confronto tra scienziati, avvocati, volontari ambientalisti
e rappresentanti delle istituzioni
tutta gente che alla fine per qualche paninazzo...fa la fine
di veronesi e della hack...perché mejo morti che senza cell
ulari...li vediamo scendere in strada per far vedere che
loro ce l'hanno...invece chi non ha colpa e muore sono
quelli di Cesano che sono costretti a tirare le cuoia nella
peggiore delle maniere perché i padroni di Zio devono
diffondere le loro interessate menzogne in tutte le parti
più lontane della Terra per abbindolare i
FFFFFFFFESSIIIIIIII!
17 giugno 2011 15:35 - Annapaola Laldi
Riporto qui sotto il sunto del convegno tenuto a Roma il 14
giugno scorso, che si può leggere anche su:
http://punto-informatico.it/3190276/PI/News/elettrosmog-cosa
-dice-scienza-italia.aspx
Elettrosmog, cosa dice la scienza in Italia. Se ne è
parlato a un convegno organizzato da A.M.I.C.A.. Alcuni test
hanno evidenziato che l'irradiamento del sistema cellulare
ha provocato la diminuzione delle cellule vitali e l'aumento
di quelle cancerose a partire da un'ora di esposizione …
L'argomento è stato affrontato da tutti i punti di vista e
le conclusioni sono allarmanti.
Fonte: Punto Informatico http://www.punto-informatico.it
Che correlazione c'è tra emissioni elettromagnetiche e
disfunzioni biologiche? Qual è lo stato della ricerca
scientifica? Quali gli strumenti legislativi? Se ne è
parlato a un convegno organizzato da A.M.I.C.A.
Roma - Si è svolto presso la Sala delle Conferenze di
Palazzo Marini a Roma il convegno dal titolo "Telefonia
mobile, Wi-Fi e Wi-Max: un pericolo per la salute?",
organizzato dall'Associazione malattie da intossicazione
cronica e/o ambientale (A.M.I.C.A.). Una giornata di
confronto tra scienziati, avvocati, volontari ambientalisti
e rappresentanti delle istituzioni per fare il punto sui
rischi per la salute connessi ai dispositivi mobili e alle
radiofrequenze. Una carrellata di interventi di spessore
scientifico e giuridico dai quali sono emerse due
conclusioni fondamentali: la necessità di continuare e
incrementare gli studi indipendenti, l'urgenza che i
soggetti politici affrontino seriamente e concretamente il
problema.
La prima sessione di interventi, volta a scandagliare le
evidenze scientifiche sul rischio connesso all'esposizione
ai campi elettromagnetici delle comunicazioni wireless, ha
dato spazio alla presentazione di ricerche di carattere
sperimentale ed epidemiologico condotte da scienziati
italiani e internazionali.
Fiorenzo Marinelli, ricercatore dell'Istituto di Genetica
Molecolare presso il CNR di Bologna, ha illustrato i
risultati degli studi in vitro e in ambiente per evidenziare
l'interazione tra WiFi, radar e telefoni mobili con la
vitalità cellulare. Gli esperimenti relativi alla rete
wireless hanno mostrato che l'irradiamento del sistema
cellulare ha provocato la diminuzione delle cellule vitali e
l'aumento di quelle cancerose a partire da un'ora di
esposizione. Gli effetti biologici documentati relativi alle
radiofrequenze e alle microonde hanno segnalato danni al
DNA, ai cromosomi, produzione di radicali liberi,
l'alterazione dei neurotrasmettitori, invecchiamento
precoce, perdita di memoria e la comparsa di alcune
allergie. L'indagine epidemiologica condotta nel comune di
Potenza Apicena (originata dalla presenza di
un'epidemiologia misconosciuta che colpiva le persone
esposte a onde elettromagnetiche) ha dimostrato, evidenzia
Marinelli, che l'esposizione a radar produce la
devitalizzazione cellulare dopo 24-48 ore. Il ricercatore,
tuttavia, ha altresì espresso l'esigenza di compiere studi
più approfonditi allo scopo di osservare il nesso di
causalità tra esposizione e malattie rilevate (tumore al
seno, alla tiroide, autismo, leucemie ecc). Secondo
Marinelli, inoltre, il Tasso di assorbimento specifico o
SAR, vale a dire il sistema di misurazione utilizzato per
calcolare la percentuale di energia elettromagnetica
assorbita dal corpo umano in condizioni di esposizione a un
campo elettromagnetico a radiofrequenza, risulta di
"un'approssimazione estrema".
Dal canto suo Settimio Grimaldi, del CNR di Roma, si è
impegnato a dimostrare e spiegare le basi teoriche e
biologiche del danno da esposizione ai campi
elettromagnetici. Secondo il biofisico, gli effetti
provocati da questi ultimi sono di tipo biologico oltre che
termico; in particolare, si rendono rilevanti le conseguenze
nocive sul sistema nervoso centrale, le cui proteine, rese
mal funzionanti, si legano al sopraggiungere di patologie
quali demenza senile e schizofrenia.
La dottoressa Valeria Pacifico, dell'Istituto Dermopatico
dell'Immacolata, ha invece analizzato lo stress ossidativo
in relazione alle radiazioni non ossidanti. Monitorando un
campione di 541 pazienti elettrosensibili, è stato
evidenziato che, a oggi, non sono ancora stati identificati
i marcatori utili a definire criteri diagnostici, quindi le
linee terapeutiche volte alla cura delle disfunzioni. Al
momento è soltanto ipotizzato che la vicinanza e l'utilizzo
di videoterminali, cellulari, telefoni cordless e altri
apparecchi elettromagnetici siano la causa delle disfunzioni
a livello chimico e metabolico rilevate. Il paziente,
dunque, non ha altra scelta che eliminare ciò che considera
essere il fattore scatenante dei propri malesseri, con un
peggioramento evidente della qualità di vita.
Una dei richiami più interessanti e incalzanti della
giornata è arrivato dal dottor Ernesto Burgio, presidente
dell'Associazione Internazionale Medici per l'Ambiente
(ISDE), il quale ha espresso a gran voce la necessità di
elaborare modelli biologici, genetici ed epigenetici invece
che fisici per lo studio dell'elettrosensibilità, poiché
il modello lineare elaborato dai fisici non ha attinenza
alcuna con gli studi epidemiologici. In questo modo,
sostiene Burgio, da Hiroshima a Chernobyl sarebbero
rivalutati in maniera critica i numeri dei contaminati,
calcolati, secondo Burgio, in modo "astratto" e
"fuorviante". Entrando nel merito dello studio presentato,
è stato mostrato come i danni delle radiazioni ionizzanti
non si evidenziano immediatamente nel soggetto esposto, ma
addirittura nei soggetti di seconda e terza generazione:
ciò è indice, secondo Burgio, della necessità di
modificare le linee di studio passando dal paradigma fisico
a quello epigenetico.
In questo solco si colloca anche la durissima critica
rivolta al mega studio Interphone, considerato da alcuni
scienziati italiani fuorviante per la scelta dei fattori di
rischio. Un apprezzamento, invece, per l'ultima azione della
IARC che ha inserito i campi elettromagnetici nella
categoria 2B ossia "potenzialmente cancerogeno per gli
individui", con l'auspicio, espresso dai medici presenti,
che possa presto essere considerato anche il gruppo 2A.
La plausibilità tra l'esposizione alle radiazioni
elettromagnetiche e l'alterazione del genoma è stata
indagata da Morando Soffritti, direttore scientifico
dell'Istituto Ramazzini di Bologna, il quale ha presentato i
primi risultati di un grande progetto sperimentale condotto
su oltre 18mila ratti e dal quale emerge che l'esposizione a
bassa dose di radiazioni gamma procuri un aumento
significativo dell'incidenza di tumori mammari sui topi
femmina. Inoltre, sostiene Soffritti, i limiti di
esposizione al campo magnetico della corrente elettrica
nell'ambiente di lavoro stabiliti dall'ICNIRP devono essere
rivisti.
Il panel della mattina ha ospitato come ultimo intervento il
professor Olle Johansson (dell'Unità di Dermatologia
Sperimentale del Karolinksa Institute in Svezia, e membro
del Royal Institute of Technology di Stoccolma), considerato
uno dei "campioni" della lotta all'elettrosensibilità.
Johansson ha ripercorso le tappe mediche e politiche
percorse verso l'adozione del principio di precauzione
sancito dalla Comunità Europea e in base al quale si
chiede, in particolare, di adottare un quadro di linee guida
per limitare l'utilizzo di cellulari e cordless da parte dei
bambini e dei gruppi vulnerabili. Johansson ha anche
polemizzato con i criteri di selezione degli esperti
all'interno di organismi di massima rilevanza internazionale
come l'OMS, i quali, afferma il medico svedese, spesso si
avvalgono di consulenti collusi con le telco.
La sessione del pomeriggio ha ospitato il confronto tra
legali e rappresentanti delle istituzioni in merito agli
aspetti normativi della tutela dai campi elettromagnetici.
Il quadro disegnato non è stato per nulla confortante: alla
sostanziale carenza e inadeguatezza della normativa vigente
si aggiunge anche una sorta di crisi del diritto penale in
toto, alle prese con l'intricato problema dell'accertamento
causale del danno e, conseguentemente, con l'emissione del
giudizio di colpevolezza.
A Lorenzo Lombardi, responsabile della Sezione Inquinamento
Acustico ed Elettromagnetico del Ministero dell'Ambiente, è
spettato il compito di illustrare il contento della legge 26
del 2001 volta alla tutela degli effetti dell'esposizione
agli impianti radioelettrici e alla telefonia mobile. Pur
prevedendo anche degli obiettivi di qualità, si tratta di
una legge quadro "monca", almeno secondo l'avvocato Matteo
Ceruti, il quale non ha esitato a definire come "allarmante"
lo stato delle cose. La legge quadro, infatti, risulta
essere secondo l'amministrativista un provvedimento
inattuato nei suoi passaggi fondamentali per la clamorosa
assenza dei decreti attuativi. Oltre che per non poter
irrogare le sanzioni in mancanza dell'indicazione di
un'autorità preposta, la legge si presenta fallimentare per
quattro motivi fondamentali: la mancata attuazione di molte
sue parti, i problemi intrinseci in essa rilevati, il
depotenziamento, talvolta rovesciamento dei principi e,
infine, l'applicazione giurisprudenziale largamente
insufficiente. A questo si aggiunge, secondo Ceruti, la
mancanza dell'aggiornamento scientifico previsto dalla
stessa legge.
Citando il caso di Radio Vaticana, Maria Cristina Tabano
(avvocato del Codacons) prima e Nicola Bramante (penalista)
dopo hanno messo in chiara luce un punto fondamentale che
attiene al nesso di causalità tra danno e colpa. Data la
significativa mancanza di certezze scientifiche in merito, i
due legali hanno citato alcune sentenze della Corte di
Cassazione secondo cui, perché possano essere determinati
danno e colpevolezza sono sufficienti le leggi statistiche,
anche con coefficiente medio-basso, purchè siano in grado
di spiegare l'evento specifico.
Tale interpretazione riguarda un problema rilevante: è
possibile affermare, oltre ogni ragionevole dubbio, che
certi eventi lesivi (addirittura omicidi colposi) siano
ricollegabili all'elettrosmog? Come evidenziato anche dagli
interventi degli esponenti del mondo della medicina, una
correlazione esatta non potrà mai essere verificata. In
questo senso, dunque, il massimo grado della giustizia
italiana non richiede la certezza assoluta, ma una
conoscenza probabilistica che, insieme alle circostanze del
caso concreto, possa dimostrare l'evento. Cristina
Sciannamblo
9 giugno 2011 8:29 - Annapaola Laldi
Il 14 giugno, cioè martedì prossimo, a partire dalle 8:30,
si terrà a Roma (Camera dei Deputati-Palazzo Marini) un
convegno internazionale su: "Telefonia mobile, Wi-Fi e
Wi-Max: un pericolo per la salute?".
Il programma definitivo è pubblicato sul sito
dell'associazione A.M.I.C.A.
(http://www.infoamica.it/default.asp). Per partecipare
occorre prenotarsi entro il 10 giugno.
L’Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o
Ambientale (A.M.I.C.A.) presenta il convegno internazionale
“Telefonia mobile, Wi-Fi e Wi-Max: un pericolo per la
salute?” che si terrà a Palazzo Marini Sala delle
Conferenze in Via del Pozzetto, 158 - Roma (P.zza San
Silvestro) il 14 giugno 2011.
Dopo l’apertura da parte dell’On. Pierfelice Zazzera,
che di recente ha presentato un’interpellanza sui decreti
attuativi della legge quadro 36/2001, che quest’anno
compie dieci anni, i lavori saranno divisi in due sessioni:
la prima sarà dedicata alle evidenze scientifiche del
rischio connesso all’esposizione a campi elettromagnetici
emessi dalle tecnologie di comunicazione senza fili, con un
servizio di interpretariato inglese-italiano e
italiano-inglese; nel pomeriggio esperti legali e politici
si confronteranno sugli aspetti normativi della tutela
dall’elettrosmog.
