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1 luglio 2008 0:00 - pinetree
Se l'UAAR deve essere screditato per cosi poco, senza che si considera minimamente il contenuto del discorso, che credito dovrei dare alle sue parole sig./sig.ra/ragazzo/a ?!?, se non ha neanche il coraggio di presentarsi.
1 luglio 2008 0:00 - ?!?
l'UAAR? quelli che si sono inventati lo "sbattezzo"?? allora si....
1 luglio 2008 0:00 - pinetree
Sempre UAAR:
LE TESI DELLA CHIESA CATTOLICA

Nei primi secoli della sua storia non vi fu una posizione unanime della Chiesa sul tema dell’aborto. Ancora al tempo di Agostino molti vescovi lo consideravano lecito fino al terzo mese, mantre san Tommaso d’Aquino riteneva che un feto diviene un essere umano dopo 40 (se maschile) oppure 80 giorni (se femminile), e che solo gli esseri umani hanno l’anima, mentre il feto non la possiede. A partire dal XVII secolo il feto fu considerata una persona da battezzare anche a costo della vita della madre (che tanto era già battezzata, e quindi salva). Solo a partire dal XIX secolo feto ed essere umano si sono unificati in senso temporale, sicché la Chiesa ritiene che il feto vada considerato come una persona, dotata di un’anima fin dal primo istante del concepimento.


Quindici secoli dopo la posizione cattolica non è cambiata: ancora nel 1995 Giovanni Paolo II, nella sua enciclica Evangelium Vitae, ha ribadito che «…nessuno può autorizzare l’uccisione di un essere umano innocente, feto o embrione che sia…», arrivando a definire le leggi che autorizzano l’interruzione di gravidanza «del tutto prive di autentica validità giuridica».


Una rigida posizione di chiusura, dimentica della piaga degli aborti clandestini, e ovviamente refrattaria anche ad una politica di prevenzione di tipo contraccettivo: il cardinale Meisner è arrivato a definire l’interruzione volontaria di gravidanza «un genocidio».

1 luglio 2008 0:00 - pinetree
Dal sito del UAAR:

L’inconsistenza logica delle tesi cattoliche sull’embrione
di Marco Musy

Si sente spesso ripetere, sotto varie forme, il seguente ragionamento: «Un embrione è un essere vivente che, anche se non è una persona, lo diventerà. Con l’uccisione volontaria dell’embrione tu impedisci a quel futuro individuo di vivere la sua vita. Non è diverso da un omicidio». Oppure: «L’embrione umano è già una Persona».



Indubbiamente è vero che la soppressione dell’embrione impedisce oggettivamente al futuro individuo di esistere. Tuttavia la conclusione che l’aborto equivalga all’omicidio nasconde un grave errore logico e se vogliamo essere razionali occorre spingere i ragionamenti fino in fondo per capire che le cose non stanno così.


Vanno chiariti alcuni punti principali:

La vita biologica, per come la conosciamo attraverso il metodo scientifico, preesiste alla formazione dell’embrione. L’embrione è il risultato di complessi e noti processi biochimici che hanno luogo fra organismi vivi: l’ovulo femminile e lo spermatozoo maschile. Un embrione vitale non proviene da oggetti morti o da materiale inorganico. Affermare che la vita abbia inizio all’istante della fusione del DNA di organismi vivi è una banale contraddizione nei termini.
L’idea che l’embrione come tale sia una “persona” è di ordine metafisico e non ha nulla a che fare con la biologia o con altre scienze. L’idea che l’istante del concepimento costituisca una qualche “discontinuità” che giustifichi l’assegnazione dello status di “persona” non trova supporto in natura ma affonda piuttosto le sue radici in quelle ideologie religiose che per sopravvivere non possono fare a meno di questa arbitraria assunzione. Si tratta di un’idea che non contiene nulla di scientifico.
Il meccanismo attraverso il quale si forma l’embrione di un homo sapiens è lo stesso di tutti gli altri organismi viventi sessuati (sia per i mammiferi sia per molti altri animali inferiori). Non occorre postulare l’esistenza di entità sovrannaturali per spiegare la riproduzione umana, o per spiegare i processi che portano alla formazione di un embrione.
Una coppia qualsiasi ovulo-spermatozoo non ancora uniti contiene già in sé tutta l’informazione che serve per la costruzione di un nuovo esemplare, esattamente come la stessa informazione è contenuta nell’embrione che essi formano. In altre parole, una qualsiasi coppia ovulo-spermatozoo ha la stessa “dignità” biologica dell’embrione, nel senso che è ad esso biologicamente equipollente.

