Fortunatamente, prima di riportare qualcosa, IO verifico le
fonti originali (legge di riferimento) e tutte le modalità
per rispettarla, o per aggirarla...
La notizia quindi, ad un'analisi attenta, NON mi risulta sia
falsa...
Mi scuso invece se il post è risultato off-topic...
A mio avviso un po' ci stava perché si faceva presente che
pur gestendo elettronicamente trasferimenti di denaro per
operazioni di vendita al consumatore finale, chi fa le leggi
permette comunque il perpetrarsi di operazioni che truffano
la collettività sottraendole ricchezza.
17 dicembre 2011 17:06 - Alessandro_Pedone
@Joker del 17 dicembre 2011 15:14
Il commento è off-topic, ma soprattuto è un tipico esempio
di disinformazione da rete.
I media tradizionali hanno grandissimo problemi di
disinformazione derivante in parte da profonda ignoranza dei
giornalisti e dall'altra da condizionamenti vari
(praticamente il mestiere di "editore puro", in Italia è
una rarità del tutto marginale.
Su internet il problema è che l'ignoranza è del tutto
incontrollata. Si scrivono panzane incredibili, dovute
all'incompetenza di chi scrive, e poi tali panzane vengono
diffuse un po' da per tutto anche attraverso i forum come il
presente con la massima buonafede di chi li riporta che è
ugualmente incompetente come chi ha scritto il testo
originario.
Il fatto che la grande distribuzione può emettere scontrini
non fiscali non significa affatto che non paga l'Iva in
Italia. Significa che la grande distribuzione deve
comunicare per via telematica gli incassi giornalieri.
Nella grande distribuzione il problema del "nero"
sostanzialmente non esiste. Possono esistere, eventualmente,
problemi di vere e proprie frodi fiscali (che non si
risolverebbero certo facendo emettere uno scontrino
fiscale).
La notizia è semplicemente FALSA!
17 dicembre 2011 15:14 - JOKER
Scopro oggi questo articolo...eppure la verità cel'avevo
davanti ai miei occhi ogni volta che andavo a fare la spesa
presso la GDO...
Sapevate che Ikea, Auchan e tutte le multinazionali estere
che operano in Italia emettono scontrini non fiscali?
In base ad una legge del Governo Berlusconi, la numero
311/2004 articolo 1 comma 429 le grandi multinazionali come
appunto Ikea, Auchan, Carrefour etc. etc. etc. con sedi in
paradisi fiscali, pagano le tasse dove hanno la loro sede
legale. Il bottegaio, parliamoci chiaro "U' Putekar'" o "A'
Putec'" se non batte lo scontrino fiscale becca un verbale
che arriva anche a mille euro. STA' BEN' A BERLUSCONI!!!
Probabilmente non te ne sei mai accorto, ma lo scontrino che
ti è stato dato all’atto di pagamento presso un
ipermercato o presso un negozio appartenente ad una
multinazionale, è NON fiscale. Cioè? Cosa significa? Te lo
spiego subito. Gli azionisti proprietari delle
multinazionali hanno tutti la residenza in paradisi fiscali
che NON pagano tasse e usando la legislazione (nazionali e
internazionali) particolarmente favorevole riservata alle
aziende multinazionali, NON pagano tasse in nessuno dei
paesi in cui operano. Naturalmente i nostri dipendenti al
governo sanno bene questa cosa e, visto che i loro lauti
stipendi NON sono pagati dalle multinazionali, dovevano
trovare altri “polli” da spennare. Presto fatto! Con la
legge finanziaria del 2004 (governo Berlusconi), si è
introdotto nella legge finanziaria alcuni commi (clicca qui)
scritti apposta per:
1 –Liberare definitivamente le società multinazionali
della scocciatura di dover emettere scontrini fiscali
2 –Incassare giornalmente l’obolo che i nostri
dipendenti destinano al pagamento dei propri stipendi.