“Visto il recente riconoscimento da parte di un tribunale
italiano del nesso causale tra l'uso massiccio del cellulare
e l'insorgenza di tumore al trigemino, nonché
l’osservazione, da approfondire, di alcuni cluster di
cancro tra coloro che abitano vicino ai ripetitori, abbiamo
sentito il bisogno di fare il punto della situazione sugli
effetti biologici dei campi elettromagnetici emessi dalla
telefonia mobile e dalle reti per Internet senza fili e di
mettere anche a confronto i legislatori e gli avvocati che
si trovano in prima linea nella difesa del cittadino”,
commenta Francesca Romana Orlando, giornalista e Vice
Presidente di A.M.I.C.A..
Al mattino saranno presenti, tra gli altri, il dott.
Settimio Grimaldi dell’Inmm-Cnr, Università di Tor
Vergata, che illustrerà le basi teoriche e biologiche del
danno da esposizione a campi elettromagnetici; la dott.ssa
Chiara De Luca, Responsabile del Laboratorio BILARA
dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma che
relazionerà su “Stress ossidativo e suscettibilità alle
radiazioni non ionizzanti”.
Interverranno, inoltre, il dott. Livio Giuliani Dirigente
della Ricerca dell’INAIL e il dott. Morando Soffritti
dell’Istituto Ramazzini, che hanno coordinato una
importante monografia sugli effetti non-termici dei campi
elettromagnetici dell’ICEMS, un’organizzazione
indipendente di scienziati che da anni promuove un uso più
cauto delle tecnologie che emettono radiazioni da
radiofrequenza.
Il dott. Fiorenzo Marinelli, Ricercatore dell’Istituto di
Genetica Molecolare, Centro Nazionale delle Ricerche di
Bologna, analizzerà l’interazione di radar, cellulari e
Wi-Fi con la vitalità cellulare attraverso la presentazione
di studi in vitro e in ambiente, mentre il dott. Ernesto
Burgio, pediatra e Presidente del Comitato Scientifico di
ISDE – Medici per l’Ambiente illustrerà i possibili
danni genetici ed epigenetici da campi elettromagnetici, che
possono trasmettersi anche da una generazione
all’altra.
“Sempre più persone si rivolgono alla nostra associazione
perché riferiscono sintomi di Elettrosensibilità - cioè
reazioni come mal di testa, irritazioni cutanee, insonnia,
disorientamento spaziale, perdita della memoria, acufeni,
ecc - in seguito all’esposizione ai campi
elettromagnetici, ma tale fenomeno è largamente
sottovalutato dalle agenzie di salute nazionali e
internazionali; servono linee guida che tutelino
maggiormente le fasce sensibili della popolazione”, spiega
Silvia Bigeschi, Vice Presidente di A.M.I.C.A.
“Talvolta al malato basta allontanarsi per un certo
periodo dai campi elettromagnetici per recuperare lo stato
di salute, ma in alcuni casi l’Elettrosensibilità diventa
una condizione totalmente invalidante che stravolge la vita
della persona, costringendola ad una continua fuga dalle
radiazioni. Stranamente questa allergia sembra colpire
soprattutto persone che già soffrono di Sensibilità
Chimica Multipla (MCS), una condizione che comporta
l’intolleranza alle sostanze chimiche, probabilmente per
comuni meccanismi eziopatogenetici”, conclude Silvia
Bigeschi.
In mattinata illustrerà il suo protocollo diagnostico e
terapeutico per l’Intolleranza ai Campi Elettromagnetici
il prof. Dominique Belpomme, oncologo, docente del Centre
Hospitalier Universitaire Necker-Enfants malades di Parigi e
Presidente dell'Associazione per la Ricerca Terapeutica
Anti-cancro (ARTAC).
Un altro esperto a livello internazionale di
Elettrosensibilità, il prof. Olle Johansson del
Dipartimento di Neurologia Sperimentale, Istituto Karolinska
di Stoccolma, parlerà del consenso di scienziati del gruppo
Seletun pubblicato lo scorso febbraio. Tale consenso, in
analogia a quanto già fatto dagli scienziati del gruppo
Bioinititive, di cui pure Johansson faceva parte, promuove
un drastico abbassamento dei limiti di esposizione e la
promozione di pratiche volte a minimizzare i rischi per la
salute, come l’adozione di auricolari per i cellulari e il
divieto dell’uso nei più giovani.
Nel pomeriggio interverranno il Sen. Felice Casson, che
illustrerà la sua proposta di legge sull’elettrosmog, il
dott. Lorenzo Lombardi, Responsabile Sezione Inquinamento
Acustico ed Elettromagnetico, della Direzione Generale per
le Valutazioni Ambientali del Ministero dell'Ambiente e
della Tutela del Territorio e del Mare e alcuni avvocati
impegnati in materia di elettrosmog: l’Avv. Matteo Ceruti
Amministrativista di Rovigo, l’Avv. Maria Cristina Tabano
del Codacons di Roma, che si concentrerà sulla Class action
dei consumatori sui cellulari; l’Avv. Vittorio Amedeo
Marinelli, Presidente di Europeanconsumers e l’Avv. Nicola
Bramante, Penalista di Roma.
L’evento ha ricevuto il patrocinio della Regione Lazio,
della Provincia di Roma, di Federsanità ANCI e di numerse
associazioni tra cui ISDE – Medici per l’Ambiente,
l’International Electro Magnetic Fields Alliance (IEMFA),
l’International Commission on Electro Magnetic Safety
(ICEMS), Europeanconsumers, Ass. Elettrosmog Volturino.
Il programma definitivo sarà pubblicato a breve sul sito di
A.M.I.C.A. www.infoamica.it.
L’ingresso al convegno è gratuito. Per partecipare
bisogna prenotarsi entro il 10 giugno: chiamando il Tel.
0572 767884 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 11 o
inviando la scheda di partecipazione per email a
[email protected] o per fax. 0572 767884
In considerazione della presenza all’evento di malati di
Elettrosensibilità e Sensibilità Chimica Multipla, i
partecipanti sono caldamente invitati a non usare profumi o
altre sostanze chimiche odorose e a tenere spento il
cellulare durante la manifestazione.
21 agosto 2010 21:44 - Annapaola Laldi
Richiamo queste noterelle per soddisfare la richiesta
dell'Associazione AMICA (Associazione Malattie da
Intossicazione Cronica e/o Ambientale) che in una mail
annuncia il Convegno che si terrà a Roma il 24 settembre
p.v.
Non posso riprodurre il depliant che però è leggibile e
scaricabile a questo indirizzo:
http://www.infoamica.it/public/Convegno_AMICA.pdf.
Cari Tutti,
è con molto piacere che vi invitiamo al convegno di AMICA
dal titolo "Nuove Malattie Ambientali" che si terrà a
Palazzo Marini - Camera dei Deputati, Roma il 24 settembre
2010.
L'ingresso è gratuito, ma è richiesta la prenotazione
perché i posti a disposizione sono 210. Inviamo il depliant
in formato PDF e in formato JPG (per chi vuole pubblicarlo
sul proprio sito o su FB) e la scheda di partecipazione da
inviare ad AMICA entro il 20 settembre.
Siamo riusciti ad avere con noi esperti italiani e
internazionali che si occupano di salute ambientale e dei
danni da inquinamento chimico ed elettromagnetico, con una
serie di interventi sulle principali novità in campo di
medicina ambientale: MCS, Fibromialgia, CFS, intossicazione
da amalgama dentale, Elettrosensibiltà e danni da
elettrosmog.
Tra gli altri avremo con noi il Prof. Martin Pall, che ha
pubblicato varie ricerche sulla MCS, CFS e FM e il Prof.
Olle Johansson, massimo esperto internazionale di
Elettrosenisibilità.
Speriamo vivamente che parteciperete numerosi e gentilmente
chiediamo di dare massima diffussione all'evento,
cordiali saluti.
Silvia Bigeschi
Vice Presidente di AMICA
Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o
Ambientale
C.P. 3131
00121 Roma
www.infoamica.it [email protected]
(Tel. 0572 767884)
27 giugno 2010 21:43 - Annapaola Laldi
Trovo sul sito www.gevam.it l'articolo che ripropogno qui
sotto.
Elettrosensibilità, una malattia non da tutti riconosciuta,
ma particolarmente studiata in Svezia
Fonte: Terranauta, http://www.terranauta.it/nt/home.php
L’elettrosensibilità è una malattia. Ad affermarlo,
contro l’opinione di istituzioni e multinazionali del
telefonino, è il Professor Olle Johansson che, da oltre 20
anni, studia il fenomeno. La Svezia ha risposto
all’allarme del professore, altri paesi stanno valutando
se riconoscerne il lavoro e prendere provvedimenti.
L’Italia, ancora una volta, sembra ferma al palo.
di Andrea Boretti
Allergico al telefono, al cellulare, alla televisione e al
forno a microonde. No, non è una rivolta sociale di chi
rifiuta la modernità e l'essere reperibili sempre e a
qualunque costo, si tratta di una vera e propria malattia.
Lo dice l'OMS che stima in una cifra compresa tra l'1% e il
3% della popolazione mondiale le persone affette da
elettrosensibilità.
I sintomi della malattia sono diversi: cefalea, vertigini,
rossore, tachicardia. "Una chiamata al telefonino un giorno
mi ha portato alle convulsioni" racconta Sergio Crippa,
membro dell'Associazione Italiana Elettrosensibili e
coordinatore dei malati in Lombardia. L'intensità varia,
ovviamente, da persona a persona, quello che non varia e
sembra non varierà con semplicità è lo status della
patologia che ancora oggi non è considerata una malattia a
tutti gli effetti in nessun paese del pianeta.
A dire il vero un'eccezione c'è ed è la solita Svezia, che
come spesso accade è all'avanguardia nella tutela di molti
diritti civili. Il riconoscimento da parte di questo paese
è il risultato di anni di pressione sulle istituzioni del
Dottor Olle Johanson, vero e proprio pioniere degli studi
sull'elettrosensibilità che, da oltre 20 anni, studia la
materia diventando, nel corso del tempo, una sorta di
portavoce di chi nel mondo si dichiara elettrosensibile.
Secondo Johansson chi si dichiara tale soffre di una vera e
propria allergia. Il nostro sistema immunitario - spiega il
professore svedese - si è sviluppato in sintonia con nemici
riconosciuti e non è pronto a fronteggiare gli "allergeni"
elettromagnetici contenuti in segnali TV, onde radio e via
dicendo.
L'intensità del disturbo varia ovviamente a seconda dei
casi e Johanson è riuscito nel corso degli anni ad
analizzare e riconoscerne le diverse tipologie. Questa
ricerca lo ha rafforzato nella convinzione che la
percentuale di elettrosensibili sia decisamente più alta
(tra il 3% e il 10%) rispetto alle stime dell'OMS.
Vere e proprie cure ovviamente non ce ne sono, l'unica
speranza al momento è che politici e amministrazioni
fissino nuovi limiti di sicurezza nello sviluppo delle nuove
tecnologie
"In una risoluzione UE del 4 Settembre 2008, il Parlamento
Europeo ha riconosciuto che l'esposizione ai livelli di
radiazione deve basarsi su fattori biologici, non solo sugli
effetti del surriscaldamento. Una posizione sottolineata
anche da un rapporto dello scorso 23 Febbraio" racconta
Johansson.
Un segnale che qualcosa si sta muovendo? Forse, visto che
anche Canada, USA, Regno Unito e Svizzera stanno valutando
l'ipotesi di riconoscere l'elettrosensibilità come una
malattia. Non così in Italia dove la questione è al centro
di un forte dibattito. Protagonisti della diatriba sono da
una parte l'Associazione Italiana Elettrosensibili e quella
per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o ambientale
(MCS) - che lottano per il riconoscimento della patologia -
dall'altra le istituzioni e e la Società Italiana di
Elettromagnetismo che appoggia la posizione dell'OMS secondo
cui l'elettrosensibilità sarebbe solo una suggestione
psicologica.
"Mancano dati di laboratorio precisi" dice Guglielmo
D'Inzeo, ordinario di Interazione bioelettromagnetica presso
La Sapienza di Roma. A queste critiche risponde invece
Angelo Levis, ex ordinario di Mutagenesi ambientale a Padova
e fondatore di Apple (Associazione per la Prevenzione e la
Lotta all'Elettrosmog), secondo cui il mancato
riconoscimento della malattia è dovuto semplicemente alla
commistione tra chi fa ricerca, chi fa servizi di telefonia
mobile e la realtà istituzionale internazionale. "Questa
situazione - afferma Levis - provocherà nei prossimi anni,
gli stessi danni che il tabacco ha fatto al '900, e la sua
effettività è dimostrata da studi epidemiologici,
geografici e dal lavoro di Johansson, che ha aperto uno
spiraglio di luce per tutti i malati".