Questi semplici fatti implicano che la scelta consapevole di impedire, attraverso qualsiasi mezzo, l’unione di un ovulo con uno spermatozoo umani risulta logicamente equivalente a impedire che il corrispondente embrione si sviluppi secondo il suo normale corso. Cioè, se chiamiamo ciò “omicidio”, allora siamo costretti a includere nella stessa categoria anche la contraccezione e perfino l’astinenza sessuale o la scelta del celibato perché, dal punto di vista biologico, di fatto producono tutti lo stesso risultato finale: una persona non verrà al mondo e non vivrà a causa della scelta deliberata e consapevole di qualcuno.


Dovremmo dunque considerare “assassini” anche tutte quelle persone? È chiaramente assurdo. E ogni volta che attraverso un ragionamento si giunge a un assurdo significa che o il ragionamento è sbagliato o l’ipotesi iniziale (aborto=omicidio) è falsa. L’aborto non può essere considerato equivalente all’omicidio, perché questa ipotesi condurrebbe alla conclusione insensata secondo la quale dovremmo considerarci quasi tutti omicidi.

Stabilire quando la soppressione di un gruppo di cellule è un omicidio e quando invece non lo è, non può che derivare da una nostra convenzione e non da un elemento oggettivo della natura. Non diversamente dallo stabilire a che età si è abbastanza maturi per votare.
1 luglio 2008 0:00 - Reset
Per il Sig. Alfonso Scala Lombardo: NO, l'aborto non lo si potrà mai accantonare, lo sappiamo entrambi.
Però, qui si tratta di disciplinare, con una legge, il ricorso a questa metodica. L'hanno fatto nel Maggio del '78 con una legge assurda, inconcepibile per molti versi, che fa acqua da tante, troppe parti, come ho avuto modo di argomentare, mentre la Sig.ra Francesca resta appollaiata sul ramo dello slogan femministico: "E' mia, solo mia e me la gestisco io" (la gravidanza), senza argomentare alcuna delle sue decisioni e prendendosela, come al solito quando non vi sono argomentazioni plausibili (perchè non vi possono essere) con una supposta "violazione delle libertà", "annullamento della volontà delle donne o, ancora e peggio ancora, con la Chiesa ed i preti, come se solo la Chiesa ed i preti siano ricettacoli del rispetto per la sacralità della vita umana o più semplicemente del buon senso della ragione, concetti che la Sig.ra Francesca mette in secondo piano (secondo per modo di dire), mentre tali prerogative sono alla base della formazione sociale, culturale e razionale di qualunque PERSONA che vuol sentirsi tale e che aborrisce, per questo, parlare per slogans, concetti e frasi fatte.

