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15 dicembre 2014 10:58 - ennio4531
Dopo che vari governi, sull'onda emotiva degli effetti miracolistici da attribuirsi alle fonti rinnovabili, hanno costituito una nuova casta, data dai produttori di energie rinnovabili, impinguandola garantendo loro per almeno 20 anni prezzi da nababbi fuori da ogni logica di libero mercato, adesso si cerca di ridurre il carico sugli utenti ( solo per il fotovoltaico gli incentivi superano gli 8 miliardi di euro l'anno ) obbligando di fatto i produttori ad accontentarsi di prezzi inferiori allungando di altri 7 anni il periodo incentivato.

Era scontato che la casta non sarebbe stata con le mani in mano nel vedersi ridurre ciò che per legge spettava e quindi assisteremo, per l'ennesima volta , a lunghissime e costose liti legali.

In entrambi i casi a perderci sarà la collettività nel suo complesso perchè se lo Stato nella lite soccomberà dovrà risarcire i danni alla controparte scaricando l'importo sulla tassazione . Se lo Stato ne uscirà vincitore, parte del sistema economico sarà ancora economicamente più inaffidabile dovendo accontentarsi di introiti più bassi rispetto a quelli prima garantiti e ai consumatori ben pochi vantaggi ne deriveranno in quanto le eventuali riduzioni del carico si prolungheranno comunque per altri sette anni oltre ai 20 previsti.

In dettaglio ...

" 11/12/2014 - Era ormai nell'aria da tempo, adesso è ufficiale: assoRinnovabili ha depositato in questi giorni il ricorso al TAR contro il D.L. n. 91/2014, ormai noto a tutti come Spalma Incentivi, che ha stabilito alcune novità che non hanno fatto piacere (per utilizzare un eufemismo) a chi ha deciso di investire nella tecnologia fotovoltaica.

Ricordiamo, infatti, che lo Spalma Incentivi ha previsto la rimodulazione delle tariffe incentivanti per la produzione di energia da impianti fotovoltaici di potenza nominale superiore a 200 kW. Ma, come fa sapere assoRinnovabili, lo Spalma Incentivi non è solo fotovoltaico. Ora ad essere in pericolo sono anche le aziende green non fotovoltaiche che beneficiano di incentivi sotto forma di certificati verdi, tariffe onnicomprensive o tariffe premio il cui periodo incentivante termini dopo il 31 dicembre 2014".

E' utile ricordare che, nonostante la norma parli di scelta "volontaria" del nuovo regime di rimodulazione, non aderire comporta l'impossibilità per 10 anni, a partire dal termine del periodo di incentivazione, di accedere a possibili sistemi di sostegno futuri.

"In altre parole - sintetizza Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili - si tratta, come nello Spalma Incentivi obbligatorio, di una norma retroattiva che cambia significativamente le "regole del gioco", introducendo gravissime penalizzazioni. Non si comprende come possa essere definita una disposizione volontaria!"

Così come per lo Spalma Incentivi fotovoltaico, assoRinnovabili coordinerà una nuova azione giurisdizionale collettiva per richiedere l'annullamento della misura.
19 ottobre 2014 18:08 - ennio4531
L'alto costo delle energia elettrica in Italia, da attribuirsi anche agli alti incentivi percepiti dai produttori di energie rinnovabili il cui prezzo di vendita per kwh è superiore di almeno 5 volte a quello praticato dagli altri produttori, ha costretto l'attuale governo a porre mano agi incentivi per ridurli al presente prolungando il periodo del beneficio.

In sostanza ha imposto alle aziende di ridurre gli incentivi assicurando però loro un periodo più lungo di godimento per rifarsi delle minori entrate che realizzeranno negli anni inizialmente previsti ( .. 20 anni ) .

Tutto questo andrà a beneficio solo delle piccole e medie imprese, le più tartassate assieme ai privati, per consentire loro di meglio reggere sul mercato riducendo i costi energetici.