12 aprile 2010 16:43 - Annapaola Laldi
Riprendo la parola per segnalare le attività di
sensibilizzazione sulle malattie da intossicazione cronica
e/o ambientale organizzate da AMICA per il mese di
maggio.
Roma, Orvinio, Catania, Pistoia, Sesto Fiorentino e Bra sono
le località interessate. Per saperne di più:
http://www.infoamica.it/.
6 gennaio 2010 15:50 - Annapaola Laldi
Ecco il testo della porposta di legge dell'on.le Scilipoti:
CAMERA DEI DEPUTATI
————————
PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa del deputato SCILIPOTI
————
“Norme per la tutela dei soggetti affetti da Disabilità
Ambientale”
——————
Presentata il 21 dicembre 2009
——————
ONOREVOLI COLLEGHI ! — Negli ultimi cento anni
l’ambiente di vita dell’Uomo è stato completamente
stravolto dalle attività industriali. Se prima
dell’avvento della chimica, in Natura, erano presenti
circa 150 sostanze chimiche, oggi ce ne sono sul mercato
oltre 100.000, la maggior parte delle quali non testate per
gli effetti sulla salute a lungo termine.
Parallelamente, le micro-onde di fondo dell’ambiente
naturale erano praticamente inesistenti, e derivavano da
fonti extraplanetarie, dell’ordine di un miliardesimo di
microwatt per centimetro quadrato, mentre le comunicazioni
personali senza fili introdotte negli ultimi quindici anni
hanno introdotto livelli di potenza che possono arrivare ai
alle decine di micro watt per centimetro quadrato.
Il corpo umano, dunque, per migliaia di anni si è evoluto
in un ambiente formato solo da 150 sostanze chimiche,
praticamente privo di micro-onde e non è biologicamente
preparato a proteggersi dall’improvviso aumento di questi
fattori ambientali, a differenza, per esempio, della difesa
dai raggi ultravioletti del sole che è garantita, dopo
secoli di selezione evolutiva, dalla melanina.
La nostra società si trova ad affrontare, quindi,
l’emergenza di tutta una serie di nuove patologie e di
disturbi causati dall’impiego di sostanze tossiche, che
sono state considerate innocue per decenni, nonché di
sostanze di cui non è noto l’effetto sanitario così come
di campi elettromagnetici biologicamente attivi, sebbene
considerati innocui dalle leggi vigenti che si basano
esclusivamente sugli effetti termici della radiazione
elettromagnetica.
A tal proposito va ricordato che la determinazione dei
limiti di legge per le esposizioni ad agenti tossici o a
campi elettromagnetici è storicamente determinata sulla
base di studi che sono in gran parte finanziati dalla stessa
industria ed è scientificamente dimostrato che le leggi di
salute pubblica arrivano con ritardo ad adeguarsi al
progresso delle conoscenze scientifiche.
Nel caso dei campi elettromagnetici, per esempio, a fronte
di una proliferazione incontrollata di prodotti per le
comunicazioni senza fili, nell’ultimo decennio sono
aumentate le evidenze degli affetti non-termini delle
esposizioni a campi magnetici molto inferiori di quelli
presenti nelle linee guida, al punto che in diverse
occasioni scienziati indipendenti hanno adottato risoluzioni
per un abbassamento dei limiti di legge di questi campi:
Risoluzione di Catania (2002), Risoluzione di Benevento
(2006), Risoluzione di Londra (2007), Risoluzione di Venezia
(2008), Risoluzione di Porto Alegre (2009).
Nel 2007 alcuni scienziati indipendenti si sono uniti nel
Gruppo BioInitiative per effettuare una revisione degli
studi e analizzare le attuali politiche sanitarie in merito
ai campi elettromagnetici alla luce del principio di
precauzione (www.bioinitiative.org). Il Rapporto
BioInitiative è stato adottato dall’Agenzia per la
Protezione Europea nello stesso anno e le conclusioni
invitano ad abbassare i limiti di sicurezza a 0,6 V/m,
suggerendo anche che per le onde ad altissima frequenza la
soglia di esposizione priva di effetti biologici potrebbe
essere migliaia di volte inferiore a quella massima di legge
nella maggior parte dei paesi industrializzati.
Nella Risoluzione sulla Valutazione Intermedia del Piano
d'Azione Europeo per l’Ambiente e la Salute 2004-2010 del
4 settembre 2008, il Parlamento Europeo, ha elencato, quali
nuove malattie emergenti di carattere ambientale,
l'ipersensibilità chimica multipla, la sindrome degli
amalgami dentali, l'ipersensibilità elettromagnetica, la
sindrome degli edifici malati o sindrome da mancanza di
attenzione con iperattività (Attention deficit and
hyperactivity syndrome) tra i bambini.
Negli ultimi trent’anni è aumentato il numero di soggetti
affetti da Sensibilità Chimica Multipla (MCS) e da
Elettrosensibilità (ES), due condizioni diverse nel quadro
clinico, ma simili perché impongono a chi ne è affetto di
evitare gli agenti che scatenano le reazioni,
rispettivamente le sostanze di sintesi chimica e i campi
elettromagnetici; molto spesso, inoltre, queste due
condizioni si sovrappongono.
La Sensibilità Chimica Multipla (MCS) è una patologia che
comporta reazioni multi-organo in caso di esposizione a
sostanze chimiche presenti nell'ambiente anche in dosi molto
inferiori a quelle tollerate dalla popolazione in generale.
I criteri diagnostici della malattia sono stati stabiliti
dal Consenso Internazionale del 1999, frutto di uno studio
multicentrico durato dieci anni, che è stato pubblicato su
Archives of Environmental Health (vol. 54/3).
Il Consenso definisce la MCS come:
[1] uno stato cronico
[2] con sintomi che ricorrono in maniera riproducibile
[3] in risposta a bassi livelli d'esposizione
[4] a prodotti chimici multipli e non connessi tra di
loro
[5] che migliorano o scompaiono quando gli elementi
scatenanti sono rimossi
Successivamente è stato aggiunto un sesto criterio sul
fatto che i sintomi interessano più di un organo o sistema
organico.
L’inizio della MCS è stata associata all’esposizione a
sette classi di sostanze chimiche: i solventi organici,
pesticidi organofosforati, carbammati, le organoclorine, i
piretroidi, il mercurio, il solfuro di idrogeno e il
monossido di carbonio (M. Pall, 2009). Le sostanze che
possono scatenare le reazioni sono soprattutto insetticidi,
pesticidi, disinfettanti, detersivi, profumi, deodoranti
personali o per la casa, vernici, solventi, colle e prodotti
catramosi, conservanti del legno, materiali dell'edilizia,
carta stampata, rimozione delle amalgame dentali,
inchiostri, gas di scarico, fumi di stufe, camini, barbecue,
prodotti plastici, farmaci, anestetici, formaldeide che si
trova nel mobilio, nei tessuti e nelle stoffe nuove,
carburanti e tutto ciò che è di derivazione
petrolchimica.
La sensibilità ad agenti chimici contenuti nei prodotti
d’uso comune è riscontrata negli Stati Uniti nel 15%
della popolazione e nel 10% in Danimarca, mentre la MCS
invalidante colpisce tra l'1,5 e il 3 % della popolazione
(G. Heuser, 1998) ed è causa di moltissime patologie
disabilitanti che interessano vari sistemi fisiologici: il
sistema renale; gli apparati respiratorio,
cardiocircolatorio, digerente e tegumentario; il sistema
neurologico; il sistema muscolo-scheletrico ed
endocrino-immunitario.
Studi genetici suggeriscono che esista una predisposizione
genetica alla malattia nei soggetti con polimorfismi
genetici del CYP2D6, del glutatione sulfureo transferasi,
del NAT2 e dell’attività di superossidismutasi (SOD) che
sono responsabili di una ridotta capacità di
metabolizzazione delle sostanze xenobiotiche.
Spesso la MCS è erroneamente scambiata per una comune
allergia, poiché i sintomi scompaiono con l'allontanamento
dalla causa scatenante, ma le sue dinamiche ed il suo
decorso sono tuttavia completamente diversi, in quanto viene
persa per sempre la capacità di tollerare gli agenti
chimici.
Non esistono cure risolutive, ma protocolli sanitari
internazionali suggeriscono di adottare un protocollo di
evitamento chimico ambientale quale migliore approccio
terapeutico privo di controindicazioni. Il malato con MCS
deve, quindi, modificare, in funzione di tale evitamento
chimico, il luogo di vita e di lavoro, la casa, le sue
attività del tempo libero e l’alimentazione che deve
essere biologica e priva di additivi chimici o conservanti.
Questo compito può essere facilitato dall’adozione di
ausili terapeutici come maschere di cotone o carta ai
carboni attivi o ai filtri di cotone, maschere di ceramica
per l'ossigeno, purificatori ai carboni attivi o
all’osmosi inversa per l’acqua, purificatori dell'aria
interamente in metallo ai carboni attivi e filtri HEPA per
l'auto e per la casa.
Nel caso di allergia di tipo IV ai metalli, è stato
dimostrato un miglioramento dei malati di MCS attraverso la
rimozione protetta delle amalgame dentali, degli altri
metalli odontoiatrici o protesici. Studi sperimentali
indicano un percorso terapeutico volto ad abbassare un
carico tossico del corpo attraverso l’alloggio prolungato
in Unità Ambientali Controllate, terapie quotidiane fisiche
e del calore, nonché integrazioni volte ad abbassare lo
stress ossidativo che è tipicamente molto alto nei pazienti
con MCS.
Poiché la Sensibilità Chimica Multipla può variare molto
da caso a caso e nel tempo, con individui completamente
disabili e altri che soffrono solo di lievi sintomi
occasionalmente, il Consenso Internazionale del 1999
raccomanda di caratterizzare ogni diagnosi con indicatori
quantitativi e/o qualitativi di impatto sulla vita o
disabilità (ovvero: minimale, parziale, totale); gravità
dei sintomi (ovvero: deboli, moderati e gravi); frequenza
dei sintomi (ovvero: giornaliera, settimanale, mensile); e
implicazioni sensoriali (identificando quali sistemi
sensoriali siano coinvolti — olfattivo, trigemino,
gustativo, auditivo, visivo e/o tattile, includendo la
percezione di vibrazioni, dolore, e caldo o freddo — che
mostrino una variazione di sensibilità (in più o in meno)
e /o di tolleranza a normali livelli di stimolazioni, sia in
modo cronico, che in risposta a esposizioni a particolari
sostanze chimiche).
In Italia ci sono già decine di malati gravi con
invalidità civile per MCS al 100%, e qualche caso di
invalidità con accompagno, ma si tratta di casi in cui la
malattia era ad uno stadio talmente avanzato che non
c’erano dubbi sulla diagnosi e sullo stato di invalidità,
mentre è necessario tutelare con il riconoscimento di
invalidità anche i soggetti ancora in attività lavorativa
al fine di renderli il più a lungo possibile cittadini
attivi nella società.
Negli Stati Uniti d’America la MCS è riconosciuta come
malattia e invalidità dall’ADA (legge sulla disabilità),
dal Dipartimento Statunitense per lo Sviluppo Edilizio e
Urbanistico, dall’Agenzia per la Protezione Ambientale
(EPA), da agenzie, commissioni, istituti e dipartimenti
federali, statali e locali, nonché da sentenze di corti
federali e statali.
In Germania, Austria e Giappone la MCS è stata inclusa
nella classificazione internazionale delle malattie
dell'Organizzazione mondiale della sanità, ICD-10, con il
codice T78.4 relativo ad «allergia non specificata». Il
Ministero tedesco del Welfare, inoltre, parifica la MCS ad
un’invalidità motoria.
L’Agenzia per la Protezione Ambientale della Danimarca ha
pubblicato nel 2004 un rapporto sulla MCS, nel quale
conclude che esiste un’ampia evidenza scientifica che le
sensibilità sono dovute a fattori ambientali e il Governo
danese si è impegnato per minimizzare l’uso di materiali
che emettono gas negli ambienti interni al fine di prevenire
lo sviluppo di questa condizione.
Le patologie che possono comportare iper-sensibilità ad
agenti chimici sono l’Encefalopatia Neurotossica,
l’Encefalite Mialgica o Sindrome da Fatica Cronica (CFS),
la Fibromialgia, la Sindrome delle Vie Aeree Iper-Reattive,
l’Asma Aspecifica, l’Emicrania, la Sindrome di
Daunderer, la Sindrome di Sjogren, la Dermatite Atopica, il
cancro (soprattutto in caso di trattamento chemioterapico) e
molte altre condizioni.
