COMMENTI
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17 dicembre 2011 18:59 - JOKER
Fortunatamente, prima di riportare qualcosa, IO verifico le fonti originali (legge di riferimento) e tutte le modalità per rispettarla, o per aggirarla...

La notizia quindi, ad un'analisi attenta, NON mi risulta sia falsa...

Mi scuso invece se il post è risultato off-topic...

A mio avviso un po' ci stava perché si faceva presente che pur gestendo elettronicamente trasferimenti di denaro per operazioni di vendita al consumatore finale, chi fa le leggi permette comunque il perpetrarsi di operazioni che truffano la collettività sottraendole ricchezza.
17 dicembre 2011 17:06 - Alessandro_Pedone
@Joker del 17 dicembre 2011 15:14
Il commento è off-topic, ma soprattuto è un tipico esempio di disinformazione da rete.
I media tradizionali hanno grandissimo problemi di disinformazione derivante in parte da profonda ignoranza dei giornalisti e dall'altra da condizionamenti vari (praticamente il mestiere di "editore puro", in Italia è una rarità del tutto marginale.
Su internet il problema è che l'ignoranza è del tutto incontrollata. Si scrivono panzane incredibili, dovute all'incompetenza di chi scrive, e poi tali panzane vengono diffuse un po' da per tutto anche attraverso i forum come il presente con la massima buonafede di chi li riporta che è ugualmente incompetente come chi ha scritto il testo originario.
Il fatto che la grande distribuzione può emettere scontrini non fiscali non significa affatto che non paga l'Iva in Italia. Significa che la grande distribuzione deve comunicare per via telematica gli incassi giornalieri.
Nella grande distribuzione il problema del "nero" sostanzialmente non esiste. Possono esistere, eventualmente, problemi di vere e proprie frodi fiscali (che non si risolverebbero certo facendo emettere uno scontrino fiscale).
La notizia è semplicemente FALSA!
17 dicembre 2011 15:14 - JOKER
Scopro oggi questo articolo...eppure la verità cel'avevo davanti ai miei occhi ogni volta che andavo a fare la spesa presso la GDO...

http://www.caiazzorinasce.net/2011/10/sapevate-che-ikea-auch an-e-tutte-le.html

Sapevate che Ikea, Auchan e tutte le multinazionali estere che operano in Italia emettono scontrini non fiscali?

In base ad una legge del Governo Berlusconi, la numero 311/2004 articolo 1 comma 429 le grandi multinazionali come appunto Ikea, Auchan, Carrefour etc. etc. etc. con sedi in paradisi fiscali, pagano le tasse dove hanno la loro sede legale. Il bottegaio, parliamoci chiaro "U' Putekar'" o "A' Putec'" se non batte lo scontrino fiscale becca un verbale che arriva anche a mille euro. STA' BEN' A BERLUSCONI!!!
Probabilmente non te ne sei mai accorto, ma lo scontrino che ti è stato dato all’atto di pagamento presso un ipermercato o presso un negozio appartenente ad una multinazionale, è NON fiscale. Cioè? Cosa significa? Te lo spiego subito. Gli azionisti proprietari delle multinazionali hanno tutti la residenza in paradisi fiscali che NON pagano tasse e usando la legislazione (nazionali e internazionali) particolarmente favorevole riservata alle aziende multinazionali, NON pagano tasse in nessuno dei paesi in cui operano. Naturalmente i nostri dipendenti al governo sanno bene questa cosa e, visto che i loro lauti stipendi NON sono pagati dalle multinazionali, dovevano trovare altri “polli” da spennare. Presto fatto! Con la legge finanziaria del 2004 (governo Berlusconi), si è introdotto nella legge finanziaria alcuni commi (clicca qui) scritti apposta per:
1 –Liberare definitivamente le società multinazionali della scocciatura di dover emettere scontrini fiscali
2 –Incassare giornalmente l’obolo che i nostri dipendenti destinano al pagamento dei propri stipendi.
Non hai capito bene, vero? L’obolo che versiamo ai nostri dipendenti è l’IVA, che versiamo noi, NON le multinazionali, che trattengono per sè il 100% degli utili! Infatti la normativa prevede che giornalmente venga comunicato l’incasso ai fini IVA, che è l’unica cosa che interessa ai nostri dipendenti. Hai capito perchè i piccoli negozianti sono destinati a chiudere? Perchè i nostri dipendenti hanno scelto di delegare le grandi multinazionali a fare da esattore al posto loro e loro, in cambio, NON pagano tasse.
P.S.: I GIORNALI E LE TELEVISIONI NON PUBBLICHERANNO MAI QUESTA NOTIZIA...PUBBLICITA' DOCET!!!

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PRaticamente tutta questa immensa associazione a delinquere ha fatto sì che le PMI perdessero competitività e chiudessero bottega per delle leggi ingiuste...
Ecco perché i prezzi della GDO sono migliori..perché con molta probabilità pagheranno imposte bassissime o azzerate col classico giochino di caricare tutti i costi sulle stabili organizzazioni e con contratti internazionali stilati ad hoc trasferire i propri cospicui utili fuori dalla nostre nazioni ovvero in quelle giurisdizioni che permettono zero tasse.
10 dicembre 2011 21:48 - JOKER
Ho visto questo thread solo ora...

Il denaro elettronico come soluzione per eliminare la criminalità organizzata e l'illegalità?

Spero che il Dr. Pedone avesse avuto voglia di scherzare...

Il denaro fisico (banconote) risulterebbe meno del 5% della massa monetaria in circolazione rappresentata invece da denaro elettronico...e vogliamo circoscrivere la criminalità organizzata e l'illegalità all'interno di questo 5%?

La criminalità organizzata è così organizzata che si muove in maniera disinvolta in quel 95% di denaro elettronico.

E' sufficiente comprendere le normative che i legislatori corrotti emettono per favorire grosse transazioni finanziarie tra architetture societarie e strumenti giuridici con sedi in giurisdizioni a tassazione privilegiata o a zero tassazione.
Le banche sono le prime che sfruttano queste normative ed accumulano fondi neri nei paradisi fiscali sottraendoci ricchezza (quella cospicua che fa la differenza), poi vengono i grandi gruppi industriali e gli altri (tutti partecipati dall'élite bancaria, direttamente o per interposte persone).

Voler togliere le banconote o tassarle con la scusa dello stroncamento immediato della criminalità organizzata e dell'illegalità, equivale, ad esser generoso, a voler lucidare i pomelli del Titanic.

Fare le leggi per favorire grandissime elusioni/evasioni fiscali e farne altre per cercare di colpire tantissimi pesciolini piccolini, che nell'insieme rispetto ai primi possono contare quanto il 2 di bastoni quando a briscola comanda coppe, fa solo capire in quale direzione si potrebbe arrivare col denaro elettronico, se a monte non ci sono menti sagge e uomini con elevati valori che VERAMENTE agiscono con nobili propositi atti a migliorare le condizioni di vita della collettività.

E per il momento mi fermo qui.
10 dicembre 2011 11:32 - savpg8801
Moneta in contante a chi prende 499 euro, chi ne prende 501 apertura di conti correnti, o postali; con tutti gli annessi e connessi che ognuno conosce. Firme, gestione, canalizzazioni, libretti di assegni, carte varie, poi fidi magari automatici, interviste, offerte di prodotti, aperture di depositi titoli perchè lasciare a 0 interessi non conviene........
Sai che ti fanno? Ti dicono che è gratis, poi..dopo un po' ti accorgi dei guai......E gli devi pure portare magari la dichiarazione. E devi firmare contratti. E chi prende oggi 499 e il mese dopo 501 lavoratori stagionali, in stato di interregno, ecc.?
Ma come fare? e gli vogliono pure far usare le tessere, i microchip, gli smartphone, i pos, e magari i sostituti della moneta...perchè no...assegni, cambiali, francobolli e carte bollate.
Andiamo a leggere gli assatanati delle monete alternative; comunità che hanno già accantonato(dicono)la moneta ufficiale perchè è un furto, signoraggio, problema di riserve frazionarie, insomma..ognuno ha la sua ricetta, relativa al proprio giardino.
Anzichè riparare, si crede che eliminare sia meglio.
Poi:
Monti: non si potevano chiedere sacrifici a pochi agiati: chi li trova? meglio a tutti. Anche ai vecchietti da 501 euro al mese.
Bastava chiederlo ai 20 o 30 mila economisti circolanti e parlanti che cosa si poteva fare...magari 20 o 30 mila pareri illuminati a moderni led.

Ma diamine.....La prima cosa che io porrei a base di calcolo sarebbe differenziare gli Italiani a seconda del loro, potere e capacità contributiva, e quindi di ricchezza prodotta, come vuole la Costituzione.
Sempre a sentire parlare di italiani in generale, della famiglia italiana, del contribuente italiano, offende parecchio, se non il ricco a confondersi col povero, ma sicuramente a far identificare il povero con il ricco. L'italiano prende, l'italiano paga, l'italiano compra, l'italiano evade, ecc. Non va bene fare di ogni erba un fascio.