La situazione creatasi sarà comunque ... fluida in quanto i produttori di energie rinnovabili hanno già minacciato di impugnare i decreti governativi per dichiararli nulli.

Ci troviamo di fronte ad uno Stato che prima per legge assicura dei benefici per almeno 20 anni e poi si rimangia la parola con altre legge che minano questi benefici.

A quanto ammonteranno la riduzione dei benefici ?

Asserisce il ministro dello Sviluppo economico ..

«Ci si attende una riduzione degli oneri di incentivazione dell'energia elettrica da fotovoltaico e da altre fonti rinnovabili compresi in 500-700 milioni di euro l'anno».

Rimangono a carico, in gran parte degli utenti privati, gli altri circa 7 miliardi di euro annui di incentivi a favore della casta dei produttori di energie rinnovabili.
10 settembre 2014 10:50 - ennio4531
Il pompaggio idroelettrico, lo dice l'espressione stessa, riguarda i bacini idrici ed è una tecnica 'matura' vale a dire già consolidata e diffusa nel mondo per accumulare energia quando la stessa non viene richiesta dal mercato.

Intendiamoci il risultato netto dal punto di vista energetico è in perdita ( per ogni 10 kWh spesi per il pompaggio si ricavano 7 kWh nella fase di generazione) , ma economicamente valido in quanto si accumula nelle ore di basso ricavo e si cede in quelle a ricavo più alto.

Nulla ha a che vedere però con le altre energie rinnovabili , eolico/solari, la cui accumulazione comporterebbe un doppio costo per l'utente: i prezzi altissimi garantiti a dette fonti maggiorati dei costi di accumulo.

Ogni Kwh distribuito ci costerebbe come ...l'oro ...
9 settembre 2014 13:10 - Cepu
E' abbastanza strano notare che nelle statistiche la produzione da pompaggio idroelettrico non sia compresa tra le fonti rinnovabili.

Tecnicamente, una centrale a pompaggio utilizza l’elettricità prodotta in eccesso (di notte o nei momenti di minore domanda) per riempire un invaso idroelettrico, in grado di generare elettricità quando richiesto. Il rendimento medio è di circa il 70% o di poco superiore, cioè per ogni 10 kWh spesi per il pompaggio si ricavano 7 kWh nella fase di generazione.

Si tratta di impianti importanti per la gestione della rete elettrica, perché sono in grado di entrare in servizio in tempi rapidissimi per far fronte alle variazioni di carico sulla rete, sono molto affidabili e sono anche svincolati dall’idrologia, poiché lavorano in gran parte a ciclo chiuso.

La convenienza di questa tecnologia è stata confermata da una recente ricerca condotta dalla Stanford University, che prende il ritorno economico di diverse tecnologie di stoccaggio dell’energia.

Tra queste, il pompaggio idroelettrico si è dimostrato uno dei più efficienti: nel corso della sua vita, infatti, un impianto è in grado di accumulare 210 volte tanta energia quanto è servito a costruirlo.
9 settembre 2014 12:54 - ennio4531
La follia del 'politicamente corretto' ha portato l'Italia nell'ambito energetico ad aggravare ancora di più la propria situazione che da anni presenta fattori di declino culturale, economico e demografico tra i peggiori del dopoguerra.

Si è voluto circa 7 anni fa correre dietro alle sirene delle energie rinnovabili favorendone l'installazione garantendo ad esse altissime tariffe per 20 anni e il ritiro di quanto prodotto pur in presenza di un mercato che già soffriva di sovracapacità produttiva.

È stato come erigere un 'albero della cuccagna ' che ha comportato investimenti per almeno 40 miliardi di euro ( quasi tutti di importazione) e prezzi alle stelle in bolletta dell'energia elettrica per strapagare le energie rinnovabili .

Ecco cosa scriveva Il Sole 24 Ore del 1 maggio 2010 :

‘ Sono state depositate a Terna e all’Enel 45mila domande fotocopia per 152mila MW pari a tre volte la richiesta massima nell’ora di punta dell’intera Italia…”

A chi piacciono le fonti rinnovabili di energia ?

