Se l'UAAR deve essere screditato per cosi poco, senza
che si considera minimamente il contenuto del discorso, che
credito dovrei dare alle sue parole sig./sig.ra/ragazzo/a
?!?, se non ha neanche il coraggio di presentarsi.
1 luglio 2008 0:00 - ?!?
l'UAAR? quelli che si sono inventati lo
"sbattezzo"?? allora si....
1 luglio 2008 0:00 - pinetree
Sempre UAAR: LE TESI DELLA CHIESA CATTOLICA
Nei primi secoli della sua storia non vi fu una posizione
unanime della Chiesa sul tema dell’aborto. Ancora al tempo
di Agostino molti vescovi lo consideravano lecito fino al
terzo mese, mantre san Tommaso d’Aquino riteneva che un
feto diviene un essere umano dopo 40 (se maschile) oppure 80
giorni (se femminile), e che solo gli esseri umani hanno
l’anima, mentre il feto non la possiede. A partire dal
XVII secolo il feto fu considerata una persona da battezzare
anche a costo della vita della madre (che tanto era già
battezzata, e quindi salva). Solo a partire dal XIX secolo
feto ed essere umano si sono unificati in senso temporale,
sicché la Chiesa ritiene che il feto vada considerato come
una persona, dotata di un’anima fin dal primo istante del
concepimento.
Quindici secoli dopo la
posizione cattolica non è cambiata: ancora nel 1995
Giovanni Paolo II, nella sua enciclica Evangelium Vitae, ha
ribadito che «…nessuno può autorizzare l’uccisione di
un essere umano innocente, feto o embrione che sia…»,
arrivando a definire le leggi che autorizzano
l’interruzione di gravidanza «del tutto prive di
autentica validità giuridica».
Una rigida
posizione di chiusura, dimentica della piaga degli aborti
clandestini, e ovviamente refrattaria anche ad una politica
di prevenzione di tipo contraccettivo: il cardinale Meisner
è arrivato a definire l’interruzione volontaria di
gravidanza «un genocidio».
1 luglio 2008 0:00 - pinetree
Dal sito del UAAR:
L’inconsistenza logica delle
tesi cattoliche sull’embrione di Marco Musy
Si sente spesso ripetere, sotto varie forme, il seguente
ragionamento: «Un embrione è un essere vivente che, anche
se non è una persona, lo diventerà. Con l’uccisione
volontaria dell’embrione tu impedisci a quel futuro
individuo di vivere la sua vita. Non è diverso da un
omicidio». Oppure: «L’embrione umano è già una
Persona».
Indubbiamente è vero che
la soppressione dell’embrione impedisce oggettivamente al
futuro individuo di esistere. Tuttavia la conclusione che
l’aborto equivalga all’omicidio nasconde un grave errore
logico e se vogliamo essere razionali occorre spingere i
ragionamenti fino in fondo per capire che le cose non stanno
così.
Vanno chiariti alcuni punti
principali:
La vita biologica, per come la
conosciamo attraverso il metodo scientifico, preesiste alla
formazione dell’embrione. L’embrione è il risultato di
complessi e noti processi biochimici che hanno luogo fra
organismi vivi: l’ovulo femminile e lo spermatozoo
maschile. Un embrione vitale non proviene da oggetti morti o
da materiale inorganico. Affermare che la vita abbia inizio
all’istante della fusione del DNA di organismi vivi è una
banale contraddizione nei termini. L’idea che
l’embrione come tale sia una “persona” è di ordine
metafisico e non ha nulla a che fare con la biologia o con
altre scienze. L’idea che l’istante del concepimento
costituisca una qualche “discontinuità” che giustifichi
l’assegnazione dello status di “persona” non trova
supporto in natura ma affonda piuttosto le sue radici in
quelle ideologie religiose che per sopravvivere non possono
fare a meno di questa arbitraria assunzione. Si tratta di
un’idea che non contiene nulla di scientifico. Il
meccanismo attraverso il quale si forma l’embrione di un
homo sapiens è lo stesso di tutti gli altri organismi
viventi sessuati (sia per i mammiferi sia per molti altri
animali inferiori). Non occorre postulare l’esistenza di
entità sovrannaturali per spiegare la riproduzione umana, o
per spiegare i processi che portano alla formazione di un
embrione. Una coppia qualsiasi ovulo-spermatozoo non
ancora uniti contiene già in sé tutta l’informazione che
serve per la costruzione di un nuovo esemplare, esattamente
come la stessa informazione è contenuta nell’embrione che
essi formano. In altre parole, una qualsiasi coppia
ovulo-spermatozoo ha la stessa “dignità” biologica
dell’embrione, nel senso che è ad esso biologicamente
equipollente.
