Fate come GC... crocifiggetevi... un risultato sarà certo:
non ci rompetere + leOO. Avoi piacela sofferenza, ma quella
degli altri...
è finito il tempo che berta in filava... Becare... NOI non
ci droghiamo, quindi non ci convincerete MAI!
12 giugno 2010 21:49 - mestesso
Il crocifisso non è solo un simbolo religioso, ma molto di
più culturale. Sulla croce non lo hanno messo perchè
dichiaratosi figlio di Dio, ma per il fatto che con le sue
parole cambiava la cultura il pensiero ed i costumi del
tempo in modo rivoluzionario, le sue parole erano
pericolose. Ancora oggi si usa lapidare in alcuni paesi, le
peccatrici, cultura o religione? La cultura europea è
Cristiana sia per i credenti o non. La religione è un fatto
personale, la cultura appartiene al popolo. Anche gli atei
appartengono in Europa a tale cultura ed infine pure gli
ebrei che lo hanno crocifisso, avendo vissuto in Europa sono
di cultura cristiana e religione ebraica. Il crocifisso
rappresenta ls nostra identità e chi viene in casa nostra
non può pretendere di portare la sua cultura se incontrasto
con la nostra, non può lapidare le peccatrici come a casa
sua, ma deve adeguarsi alle nostre leggi che derivano dal
cristianesimo per cui deve diventare culturalmente cristiano
o non può diventare europeo!!!!
19 novembre 2009 11:04 - ladycrys
Ciò che ho semrpe professato, come persona che non crede in
alcuna religione ma non si professa nemmeno atea, è sempre
stato sentito e capito non come una voglia di libertà sia
religiosa che morale, bensì come un attacco alla religione
cattolica stessa. Ho 20 anni e mi è semrpe stato detto che
non capivo niente, che l'identità dell'Italia con questa
decisione sarebbe venuta meno, e nessuna risposta alla mia
domanda/affermazione: ma lo Stato è laico, la scuola è un
organo statale, quindi anch'esso laico..perchè dobbiamo
tenere il crocifisso nelle aule pur sapendo che va CONTRO la
costituzione stessa?
Il perchè è palese: in sè la costituzione ha tanti buchi,
tante contraddizioni tra un articolo e l'altro..che è quasi
impossibile rispettarli tutti.
I telegiornali, oramai sottostanti alla verga del potere,
hanno fatto passare ciò che ha detto la CEDU per un obbligo
verso l'Italia..e gli Italiani, invece di cercare la
verità, hanno ascoltato delle notizie fondate, ma mancanti
delle parti fondamentali che facessero comprendere a pieno
l'accaduto.
Ho finito di frequentare le scuole giusto 25 anni fa e, a
quanto mi ricordo, il crocifisso e la foto del Presidente li
ho trovati in tutte le aule. Non per questo - in automatico
- rispettavamo di più Cristo in croce o il Giovanni Leone
di turno.
Anzi.
Il clima in classe era molto più determinato da quello di
cui discutevamo o dal professore di turno. Alcuni - per
nostra fortuna anche i preti - ci osortavano al sapere
critico verso ogni aspetto della realtà: compresa
l'autorità, religiosa e non.
Oggi mi dicono che in molte aule il crocifisso non c'è. La
ridicola sentenza della CEDU avrà sì un costo per lo
Stato: quello di provvedere all'arredo scolastico
mancante!!
Altro effetto che la sentenza provoca - ed è il più
sorprendente - in tutti è di chiedersi a cosa si tiene
veramente: ad una ideologica neutralità o ad uun confronto
fra identità??
Come ha notato uno dei più diffusi movimenti cattolici "...
la contraddizione arriva al paradosso, se si pensa che è
proprio da quella tradizione cristiana che è nata l’idea
stessa di “laico”. Prima di Cristo, la laicità non
esisteva. Cesare e Dio erano la stessa cosa. E fuori dal
cristianesimo, in grandissima parte, continuano ad esserlo,
con tutte le storture e le violenze che questo porta nella
storia.
Contraddittorio, quindi. Ma anche irragionevole. Perché il
crocifisso non è "solo" cultura. È segno del Mistero. Ha a
che fare con il senso della vita e con il dramma del dolore.
Offre a tutti un'ipotesi che va oltre il nulla in cui tutto
andrebbe a finire. Estirparlo dalle aule scolastiche,
eliminare questa dimensione e questa ipotesi vuol dire –
questo sì – soffocare l’idea stessa di educazione. A
meno che non si pensi all'educazione come a qualcosa che non
c'entra con il nostro cuore, con le sue esigenze ed
evidenze, con il desiderio di infinito che rende uomo un
uomo."
18 novembre 2009 11:57 - Aldo Gelmi
L'integralismo cattolico si manifesta ancora una volta. La
rozza reazione dei politici italiani (leggi fra le altre le
ordinanze di alcuni sindaci leghisti) testimoniano
l'assoluta mancanza del concetto di democrazia, che viene
confuso col diritto di una maggioranza di imporre il proprio
volere sulla minoranza. Il discorso sarebbe troppo lungo, mi
limito ad una considerazione pratica: se non vogliamo che le
nostre donne fra una ventina d'anni siano costrette ad
indossare il burqua, cerchiamo di creare uno stato laico
equidistante da tutte le religioni, che dovranno e potranno
essere libere di professare i loro culti nelle loro sedi. In
caso contrario vedremo la mezzaluna sentolare su San Pietro
(se non sbaglio è una profezia).
18 novembre 2009 10:41 - toto200
Oh bella: è la prima situazione nella quale un fenomeno
"non naturale" avviene "naturamente" nel 100% dei casi.
Senza obbligo alcuno.
Sarei curioso di sapere in conseguenza di quale causa il
100% delle aule scolastiche nella scuola dell'obbligo ha il
crocificsso appeso :-)
18 novembre 2009 10:02 - gprimiceri
Inoltre non esiste alcun obbligo di esposizione del
Crocifisso nelle aule scolastiche, pertanto non si può
prevedere la revoca di un obbligo assente.
11 novembre 2009 16:29 - francescomangascia
Dott.ssa Brtucci, sapeva che...Se l'Italia, vuole di suo,
non tira fuori, manco quei 5mila € sanzionategli, dalla
Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo, anzi ci
guadagna qualcosa sopra, poiché la causa che è stata
intentata contro il nostro paese,se non erro, lo fu ben 6
anni fa e, poiché l'Italia è imputata in questo
provvedimento, dunque è Lei che stavolta ha subìto una
violazione dell’art. 6 della Convenzione del 1950 in tema
di durata ragionevole dei processi, poiché al di fuori dei
4 anni che sono considerati ragionevoli per la durata di un
processo, dunque potrebbe anche lei ricorrere contro la
Corte di Strasburgo lamentandosi per il ritardo, e una
volta formulata la richiesta, la Corte di Strasburgo,
imparzialmente, dovrebbe garantire un risarcimento
naturalmente, attraverso un’ampia forma di
discrezionalità, nella quantificazione dell'equa
soddisfazione, un equo indennizzo, all'Italia, poiché
parte lesa, così come previsto dall'art. 41 della
Convenzione.