“ Piacciono a chi , con l’investimento di un po’ di contatti giusti sulla rubrica del telefonino, riesce a piazzare a caro prezzo i fogli di carta con i timbri del comune o la domanda di allacciamento presentata e Terna… Sono soldi facili. Quei pezzi banali di carta possono essere rivenduti sul mercato secondario a circa 100.000 euro per megawatt”

Antonio Costato, vice presidente della Confindustria con delega all’energia:
“ Non va spezzato il giocattolo per la troppa ingordigia … La corsa smodata alle rinnovabili ha già costretto il governo tedesco ad intervenire . Noi dobbiamo disciplinare in modo ordinato la materia prima che sia tardi”

Oggi che cosa ci rimane .

Un parco produttivo di fonti rinnovabili ( eolico/solari ) al quale paghiamo ogni Kwh prodotto almeno 5 volte il prezzo di mercato, l'obbligo di corrispondere tali esose tariffe per altri15/20 anni, la certezza che tra 15/20 anni tutti gli investimenti nelle rinnovabili dovranno essere portati al macero, la crisi dei produttori tradizionali su cui grava per intero il calo dei consumi con quindi costi unitari di produzione sempre più alti e la fuga di molte aziende energivore a causa degli alti prezzi dell'energia.

... gli Italiani sono come i Veneziani .... gran signori !

Sì, per quanto ?
8 settembre 2014 17:20 - Cepu
Dal rapporto di Terna Agosto 2014:

Nel mese di agosto 2014 l’energia elettrica richiesta dal Paese ha raggiunto i 24.136 GWh, in diminuzione del 4,0% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

In sensibile aumento la produzione eolica
(+22,3%) ed idroelettrica (+23,8%).

In netto segno meno il saldo di energia con l’estero (-21,9%).
1 settembre 2014 11:00 - ennio4531
La riduzione dei prezzi energetici non riguarda affatto le fonti di energia rinnovabili in quanto è noto, ma purtroppo non a tutti, che i prezzi astronomici che paghiamo per ottenere energia elettrica dalle fonti rinnovabili ( eolico/solari ) sono fissati d'autorità e sono validi per almeno 20 anni.

Se a dette fonti dovessimo applicare i prezzi di mercato, il risparmio sarebbe ammontato per il solo anno 2013 a circa 8 miliardi di euro .

Poi c'è chi come cepu che ha interesse ad alzare fumo per sviare l'attenzione....
31 agosto 2014 23:36 - Cepu
Abbiamo registrato per la prima volta dal '59 una flessione dell'indicatore dei prezzi al consumo dello 0,1% rispetto all'anno precedente. Ma al netto dei prodotti energetici la variazione dei prezzi in agosto è positiva: l'inflazione è dello 0,4%, in aumento rispetto al più 0,3% del mese precedente. Dunque, l'elemento nuovo della dinamica in discesa dei prezzi al consumo è interamente spiegato dalla riduzione dei prezzi energetici.

La core inflation che esclude nel calcolo energia e prodotti alimentari non lavorati, come la frutta e gli ortaggi, è positiva. Inoltre, se si considerano le dodici divisioni di spesa che compongono il paniere, solo tre di esse registrano nell'ultimo anno una riduzione dei prezzi: i beni alimentari, le spese per l'abitazione e i servizi di comunicazione. Con una classificazione più dettagliata cioè con seicento indici di prodotto, abbiamo il 27% degli indicatori che registrano prezzi in diminuzione. Questa quota, pari a circa un quarto dei beni considerati, nel 2013 era del 15% e si è innalzata in tutto il 2014.

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-08-3 1/deflazione-energia-144654.shtml?uuid=AByY42oB
29 agosto 2014 23:20 - ennio4531
Se l'Italia producesse energia elettrica solo da rinnovabili, il cui prezzo è almeno 5 volte superiore ai prezzi di mercato a causa di tariffe d'oro imposte per legge, il costo della bolletta salirebbe alle stelle.