Questi semplici fatti implicano
che la scelta consapevole di impedire, attraverso qualsiasi
mezzo, l’unione di un ovulo con uno spermatozoo umani
risulta logicamente equivalente a impedire che il
corrispondente embrione si sviluppi secondo il suo normale
corso. Cioè, se chiamiamo ciò “omicidio”, allora siamo
costretti a includere nella stessa categoria anche la
contraccezione e perfino l’astinenza sessuale o la scelta
del celibato perché, dal punto di vista biologico, di fatto
producono tutti lo stesso risultato finale: una persona non
verrà al mondo e non vivrà a causa della scelta deliberata
e consapevole di qualcuno.
Dovremmo dunque
considerare “assassini” anche tutte quelle persone? È
chiaramente assurdo. E ogni volta che attraverso un
ragionamento si giunge a un assurdo significa che o il
ragionamento è sbagliato o l’ipotesi iniziale
(aborto=omicidio) è falsa. L’aborto non può essere
considerato equivalente all’omicidio, perché questa
ipotesi condurrebbe alla conclusione insensata secondo la
quale dovremmo considerarci quasi tutti omicidi.
Stabilire quando la soppressione di un gruppo di cellule è
un omicidio e quando invece non lo è, non può che derivare
da una nostra convenzione e non da un elemento oggettivo
della natura. Non diversamente dallo stabilire a che età si
è abbastanza maturi per votare.
1 luglio 2008 0:00 - Reset
Per il Sig. Alfonso Scala Lombardo: NO, l'aborto non lo
si potrà mai accantonare, lo sappiamo entrambi. Però,
qui si tratta di disciplinare, con una legge, il ricorso a
questa metodica. L'hanno fatto nel Maggio del '78
con una legge assurda, inconcepibile per molti versi, che fa
acqua da tante, troppe parti, come ho avuto modo di
argomentare, mentre la Sig.ra Francesca resta appollaiata
sul ramo dello slogan femministico: "E' mia, solo
mia e me la gestisco io" (la gravidanza), senza
argomentare alcuna delle sue decisioni e prendendosela, come
al solito quando non vi sono argomentazioni plausibili
(perchè non vi possono essere) con una supposta
"violazione delle libertà", "annullamento
della volontà delle donne o, ancora e peggio ancora, con la
Chiesa ed i preti, come se solo la Chiesa ed i preti siano
ricettacoli del rispetto per la sacralità della vita umana
o più semplicemente del buon senso della ragione, concetti
che la Sig.ra Francesca mette in secondo piano (secondo per
modo di dire), mentre tali prerogative sono alla base della
formazione sociale, culturale e razionale di qualunque
PERSONA che vuol sentirsi tale e che aborrisce, per questo,
parlare per slogans, concetti e frasi fatte.
Non
ha mica detto, Sig.ra Francesca, cosa risponderebbe alle
futili motivazioni di una ragazzetta di 18 - 19 anni che
vuole abortire perchè "non si sente pronta per fare la
mamma", però si sente pronta per fare quelle belle
cosette lì (che ha capito anche lei) e che non prende la
pillola perchè "fa uscire i brufoli" o "fa
ingrassare". Non ha mica detto la Sig.ra Francesca
cosa direbbe all'amante del ricco ingegnere quando
scopre di essere in gravidanza da lui e non dal marito.
Non ha mica detto la Sig.ra Francesca alla ragazzina che si
ritrova incinta dopo lo "sballo" del sabato sera e
non sa neanche di chi. Dice, riprendendo in prestito un
concetto sicuramente valido per alcune MA NON PER TUTTE le
donne, che l'aborto "è un dramma per la donna, un
percorso doloroso", ma ha mai stazionato in una sala
d'aspetto prospiciente quella di un servizio IVG di un
Ospedale? Le ha mai viste, lei, quelle ragazzine brufolate,
oche giulive, sguaiate, ridere, scherzare, farsi i
dispettucci con i propri ragazzini fino a tre secondi prima
di varcare quella porta? E quelle cosa sarebbero:
"donne che stanno percorrendo una strada
dolorosa"? "donne in preda ad un dramma
dell'anima"? NO, non direi proprio, cara
Sig.ra Francesca. Dopo la lettura di un libro, scritto
per gli orrori compiuti dai tedeschi durante l'ultimo
conflitto mondiale che riprendeva un concetto molto giusto,
a mio parere, sulla "banalità del male", mi sono
reso conto che questa idea non è affatto morta e sepolta.
Macchè! Uomini piccoli, insignificanti, assolutamente
normali, senza infamia e senza lodo, sono quelli pronti a
macchiarsi dei crimini più incredibili, più
ripugnanti. Perchè? Perchè non sono cresciuti
all'insegna della sacralità della vita umana.
