1 luglio 2009 0:00 - Aggiornamenti sulla Rete da Marco Travag
Sommario : Bavaglio bis Questa rompic...o di
Internet Notizie in prescrizione Oblio, ma solo
per il Parlamento Testo: "Buongiorno a tutti,
tenetevi forte perché devo darvi un paio di notizie
piuttosto interessanti, la prima non è granché bella, la
seconda è molto meglio. Partiamo dalla brutta, è
sempre meglio levarsi il dente, ma è brutta nel senso che
è una minaccia, non nel senso che sia già operativo ciò
che vi sto raccontando. C’è una proposta di legge che
vaga alla Camera dei Deputati, credo sia appena approvata
alla Commissione Giustizia della Camera, intitolata “nuove
disposizioni per la tutela del diritto all’oblio su
Internet in favore delle persone già sottoposte a indagini
o imputate in un processo penale” è stata presentata da
una Onorevole leghista Carolina Lussana, moglie di un
deputato forzista che, guarda caso, è riconoscibile in
queste definizioni, persone già sottoposte a indagini in
processi penali, lui si chiama Galati, sta in Calabria, lei
invece è una padana dura e pura o forse lo era, adesso è
diventata dura e pura ma un po’ diversa da come eravamo
abituati a conoscere i leghisti, quelli che nel 1992
urlavano via i ladri, via gli inquisiti etc., poi molti di
loro furono inquisiti, non la Lussana peraltro, la quale
però si preoccupa per quelli che invece lo sono, inquisiti
è quelli che sono stati condannati e nel suo partito ce ne
sono parecchi, è un partito che ha come segretario un
pregiudicato per istigazione a delinquere, finanziamento
illecito come Bossi o addirittura per resistenza a pubblico
ufficiale come Maroni o addirittura per incendio come
Borghezio, per non parlare di molti altri. Bavaglio
bis Questa Lussana ha presentato il 20 maggio, quindi
un mese e qualcosa in più fa una proposta di legge che è
un ulteriore bavaglio in aggiunta al bavaglio che stanno
preparando con la Legge Alfano che è in discussione alla
Commissione giustizia del Senato invece, dopo essere già
stata licenziata e approvata dalla Camera, quell’Alfano
riguarda le intercettazioni e la possibilità di pubblicare
notizie su indagini in corso e vieta naturalmente la
pubblicazione degli atti, delle indagini in corso, ma anche
delle intercettazioni, pena la galera per i giornalisti e
una multa di oltre mezzo milione per ogni articolo per gli
editori e vieta ai magistrati di fatto di fare le
intercettazioni e di questo ci siamo occupati qualche
settimana fa, adesso bisogna prepararsi perché la Legge
Bavaglio sta per essere approvata anche dal Senato e se
sarà approvata dal Senato senza modifiche rispetto al testo
passato alla Camera, entrerà in vigore, a meno che
Napolitano non si desti e non decida finalmente di rimandare
indietro qualcosa, questa per esempio potrebbe essere una
buona occasione… e questa dunque sta per arrivare, ma lo
sappiamo, l’8 luglio al Circolo Alpheus a Roma Ostiense,
la sera dalle 21 in avanti organizziamo con il nostro nuovo
giornale - il Fatto quotidiano -, una notte bianca contro il
bavaglio a cui parteciperanno giornalisti, magistrati,
artisti, comici, Avvocati e spiegheremo e leggeremo molti di
quegli atti che ci vogliono impedire di legge e faremo
ascoltare anche alcune intercettazioni in originale, ci
sarà da divertirsi, Alpheus 8 luglio dalle 21 a Roma
Ostiense, comunque seguite sul blog voglio scendere e sul
blog antefatto tutte le informazioni che vi daremo in questi
giorni. Il bavaglio bis è quello che invece è
firmato dalla leghista Lussana e non riguarda le indagini in
corso, riguarda le indagini e i processi che sono già
fatti, certo perché bisogna pensare a tutto, con una legge
ci vietano di raccontare quello che stanno scoprendo adesso
i magistrati, tipo per esempio Puttanopoli, non potremo
sapere niente di Puttanopoli, state attenti, se fosse già
passata questa legge, invece quella della Lussana completa
il quadro, ripulisce gli angoli della stalla, vieta anche di
pubblicare notizie su indagini già chiuse, su condanne già
emesse, su patteggiamenti già concordati, sia che le
indagini e i processi si siano chiusi con il