Le dichiarazioni dei redditi (come da chiare dimostrazioni quotidiane) sono inaffidabili, persino da parte di chi ha redditi tassati alla fonte...perchè moltissimi hanno attività in nero, grigio, più o meno occulte, oltre a quelle esclusivamente in nero, ecc. che nascondono e il fisco è incapace di rendere palesi. Le indirette, specie l'IVA, sono il non plus ultra della possibilità di evadere; basata su dichiarazioni, su facili falsi, su interpretazioni, su denuncie e richieste di rimborsi fasulli. Non posso riferire di macromarchingegni(che per anni sono sembrati legali) per avere rimborsi miliardari (di grandi comparti) dove poca era l'IVA per operazioni escluse, e moltissima quella da detrarre(a monte).
I grandi controllori, si sono accorti delle anomalie dopo dieci anni.
Quindi il FISCO andrebbe assolutamente riformato perchè il sistema attuale di conoscere i redditi effettivi di ciascuno non funziona ugualmente per tutto e tutti (ogni cittadino è(dovrebbe essere) uguale di fronte alla Legge). quindi, chi non opera (amministratori e inquirenti) nel modo giusto e costituzionale ne dovrebbe avere anche delle responsabilità in quanto se non identifica gli evasori, scalda la sedia ed omette atti d'ufficio.
Da questo concetto ne deriverebbero azioni molto più eque nel porre le tasse, che, spesso, vengono appioppate o, indirettamente, fatte pagare a cespiti più deboli.
9 dicembre 2011 19:45 - nino5516
E' da farabutti rovinare l'esistenza ai vecchietti con un provvedimento che servirà solo ad ingrassare le banche e deviare dai veri problemi della società (liberismo e conseguente distribuzione iniqua della ricchezza)
7 dicembre 2011 19:28 - efraim
@mauro5833 non avevo visto il tuo commento (posso darti del tu, vero?) ma sono felicissimo di risponderti.

In quanto alle chiavi di cifratura, direi che finché si resta sugli anni il problema non si pone e poi, non me ne intendo, ma miei amici matematici mi assicurano che sono già in fase di sviluppo chiavi multidimensionali(non ho idea di cosa intendano) e dinamizzate per riportare al punto di partenza gli aspiranti decifratori. In quanto a chi detiene la/e chiave/i, naturalmente non può essere il singolo, ma possono essere i portali che, nella proposta, sono sottoposti al controllo incrociato pubblico (inteso come autorità statale, magari sia politica che giudiziaria) e privato, inteso come emanazione della società civile (delegati che scegli tu espressi da associazioni di cui sei parte o di cui ti fidi). Tanta roba al mondo funziona bene, a scanso di equivoci, anche senza l'una o l'altra gamba, ma così le garanzie sono elevate finché non sono tutti delinquenti.

Seconda osservazione: si può fare qualcosa di consistente anche senza verifiche esterne e ulteriori della consistenza. E' sufficiente che la crittografia sia sicura, come è per molti aspetti della vita quotidiana e per fenomeni che sarebbe molto più interessante per malintenzionati aggredire, perché nessuno possa creare valuta autonomamente. E' sufficiente che non ogni centesimo sia "segnato" in tale codice in modo univoco e che tale codice univoco non venga registrato da R nell'incasso, perché si possa fare la transazione senza poterla identificare in alcun modo, neanche con l'autorizzazione dei giudici. Se P, per pagare, deve tirare fuori dal suo archivio il denaro richiesto, in modo che R possa leggere l'ammontare, è sufficiente che ciò che esce non possa rientrare. Non c'è bisogno che R sappia decifrare nemmeno la chiave crittografica, purché la possa riconoscere come valida, né che sappia ricreare denaro valido, così come non c'è bisogno di poter scrivere un PDF per leggerlo, né di poter leggere tutto ciò che c'è nel file per acquisirne dei dati di superficie. La sicurezza è data sia dall'integrità del software di P (che può essere saggiata se non a ogni transazione a ogni connessione e, in caso di emergenza contraffazione, a mio avviso improbabilissima, può essere imposta fino alla risoluzione prima di ogni transazione) di cui R può verificare l'incapacità di trattenere il contante, sia dall'osservazione in diretta della distruzione dell'ammontare. Se poi R può vedere l'ammontare totale di P prima e dopo, si ha una ridondanza che non inficia l'anonimato, né fa sapere quanto è ricco il Pagante, solo quanto ha in saccoccia in quel momento (senza che R debba poterlo dire al Ricevente). All'inizio e ancora nel sito in cui ho descritto la proposta, pensavo fosse necessario conservare il denaro speso "scassato" e registrarlo anche in frazionamenti, il che fornisce anche la verifica di consistenza complessiva e centralizzata senza per questo modificare alcunché - non è comunque il denaro di A che passa. Solo una cifra che viene applicata a un'altra crittografia (quella del denaro incassato da registrare). Pensandoci, mi pare una ridondanza innecessaria, ma non inficia comunque la cosa. Anche se fosse, cosa che logicamente non mi pare consistente, rimane sempre il discorso, oltre alla tutela di integrità di cui al punto 1 (solo col pericolo che la società democratica autorizzi alcuni tracciamenti per certi scopi giudiziari e che i delegati della società civile si lascino corrompere o si rivelino incapaci).
Sul perché ritengo che ci possano essere altre e sufficienti garanzie di integrità anche senza che P debba comunicare il denaro spuntato (comunque non contestualmente e in blocchi e frazioni arbitrarie) anche così (ma ribadisco, non cambia niente) aggiungo alla fine del prossimo punto.

Terzo punto: esistono, è vero, software e problemi del genere. Ma in questo caso non siamo di fronte a una massa di dati necessariamente interamente leggibili. E' più la situazione di un file crittografato con una parte leggibile che un convertitore di software può convertire in un altro formato, senza essere in grado di scrivere nulla di autonomo in esso, né di convertire da un formato diverso da quelli o quello da cui lo può fare - ho nella finestra di fianco un software che fa proprio questo con i PDF, formato in cui posso convertire certi altri file, ma che non posso creare senza avere l'Acrobat o analogo adatto.
R non può leggere l'identità di P, in ogni caso, se essa non viene trasmessa. Chiaramente R deve ricevere e leggere in modo garantito il fatto che P metta sul piatto denaro crittografato autentico, ma nulla impone che nel dato trasmesso, oltre all'autenticità del denaro, sia registrato alcun dato di Pagante e R può non essere comunque in grado di recepirlo, se tutto ciò che può convertire è la cifra e per di più P può controllare che solo ciò appaia. Finché R è attivato dalla crittografia di P, ma converte solo l'importo palese nella propria end to end con il portale, c'è bisogno di ben tre falle concomitanti: nella creazione del denaro controllato dalla società civile, nella comunicazione che può fare P controllata autonomamente dai software di cui può dotarsi e nella ricezione eccessiva di R. A questo punto non potremmo non sapere che il governo dispone una simile intrusione nella nostra vita privata e potremmo sia ribellarci che adottare contromisure (creare valute indipendenti, davvero anonime, a questo punto accettate verosimilmente da chiunque non sia lieto di essere sotto dittatura e, finché non si fa la rivoluzione, convertire in valuta ufficiale solo dopo triangolazioni ulteriori, come quelle previste nella proposta originaria). Ci sarebbe la possibilità di contraffare il denaro ricevuto, fingere di averne incassato di più ma, a parte il fatto che questo replicherebbe solo in maniera ridotta il problema attuale delle banconote false (è più difficile e il falsario deve registrarlo tutto in prima persona, cosa problematica), la garanzia in questo caso è molto elevata (solo una crittografia può attivare l'altra che è end to end direttamente con il portale e contraffare un software di tal fatta non è affatto semplice, anzi, a quel che mi risulta ad oggi impossibile). Sono un logico matematico e, come altri più autorevoli di me, posso garantire nei limiti della mia intelligenza che da questo punto di vista è consistente. A livello informatico però sono un emerito analfabeta; ho però la garanzia di diversi informatici, anche di livello assoluto, che la cosa è fattibilissima. Compatibilmente coi loro impegni forse è meglio cedere la parola a loro, prossimamente, se come spero il discorso andrà avanti anche su queste pagine.