Un’altra patologia ambientale di enorme diffusione negli
ultimi decenni, che tra l’altro colpisce anche molti
soggetti con MCS, è la Elettrosensibilità, ovvero la
reazione multi-organo a campi elettromagnetici presenti
nella vita quotidiana, come quelli emessi dalle linee
elettriche ad alta tensione (elettrodotti), da trasmettitori
radiotelevisivi, da elettrodomestici e strumenti di uso
lavorativo (per es. video terminali) e, soprattutto, dai
cellulari e dai ripetitori della telefonia mobile o da
stazioni radio-base. Si tratta di una condizione che può
comportare sintomi fastidiosi e saltuari ma anche un vero e
proprio stato di malattia grave con una conseguente
riduzione o perdita della capacità lavorativa e un degrado
della qualità della vita.
Studi scientifici “in doppio cieco” hanno evidenziato
che i soggetti elettrosensibili erano in grado di
riconoscere correttamente la presenza dei campi
elettromagnetici ed manifestavano, a seguito della
stimolazione, i sintomi da essi attribuiti a tali campi.
Negli ultimi anni, inoltre, si sono accumulate evidenze
sperimentali sempre più numerose a supporto della
obiettività delle “malattie da elettrosmog” e delle
loro possibili basi molecolari, cellulari, e funzionali. Il
prof. Olle Johansson dell’Istituto Karolinska in Svezia ha
scoperto, in particolare, un aumento dei mastociti e di
altre sostanze da essi secrete nei campioni di pelle del
viso di persone elettrosensibili poste di fronte a
videoterminali. I mastociti svolgono un ruolo nelle reazioni
allergiche, di ipersensibilità e nelle reazioni
anafilattiche, ma anche nella produzione di sostanze
responsabili della vasodilatazione e della contrazione della
muscolatura e potrebbero essere responsabili anche dei
sintomi simili ad infarto riferiti da alcuni
elettrosensibili dopo l’esposizione a campi
elettromagnetici.
In Svezia, dove la condizione colpisce, secondo alcuni
ricercatori, fino al 10% della popolazione, il Ministero
della Salute e del Welfare (Socialstyrelsen), infatti, ha
riconosciuto la Elettrosensibilità come una “ridotta
capacità che rende una persona inabile nella sua relazione
con l’ambiente circostante” e suggerisce ai medici di
classificare questa condizione con il Codice Internazionale
di Classificazione delle Malattie ICD R68.8, relativo a
“Altri sintomi generali specifici e segni di malattia”
(Socialstyrelsen, Enheten för klassifikationer och
terminologi 2009-03-09 Dnr 55-2573/2009). Il soggetto
elettrosensibile, quindi, riceve sussidi per migliorare il
proprio ambiente di vita o di lavoro, per esempio attraverso
vernici o tende schermanti o, nei casi più gravi, con lo
spostamento in un alloggio lontano da fonti
elettromagnetiche.
In Canada l’Elettrosensibilità è riconosciuta come
condizione invalidante ed esiste una tutela anche da parte
del sistema pensionistico per i malati più gravi
(http://www.chrc-ccdp.ca/research_program_recherche/esensiti
vities_hypersensibilitee/page3-en.asp).
Negli Stati Uniti l’Elettrosensibilità rientra nelle
condizioni sotto tutela da parte della legge per le
invalidità ADA (Americans with Disabilities Act).
La stessa OMS ritiene che gli elettrosensibili rappresentino
dall’1 al 3% della popolazione, mentre stime prodotte nel
2005 da una ricerca dell’Istituto di medicina sociale e
preventiva dell'Università di Berna, Svizzera, indicano un
5% di svizzeri elettrosensibili, ma, secondo il prof. Gino
Levis, già professore ordinario di Mutagenesi Ambientale
all’Università di Padova e membro permanente della
Commissione Tossicologica Nazionale presso l’Istituto
Superiore di Sanità di Roma, queste percentuali saliranno
presto vertiginosamente per l’aumento delle reti wireless.
Il 2 aprile 2009, il Parlamento Europeo, prendendo atto che
le tecnologie wireless (cellulari, Wi-Fi/WiMAX, Bluetooth,
linee telefoniche DECT) emettono campi magnetici che possono
avere effetti avversi per la salute umana, ha richiamato gli
Stati Membri a riconoscere come disabili le persone che
soffrono di Elettrosensibilità così da garantire
un’adeguata protezione e pari opportunità, come ha già
fatto la Svezia da diversi anni:
http://www.europarl.europa.eu/oeil/FindByProcnum.do?lang=en&
procnum=INI/2008/2211
Alcuni governatori statunitensi e canadesi proclamano il
mese di Maggio “Mese per la Consapevolezza della MCS e
della Elettrosensibilità”, mentre nel nostro Paese i
malati sono di fatto abbandonati a se stessi e solo chi
possiede i mezzi finanziari necessari può lasciare il
lavoro, migliorare la propria abitazione o trasferirsi in un
luogo più sano.
Nel novembre 2009 sedici città francesi hanno deciso di
abbassare in via sperimentale i limiti massimi di
esposizione a quelli consigliati da BioInitiative (0,6 V/m),
in risposta anche all’invito (Maggio 2009) da parte del
Ministero dell’Ambiente all’adozione di limiti più
stringenti.
Il Ministero per l’Ambiente Israeliano ha informato
(Luglio 2009) la popolazione sullo uso attento del telefono
cellulare.
L’inquinamento ambientale ha prodotto un aumento
considerevole delle allergie spesso complicate da un quadro
di poliallergie di difficile risoluzione con la vaccinazione
o con il solo trattamento farmacologico e, in alcuni casi
gravi, il paziente poliallergico è costretto a seguire un
evitamento degli allergeni. E’ noto, peraltro, che molti
pazienti poliallergici o con Sensibilità Chimica soffrano
anche iper-reattività ai farmaci.
Esistono, inoltre, tutta una serie di altre patologie di
carattere ambientale che sono dovute ad una carenza
enzimatica o ad un deficit metabolico. Si pensi,
innanzitutto a chi presenta una ridotta attività della
catalasi o del glutatione sulfureo trasferasi o del
superossidismutasi, ma anche ai pazienti fabici che in
alcuni casi non possono venire a contatto con la minima
traccia di leguminacee, sia da ingestione, che da
inalazione.
Questa proposta di legge intende dare una risposta a tutti
coloro che, per mantenere uno stato di salute, sono
costretti a seguire un protocollo di evitamento di agenti
che scatenano loro una riduzione del benessere
psico-fisico.
Si fa riferimento, per questo, al principio di precauzione
sancito dal trattato europeo del 1992; alla Corte di
Giustizia delle Comunità Europee che ha precisato a più
riprese che il contenuto e la portata di tale principio nel
diritto comunitario è uno dei fondamenti della politica di
protezione perseguita dalla Comunità nel settore
dell'ambiente e della salute; al fatto che i criteri
adottati dalla Commissione nella sua comunicazione del 2
febbraio 2000 sul principio di precauzione (COM(2000)0001)
hanno carattere vincolante; alla risoluzione del 2 aprile
2009 del Parlamento Europeo che ha raccomandato agli Stati
membri di interessare gli operatori di mercato a migliorare
la qualità dell'aria interna e a ridurre l'esposizione alle
radiazioni elettromagnetiche nei loro immobili, nelle loro
filiali e nei loro uffici. A tutt’oggi questa
raccomandazione è rimasta disattesa.
Si fa appello soprattutto alla Convenzione delle Nazioni
Uniti sull’Eguaglianza delle Opportunità per le Persone
con Disabilità
(http://www.un.org/esa/socdev/enable/dissre00.htm) e alla
Convenzione dei Diritti delle Persone con Disabilità
(http://www.un.org/disabilities/convention/conventionfull.sh
tml) che stabiliscono che tutti gli esseri umani hanno
diritto a vivere in una società basata sulla eguaglianza. I
pazienti sopra descritti soffrono di fatto di
un’esclusione da questo diritto fondamentale alla salute e
da questo diritto all’eguaglianza a causa della mancanza
di normative specifiche sulla Malattia o sulla Disabilità
Ambientale e, soprattutto, della scarsa formazione della
classe medica riguardo la medicina ambientale, che non trova
sufficienti fondi pubblici, lasciando delegando così la
formazione medica prevalentemente alle attività di
divulgazione dell’industria che ha tutto l’interesse a
puntare l’attenzione solo sui rimedi terapeutici chimici
piuttosto che sulle cause reali delle malattie.
PROPOSTA DI LEGGE
ART. 1.
(Definizione e riconoscimento della Malattia Ambientale come
malattia sociale
e definizione dei diritti di chi è affetto da Disabilità
Ambientale)
1. Si definisce Malattia Ambientale ogni condizione che
comporta un’alterazione dello stato di salute della
persona indotto da fattori dell’ambiente e si definisce
Disabilità Ambientale una ridotta capacità della persona
nella sua relazione con l’ambiente circostante. Rientrano
in tale definizione tutte le patologie che sono note per
avere un’origine prevalentemente ambientale, come la
Sensibilità Chimica Multipla (MCS), la Elettrosensibilità,
le allergie, l’asma, la iper-sensibilità ad agenti
chimici, ma anche tutte quelle condizioni morbose di origine
eziopatogenica diversa o ignota che, però, comportano lo
stesso tipo di incapacità di relazione con l’ambiente
circostante, come la Fibromialgia, la Sindrome da Fatica
Cronica, la Sindrome dell’Edificio Malato, il favismo,
nonché le alterazioni metaboliche o le complicanze del
trattamento chemioterapico.
2. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche
sociali provvede, con proprio decreto, in attuazione di
quanto disposto dal comma 1 del presente articolo, entro un
mese dalla data di entrata in vigore della presente legge,
ad apportare le necessarie modificazioni al decreto del
Ministro della Sanità 20 dicembre 1961, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 73 del 20 marzo 1962, così come alla
“Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i
diritti delle persone handicappate” n. 104 del 5 febbraio
1992.
ART. 2.
(Finalità)
1. Gli interventi previsti dalla presente legge sono
diretti, unitamente agli interventi generali del Servizio
Sanitario Nazionale, a tutelare la salute, a garantire i
diritti fondamentali all’eguaglianza e alle pari
opportunità, nonché a favorire il normale inserimento
nella vita sociale dei soggetti affetti da Malattia o da
Disabilità Ambientale e a promuovere la ricerca sulla
medicina ambientale.
2. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano
predispongono, nell’ambito dei rispettivi piani sanitari e
nei limiti delle risorse indicate dal Fondo sanitario
nazionale, progetti obiettivo, azioni programmatiche e altre
idonee iniziative dirette a fronteggiare la Disabilità
Ambientale.
3. Gli interventi nazionali e regionali di cui ai commi 1 e
2 sono rivolti ai seguenti obiettivi:
a) creare un Centro di Riferimento Nazionale di Medicina
Ambientale, interamente finanziato dal Sistema Sanitario
Nazionale e gestito esclusivamente da specialisti che
abbiano anche una formazione di tossicologia clinica e siano
completamente privi di conflitti di interessi, ovvero che
non abbiano altre attività di natura privata (se non la
libera professione), che non abbiano lavorato anche
saltuariamente per l’industria nei cinque anni precedenti
la loro assunzione, che non facciano parte di organizzazioni
professionali o associazioni sponsorizzate dall’industria
e, infine, che non possiedano azioni o partecipazioni in
industrie chimiche o farmaceutiche per un valore superiore
ai cinque mila euro.
