Per quanto vi potra' sembrare strano il Il codice del
consumo (d.lgs.206/05) a me fa orrore.
È abbastanza chiaro che chi ha disegnato la norma in
particolare agli articoli dal 128 al 135, regolano la
garanzia legale sui beni di consumo venduti ai consumatori,
non ha ben chiaro come vengono costruiti oggi gli oggetti.
La norma prevede due cose: l'elevare il venditore a
responsabile e dimenticarsi del produttore.
Il perché è abbastanza ovvio: se una massa di dhvfvfgh
acquista cose strambe e importate più o meno di
contrabbando presso quegli contenitori che si chiamano
centri commerciali
non esiste un modo facile per l'acquirente di avere la
garanzia.
Acquistare un televisore di marca ping-pong che ha varcato
la frontiera nottetempo ( o più probabilmente con
bustarella) da un salumiere che non sa neppure se funziona o
è guasto fa si che il centro assistenza più vicino possa
trovarsi a 2000 km in un paese dove l'italica lingua non sia
neppure conosciuta. Per cercare di sanare questa situazione
anziché delegittimare i centri commerciali per qualcosa che
non sanno fare, vendere oggetti complessi, si è preferito
legittimarli anche per qualcosa che qualsiasi venditore non
può fare.
Con il risultato che alla GDO fanno spallucce e gli
acquirenti lo prendono nel.....
Se questa lettura vi sembra bislacca andiamo ad analizzare i
termini.
Il venditore potrà anche essere a responsabile, nel senso
avere delle responsabilità, ma non può essere un'entità
che sia risolutiva. Il venditore non ha le tecnologie per
riparare un oggetto. Il venditore non possiede gli schemi
degli oggetti, ed anche quando ne venisse in possesso non
sarebbe in grado di effettuare una riparazione poiché non
possiede il firmware che oggi aleggia nella maggior parte
dei chip.
Addirittura per effettuare una riparazione potrebbe
incorrere nella legge urbani e finire arrestato.
Fino a prima di questa norma esisteva un iter molto semplice
che consisteva in questa cosa: la casa madre che possiede la
tecnologia e il know-how per poter effettuare una
riparazione a regola d'arte possedeva sul suolo del paese
una rete di centri assistenza autorizzati.
Quando non esisteva la presenza diretta nella casa madre
esistevano degli importatori autorizzati che a loro volta
importavano insieme prodotti anche ciò che era necessario
per effettuare una riparazione. Gli importatori avevano
delle reti di centri assistenza autorizzati decisamente
inferiori a quello delle case madre e la qualità del
prodotto era ovviamente anche il costo della rete. Con la
volontà di mettere tutti contro tutti per abbassare i
prezzi ci si è trovati nella condizione in cui i
supermercati spesso importavano partite di prodotto senza
nessun contorno.
Al consumatore, sinonimo di idiota, non sembrava vero di
poter accedere a determinati tipi di prodotto a costi
decisamente più bassi. In realtà l'abbassamento del costo
non esisteva, l'unico abbassamento esistente era quello
dell'etichetta e non del costo totale complessivo.
Nonostante ciò i media e le fonti di informazione hanno
cercato di far ritenere ai clienti di essere stupidi ad
acquistare ad un prezzo più alto e hanno propagandato la
trasformazione in consumatore. La parola consumatore viene
appena accennata nel mio vocabolario del 1972, è
inesistente in uno degli anni 50 ed è ben presente in uno
recente.
Il risultato è che l'acquirente medio non è più in grado
di ottenere garanzia dal momento che il supermercato non è
in grado neanche di conoscere l'origine del proprio prodotto
e per il 90% del venduto, per via del valore, non conviene
neppure partire con un azione legale, solo il tempo
perso....
Una legge a favore dei clienti avrebbe invece dato
all'importatore l' obbligo di creare una rete di centri
assistenza/ raccolta in grado di effettuare una riparazione/
sostituzione nel tempo medio di una settimana/10gg e
l'obbligo ad avere i ricambi per 6 anni dalla data
dell'importazione.
Questo è favorire il popolo il resto è FUFFA.
Dare dei compiti a chi non e' in grado di svolgerli equivale
a renderli impossibili.