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9 dicembre 2009 23:44 - gerardo6596
La via della ONLUS penso sia praticabile. Ognuno nel proprio Comune deve guardarsi intorno e va bene tutto, appartenenti a partiti o appartenenti ad associazioni. Se la parola d'ordine è unire, uniamo. Stare sempre a fare distinzioni (quello no perché... quell'altro no perché...) è l'altra faccia della malattia sociale di oggi. Unico vincolo: legalmente e senza doppigiochi per l'obiettivo stabilito.
1 dicembre 2009 20:13 - lucillafiaccola1796
Gerardo la tua idea è buona. Però non tiriamoci dentro i soliti partiti! Quelli sono tutti affilIati! Nessuno escluso.
Potremmo farci una bella ONLUS, visto che una banca non ti permettono di fartela, anche se è una società privata, come la banca d'italia spa.... e operare con noi e per noi?
Che ne dici?
29 novembre 2009 22:38 - gerardo6596
Intanto una idea da esaminare potrebbe essere questa (da ilKuda blog):

Il decreto Ronchi, ormai diventato legge, di fatto rende impossibile la gestione pubblica delle risorse idriche. Come sinistra, ambientalisti, possiamo incazzarci, raccogliere firme per cancellare la legge tramite referendum, provare a patteggiare con la Lega una nuova leggina, oppure, oltre a queste cose, scendere sul campo del capitalismo e batterlo dal di dentro.

Quella che sto per scrivere è un'idea che mi frulla in testa da questa mattina e sulla quale vorrei raccogliere i pareri di quanti ne sanno più di me. La legge Ronchi manda in soffitta tutte le gestioni in house entro il 31 dicembre 2011 a meno che entro questa data la società che gestisce il servizio non sia per il 40% affidata a privati. E qui sta il punto.

Il 40% privato potranno essere le grandi multinazionali come la Nestlè o la Coca Cola, che sta assetando la Basilicata, oppure potremmo essere noi. Sì, sto proprio proponendo ai partiti di sinistra, al PD, ai Verdi, a Sinistra e Libertà, al movimento etico solidale, ai gas di creare un fondo di investimento che faccia da partner privato alle aziende pubbliche. (non so se è la forma finanziaria giusta, ma adesso mi interessa il concetto).

Questo si sarebbe un bel colpo alle multinazionali dell'acqua che contavano di fare grandi affari sulla nostra sede. In queste nuove società avremo un doppio controllo, con il voto e con il portafoglio, perchè saremo noi, soci, a determinare chi siederà in consiglio di amministrazione e quindi ad impostarne le politiche. E questo farebbe davvero girare le balle a molti, ve li immaginate, costretti ad usa l'acqua venduta da un fondo di sinistra?

Ho provato a fare due conti, giusto per verificare la fattibilità o meno della proposta. Ho preso a modello Amiacque, la società che fornisce acqua a 242 comuni lombardi e che nel 2008 ha avuto un attivo netto di 370.947 €. Questa società ha un capitale sociale di 23.667.606 €, dovrà privatizzarne il 40%, cioè circa 9 milioni e mezzo di euro. Basta trovare 100.000 lombardi disposti ad investire 100 € e diventiamo azionisti della società. Cosa ci vuole?