Veda, Sig.ra Francesca, se non s'insegna alle persone il
rispetto della vita umana fin dal suo inizio, non dobbiamo
meravigliarci delle mostruosità che si vedono ogni giorno
scritte sui giornali: assassinii, stupri, stragi, sette
demoniache e chi più ne ha più ne metta. Se non la
finiamo col banalizzare tutto ciò che di buono, di sacro,
di bello, di serio esiste nella nostra vita, se non diamo
più significato a parole come "sacrificio",
"rinuncia", responsabilità",
"dovere", non ci dobbiamo meravigliare o
scandalizzare, poi, delle conseguenze che questi nostri atti
avranno sulla nostra stessa società. Restare ancorati
a stupidi ed idioti pregiudizi di una falsa libertà che
sfocia nel libertinismo, come in questo caso, è
anch'essa un modo sbagliato, bieco, a metà fra la
completa involontaria ignoranza e la volontaria completa
malignità per ignorare, irridere, sbrigare con sufficienza
una serie di argomentazioni VERE che sottolineano, ahimè
(queste ultime) quanta miseria intellettiva alberga nelle
nostre coscienze, presa solo a contemplare l'effimero ed
il futile, senza curarsi minimamente di andare
nell'essenza delle cose, nella loro linfa
vitale...meccanismo, questo, non sempre (anzi assolutamente,
mai) agevole, proprio perchè frutto di un ragionamento
profondo, filosofico, morale che la cultura (?) dei nostri
giorni e dei nostri tempi etichetta con superficialità e
velocemente come "insulso", "clericale",
"reazionario" sic et simpliciter, senza
assolutamente chiedersene il perchè. Tutto sommato è
più facile e fa più presa sugli altri (ma solo sugli
sciocchi e sugli analfabeti, però). Giudicate voi...
30 giugno 2008 0:00 - per Libero
ma come si fa a parlare di "reticenza alla diffusione
dei contraccettivi"??? ci sono distributori OVUNQUE ed
il prezzo è sensibilmente calato rispetto a 10 anni fa
(ammettetelo, siate sinceri). Da poco ho visto dal tabaccaio
I GOLDONI IN CONFEZIONE SINGOLA ad 1 euro l'uno (quelli
di marca buona, non quelli da quattro lire) e stavano in una
cesta davanti alla cassa; per non parlare dei distributori
automatici nei bagni dei locali; tutti sanno cosa è un
preservativo, tutti sanno come si usa, si impara alle scuole
medie: non ci sono scuse! Non sono un antiabortista, mi
sta bene la 194 (una legge articolata decisamente bene):ma
che si rispetti! Non capirò mai quelli che ne fanno
una questione economica, tipo "come farò col mio
stipendio"...hanno il coraggio di dare il prezzo ad un
figlio! Penso ai miei nonni, che hanno vissuto i 30 anni in
piena guerra mondiale (quando c'era la FAME VERA, ossia
non erano garantiti i pranzi e le cene) eppure avevano 5
figli ogni coppia di loro, in salute... Quanto alla
amica Silvia: ma come si fa a firmare delle dimissioni in
bianco????? ma stiamo scherzando??? che razza di richiesta
è "mi firmi le dimissioni in bianco"??? roba da
mandare a quel paese in diretta! non avrebbe MAI
DOVUTO.
30 giugno 2008 0:00 - FRANCESCA
Il commento inserito dal sig reset è terrificante!!!!!
Offensivo oltre misura nei confronti delle donne. Crede
che per una donna sia una passeggiata affrontare tutto
l'iter dell'aborto??? E' pazzesco che ci
siano persone che la pensino ancora così. La legge
sull' aborto è stata una conquista per la donna.
C'è troppo moralismo dietro quelli che denigrano la
donna che decide di interrompere una gravidanza non
desiderata. La cosa che più mi fa perdere le staffe è
che certi uomini si sentano in diritto di dover decidere per
le donne, impongono il loro pensiero sfruttando mezzi
forniti dalle alte cariche politiche ed ecclesiastiche!
E la Chiesa che cerca in ogni modo di tardare il progresso
scientifico in Italia. Viviamo in un paese che sta
veramente indietro, un paese incivile, dove la libertà
delle persone è subordinata sempre e comunque.
L'interruzione di gravidanza deve essere garantito e
invece una donna che si trova ad affrontare il trauma
dell'aborto spesso si trova davanti medici obiettori di
coscienza, istituzioni religiose che gridano al peccato,
all' infanticidio..che tentano di temporeggiare, di far
passare i giorni con scuse più o meno plausibili, che
operano un terrore psicologico sulla donna per impedirle di
abortire. E' assurdo che la RU486 in Italia ancora
non sia commercializzata!! Siamo indietro di almeno 10 anni
rispetto agli altri paesi della comunità europea.