Non ha mica detto, Sig.ra Francesca, cosa risponderebbe alle futili motivazioni di una ragazzetta di 18 - 19 anni che vuole abortire perchè "non si sente pronta per fare la mamma", però si sente pronta per fare quelle belle cosette lì (che ha capito anche lei) e che non prende la pillola perchè "fa uscire i brufoli" o "fa ingrassare".
Non ha mica detto la Sig.ra Francesca cosa direbbe all'amante del ricco ingegnere quando scopre di essere in gravidanza da lui e non dal marito.
Non ha mica detto la Sig.ra Francesca alla ragazzina che si ritrova incinta dopo lo "sballo" del sabato sera e non sa neanche di chi.
Dice, riprendendo in prestito un concetto sicuramente valido per alcune MA NON PER TUTTE le donne, che l'aborto "è un dramma per la donna, un percorso doloroso", ma ha mai stazionato in una sala d'aspetto prospiciente quella di un servizio IVG di un Ospedale? Le ha mai viste, lei, quelle ragazzine brufolate, oche giulive, sguaiate, ridere, scherzare, farsi i dispettucci con i propri ragazzini fino a tre secondi prima di varcare quella porta? E quelle cosa sarebbero: "donne che stanno percorrendo una strada dolorosa"? "donne in preda ad un dramma dell'anima"?
NO, non direi proprio, cara Sig.ra Francesca.
Dopo la lettura di un libro, scritto per gli orrori compiuti dai tedeschi durante l'ultimo conflitto mondiale che riprendeva un concetto molto giusto, a mio parere, sulla "banalità del male", mi sono reso conto che questa idea non è affatto morta e sepolta. Macchè! Uomini piccoli, insignificanti, assolutamente normali, senza infamia e senza lodo, sono quelli pronti a macchiarsi dei crimini più incredibili, più ripugnanti.
Perchè? Perchè non sono cresciuti all'insegna della sacralità della vita umana.
Veda, Sig.ra Francesca, se non s'insegna alle persone il rispetto della vita umana fin dal suo inizio, non dobbiamo meravigliarci delle mostruosità che si vedono ogni giorno scritte sui giornali: assassinii, stupri, stragi, sette demoniache e chi più ne ha più ne metta.
Se non la finiamo col banalizzare tutto ciò che di buono, di sacro, di bello, di serio esiste nella nostra vita, se non diamo più significato a parole come "sacrificio", "rinuncia", responsabilità", "dovere", non ci dobbiamo meravigliare o scandalizzare, poi, delle conseguenze che questi nostri atti avranno sulla nostra stessa società.
Restare ancorati a stupidi ed idioti pregiudizi di una falsa libertà che sfocia nel libertinismo, come in questo caso, è anch'essa un modo sbagliato, bieco, a metà fra la completa involontaria ignoranza e la volontaria completa malignità per ignorare, irridere, sbrigare con sufficienza una serie di argomentazioni VERE che sottolineano, ahimè (queste ultime) quanta miseria intellettiva alberga nelle nostre coscienze, presa solo a contemplare l'effimero ed il futile, senza curarsi minimamente di andare nell'essenza delle cose, nella loro linfa vitale...meccanismo, questo, non sempre (anzi assolutamente, mai) agevole, proprio perchè frutto di un ragionamento profondo, filosofico, morale che la cultura (?) dei nostri giorni e dei nostri tempi etichetta con superficialità e velocemente come "insulso", "clericale", "reazionario" sic et simpliciter, senza assolutamente chiedersene il perchè.
Tutto sommato è più facile e fa più presa sugli altri (ma solo sugli sciocchi e sugli analfabeti, però).
Giudicate voi...
30 giugno 2008 0:00 - per Libero
ma come si fa a parlare di "reticenza alla diffusione dei contraccettivi"??? ci sono distributori OVUNQUE ed il prezzo è sensibilmente calato rispetto a 10 anni fa (ammettetelo, siate sinceri). Da poco ho visto dal tabaccaio I GOLDONI IN CONFEZIONE SINGOLA ad 1 euro l'uno (quelli di marca buona, non quelli da quattro lire) e stavano in una cesta davanti alla cassa; per non parlare dei distributori automatici nei bagni dei locali; tutti sanno cosa è un preservativo, tutti sanno come si usa, si impara alle scuole medie: non ci sono scuse!
Non sono un antiabortista, mi sta bene la 194 (una legge articolata decisamente bene):ma che si rispetti!
Non capirò mai quelli che ne fanno una questione economica, tipo "come farò col mio stipendio"...hanno il coraggio di dare il prezzo ad un figlio! Penso ai miei nonni, che hanno vissuto i 30 anni in piena guerra mondiale (quando c'era la FAME VERA, ossia non erano garantiti i pranzi e le cene) eppure avevano 5 figli ogni coppia di loro, in salute...
Quanto alla amica Silvia: ma come si fa a firmare delle dimissioni in bianco????? ma stiamo scherzando??? che razza di richiesta è "mi firmi le dimissioni in bianco"??? roba da mandare a quel paese in diretta!
non avrebbe MAI DOVUTO.
30 giugno 2008 0:00 - FRANCESCA
Il commento inserito dal sig reset è terrificante!!!!!
Offensivo oltre misura nei confronti delle donne.
Crede che per una donna sia una passeggiata affrontare tutto l'iter dell'aborto???
E' pazzesco che ci siano persone che la pensino ancora così.
La legge sull' aborto è stata una conquista per la donna.
C'è troppo moralismo dietro quelli che denigrano la donna che decide di interrompere una gravidanza non desiderata.
La cosa che più mi fa perdere le staffe è che certi uomini si sentano in diritto di dover decidere per le donne, impongono il loro pensiero sfruttando mezzi forniti dalle alte cariche politiche ed ecclesiastiche!
E la Chiesa che cerca in ogni modo di tardare il progresso scientifico in Italia.
Viviamo in un paese che sta veramente indietro, un paese incivile, dove la libertà delle persone è subordinata sempre e comunque.
L'interruzione di gravidanza deve essere garantito e invece una donna che si trova ad affrontare il trauma dell'aborto spesso si trova davanti medici obiettori di coscienza, istituzioni religiose che gridano al peccato, all' infanticidio..che tentano di temporeggiare, di far passare i giorni con scuse più o meno plausibili, che operano un terrore psicologico sulla donna per impedirle di abortire.
E' assurdo che la RU486 in Italia ancora non sia commercializzata!! Siamo indietro di almeno 10 anni rispetto agli altri paesi della comunità europea.
E' assurdo che degli uomini "travestiti" (mi riferisco ai clerici) possano limitare e ostacolare il processo di laicizzazione in Italia.
Sono atea e mi piacerebbe tanto vivere in un paese che mi garantisse assistenza medica in quanto libera cittadina, non in quanto abitante di un paese che si dichiara cattolico.
Mi piacerebbe che ognuno potesse essere libero di poter scegliere per se stesso...e invece troppo spesso sono gli altri che decidono per noi!
IO SONO PER L'ABORTO!!
30 giugno 2008 0:00 - alfonso scala lombardo
Sig. Reset, senza ulteriori proclami e sentenze che trovano il tempo che trovano, senza moralismi che a noi maschi piacciono tanto, se proclamati sulla pelle delle donne, tant'è che non abbiamo bisogno, noi, di abortire, mi risponda, se crede alla domanda:
è, sarà mai possibile abolire,annullare,appunto "sopprimere", quasi con un colpo di magia, l'aborto sulla faccia della terra? La sua risposta l'attendo con ansia. Si potrà, a parer mio, abolire la 194,ma l'aborto assolutamente no, legale o, peggio, clandestino che sia.
30 giugno 2008 0:00 - Libero
Quanti sono quelli che vivono con gli occhi foderati di prosciutto? Purtroppo tanti.

