COMMENTI
  (Da 1 a 3 di 3)  
12 febbraio 2009 0:00 - Harakiri
E in quel caso io sarò con te, Sergio.

Brava Poretti.
C'è ancora qualcuno su cui possiamo contare.

Intanto hanno silurato Marino (è corretto?), troppo scomodo per gli equilibri di potere all'interno del PD, evidentemente.
11 febbraio 2009 0:00 - Sergio
Ottimo intervento, senatrice Poretti.

Vorrei riprendere una tua frase (possiamo darci del tu? Nel caso basterà un cenno e tornerò all’antipatico Lei):

“Infatti, se quella vita umana è indisponibile per l'uomo, per chi allora è disponibile? Per lo Stato?”

Sembrerebbe che la vita umana sia indisponibile per l’individuo, mentre ne può disporre lo Stato e la Chiesa Cattolica che, autodefinendosi l’unica interprete autorevole della volontà di Dio, ritiene di poter delimitare erga omnes i confini della disponibilità della vita individuale.

Bene indisponibile è un’espressione dal forte connotato giuridico.
La fauna selvatica è un bene indisponibile nel senso che ne dispone lo Stato (o le regioni) che, nel caso, stabilisce le regole per disporne.

Anche lo Stato dispone della vita dei cittadini quando, per esempio, commina la pena di morte o invia i cittadini in guerra.

Anche la Chiesa Cattolica ritiene che si possa disporre della vita umana quando, per esempio, afferma che in determinati casi eccezionali si possa ricorrere alla pena di morte. La Chiesa Cattolica considera immorale (cioè peccato grave contro la legge morale divina) l’aborto, l’eutanasia, l’omicidio, ma non considera omicidio l’uccisione di un uomo per mezzo della pena capitale. La Chiesa auspica il superamento della pena capitale, andando a ruota della società civile più avvertita, ma non esprime alcuna condanna morale riguardo a tale pena.

Della vita, dunque, si può disporre purché a disporne sia lo Stato e\o la Chiesa.

Vogliamo prevedere che, oltre allo Stato, a Dio, anche l’individuo possa disporre della sua vita?
O l’individuo è ridotto a un semplice affittuario della vita?

Se devo accettare che lo Stato possa disporre della vita, pretendo, come minimo, di poter disporre anch’io, come individuo, della mia vita.
Come minimo voglio una “disponibilità concorrenziale”.
E riguardo a Dio, pretendo di essere io a decidere se affidare a Lui il “bene indisponibile” della mia vita.
Io e Lui senza nessun intermediario.

Quindi, per quanto mi riguarda, la vita è un bene di cui dispone l’individuo, lo Stato, limitatamente a determinate condizioni, e Dio per libero convincimento del soggetto che gode illimitatamente e liberamente del bene vita.

Se il disegno di legge sul cosiddetto Testamento Biologico dovesse essere approvato nei termini attuali (divieto di dare indicazioni riguardo a nutrizione e idratazione forzata, divieto per il medico di attivare o disattivare trattamenti che possano determinare la morte del paziente), nel caso dovesse la legge superare il vaglio della Corte Costituzionale (cosa della quale dubito), che certamente sarà investita della questione, do sin d’ora la mia disponibilità per proporre e sostenere un referendum abrogativo della legge, nelle parti inaccettabili per uno Stato laico, democratico, che voglia essere rispettoso dei convincimenti più intimi della persona umana.
11 febbraio 2009 0:00 - L'INFORMATORE
Segnalo l'articolo seguente di un prete fuori dal coro ufficiale.

da: http://temi.repubblica.it/micromega-online/eluana-e-morta-el uana-ora-vive/

Eluana è morta, Eluana ora vive
di don Paolo Farinella


“Laudato sie, mi signore, per sora nostra morte corporale”


Ha preso tutti in contropiede e se n’è andata con un sussulto di dignità, quasi volesse scappare prima che gli avvoltoi del senato, comandati a bacchetta dal loro padrone, decidessero di condannarla all’ergastolo in uno stato di vita che vita non è, perché non umana. Se n’è andata, lontana da suo padre e da sua madre, quasi volesse risparmiargli l’ultima goccia di fiele che essi sorseggiano da diciassette anni. Se n’è andata, approvando le scelte della sua famiglia, l’unica che in questa tragedia fu ed è scevra di interessi e la sola che può vantare gratuità e amore senza ricompensa. Se n’è andata quasi a smentire un pusillanime che non ha esitato a sfregiare la vita e la morte, il Diritto e lo Stato per trarre vantaggi e benefici per sé e la sua bulimia di potere. Se n’è andata per non essere complice del sigillo diabolico tra pagani e devoti, scribi e farisei, che aggiungono pesi sulle spalle degli altri, senza mai muovere un dito per aiutare a portarli.

E’ cresciuta come un virgulto sorridente davanti a Dio e come una radice nella terra arida degli avvoltoi. Non aveva apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lei diletto, perché in coma irreversibile. Disprezzata dal potere e dal fanatismo fu denudata ed esposta su pubblica piazza, quando l’uomo senza ritegno e senza valore, celiò sulla sua capacità di partorire. Donna dei dolori che ben conobbe il patire da oltre diciassette anni, Eluana ora sta davanti a noi invisibile, ma presente, promessa di vita oltre la soglia della morte, che come sorella viene ad abbracciarla per trapiantarla nell’Eden della dignità. Disprezzata dagli scribi e dai farisei, sempre contemporanei, non volle far parte del coro dei suoi difensori per partito preso perché schiavi dei loro astratti principi, e non sanno cosa sia libertà di decidere secondo coscienza, in nome di chi disse che lei è comunque e sempre superiore al sabato. Gli urlatori in difesa della vita, costi quel che costi, sono lefebvriani allo stato puro perché vogliono imporre Dio anche a chi ha scelto di non credere: come quelli sarebbero capaci di uccidere chi non si converte. Eluana è stata trafitta dalla superba protervia che cerca ragione a forza di urla; schiacciata dalla impura indecenza, ora entra nella vita che la morte annuncia e rivela, principio di risurrezione

Chi ha ballato sulla sua tomba prima ancora che morisse ha avuto anche l’impudenza di gridare “assassino” e “boia” al mite babbo, l’unico che l’ha amata senza riserve, con il coraggio di lasciarsi generare dalla figlia che lui aveva generato e anche perduto. Finalmente ora può restituirla alla dignità della morte che è l’unico modo per ridarle la vita. Nel turbinio di questo mondo pazzo e folle, Eluana, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; come agnello condotta al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Eluana è morta. Silenzio. Sipario.

(Nota. Intanto si sentono le rane gracidare forte, ma in diminuendo, fino al silenzio totale. Si spengono le luci in dissolvenza e il buio raddoppia il SILENZIO che tutti ascoltano senza profferire parola).


Altissimu onnipotente bon signore,
tue so le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Laudato si, mi signore, per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare.
(San Francesco d’Assisi, Cantico delle creature, vv. 1-2; 28-29; sec. XIII)


(9 febbraio 2009)

  COMMENTI
  (Da 1 a 3 di 3)