E' assurdo che degli uomini "travestiti" (mi
riferisco ai clerici) possano limitare e ostacolare il
processo di laicizzazione in Italia. Sono atea e mi
piacerebbe tanto vivere in un paese che mi garantisse
assistenza medica in quanto libera cittadina, non in quanto
abitante di un paese che si dichiara cattolico. Mi
piacerebbe che ognuno potesse essere libero di poter
scegliere per se stesso...e invece troppo spesso sono gli
altri che decidono per noi! IO SONO PER
L'ABORTO!!
30 giugno 2008 0:00 - alfonso scala lombardo
Sig. Reset, senza ulteriori proclami e sentenze che trovano
il tempo che trovano, senza moralismi che a noi maschi
piacciono tanto, se proclamati sulla pelle delle donne,
tant'è che non abbiamo bisogno, noi, di abortire, mi
risponda, se crede alla domanda: è, sarà mai
possibile abolire,annullare,appunto "sopprimere",
quasi con un colpo di magia, l'aborto sulla faccia della
terra? La sua risposta l'attendo con ansia. Si potrà, a
parer mio, abolire la 194,ma l'aborto assolutamente no,
legale o, peggio, clandestino che sia.
30 giugno 2008 0:00 - Libero
Quanti sono quelli che vivono con gli occhi foderati di
prosciutto? Purtroppo tanti.
Nel mondo reale,
distante anni luce dal mondo celestiale dei vangeli,
dovreste sapere benissimo cosa accade quando il datore di
lavoro scopre che la propria dipendente è incinta.
Tanto per dirvene una vi racconto la storia della mia
amica Silvia. Nel 2002 viene inaugurato uno dei tanti centri
commerciali, con tanto di benedizione del vescovo. Silvia
viene assunta a tempo indeterminato, contestualmente le
viene fatta firmare una lettera di dimissioni senza data e
conservata dal datore di lavoro. Silvia si sposa, compra
casa, le rate del mutuo da pagare, una vita da far quadrare
con 1900 euro al mese complessivi (compreso lo stipendio del
marito) e i 650 euro di rata del muto (a tasso
variabile). Nel 2006 resta incinta. Non ne parla con
nessuno, a lavoro, ma qualcuno si accorge della pancia.
Non passano 3 mesi di gravidanza e la lettera di dimissioni
salta fuori. Silvia resta senza lavoro. Adesso si
coccola Giulia e fa i salti mortali per far quadrare il
bilancio con i 1100 euro del marito. Non avrebbe abortito
neanche se sotto minaccia armata, ma resta una storia
squallida di una italietta benpensante.
Se
veramente vogliamo combattere l'aborto dobbiamo
eliminare la causa, non la conseguenza. In tante nella
soluzione di Silvia avrebbero abortito e conservato il posto
di lavoro.
Smettiamola con l'ipocrisia. Chi
è capace di abbandonare il proprio figlio dopo nove mesi e
dopo un parto. Chi ti consentirebbe comunque di portare
avanti la gravidanza avendo un contratto cocopro o
interinale o finto-indeterminato come silvia.
Penso che i molti commenti di questo thread siano stati
lasciati in modo superficiale, senza entrare nel vivo del
dramma dell'aborto. Dramma causato anche da una
reticenza alla diffusione dei contraccettivi. Quando
scandalo solleverebbe collocare distributori di profilattici
dentro i bagni delle scuole superiori? Tanto scandalo per
una soluzione efficace e usata senza problemi
all'estero...
Italia=ipocrisia al 100%
30 giugno 2008 0:00 - pinetree
per "per pinetree", hai mai visto un bel maialino
con un bel chiodo in testa ? Oppure un bellissima
pecora Karakul, tolto dalle mammelle della mamma per essere
massacrato per fare una bellissima pelliccia ?
Il
feto può avere la sembianza umana, ma non è vivo.
E' sempliciamente il concetto di "vivo" che
ognuno deve costruisi nel cervello. I cristiani sono
stati inculcati che gli animali sono stati creati da dio per
essere a disposizione del uomo, cosi avete la coscienza
pulita.
Ci facciamo meno problemi a piggiare il
pulsante per fare saltare in aria qualche casa durante un
conflitto, incurante se dentro c'è qualche essere
vivente.