Nel mondo reale, distante anni luce dal mondo celestiale dei vangeli, dovreste sapere benissimo cosa accade quando il datore di lavoro scopre che la propria dipendente è incinta.

Tanto per dirvene una vi racconto la storia della mia amica Silvia. Nel 2002 viene inaugurato uno dei tanti centri commerciali, con tanto di benedizione del vescovo. Silvia viene assunta a tempo indeterminato, contestualmente le viene fatta firmare una lettera di dimissioni senza data e conservata dal datore di lavoro. Silvia si sposa, compra casa, le rate del mutuo da pagare, una vita da far quadrare con 1900 euro al mese complessivi (compreso lo stipendio del marito) e i 650 euro di rata del muto (a tasso variabile).
Nel 2006 resta incinta. Non ne parla con nessuno, a lavoro, ma qualcuno si accorge della pancia.
Non passano 3 mesi di gravidanza e la lettera di dimissioni salta fuori. Silvia resta senza lavoro.
Adesso si coccola Giulia e fa i salti mortali per far quadrare il bilancio con i 1100 euro del marito. Non avrebbe abortito neanche se sotto minaccia armata, ma resta una storia squallida di una italietta benpensante.

Se veramente vogliamo combattere l'aborto dobbiamo eliminare la causa, non la conseguenza. In tante nella soluzione di Silvia avrebbero abortito e conservato il posto di lavoro.

Smettiamola con l'ipocrisia. Chi è capace di abbandonare il proprio figlio dopo nove mesi e dopo un parto. Chi ti consentirebbe comunque di portare avanti la gravidanza avendo un contratto cocopro o interinale o finto-indeterminato come silvia.

Penso che i molti commenti di questo thread siano stati lasciati in modo superficiale, senza entrare nel vivo del dramma dell'aborto. Dramma causato anche da una reticenza alla diffusione dei contraccettivi. Quando scandalo solleverebbe collocare distributori di profilattici dentro i bagni delle scuole superiori? Tanto scandalo per una soluzione efficace e usata senza problemi all'estero...

Italia=ipocrisia al 100%
30 giugno 2008 0:00 - pinetree
per "per pinetree", hai mai visto un bel maialino con un bel chiodo in testa ?
Oppure un bellissima pecora Karakul, tolto dalle mammelle della mamma per essere massacrato per fare una bellissima pelliccia ?

Il feto può avere la sembianza umana, ma non è vivo.
E' sempliciamente il concetto di "vivo" che ognuno deve costruisi nel cervello.
I cristiani sono stati inculcati che gli animali sono stati creati da dio per essere a disposizione del uomo, cosi avete la coscienza pulita.

Ci facciamo meno problemi a piggiare il pulsante per fare saltare in aria qualche casa durante un conflitto, incurante se dentro c'è qualche essere vivente.
30 giugno 2008 0:00 - Reset
Partiamo, se vogliamo analizzare il fenomeno "aborto" da alcuni presupposti, alcuni di ordine etico/morale, altri di ordine legale, altri ancora di tipo biologico/medico/clinico.
Nel mio intervento mi limiterò ad alcune considerazioni sull'aborto nei primi tre mesi ("primi 90 giorni", come recita la Legge 194 del 1978).