Faccio comunque notare che questi problemi, così risolvibili, possono darsi solo nel caso in cui fallisca il controllo pubblico e privato nella creazione della valuta, permettendone la segnatura, o che Stato e Società Civile abdichino insieme dal compito di tutelare la privatezza della vita privata.
7 dicembre 2011 15:40 - daniele8946
@savpg8801 certo che puoi permetterti di farmi osservare qualcosa!siamo qui per confrontarci.ora,voglio dire che nelle mie righe non volevo presentare un vero e proprio disegno di legge,ma sembra chiaro che la mia proposta,con i suoi limiti,è sicuramente efficace contro l'evasione tanto da poter condurre ad un'attenuazione delle altre impostemagari proprio l'irpef ,per esempio. il maggior introito con il sistema che ho accennato,potrebbe riequilibrare le altre imposte..bisogna trovare la misura,e lascio il lavoro a chi è più competente di me.riguardo il fatto di dover accumulare e classificare scontrini,ricevute etc...credo che sia lì che bisognerebbe applicare l'elettronica,[come ad esempio,la butto lì:caricare le ricevute su di una tessera magnetica]per snellire le operazioni burocratiche,e non l'elettronica per sorvegliare le persone!
6 dicembre 2011 1:24 - efraim
@nino5516,
(avrei anche da rispondere agli altri, ma non si rivolgono a me, né sollevano argomenti di particolare spessore, né evidenziano un'apertura al dialogo)
Naturalmente sono stime, ma tutte quelle che conosco indicano che il giro d'affari della mafia è fra i 130 e i 190 miliardi all'anno, mentre in Europa ci sono più di 13 miliardi di banconote per un valore di quasi 900 miliardi - fonte BCE http://www.ecb.eu/euro/banknotes/circulation/html/index.en.h tml - (e in Italia ne circola il 50% in più - fonte governo http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=72480629 ) e, come è già stato fatto notare, non contano tanto i volumi, quanto le transazioni: se si può ipotizzare, stando strettissimi, che una banconota cambi di mano una volta a settimana, o al mese, quei 100 o 200 miliardi che girano in Italia li devi moltiplicare per 54 o per 12 (altre stime danno in contante una spesa di quasi 1100 miliardi all'anno, consistente). In quanto all'elusione, evidentemente non può essere la parte preponderante dell'evasione, visto che sostanzialmente consiste in una frode sulle aliquote e basterebbe riflettere come si invita a fare, ma con un minimo di rispetto per la matematica per capire che è un'assurdità. Peraltro con questo stesso metodo si può contrastare efficacemente l'elusione, come altrove abbondantemente spiegato. La delocalizzazione c'entra con l'evasione molto meno dei cavoli a merenda: chi delocalizza deve pagare le tasse all'estero, per il delocalizzato, così come chi viene a operare qui deve (dovrebbe) pagare le tasse da noi (ebbene sì Ikea o Coca Cola, in Italia, pagano le tasse italiane, se lo fanno, cosa che suppongo). La propensione italiana all'elevata tassazione è direttamente proporzionale a quella all'elevata evasione. Se tutti pagassero le tasse:
a) chi le paga potrebbe pagarne la metà, suppergiù,
b) chi riesce a evadere, se non è particolarmente ricco e ladro, ne pagherebbe di meno che a evadere e per di più si troverebbe in un Paese non prossimo al fallimento (in cui tutto quello che riesce a rubare non sarà che una banderuola in cima a un gradino di una piramide crollata); se poi non fosse un incapace, avrebbe anche tutto da guadagnarci a non dover subire la concorrenza sleale dei più disonesti, a partire dai veri e propri criminali.
Che in Svizzera circolino più banconote è relativo: sono quelle degli evasori stranieri. Che il contante sia uno dei principali veicoli dell'evasione non lo dico io, ma tutti. E per motivi così evidenti che chiunque non è propenso ad attaccare gli interlocutori riflettendovi i propri difetti può capire senz'altro.
Che le banche siano nazionalizzate, poi, non c'entra nulla. Non c'è bisogno di depositare in banca: basta che sia un deposito a prova di contraffazione, di sicuro allocabile presso qualunque associazione, magari anche anonimamente, probabilmente anche in casa propria...

"Dove condurrà il mondo una volta che ci sarà il denaro elettronico?" Se lasciamo fare a chi vuol abbassare il contante circolabile (magari in vista di una chiusura dei prelievi in stile Argentina, chissà) a una società di controllati attraverso carte di credito, bancomat e simili. Se spingiamo per evolvere il contante - non dico prima che sia troppo tardi per evitare gravi disastri, ché a leggere i commenti qui par proprio implausibile, anche se una certa dose di misoneismo è da mettere in conto e si sa, ma prima almeno che non ci sia più possibilità di alcun dopo - otterremo che, senza violare la privacy di nessuno, né controllarne minimamente le spese (a meno che lo si voglia per goder di detrazioni o simili), quando si farà una spesa pubblica, tipo un'uscita in pizzeria, non se ne potrà andare alla chetichella nessuno senza aver messo la sua parte, in particolare non chi invece della pizza ha preso il filetto d'unicorno al tartufo bianchissimo innaffiato nel barbaresco di Gaja del '500, che è proprio chi oggi ha più facoltà di andarsene calpestando le margherite altrui e facendogli pagare la sua parte.
Certo, per chi è abituato a considerare rubare ai poveri per arricchirsi un diritto, la cosa non può che essere estremamente fastidiosa, ma se si fa una ricerchina, anche solo con google, sulla rilevanza dell'evasione (e del contante per la sua formazione) nella determinazione del debito pubblico, nonché sulle conseguenze che può avere per lui il fallimento nazionale (chiaramente inevitabile senza recuperare tale spesa), nonché, se non è proprio un nullatenente con parecchie Ferrari molto egoista e miope o un mafioso tutto d'un pezzo di, di come ancor più gli può convenire pagare se anche gli altri lo fanno, be', allora...
Altrimenti chiaro: e se arriva una tempesta solare che manda in tilt tutti gli strumenti elettronici?
6 dicembre 2011 0:04 - mauro5833
Torno sul discorso anonimato, e la spiegazione di efraim in merito.
Mi sento di chiarire nuovamente che il denaro elettronico sarebbe straordinariamente comodo, e mi è simpatica l'idea, NON FOSSE che per la trasformazione di tutto ciò che è "personale" in "di dominio statale".
Ma prima o poi accadrà, non si scappa, ora stiam solo chiacchierando.

Va bene la crittografia, fantastico.
La crittografia è tanto forte quanto valida è la chiave di cifratura, però debolezze di password a parte, occorrono milioni di anni per decifrare in forza bruta un archivio cifrato (anche se ultimamente se ne sono prevedibilmente usciti con tecniche che ridimensionano grandemente il tempo necessario).
Tutto a posto. Ancora più a posto se la cifratura è fatta in doppio AES.
Domanda: CHI conserva la chiave di cifratura?
Nell'esempio di efraim non può essere il proprietario dei soldi, altrimenti troppo facile sarebbe crearsi del denaro.
Ok, ma a CHI diamo il diritto di accesso in ESCLUSIVA ai dati riguardanti il nostro denaro?
Qualunque risposta a questa domanda è "sbagliata" (ci sarebbero sempre altri esseri umani di mezzo, il rischio è ineliminabile).
Per questo ritengo sia necessario un database centralizzato (crittografato come si vuole, ma centralizzato) accessibile per motivi di consistenza, coerenza e sicurezza da più enti terzi certificatori e certificati.

Seconda esservazione.
Chiamiamo con R il wallet ricevente, e P il pagante.
Efraim prima dice che non serve un log di consistenza in P, siccome R si occuperebbe di registrare la "distruzione" (Lavoisier dissente) di denaro di P. Questo significa che R *deve* registrare anche gli estremi identificativi di P, altrimenti verrebbe meno qualunque verifica di consistenza della transazione (registrare su R che "un P sconosciuto" gli ha dato 100 euro non vale come meccanismo di controllo di integrità).
Poi però efraim dice anche che R può registrare il saldo iniziale e finale di P in modo anonimo.
Questo non concorda con il ragionamento di cui sopra.

Esistono -per chiudere- software che funzionano "solo" se non manomessi, e che una volta manomessi "telefonano a casa". Ci sono abituati tutti i videogiocatori coi meccanismi anticopia.
Che puntualmente durano il tempo di pochi giorni, prima che una squadra di hacker modifichi il programma "sicuro" in modo che non si accorga più di essere stato modificato, e anzi che telefoni sì a casa, ma per dire "tutto a posto, tranquillo".

Il meccanismo di pagamento completamente elettronico ha i mezzi anche oggi perché sia quasi "a prova di bomba", ma tutti questi mezzi non sono compatibili con l'anonimato.
E purtroppo, dico. Purtroppo!
5 dicembre 2011 15:08 - francescodeleo
@Alessandro_Pedone
Le parole "in forma anonima" possono significare parecchie cose, e possono avere anche un significato di losco. Io personalemnte ritengo che meno è pubblicizzata una transazione e più alta sarà la probabilità che si riescano a trovare facili escamotage. Oggigiorno abbiamo i calcolatori che fanno il nostro lavoro sporco in meno di un niente e i controlli incrociati sono l'unica strada per combattere le'vasione, la moneta elettronica rappresenta un dei mezzi con cui raggiungere lo scopo, come i calcolatrori, oltre a d essere un sistema e mezzo di pagamento più pratico della moneta materica.
5 dicembre 2011 14:55 - savpg8801
Giuste osservazioni e deduzioni, Alessandro Pedone, e so perfettamente che quanto espresso nell'ultima frase ad effetto, ""Con la ragione si discute, con le emozioni no."" che si denota un sentimento "distanziatore". Del resto devi realizzare che in ogni consorzio umano esistono, fra altre, queste caratteristiche comportamentali e decisionali. Anche nelle decisionalità del Parlamento (non parlo dei raduni cooperativistici, o di partiti, o di sindacati, o di centri sociali, o di caffè dell'angolo) ritenuto organo supremo di discussione, oltre che di funzione precipua(quella legislativa), si discute e tutti discutono credendo "ognuno" di discutere con ragione (la propria, ma non quella di altri). E allora, quando trecento hanno ragione e trecento sono avversi per sintomatologie o espressioni "emotive", come si giunge alla verità? Di cosa si deve tenere conto, nell'una o nell'altra maniera di imporre qualcosa?