30 giugno 2008 0:00 - Reset
Partiamo, se vogliamo analizzare il fenomeno
"aborto" da alcuni presupposti, alcuni di ordine
etico/morale, altri di ordine legale, altri ancora di tipo
biologico/medico/clinico. Nel mio intervento mi
limiterò ad alcune considerazioni sull'aborto nei primi
tre mesi ("primi 90 giorni", come recita la Legge
194 del 1978).
Una donna che abortisce
volontariamente, fa qualcosa di eticamente/moralmente (ed
anche, per chi crede, religiosamente) scorretto?
Secondo il mio punto di vista SI' e senza possibilità
di "appello", in determinate condizioni,
quali: a) perchè non si vuole la gravidanza in senso
generico (perchè non ha fatto ricorso alla
contraccezione?) b) perchè si "vuol farla pagare
a qualcuno" (non puoi disporre a TUO ESCLUSIVO
PIACIMENTO della vita di un altro essere vivente) c)
perchè ci si rende conto che l'ha avuta "con
l'uomo sbagliato" (ma l'aveva, per caso,
ordinato il Medico di farci un figlio insieme? Eppoi
esistono delle parole, nel vocabolario italiano, che ormai,
data la loro desuetudine, dovrebbero essere cancellate: sono
le parole "sacrificio",
"responsabilità", "accettazione",
"disciplina". Hanno ancora un senso compiuto o si
è trattato per costoro di "parti di menti in preda a
delirio"?) d) perchè ci si "rovina la
linea" o altre cavolate del genere (ogni commento è
superfluo. Personalmente manderei queste persone a lavorare
la terra con zappa e rastrello per 6 mesi, da Aprile ad
Ottobre, ogni santo giorno dalle 7 di mattina alle 19 di
sera, così da non avere problemi di linea) e) perchè
"non è il momento, non ce lo possiamo permettere"
(vedi argomento contraccezione; eppoi, cari miei, se non vi
potete permettere una gravidanza, fate sesso, se proprio ci
tenete, in altri modi, ma senza utilizzare "quel"
tipo di sesso che espone alla possibilità di una
gravidanza, per rispetto alla sacralità della vita, se
ancora hanno un senso queste parole, altrimenti accettate
pure che vi ammazzino i vostri figli, quelli voluti e
desiderati, per scherzo, perchè il sabato sera è normale
sballarsi, perchè è normale per aver rifiutato una
sigaretta o altre motivazioni da veri e propri
schizofrenici!) f) perchè impedisce di lavorare o di
trovare lavoro (ancora perchè esiste una contraccezione ed
anche perchè se si è arrivati a 25 - 30 anni e si è senza
lavoro, allora NON è la gravidanza ad impedirtelo: è
qualcosa d'altro, come te stessa, la società, le leggi,
la burocrazia ma non mi sembra assolutamente giusto ed
accettabile che una donna interrompa una gravidanza per
queste motivazioni) g) perchè frutto di una relazione
"clandestina" (nessuno ti ha ordinato di tradire
il tuo uomo e se lo fai, almeno prendi la pillola: è
invisibile e ti mette al riparo da questa eventualità)
h) per l'immensa serie delle motivazioni futili che si
sentono __________________________________________
Sul piano legale, l'aborto è disciplinato, in
Italia, da una legge prima "concepita" e poi
ufficialmente "partorita" (è il caso di dirlo e
di ricordarlo) in pieno periodo idealitario e politico
post-sessantottino (la 194 del Maggio 1978). Essa, pertanto,
risente appieno del "clima" sfacciatamente
egoistico di quel periodo storico e politico. Dare ad
una donna la PIENA LIBERTA' di decidere DA SOLA ED IN
PIENA AUTONOMIA sulla sopravvivenza o meno di un essere
vivente, cadenzando ai primi 90 giorni di gestazione tale
facoltà incontrovertibile ed inapellabile, mi si
concederà, è tipica del periodo delle "nuove
streghe" (li ricordate gli "slogans"
femministi dell'epoca o no? "Tremate, tremate, le
streghe sono tornate" "E' mia e me la gestisco
io", "Sesso libero"). Questo potere di
giudice, giuria, pubblico ministero e difesa tutto
concentrato nella SOLA persona della donna, ha un non so che
di assurdo, di incomprensibile e, se volte, di macabro e
maligno. Per quale motivo la donna può decidere della
vita o della morte di un essere vivente che cresce e si
sviluppa nel suo grembo, senza possibilità di intervento
alcuno di tipo moratorio, di tipo discriminatorio, di tipo
sanzionatorio? E' assurdo tutto questo. A
parte, poi, un'altra realtà prevista dalla legge che
appare quanto meno "bizzarra": l'elemento
maschile (al quale pure appartiene l'essere vivente che
sta crescendo e sviluppandosi e che, di fatto, dal quarto
mese in poi dipende, per legge, del tutto economicamente e
socialmente all'elemento maschile di cui sopra, tenuto
al suo "mantenimento" fino alla maggiore età o
fino addirittura a quando non riesce ad autosostenersi,
secondo alcuni tribunali), nei primi tre mesi di gravidanza
lo si considera, nella legge, TOTALMENTE estraneo ai fatti
ed alle decisioni in materia (astrusità biologica e
giuridica senza precedenti a mio modesto avviso!!). Ma
com'è possibile: un uomo non può assolutamente
decidere sulla vita di suo figlio nei primi tre mesi per
diventarne, poi, l'unico "artefice" sul piano
economico, sociale, giuristizionale a partire dalla 13ma
settimana + 1 giorno di vita? Cosa scatta per i nostri
legislatori o, meglio, cosa non è scattato PRIMA di quel
periodo? (Forse il "senso di paternità"?