Una donna che abortisce volontariamente, fa qualcosa di eticamente/moralmente (ed anche, per chi crede, religiosamente) scorretto?
Secondo il mio punto di vista SI' e senza possibilità di "appello", in determinate condizioni, quali:
a) perchè non si vuole la gravidanza in senso generico (perchè non ha fatto ricorso alla contraccezione?)
b) perchè si "vuol farla pagare a qualcuno" (non puoi disporre a TUO ESCLUSIVO PIACIMENTO della vita di un altro essere vivente)
c) perchè ci si rende conto che l'ha avuta "con l'uomo sbagliato" (ma l'aveva, per caso, ordinato il Medico di farci un figlio insieme? Eppoi esistono delle parole, nel vocabolario italiano, che ormai, data la loro desuetudine, dovrebbero essere cancellate: sono le parole "sacrificio", "responsabilità", "accettazione", "disciplina". Hanno ancora un senso compiuto o si è trattato per costoro di "parti di menti in preda a delirio"?)
d) perchè ci si "rovina la linea" o altre cavolate del genere (ogni commento è superfluo. Personalmente manderei queste persone a lavorare la terra con zappa e rastrello per 6 mesi, da Aprile ad Ottobre, ogni santo giorno dalle 7 di mattina alle 19 di sera, così da non avere problemi di linea)
e) perchè "non è il momento, non ce lo possiamo permettere" (vedi argomento contraccezione; eppoi, cari miei, se non vi potete permettere una gravidanza, fate sesso, se proprio ci tenete, in altri modi, ma senza utilizzare "quel" tipo di sesso che espone alla possibilità di una gravidanza, per rispetto alla sacralità della vita, se ancora hanno un senso queste parole, altrimenti accettate pure che vi ammazzino i vostri figli, quelli voluti e desiderati, per scherzo, perchè il sabato sera è normale sballarsi, perchè è normale per aver rifiutato una sigaretta o altre motivazioni da veri e propri schizofrenici!)
f) perchè impedisce di lavorare o di trovare lavoro (ancora perchè esiste una contraccezione ed anche perchè se si è arrivati a 25 - 30 anni e si è senza lavoro, allora NON è la gravidanza ad impedirtelo: è qualcosa d'altro, come te stessa, la società, le leggi, la burocrazia ma non mi sembra assolutamente giusto ed accettabile che una donna interrompa una gravidanza per queste motivazioni)
g) perchè frutto di una relazione "clandestina" (nessuno ti ha ordinato di tradire il tuo uomo e se lo fai, almeno prendi la pillola: è invisibile e ti mette al riparo da questa eventualità)
h) per l'immensa serie delle motivazioni futili che si sentono
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Sul piano legale, l'aborto è disciplinato, in Italia, da una legge prima "concepita" e poi ufficialmente "partorita" (è il caso di dirlo e di ricordarlo) in pieno periodo idealitario e politico post-sessantottino (la 194 del Maggio 1978). Essa, pertanto, risente appieno del "clima" sfacciatamente egoistico di quel periodo storico e politico.
Dare ad una donna la PIENA LIBERTA' di decidere DA SOLA ED IN PIENA AUTONOMIA sulla sopravvivenza o meno di un essere vivente, cadenzando ai primi 90 giorni di gestazione tale facoltà incontrovertibile ed inapellabile, mi si concederà, è tipica del periodo delle "nuove streghe" (li ricordate gli "slogans" femministi dell'epoca o no? "Tremate, tremate, le streghe sono tornate" "E' mia e me la gestisco io", "Sesso libero").
Questo potere di giudice, giuria, pubblico ministero e difesa tutto concentrato nella SOLA persona della donna, ha un non so che di assurdo, di incomprensibile e, se volte, di macabro e maligno.
Per quale motivo la donna può decidere della vita o della morte di un essere vivente che cresce e si sviluppa nel suo grembo, senza possibilità di intervento alcuno di tipo moratorio, di tipo discriminatorio, di tipo sanzionatorio?
E' assurdo tutto questo.
A parte, poi, un'altra realtà prevista dalla legge che appare quanto meno "bizzarra": l'elemento maschile (al quale pure appartiene l'essere vivente che sta crescendo e sviluppandosi e che, di fatto, dal quarto mese in poi dipende, per legge, del tutto economicamente e socialmente all'elemento maschile di cui sopra, tenuto al suo "mantenimento" fino alla maggiore età o fino addirittura a quando non riesce ad autosostenersi, secondo alcuni tribunali), nei primi tre mesi di gravidanza lo si considera, nella legge, TOTALMENTE estraneo ai fatti ed alle decisioni in materia (astrusità biologica e giuridica senza precedenti a mio modesto avviso!!). Ma com'è possibile: un uomo non può assolutamente decidere sulla vita di suo figlio nei primi tre mesi per diventarne, poi, l'unico "artefice" sul piano economico, sociale, giuristizionale a partire dalla 13ma settimana + 1 giorno di vita? Cosa scatta per i nostri legislatori o, meglio, cosa non è scattato PRIMA di quel periodo? (Forse il "senso di paternità"? Mah...chi può dirlo).
Una cosa resta inconcepibile per le menti umane: una donna può letteralmente uccidere il proprio bimbo (ma l'avete mai visto, voi, un fetolino di 10 o di 12 settimane? E' davvero un "piccolo bambino"!!) senza nessuna colpa o restrizione legale o giuridica, mentre diviene una persona incolpabile di reato (infanticidio, feticidio) sempre dalla 13ma settimana + 1 giorno. Cosa cambia in quella fatidica epoca di gravidanza?
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E l'ultima domanda ci porta all'ultima serie di considerazioni, quelle medico/biologiche/cliniche.
Cambia qualcosa alla fine el terzo mese? Dal 91mo giorno di gravidanza in poi?
Pressochè nulla. I principali organi del futuro bimbo, per ora feto, sono già tutti presenti. Non si verifica, al 91mo giorno di amenorrea gravidica, nessun cambiamento o maturazione biologicamente rilevante in alcuno di essi.
Però questo feto, dal 91mo giorno della sua vita calcolata dall'ultima mestruazione materna, presumibilmente 77mo dal suo concepimento, diviene magicamente un "essere umano" riconosciuto come tale, con pieni diritti sociali, politici, umani ecc.ecc.
Bah? Potenza della legislazione!!
Cosa NON aveva prima di tale limite temporale che non ha dopo di esso? Assolutamente niente o, meglio, non acquisisce niente di più. Assolutamente.