Si dice che ciò che ha posto lo stop al nucleare(per la seconda volta) sia sentimento emotivo.
Chi ha preso come assioma principe il solo fatto che "discutendo" si arriva alla realizzazione-bene o male-di qualcosa, non tiene conto che, spesso invece, la ragione sta dalla parte delle espressioni del popolo, che,non potendo "ragionare anche per motivi di grandi numeri" decide in base alle proprie percezioni, magari a parvenza immotivate, ma decide in tal senso, senza per questo ne sia fatta espressione di ludibrio e stupidità.
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Detto questo, non cerco di apparire come becero sostenitore di sole emozioni, pur in parte accordandomi a quanto detto di sostenibile, ma di interpretare la parte che non ce la vede proprio di questa imposta tecnologia che potrà dimostrarsi perversa e legata a fattori imprevedibili ed incommensurabili, come già detto.
Il solo timore di tuttociò porta a sospettare che, con queste ultime raschiature del fondo della botte, finalizzata a scopi ritenuti, per me emotivamente, non risolutori dei problemi ventilati, in chiave tecnologica, si tenti di screditare il parere contrario di molti e di definirli solo retrogradi.
Troppe innovazioni hanno anticipato i tempi. E uno smartphone scarico o immediatamente morto al momento cruciale, non da molta sicurezza, come tutta la farraginosità del sistema, proposta, peraltro, in chiave altamente semplicistica.
5 dicembre 2011 14:53 - nino5516
@Efraim
Qual è il giro d'affari della mafia? 500 miliardi/anno.
E quant'è il contante complessivo presente in Italia? 100 miliardi.
L'evasione è soprattutto elusione, delocalizzazione e mancanza di controlli (oltre alla "propensione" italiana e all'elevata incidenza della tassazione)
Il contante c'entra poco più dei fichi a merenda: altrimenti, in Svizzera e in tutti gli altri Paesi in cui circolano più banconote che in Italia, dovrebbero esserci più evasori...
Riflettere un po', invece di scrivere chilometri di parole, no, eh...
Dove condurrà il mondo una volta che ci sarà solo il denaro elettronico? Ad un nuovo ordine di "controllati", in cui la società è succube del sistema bancario, senza regole, nè limitazioni e controlli.
E almeno se le banche fossero nazionalizzate...

@Pedone
La moneta fisica è di 100 miliardi, non 500 come ha ipotizzato. Il suo esempio sulla circolazione non è realistico, ma, anche lo fosse, riguarda in massima parte movimentazioni numerose fatte di importi minimi, come ad esempio gli acquisti di alimentari e vestiario.
L'incidenza delle transazioni monetarie andrebbe esaminata secondo la distribuzione dei loro importi e oltre il 90% di quelli elevati (come anche le fughe dei capitali nei paradisi fiscali) è fatta con un clic.
Lo spreco del denaro che non si vede fisicamente (in tasca),(shopping compulsivo), è reale, come si desume facilmente dall'esplosione dell'indebitamento delle famiglie negli ultimi anni, rispetto a quando nessuno sapeva dell'esistenza delle carte di credito. E certamente non ci potrà mai essere nessun software in grado di contrastare l'indebitamento per eccesso di questi consumi futili.

Mi spiace per gli anziani, per coloro che non vogliono o possono avere conti bancari e soprattutto per coloro che non vogliono essere soggetti a questa forma di schiavitù; ed auguri a tutti quelli che credono alla befana.
5 dicembre 2011 13:01 - Alessandro_Pedone
@ francescodeleo del 5 Dicembre 2011 11:35
Per un'efficace lotta all'evasione non è affatto indispensabile registrare il contenuto della transazione monetaria.
E' sufficiente poter tracciare la transazione in sé in forma anonima.
Nel tempo, la tassazione deve essere spostata dalla produzione di reddito e valore aggiunto (che è ingiusto tassare, entrambi vanno incentivati, non tassati!) alla tassazione dei patrimoni e delle transazioni.
In questo modo sarebbe possibile eliminare dichiarazioni dei redditi personali.
Ho già scritto un articolo sull'argomento che, se vuole, può leggere qui: http://www.aduc.it/articolo/riforma+radicale+fisco_19516.php
5 dicembre 2011 12:57 - Alessandro_Pedone
@ nino5516 del 4 dicembre 2011 12:33
La storia del 5% del denaro fisico l'ho spiegata più volte nei passati post. Se realmente la cosa le interessa, la prego di leggere sotto.
Sulla presunta incentivazione al consumo derivante dall'uso del denaro elettronico, questa è esclusivamente una questione di come viene creato il software.
5 dicembre 2011 12:53 - Alessandro_Pedone
@savpg8801
Il suo commente del 4 dicembre 2011 17:03 mi chiarisce molte delle tue posizioni.
Il suo è un attaccamento psicologico al denaro fisico. Il rapporto tra denaro (anche fisico) e psiche è stato studiato da tempo ed è del tutto comprensibile.
Condivido perfettamente la sua frase: "nella esperienza di vita e di lavoro ci si formano delle idee-convinzioni-manie dettata da proprie realtà autoinnescanti". Mi sembra che centri molto bene il suo atteggiamento nei confronti della nostra proposta di portafoglio elettronico. Inventa obiezioni alle quali noi rispondiamo chiaramente, ma mantiene la sua posizione ignorando le nostre risposte e/o inventandosi ulteriori obiezioni ugualmente infondate.
Sembrerebbe che il suo vero problema sia non avere in mano quei pezzettini di carta che negli anni ha caricato di una fortissima valenza psicologica grazie a tutte le esperienze della sua vita che sono collegabili a quei pezzi di carta.
La sua posizione dimostra quanto difficile sarà la strada che - prima o poi avverrà - porterà al denaro elettronico utilizzato su vasta scala.
Con la ragione si discute, con le emozioni no.
5 dicembre 2011 11:35 - francescodeleo
La moneta elettronica ci potrebbe salvare dall'evasione. Purchè ciò possa accadere è necessario che in ogni singola transazione venga registrata l'operazione con tutte le caratteristiche del bene venduto o la descrizione completa della prestazione effettuata, tipo per esempio i codici a barre. Per quanto riguarda i beni, se si fanno i controlli incrociati come si deve e a regola d'arte, e il software funziona correttamente, si potrà sapere che cosa ha venduto un negoziante, a chi e a quanto. Sapendo la quantità dei beni venduti necessariamente si saprà da chi sono stati acquistati, eliminando le vendite ed importazioni illegali. Per quanto riguarda le prestazioni di servizi si possono ottenere medesimi risultati, casomai non si potrà essere sicuri al 100% che la prestazione offerta sia effettivamente quella registrata, se comporta conseguenze di altro tipo.
Resta da stabilire come si regoleranno le esportazioni e ele importazioni. Se in tutto i mondo si adottasse la moneta elettronica non ci sarebbero problemi, ma se la adottassimo solamente noi la moneta cartacea servirà ancora. Come pago le importazioni in dollari? Vendo oro per acquistarli? E le esportazioni come devono essere pagate? In oro che sarà poi convertito in crediti vendendolo alla banca centrale? Quindi oltre alla moneta elettronica resterà sempre la circolazione della moneta cartacea, in maniera controllata, nell'ipotesi che l'adottassimo solo noi.
5 dicembre 2011 10:29 - efraim
@Pippo,
concordo; faccio solo notare che questa proposta va in senso inverso, ma per questo non la implementeranno mai i politici di loro sponte: dobbiamo mobiltarci noi.