Solo dei masochisti potrebbero accettare tale stato di cose utile solo per la casta dei produttori di energie rinnovabili di cui cepu ne fa parte.
29 agosto 2014 18:05 - Cepu
Consumatori, preferite sempre contratti che privilegiano in esclusiva i produttori rinnovabili, eliminiamo gli atomici con le nostre decisioni di acquisto.

http://www.autorita.energia.it/it/trovaofferte.htm
28 agosto 2014 23:35 - ennio4531
Perchè, se il prezzo di borsa dell'energia elettrica diminuisce, di tale diminuzione all'utente finale non arriva nulla ?

Per il semplice fatto che il prezzo delle energie rinnovabili eolico/solari del prezzo di borsa se ne fa un baffo in quanto le tariffe che paghiamo ai produttori eolico/solari sono fissate d'autorità ( conti energia ) .

E dette tariffe, rispetto a quelle di mercato, sono almeno 5 volte superiori !

L'Italia, da anni in declino, si è dovuta porsi a carico un'altra casta , quella dei produttori di energie rinnovabili, che nel 2013 ha pesato sulle bollette per almeno 8 miliardi di euro di incentivi !

Cepu, che fa parte di tale casta, s'attacca all'atomo per alzare fumo.

In tempi normali questa genìa di persone sarebbe incarcerata come minimo per truffa.
28 agosto 2014 20:27 - Cepu
Dalla newsletter mercato elettrico: https://www.mercatoelettrico.org/Newsletter/20140808newslett er.pdf

Il prezzo al energia al mercato nazionale è sceso dai 66,86 euro/megawattora di luglio 2013 agli attuali 46,42 !!!

Senza contare i maxisconti per le energivore, che pesano sulle bollette di chi NON E' energivoro.
28 agosto 2014 20:17 - Cepu
Atomo ?

No grazie, ormai se ne fa ottimamente a meno.
27 agosto 2014 21:13 - ennio4531
I dati riepilogativi dei primi sette mesi di consumi di energia elettrica in Italia, nell'ultimo rapporto pubblicato da Terna a pag. 16, ci dicono che le fonti di approvvigionamento sono :

- energie rinnovabili ( geo + eolica + fotovoltaica ) 15% ;

- idroelettrico il 20,1 % ;

- termoelettrico 50,9%

- importazioni 14% .


Nell'ambito delle energie rinnovabili la fotovoltaica copre circa
l'8% costando in bolletta, a motivo degli incentivi pari a circa 8 miliardi di euro , ben il 16% .

Cepu, non sapendo nemmeno far di conto, scrive che le green energy hanno coperto il 38,9% quando , invece, il dato esatto è 35,1% .

Di questo 35,1% , il 20,1% è relativo all'idroelettrico che per il 99% è dato da vecchi impianti aventi più di 30 anni .

Intanto, mentre il gas diminuisce di prezzo , questo non può avvenire per l'energia elettrica in quanto il peso degli incentivi lo impedisce.

P.s. Alcoa annuncia la chiusura definitiva di Portovesme.
Uno dei motivi è dato dall'alto costo dell'energia elettrica in Italia. Altri 500/600 persone a spasso ovvero a carico di tutti noi come pure la casta dei produttori di energia eolico/ voltaica...
26 agosto 2014 11:46 - Cepu
Da notare che circa il 40% dell’energia prodotta da generazione distribuita viene autoconsumata, senza incassare incentivi, mentre il rimanente viene immesso in rete.

n questi giorni Terna ha pubblicato l’ultimo “Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico”, il documento in cui riporta i trend di domanda e consumo elettrici degli italiani.

La relazione, oltre ad evidenziare gli effetti diretti del brutto tempo che ha caratterizzato questo luglio – ovvero una flessione della domanda del 3,8% rispetto allo scorso anno, un lieve calo nella produzione fotovoltaica e un aumento di oltre il 78% in quella eolica – fornisce i dati relativi al contributo delle energie rinnovabili dal primo gennaio 2014 alla fine dello scorso mese.

