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24 novembre 2009 13:46 - Annapaola Laldi
E' davvero tanto ma tanto difficile capire la logica dei nostri legislatori e dei nostri governanti (e penso anche a quelli di ieri e non solo a quelli di oggi).
Allora, se ho ben capito, in teoria (cioè secondo la legge) le persone che vivono da sole non sono ritenute idonee all'adozione di un bambino. La cosa è discutibile, ovviamente, ma, finché la norma non viene modificata, sembrerebbe logico che ai single non fosse permessa alcuna adozione. E invece...la prassi consente che queste persone non idonee per legge possano adottare bambini disabili o difficili. Vale a dire proprio quei bambini che, a rigore, hanno più bisogno di cure e attenzioni sia sul piano affettivo/emotivo, sia su quello strettamente materiale e richiedono quindi una dedizione enorme, se non proprio totale, dell'adulto di riferimento (e forse di più di uno)
E proprio queste creature le lasciamo in balia di persone non ritenute idonee all'adozione? Ma scherziamo?
Naturalmente io sono convinta che una persona che vive da sola sia perfettamente in grado di essere genitore adottivo (come può essere, ovviamente, genitore naturale) sia di un bambino difficile sia di uno facile (ammesso che i bambini facili esistano) e che quindi la legge vada corretta, ispirandosi proprio alla prassi invalsa e alle esperienze maturate, che penso siano positive. Le domande che ho fatto sopra vogliono semplicemente
mettere in evidenza l'ipocrisia della legge e della sua applicazione. Infatti, se i bambini difficili e disabili possono essere dati in adozione agli indegni single, vuol dire: a) che non è affatto vero che la legge, come affermato ovunque, ha a cuore in primo luogo il benessere del bambino; b) che esistono creature di serie A (che si fanno adottare a genitori degni ex lege) e creature di serie B (che si fanno adottare anche e per lo più a genitori indegni ex lege).
Voglio concludere in modo positivo questa amara constatazione.
Mi piacerebbe che qualche genitore adottivo single si facesse avanti e narrasse la sua esperienza. Potrebbe essere l'inizio di un movimento concreto per il cambiamento.
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