@savpg8801 rispondo prima alle domande che fai nel primo intervento. Mi pare che tu non sappia cos'è uno smartphone e cosa permette di fare.
Il signor Rossi può seguire lo storico dei suoi pagamenti come gli pare, se vuole. Detto che chiunque ha sempre nozione di quanto ha nel portafoglio e di quanto spende di volta in volta, volendo, con software semplicissimi, può anche tener conto delle sue uscite rispetto alle sue entrate giorno per giorno e attimo per attimo. Solo che lo fa lui, nel programma allocato nel suo telefono che può riformattare quando vuole. In quanto a garanzie e "scontrini" (che a fini fiscali non servono più, se non in caso li si richieda per detrazioni e simili), può farseli fornire separatamente, anche sullo stesso telefono.
Il signor Bianchi non può avere diversi portafogli attivi (per attivare uno deve disattivare l'altro, altrimenti potrebbe cederlo al suo ricattatore di fiducia, per dire), ma può avere diversi depositi, bancari, privati e quant'altro. A fini antiscippo dispone di un'infinità di garanzie sicurissime che ho descritto ampiamente su un altro sito e il portafoglio se lo può portare tranquillamente sempre dietro (anche sempre vuoto, con la garanzia di poter prelevare solo lui, finché non ricarica anche nell'imminenza del pagamento ovunque ci sia campo). Può al limite ed entro certi limiti dotarsi di periferiche per piccoli importi (gli spiccioli), come quelle per i bambini, tessere che non possono rompersi ed economicissime, che fanno esattamente lo stesso "lavoro" dei 5 euro in tasca, solo che non si stropicciano e non si rovinano se finiscono in lavatrice.
Il signor Verdi l'entità di ciò che contiene il suo portafoglio lo vede ogni volta che vuole (insieme allo storico come Rossi), pigiando un tasto o due o pronunciando una frase, sia che vada nei negozi sia che paghi un privato (come ora: apre il portafoglio e vedi quanto c'è, volendo anche quanto c'era e quando l'ha speso). Non può spendere più di quello che ha nel portafoglio, come col vecchio contante: può ricaricare ovunque ci sia campo senza dover andare fino al bancomat, oppure adoperare carte di credito o cambiali. Non cambia nulla in questo senso.
Gli ambulanti e i mendicanti possono essere dotati di telefono-portafoglio anche senza conto o deposito, anche se enti e associazioni possono ben offrire depositi sicuri (registrati gli incassi, gli rientrano nel portafoglio, anche senza pagar tasse finché il loro reddito annuale è inferiore a quello tassabile). Se sono clandestini e un governo non caritatevole vuol togliere i telefoni agli stranieri entrati con visto turistico alla scadenza del visto, ci sono sempre le tessere ricaricabili, che van bene solo per gli spiccioli e che si debbono appoggiare su qualche ente caritatevole per rendere spendibile il denaro ricevuto. I lavoratori in nero, invece, emergono per forza, extracomunitari o meno.
Cos'è il tuo smart-card? Per accedere al tuo deposito dal tuo portafoglio hai bisogno di password o altro; per pagare dal tuo portafoglio è altamente consigliabile (o altro di meglio, anche più comodo e sicuro - tipo il riconoscimento dell'iride cfr. biolock per android), così eviti la possibilità di esserne derubato, ma ognuno fa come vuole.
Sì, in tasca hai solo quella (ed eventualmente le periferiche per gli spiccioli). Se si rompe, hai diritto a un taxi che ti porti al più vicino commissariato o altro ufficio pubblico aperto 24 h dove ti danno un portafoglio provvisorio etc.
Sì, va bene la soluzione vocale e, se ti fosse sfuggito, ti informo che da qualche decennio esistono le cuffie (periferiche auricolari per la diffusione di suoni che permettono di sentirli solo a chi le indossa). Per i sordociechi, conoscendo essi il morse, esistono le vibrazioni (ma si possono anche applicare quelle specie di carillon braille già in circolazione. Un bel passo avanti anzichenò... Il portafoglio lo tiene in mano lui e dice a lui quanto è l'esborso (si può anche fare in due passaggi: al primo si fa la richiesta, egli la riceve, dà conferma, ripassa il portafoglio e paga per quell'importo). Più sicuro di così!
Così si tracciano tutti i redditi, ai fini del contrasto del crimine molto di più che tracciare i singoli pezzi di valuta (si può fare, teoricamente, anche con quella crittografata, ma è vivamente sconsigliabile proprio per evitare la tracciabilità delle transazioni. Non è escluso che in caso di particolare emergenza, una società democratica sicura dei propri inquirenti possa decidere di permettere loro, a certe condizioni, di farlo, ma c'è il rischio che un delinquente si doti di software in grado di analizzare la diversa forma del denaro: molto più semplice adoperare tutti gli altri mezzi, anche perché i rischi sono ridottissimi: rapine non se ne possono più fare, chi è sottoposto a pizzo o ricatti ha la possibilità di segnalarlo separatamente etc.
I controlli sono esclusivamente sui portali (gli inquirenti possono come sempre disporre anche quelli su conti, depositi e "casseforti"), sono semplici e sono sottoposti all'osservazione congiunta di fisco e società civile.
La capacità malavitosa è grande, ma non è magica o metafisica. Qui non c'è possibilità, logicamente, di sottrarsi all'accertamento dei redditi in valuta. La malavita può farsi pagare in natura, con pagamenti per prestazioni fittizie o gonfiate o con valute valide solo nei propri circuiti, coll'enorme problema di non poter riciclare facilmente queste ultime. Istituendo la convenienza a denunciare, anche per i pesci piccoli, gran parte di tutto ciò diventa praticamente impossibile. Ma questa cosa non è la panacea di tutti i mali: azzera l'evasione fiscale, contestualmente crea enormi problemi alla criminalità più grossa, finalmente (se il disoccupato di Scampia guadagna miliardi, una polizia non del tutto corrotta può ben chiedergliene conto) ma non risolve tutto. Solo tantissimo, dati i problemi nazionali, con un metodo sicuro, comodo, piacevole e privo di ogni rischio. Con altri metodi si potrebbe fare molto di più, ma quelli avrebbero controindicazioni ed effetti collaterali pericolosissimi.

Il signoraggio, ad esempio, non c'entra nulla. E' un'altra questione, indipendente. A parte che non riguarda minimamente la circolazione della moneta, ma la sua creazione, dunque non si capisce bene a cosa tu ti riferisca.

Riguardo all'altro tuo commento e a quello di nino5516 (al quale aggiungo solo di leggere gli altri commenti, se vuole sapere perché il contante è il problema dell'evasione - basti qui ricordare come il traffico di droga venga calcolato da tutti gli enti ufficiali direttamente in base alla circolazione di banconote di grosso taglio), ancora una volta ribadisco che con un portafoglio (tipo) smartphone il problema non si pone: è possibile installare qualunque software di conto economico, semplice o meno, accattivante e 3d o pulito e funzionale, con avvisi e allerte per le spese eccessive etc. così come dare al denaro le apparenze più gradevoli per ciascuno, con la stessa differenza che può avere un televisore a colori rispetto a un fotoromanzo e per ogni gusto (il dandy paga col suo interfaccia con dobloni fra drappi purpurei e il finanziere incassa in grafici, piuttosto che la signorina in cupcackes glitterati). E per i bambini le "tessere" si possono fare a forma di orsacchiotto, paperone o robin hood, per dire... Se poi vuoi giocare a poker e non ti va di passare i telefoni su un piatto tipo ipad, perché vuoi toccare le montagnole, esistono le fiches, puoi fartele anche di carta, se sei un vecchio nostalgico; a fine partita si fanno i conti. Questo genere di obiezioni mi ricordano molto una novella di Pirandello, purtroppo non ricordo il titolo, in cui un venditore di pitali usava argomenti analoghi per dirsi certo che l'arrivo delle fognature non poteva contrastare il suo florido commercio.
Poi oh, capisco la nostalgia di qualche anziano (anche se non è propria dei molti che conosco),ma forse qui non ci rendiamo conto di quello che significa: a parte i vantaggi collaterali (ambientali, in sicurezza etc.) si tratta di un modo per recuperare dai grossi ladri centinaia di miliardi all'anno, con vantaggi per ciascuno di migliaia, in risparmio sulle tasse, servizi, opportunità e quant'altro, al netto della salvezza del paese dal fallimento cui non possono che portarci le altrimenti inevitabili manovre fortemente recessive come le ultime, quella odierna e le prossime. Solo che dovremmo darci una svegliata!
4 dicembre 2011 22:53 - pippo
In aggiunta e a completamento di quanto ho già esposto nei miei due scritti predenti .

Fra le “impressionanti” misure che il governo dei banchieri si accinge a prendere viene ventilata quella di rendere tracciabile i pagamenti da 1000 euro in su.
Gli obiettivi sono nobilissimi, forse, invece, le vere ragioni di questo provvedimento un po’ meno.
Nella stessa direzione va (con note di apprezzamento della sinistra) la voce di Milena Gabanelli, con la proposta di rendere “tracciabile” ogni pagamento.

Dobbiamo rimanere ostaggio delle banche!

Saremmo, quindi, obbligati, presumo, a tenere tutto il nostro denaro in banca. Ma le banche sono delle società private.

E lo Stato può obbligarmi a tenervi il mio denaro? Penso di poter tenere il mio denaro dove più mi garba.
Uno Stato deve , forse, oltre che amministrarci, anche battere moneta. Se uno Stato non è capace di contrastare l’evasione, la corruzione, il riciclaggio senza far pagare un pesante pedaggio ai cittadini che non sono né evasori, né corruttori, né riciclatori di denaro sporco, non è più uno Stato.

Non penso sia possibile, infine, consentire allo Stato, di intrufolarsi attraverso la cosiddetta “tracciabilità” nella vita privata di ognuno , fino a conoscere, nel dettaglio, gli acquisti, i gusti, e i vizi.