Mah...chi può dirlo). Una cosa resta inconcepibile per
le menti umane: una donna può letteralmente uccidere il
proprio bimbo (ma l'avete mai visto, voi, un fetolino di
10 o di 12 settimane? E' davvero un "piccolo
bambino"!!) senza nessuna colpa o restrizione legale o
giuridica, mentre diviene una persona incolpabile di reato
(infanticidio, feticidio) sempre dalla 13ma settimana + 1
giorno. Cosa cambia in quella fatidica epoca di
gravidanza?
__________________________________________
E
l'ultima domanda ci porta all'ultima serie di
considerazioni, quelle medico/biologiche/cliniche.
Cambia qualcosa alla fine el terzo mese? Dal 91mo giorno di
gravidanza in poi? Pressochè nulla. I principali
organi del futuro bimbo, per ora feto, sono già tutti
presenti. Non si verifica, al 91mo giorno di amenorrea
gravidica, nessun cambiamento o maturazione biologicamente
rilevante in alcuno di essi. Però questo feto, dal
91mo giorno della sua vita calcolata dall'ultima
mestruazione materna, presumibilmente 77mo dal suo
concepimento, diviene magicamente un "essere
umano" riconosciuto come tale, con pieni diritti
sociali, politici, umani ecc.ecc. Bah? Potenza della
legislazione!! Cosa NON aveva prima di tale limite
temporale che non ha dopo di esso? Assolutamente niente o,
meglio, non acquisisce niente di più. Assolutamente.
Per le gravidanze che possono o meno essere interrotte
per legge dopo il 90mo giorno di amenorrea e fino al 180mo e
fuori dalla legge dopo tale termine, si entra in un
ginepraio senza fine sul piano legislativo, biologico e
comportamentale talmente vasto che non basterebbero trenta
pagine dattiloscritte neanche per presentarlo.
29 giugno 2008 0:00 - per pinetree
hai mai visto un feto di 12 settimane?
29 giugno 2008 0:00 - pinetree
Non bisogna fare una questione economica, vista che lo stato
permette di partorire e non riconoscere il figlio.
Sicuramente qui c'è di mezzo una questione morale.
I cattolici, in sintonia con quello che dice la chiesa,
dicono che da quando c'è inseminazione, questo è
vita. Qualcuno dice a 4 settimane, altre ad 12, altri a
24, altri solo quando viene partorito, altri solo quando lo
dico "Io".
Personalmente non capisco
come si può chiamare omicidio chi abortisce a 12 settimane,
quando non ci si fa problemi ad uccidere animali per cibarsi
o per farsi la pelliccia.
Dipende tutto da come
ci hanno inculcato.
29 giugno 2008 0:00 - pinetree
Vac dice: "Io voglio guidare a
sinistra..." Oppure Io voglio ammazzare il
primo che incontro... Sono libero di farlo?
--------------------------------------- se ti consiglio
di andare in Inghilterra per quidare a Sinistra, posso
essere accusato di istigazione a delinquire ?
Nel
secondo case non mi risulta che ammazzare il prima che
incontri sia accettato un qualche paese. Ma non ti
preoccupare qualcun altro si prenderà lo stesso diritto per
giustizia.
29 giugno 2008 0:00 - DE pravato
""" IO sono libera di fare del MIO corpo
quello che voglio. NON volete abortire: NON FATELO!!!perché
dovete violare la MIA libertá di fare quello che voglio del
MIO corpo? """
Laviniuccia
cara, ed io sono perfettamente d'accordo con te!...
Ma vedi, piccola cara, tu non stai parlando del TUO corpo,
ma del CORPO DI UN ALTRO, come ti hanno insegnato, o
avrebbero dovuto fare, per legge, al consultorio; un ALTRO
che non è affatto contento di essere ammazzato da te!