proscioglimento, con la prescrizione, sia che si siano
conclusi con la condanna o con il patteggiamento, dopo un
certo numero di anni, cosa fatta, capo A, nessuno può più
scrivere nulla e chi si è visto si è visto, questa
simpatica signora lo chiama il diritto all’oblio, anche
perché il garante della privacy già più volte ha
riconosciuto il diritto all’oblio e forse trattandosi di
privati cittadini potrebbe essere accettabile che un
cittadino, dopo qualche anno, se resta un privato cittadino,
ha diritto all’oblio, ho i miei dubbi che questo diritto
possa esserci, è vero che la gente cambia, ma è anche vero
che certi vizietti magari uno non se li leva mai, uno che ha
avuto una condanna per pedofilia e sono passati alcuni anni,
ha il diritto a che non si sappia che lui ha avuto una
condanna per pedofilia? Non so, penso che abbiamo il
diritto di saperlo sempre che questo signore ha avuto una
condanna per pedofilia, perché speriamo che sia cambiato ma
non si sa mai, ma questo riguarda i privati cittadini, qui
invece il problema e lo si capisce bene dal testo della
Signora Lussana anche se con alcune furbate cerca di far
capire che invece con i personaggi pubblici ciò non vale,
in realtà questa legge potrebbe andare a impedire o a dare
noia ai siti Internet che vogliono occuparsi, tanto uno a
caso, quello da cui stiamo trasmettendo, quello di Beppe
Grillo oppure i nostri, quelli di chi si occupa
appassionatamente di queste cose, di condanne, processi a
carico di uomini politici, di uomini della pubblica
Amministrazione, di imprenditori, di finanzieri, banchieri,
di persone che hanno un ruolo pubblico e non privato e che
quindi hanno delle responsabilità di fronte ai cittadini.
Comunque per evitare equivoci leggo, questa è la
relazione che accompagna la proposta di legge 2455 della
Signora Lussana “Onorevoli colleghi la presente proposta
di legge è finalizzata a riconoscere ai cittadini, già
sottoposti al processo penale, il cosiddetto diritto
all’oblio, su Internet cioè la garanzia che decorso un
certo lasso temporale le informazioni, immagini e i dati
riguardanti i propri trascorsi giudiziari, non siano più
direttamente attingibili da chiunque. Prima della nascita di
Internet – qui si improvvisa storica – l’eco delle
vicende giudiziarie di una persona imputata in un processo
penale, finiva per esaurirsi in tempi accettabili - già, la
gente si dimenticava, siamo il paese degli smemorati, siamo
il paese dove i giornali invece di ricordare chi sono gli
inquisiti che tornano etc., etc., stanno zitti, siamo il
paese dove Dall'Urti viene intervistato come bibliofilo
anziché come pregiudicato per false fatture, frode fiscale
e condannato in primo grado per mafia, quindi quando non
c’era Internet, era meraviglioso, bastava controllare la
carta stampata o affidarsi alla smemoratezza della carta
stampata, televisione sempre stata nelle mani dei partiti.
Questa rompic...o di Internet Adesso c’è
questo rompicazzo di Internet, questo sostiene anche senza
scriverlo la povera Lussana e dice: "oggi invece
qualsiasi fatto può essere destinato a restare perennemente
in rete", questa è una tragedia veramente drammatica,
la gente non riesce più a dimenticare, non si riesce più a
far dimenticare le cose alla gente a causa di questo
maledetto Internet. "Oggi qualsiasi fatto può
essere destinato a restare perennemente in rete, prima di
una cancellazione o di una modifica da parte dei gestori del
sito web, spesso anche a distanza di anni da una sentenza
penale, molte informazione presenti su pagine Internet mai
aggiornate o rimosse, continuano a proiettare un’immagine
cristallizzata di una determinata vicenda giudiziaria, senza
riflettere il più delle volte l’attuale modo di essere
del soggetto coinvolto, il quale può avere saldato
definitivamente il suo conto con la giustizia e essere
completamente risocializzato, altre volte invece dati e
immagini sono suscettibili di generare un’ingiusta e
continua riproposizione di fatti, per i quali l’imputato
è stato prosciolto", su questo naturalmente ha
perfettamente ragione, se ci sono dei siti che riportano