Saluti
pippo
4 dicembre 2011 17:03 - savpg8801
Mi sto rendendo conto che nella esperienza di vita e di lavoro ci si formano delle idee-convinzioni-manie dettate da proprie realtà autoinnescanti.
Una mia amica diceva:quella è una buona banca, beh sì mi hanno ciurlato 50000euro di Bond Argentini, però ci vado volentieri perchè hanno delle porta larghe per me che soffro di claustrofobia e mi impressionano quei cilindri che mi si chiudono attorno nelle altre banche.
E l'altro...a me che me frega di parlare delle ore al cellulare, tanto paga la banca...ho un abbonamento e più parlo e più mi ricaricano. Ebbene si, amico, chiamami quando vedrai arrivarti gli accrediti.
E l'altra...io vado benissimo, ho la carta alla coop(taldei tali) scalo la spesa, faccio il pin e sono a posto..Non penso ad altro, lo scontrino lo butto. più comodo di così. Poi quando arriva l'estratto, alcuni voce per voce...ltri con importi sommati(non si sa poi quali) con valuta media...ma sai che bello. Non vado lì col contante... quello mi serve per altro.
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Tutti questi faciloni brillanti e nobilinon sanno quello che spendono, come quelli che buttano nel carrello a prescindere dal prezzo, dalla congruità della quantità, dalle composizioni(nessuno le legge).
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Già, una delle 1000 cose da dire e che rimandavo ad altra occasione, l'ha detta bene nino5516.
e ribadisco:
Il lato psicologico della moneta (creata altresì perchè utile, necessaria, comoda, rappresentativa, tangibile, ed anche bella da rimirare) non viene dimenticato specie quando essa risulta macchiata col sudore della propria fronte (se uno suda e tribola per guadagnare) non è sintomo di nostalgia rétro quando portavi a casa il malloppetto settimanale o mensile e lo piazzavi sul tavolo e ci facevi i conticini e i sogni sopra.
In fondo anche il danaro(reale) può dare soddisfazione intrinsecamente e non solo quello che tu ci puoi fare con un suo asettico titolo rappresentativo alla migliore delle ipotesi.
Pensa alla soddisfazione di un rilancio nel piatto del poker con una sostanziosa mazzetta, piuttosto che con una amorfa fiche o peggio con un ideale rettangolino di plastica e il pc a lato per vedere quanto ti sei giocato.
4 dicembre 2011 12:33 - nino5516
Mi pare paradossale non ci si renda conto che non sono gli spiccioli (almeno fino a 5 mila euro) che si possono scambiare con le banconote ad essere responsabili dell'evasione fiscale (e ancor meno del riciclaggio del danaro sporco, della fuga dei capitali nei paradisi fiscali e quindi dei problemi economici italiani).
L'eliminazione del contante, oltre ai gravi problemi pratici ed ai fastidi già ben evidenziati dagli altri interventi, produrrà anzi una maggior propensione allo spreco ed all'indebitamento privato, che, non bisogna dimenticarlo, con l'offerta facile, sono all'origine delle cattive abitudini delle famiglie attuali e della crisi mondiale (la maledetta invenzione del "compra oggi e inizierai a pagari dopo, magari fra qualche mese").
Il risparmio si incentiva anche potendo guardare lo spessore del proprio portafoglio, se contiene o meno banconote ed educando a limitare gli acquisti se è quasi vuoto.
Mentre la percezione di quanto si spende, magari in modo eccessivo per le proprie possibilità, anche per cose futili o che potrebbero essere procrastinate, non si ha se si paga con le carte del debito.
4 dicembre 2011 11:33 - savpg8801
Ammesso che eliminassimo la tracciabilità connessa a motivi di privacy da parte di qualsiasi autorità o ente, o malfattore, siccome la moneta elettronica viene spacciata per anonima transazione, come deve fare il sig. Rossi per seguire i propri pagamenti almeno attraverso un log residente?
Come deve fare il sig.Bianchi che tiene due o tre portafogli con denari liquidi, magari nascosti per le evenienze nel borsello, nella tasca di qualche indumento, nel cassetto di casa per evenienze impellenti, tipo un corriere, un venditore ambulante, un paco postale assegnato, oppure che divide e differenzia con propositi antiscippo o anti perdita?
Come farà il sig.Verdi, ogni volta durante la giornata a verificare l'entità del suo portafoglio elettronico recandosi nei vari negozi, ma anche di passaggi fra privati(a questo nessuno pensa?), un figlio, un vicino, un amico a cui devi restituire un prestito, o capitandogli di spendere più della capienza dell'importo caricato?
Dovrà tenere diverse card? Ma allora equivarrebbe a tenere diverse banconote, con rischi anche peggiori.
Come pagherà gli acquisti spiccioli, diciamo tipo ambulanti o piccoli importi in assenza di lettori, di conti su cui andare ad aggiungere bit togliendoli dal proprio importo residuo? Mica avranno lettori collegati a conti a cui accreditare, magari portatili e tutti!
Per accedere al mio smart-card avrò necessità di entrarci digitando (ma allora c'è bisogno di una controparte attrezzata tipo POS) una password? Direi...certamente, sennò siamo messi come con le banconote "al portatore" e quindi nessun vantaggio rispetto ad esse.
Come faranno coloro a cui si rovinerà il chip e si troveranno col classico pezzo di plastica inerte e vuoto? Diranno i caldeggiatori:come con una banconota falsa o perduta. Ma dovrei proprio avere solo quella, in tasca?
Come farà il diversamente abile(es.non vedente) ammesso che ognuno si debba portare seco un lettore a batteria, no?, a controllare il suo residuo e i suoi movimenti? Forse con soluzione vocale?(Ma se si trova in zona pubblica, addio privacy) e se dà al percipiente la card e quello la passa due o più volte?
Come controllerà? Da una ricevuta, Ma è di questi giorni di operatori (disco, pub..ecc.)rilascianti ricevute fasulle o diverse, magari ottenute da macchinette sotto il bancone.
Il business di tutta questa gestione, essendo lo stato NON imprenditore, da chi verrà gestito?
Da società tipo paypal, o interbancario, o banche odiate, o Consorzi, o altro...e chi ne garantirà in toto la sicurezza ed affidabilità?
Come pagherò in caso di blackout sia elettrico che di sistema stand-alone, che di rete aziendale, che di rottura dell'apparato locale addetto? Forse lasciando in pegno l'orologio?
Come fare in caso di contestazioni se c'è la distruzione dell'importo appena passa di mano(pardon di apparato proprio per garantirne l'anonimato)?
Una banconota ha dei numeri di serie che possono essere rilevati, memorizzati, utilizzati in caso di utilizzi specifici di magistratura o di polizia. Con l'anonimo pezzo di plastica, no.
Data la mole della circolazione che si ipotizzerebbe, diventerebbe enormemente difficile ipotizzare un qualsiasi tracciamento.
I controlli di questa circolazione monetaria (altri non sarebbe che un surrogato dell'esistente) da chi verrebbero effettuati? forse da ispezioni sui conti, o su controlli degli apparati che potrebbero essere manomessi per scopi illeciti?
Si parla di supercrittografie, di sicurezza, di contrasto alla criminalità ecc. senza tener presente che tutto questo studio non prevede la capacità malavitosa di essere sempre un gradino superiore a quella dei bravi teorici e pensatori che spesso peccano di forte ingenuità.

Poi, se signoraggio v'è con la moneta stampata, vedrete quali scenari di altro tipo emergeranno con la moneta chippata.
Non saranno così evidenti come i francobolli o le banconote da miliardi di marchi con timbri o stampe banali, ancora possedute da collezionisti di tutto il mondo, me compreso, ma lo saranno nel segreto degli inintelligibili bit registrati su anonimi chips.
4 dicembre 2011 1:09 - efraim
@mauro5833,
mi spiace, anzi no, ma le tue osservazioni possono valere per carte di credito e simili, non per un metodo come quello che vado proponendo (e credo anche Alessandro_Pedone). Mi spiego in parole accessibili a tutti (spero).
Non c'è bisogno che sia centralizzato altro che il conto complessivo. Se A ha nel portafoglio tot, compra da B qualcosa e comprandolo, perché B incassi, gli deve sparire il tot corrispondente all'incasso, il conto torna anche senza che alcun database sia edotto di ogni passaggio. Basta che il software del portafoglio di A non possa passare a quello di B una somma senza bruciare altrettanto denaro.
C'è il pericolo che A si crei il denaro nel portafoglio, si può pensare. Ma così non è se il denaro è crittografato e inaccessibile. Semplicemente. Poi, per ridondanza e contro ipotesi fantascientifiche di "clonazione", si può implementare un software ulteriore, sotto il controllo pubblico, che controlli solo che nel portafoglio ci sia solo quello che A preleva dai suoi depositi meno quello che A spende, tenendo il conto complessivo e non tenendo conto dei singoli passaggi (è pieno di software analoghi, sicurissimi). Questo software non avrebbe nessun accesso alle transazioni, né sarebbe connesso a orologi o sistemi di geolocalizzazione: terrebbe solo sotto controllo il portafoglio, nel caso che qualche supermatematico riuscisse a decrittare una crittografia sicura (nel qual caso piuttosto che andare a creare portafogli ricaricati abusivamente, plausibilmente violerebbe il Pentagono, Wall Street etc.). Pensavo fosse necessario un log delle uscite, che potevano comunque essere scomposte e inviate frazionate al database centrale, ma mi sono reso conto che è sufficiente, se il denaro è crittografato, che con portafogli dotati di tecnologia NFC come i moderni cellulari, l'incassante B registri la distruzione del corrispettivo nel conferente A. Ancora più semplice.
Né c'è bisogno che il log del portafoglio ricevente registri ora (né luogo) delle entrate, al limite quantità nel portafoglio di A, senza sapere che è di A, prima e dopo la transazione (il che non viola nessuna privacy né nulla, perché ognuno nel portafoglio ci può mettere quanto vuole in ogni momento).

In quanto alla questione umana, sono d'accordissimo, ma con questo sistema non se ne dà la possibilità. Il fisco non ha da chiedere altro che gli incassi (se poi vuoi detrazioni per qualcosa sta a te, separatamente, anche sullo stesso cellulare, fartele dare e fargliele presenti): è cieco, se non nel controllo dei software di incasso e del denaro incassato (se ti fai danaro farlocco, primo non lo può ricevere il software del tuo telefono e secondo non l'accetta quello di chi incassa - si possono fare semmai, ma già ora, valute alternative scambiabili solo fra chi le accetta, cosa che verosimilmente cercherà di fare la mafia nei territori che controlla, ma col grosso handicap di non poterle scambiare al di fuori). Il denaro nel portafoglio di A semplicemente si distrugge quando se ne "crea" altrettanto in quello di B alla transazione (non spendibile finché non lo registra, cosa che però può fare in un secondo momento). Basta che i software funzionino e che la loro genuinità sia garantita dalla società civile. Per quanto chi sia abituato ad adoperare certi sistemi operativi possa dubitarne, è pieno di software che funzionano solo senza essere contraffatti (che si rompono, magari inviando una segnalazione, allora sì, se qualcuno cerca di manipolarli).
3 dicembre 2011 19:09 - nino5516
Pensare che eliminando il contante sparirebbe la maggior parte della crimuinalità e dell'illegalità, nonché l'evasione fiscale, è semplicemente ridicolo!
Se non altro, per il fatto che le banconote, com'è citato, rappresentano solo il 5% della massa monetaria in circolazione e non s'è mai visto che la parte nettamente minoritaria di un insieme possa avere responsabilità così enormi e determinanti sui mali della società.
Viceversa, i dilettanteschi provvedimenti del genere sono assolutamente banali ed insignificanti: inutili ed anzi dannosi, incrementando fastidi e spese per i ceti produttivi ed ingiustificati guadagni per il parassitismo finanziario e bancario.
Occorrerebbe invece aumentare la quantità di moneta fisica, almeno al 15% del circolante, come in Svizzera. Aumentando contemporaneamente la riserva frazionaria bancaria, dal 2% al 5% o più,(conservando M1 per non penalizzare il credito), in quanto la creazione facile ex nihilo del danaro è una delle cause maggiori responsabili delle crisi economiche.
2 dicembre 2011 15:24 - mauro5833
Comprendo come il discorso del "5% di contante nel mondo che è responsabile del sommerso" sia di difficile comprensione, siccome il ragionamento richiede una certa capacità di astrazione.
Il denaro ha valore solo fintantoché "gira", cioè finché viene scambiato per prodotti o servizi.
Avere 100 euro in un cassetto e tenerli fermi non rende nulla, mentre far circolare 10 euro, dandoli al benzinaio, che poi li dà al fruttivendolo, che poi li dà al tabaccaio, e così via, per una ventina di passaggi diversi, rende invece prodotti e servizi per il controvalore di 200euro (i 10 euro hanno "reso" per venti volte).
Se ognuno di questi passaggi è sommerso, l'imponibile evaso è 200 euro, mentre i 100 euro fermi nel cassetto non sono passati di mano, e non hanno generato quindi "transazioni imponibili".