Per le gravidanze che possono o meno essere interrotte per legge dopo il 90mo giorno di amenorrea e fino al 180mo e fuori dalla legge dopo tale termine, si entra in un ginepraio senza fine sul piano legislativo, biologico e comportamentale talmente vasto che non basterebbero trenta pagine dattiloscritte neanche per presentarlo.

29 giugno 2008 0:00 - per pinetree
hai mai visto un feto di 12 settimane?
29 giugno 2008 0:00 - pinetree
Non bisogna fare una questione economica, vista che lo stato permette di partorire e non riconoscere il figlio.

Sicuramente qui c'è di mezzo una questione morale.
I cattolici, in sintonia con quello che dice la chiesa, dicono che da quando c'è inseminazione, questo è vita.
Qualcuno dice a 4 settimane, altre ad 12, altri a 24, altri solo quando viene partorito, altri solo quando lo dico "Io".

Personalmente non capisco come si può chiamare omicidio chi abortisce a 12 settimane, quando non ci si fa problemi ad uccidere animali per cibarsi o per farsi la pelliccia.

Dipende tutto da come ci hanno inculcato.
29 giugno 2008 0:00 - pinetree
Vac dice:
"Io voglio guidare a sinistra..."
Oppure
Io voglio ammazzare il primo che incontro...
Sono libero di farlo?

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se ti consiglio di andare in Inghilterra per quidare a Sinistra, posso essere accusato di istigazione a delinquire ?

Nel secondo case non mi risulta che ammazzare il prima che incontri sia accettato un qualche paese.
Ma non ti preoccupare qualcun altro si prenderà lo stesso diritto per giustizia.
29 giugno 2008 0:00 - DE pravato
""" IO sono libera di fare del MIO corpo quello che voglio. NON volete abortire: NON FATELO!!!perché dovete violare la MIA libertá di fare quello che voglio del MIO corpo? """


Laviniuccia cara, ed io sono perfettamente d'accordo con te!...
Ma vedi, piccola cara, tu non stai parlando del TUO corpo, ma del CORPO DI UN ALTRO, come ti hanno insegnato, o avrebbero dovuto fare, per legge, al consultorio; un ALTRO che non è affatto contento di essere ammazzato da te!

Ed io come lo so?... semplicissimo!