delle notizie vecchie già superate perché nel frattempo è
cambiata la situazione, uno che sembrava essere inquisito
poi è stato assolto, oppure uno che è stato condannato in
primo grado è stato assolto in appello etc., c’è il
diritto di rettifica e uno deve modificare quei siti, ci
mancherebbe altro, ma questo non riguarda minimamente lo
spirito della legge che invece, come vedremo si preoccupa di
far togliere le cose vere dai siti, non le cose false o
superate. "Si pensi al caso di chi", e qui
fa il caso pietoso di uno che è sottoposto al processo
penale, "poi ne è uscito innocente. Il diritto
all’oblio è stato riconosciuto dal garante e questo
l’abbiamo detto, ma aggiunge la Lussana e qui casca
l’asino, bisogna pensare per esempio a quei poveri
imprenditori che si fanno pubblicità ingannevole, che
vengono sanzionati dall’autorità antitrust e che poi si
ritrovano nei siti dell’autorità antitrust, questa
sentenza che li sanziona per la loro pubblicità
ingannevole, allora il garante per la privacy che in Italia,
soprattutto quando c’è qualche potente di mezzo gli dà
sempre ragione, cosa ha fatto? Ha disposto, scrive la
Lussana che sì il garante dell’antitrust possa continuare
a pubblicare nel suo sito le sanzioni alle aziende che si
fanno pubblicità ingannevole, ma purché quelle sentenze
non siano liberamente consultabili, tecnicamente sottratte
alla diretta individuabilità delle decisioni in esse
contenute, nei comuni motori di ricerca queste sanzioni
andrebbero occultate, perché? Perché altrimenti ci sarebbe
un grave danno per l’azienda che si è fatta la
pubblicità ingannevole, ma se l’azienda si è fatta
pubblicità ingannevole, devo saperlo sempre, anche anni
dopo, perché devo diffidare più dei prodotti di
quell’azienda che non di altre che invece non sono mai
state pizzicate, perché? Perché è una responsabilità
pubblica quella che hanno le aziende, quando decidono di
rivolgersi al pubblico con la pubblicità, invece la Lussana
proprio a questi pensa quando vuole sottrarre la conoscenza
delle persone, prolungata nel tempo sulle vicende, non in
questo caso delle sanzioni delle autorità, ma invece delle
sanzioni e dei procedimenti penali. A maggior ragione
dice: “deve essere osservata su Internet una certa cautela
nel continuare a mantenere dopo anni dati e immagini legati
a vicende giudiziarie ormai definite, ma capaci di generare
ancora dolore o strazio nel diretto interessato, come pure
nei suoi familiari” intanto mi preoccuperei del dolore,
dello strazio delle vittime dei reati, anziché sempre e
soltanto del dolore e dello strazio di quelli che i reati
hanno commesso prima di tutto, perché qui non sta parlando
di quelli che sono stati indagati e poi sono stati assolti,
qui sta pensando ai condannati questa signora, sta pensando
ai colpevoli, lo strazio che poi i leghisti vanno in piazza
a difendere le vittime, noi stiamo con Abele contro Caino,
questa è una legge fatta per difendere Caino contro Abele
che non deve sapere chi sono i caini! Infatti dice che
mantenendo certe informazioni vere sulle condanne, sui
processi a carico di certe persone, rischia di determinare
un continuo pregiudizio alla vita lavorativa e affettiva del
soggetto interessato, ma stiamo scherzando? Ma se uno è
stato condannato per rapina io anche anni dopo lo devo
sapere se quello che viene a chiedermi un lavoro è stato
condannato per rapina oppure no, dopodiché prenderò le
opportune informazioni, può darsi che mi dicano che questo
signore è diventato un santo, quante volte è capitato che
uno si converte, che qualcuno si pente, che qualcuno cambia
vita, ma intanto lo devo sapere, non è che posso scoprire
di avere assunto un rapinatore senza averlo saputo, mi
sembra ovvio! Qui sentite cosa dice questa tizia “si
pensi al caso, di chi avendo patteggiato una pena al di
sotto di 2 anni di reclusione e essendo decorsi i 5 anni che
fanno scattare l’estinzione del reato – sapete che se
uno patteggia una pena sotto i 2 anni, dopo 5 anni se non
viene beccato altre volte, non se non fa altri reati,
perché se fa altri reati e non viene beccato non cambia
niente, se fa altri reati e se viene beccato allora