Tuttavia la motivazione del mio commento (il primo che scrivo su questo sito) è relativa al discorso "privacy".
Ho letto tutti gli interventi, dai verbalmente ricamati di savpg e efraim, a quelli più pragmatici ma non meno brillanti di massimo, al singolo di andrea che si è avvicinato all'argomento che mi sta più a cuore.
Apprezzo la passione del mio articolista preferito di ADUS Investire, che ha risposto a tutti, e sicuramente è in buoa fede proponendo un virtuale "portafogli elettronico" con cui i pagamenti sono del tutto anonimi, e vengono registrate nominalmente solo le entrate.
Magari! Sarebbe una notevole comodità, per giunta costituendo un ausilio, avendo di per sé stesso, come strumento, una funzione di "storico" che ci aiuterebbe a tracciare le nostre stesse spese.
Purtroppo non è possibile che sia "anonimo".

Non mi va di fare il solito esempio dell'uomo che si rivolge all'allegra donnina di turno, quindi... se il signor Rossi, ufficialmente Juventino, va in un negozio col portafogli elettronico e compra maglia e sciarpa del Milan, non potrà non esserci nota indelebile del passaggio tra sig. Rossi e negoziante, nonché della causale del passaggio: in ogni database dove avvengono transazioni di dati (ed il database in questione DEVE essere centralizzato, altrimenti chiunque può "creare" denaro nel proprio "hard disk", nell'esempio di efraim), se queste transazioni sono tali per cui è necessario siano verificabili e inoppugnabili (insomma, se non si stanno elaborando dati su quanto spesso Pierino va dalla cameretta al bagno, ma invece è necessario tenere traccia del passaggio di controvalore economico, che direi è cosa abbastanza delicata e meritevole di verifiche, contro-verifiche e contro-contro-verifiche), serve non solo che ci sia un "log" delle entrate di denaro sul portafogli ricevente, ma deve esistere anche un log delle uscite da quello pagante, in modo tale che in qualunque momento (somma delle entrate = somma delle uscite), e quindi in modo che si possa identificare una eventuale incongruenza dovuta a errori o malafede o qualsivoglia altro motivo.

Per questo, così come esiste un log del portafogli ricevente, che registra l'entrata di 100 euro il giorno X alle ore Y, è necessario che esista un log che registra nel portafogli pagante l'uscita della stessa somma nello stesso momento, anche se non necessariamente sarà registrata l'identità della controparte. Perché no, per una sicurezza aggiuntiva, si registrerà anche l'identificativo del terminale o località (se applicabili) dove è avvenuta la transazione.
Quanto ci vuole ad abbinare entrate ed uscite attraverso i dati comuni?

Questa è la motivazione tecnica. Ma ce n'è un'altra, quella umana.
Pensate davvero che chi gestirà il sistema, avendo sottomano la possibilità di recuperare informazioni aggiuntive (l'informazione è potere, sempre), non la sfrutterà, prevedendo per le ragioni più disparate (lotta ai pedofili terroristi satansti varie ed eventuali) che sia necessaria la registrazione di tutti i dati delle transazioni su tali portafogli?
Per non dimenticare l'onnipresente fisco che pretenderà di avere accesso a tutti i suggetti passaggi con il relativo contorno di dati, per ragioni che definirle ovvie significherebbe offendere la parola "ovvio".

Quindi, avere in tasca una tessera a chippetto con connessione wifi e 3g, o più semplicemente un cellulare con funzioni Near Field Communication, è mille volte più *comodo* che ricordarsi di mettere nel borsellino qualche biglietto da 50. Non ci piove, e guai a chi dice il contrario.

Ma scordatevi, e su questo sono pronto a giocarmi qualunque parente a vostra scelta, che se e quando esisterà una rete di pagamenti esclusivamente elettronica, non sarà possibile, per chi ha le credenziali di accesso sufficienti (o è in grado di sottrarle illegalmente) accedere a vita morte e miracoli di chiunque ricostruendo la nostra vita nei minimi dettagli attraverso il nostro storico spese.
1 dicembre 2011 18:23 - ennio4531
... 'Eliminare il denaro contante: la strada ineluttabile per una società più giusta e più sicura '...

Ergo: ne dobbiamo, forse, concludere che nel periodo giurassico, quando il denaro contante era inesistente, tutto sommato stavano, in sicurezza e giustizia, meglio ?
1 dicembre 2011 18:09 - efraim
@Alessandro_Pedone,
Sì, ignoravo che nel computo del PIL mettessero un 17% di sommerso, il che effettivamente cambia un po' le cose, ma non tantissimo, nel senso che la prima distinzione mi era chiara e semplicemente mi rifacevo a stime diverse da quelle ufficiali (KRLS Network of Business Ethics, CGIA di Mestre e qualche altra che ora non mi sovviene, coerenti fra loro e consistenti con le stime sia sulla dimensione dell'economia mafiosa, tanto sul versante della dimensione che dell'evasione, nonché con quelle diffusisissime - e verosimili - di un sommerso pari a oltre un terzo del PIL). Che il sommerso sia solo il 17% mi pare assolutamente implausibile anche se non ho la certezza che abbia ragione sempre KRLS Network of Business Ethics, che stima un imponibile evaso che ha ormai raggiunto il 54,5% (e che non può che crescere, col crescere dell'IVA).
Lieto di concordare, comunque, sulla sostanza.
1 dicembre 2011 17:37 - Alessandro_Pedone
@ efraim
Condivido quasi tutto del tuo ultimo intervento (1 dicembre 2011 12:58).
Solo qualche piccola annotazione tecnica che non cambia la sostanza del discorso.
Quando si fanno i calcoli sull'evasione (assodato che è difficilissimo fare stime attendibili) solitamente si parla di reddito non soggetto a tassazione. Quindi si parla di potenziale imponibile, non di potenziali entrate. E' ben diverso.
Se il sommerso fosse, diciamo, 300 miliardi, potremmo pensare di recuperare circa 100 miliardi di entrate. Tantissime - ben inteso - ma non sono 300.
Seconda cosa.
Non sono in molti che lo sanno (e dal tuo scritto mi è sembrato di capire - ma forse mi sbaglio - che anche tu lo ignori), ma la statistica sul PIL comprende una stima di sommerso. http://www3.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20 050922_00/testointegrale.pdf
Attualmente la stima ufficiale (ISTAT) si aggira intorno al 17% del PIL, cioè poco più di 250 miliardi. Sia chiaro che parliamo di attività legali ma fiscalmente occultate.
Se facessimo emergere 250 miliardi di sommerso il PIL non crescerebbe affatto! Se invece di 250 miliardi fossero 500, allora il PIL crescerebbe del 17% circa.
Quindi, l'emersione del sommerso è IMPORTANTISSIMA, ma non nella misura che mi pare tu abbia prospettato (passare dal 1.500 miliardi di PIL a 2.000 significherebbe stimare attualmente un sommerso ENORME, le stime ufficiali sarebbero sbagliate del 300%)
Condivido, in particolare, il fatto che la maggior parte delle persone non abbiano in realtà compreso il rischio connesso alla distruzione dell'Euro ed al default dell'Italia.
1 dicembre 2011 12:58 - efraim
@Alessandro_Pedone sì, avevo letto anch'io quei dati, ma mi ero fatto a quelli che comprendono il debito pubblico, in particolare quelli di eurostat ( http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_PUBLIC/2-22042010 -BP/EN/2-22042010-BP-EN.PDF a pagina 5) perché considero fra le entrate dello stato anche quelle da debito, così come le spese per rifinanziarlo, con cui arriviamo al disavanzo che fanno i 780 di spesa contro i 700. Oggi come mai mi pare chiaro che il debito sia da considerarsi importante per la spesa pubblica e, per non tralasciarlo, non si può non mettere in conto i crediti ricevuti, altrimenti altro che pareggio di bilancio: siamo falliti da decenni! Se vogliamo considerare il vero impatto che avrebbe recuperare i probabili più di 300 miliardi di evasione e economia sommersa che ci fa apparire più smunto il PIL e quindi apparire smisuratamente gravoso il nostro debito pubblico, altro elemento che contribuisce a creare quella spesa degli interessi crescenti sul debito, enorme, dobbiamo commisurarcelo.