Ed io come lo so?... semplicissimo!
Perché
(sempre come ti hanno già detto) quell'ALTRO ha appena
vinto una battaglia per non farsi rigettare, proprio come
estraneo... indovina?... proprio da te!
E'
stata la battaglia più dura della sua vita e lui,
piccolissimo, l'ha vinta da solo. Ma tu ora, grande e
grossa, dopo aver perso, ti allei con l'Inghilterra (il
tuo gigantesco ginecologo) per scamazzare la microscopica
repubblica di S,Marino che è riuscita a sopravvivere nel
tuo ventre ostile!
Ora, se non hai capito quello
che ti ho detto perché io sono uno stronzo, TU, che sei una
persona onesta, vatti ad informare seriamente!...
Poi, onestamente, torna qui e dici grazie a DE pravato e
scusa a tutti ragazzini che ammazzate!
28 giugno 2008 0:00 - mino
certo, le questioni economiche....ma 'sta 194
l'avete mai letta????
27 giugno 2008 0:00 - IVAN
Per Enrico Falcinelli: ----------------------------
Enrico, la questione non è “cosa farebbe Lavinia se
avesse sovvenzioni statali”. Ogni caso fa storia
a sé, quindi quello che farebbe la sola
“Lavinia” non fa testo. Il fatto è che
– Lavinia a parte – ci sono molti casi in cui la
questione finanziaria ha un suo peso. E senza queste
sovvenzioni la scelta diventa drastica per entrambi gli
“schieramenti”:
1) Se l'aborto è
legale: “Vorrei portare avanti la gravidanza, ma
non posso permettermelo economicamente, quindi
abortisco.”
2) Se l'aborto è illegale:
“Non desidero continuare la gravidanza, ma lo
Stato non mi permette di abortire...e così mi
“condanna” anche a un grosso sacrificio
economico.”
E' chiaro che questi sono
due esempi generici, tuttavia danno l'idea di quanto la
questione non sia riducibile a dei semplici SI o NO senza
considerare una miriade di variabili e circostanze (tra cui,
non ultime, anche quelle “venalmente”
economiche).
27 giugno 2008 0:00 - x useg gesu
" cara lavinia del tuo corpo puoi fare ciò che voi ma
qui si tratta della vita di un altro essere
vivente" Hai ragione, ma questo essere vivente non
sa nemmeno di esistere. Quindi se mammina sua decidesse di
farlo colare nel water, di certo non se ne accorgerebbe!
Certo non è colpa sua se si è rotto il preservativo o se
ti stuprano, ma se questo bambino non lo si vuole, non lo si
vuole!
27 giugno 2008 0:00 - dodd
al di là della questione aborto, su cui non mi pronuncio
perchè ne ho fin sopra i capelli: mi spiegate perchè il
sistema sanitario spagnolo dovrebbe accollarsi un intervento
su un cittadino di un altro paese solo per i suoi capricci?
Gli spagnoli pagano e noi usiamo? Se invece parlate di
cliniche private, è un altra storia...
27 giugno 2008 0:00 - Enrico Falcinelli
Cara Lavinia, si risponda sinceramente. Se avesse
sovvenzioni, aiuti ed incoraggiamenti da parte dello Stato,
qualora ne avesse il bisogno e ipotizzando genericamente il
caso, lei, abortirebbe ugualmente?
Se la sua
risposta fosse affermativa, credo che era sufficiente
fermarsi alla terza frase del suo intervento, con le
conseguenti critiche che la toccano; se invece fosse
negativa, penso che abbia ragione Anna, nella sua ultima
risposta. Saluti.
27 giugno 2008 0:00 - IVAN
Vac, non hai tutti i torti, però devi riconoscere che
ridurre la questione-aborto a “ci sono tante famiglie che
vorrebbero adottare” & “esistono i contraccettivi” è
una visione molto INCOMPLETA della situazione.
Hai scritto: “per poter vivere pacificamente assieme ci
siamo dati delle leggi.” Giusto, ma non
dimentichiamo che le leggi sono state fatte per SERVIRE
le persone, e non il contrario.
Teniamo
presente che, una volta fatta, una legge abbraccia TUTTI i
singoli casi, standardizzandoli. Quindi (aborto sì o
aborto no) ci sarà SEMPRE qualcuno scontento delle
normative. È il limite intrinseco delle leggi: una
legge “buona” non è quella che mette tutti
d'accordo, bensì quella che scontenta il MINOR numero
possibile di persone.
Per questo è
necessario ponderare a 360° tutti i PRO e i CONTRO, e
considerare attentamente il maggior numero possibile di
punti di vista e conseguenze collaterali. Il
fondamentalismo rigido (“aborto sì/no, e non voglio
sentir ragioni”) è una posizione sbagliata in partenza.