l’estinzione del reato in 5 anni gliela tolgono quella per
il precedente, se invece uno per 5 anni non viene preso,
allora ha il diritto alla riabilitazione, ma questo non
c’entra niente con il diritto dei cittadini a sapere cosa
aveva patteggiato e perché e questa dice – avrebbe
diritto a che non si sapesse più che aveva patteggiato, se
aveva patteggiato meno di 2 anni, una modica quantità di
patteggiamento per uso personale, come per le droghe, invece
continua a essere assoggettato alla gogna mediatica nel
tempo per la presenza su Internet di informazioni vere,
relative al suo patteggiamento” quindi dice la Signora
Lussana “ha il diritto di rifarsi una vita e a uscire
definitivamente da Internet” perché mai? Dove è scritto
che uno ha diritto a uscire definitivamente da Internet? Se
la notizia è di interesse pubblico, la notizia deve
continuare a circolare, purché sia vera, ha patteggiato,
poi ha patteggiato lui, non è che qualcuno gli ha tirato in
testa una tegola, è lui che ha patteggiato la pena, per
quale motivo dovrebbe avere il diritto di uscire fuori da
Internet, fa parte integrante della sua biografia, un
patteggiamento che ha fatto lui con l’autorità
giudiziaria, non voleva patteggiare? Non patteggi. Lo
stesso diritto all’oblio naturalmente vale per esempio per
un soggetto che ormai dopo aver scontato la pena, risulti
riabilitato ai sensi dell’articolo etc., etc. del Codice
Penale, prima parlava dell’estinzione del reato, adesso
parla dell’istituto della riabilitazione che può arrivare
su richiesta dopo un certo numero di anni quando uno ha
rigato diritto oppure non è stato più beccato a fare altre
cose. "Ma - sentite qua - ancora più evidente la
contraddizione sarebbe nel caso in cui il condannato pur
avendo beneficiato della non menzione della condanna del suo
certificato del casellario giudiziale", venga invece
nominato con la vicenda che lo riguarda su Internet anche
anni dopo, ma la non menzione riguarda la fedina penale, ci
sono delle condanne per reati non gravi o per pene lievi che
non vengono menzionate nel certificato penale, nel
casellario giudiziale, benissimo, è un fatto tecnico che
riguarda il processo, se poi la notizia che quello è stato
condannato è di interesse pubblico, deve uscire sui
giornali lo stesso e su Internet lo stesso e ci deve
rimanere finché è di interesse pubblico, non si capisce
per quale motivo non dovrebbe rimanerci. Naturalmente
la tipa dice che si tratta ovviamente di assicurare un
delicato bilanciamento, quando si parla di bilanciamento
preoccupatevi, mettetevi le mutande di ghisa e mettete mano
alla pistola, perché quando parlano di bilanciamento,
stanno introducendo dei criteri discrezionali per cui poi la
bilancia dipende da chi la tiene in mano, c’è qualcuno
che il bilanciamento lo vede un po’ più da questa parte,
un po’ più da quell’altra e quindi entriamo in una
discrezionalità per cui ogni volta che qualcuno scrive
qualcosa di scomodo, viene denunciato e poi c’è un
giudice che decide il bilanciamento e a seconda di com’è
fatta la bilancia di quel giudice, tu che magari hai fatto
semplicemente il tuo dovere di raccontare un fatto o di
criticare una persona, finisci sotto il piatto di una
bilancia perché magari era squilibrata nelle mani di quel
giudice, quando non è chiaro quello che puoi fare o non
puoi fare, a quel punto diventa la giungla e naturalmente
qui sono i condannati che si rivalgono sull’informazione,
non so se mi spiego! Notizie in prescrizione Parla
bene la Lussana perché a questo punto parlando di
bilanciamento dice: certo, bisogna garantire comunque il
bilanciamento con il diritto all’informazione che deve
essere assicurato anche a una certa distanza temporale, ma
non dice quale, quando si tratti di fatti particolarmente
gravi o di informazioni ritenute essenziali perché inerenti
a persone che ricoprono o hanno rivestito importanti ruoli
pubblici e se hanno ricoperto ruoli pubblici meno
importanti? E chi lo decide quali sono quelli molto
importanti? E’ tutto vago, tutto fatto apposta per mettere
sotto scopa l’informazione in questo caso via Internet.