Si scopre così che in questi sette mesi le green energy nostrane sono state in grado di soddisfare il 38,9% della domanda elettrica e ben il 44,9% della produzione netta nazionale.
19 agosto 2014 23:13 - ennio4531
'"...l'incontrastata volontà di un'ampia fetta della popolazione di investire in prima persona nella svolta energetica" è , per il 99% dei casi , legato al contributo che si riceve pari ad un terzo del costo .

Garantite un altro prezzo alla cacca e troverete migliaia di persone disposte a produrla ...
19 agosto 2014 11:39 - Cepu
18/8/14 BERNA - Nonostante i contributi costantemente in calo, a Swissgrid è pervenuta in questi giorni la cinquantamillesima richiesta di rimunerazione per l'immissione di energia a copertura dei costi (RIC). La società inizierà pertanto con il pagamento della rimunerazione deliberata in primavera dal Parlamento per gli impianti solari più piccoli.

Swissgrid, tramite un comunicato odierno, sottolinea che le numerose richieste dimostrano "l'incontrastata volontà di un'ampia fetta della popolazione di investire in prima persona nella svolta energetica".

Da maggio 2011 ogni mese in media 1000 persone private o società decidono di costruire un impianto per la produzione di energia rinnovabile. Il numero delle notifiche mensili oscilla tra le 800 e le 1'200 ed è rimasto sorprendentemente costante nel corso degli anni passati, anche se gli importi versati si riducono in continuazione conformemente ai minori costi. Al 4 agosto, 9'965 progetti hanno ricevuto un responso positivo, 38'487 si trovano invece in lista d'attesa.

Per ridurre questa lista di attesa, la scorsa primavera è stata introdotta la cosiddetta rimunerazione unica (RU), che permette di assegnare un'incentivazione con pagamento unico agli impianti fotovoltaici con potenza fino a 30 kilowatt (kW), ricoprendo così circa un terzo dei costi di costruzione.

La RIC complessivamente incentiva la produzione di energia mediante impianti fotovoltaici, piccole centrali idroelettriche, generatori eolici, geotermia e biomassa. L'Ufficio federale dell'energia prevede per gli anni 2014 e 2015 circa 270 milioni di franchi.
18 agosto 2014 20:59 - ennio4531
Il mercato elettrico ha in sè qualcosa di ... risibile.

Esso vale per i produttori convenzionali, mentre per i produttori di energie rinnovabili rappresenta solo una vetrina in quanto le tariffe di remunerazione sono fissate per legge infischiandosene dei prezzi fatti alla borsa merci .

Altra presa per i ... fondelli ...
17 agosto 2014 13:59 - Cepu
Da segnalare, un'altra grandissima "fonte" di energia, a basso prezzo:

http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/
17 agosto 2014 12:55 - Cepu
Per una bella spiegazione abbastanza circostanziata ma sintetica dei meccanismi di mercato elettrico, un utile link:

http://www.mercatoelettrico.org/it/Tools/glossario.aspx
16 agosto 2014 10:00 - ennio4531
Perchè il costo del gas in bolletta tende a diminuire ( il 16% in un anno e mezzo ), mentre quello dell'elettricità rimane stabile ?

La risposta la fornisce l'Autorità per l'energia elettrica e il gas come riportato sul Sole-24Ore del 28 giugno c.a. pag. 8.

In sostanza si può riassumere che mentre per il gas non esistono incentivi , per l'elettricità i costi esorbitanti degli incentivi a favore delle energie rinnovabili ( nel 2013 8 miliardi di euro ) e i maggiori costi per mettere in sicurezza la rete, a fronte della discontinuità di fornitura da fonti rinnovabili, impediscono qualsiasi riduzione anche in presenza del calo della materia prima all'ingrosso ( -7,1%).

' Quanto all'invarianza della bolletta elettrica, il calo della materia prima all'ingrosso (-7,1%) - che costituisce il 50% della bolletta - è stato in parte compensato dalle coperture assicurative contro il rischio di rialzo dei prezzi dei contratti di approvvigionamento dell'Acquirente Unico.

