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23 luglio 2010 0:57 - pfui!
lo stipendio (indennità) netto dei deputati è di 5.486,58 euro
Con l'indennità questi parlamentari ci si comprano le sigarette

MA QUANTO CA%%O FUMANO?!
22 luglio 2010 18:49 - lucillafiaccola1796
I Papp Ones devono essere Giovani e Belli. Di questi brutti, vecchi, incapaci non so che farmene. Dove sta scritto che li devo mantenere INSUSSISTENTEMENTE? Andassero a cavar patate... non quelle di cui si circondano, vere o trans che siano! Se sono capace di amministrarmi in proprio non assumo, e quindi non pago, alcun ammministratore, tantomeno se "scalzacane" e "serpentino" .
22 luglio 2010 17:02 - Annapaola Laldi
Ottima informazione e ottime le proposte concrete, tipo quella di abolire il cumulo della carica parlamentare con quella in altre istituzioni, visto che senatori e deputati, uomini e donne, non hanno ancora il dono dell'ubiquità né possono occuparsi seriamente (e stottolineo seriamente)di più di un settore alla volta: o la vita parlamentare o il Comune o altro: uno alla volta per carità (lo diceva già il buon Figaro di Rossini, che, in fondo, doveva solo fare barbe capelli). Solo in questo modo si potrà ridare dignità al lavoro dei parlamentare e renderlo più efficiente.
Plaudo anche ad altre proposte come quella dell'abolizione delle province che da anni e da tante parti sono definite inutili per la vera amministrazione del territorio (non, ovviamente, per offrire prebende di qua e di là).
Quello che non condivido è di vedere tutto ciò in alternativa alla revisione-riduzione degli emolumenti dei parlamentari. Secondo me si deve procedere anche su questo piano, rivedendo non solo il denaro sonante che va nelle loro tasche o in quelle dei segretari ecc., ma anche quello che lo Stato spende nei molteplici cosiddetti benefit, di cui si perde facilmente il conto, ammesso che si sia mai provato a farlo.
Ridimensionare tutte queste spese, anche se in percentuale, rispetto alle altre, farebbero risparmiare non molto, in percentuale, è, secondo me, il segno necessario di una reale svolta (leggi: moralizzazione) della vita pubblica.
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