Carissimo, mi devi scusare se mi SVEGLIO imperdonabilmente
così tardi... NON mi ricordavo più dove avevo postato la
domanda e, quando l'ho rivista dopo due anni e passa qua, ho
avuto un sobbalzo, anche perché mi ero dimenticato il mio
nick, ritrovato proprio casualmente.
Ritornando al problema "riscaldamento" devo dire d'aver
risolto, per quanto mi riguarda, dopo aver lottato oltre
CINQUE ANNI per far adottare dal condominio i
contabilizzatori di calore! Le resistenze opposte
dall'"imbecillità assembleare" erano salite
esponenzialmente di anno in anno, fino alla scorsa primavera
quando si è finalmente raggiunto un risicatissimo quorum
per l'approvazione della modifica, ora finalmente in atto.
E', questo, il primo anno sperimentale del "nuovo corso";
vedremo a fine stagione. In questo momento l'unico nodo
controverso è quello della ripartizione fra consumo
effettivo, dato dalla contabilizzazione elemento per
elemento, e la percentuale di quota fissa da pagare dovuta a
dispersione, manutenzione, lettura dei codici dei
contabilizzatori e quant'altro... Alla fine l'assemblea ha
deciso che il riscaldamento venga pagato al 70% come quota
consumo e al 30% per spese cosiddette fisse, naturalmente in
base ai millesimi. Credi sia corretto? Scusami ancora per il
ritardo e Buone Feste.
28 luglio 2011 9:56 - francesco5089
Ciao, provo a risponderti per quello che so.
All'atto del rifacimento dell'impianto dello nostro
immobile, abbiamo SEPARATO gli impianti termici dopo la
caldaia centralizzata. Ogni impianto è dotato di
circolatore autonomo(pompa)comandato da cronoterostato. Ciò
significa che se nessuno ha acceso il termostato, la caldaia
è spenta, ma quando io accendo il mio, la caldaia entra in
funzione e scalda SOLO il mio appartamento.
Ad ogni circolatore (pompa) è stato attaccato un
contabilizzatore di calore che è un po' diverso da quanto
ho suggerito nel commento precedente. Il mio sistema è un
computerino che CALCOLA il calore ceduto dai miei
termosifoni al mio appartamento moltiplicando la differenza
tra temperatura dell'acqua in mandata e quella in ritorno
per i metri cubi d'acqua passati nei mei caloriferi e per la
capacità termica del fluido vettore usato (acqua). Ha
quindi tre sensori, uno che MISURA il flusso d'acqua, gli
altri sono due termometri di precisione.
In base a uesti dati, ripartiamo il costo del
riscaldamento.
Che io sappia, i contacalorie da installare sui termosifono
non sono MISURATORI ma compiono UNA STIMA (abbastanza
precisa, direi) del calore ceduto di termosifoni basandosi
su parametri oggettivi (quali la temperatura del calorifero
e della stanza) e parametri immessi dall'operatore che li ha
montati (capacità di cessione di calore da parte del
calorifero).
Per quanto riguarda le normative, spero che ti risponda
qualcuno che ne sappia. Per me l'assemblea condominiale, in
questo, è sovrana...
Prima di avere ciò che chiedevo per il nostro impainto mi
sono informato moltissimo ed ho trovato UNA GRAN QUANTITA'
di persone incompetenti nel loro campo che cercavano
soluzioni per loro più semplici, per non doversi
confrontare con temi che erano apparentemente di difficile
comprensione o trattamento (per loro). Se mi vuoi contattare
per qualsiasi chiarimento: fracode ! email punto it
(sostituisci il ! con la chiocciola)
Saluti.
28 luglio 2011 0:43 - m7teverde8154
Pare, da voci di ambienti "condominiali", che questi
cosiddetti CONTATORI di CALORE siano a tutt'oggi in fase
sperimentale e soggetti a ricorrenti variazioni in fatto di
normativa; da parte di molti amministratori di condominio e
di molti condòmini vi è RESISTENZA alle modifiche da
apportare ex nunc. Le mie informazioni sono esatte o
qualcuno mi sta prendendo per il naso facendomi credere che
"la situazione" relativa alla misurazione del calore è
ancora MOLTO INCERTA e NON probatoria ai fini della bolletta
finale? Qualcuno vorrà cortesemente fugarmi i dubbi?
27 luglio 2011 10:57 - francesco5089
Un buon sistema per evitare alcuni problemi di ripartizione
e per spronare i condomini al risparmio energetico, alla
consapevolezza ed alla responsabilità è quello di dotare
ogni calorifero di un contatore del calore emesso. Ogni
apparecchietto comunica senza fili alla centrale quanto
ognuno di noi ha consumato e permette all'amministratore di
ripartire i costi fra i condomini. I risultati migliori si
ottengono abbinando a questi la sostituzione delle normali
valvole con quelle termostatiche, per cui ognuno si gestisce
facilissimamnte la temperatura in ogni stanza a proprio
piacimento. Il costo non è elevato, ma il benessere ed il
risparmio sono sicuri.
Alla fine ci sarà una piccola quota del costo totale del
riscaldamento che verrà suddivisa in millesimi (per gli
scambi di calore tra appartamenti) ed il resto pagherà in
proporzione a quanto riscaldamento ciascuno ha utilizzato.