E dobbiamo, per capire bene quanto sia importante e risolutivo: così infatti non rimpinguiamo solo le entrate, potendo abbassare davvero le tasse a tutti, tanto che la maggioranza ci guadagnerebbe molto a non poter evadere quello che, in parte, può! Emerge una fetta enorme di PIL, c'è chi dice un quarto, chi più di un terzo e qualcuno quasi la metà (non ho idea di chi abbia ragione, parrebbe un terzo, ma si basa sulle stime di chi lo stima tale), abbattendo in proporzione il famoso, temutissimo a ragione perché quantomeno argomento vitale per la speculazione fortissima che la finanza fa contro di noi (accrescendo non senza ragioni, stando ai dati che ha, 'sti famosi spread, ovvero il baratro che si allarga dalla competitività degli altri sistemi nazionali). Senza pagarlo in tasse.
Non so se tutti se ne rendono conto: stando agli accordi che abbiamo sottoscritto, dobbiamo riportare il nostro debito al 60%. Significa dimezzarlo (e più) Dunque, oltre a stare in piedi coi conti, arrivare al pareggio, dobbiamo trovare, possibilmente con crescita economica, altri 900 miliardi una tantum, a rate di più, per dimezzare questi oltre 1800 miliardi. Chiaro che con un PIL di 1500 è dura. Con uno di 2000 o magari anche più è già un altro discorso. Con entrate pubbliche inferiori rispetto a quello che spendiamo incluso ripagare i debiti (crescente, sugli 800 miliardi più o meno quest'anno) ma tenendo conto anche di quanto ci facciamo prestare (l'importante è che sia meno dei prestiti di cui ci liberiamo, non sempre di più). Così ce la possiamo fare: lasciando tutto invariato possiamo di sicuro incassare più di 800 miliardi, ma anche molto di più, forse anche un miliardo, senza aumentare la pressione fiscale e tagliare la spesa pubblica di cui usufruiamo (o dovremmo, invece delle caste), anzi, abbassandola davvero, finalmente, e non come i governi dei ladri han sempre e solo promesso! Così dare un impulso positivo all'economia e non uno recessivo, come le manovre di questo governo e quelle precedenti (tagliando le entrate dei non ricchi e imponendogli più tasse si contrae il mercato e si finisce in una spirale recessiva che ci porterà comunque in Grecia, che sarà anche la culla dell'Europa, ma ci si starebbe davvero male).
Per questo è l'unica speranza concreta per salvare il Paese. Pensavo che molta più gente, dopo aver cianciato per anni sulla piaga dell'evasione, avrebbe colto la palla al balzo. Ma c'è ancora speranza che, se ci diamo una svegliata, ci si riesca a salvare imponendola a ogni governo! Se invece di fare richieste impossibili o di sbattersi per opposizioni sterili che, stando le cose come stanno, non farebbero certo migliorare le cose neanche se vincessero, anzi, né hanno possibilità di vittoria, ci dedichiamo a questo, noi, oggi, possiamo salvarci!

E a questo punto c'è il discorso che hai fatto nel resto dell'articolo, anzi, molto l'ho in parte ribadito nello spiegare perché ritengo importante tener conto tutte le entrate come di tutte le uscite, prestiti e debiti compresi. Non so, alle volte ho l'impressione che nessuno capisca che se falliamo non ci troviamo con una spesa di 800 miliardi in un PIL in cui lo stato è solo un terzo dell'economia che far fronte del 3%... Abbiamo debiti da pagare, in cui sono compresi allo stesso modo e senza più poteri contrattuali servizi pubblici (scuola, sanità, strade, tutto) stipendi pubblici (e di gran parte dei clienti dei privati, dunque), ma anche stipendi e patrimoni privati etc. che in buona sostanza non possono che essere più del doppio di quello che possiamo permetterci e che finiremo per tagliarci organi vitali, non per dimagrire. Non moriremo certo tutti, non dico affatto questo, ma teniamo conto che l'Argentina si è potuta riprendere parecchio trainata da economie che crescevano sul 10% a cui s'è agganciata offrendogli cose interessanti a prezzi competitivi, mentre oggi tutti parlano di recessione economica europea, occidentale e complessivamente forse anche del tutto globale, cosa che non è mai avvenuta in un mondo così globalizzato...

Almeno ci fosse il pericolo paventato da Gian76! Potrei capire: come si dice tagliarsi le palle per far dispetto alla moglie traditrice, ma almeno avrebbe un senso. Il fatto è che così niente ti impone di tenerti il tuo contante dove ti pare! Anche in casa, in un disco fisso che sono affari tuoi proteggere come ora, o presso associazioni, cooperative, quel che ti pare, sempre prelevabile senza che lo sappia nessuno!
1 dicembre 2011 11:30 - Alessandro_Pedone
@massimo1062, efraim
Quando si parla di finanza pubblica uno dei problemi è la scarsa conoscenza dei dati.
Nei media, a partire dalle televisioni, ciascuno può dire le stupidaggini più colossali e queste poi diventano "verità metropolitane" per una grande parte di cittadini.
Massimo1061 dice che lo stato incassa e spende "oltre il 50% del PIL".
Questo è semplicemente NON vero. I numeri non sono smentibili.
Oggi, grazie ad internet, è molto facile verificare i dati. Esiste, ad esempio, il sito della Ragineria Generale dello Stato (http://www.rgs.mef.gov.it) dal quale si apprende che il totale delle entrate sono pari a circa 460. Per il 2012 le previsioni delle entrate sono di poco inferiori a 500 miliardi. Il PIL al 31/12/2010 era pari a 1.422 miliardi.
Ciò significa che le entrate dello stato sono pari a circa il 35% del PIL. Questo dicono i numeri.
All'interno di questo 35% di PIL ci sono senza alcun dubbio margini MOLTO elevati di miglioramento della spesa. Praticamente da sempre (perdonatemi l'approssimazione) la spesa pubblica è cresciuta di più dell'inflazione.
Sono d'accordo con Massimo1062 che il taglio della spesa pubblica inefficiente è una delle nostre risorse strutturali più importanti e può essere perfino un fattore di crescita come più volte hanno evidenziato Alesina e Giavazzi (con i quali non sempre sono d'accordo). Dobbiamo però essere realisti.
Dei circa 500 miliardi di spese pubbliche (efraim, 700 sono le uscite che comprendono i rimborsi in quota capitale di prestiti, tali rimborsi vengono - di questi tempi bisognerebbe usare il condizionale ... - rifinanziati con nuovo debito pubblico) oltre 90 miliardi (quasi il 20%) se ne va per INTERESSI! Qui c'è ben poco da fare. Dobbiamo ABBATTERE il debito pubblico.
Ogni 1000 euro di tasse che paghiamo, circa 180 euro non vanno in servizi, ma in interessi.
Poi abbiamo diverse spese non comprimibili. Ad esempio poco meno di 20 miliardi vanno a finanziare il bilancio UE. Qui possiamo fare poco o niente.
Abbiamo oltre 100 miliardi (circa il 20%) di spese per la previdenza e l'assistenza sociale. Su questo capitolo ci sono sicuramente un bel po' di sprechi fatti nel passato, ma in larghissima parte sono pensioni da fame.
L'altro grosso capitolo (circa 115 miliardi) sono i trasferimenti gli enti locali, dove le regioni la fanno da padrona (Gian76: Trento e Bolzano, prendono circa 5 miliardi, circa l'1% delle spese correnti). Qui gli sprechi sono in larga parte riconducibili alla sanità pubblica.
L'ultimo grande capitolo sono i redditi da lavoro dipendenti (scuola, ministeri, ecc.). Si tratta di poco meno di 90 miliardi. Licenziare diventa molto difficile (ma dovrebbe essere un tabù da poter infrangere) ma l'efficienza di questi 90 miliardi è scarsissima. Ci sono sicuramente margini importanti se non di risparmio, almeno di miglioramento dell'efficienza.
Uno dei problemi strutturali è la sostanziale assenza di poteri che hanno i dirigenti. Se i dirigenti non possono dare reali sanzioni ai "fannulloni" allora è impossibili migliorare alcunché.
Massimo1062 citava la presidenza della repubblica che costa più della Regina d'Inghilterra.
Vero, è un problema soprattutto di consenso. Non si possono chiedere sacrifici se ci sono questi sprechi, ma in termini di finanza pubblica, l'intero trasferimento agli organi costituzionali pesa meno dello 0,5% delle uscite correnti. Se anche la metà fosse spreco, con quel risparmio non si riduce certo il debito pubblico. Ciò non significa che debba essere fatto, anzi. Concordo che sia un PREREQUISITO. E' come la caduta di Berlusconi. Non era certo tutta colpa sua della crisi, ma era un prerequisito per recuperare credibilità.
In sostanza, quindi, se si facesse un'opera di riduzione dei costi veramente imponente, ragionevole ci sono margini per recuperare circa 50 miliardi. Sono tantissimi, ma non risolvono comunque il problema del debito pubblico che - come abbiamo detto - ci prosciuga circa il 20% delle nostre entrate all'ANNO!!!

Per abbattere il debito pubblico, volenti o nolenti, dobbiamo abbattere l'evasione fiscale! Questo lo dicono i numeri.
Giustificare l'evasione fiscali con gli sprechi di denaro pubblico (che pure ci sono) è una costa che non sta in piedi (come avevo già scritto, non approfondendo perché non era questo il tema dell'articolo che stiamo commentando). E' una cosa che può servire a pulire la coscienza di molti evasori fiscali, ma i numeri dicono che l'evasione fiscale è la causa principale del debito pubblico che paghiamo in maniera MOLTO salata tutti noi e ogni anno.
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