Brava
Poretti. C'è ancora qualcuno su cui possiamo
contare.
Intanto hanno silurato Marino (è
corretto?), troppo scomodo per gli equilibri di potere
all'interno del PD, evidentemente.
11 febbraio 2009 0:00 - Sergio
Ottimo intervento, senatrice Poretti.
Vorrei
riprendere una tua frase (possiamo darci del tu? Nel caso
basterà un cenno e tornerò all’antipatico Lei):
“Infatti, se quella vita umana è indisponibile per
l'uomo, per chi allora è disponibile? Per lo
Stato?”
Sembrerebbe che la vita umana sia
indisponibile per l’individuo, mentre ne può disporre lo
Stato e la Chiesa Cattolica che, autodefinendosi l’unica
interprete autorevole della volontà di Dio, ritiene di
poter delimitare erga omnes i confini della disponibilità
della vita individuale.
Bene indisponibile è
un’espressione dal forte connotato giuridico. La
fauna selvatica è un bene indisponibile nel senso che ne
dispone lo Stato (o le regioni) che, nel caso, stabilisce le
regole per disporne.
Anche lo Stato dispone
della vita dei cittadini quando, per esempio, commina la
pena di morte o invia i cittadini in guerra.
Anche la Chiesa Cattolica ritiene che si possa disporre
della vita umana quando, per esempio, afferma che in
determinati casi eccezionali si possa ricorrere alla pena di
morte. La Chiesa Cattolica considera immorale (cioè peccato
grave contro la legge morale divina) l’aborto,
l’eutanasia, l’omicidio, ma non considera omicidio
l’uccisione di un uomo per mezzo della pena capitale. La
Chiesa auspica il superamento della pena capitale, andando a
ruota della società civile più avvertita, ma non esprime
alcuna condanna morale riguardo a tale pena.
Della vita, dunque, si può disporre purché a disporne sia
lo Stato e\o la Chiesa.
Vogliamo prevedere che,
oltre allo Stato, a Dio, anche l’individuo possa disporre
della sua vita? O l’individuo è ridotto a un
semplice affittuario della vita?
Se devo
accettare che lo Stato possa disporre della vita, pretendo,
come minimo, di poter disporre anch’io, come individuo,
della mia vita. Come minimo voglio una
“disponibilità concorrenziale”. E riguardo a Dio,
pretendo di essere io a decidere se affidare a Lui il
“bene indisponibile” della mia vita. Io e Lui
senza nessun intermediario.
Quindi, per quanto mi
riguarda, la vita è un bene di cui dispone l’individuo,
lo Stato, limitatamente a determinate condizioni, e Dio per
libero convincimento del soggetto che gode illimitatamente e
liberamente del bene vita.
Se il disegno di
legge sul cosiddetto Testamento Biologico dovesse essere
approvato nei termini attuali (divieto di dare indicazioni
riguardo a nutrizione e idratazione forzata, divieto per il
medico di attivare o disattivare trattamenti che possano
determinare la morte del paziente), nel caso dovesse la
legge superare il vaglio della Corte Costituzionale (cosa
della quale dubito), che certamente sarà investita della
questione, do sin d’ora la mia disponibilità per proporre
e sostenere un referendum abrogativo della legge, nelle
parti inaccettabili per uno Stato laico, democratico, che
voglia essere rispettoso dei convincimenti più intimi della
persona umana.
11 febbraio 2009 0:00 - L'INFORMATORE
Segnalo l'articolo seguente di un prete fuori dal coro
ufficiale.
da:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/eluana-e-morta-el
uana-ora-vive/
Eluana è morta, Eluana ora
vive di don Paolo Farinella
“Laudato sie, mi signore, per sora nostra morte
corporale”
Ha preso tutti in contropiede
e se n’è andata con un sussulto di dignità, quasi
volesse scappare prima che gli avvoltoi del senato,
comandati a bacchetta dal loro padrone, decidessero di
condannarla all’ergastolo in uno stato di vita che vita
non è, perché non umana. Se n’è andata, lontana da suo
padre e da sua madre, quasi volesse risparmiargli l’ultima
goccia di fiele che essi sorseggiano da diciassette anni. Se
n’è andata, approvando le scelte della sua famiglia,
l’unica che in questa tragedia fu ed è scevra di
interessi e la sola che può vantare gratuità e amore senza
ricompensa. Se n’è andata quasi a smentire un pusillanime
che non ha esitato a sfregiare la vita e la morte, il
Diritto e lo Stato per trarre vantaggi e benefici per sé e
la sua bulimia di potere. Se n’è andata per non essere
complice del sigillo diabolico tra pagani e devoti, scribi e
farisei, che aggiungono pesi sulle spalle degli altri, senza
mai muovere un dito per aiutare a portarli.
E’
cresciuta come un virgulto sorridente davanti a Dio e come
una radice nella terra arida degli avvoltoi. Non aveva
apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non
splendore per provare in lei diletto, perché in coma
irreversibile. Disprezzata dal potere e dal fanatismo fu
denudata ed esposta su pubblica piazza, quando l’uomo
senza ritegno e senza valore, celiò sulla sua capacità di
partorire. Donna dei dolori che ben conobbe il patire da
oltre diciassette anni, Eluana ora sta davanti a noi
invisibile, ma presente, promessa di vita oltre la soglia
della morte, che come sorella viene ad abbracciarla per
trapiantarla nell’Eden della dignità. Disprezzata dagli
scribi e dai farisei, sempre contemporanei, non volle far
parte del coro dei suoi difensori per partito preso perché
schiavi dei loro astratti principi, e non sanno cosa sia
libertà di decidere secondo coscienza, in nome di chi disse
che lei è comunque e sempre superiore al sabato. Gli
urlatori in difesa della vita, costi quel che costi, sono
lefebvriani allo stato puro perché vogliono imporre Dio
anche a chi ha scelto di non credere: come quelli sarebbero
capaci di uccidere chi non si converte. Eluana è stata
trafitta dalla superba protervia che cerca ragione a forza
di urla; schiacciata dalla impura indecenza, ora entra nella
vita che la morte annuncia e rivela, principio di
risurrezione
Chi ha ballato sulla sua tomba prima
ancora che morisse ha avuto anche l’impudenza di gridare
“assassino” e “boia” al mite babbo, l’unico che
l’ha amata senza riserve, con il coraggio di lasciarsi
generare dalla figlia che lui aveva generato e anche
perduto. Finalmente ora può restituirla alla dignità della
morte che è l’unico modo per ridarle la vita. Nel
turbinio di questo mondo pazzo e folle, Eluana, si lasciò
umiliare e non aprì la sua bocca; come agnello condotta al
macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non
aprì la sua bocca. Eluana è morta. Silenzio. Sipario.
(Nota. Intanto si sentono le rane gracidare forte, ma
in diminuendo, fino al silenzio totale. Si spengono le luci
in dissolvenza e il buio raddoppia il SILENZIO che tutti
ascoltano senza profferire parola).
Altissimu onnipotente bon signore, tue so le laude, la
gloria e l’honore et onne benedictione. Laudato si,
mi signore, per sora nostra morte corporale, da la
quale nullu homo vivente pò skappare. (San Francesco
d’Assisi, Cantico delle creature, vv. 1-2; 28-29; sec.
XIII)