COMMENTI
  (Da 1 a 1 di 1)  
29 giugno 2011 10:00 - claudio8633
Per quanto vi potra' sembrare strano il Il codice del consumo (d.lgs.206/05) a me fa orrore.
È abbastanza chiaro che chi ha disegnato la norma in particolare agli articoli dal 128 al 135, regolano la garanzia legale sui beni di consumo venduti ai consumatori, non ha ben chiaro come vengono costruiti oggi gli oggetti. La norma prevede due cose: l'elevare il venditore a responsabile e dimenticarsi del produttore.
Il perché è abbastanza ovvio: se una massa di dhvfvfgh acquista cose strambe e importate più o meno di contrabbando presso quegli contenitori che si chiamano centri commerciali

non esiste un modo facile per l'acquirente di avere la garanzia.

Acquistare un televisore di marca ping-pong che ha varcato la frontiera nottetempo ( o più probabilmente con bustarella) da un salumiere che non sa neppure se funziona o è guasto fa si che il centro assistenza più vicino possa trovarsi a 2000 km in un paese dove l'italica lingua non sia neppure conosciuta. Per cercare di sanare questa situazione anziché delegittimare i centri commerciali per qualcosa che non sanno fare, vendere oggetti complessi, si è preferito legittimarli anche per qualcosa che qualsiasi venditore non può fare.

Con il risultato che alla GDO fanno spallucce e gli acquirenti lo prendono nel.....

Se questa lettura vi sembra bislacca andiamo ad analizzare i termini.

http://allarovescia.blogspot.com/2009/11/essere-stupidi.html

Il venditore potrà anche essere a responsabile, nel senso avere delle responsabilità, ma non può essere un'entità che sia risolutiva. Il venditore non ha le tecnologie per riparare un oggetto. Il venditore non possiede gli schemi degli oggetti, ed anche quando ne venisse in possesso non sarebbe in grado di effettuare una riparazione poiché non possiede il firmware che oggi aleggia nella maggior parte dei chip.
Addirittura per effettuare una riparazione potrebbe incorrere nella legge urbani e finire arrestato.
Fino a prima di questa norma esisteva un iter molto semplice che consisteva in questa cosa: la casa madre che possiede la tecnologia e il know-how per poter effettuare una riparazione a regola d'arte possedeva sul suolo del paese una rete di centri assistenza autorizzati.
Quando non esisteva la presenza diretta nella casa madre esistevano degli importatori autorizzati che a loro volta importavano insieme prodotti anche ciò che era necessario per effettuare una riparazione. Gli importatori avevano delle reti di centri assistenza autorizzati decisamente inferiori a quello delle case madre e la qualità del prodotto era ovviamente anche il costo della rete. Con la volontà di mettere tutti contro tutti per abbassare i prezzi ci si è trovati nella condizione in cui i supermercati spesso importavano partite di prodotto senza nessun contorno.
Al consumatore, sinonimo di idiota, non sembrava vero di poter accedere a determinati tipi di prodotto a costi decisamente più bassi. In realtà l'abbassamento del costo non esisteva, l'unico abbassamento esistente era quello dell'etichetta e non del costo totale complessivo. Nonostante ciò i media e le fonti di informazione hanno cercato di far ritenere ai clienti di essere stupidi ad acquistare ad un prezzo più alto e hanno propagandato la trasformazione in consumatore. La parola consumatore viene appena accennata nel mio vocabolario del 1972, è inesistente in uno degli anni 50 ed è ben presente in uno recente.
Il risultato è che l'acquirente medio non è più in grado di ottenere garanzia dal momento che il supermercato non è in grado neanche di conoscere l'origine del proprio prodotto e per il 90% del venduto, per via del valore, non conviene neppure partire con un azione legale, solo il tempo perso....
Una legge a favore dei clienti avrebbe invece dato all'importatore l' obbligo di creare una rete di centri assistenza/ raccolta in grado di effettuare una riparazione/ sostituzione nel tempo medio di una settimana/10gg e l'obbligo ad avere i ricambi per 6 anni dalla data dell'importazione.
Questo è favorire il popolo il resto è FUFFA.

Dare dei compiti a chi non e' in grado di svolgerli equivale a renderli impossibili.
  COMMENTI
  (Da 1 a 1 di 1)