Perché (sempre come ti hanno già detto) quell'ALTRO ha appena vinto una battaglia per non farsi rigettare, proprio come estraneo... indovina?... proprio da te!

E' stata la battaglia più dura della sua vita e lui, piccolissimo, l'ha vinta da solo. Ma tu ora, grande e grossa, dopo aver perso, ti allei con l'Inghilterra (il tuo gigantesco ginecologo) per scamazzare la microscopica repubblica di S,Marino che è riuscita a sopravvivere nel tuo ventre ostile!

Ora, se non hai capito quello che ti ho detto perché io sono uno stronzo, TU, che sei una persona onesta, vatti ad informare seriamente!...

Poi, onestamente, torna qui e dici grazie a DE pravato e scusa a tutti ragazzini che ammazzate!
28 giugno 2008 0:00 - mino
certo, le questioni economiche....ma 'sta 194 l'avete mai letta????
27 giugno 2008 0:00 - IVAN
Per Enrico Falcinelli:
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Enrico, la questione non è “cosa farebbe Lavinia se avesse sovvenzioni statali”.
Ogni caso fa storia a sé, quindi quello che farebbe la sola “Lavinia” non fa testo.
Il fatto è che – Lavinia a parte – ci sono molti casi in cui la questione finanziaria ha un suo peso.
E senza queste sovvenzioni la scelta diventa drastica per entrambi gli “schieramenti”:

1) Se l'aborto è legale:
“Vorrei portare avanti la gravidanza, ma non posso permettermelo economicamente, quindi abortisco.”

2) Se l'aborto è illegale:
“Non desidero continuare la gravidanza, ma lo Stato non mi permette di abortire...e così mi “condanna” anche a un grosso sacrificio economico.”

E' chiaro che questi sono due esempi generici, tuttavia danno l'idea di quanto la questione non sia riducibile a dei semplici SI o NO senza considerare una miriade di variabili e circostanze (tra cui, non ultime, anche quelle “venalmente” economiche).

27 giugno 2008 0:00 - x useg gesu
" cara lavinia del tuo corpo puoi fare ciò che voi ma qui si tratta della vita di un altro essere vivente"
Hai ragione, ma questo essere vivente non sa nemmeno di esistere. Quindi se mammina sua decidesse di farlo colare nel water, di certo non se ne accorgerebbe! Certo non è colpa sua se si è rotto il preservativo o se ti stuprano, ma se questo bambino non lo si vuole, non lo si vuole!
27 giugno 2008 0:00 - dodd
al di là della questione aborto, su cui non mi pronuncio perchè ne ho fin sopra i capelli: mi spiegate perchè il sistema sanitario spagnolo dovrebbe accollarsi un intervento su un cittadino di un altro paese solo per i suoi capricci? Gli spagnoli pagano e noi usiamo?
Se invece parlate di cliniche private, è un altra storia...
27 giugno 2008 0:00 - Enrico Falcinelli
Cara Lavinia, si risponda sinceramente.
Se avesse sovvenzioni, aiuti ed incoraggiamenti da parte dello Stato, qualora ne avesse il bisogno e ipotizzando genericamente il caso, lei, abortirebbe ugualmente?

Se la sua risposta fosse affermativa, credo che era sufficiente fermarsi alla terza frase del suo intervento, con le conseguenti critiche che la toccano; se invece fosse negativa, penso che abbia ragione Anna, nella sua ultima risposta.
Saluti.
27 giugno 2008 0:00 - IVAN
Vac, non hai tutti i torti, però devi riconoscere che ridurre la questione-aborto a “ci sono tante famiglie che vorrebbero adottare” & “esistono i contraccettivi” è una visione molto INCOMPLETA della situazione.

Hai scritto: “per poter vivere pacificamente assieme ci siamo dati delle leggi.”
Giusto, ma non dimentichiamo che le leggi sono state fatte per SERVIRE le persone, e non il contrario.

Teniamo presente che, una volta fatta, una legge abbraccia TUTTI i singoli casi, standardizzandoli.
Quindi (aborto sì o aborto no) ci sarà SEMPRE qualcuno scontento delle normative.
È il limite intrinseco delle leggi: una legge “buona” non è quella che mette tutti d'accordo, bensì quella che scontenta il MINOR numero possibile di persone.

Per questo è necessario ponderare a 360° tutti i PRO e i CONTRO, e considerare attentamente il maggior numero possibile di punti di vista e conseguenze collaterali.
Il fondamentalismo rigido (“aborto sì/no, e non voglio sentir ragioni”) è una posizione sbagliata in partenza.
La questione è molto più complessa di un tiro alla fune tra due opposti “schieramenti”.