Basta trovare 414 persone per comune (compreso Milano, per capirci)
Alle primarie del PD hanno votato, solo in Lombardia 300.000 persone. Gli iscritti sono circa 50.000 la metà della cifra da raggiungere.
Alle ultime europee Sinistra e Libertà ha preso 106.000 voti, l'Italia dei Valori 349.000, il PD 1.146.000.
27 novembre 2009 20:44 - lucillafiaccola1796
This is the question! Visto che in in italia ora si parla solo inglese slang.. ma kevor dì taggare? ma che vordì streaming? ecc ecc ecc!!!!?
La domanda è: che possiamo fare? Il problema l'abbiamo individuato! Che cosa possiamo fare NOI in concreto per pararci il Kul? Condieriamo che NON abbiamo armi, non siamo mafiosi, non siamo camorristi, non siamo della sacra corona unita, non siamo banchieri, non siamo pretofili, non siamo politici, non siamo piagnoni, non siamo savi di sion, non siamo piduisti, non siamo massoni, ecc, ecc, ecc,
Allora? Quale deve essere la "strategia" delle 36 ri. e sa. pute?
27 novembre 2009 19:45 - gerardo6596
Cortese Donvito, la vostra "riduzione del danno" potremmo paragonarla al materasso messo sul marciapiede per ammortizzare una caduta dall'ottavo piano! Detto altrimenti una miopia. Mi spiego: con la vista ridotta a un palmo dal naso cerca di difendere gli "utenti" dai soprusi della quotidianità senza vedere cosa ci sarà domani. Perché tutelare i "cittadini" da una cattiva gestione pubblica può voler dire tante cose: dare in mano ai privati è l'opzione più veloce e tanto gradita anche a chi ci governa, blaterando continuamente di libero mercato pur sapendo che il libero mercato è un'illusione! E' sempre la stessa storia, insomma, i beni collettivi in mano ai privati perchè la collettività non li gestisce bene: con questa scusa un giorno, nella infinita caduta in cui ci troviamo, arriveremo a dover comprare anche l'aria. L'acqua è un bene PUBBLICO e io voglio un VALIDO servizio pubblico! Mi chiami "marziano" o come le pare, a me sembra semplice buon senso.
Saluti
Gerardo
25 novembre 2009 10:14 - eugenio4679
L'acqua è un patrimonio dell'umanità. E' un bene pubblico e come tale va gestita solo ed esclusivamente da enti pubblici. La privatizzazione dell'acqua ci porterà ad un aumento sconsiderato del prezzo e a minori controlli sulla qualità.
19 novembre 2009 10:07 - franco8039
questa è l'ennesima presa in giro della "politica",
atteso che per politica, s'intenta quella nobilissima arte del governare.
ah! chissà come, si pensi ai grandi Romani, coloro che ebbero grandi responsabilità e fecero scelte di grande valenza socio economica, che portarono ai fasti più elevati le popolazioni del loro tempo, come si rivolterebbero nelle loro tombe e quali angosce patirebbero, se potessero aver contezza, di quella che è divenuta oggi la "res pubblica".
l'acqua, preziosissimo elemento che fece parte dei quattro essenziali per la vita, oggi secondo questo governo, dev'essere privatizzata.
qualcuno, come per le autostrade, deve lucrarci di brutto, dopo che la collettività ha pagato per le opere primarie ed essenziali, queste devono essere gestite da "privati" perchè garantiscono più e meglio, l'efficienza e l'efficacia del servizio.
si pensi realmente ad abolire le regioni e le province, enti di estremo parassitismo e carrozzoni inutili, ci guadagnerebbe di brutto, in un sol colpo, tutta la collettività nazionale.
altro che privatizzare e decentrare, quando la filosofia della moderna società, si guardi alle aziende, va verso il concentramento delle aree decisionali.
qua questo andrebbe in direzione diametralmente opposta, alla logica o alla razio della politica...
e noi, come diceva un grande del cinema italiano, paghiamo!
18 novembre 2009 12:58 - antonio5562
Per prima cosa vorrei smitizare quella, che a mio parere, è una scusa.
Vero che la rete pubblica fa "acqua" da tutte le parti ma è altrettanto vero che i nostri cari "amministratori" non hanno mai fatto nulla. I proventi avrebbero dovuto reinvestirli. Ma a loro non gliene è fregato nulla. La situazione non è salvabile, come vorrebbero farci credere, con la privatizzazione. Alternativa è avere l'acqua ancora pubblica e aumentare sensibilmente le tariffe per far fronte, gradualmente, al ripristino della rete.
La triste realtà è che il privato deve e vuole guadagnare con la complicità di chi comanda. Quanti figli, parenti e amici di amministratori sono stati assunti?
Non vado oltre perchè dovrei dimostrare cose che non potrei.
18 novembre 2009 9:59 - toto200
Premetto che non conosco il MERITO della questione. Non so che tipo di società sia il gestore dell'acqua, non so di chi sia l'acqua, di chi sia la rete, di chi sia la responsabilità dei controlli, della distribuzione, della riscossione, non so il livello di efficienza della rete, nè dove siano maggiori gli sprechi. Del MERITO non so niente.
Ma so una cosa del METODO: cambiare qualcosa senza sapere cosa, sperando che dal cambiamento la società (noi) ne ricavi un vantaggio è un ragionamento SBAGLIATO. Vorrei un solo esempio, diciamo negli ultimi 2.000 anni, che smentisca questa mia affermazione.
Dire "forse il privato può fare meglio e fornire un servizio migliore" senza dire "come", dire "almeno proviamoci" senza dire "come", fa evolvere SEMPRE e sottolineo SEMPRE dal male in peggio. Tanto per dirne una vorrei ricordare il vantaggio che gli italiani ne hanno ricevuto dal passaggio dalla politica "pubblica" a quella "privata": abbiamo scoperto che il problema più grosso di chi va al mercato a scegliere la verdura che costa meno perchè non ci sono soldi è il fatto che il suo processo possa durare più di 6 anni. E che giudice e pubblico ministero abbiano la stessa carriera. Mia madre è preoccupatissima di ciò, e con lei tutto il rione nel quale vive. E tutta l'azienda nella quale lavoro: nessuno dorme più dalla proccupazione.
Questo è il risultato del "almeno proviamo a passare dal pubblico al privato": dalla padella alla brace.

Solo che non abbiamo ancora imparato ...
18 novembre 2009 9:15 - zenyattamond
in effetti, se facciamo il paragone con la rete di trasporto del gas, appare evidente come per l'acqua (forse a causa della minore complessita) non ci sia un "monopolista" che viene remunerato a tariffa ed è responsabile della gestione e degli investimenti.
Il metano lo paghiamo caro (più caro degli altri in europa) ma almeno il servizio è efficiente e le infrastrutture sono moderne, in taluni casi da eccellenza.
Nel caso dell'acqua mi sembra più una situazione tipo quella delle autostrade, dove l'affare lo farà solo il concessionario.........e noi paghiamo!!
18 novembre 2009 8:43 - valter6955
Sembra anche a me che l'acqua sia un bene non privatizzabile, ma viene il dubbio se sia utile per noi utenti avere un servizio pubblico come quello attuale che arriva a sprecare il 34% dell'acqua, con dei picchi ancora maggiori nel sud Italia, ove l'acqua da sempre è un problema enorme. Quindi, forse, dico forse, il privato, ancorchè sia necessario intervenire con prezzi controllati, può fare meglio e fornire un servizio migliore. Almeno proviamoci, visto che lo Stato non riesce e non riuscirà a migliorare il servizio.
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