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18 dicembre 2013 18:40 - m7teverde8154
Carissimo, mi devi scusare se mi SVEGLIO imperdonabilmente così tardi... NON mi ricordavo più dove avevo postato la domanda e, quando l'ho rivista dopo due anni e passa qua, ho avuto un sobbalzo, anche perché mi ero dimenticato il mio nick, ritrovato proprio casualmente.
Ritornando al problema "riscaldamento" devo dire d'aver risolto, per quanto mi riguarda, dopo aver lottato oltre CINQUE ANNI per far adottare dal condominio i contabilizzatori di calore! Le resistenze opposte dall'"imbecillità assembleare" erano salite esponenzialmente di anno in anno, fino alla scorsa primavera quando si è finalmente raggiunto un risicatissimo quorum per l'approvazione della modifica, ora finalmente in atto. E', questo, il primo anno sperimentale del "nuovo corso"; vedremo a fine stagione. In questo momento l'unico nodo controverso è quello della ripartizione fra consumo effettivo, dato dalla contabilizzazione elemento per elemento, e la percentuale di quota fissa da pagare dovuta a dispersione, manutenzione, lettura dei codici dei contabilizzatori e quant'altro... Alla fine l'assemblea ha deciso che il riscaldamento venga pagato al 70% come quota consumo e al 30% per spese cosiddette fisse, naturalmente in base ai millesimi. Credi sia corretto? Scusami ancora per il ritardo e Buone Feste.
28 luglio 2011 9:56 - francesco5089
Ciao, provo a risponderti per quello che so.

All'atto del rifacimento dell'impianto dello nostro immobile, abbiamo SEPARATO gli impianti termici dopo la caldaia centralizzata. Ogni impianto è dotato di circolatore autonomo(pompa)comandato da cronoterostato. Ciò significa che se nessuno ha acceso il termostato, la caldaia è spenta, ma quando io accendo il mio, la caldaia entra in funzione e scalda SOLO il mio appartamento.
Ad ogni circolatore (pompa) è stato attaccato un contabilizzatore di calore che è un po' diverso da quanto ho suggerito nel commento precedente. Il mio sistema è un computerino che CALCOLA il calore ceduto dai miei termosifoni al mio appartamento moltiplicando la differenza tra temperatura dell'acqua in mandata e quella in ritorno per i metri cubi d'acqua passati nei mei caloriferi e per la capacità termica del fluido vettore usato (acqua). Ha quindi tre sensori, uno che MISURA il flusso d'acqua, gli altri sono due termometri di precisione.
In base a uesti dati, ripartiamo il costo del riscaldamento.

Che io sappia, i contacalorie da installare sui termosifono non sono MISURATORI ma compiono UNA STIMA (abbastanza precisa, direi) del calore ceduto di termosifoni basandosi su parametri oggettivi (quali la temperatura del calorifero e della stanza) e parametri immessi dall'operatore che li ha montati (capacità di cessione di calore da parte del calorifero).

Per quanto riguarda le normative, spero che ti risponda qualcuno che ne sappia. Per me l'assemblea condominiale, in questo, è sovrana...

Prima di avere ciò che chiedevo per il nostro impainto mi sono informato moltissimo ed ho trovato UNA GRAN QUANTITA' di persone incompetenti nel loro campo che cercavano soluzioni per loro più semplici, per non doversi confrontare con temi che erano apparentemente di difficile comprensione o trattamento (per loro). Se mi vuoi contattare per qualsiasi chiarimento: fracode ! email punto it (sostituisci il ! con la chiocciola)
Saluti.
28 luglio 2011 0:43 - m7teverde8154
Pare, da voci di ambienti "condominiali", che questi cosiddetti CONTATORI di CALORE siano a tutt'oggi in fase sperimentale e soggetti a ricorrenti variazioni in fatto di normativa; da parte di molti amministratori di condominio e di molti condòmini vi è RESISTENZA alle modifiche da apportare ex nunc. Le mie informazioni sono esatte o qualcuno mi sta prendendo per il naso facendomi credere che "la situazione" relativa alla misurazione del calore è ancora MOLTO INCERTA e NON probatoria ai fini della bolletta finale? Qualcuno vorrà cortesemente fugarmi i dubbi?
27 luglio 2011 10:57 - francesco5089
Un buon sistema per evitare alcuni problemi di ripartizione e per spronare i condomini al risparmio energetico, alla consapevolezza ed alla responsabilità è quello di dotare ogni calorifero di un contatore del calore emesso. Ogni apparecchietto comunica senza fili alla centrale quanto ognuno di noi ha consumato e permette all'amministratore di ripartire i costi fra i condomini. I risultati migliori si ottengono abbinando a questi la sostituzione delle normali valvole con quelle termostatiche, per cui ognuno si gestisce facilissimamnte la temperatura in ogni stanza a proprio piacimento. Il costo non è elevato, ma il benessere ed il risparmio sono sicuri.
Alla fine ci sarà una piccola quota del costo totale del riscaldamento che verrà suddivisa in millesimi (per gli scambi di calore tra appartamenti) ed il resto pagherà in proporzione a quanto riscaldamento ciascuno ha utilizzato.
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