La questione è molto più complessa di un tiro alla
fune tra due opposti “schieramenti”.
Su
questo tema io non prendo una posizione. Ma so lo stesso
quali sono le posizioni da NON prendere. Soprattutto
quando queste “posizioni” devono decidere anche della
vita degli altri. _________________________________
(da LAVINIA:) << Poi mi chiedo, voi uomini cosa
cavolo ne volete capire? Tanto a voi una cosa del genere non
toccherá mai, o sbaglio? >>
Stavolta sì.
(attenta alla “posizione” femminista...)
27 giugno 2008 0:00 - Useg
Cara la mia Lavinia, del tuo corpo puoi fare quello che
vuoi, ma qui si parla di un altro essere vivente.
27 giugno 2008 0:00 - Anna
Lavinia, mi sembri un po' in confusione.
27 giugno 2008 0:00 - DE pravato
istigazione a delinquere per la legge italiana è reato o
no?
abortire oltre la 12 settimana per la legge
italiana è reato o no?
Onorevole Poretti, quanto
fa uno più uno?
(forse ci vuole un
consulente esterno, questa è matematica!)
26 giugno 2008 0:00 - Lavinia
IO sono libera di fare del MIO corpo quello che voglio. NON
volete abortire: NON FATELO!!!perché dovete violare la MIA
libertá di fare quello che voglio del MIO corpo? POI,
vac, mi permetto di citare: Ai tempi della preistoria
ognuno faceva quello che credeva giusto, ora ci siamo
civilizzati (non tutti) e per poter vivere pacificamente
assieme ci siamo dati delle leggi. Appunto, guidare a
sinistra e ammazzare il primo che incontro é illegale,
abortire no. Quindi anche abortendo si rispettano le leggi
vigenti nello stato. E, certo che esistono i
contraccettivi, ma se una viene stuprata? E se il
preservativo si rompe, e non si riesce ad avere accesso alla
CE? Tante famiglie che vorrebbero adottare? E nel
frattempo la donna come fa a vivere, visto che come é noto
per una donna incinta é impossibile trovare lavoro? E
visto che lo Stato NON FA NIENTE per aiutare le donne
incinte? Poi mi chiedo, voi uomini cosa cavolo ne
volete capire? Tanto a oi una cosa del genere non
toccherá mai, o sbaglio? poi, senza offesa, ma mi fai
ridere, tex, dare "vicinanza" e
"comprensione" non é con quella che si tira
avanti!!!!é con una valorizzazione della lavoratrice madre,
con aiuti concreti alla famiglia( o alla donna, in
alternativa!!!Non é facendo i moralisti che si riducono gli
aborti, nel caso non vi fosse ancora chiaro!!!! E Useg,
in italia non é aborto o carriera, in molti casi é aborto
o sopravvivenza Poi accidenti é sempre lí, non sei
d'accordo, bona, non farlo! XXX, ti capisco e mi
dimetto pure io!!
26 giugno 2008 0:00 - vac
"In uno stato libero se uno è contrario all'aborto
non deve essere costretto ad abortire. Se uno vuole
ricorrere all'aborto deve essere libero di
farlo."
Io voglio guidare a sinistra...
Oppure Io voglio ammazzare il primo che incontro...
Sono libero di farlo?
Ai tempi della preistoria
ognuno faceva quello che credeva giusto, ora ci siamo
civilizzati (non tutti) e per poter vivere pacificamente
assieme ci siamo dati delle leggi.
La domanda è
questa: Aborto = Omicidio? Secondo me sì.
Ricordo inoltre che ci sono tante famiglie che vorrebbero
adottare... Ricordo ancora che esistono i
contracettivi.
26 giugno 2008 0:00 - tex
la poretti come tutti i radicali predica bene e razzola male
perchè a parole fanno a gara a dire che l'aborto deve
essere legale e consentito ma che rimane un dramma nella
vita della donna; dall'altra parte non fanno NULLA per
evitare che questo dramma si compia e anzi cercano in tutti
i modi di facilitarlo... a una donna che vuole abortire
non si risponde con 'vai a londra' ma con la
comprensione e la vicinanza che possono (forse) anche
portare la stessa ad intraprendere strade meno cruente per
tutti! io mi vergogno di essere italiano quando vedo
che in senato siede certa gente!
26 giugno 2008 0:00 - Vaticano lo mette nel..
Grande libero! La pensassero tutti come te!
26 giugno 2008 0:00 - vac
Diritto all'aborto? Mai parlare del diritto di
vivere del bimbo?