Dopodiché dice: è bene però intervenire fissando alcuni
limiti invalicabili, allora qui dopo aver parlato bene,
razzola male perché il bilanciamento poi alla fine lascia
il tempo che trova in quanto abbiamo i limiti invalicabili,
allora comincia a spiegare che bisogna tutelare
l’identità di chiunque abbia espiato la pena, al fine di
non pregiudicarne il reinserimento sociale, Art. 1, diritto
all’oblio e qui rispiega tutto il fatto che dopo un certo
numero di anni, anche il condannato, l’arrestato, il
patteggiato etc. hanno diritto a non essere più menzionati,
poi nel comma 2 dell’Art. 1 si elencano le scadenze dopo
le quali non si può più scrivere di una condanna, adesso
poi quando arriviamo al testo della legge ve le dico, ma qui
si sta parlando di gente che ha avuto un’archiviazione o
un non luogo a procedere o un proscioglimento o una
prescrizione, tutte notizie che noi non potremo più dare
dopo un anno, al massimo dopo due anni, pensate uno che ha
avuto una prescrizione con una sentenza che dice che era
colpevole, ma l’ha fatta franca, perché il reato è
estinto per prescrizione, noi dopo due anni non possiamo
più dirlo, ma è una cosa folle ovviamente, secondo noi che
facciamo informazione e dal vostro che avete diritto da
averla, da parte di chi la fa franca per prescrizione,
l’idea che dopo un anno o due, nessuno possa più dire che
ha avuto una prescrizione è molto utile, perché? Perché
non gli toccherà più neanche convincere la gente che
prescrizione e assoluzione sono la stessa cosa, come gli
tocca fare oggi (vedi Andreotti, Berlusconi, D’Alema).
Va in prescrizione la notizia sulla prescrizione dopo
un anno o due anni, non so se mi spiego, quindi non dovranno
più giustificarsi! Dopodiché dice la Lussana
all’Art. 2 si prevede addirittura le sanzioni, multe, per
chi non ottempera all’ordine di rimozione dai motori di
ricerca o di cancellazione dei dati delle immagini e delle
informazioni dai siti web sorgente, infatti negli articoli
successivi è normato il risarcimento del danno che Internet
arrecherebbe a queste bravissime persone, bontà sua la
Lussana dice: bisogna mantenere un qualche luogo dove tenere
le notizie per finalità di ricerca storica, ma tutto ciò
deve essere sottratto alla libera consultazione perché?
Perché altrimenti ci finisce chiunque su questi siti,
invece no, bisogna che ci vadano solo i ricercatori storici,
quelli che fanno quei libroni così spessi che non compra
nessuno, quindi nessuno legge. Poi ritorna con queste
notizie sull’oggettivo e rilevante interesse pubblico, che
sono affidate al bilanciamento e nessuno sa mai, ogni volta
che scrive, se un giudice poi riterrà che quello che lui
sta scrivendo, oltre a essere vero, è anche di rilevante
interesse pubblico. Oblio, ma solo per il
Parlamento Il diritto all’oblio non vale, secondo la
Lussana, per i condannati all’ergastolo, per genocidio,
per terrorismo internazionale, o per strage, per quelli
possiamo ancora raccontarla… perché? Perché in
Parlamento ancora gente che abbia commesso genocidi, atti di
terrorismo internazionale o strage non ne abbiamo e quindi
stanno tranquilli da quel punto… hanno escluso i pochi
reati che non sono rappresentati in Parlamento in questo
momento e poi sempre in quella storia del bilanciamento
dice: è chi ha esercitato cariche pubbliche anche elettive,
abbiamo diritto a sapere le condanne che hanno avuto, ma
solo in caso di condanna per reati commessi nell’esercizio
delle proprie funzioni, allorché sussista un meritevole
interesse pubblico alla conoscenza dei fatti, si mettono dei
limiti persino quando il funzionario pubblico ha commesso
reati nell’esercizio delle sue funzioni, anche lì bisogna
vedere se c’è o non c’è l’interesse pubblico, si
apre cioè alla discrezionalità e qualcuno potrà essere
condannato, addirittura a risarcire magari un dirigente
pubblico che prendeva le mazzette o che abusava del suo
potere per mettersi in tasca i soldi o cose di questo
genere, perché? Perché bisogna sempre vedere quel famoso
bilanciamento, non basta che la notizia sia vera, bisogna
anche inserire altri rischi per chi fa informazione, in modo
che siano tutti più prudenti e più intimoriti. La
cosa strepitosa è che se invece una figura pubblica
commette un reato fuori dall’esercizio delle sue funzioni,
non se ne può più parlare e indovinate un po’ Berlusconi
per cosa viene processato? Berlusconi non viene processato,
da anni ormai, quasi mai per reati commessi nell’esercizio
delle sue funzioni, anzi per quelli, tipo i voli di Stato,
tipo il caso della Saintjust con l’accusa di avere
mobbizzato l’ex marito dell’annunciatrice con cui lui
aveva una relazione, tipo il caso Saccà dove lui era
accusato di avere fatto mercimonio di posti e di ruoli a RAI
fiction per sistemare le sue ragazze con l’allora
direttore di RAI fiction, l’inchiesta sulla compravendita
dei senatori, con l’accusa di avere tentato di corromperne
alcuni perché passassero dal centro-sinistra al
centro-destra, tutte queste indagini che configuravano un
abuso dei suoi poteri nell’esercizio delle sue funzioni,
sono state già archiviate e quindi i processi che
rimangono, il processo Mills, il processo sui diritti
Mediaset, sono tutti processi che riguardano Berlusconi come
privato cittadino, come privato imprenditore, non come
pubblico funzionario o incaricato di pubblico servizio.