Non hai capito bene, vero? L’obolo che versiamo ai nostri
dipendenti è l’IVA, che versiamo noi, NON le
multinazionali, che trattengono per sè il 100% degli utili!
Infatti la normativa prevede che giornalmente venga
comunicato l’incasso ai fini IVA, che è l’unica cosa
che interessa ai nostri dipendenti. Hai capito perchè i
piccoli negozianti sono destinati a chiudere? Perchè i
nostri dipendenti hanno scelto di delegare le grandi
multinazionali a fare da esattore al posto loro e loro, in
cambio, NON pagano tasse.
P.S.: I GIORNALI E LE TELEVISIONI NON PUBBLICHERANNO MAI
QUESTA NOTIZIA...PUBBLICITA' DOCET!!!
===
PRaticamente tutta questa immensa associazione a delinquere
ha fatto sì che le PMI perdessero competitività e
chiudessero bottega per delle leggi ingiuste...
Ecco perché i prezzi della GDO sono migliori..perché con
molta probabilità pagheranno imposte bassissime o azzerate
col classico giochino di caricare tutti i costi sulle
stabili organizzazioni e con contratti internazionali
stilati ad hoc trasferire i propri cospicui utili fuori
dalla nostre nazioni ovvero in quelle giurisdizioni che
permettono zero tasse.
10 dicembre 2011 21:48 - JOKER
Ho visto questo thread solo ora...
Il denaro elettronico come soluzione per eliminare la
criminalità organizzata e l'illegalità?
Spero che il Dr. Pedone avesse avuto voglia di
scherzare...
Il denaro fisico (banconote) risulterebbe meno del 5% della
massa monetaria in circolazione rappresentata invece da
denaro elettronico...e vogliamo circoscrivere la
criminalità organizzata e l'illegalità all'interno di
questo 5%?
La criminalità organizzata è così organizzata che si
muove in maniera disinvolta in quel 95% di denaro
elettronico.
E' sufficiente comprendere le normative che i legislatori
corrotti emettono per favorire grosse transazioni
finanziarie tra architetture societarie e strumenti
giuridici con sedi in giurisdizioni a tassazione
privilegiata o a zero tassazione.
Le banche sono le prime che sfruttano queste normative ed
accumulano fondi neri nei paradisi fiscali sottraendoci
ricchezza (quella cospicua che fa la differenza), poi
vengono i grandi gruppi industriali e gli altri (tutti
partecipati dall'élite bancaria, direttamente o per
interposte persone).
Voler togliere le banconote o tassarle con la scusa dello
stroncamento immediato della criminalità organizzata e
dell'illegalità, equivale, ad esser generoso, a voler
lucidare i pomelli del Titanic.
Fare le leggi per favorire grandissime elusioni/evasioni
fiscali e farne altre per cercare di colpire tantissimi
pesciolini piccolini, che nell'insieme rispetto ai primi
possono contare quanto il 2 di bastoni quando a briscola
comanda coppe, fa solo capire in quale direzione si potrebbe
arrivare col denaro elettronico, se a monte non ci sono
menti sagge e uomini con elevati valori che VERAMENTE
agiscono con nobili propositi atti a migliorare le
condizioni di vita della collettività.
E per il momento mi fermo qui.
10 dicembre 2011 11:32 - savpg8801
Moneta in contante a chi prende 499 euro, chi ne prende 501
apertura di conti correnti, o postali; con tutti gli annessi
e connessi che ognuno conosce. Firme, gestione,
canalizzazioni, libretti di assegni, carte varie, poi fidi
magari automatici, interviste, offerte di prodotti, aperture
di depositi titoli perchè lasciare a 0 interessi non
conviene........
Sai che ti fanno? Ti dicono che è gratis, poi..dopo un po'
ti accorgi dei guai......E gli devi pure portare magari la
dichiarazione. E devi firmare contratti. E chi prende oggi
499 e il mese dopo 501 lavoratori stagionali, in stato di
interregno, ecc.?
