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24 novembre 2010 2:15 - Giuseppe Parisi
Grazie Giuseppe64.
Si’, la vitamina D, sta avendo numerosissime attenzioni da parte di una ricerca che negli anni passati apparentemente la trascurava invece semplicemente non se ne accorgeva.
E sono paralleli gli studi incrociati tra vitamina D e Cancro.
Giorno 18 Novembre si e’ tenuto un significativo convegno, sul tema da me, precedentemente trattato sulla assenza di ricerca scientifica sugli antibiotici.
Ve la incollo qui sotto.

Non si investe più nella ricerca di nuovi antibiotici. E' questo il segnale d'allarme che viene dagli esperti di malattie infettive a ridosso della “Giornata Europea degli Antibiotici”, celebrata il 18 novembre 2010. Questi farmaci che hanno curato milioni di persone, rivoluzionando la terapia delle infezioni batteriche e salvando un numero elevatissimo di vite umane in tutto il mondo, si stanno “estinguendo”. Come spiega il medico-ricercatore Giorgio Mosconi, membro della Societa’ Americana di Malattie Infettive , esperto internazionale nel settore della ricerca antinfettiva e per questo nominato recentemente “Protagonista Italiano nel mondo” dal Ministero degli Affari Esteri Italiano, rischiamo di rimanere con le armi spuntate contro le sempre più aggressive resistenze.
Che queste ultime siano in aumento e che si stiano diffondendo in tutto il mondo non è una novità: è da tempo che si sottolinea l'impressionante ascesa dei batteri sui quali anche i più potenti antibiotici non sono più in grado di agire. Che, però, non si investisse più nella ricerca di nuove molecole, in grado di aggirare le resistenze e di ricostituire l'armamentario terapeutico dei clinici per malattie che si consideravano fino a pochi anni fa sconfitte, era noto solo agli addetti ai lavori. “E' arrivato il momento che anche l'opinione pubblica sia messa al corrente dell'estrema situazione in cui versano le nostre “scorte” di antibiotici” dice Mosconi.
Vediamo l'entità del problema. Attualmente, sono oltre 240 gli antibiotici a disposizione della classe medica. Questo in passato ha indotto molti a pensare che non fosse necessario svilupparne altri, pertanto la ricerca di nuovi antibatterici si è praticamente fermata da circa 20 anni. “Di conseguenza, si è verificata una costante e drastica riduzione dell’introduzione di nuovi antibiotici negli ultimi due decenni”, sottolinea Mosconi. Il segnale è molto forte: non si investe più nella ricerca di antibiotici innovativi, cioè con meccanismi d’azione diversi da quelli degli antibiotici già esistenti , condizione necessaria per abbattere le resistenze messe in atto dai batteri ai farmaci correnti.
Le resistenze batteriche hanno, invece, un andamento completamente opposto: aumentano in misura sempre più allarmante. I batteri, infatti, hanno imparato a sviluppare efficaci sistemi di resistenza agli antibiotici in uso. Anche recentemente, si è verificato l’ennesimo allarme per casi di infezione sostenuti da nuovi ceppi batterici multi-resistenti di tipo NDM-1, per i quali le molecole disponibili sul mercato sono per gran parte inefficaci. Questo vale anche per molti altri batteri, in particolare quelli che si trovano in ambiente ospedaliero, e per quello responsabile della tubercolosi per il quale l'emergenza di ceppi multi ( MDR) o addiritura iper-resistenti (XDR) a tutti i farmaci é in allarmante crescita.
“Noi medici, assieme ai nostri pazienti, stiamo perdendo la guerra contro le infezioni batteriche”, denuncia l'esperto. Un recente rapporto dell’autorevole Centro di Controllo delle Malattie Infettive (CDC di Atlanta ) statunitense ha riportato che nei soli Stati Uniti sono oltre 99.000 i pazienti che muoiono ogni anno in ospedale per aver contratto un’infezione ospedaliera sostenuta da batteri spesso multi-resistenti. La grande disponibilità di molecole presente negli anni d'oro della ricerca antibiotica (fino a metà degli anni ’80), ha indotto i ricercatori a focalizzarsi su altre patologie privilegiando le malattie ad andamento cronico. In realtà si era vinta una battaglia, ma ora si rischia di perdere la guerra, se non si agisce diversamente e in fretta. Va ricordato che l’Italia è stato uno dei paesi che ha più contribuito nel mondo alla ricerca e alla scoperta degli antibiotici.

Fonte: Giornata Europea degli Antibiotici, 2010
22 novembre 2010 22:50 - Giuseppe64
Come viene ben scritto nell'articolo, i virus ci sono tutto l'anno, eppure noi ci ammaliamo più facilmente durante l'inverno e specialmente alla fine dell'inverno. Una delle spiegazioni più plausibili è che alla fine dell'inverno il nostro corpo ha finito la scorta di vitamina D che abbiamo fatto durante l'estate, grazie al sole. Per questo è molto importante, per avere un sistema immunitario forte, durante l'estate non evitare il sole, come invece ci viene consigliato da alcuni enti controllati dall'industria farmaceutica (che così riesce a vendere più medicinali). Non lasciamoci togliere il sole! Con il sole fabbrichiamo la vitamina D che è (anche) un antibiotico naturale, infatti d'estate è molto raro avere l'influenza.
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16 novembre 2010 19:23 - lucillafiaccola1796
Doctor?
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