campo delle Medicine Complementari, a tutela in primo luogo
dei cittadini che, sempre più numerosi, ricorrono a queste
terapie.
Bene ha fatto la Toscana - ad oggi,
l’unica Regione in Italia che ha affrontato il problema
del controllo pubblico sulla qualità delle prestazioni di
Medicina Complementare - a lavorare in questi anni per
l’integrazione nel sistema sanitario pubblico di questo
mondo così articolato e complesso, per affermare il pieno
diritto alla libertà di scelta terapeutica per utenti e di
cura per operatori, ispirandosi ai principi di
appropriatezza basata sulle prove di efficacia, di
umanizzazione delle cure e uguaglianza nell’accesso ai
trattamenti, ma anche di garanzia della qualità delle
prestazioni e massima sicurezza dell’utenza.
Infatti, in assenza di una legge nazionale, è stata
approvata la legge regionale n. 9/2007 e, recentemente, il
relativo protocollo d’intesa, sottoscritto dagli Ordini
dei medici e odontoiatri, veterinari e farmacisti, che
definisce gli standard formativi dei professionisti e
garantisce l’utenza rispetto a chi si autodefinisce
“medico alternativo” e a ogni forma di abusivismo
nell’esercizio di professioni sanitarie.
Chiediamo a tutti i giornalisti di esercitare la massima
attenzione nella divulgazione di notizie e informazioni
riguardanti questa materia. Informazioni che, se non
corrette e verificate, rischiano di lanciare allarmi
ingiustificati che possono gettare nel panico milioni di
utenti e ostacolare il lavoro serio e onesto di migliaia di
sanitari e professionisti che, con scienza e coscienza,
operano in questo settore.
Rete Toscana
Medicina Integrata – Centri regionali di riferimento delle
Medicine Complementari