Grazie Giuseppe64.
Si’, la vitamina D, sta avendo numerosissime attenzioni
da parte di una ricerca che negli anni passati
apparentemente la trascurava invece semplicemente non se ne
accorgeva.
E sono paralleli gli studi incrociati tra vitamina D e
Cancro.
Giorno 18 Novembre si e’ tenuto un significativo
convegno, sul tema da me, precedentemente trattato sulla
assenza di ricerca scientifica sugli antibiotici.
Ve la incollo qui sotto.
Non si investe più nella ricerca di nuovi antibiotici. E'
questo il segnale d'allarme che viene dagli esperti di
malattie infettive a ridosso della “Giornata Europea degli
Antibiotici”, celebrata il 18 novembre 2010. Questi
farmaci che hanno curato milioni di persone, rivoluzionando
la terapia delle infezioni batteriche e salvando un numero
elevatissimo di vite umane in tutto il mondo, si stanno
“estinguendo”. Come spiega il medico-ricercatore Giorgio
Mosconi, membro della Societa’ Americana di Malattie
Infettive , esperto internazionale nel settore della ricerca
antinfettiva e per questo nominato recentemente
“Protagonista Italiano nel mondo” dal Ministero degli
Affari Esteri Italiano, rischiamo di rimanere con le armi
spuntate contro le sempre più aggressive resistenze.
Che queste ultime siano in aumento e che si stiano
diffondendo in tutto il mondo non è una novità: è da
tempo che si sottolinea l'impressionante ascesa dei batteri
sui quali anche i più potenti antibiotici non sono più in
grado di agire. Che, però, non si investisse più nella
ricerca di nuove molecole, in grado di aggirare le
resistenze e di ricostituire l'armamentario terapeutico dei
clinici per malattie che si consideravano fino a pochi anni
fa sconfitte, era noto solo agli addetti ai lavori. “E'
arrivato il momento che anche l'opinione pubblica sia messa
al corrente dell'estrema situazione in cui versano le nostre
“scorte” di antibiotici” dice Mosconi.
Vediamo l'entità del problema. Attualmente, sono oltre 240
gli antibiotici a disposizione della classe medica. Questo
in passato ha indotto molti a pensare che non fosse
necessario svilupparne altri, pertanto la ricerca di nuovi
antibatterici si è praticamente fermata da circa 20 anni.
“Di conseguenza, si è verificata una costante e drastica
riduzione dell’introduzione di nuovi antibiotici negli
ultimi due decenni”, sottolinea Mosconi. Il segnale è
molto forte: non si investe più nella ricerca di
antibiotici innovativi, cioè con meccanismi d’azione
diversi da quelli degli antibiotici già esistenti ,
condizione necessaria per abbattere le resistenze messe in
atto dai batteri ai farmaci correnti.
Le resistenze batteriche hanno, invece, un andamento
completamente opposto: aumentano in misura sempre più
allarmante. I batteri, infatti, hanno imparato a sviluppare
efficaci sistemi di resistenza agli antibiotici in uso.
Anche recentemente, si è verificato l’ennesimo allarme
per casi di infezione sostenuti da nuovi ceppi batterici
multi-resistenti di tipo NDM-1, per i quali le molecole
disponibili sul mercato sono per gran parte inefficaci.
Questo vale anche per molti altri batteri, in particolare
quelli che si trovano in ambiente ospedaliero, e per quello
responsabile della tubercolosi per il quale l'emergenza di
ceppi multi ( MDR) o addiritura iper-resistenti (XDR) a
tutti i farmaci é in allarmante crescita.
“Noi medici, assieme ai nostri pazienti, stiamo perdendo
la guerra contro le infezioni batteriche”, denuncia
l'esperto. Un recente rapporto dell’autorevole Centro di
Controllo delle Malattie Infettive (CDC di Atlanta )
statunitense ha riportato che nei soli Stati Uniti sono
oltre 99.000 i pazienti che muoiono ogni anno in ospedale
per aver contratto un’infezione ospedaliera sostenuta da
batteri spesso multi-resistenti. La grande disponibilità
di molecole presente negli anni d'oro della ricerca
antibiotica (fino a metà degli anni ’80), ha indotto i
ricercatori a focalizzarsi su altre patologie privilegiando
le malattie ad andamento cronico. In realtà si era vinta
una battaglia, ma ora si rischia di perdere la guerra, se
non si agisce diversamente e in fretta. Va ricordato che
l’Italia è stato uno dei paesi che ha più contribuito
nel mondo alla ricerca e alla scoperta degli antibiotici.
Fonte: Giornata Europea degli Antibiotici, 2010
22 novembre 2010 22:50 - Giuseppe64
Come viene ben scritto nell'articolo, i virus ci sono tutto
l'anno, eppure noi ci ammaliamo più facilmente durante
l'inverno e specialmente alla fine dell'inverno. Una delle
spiegazioni più plausibili è che alla fine dell'inverno il
nostro corpo ha finito la scorta di vitamina D che abbiamo
fatto durante l'estate, grazie al sole. Per questo è molto
importante, per avere un sistema immunitario forte, durante
l'estate non evitare il sole, come invece ci viene
consigliato da alcuni enti controllati dall'industria
farmaceutica (che così riesce a vendere più medicinali).
Non lasciamoci togliere il sole! Con il sole fabbrichiamo la
vitamina D che è (anche) un antibiotico naturale, infatti
d'estate è molto raro avere l'influenza.
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