Su questo tema io non prendo una posizione. Ma so lo stesso quali sono le posizioni da NON prendere.
Soprattutto quando queste “posizioni” devono decidere anche della vita degli altri.
_________________________________

(da LAVINIA:)
<< Poi mi chiedo, voi uomini cosa cavolo ne volete capire? Tanto a voi una cosa del genere non toccherá mai, o sbaglio? >>

Stavolta sì. (attenta alla “posizione” femminista...)

27 giugno 2008 0:00 - Useg
Cara la mia Lavinia, del tuo corpo puoi fare quello che vuoi, ma qui si parla di un altro essere vivente.
27 giugno 2008 0:00 - Anna
Lavinia, mi sembri un po' in confusione.
27 giugno 2008 0:00 - DE pravato
istigazione a delinquere per la legge italiana è reato o no?

abortire oltre la 12 settimana per la legge italiana è reato o no?

Onorevole Poretti, quanto fa uno più uno?


(forse ci vuole un consulente esterno, questa è matematica!)
26 giugno 2008 0:00 - Lavinia
IO sono libera di fare del MIO corpo quello che voglio. NON volete abortire: NON FATELO!!!perché dovete violare la MIA libertá di fare quello che voglio del MIO corpo?
POI, vac, mi permetto di citare:
Ai tempi della preistoria ognuno faceva quello che credeva giusto, ora ci siamo civilizzati (non tutti) e per poter vivere pacificamente assieme ci siamo dati delle leggi.
Appunto, guidare a sinistra e ammazzare il primo che incontro é illegale, abortire no. Quindi anche abortendo si rispettano le leggi vigenti nello stato.
E, certo che esistono i contraccettivi, ma se una viene stuprata?
E se il preservativo si rompe, e non si riesce ad avere accesso alla CE?
Tante famiglie che vorrebbero adottare?
E nel frattempo la donna come fa a vivere, visto che come é noto per una donna incinta é impossibile trovare lavoro?
E visto che lo Stato NON FA NIENTE per aiutare le donne incinte?
Poi mi chiedo, voi uomini cosa cavolo ne volete capire?
Tanto a oi una cosa del genere non toccherá mai, o sbaglio?
poi, senza offesa, ma mi fai ridere, tex, dare "vicinanza" e "comprensione" non é con quella che si tira avanti!!!!é con una valorizzazione della lavoratrice madre, con aiuti concreti alla famiglia( o alla donna, in alternativa!!!Non é facendo i moralisti che si riducono gli aborti, nel caso non vi fosse ancora chiaro!!!!
E Useg, in italia non é aborto o carriera, in molti casi é aborto o sopravvivenza
Poi accidenti é sempre lí, non sei d'accordo, bona, non farlo!
XXX, ti capisco e mi dimetto pure io!!
26 giugno 2008 0:00 - vac
"In uno stato libero se uno è contrario all'aborto non deve essere costretto ad abortire. Se uno vuole ricorrere all'aborto deve essere libero di farlo."

Io voglio guidare a sinistra...
Oppure
Io voglio ammazzare il primo che incontro...
Sono libero di farlo?

Ai tempi della preistoria ognuno faceva quello che credeva giusto, ora ci siamo civilizzati (non tutti) e per poter vivere pacificamente assieme ci siamo dati delle leggi.

La domanda è questa: Aborto = Omicidio?
Secondo me sì.

Ricordo inoltre che ci sono tante famiglie che vorrebbero adottare...
Ricordo ancora che esistono i contracettivi.
26 giugno 2008 0:00 - tex
la poretti come tutti i radicali predica bene e razzola male perchè a parole fanno a gara a dire che l'aborto deve essere legale e consentito ma che rimane un dramma nella vita della donna; dall'altra parte non fanno NULLA per evitare che questo dramma si compia e anzi cercano in tutti i modi di facilitarlo...
a una donna che vuole abortire non si risponde con 'vai a londra' ma con la comprensione e la vicinanza che possono (forse) anche portare la stessa ad intraprendere strade meno cruente per tutti!
io mi vergogno di essere italiano quando vedo che in senato siede certa gente!
26 giugno 2008 0:00 - Vaticano lo mette nel..
Grande libero! La pensassero tutti come te!
26 giugno 2008 0:00 - vac
Diritto all'aborto?
Mai parlare del diritto di vivere del bimbo?

26 giugno 2008 0:00 - er metico
Risposta a xxx:
"Donatella Poretti!"
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