Sono poi aumentati, chiarisce ancora l'Authority, i costi di dispacciamento (+5,8%) e, in lieve misura, anche gli oneri derivanti dai meccanismi di perequazione della vendita e la necessità di gettito per gli incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate (la componente A3 della bolletta).

Sulla crescita del dispacciamento sono intervenuti i maggiori acquisti di energia elettrica "di riserva" per garantire la sicurezza del sistema a fronte della crescente produzione da fonti verdi non programmabili ....' .
9 agosto 2014 18:06 - ennio4531
Cepu copia/incolla tutto ciò che gli capita sotto tiro ( .. di cui scommetto non capisce nulla ) per alzare fumogeni si di un fatto incontestabile :
i produttori di energie rinnovabili vogliono essere credibili quando ci raccontano che vogliono salvare il mondo dal CO2 ?

Rinuncino alle tariffe d'oro fissate solo per loro, che ci costano
la bellezza di almeno 8 miliardi l'anno , e si misurino sul libero mercato .

Dal momento che queste tariffe consentono loro di realizzare un prezzo superiore a quello di mercato di ben 5 volte, pensate che faranno questo gesto così altruistico ?

Allo stato attuale stanno difendendo a spada tratta qualsiasi misura che minacci la loro rendita.

Ecchesonofessi.......
8 agosto 2014 9:55 - Cepu
A marzo 2013, il Parlamento ha approvato la Tabella di marcia per l'energia per il 2050[5] e ha invitato la Commissione a presentare quanto prima un quadro politico per il periodo fino al 2030 comprensivo di tappe e obiettivi in materia di emissioni di gas a effetto serra, energie rinnovabili ed efficienza energetica. La sua risoluzione ha evidenziato, in particolare, l'importanza di un quadro normativo stabile per stimolare gli investimenti nelle energie rinnovabili, la necessità di un approccio più europeo alla politica in materia di energie rinnovabili che sfrutti pienamente gli accordi di cooperazione esistenti, e il ruolo specifico della generazione decentrata e della micro generazione. Il Parlamento ha invitato la Commissione a presentare un'analisi e proposte su come utilizzare le fonti di energia rinnovabili in maniera sostenibile e più efficace nell’UE.
Sempre a marzo 2013, ha approvato gli orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee proposti dalla Commissione nell'ambito del pacchetto Infrastrutture energetiche[6]. Il Parlamento ha ricordato in particolare l'importanza degli impianti di stoccaggio di energia e la necessità di garantire la stabilità delle reti elettriche europee grazie all'integrazione delle fonti di energia rinnovabili.
A maggio 2013, il Parlamento ha adottato una risoluzione[7] sulla comunicazione della Commissione del 6 giugno 2012 dal titolo «Energie rinnovabili: un ruolo di primo piano nel mercato energetico europeo» (COM(2012) 0271). Essa raccomanda la fissazione di tappe e obiettivi per il periodo fino al 2050 per garantire che le fonti energetiche rinnovabili abbiano un futuro credibile in Europa, e un obiettivo almeno del 30% di energie rinnovabili nel mix energetico dell'UE entro il 2030. Ha inoltre sottolineato la necessità di una strategia integrata a lungo termine volta a promuovere le energie rinnovabili a livello dell'UE.
Nella sua risoluzione del 12 settembre 2013 relativa alla microgenerazione-generazione su piccola scala di energia elettrica e termica[8], il Parlamento ha sottolineato l'enorme potenziale che la produzione della propria energia rappresenta per i cittadini e la necessità di incentivi per stimolare la produzione di energia su piccola scala. Ha anche invitato la Commissione a presentare proposte in questo settore.
Per quanto riguarda le emissioni indirette derivanti dal cambiamento di destinazione dei terreni collegate ai biocarburanti, a settembre 2013, il Parlamento ha chiesto che i biocarburanti tradizionali di prima generazione fossero limitati al 6% dei consumi di energia nel settore dei trasporti entro il 2020[9], invece dell’attuale obiettivo del 10% stabilito dalla normativa vigente. La Commissione aveva inizialmente proposto un limite del 5%. Il Parlamento ha sottolineato l'importanza di un passaggio rapido ai nuovi biocarburanti prodotti da fonti alternative, come alghe e rifiuti, che dovrebbe rappresentare almeno il 2,5% del consumo di energia nel settore dei trasporti entro il 2020. Tuttavia, il Parlamento non è riuscito a concordare un mandato negoziale al fine di concludere l'adozione del testo legislativo congiuntamente al Consiglio.
5 agosto 2014 11:03 - ennio4531
Cepu copia/incolla concetti ( .. di cui scommetto non capisce nulla ) che adombrano chissà quale complotto esista contro le energie rinnovabili.