b) agevolare l’accesso ai Livelli Essenziali di Assistenza
garantiti dall’Art. 3 della Costituzione, modificando le
strutture del Sistema Pubblico Sanitario con l’adozione di
protocolli di pronto soccorso specifici e con la creazione
di almeno un ambulatorio per ogni provincia dedicato a
soggetti affetti da Disabilità Ambientale, realizzato cioè
secondo le regole delle Unità Ambientali Controllate degli
ospedali di medicina ambientale internazionali che prevedono
un accesso diretto dall’esterno, l’uso di materiali e
tecniche della bioedilizia, inerti ed inodore, esenti da
emissioni di radon e/o particolato naturali, ma anche con
l’adozione di sistemi di ventilazione controllata e
purificazione dell’aria che consentano di isolare
l’ambiente dell’ambulatorio dal resto dell’ospedale;
c) imporre il divieto d’uso del cellulare, del fumo e dei
prodotti contenenti fragranze in tutti gli ambienti sanitari
(ospedali, ambulatori, studi medici), così come nelle
scuole, negli uffici pubblici e di pubblica utilità,
nonché l’obbligo, per tutti gli esercizi commerciali,
compresi quelli dell’accoglienza turistica, di avviso con
cartellonistica in merito a: l’uso di impianti Wi-Fi o di
comunicazioni senza fili, l’impiego di insetticidi,
erbicidi o pesticidi (nei dieci giorni precedenti), la
presenza di prodotti profumati come pout-pourri o deodoranti
ambientali, la presenza di fave o leguminose;
d) effettuare la prevenzione delle complicanze delle
Malattie Ambientali o delle malattie che comportano la
Disabilità Ambientale favorendo una maggiore consapevolezza
da parte degli enti locali e degli operatori sanitari
riguardo l’importanza della qualità dell’aria indoor,
degli effetti nocivi delle sostanze chimiche presenti nei
prodotti d’uso comune (detersivi, insetticidi, vernici,
materiali per l’edilizia, ecc.), così come dei pericoli
legati alle attuali tecnologie di comunicazione senza fili
(cellulari, Wi-Fi, Wi-Max, Bluetooth, DECT, ecc.) al fine di
prevenire l’attivazione di malattie con un particolare
riguardo verso i bambini, i malati cronici, gli anziani, le
donne in gravidanza e soprattutto i soggetti con ridotta
capacità genetica di disintossicazione delle sostanze
xenobiotiche che sono i più suscettibili a contrarre
Parkinson, MCS e cancro;
e) prevedere modalità di esercizio del diritto di voto
compatibili con la Disabilità Ambientale, compresa, ove
necessario, la possibilità di votare per corrispondenza, ai
sensi di quanto previsto dall’articolo 8;
f) migliorare l’educazione sanitaria della popolazione
sulla Disabilità Ambientale;
g) favorire l’educazione sanitaria del soggetto affetto da
Malattia o da Disabilità Ambientale e della sua
famiglia;
h) provvedere alla formazione e all’aggiornamento
professionale del personale sanitario in relazione alla
Disabilità Ambientale;
i) provvedere all’istruzione e alla formazione del
personale dei servizi sociali e delle Forze dell’Ordine in
relazione alla Disabilità Ambientale;
l) provvedere alla rivalutazione delle rendite
dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli
infortuni sul lavoro (INAIL) in favore dei soggetti esposti
a sostanze chimiche o ad esposizioni elettromagnetiche sul
luogo di lavoro, la cui malattia professionale è evoluta in
Disabilità Ambientale, che sono inabili al lavoro a seguito
della ridotta capacità di disintossicazione del loro
organismo o ad uno stato di iper-sensibilità, a volte
determinata da fattori genetici;
m) predisporre gli opportuni strumenti di ricerca sulla
Disabilità Ambientale;
n) aggiornare la legge 104/92 per comprendere anche le
esigenze di chi è affetto da grave Disabilità Ambientale
al fine di garantire la fornitura di ausili terapeutici, di
fondi necessari a modificare il proprio ambiente domestico e
a migliorare il proprio inserimento nella vita sociale;
o) predisporre l’adozione di visite e terapie domiciliari
per chi è affetto da Disabilità Ambientale.
ART. 3.
(Diagnosi e prevenzione della Disabilità Ambientale)
1. Ai fini della diagnosi precoce e della prevenzione della
MCS, le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano, attraverso i rispettivi piani sanitari e gli
interventi di cui all’articolo 2, tenuto conto dei criteri
e delle metodologie stabilite con specifico atto di
indirizzo e coordinamento del Ministro del lavoro, della
salute e delle politiche sociali, indicano alle aziende
sanitarie locali gli interventi operativi più idonei a:
a) definire un programma articolato che permetta di
assicurare la formazione e l’aggiornamento professionale
del personale medico in relazione alla Disabilità
Ambientale, al fine di facilitare l’individuazione dei
soggetti affetti da patologie che potrebbero evolvere in una
Disabilità Ambientale, come nel caso degli allergici che
rischiano di ammalarsi di MCS o dei malati oncologici che
rischiano di sensibilizzarsi agli agenti chimici in seguito
alla chemioterapia;
b) prevenire le complicanze e monitorare le patologie
associate alla MCS, alla Elettrosensibilità e alle
poliallergie;
c) definire il monitoraggio dei soggetti affetti da Malattia
o da Disabilità Ambientale attraverso un Osservatorio
Nazionale.
2. Per la realizzazione degli interventi di cui al comma 1
le aziende sanitarie locali si avvalgono di pres?di
accreditati dalle regioni e dalle province autonome di
Trento e di Bolzano, con documentata esperienza di attività
diagnostica e terapeutica specifica, nonché di centri
regionali e provinciali di riferimento, cui spetta il
coordinamento dei pres?di della rete, al fine di garantire
la tempestiva diagnosi, anche mediante l’adozione di
specifici protocolli concordati a livello nazionale.
3. Le aziende sanitarie locali provvedono, altresì, a:
a) promuovere presso le unità di pronto soccorso
l’adozione di un protocollo di ospedalizzazione per i
soggetti con Malattia o Disabilità Ambientale da attuare
nei casi di necessità ed urgenza;
b) istituire in ogni regione e provincia autonoma un centro
di riferimento per la diagnosi e la cura delle patologie che
comportano una Disabilità Ambientale;
c) favorire il soggiorno dei medici impegnati nel
trattamento della Malattia o della Disabilità Ambientale
presso le strutture sanitarie internazionali maggiormente
accreditate per tale patologia, al fine di far loro
acquisire l’esperienza clinica necessaria per la ricerca,
la diagnosi e la cura;
d) predisporre visite domiciliari per indagini
specialistiche e/o di laboratorio da parte di personale
sanitario istruito riguardo il tipo di Disabilità
Ambientale del paziente, per esempio con una preventiva
decontaminazione da fragranze, da tracce di fumo di
sigaretta oppure che sappiano di dover tenere il cellulare
spento nel caso di pazienti Elettrosensibili;
e) predisporre unità odontoiatriche mobili per interventi
e/o terapie realizzate con materiali compatibili secondo le
prescrizioni delle Unità Ambientali Controllate per le
patologie che comportano una Disabilità Ambientale.
ART. 4
(Sostegno economico per l’alimentazione e la cura
personale)
1. Al fine di garantire un’alimentazione equilibrata ai
soggetti affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale è
riconosciuto loro il diritto a un contributo per
l’acquisto di prodotti speciali o di acqua oligominerale
tollerata imbottigliata in vetro.
2. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche
sociali, con proprio decreto, stabilisce i modi e le forme
per il riconoscimento del contributo di cui al comma 1 e
2.
ART. 5
(Erogazione di farmaci, di integratori nutrizionali e di
ausili terapeutici)
1. Il Servizio Sanitario Nazionale garantisce l’erogazione
dei farmaci salvavita e dei farmaci che contribuiscono
significativamente al miglioramento delle condizioni dei
soggetti affetti da Disabilità Ambientale.
2. Il Servizio Sanitario Nazionale garantisce le cure
odontoiatriche, la terapia con agopuntura, la riabilitazione
motoria, anche domiciliare, la ossigeno terapia e la terapia
con camera iperbarica ad uso singolo o collettivo, se
compatibili con assenza di fragranze ed esalazioni chimiche
e comunque qualsiasi terapia per la quale sia dimostrabile
un miglioramento delle condizioni psico-fisiche del
malato.
3. Il Servizio Sanitario Nazionale garantisce, inoltre,
l’erogazione gratuita di ausili terapeutici al soggetto
affetto da Disabilità Ambientale in funzione del suo grado
di invalidità. Gli ausili terapeutici previsti per i
soggetti affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale per
sovraccarico tossico chimico sono: sauna, maschere di
tessuto, maschere ai carboni attivi, purificatori per
l’aria e per l’acqua, guanti di cotone, scatole per la
lettura e per l’utilizzo del personal computer, nonché
altri ausili eventualmente prescritti dal medico del centro
regionale o provinciale di riferimento di cui all’articolo
3, comma 2; per quanto riguarda l’Elettrosensibilità gli
ausili terapeutici previsti sono computer schermati, vernici
e tende speciali per isolare l’abitazione del malato, la
sua automobile o un veicolo speciale, nonché altri ausili
eventualmente prescritti dal medico del centro regionale o
provinciale di riferimento di cui all’articolo 3, comma
2.
ART. 6
(Norme per l’edilizia)
1. E’ garantito il diritto alla casa dei soggetti affetti
da Malattia o da Disabilità Ambientale che abbiano una
situazione economica disagiata attraverso diverse misure:
a) sgravio fiscale del 55% sulle ristrutturazioni delle case
di proprietà o in affitto per adeguarle alle esigenze
imposte dalla Malattia o dalla Disabilità Ambientale su
indicazione di medico del Sistema Sanitario Nazionale;
b) realizzazione di alloggi di edilizia pubblica in almeno
ogni capoluogo di provincia realizzati secondo le regole
delle Unità Ambientali Controllate ovvero alloggi
posizionati preferibilmente all’interno di Parchi Naturali
e in ogni caso lontano da fonti di esposizione chimica ed
elettromagnetica; gli alloggi saranno realizzati con
materiali della bioedilizia, inerti ed inodore, esenti da
emissioni di radon e/o particolato con sistemi di
ventilazione controllata e di purificazione dell’aria che
consentano di isolare ogni unità abitativa;
c) realizzazione, da parte della Protezione Civile, di
unità mobili realizzate secondo i principi delle Unità
Ambientali Controllate per il soggiorno temporaneo, in aree
sicure, dei soggetti affetti da Malattia o da Disabilità
Ambientale in caso di calamità naturali o nei casi in cui
il soggetto debba necessariamente allontanarsi dalla propria
abitazione, per esempio, nel caso sia debba allontanare da
esposizioni pericolose intorno alla sua abitazione o
simili.
2. L’utilizzo di insetticidi, di pesticidi e di erbicidi
chimici è vietato per un raggio di 100 metri nelle aree
urbane e di 500 metri nei contesti agricoli,
dall’abitazione di un soggetto affetto da MCS con
l’obbligatorietà della notifica dell’orario e del
giorno di irrorazione almeno una settimane prima. Tali
prodotti sono sostituiti da operazioni meccaniche o da
prodotti naturali.
3. L’utilizzo di deodoranti ambientali, di vernici
contenenti solventi e di solventi è vietato per un raggio
di 50 metri dall’abitazione di un soggetto affetto da MCS
e negli ambienti pubblici destinati al ricevimento e
all’accoglienza del pubblico (sale d’attesa, servizi
igienici, pronto soccorso, ambulatori, ecc). Tali prodotti
sono sostituiti da prodotti ad acqua, a basse emissioni di
composti organici volatili e privi di fragranze.
3. E’ fatto divieto di installazione di antenne Wi-Fi,
Wi-Max, DECT, della telefonia mobile o del segnale
radio-televisivo in prossimità dell’abitazione o del
luogo di lavoro di un soggetto affetto da
Elettrosensibilità o da Disabilità Ambientale
incompatibile con campi elettromagnetici biologicamente
attivi e le ASL provvederanno a misurare il campo magnetico
dentro e intorno all’abitazione o al luogo di lavoro
ritenuto accettabile per il malato al fine di garantire che
le sue caratteristiche non vengano modificate nel tempo,
anche se le esposizioni sono inferiori ai limiti stabili
dalla legislazione vigente in materia;
4. I Comuni predispongono il piano della viabilità, il
piano del traffico e vincolano il rilascio di autorizzazioni
per attività commerciali e per installazioni di antenne in
funzione della presenza di abitazioni ove risiedono i
soggetti affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale;
5. I Comuni procederanno regolarmente e frequentemente alle
rilevazioni delle emissioni, effettuate da Organismi
Indipendenti (ai quali parteciperanno Associazioni in
rappresentanza delle persone affette da Malattie o da
Disabilità Ambientali) con informazione pronta ed immediata
alla popolazione interessata;
6. Le Regioni favoriscono con incentivi la creazione di Zone
Bianche, preferibilmente all’interno di Parchi Naturali,
ma non solo, che siano caratterizzate dalla totale assenza
di contaminazioni chimiche derivanti da attività
industriali, artigianali o dell’agricoltura, così di
campi elettromagnetici inferiori ai 0,1 Volt/metro, limite
considerato sicuro per gli Elettrosensibili.
ART. 7
(Tutela del diritto al lavoro e allo studio)
1. Al fine della tutela del diritto al lavoro dei soggetti
affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale sono
previste le seguenti misure:
a) adozione di adeguati ausili sul posto di lavoro, tra i
quali, in particolare, quelli elencati all’articolo 5,
comma 3;
b) impiego di detergenti a bassa emissione di composti
organici volatili e privi di fragranze per la pulizia dei
locali adibiti all’attività lavorativa e per i relativi
servizi igienici nel caso di Sensibilità Chimica;
c) impiego di elementi di arredo che non esalino sostanze
chimiche volatili nel caso di Sensibilità Chimica;
d) allocazione in ambienti attrezzati con depuratori e/o
ricambio dell’aria delle apparecchiature che rilasciano
fragranze di inchiostro e sostanze chimiche volatili (ad
esempio, toner, ecc.);
e) possibilità di mutamento delle mansioni, qualora
incompatibili con la condizione di soggetto affetto da
Disabilità Ambientale;
f) divieto d’uso di sistemi di comunicazione senza fili
(Wi-Fi, cellulari, DECT) negli uffici in cui sia presente un
soggetto affetto da Elettrosensibilità o da Disabilità
Ambientale incompatibile con campi elettromagnetici
biologicamente attivi;
g) mantenimento della categoria professionale per i soggetti
che hanno contratto una Malattia o una Disabilità
Ambientale per cause di lavoro;
h) favorire il telelavoro in tutti i casi in cui sia di
vantaggio per il soggetto affetto da Malattia o da
Disabilità Ambientale.