Sono i reati che sono coperti dal lodo Alfano, quelli
estranei all’esercizio delle funzioni pubbliche, perché?
Perché per l’esercizio delle funzioni di Premier il lodo
Alfano non copre le 5 alte cariche dello Stato. Proprio per
i reati che non sono commessi nell’esercizio delle
funzioni pubbliche, c’è il diritto all’oblio e quindi i
motori di ricerca, stando a quello che ci spiega la Lussana
non potranno e neanche i siti, neanche i blog, più parlare
dei processi e delle eventuali conclusioni delle indagini a
carico di Berlusconi, dopo 3 anni dalla sentenza
irrevocabile per la condanna per una contravvenzione, per un
reato minore, dopo 5 anni dalla sentenza irrevocabile di
condanna per un delitto, se la pena inflitta è inferiore ai
5 anni di reclusione, quindi il 95% delle pene in Italia è
inferiore a 5 anni. Quindi praticamente dopo 5 anni
dall’irrogazione di una pena inferiore ai 5 anni noi non
potremo più leggere nulla non solo sui giornali, ma neanche
su Internet e poi si va avanti con delle altre scadenze
assolutamente più lunghe ma che riguardano reati di una
gravità tale che non sono quelli comunemente commessi dalle
classi dirigenti, non perché non siano gravi, ma perché di
solito le pene con cui sono puniti sono molto basse.
Questo è quello che vi volevo dire, stiamo attenti perché
dopo avere ingurgitato il bavaglio per le indagini in corso,
ci toccherà ingoiare anche il bavaglio per quelle già
fatte e così il paese passerà dall’anestesia locale
all’anestesia totale eterna. Contro i bavagli ci troviamo
l’8 luglio, mercoledì alle 21 all’Alpheus a Roma
Ostiense, a questo punto vi devo dare la buona notizia, la
buona notizia è che il nostro giornale “Il fatto
quotidiano” che partirà a metà settembre, avrà da
domani il suo sito che non è soltanto utilizzabile per
abbonarsi, cosa che vi invito a fare anche perché dalla
fine di questa settimana avremo anche la possibilità di
abbonarci con la carta di credito tramite Internet quindi
anzi neanche muoversi di casa, lo dico soprattutto a quei 40
mila che si sono prenotati per l’abbonamento, non basta
prenotarsi perché adesso bisogna anche fare l’abbonamento
con il versamento, non siamo certo noi che possiamo
abbonarvi contro la vostra volontà, quindi dalla
prenotazione bisogna passare all’abbonamento e se lo fate
entro il 31 luglio c’è questo forte sconto di quasi il
50% sul prezzo del giornale. Sul nostro sito
antefatto.it da domani ci saranno anche le prime notizie e i
primi commenti del Direttore Padellaro miei, ho lasciato
anzi oggi “L’Unità” e quindi proseguirò proprio sul
sito antefatto con la mia rubrica quotidiana che prima
usciva su “L’Unità” con il titolo di Zorro e che
adesso si chiamerà in un altro modo, vedrete domani come si
chiamerà e avremo commenti e notizie che ci accompagneranno
tutta l’estate e che daranno così un antipasto rispetto a
quello che poi sarà il sito ufficiale on line che partirà
anche esso a fine settembre e il giornale di carta che si
chiamerà anch'esso “Il fatto quotidiano” è
un’estate calda, non soltanto dal punto di vista
meteorologico, ma soprattutto dal punto di vista politico e
quindi pensiamo che sia giusto essere presenti subito con
uno strumento quotidiano di dialogo, comunicazione e
informazione nei confronti dei lettori, antefatto.it da
domani e intanto abbonatevi, grazie e passate
parola!"