La questione principale è che quest'ultime godono di tariffe statalizzate , che del prezzo di mercato nulla importa, che ci costringono a pagare ogni kwh fornitoci almeno 5 volte il prezzo di mercato con un salasso annuale pari almeno a 8 miliardi di euro che gravano sulle nostre bollette.

I produttori di energie rinnovabili vogliono essere credibili quando ci raccontano che vogliono salvare il mondo dal CO2 ?

Rinuncino alle tariffe d'oro fissate solo per loro e si misurino sul libero mercato .

Non lo faranno .... non lo faranno !!!
4 agosto 2014 14:28 - Cepu
"Ci sarebbe però una strada molto più semplice per evitare molti costi di sbilanciamento: ridurre l’anticipo con cui dobbiamo comunicare l’ultima stima di produzione, dalle attuali 24 ore a poco prima dell’immissione in rete

Se imitassimo l'inghilterra (1 ora), la previsione dalle centrali a fonti non programmabili diverrebbe estremamente precisa e gli sbilanciamenti che Terna dovrebbe compensare molto minori, facendo risparmiare centinaia di milioni di euro a tutti.

Sono tre anni che AEEG sta “riflettendo” su questa modifica, ma finora non se n’è saputo nulla, e mi chiedo perché.

A chi giova mantenere la situazione in questo stato, pretendendo previsioni impossibili dagli operatori delle fonti non programmabili, gonfiando il mercato dello sbilanciamento e finendo poi per scaricare i costi di inefficienze ed errori sulla bolletta elettrica che paghiamo tutti?"
4 agosto 2014 14:22 - Cepu
Atomo ?

No grazie !
4 agosto 2014 13:55 - ennio4531
Sì ... con l'atomico potrebbe succedere di tutto , mentre con le energie rinnovabili, così come sono state propagandate, è già successo di tutto: costituzione di una nuova casta che per mantenerla spendiamo almeno 8 miliardi di euro all'anno per pagare a peso d'oro l'energia prodotta, interessi mafiosi , frodi , il tutto condito con retoriche da salvatori del mondo.

In tempi normali costoro sarebbero associati alle patrie galere come minimo per truffa !
4 agosto 2014 13:18 - Cepu
Atomico ?

Alla larga, potrebbe succedere di tutto !!
3 agosto 2014 20:54 - ennio4531
Dietro le rinnovabili non solo vi è casta legalmente costituita che ci succhia almeno 8 miliardi di euro annui per costringerci a pagare un kwh di energia elettrica più di 5 volte il suo prezzo di mercato, ma dobbiamo anche sorbirci frodi e ... interessi mafiosi specie nei parchi eolici nel sud.

Allegria !!!
3 agosto 2014 18:10 - Cepu
Frode da 37 milioni: 3 arresti. “Pannelli cinesi spacciati per europei”

Al centro dell'inchiesta della procura di Milano sta l'azienda russo-svizzera Avelar. In manette sono finiti il presidente Igor Akhmerov e due dirigenti della società: le accuse sono associazione a delinquere finalizzata all'indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato e falso ideologico in atto pubblico.
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