2. Al fine della tutela del diritto allo studio dei soggetti
affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale sono
previste adeguate soluzioni di soggiorno in un ambiente
scolastico bonificato, sia per quanto concerne i materiali
edili che per quelli necessari alla didattica, nonché
opportuno divieto dell'uso di fragranze e di detersivi
chimici, nel caso di sensibilità chimica per esempio,
oppure con il divieto d’uso di sistemi Wi-Fi o il divieto
di lasciare il cellulare acceso anche in stand-by,
ricorrendo, nei casi più gravi, all’apprendimento e alla
verifica a distanza.
ART. 8
(Esercizio del diritto di voto, di elezione e di
partecipazione a concorsi pubblici e privati)
1. Al fine di garantire il diritto di voto ai soggetti
affetti da Malattia o da Disabilità Ambientale, il diritto
di voto per corrispondenza previsto dalla legge 27 dicembre
2001, n. 459, è esteso ai medesimi soggetti, in conformità
a quanto stabilito dal comma 2 del presente articolo.
2. Al fine di garantire il diritto sancito dall’Art. 51
della Costituzione all’accesso agli uffici pubblici e alle
cariche pubbliche in condizioni di eguaglianza, in caso
elezione di soggetti affetti da Malattia o da Disabilità
Ambientale presso il Parlamento, i Consigli Comunali,
Provinciali, Regionali o presso altri Enti Pubblici, questi
avranno diritto ad un accesso sicuro nelle strutture
pubbliche, predisponendo per gli stessi protocolli di
modifica degli edifici, della mobilia e, in ultima analisi,
qualora politiche di tutela (come il divieto di fumo, di
divieto indossare profumi, di tenere i cellulari accessi,
ecc.) non dovessero essere sufficienti, dovranno essere
predisposte modalità di partecipazione alle assemblee e
alle votazioni a distanza.
3. Ai soggetti affetti da Disabilità Ambientale, che
partecipano a concorsi pubblici e privati, devono essere
attivate le misure di decontaminazione di sostanze chimiche
negli ambienti destinati alle prove di concorso
ART. 9
(Relazione al Parlamento)
1. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche
sociali presenta al Parlamento una relazione annuale sullo
stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni
scientifiche in tema di Malattie e Disabilità Ambientale,
con particolare riferimento ai problemi concernenti la
diagnosi precoce e il monitoraggio delle complicanze.
ART. 10
(Copertura finanziaria)
1. All’onere derivante dall’attuazione della presente
legge, valutato in 10.000.000 di euro annui a decorrere
dall’anno 2009, si provvede mediante corrispondente
riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio
triennale 2009-2011, nell’ambito del fondo speciale di
parte corrente dello stato di previsione del Ministero
dell’economia e delle finanze per l’anno 2009, allo
scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo
al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche
sociali.
2. Il Ministro dell’economia e delle finanze provvede al
monitoraggio degli oneri derivanti dall’attuazione della
presente legge, anche ai fini dell’applicazione
dell’articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978,
n. 468, e successive modificazioni, e trasmette alle Camere,
corredati da apposite relazioni, gli eventuali decreti
emanati ai sensi dell’articolo 7, secondo comma, numero
2), della citata legge n. 468 del 1978.
3. Il Ministro dell’economia e delle finanze è
autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti
variazioni di bilancio.
On. Dott. Domenico Scilipoti
6 gennaio 2010 15:49 - Annapaola Laldi
Ho ricevuto dall'onorevole Scilipoti (
www.domenicoscilipoti.i; [email protected])
l'e-mail che adesso copio di seguito. Il deputato dell'IdV
ha presentato, il 21 dicembre 2009, una proposta di legge
dal titolo "“Norme per la tutela dei soggetti affetti da
Disabilità Ambientale” che mi sembra molto interessante.
Poiché il testo non risulta ancora leggibile sul sito della
Camera dei Deputati, lo metterò in rete io nel commento che
segue a ruota il presente.
SALUTE. SCILIPOTI (IDV): TUTELA PER I SOGGETTI AFFETTI DA
DISABILITA’ AMBIENTALE
Roma 13.11.09: “Per tutelare tutti quei soggetti affetti
da Disabilità Ambientale, per i quali la sopravvivenza o la
qualità della vita non dipendono tanto da farmaci, ma
dall’evitare certi fattori ambientali, è stato presentato
alla Camera un progetto di Legge relativo alla problematica
in questione”. Così l’On. Scilipoti in riferimento alla
legge per la tutela dei soggetti affetti da Disabilità
Ambientale. “La legge riguarda patologie causate
dall’inquinamento, come la Sensibilità Chimica Multipla
(MCS), che comporta la perdita di tolleranza degli agenti
chimici, la Elettrosensibilità, che impone di allontanarsi
dai campi elettro-magnetici di cellulari, reti Wi-Fi, cavi
dell’alta tensione, ma - prosegue il deputato IDV - anche
patologie genetiche, metaboliche, neurologiche o
immunologiche come la fibromialgia e la CFS che comportano
intolleranze chimiche, o il favismo, che dà gravi reazioni
ai legumi. Altri casi in cui si può incorrere in una
disabilità ambientale sono l’autismo, l’epilessia,
l'emicrania e il Lupus che comportano reazioni
all’illuminazione fluorescente. E’importante –
conclude Scilipoti – che questa Legge venga messa in
discussione affinchè sia risolto, il prima possibile,
questa problematica”.
Concordo in pieno con quanto scritto da l'Olandese
volante.
Mi sono letto tutta la documentazione,
e l'unico problema che merita un po' di attenzione
riguarda lo smaltimento delle lampade.
Preciso
che uso solo lampade a basso consumo da 15 anni, e ne ho
bruciate (e smaltite presso un'isola ecologica) DUE.
Rotte: nessuna.
MERCURIO: lo studio rileva che
nel malaugurato caso che una lampadina si rompa, i livelli
di esposizione al mercurio sono poco superiori ai limiti,
calcolati per esposizioni di ANNI, per qualche settimana.
Non bello, ma neppure particolarmente preoccupante. E
ovviamente la legislazione, che prevede uno smaltimento
differenziato delle lampadine, con ritiro obbligatorio nei
punti vendita, deve diventare operativa.
Campi
EM: Sono 30 anni che si studiano possibili effetti dannosi
dei campi,e per ora non si è visto sostanzialmente NIENTE.
Qualche sospetto sull'uso dei cellulari (che sparano una
frazione di watt a radiofrequenza accanto alla testa).
L'opinione dell'OMS sull'
"elettrosensitività" è che si tratti di un
fenomeno psicosomatico.
Lo studio
"ecologico" che mostra un aumento di cancro per
"elettricità sporca" soffre dei problemi di tutti
gli studi di quel tipo: abbiamo un aumento di tumori in un
"cluster (nel caso, tra i maestri che lavorano in una
particolare scuola), e lo attribuiamo ad uno specifico
agente. Ma quanti altri agenti potevano esserci in quella
scuola?
Radiazioni UV delle lampade
fluorescenti: Sono classificati come "sospetti
cancerogeni", cioè esistono studi isolati in cui si
intravede qualcosa, che potrebbe suggerire la presenza di un
problema. Praticamente TUTTE le cose innocue che vengono
studiate cascano in questa categoria. Il che suggerisce di
mettere uno schermo UV nel vetro delle lampadine (come si
comincia a fare), ma non che queste siano davvero
pericolose.
Spettro luminoso: le lampade ad
incandescenza sono più "rosse". Ma la luce solare
è MOLTO più "blu" di qualsiasi lampada a basso
consumo, che sono comunque abbastanza arrossate rispetto ai
vecchi tubi fluorescenti.
Epilessia: le luci
tremolanti od intermittenti possono scatenare un attacco.
Di solito serve una luce che lampeggi in modo visibile, i
100 Hz di una vecchia lampada fluorescente sono al più
fastidiosi. Ma le lampade a basso consumo non tremolano,
sono alimentate ad alta frequenza.
Autismo,
lupus, ecc: non esiste lo straccio di una prova che queste
malattie siano collegate od aggravate dalle lampade a basso
consumo. Con la stessa enfasi, e la stessa base fattuale,
potrei chiedere la messa al bando dei broccoli, perché
magari uno studio isolato trova un debole collegamento.
In conclusione: non esistono soluzioni perfette. Ed
è giusto sottolineare difetti e rischi di qualsiasi cosa.
Ma senza esagerare. A parte lo smaltimento, che va
affrontato in modo corretto, tutti gli altri problemi
evidenziati sono veramente infinitesimi. Per intendersi, il
rischio che i cetrioli sottaceto siano cancerogeni (sono
"possibili cancerogeni", peggio di
"sospetti") è molto più reale.
Gianni Comoretto
25 giugno 2009 0:00 - Consuelo
La signora Laldi ha fatto bene a riportare l'articolo
sulla pericolosità delle lampade a basso consumo
energetico. Ci sono persone che hanno problemi a causa di
esse e non sono uno scherzo. Voglio segnalare anche un
altro problema simile, quello della sensibilità chimica e
invito a visitare il sito
http://www.infoamica.it/default.asp e a firmare la
petizione che propone. Questo è il testo: Statuto
della petizione Petizione promossa dall’Associazione
per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale
(A.M.I.C.A.) www.sensibilitachimica.it
Alla
Presidenza del Senato della Repubblica Italiana Alla
Presidenza della Camera dei Deputati
Alla XII
Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati
Alla XII Commissione Igiene e Sanità del Senato
Visto che la Sensibilità Chimica Multipla (MCS) è
una patologia cronica invalidante che comporta reazioni
multiorgano per esposizioni a varie sostanze chimiche in
quantità normalmente tollerate dalla popolazione generale e
che i criteri diagnostici sono stati stabiliti da un
Consenso Internazionale nel 1999;
Visto che dal 2
al 10% della popolazione risulta iper-sensibile alle
sostanze chimiche presenti nell’ambiente e nei prodotti
d'uso comune e che una percentuale crescente risente di
sostanze multipla - ovvero è affetta Sensibilità Chimica
Multipla o MCS - con una compromissione della capacità
lavorativa, della vita sociale e dell’autonomia che varia
da lieve a molto grave a seconda degli stadi della
malattia;
Visto che la MCS è riconosciuta negli
Stati Uniti dalla legge federale per la disabilità American
with Disabilities Act, dalle agenzie federali - come
l’Environmental Protection Agency, lo U.S. Housing and
Urban Development, la Social Security Administration - e da
molte amministrazioni locali;
Visto che la MCS è
riconosciuta da Agenzie del Governo Federale e Provinciale
del Canada;
Visto che la MCS è classificata
dalla Germania dal 1998 nell’International Code of
Diseases con il codice T 78,4 nel Capitolo 19 (Lesioni,
avvelenamenti ed altre conseguenze determinate da cause
esterne) e nella Sezione T66-T78 (Altri e non meglio
precisati danni da fattori esterni);
Visto che il
Ministero del Welfare e del Lavoro tedesco, che aveva
classificato la MCS nell'elenco delle invalidità
motorie (in quanto paragonabile a queste per
l'impossibilità dei malati di muoversi), ha tolto la
descrizione della malattia come psicosomatica (di origine
psicologica/psichiatrica), mettendo fine alla
discriminazione di questa patologia ambientale;
Visto che il Ministero della Salute, del Lavoro e della
Previdenza Sociale e il Ministero dell'Economia, del
Commercio e dell'Industria (del Giappone), che da anni
già riconosceva la Sindrome dell’Edificio Malato -
analoga alla MCS, ha annunciato inserire la MCS
dall’ottobre 2009 nella lista delle patologie coperte
dall’assicurazione del servizio sanitario nazionale;
Visto che in Italia manca una legge quadro che
equipari i diritti dei malati ambientali (non solo di MCS,
ma anche di Sindrome da Stanchezza Cronica, di
Elettrosensibilità, di Fibromialgia, di Sindrome
dell’Edificio Malato, ecc.) a quelli di qualsiasi altra
forma di disabilità in termini di tutela del lavoro, del
diritto alle cure, di diritto ad una casa “sicura”,
ecc.;
I firmatari richiedono che vengano messe in
discussione con la massima urgenza le sei proposte di legge
d’iniziativa di parlamentari della Camera (N. 1621 il 5
agosto 2008, N. 1654 del 18 settembre 2008, N. 1667 del 18
settembre 2008, N. 2287 del 12 marzo 2009) e del Senato (N.
S.1019 del 17 settembre 2008, N. 1165 del 28 ottobre 2008)
per il riconoscimento della MCS come malattia sociale,
utilizzando il Consenso Internazionale del 1999 come
parametro per le diagnosi, come avviene in tutto il mondo.
