Io ho solo la mia personale esperienza, e quella di un mio
genero. Io fumavo 40 "stop senza filtro" al
giorno, lui trenta Marlboro.
Quando mi accorse di
averne abbastanza dissi: "Da adesso non fumo più"
e spensi il mio ultimo mozzicone. Lui aggiunse:
"Ed per darti forza non fumo più nemmeno io" e
schiacciò il suo.
Sono ormai passati tredici
anni e né lui, né io abbiamo più fumato.
Personalmente devo dire senza nessun ripensamento né alcun
contraccolpo fisico o segnale che potesse riferirsi a
malessere da astinenza.
16 settembre 2008 0:00 - prof. Bruno Dore
URGE RETTIFICA!
unisco l'ultima comunicazione
al Messaggero, con la relativa risposta; Potrebbe
essere interessante quanto riportato, ma è basato su una
notizia "costrutita" ad arte a partire da un
lancio di Agenzia
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=30460&sez=HOME_SC
IENZA&ctc=0#commenti
Sarebbe interessante sapere
"modificato" per conto di ....(cui prodest?)?
l'autore smentisce le affermazioni
come riportate Ho ottenuto una cortese e sollecita
risposta del prof. Palmantier, interpellato in relazione
alle notizie riportare dalla testata:
"I
would never deny that nicotine is responsible for tobacco
dependence. It seems a few of my statements were taken out
of context, as I expected they would be, or there may be
something lost in translation. We do find that the more
potent effect of nicotine is to enhance the valence of other
rewards, rather than to be rewarding/reinforcing on its
own."
Il link riportato permette di accedere
all'intervista rilasciata dal prof. e dalla quale sono
artatamente estrapolate le frasi, successivamente montate
con abilità, per dare la notizia che non è la nicotina a
dare dipendenza, ma che fumare predispone al buonumore e
facilita le relazioni sociali.
Se si smonta
l'articolo, si intuisce chiaramente come questo possa
essere creato alternando frasi estrapolate, tacendo
accuratamente fatti fondamentali, inserendo considerazioni
(di fantasia) dell'articolista.
Vengono
taciuti fatti fondamentali ma viene riportato, dando
evidentemente l'impressione di maggior obiettività, il
finanziamento delle ricerche da parte di "National
Institute on Drug Abuse" ma si tace che la ricerca è
fatta per conoscere meglio il fenomeno della dipendenza dal
tabacco.
Mi sembra che il minimo che possa essere
fatto sia la pubblicazione, in evidenza, della smentita
dell'articolo da parte de "il
Messaggero".saluti
prof. Bruno Dore
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L'articolo
nasce d un lancio dell'agenzia Ansa, ed è poi stato
modificato