Grazie dell'attenzione.
6 giugno 2009 0:00 - De Pravato
A me sembra, che una volta di più l'uomo mostri la sua
faccia peggiore.
Ognuno tira acqua al suo mulino,
esaltando e gonfiando certe caratteristiche di un
qualsivoglia fenomeno (quelle che avvalorano la tesi che va
sostenendo), ignorando, svilendo, violentando o alterando
quelle invece che giustificherebbero o appoggerebbero una
posizione diversa.
Cioè a dire si fa campagna
elettorale sempre, anche quando pretestuosamente ci si
atteggia a fare informazione scientifica, anche quando si
parla di salute, anche quando si gioca sulla pelle della
gente.
Come quando io dico: "Il sole mi fa
bruciare gli occhi; spegnete il Sole, che è
dannoso!..."
Ma la cosa peggiore è che
persone notoriamente serie, anche loro si prestano a
sottoscrivere certe manfrine! Infatti la società
dovrebbe basarsi sulle persone serie, ché è comprensibile
che i pagliacci si comportino da pagliacci!
6 giugno 2009 0:00 - ISAIA KWICK
Nicola Ulivieri son daccordo con te, e non aggiungo
altro. Isaia Kwick Zingaro ROM
6 giugno 2009 0:00 - Pinetree
Sig. Annapaola, Non so se esiste qualcuno su questa terra ad
avere un conoscenza di tutti i settore tale da rimanere
immune da qualunque condizionamento, Io di certo non ho
questa fortuna.
Sono ormai 30 anni che studio e
lavoro nel settore elettronico, questo non mi rende immune
da errori, visto la vastità del settore, da invecchiamento
del mio cervello, dalla memoria che non è al massimo, da
convinzioni per non parlare del mio linguaggio non
all'altezza.
Un qualunque studio che
abbraccia diversi settori, in questo caso, medico
scientifico, elettronica ed elettrotecnica e fisica,
richiede esperti in diversi settori, ciascun esperto a sua
volta, possono essere condizionato dai stessi mie problemi
indicato precedentemente.
Qui tiriamo fuori
analisi difficile da provare, e facciamo ipotesi che farebbe
sorridere quasi tutti gli elettrotecnici, questo non
esclude che gli elettrotecnici hanno torto, ma serve
qualche prova più sostanziosa prima di fare dichiarazione
simili.
Faccio un esempio:
Nei primi
anni 80 c'era la moda del braccialetto di rame trattata
100.000 Volte !!!! (o Volts) che scaricava l'energia
negativa (non si capive se negativo perché faceva male alla
salute oppure di polarità negativa ?). Questa veniva
venduto a solo 100 mila lire (€50 di oggi).
Se
fosse solo un semplice braccialetto in rame la potevi
trovare tranquillamente ad un paio di euro.
Io
sono circondato giornalmente da tecnici elettrotecnici ed
elettroniche, mi stupivo di quanti di questi andavano in
giro con questo braccialetto e si dichiaravano anche
soddisfatto.
Sempre nelle solite televendita
c'era uno con il camice bianco (dava impressione di
essere un medico oppure un scienziato), e dichiaravano che
il fatto di lasciare una macchia verde sulla pelle è
indice che il braccialetto funziona.
Meno male
tutta questa mega presa per il culo al livello nazionale ha
avuto un durata breve. Bastava un ragazzino delle
scuole tecniche per spiegare che non è possibile applicare
100.000 Volt su un pezzo di rame, la corrente tenderebbe
all'infinito e si fonderebbe tutto, anche se il tratto
in rame inizialmente fosse parte di una matassa di qualche
migliaia di chilometri di lunghezza, in un tratto di 10 cm
non si troverebbe mai più di pochi millesimo di Volt ai
capi, Il braccialetto d'oro ha un conducibilità
elettrico superiore al rame quindi non c'è bisogno di
sostituirla, non è possibile scaricare energia
elettrostatica (non vedo cosa altro volevano scaricare), se
non c'è un differenza di potenziale, cosa impossibile
in un braccialetto sul polso.
Ritornando a questa
discussione, gli elettrotecnici sanno per esperienza cosa ci
circonda al livello elettromagnetico, è l'apporto che
potrebbe dare queste lampada non ci sembra un granché in
confronto, è per questo quindi che ci fa sorridere questa
notizia, è possibile che ci possiamo sbagliare, non
abbiamo un fede religiosa nella tecnica, ci spostiamo dove
sono le prove, ci vuole qualcosa in più per rendere la
storia plausibile.
6 giugno 2009 0:00 - Pinetree
Si Ulivieri, e' tutto un gestioni losca con il
coinvolgimento dei illuminati, connessione con la chiesa, la
mafia e sono certo che c'è di mezzo Al Qaeda.
In realità con il certificato bianco, le aziende
produttrice di energia elettrica ci guadagnano regalando
persino le lampade a basso consumo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Certificato_bianco
Quindi non c'è alcun interesse a tenere alti i consumi.
6 giugno 2009 0:00 - Annapaola Laldi
Mi pare che la maggior parte degli interventi non abbiano
colto i due punti essenziali delle mie noterelle e del
perché ho ritenuto giusto far conoscere quello studio. In primo luogo -e il titolo mi sembra chiaro- ho
voluto richiamare l'attenzione su una realtà/verità
della vita e del mondo: non esiste alcun ritrovato che
sia solamente positivo, ma ogni scoperta o invenzione,
che pure risolve alcuni problemi, ne crea altri. E
questo è un fatto che bisogna tenere sempre ben presente (e
prima che agli altri lo dico a me stessa). Il
secondo punto è che ho inteso cor-rispondere al grido
di dolore che ho sentito in quell'articolo che non
intende affatto demonuizzare le lampadine a basso consumo
energetico, ma richiama l'attenzione sulla loro
nocività per alcuni gruppi di persone affette da malattie e
disturbi che penso proprio a nessuno degli intervenuti
(me in testa) piacerebbe avere (né per sé né per i propri
cari). Io non ho alcuna competenza per valutare se la
ricerca ha serie basi scientifiche, ma non mi pare che
neppure i suoi detrattori qui intervenuti questa competenza
ce l'abbiano davvero. Il fatto di averla trovata
sull'organo di collegamento e comunicazione del
Gruppo per la lotta contro il Lupus eritematoso
sistemico, che è formato anche da molti medici
specialisti in diversi settori della medicina, mi ha dato e
continua a darmi una certa sicureza che non è una
stupidaggine. Concludo esprimendo il mio profondo
dispiacere per l'intervento a mio avviso totalmente
ingeneroso del signor Nicola Ulivieri, che invito a
rileggere tutto quanto con calma e magari anche a fare una
visitina sul sito del Gruppo LES e perfino a entrare in
contatto diretto con persone affette da questa malattia.
Un cordiale saluto a tutti/e.
3 giugno 2009 0:00 - Nicola Ulivieri
Intervengo brevemente solo per invitare chi riporta questi
articoli che bisogna fare attenzione a chi li scrive e da
chi è finanziato. In genere si tende a far uscire articoli
che parlano male di tecnologie o altre cose buone per la
popolazione ma dannose per le industrie. Ad esempio ora che
si riparla di macchine elettriche (che potevano essere
costruite decenni fa) ecco che escono articoli in cui si
dice che sono pericolose perchè silenziose e in città
c'è rischio per i pedoni!! 90 anni fa si è iniziato a
demonizzare la canapa indiana chiamandola droga e marijuana
solo perchè si doveva usare carta presa da foreste
primarie, petrolio e nylon invece di carta da canapa, olio
combustibile e tessuti tutti ricavanti dalla canapa.
Quindi: non è che questa è una delle tante
controinformazioni "pilota" per convincere la
gente a continuare a consumare elettricità? Io dico di si.
2 giugno 2009 0:00 - Giuseppe Parisi
Gentili Signori , vi ringrazio per i vostri
contributi. La scienza applicata alla medicina, lavora
cosi’: applica tutto quello che si conosce, sapendo
che quello che non si conosce non si applica e non si puo-
applicare. In medicina tutto ci si puo’ applicare a
cio che si conosce, la qualcosa non e’ possibile in quello
che non si conosce, semplicemente perche' non lo si vede
. In altre parole, quando non si conosce, si applica il
principio del Signor Pinocchio, come quando il rumore veniva
escluso dal senso, non la si vede e non si sente.
Allora, il medico da una ventina di anni a questa parte,
inizia ad applicare anche una procedura inversa. Tra
alcune di esse, c’e’ anche il metodo della
esclusione. E’ propriamente cio’ che feci io in
presenza dei pazienti della sveglia. Per qua bisogna
precisare che l’effetto placebo, inizia ad essere
apprezzato come valenza terapeutica. Per tanti versi,
dovrebbe scoraggiare la scienza, in quanto, proprio perche
effetto terapeutico esistente , non e' registrabile
nelle procedure di controllo permesse e valutate con i
metodi scientifici. E’ tra le tante cose, ad esempio
l’effetto della Omeopatia e dell’agopuntura. Chi
sostiene che e’ effetto placebo, non sapeva di parlare di
effetto terapeutico alternativo…, e, chi non lo sapeva non
credendolo tale, lo si vedeva impossibilitato a sostenere
cio’ perche’ l'effetto terapeutico si realizzava
anche nei bimbi e negli animali, che con l’effetto
placebo non c’entravano nulla.riguarda il concetto
degli effetti placebo ed Nocebo, Il problema pertanto
e- la dimensione di portata di visibilità- della scienza,
non stiamo vedendo cio- che dovremmo vedere, e non vedendo
oltre, diamo un limite ben definito, e lo chiamiamo Placebo,
una identita- che non e’ nulla di piu’
sconcertante. La medesima regola vale anche per il
Nocebo, anche se, per fortuna in minor entita-. E’
piu’ facile che un atteggiamento psichico possa far
istintivamente guarire che ammalare, e probabilmente questo
per un principio di sopravvivenza della specie umana.
Quindi, se condizioniamo qualcuno a dire che dorme in una
stanza altamente elettromagnetica che puo’ cagionare il
cancro, e’ verosimile che questo cancro non arrivi
mai. Viceversa, il condizionamento positivo, fa
guarire, pensate alle acque miracolose con effetti
strabilianti, oppure, al paziente che, sa che l’aspirina
fa passare il mal di testa, li soministrate un po di acqua
gasata e qualche goccia di succo di limone, lui non lo sa,
ma mezz’ora dopo il mal di testa non c’e’ piu’.
La guarigione e’ un principio istintivo, che fa parte
della nostra specie umana, e’ una fortuna che sia cosi,
altrimenti nessuno avrebbe fatto il medico, ci sarebbe
stato troppo lavoro! La verita’ e’ che il cervello
controlla tutto l’organismo, ed in materia di
psiconeuro’endo immunologia, siamo ancora ai veri albori,
e tanvolta brancoliamo semplicemente nel buio. Una
saggia regola che mi sento in dovere di sostenere per
esperienza, e’ di non farsi troppo fregare dai preconcetti
dei condizionamenti “psicico” , dobbiamo imparare ad
sapere ascoltare dentro noi, cosi- come sanno ben fare gli
animali. Il nostro organismo parla, ed e- in continuo
contatto tra noi ed il nostro inconscio, dobbiamo imparare
ad avvertire cio- che ci fa bene e cio- che ci fa male, a
tale cosa ci si arriva per gradi, l-importante e-
iniziare.
Giuseppe Parisi
2 giugno 2009 0:00 - Pinocchio
Pensoso, infatti, è un invito a concentrarsi sul rumore e
non sul elettromagnetismo.
Sono pienamente
convinto che quello che il cervello esclude dalla nostra
attenzione non esclude che può causarci qualche disturbo.
2 giugno 2009 0:00 - pensoso
signor pinocchio si renderà conto che non tutto quello che
il cervello esclude dalla registrazione smette seduta stante
di recare eventuali danni all'organismo. E inoltre sono
molte le cose che non sappiamo oggi e scopriremo domani o
posdomani. Irridere chi è più sensibile oggi non solo è
inutile ma anche dannoso. Un atteggiamento più cauto e
rispettoso mi sembra anche più razionale e scientifico.
2 giugno 2009 0:00 - L'Olandese Volante
Signor Parisi,
Per quanto riguarda il fatto che
l'ambiente nella quale viviamo ci espone ad influenze
nefaste, sono senz'altro d'accordo. Tra le influenze
più nefaste però (e lei in quanto medico dovrebbe ben
saperlo) è l'effetto nocebo.
(Per coloro che
non conosconno il termine, l'effetto nocebo è
l'esatto opposto dell'effetto placebo. Vale a dire
che, se una persona fosse convinta d'essere esposta ad
entità dannose, sovente finirebbe per ammalarsi perdavvero
anche se l'entità dannosa in effetti non esiste, oppure
esiste ma è molto meno dannosa di quanto si crede.)
Per quanto riguarda l'esempio (sveglia elettrica)
da lei citato, si renderà senz'altro conto che tale
esempio sta nella categoria "aneddoti", e nessun
academico oserebbe trarre delle conclusioni a base di
questi, oltre che l'osservazione che la cosa potrebbe
meritare una ricerca più approfondita. Per quel che
sò, tali ricerche sono state fatte, e finora nessuna
ricerca è riuscita a dimostrare che la
"ipersensibilità elettromagnetica" effettivamente
esiste. Nè è stato dimostrato che non esista, ma è ben
noto che provare un negativo è sempre più difficile.
Fino a quando non sia stato fatto chiarezza
sull'argomento, per via del sopra citato effetto nocebo,
non mi sembra opportuno presentare la "ipersensibilità
elettromagnetica" come fatto confermato. Chissa quante
persone soffrono perdavvero solo e soltanto perché il
livello di pericolosità delle onde elettromagnetiche (dalle
quali nella vita odierna non si ha scampo) viene
esagerato?
(E potrei aggiungere: Quanti soldi si
faranno i soliti furbi proponendo rimedi fasulli a questo
"male immaginario"? Ne ho visti, a tonnellate, di
dispositivi che "proteggono" contro le radiazioni
dei telefonini. Del tutto inefficaci, perché se funzionasse
davvero, il telefonino smetterebbe di funzionare.)
A proposito di telefonini: Una ricerca fatta in Norvegia ha
evidenziato che esiste infatti un leggero aumento di
probabilità di contrarre certi tipi di tumori al cervello
con l'uso intensivo di apparecchi per telefonia mobile a
lungo termine. Bisogna però prendere nota del fatto che i
livelli medi di energia elettromagnetica coinvolti erano
assai più alti di quelli che s'incontrano oggi, per due
motivi: *La ricerca copre un periodo nella quale erano
in uso telefoni mobili primitivi con livelli di radiazione
assai più elevati rispetto a quelli odierni; *La
situazione geologica del territorio imponeva distanze tra le
stazioni base assai più grandi rispetto alla situazione
odierna in ambienti più urbanizzati, nelle quali vive la
maggior parte dell'utenza della telefonia mobile oggi.
Questo implica che la potenza di trasmissione necessaria per
poter condurre una conversazione era assai più elevata
(alcuni ordini di grandezza) rispetta alla media
odierna.
1 giugno 2009 0:00 - Pinocchio
Sig. Parisi se vuole fare un sperimento serio, si faccia
aiutare da qualche laboratorio di strumentazione elettronica
ben attrezzato.
E più facile che i suoi pazienti
erano disturbato dal ronzio a 50Hz del trasformatore che dal
campo magnetico, di quest'ultimo siamo talmente immerso
e dubito che un banale radiosveglia possa fare la
differenza.
Avevo un amico che riusciva a dormire
tranquillamente ad una ventina di metri dalla linea dei
treni che faceva vibrare tutta la casa, e doveva subire in
continuazione il rumore degli automobili che passavano
praticamente sotto casa.
Il nostro cervello fa un
grande lavoro di filtraggio e trattamento dei suoni, qualche
tempo indietro il mio nipote mi chiese come facevo a
sopportare quel rumore, mi fece notare che riusciva a
sentirla dal salotto (circa 10 metri di distanza). Non
c'era niente da fare, non sentiva alcun suono, abbiamo
cercato insieme, ma non siamo riuscito ad individuare la
fonte, ha cercato attentamente di spiegarmi di che suono si
trattava, ed ho fatto di tutto per concentrarmi ad
ascoltarla, dopo una lunga concentrazione ed attenzione,
iniziavo a sentirla nel sottofondo, poca alla volta era
diventato molto forte e fastidioso, alla fine abbiamo
scoperto la causa, un sveglia/cronometro che emetteva BIP
BIP di continuo da oltre una settimana, il mio cervello lo
ha del tutto escluso dalla mia conoscenza consapevole.
1 giugno 2009 0:00 - mario schepis
Ho letto sui pericoli delle lampade a basso consumo. Avevo
già fatto scorta delle lampade ad incandescenza: in un anno
, essendo circuiti elettronici, se ne sono bruciate tre
(tutte di marca!), con quel che costano che risparmio vi è
?
1 giugno 2009 0:00 - Baco
Un articolo infarcito di sciocchezze, tra le quali:
l'affermazione "le LFC generano potenti campi
elettromagnetici..." Per definizione sono lampadine a
basso consumo e quindi consumano meno WATT rispetto alle
lampade ad incandescenza, per generare campi più potenti
dovrebbero consumare più WATT.
Ma che
informazione è affermare che (come tutti sappiamo???) dal
2012 saranno bandite le lampade ad incandescenza
(evidenziato in neretto) e qualche riga più sotto scrivere
che il regolamento deve essere ancora approvato dal
parlamento europeo. Fantastica (nel senso letterale
della parola) la citazione dell'elettricità sporca...Mi
viene in mente quell'elettricista che quando tagliava i
fili elettrici li lasciava pendere in giù per far
sgocciolare la corrente... Roba da mat.
1 giugno 2009 0:00 - Giuseppe Parisi
Signor L'Olandese Volante, e’ mai possibile, che
qualsiasi indirizzo di pensiero si dia ad un articolo su
Aduc, bisogna trovare il pelo dell’uovo?
La
piu’ che brava Dottoressa Annapaola Laldi, ha riportato
alcuni pensieri, frutti di ricerche , che ovviamente non
possono essere la verita’ assoluta. Pensi allo
studio mai esattamente definito sul rischio dei
telefonini. Per quello che le dico a proposito di
psicosi, nella mia vita professionale di medico, mi e’
capitato diverse volte, almeno dieci casi, di pazienti che
lamentavano difficolta’ ad addormentarsi, sonno non
piu’ come prima…., risvegli notturni, stanchezza
durante la giornata. Da attento osservatore,
nell’aanamnesi veniva fuori che, usava da qualche tempo
sul comodino la sveglia elettrica, cosi’ suggerivo non
direttamente al paziente, di spostarla in altre stanze.
Dopo alcuni giorni, il sonno ritornava come prima. Lo
stesso fenomeno capitava ad altro paziente, quando litigando
con la moglie dormiva in altra stanza munita di sveglia
elettrica Ritornando in una situazione di non sveglia
sul comodino, il fenomeno del sonno cattivo non si
presentava. Ho fatto alcune prove, facendo dire al
compagno della persona con disturbi, che la sveglia era in
riparazione, per evitare comportamenti viziati da
condizionamenti. Il risultato era netto, con la
sveglia non si dormiva, senza sveglia si. Sono giunto
alla conclusione, che ci sono individui particolarmente
sensibili a piccoli fonti di campo magnetico, e ne siamo
circondati da tutte le parti. Dire che non facciano
male, o che facciano bene, dipende dalle capacitaà
economiche e dagli interessi sottostanti che si muovono
sotto. Questo vale per qualsiasi faccenda , a
cominciare dai farmaci chimici, anzi loro piu’ di ogni
altra cosa Di mrcurio _ ne sono strapieni i pesci che
mangiamo, soprattutto quelli grassi, per il fatto che i
tossici si depositano e si accumulano proprio nel
grasso. Quello che dobbiamo subito comprendere e’ che
una sostanza,una situazione nociva, non agisce
immediatamente, ma necessita’ del tempo.Il tempo di
latenza, e’ il periodo nella quale un osservatore
dovrebbe scoprire il danno, sovente non lo scopre, e se
accade e’ gia’ troppo tardi, quando ormai e’
estremamente difficile risalire ad una causa in
particolare. Che dirle dei frequentatori di piscine e
di cancro alla vescica? Cosa dirle di mangiatori di
carne barbecue e carbonella e cancro allo stomaco? In
altre parole, e’ molto verosimile dire che, l’ambiente
costruito dall’uomo , non risponde esattamente alle sue
necessita’ per una sana vita Questa regola vale in
ogni ambito.
Tuttavia e’ piu’ facile far
credere alla cittadinanza, che gli allarmismi sono
“stupidate’ da clown, piuttosto che provare un danno
diretto di una determinata cosa o circostanza. Basti
pensare, a quanto sta accadendo per il momento sul problema
delle risorse idriche, c’e’ chi lancia allarmi circa un
netto inquinamento delle nostre acque, c’e chi
sdrammatizza, nel mezzo ci sono interessi economici
ingentissimi. Medesima cosa sul riscaldamento del
pianeta. E’ facile per oligarchie economiche ,
addestrare media e cittadinanza, sovente propensa a
credere che tutto vada bene, e sempre. La verita’,
non sta mai da una parte pero’. Cordialita’
Giuseppe Parisi
1 giugno 2009 0:00 - ViOletz
Ma quale dovrebbe essere il campo magnetico che le lampade a
basso consumo creano che quelle a incandescenza non
creerebbero? La corrente che circola è addirittura molto
minore, ergo produce un MINOR campo magnetico.
Le
lampade a incandescenza emettono MOLTI più UV di quelle a
basso consumo, studiate per avere l'emissione molto
piccata nel visibile, al contrario delle lampade a
incandescenza o alogene che emettono tantissimo anche dove
lo spettro non è visibile all'occhio umano.
Eccetera...
1 giugno 2009 0:00 - Pinetree
Sulla questione mercurio, da pochi mesi finalmente sono
andati in pensione i termometri a mercurio.
Attendiamo l'arrivo di lampade senza mercurio e nel
frattempo immettiamo un sproposito di CO2 in atmosfera,
oppure possiamo convivere con il rischio.
Una
soluzione facile potrebbe essere di mettere un sovra prezzi
obbligatorio di €2 per ogni lampadina che sarà rimborsato
alla restituzione quando guasta oppure rotta, in questo modo
si garantisce che arrivano quasi tutti nei punti di
raccolta.
1 giugno 2009 0:00 - Pinetree
Mi sembra un ricerca un po infantile, e non c'è alcuna
prova del anche di un minino disturbo sul uomo.
A
questo punto vedo che c'è spazio per un mercato di
lampade con assenza di disturbi per l'uomo, dove possono
coprire lo zoccolo della lampada con un foglio metallico
connesso a terra.
L'onda elettromagnetico
può essere confrontato con l'acqua. Se siamo immerso in
una piscina, ed intorno a noi ci sono 100 generatori di
onde, tutti che generano onde con diverse forme
(modulazione), ampiezza (potenza), frequenza, sul corpo
arriva un complesso forma risultato di tutte queste onde,
che fastidio potrebbe mai darci ?
L'età del
uomo/donna e oggi di 75/85 e dobbiamo ringraziare sopratutto
le onde elettromagnetico, perché senza non saremmo mai
arrivati a questo qualità di vita. I nostri nonni
hanno vissuto tutta la vita in ambienti senza alcuna cura o
attenzione per i disturbi elettromagnetici, e solo nei
ultimi 30 anni le normativi iniziano lentamente a fare un
po' di “pulizie” a riguardo.
1 giugno 2009 0:00 - L'Olandese Volante
Sebbene il sottoscritto non è a favore di un divieto
specifico sulla vendita di lampadine ad incandescenza
"vecchio stile", sull'articolo c'è da
ridire, ed anche parecchio.
Radiazioni
elettromagnetiche: Finora non ci sono indicazioni
chiare che la sindrome di "ipersensibilità
elettromagnetica" effettivamente esista. Alcune
ricerche hanno evidenziato che sia possibile provocare dei
"sintomi" in soggetti che si credono afflitti di
tale condizione, semplicemente suggerendo la presenza di
campi elettromagnetici che in realtà non esistono: in altre
parole, trattasi di una forma di psicosi.
Poi,
anche lampadine ad incandescenza provocano campi
elettromagnetici, semplicemente per via della corrente che
consumano, la quale circolando per l'impianto elettrico
produce un campo elettromagneticomagnetico proporzionale al
consumo elettrico, vale a dire, più di una lampadina a
basso consumo...
Mercurio: Il problema
c'è, ma in misura assai inferiore a quanto viene
suggerito dall'articolo. Il sottoscritto usa lampadine
CFL da oltre 10 anni, senza avere un solo caso di rottura
del bulbo con conseguente pericolo di esposizione a vapori
di mercurio. Nel insperato caso che avvenisse, basta
raccogliere immediatamente i frammenti di vetro e chiuderli
dentro un recipiente "ermetico" come ad es. un
vasetto di vetro. Il mercurio contenuto nelle CFL rimane in
gran parte assorbito alla polvere di fosforo che ricopre
l'interno del bulbo.
Radiazioni UV:
Viene citato un'articolo del 1982. Ma vi ricordate le
lampade fluorescenti di quasi quarant'anni fà? Io sì.
Fatevelo dire, tra quelle odiose "neon"
d'allora e le CFL di oggi ci passa una certa
differenza. E cosa fate quando dovete uscire di casa e
c'è il sole? Vi mettete la tuta da astronauta?
A quando un'articolo sulla tossicità di ossido di
idrogeno? ;-)