Ma come fare? e gli vogliono pure far usare le tessere, i
microchip, gli smartphone, i pos, e magari i sostituti della
moneta...perchè no...assegni, cambiali, francobolli e carte
bollate.
Andiamo a leggere gli assatanati delle monete alternative;
comunità che hanno già accantonato(dicono)la moneta
ufficiale perchè è un furto, signoraggio, problema di
riserve frazionarie, insomma..ognuno ha la sua ricetta,
relativa al proprio giardino.
Anzichè riparare, si crede che eliminare sia meglio.
Poi:
Monti: non si potevano chiedere sacrifici a pochi agiati:
chi li trova? meglio a tutti. Anche ai vecchietti da 501
euro al mese.
Bastava chiederlo ai 20 o 30 mila economisti circolanti e
parlanti che cosa si poteva fare...magari 20 o 30 mila
pareri illuminati a moderni led.
Ma diamine.....La prima cosa che io porrei a base di calcolo
sarebbe differenziare gli Italiani a seconda del loro,
potere e capacità contributiva, e quindi di ricchezza
prodotta, come vuole la Costituzione.
Sempre a sentire parlare di italiani in generale, della
famiglia italiana, del contribuente italiano, offende
parecchio, se non il ricco a confondersi col povero, ma
sicuramente a far identificare il povero con il ricco.
L'italiano prende, l'italiano paga, l'italiano compra,
l'italiano evade, ecc. Non va bene fare di ogni erba un
fascio.
Le dichiarazioni dei redditi (come da chiare dimostrazioni
quotidiane) sono inaffidabili, persino da parte di chi ha
redditi tassati alla fonte...perchè moltissimi hanno
attività in nero, grigio, più o meno occulte, oltre a
quelle esclusivamente in nero, ecc. che nascondono e il
fisco è incapace di rendere palesi. Le indirette, specie
l'IVA, sono il non plus ultra della possibilità di evadere;
basata su dichiarazioni, su facili falsi, su
interpretazioni, su denuncie e richieste di rimborsi
fasulli. Non posso riferire di macromarchingegni(che per
anni sono sembrati legali) per avere rimborsi miliardari (di
grandi comparti) dove poca era l'IVA per operazioni escluse,
e moltissima quella da detrarre(a monte).
I grandi controllori, si sono accorti delle anomalie dopo
dieci anni.
Quindi il FISCO andrebbe assolutamente riformato perchè il
sistema attuale di conoscere i redditi effettivi di ciascuno
non funziona ugualmente per tutto e tutti (ogni cittadino
è(dovrebbe essere) uguale di fronte alla Legge). quindi,
chi non opera (amministratori e inquirenti) nel modo giusto
e costituzionale ne dovrebbe avere anche delle
responsabilità in quanto se non identifica gli evasori,
scalda la sedia ed omette atti d'ufficio.
Da questo concetto ne deriverebbero azioni molto più eque
nel porre le tasse, che, spesso, vengono appioppate o,
indirettamente, fatte pagare a cespiti più deboli.
9 dicembre 2011 19:45 - nino5516
E' da farabutti rovinare l'esistenza ai vecchietti con un
provvedimento che servirà solo ad ingrassare le banche e
deviare dai veri problemi della società (liberismo e
conseguente distribuzione iniqua della ricchezza)
7 dicembre 2011 19:28 - efraim
@mauro5833 non avevo visto il tuo commento (posso darti del
tu, vero?) ma sono felicissimo di risponderti.
In quanto alle chiavi di cifratura, direi che finché si
resta sugli anni il problema non si pone e poi, non me ne
intendo, ma miei amici matematici mi assicurano che sono
già in fase di sviluppo chiavi multidimensionali(non ho
idea di cosa intendano) e dinamizzate per riportare al punto
di partenza gli aspiranti decifratori. In quanto a chi
detiene la/e chiave/i, naturalmente non può essere il
singolo, ma possono essere i portali che, nella proposta,
sono sottoposti al controllo incrociato pubblico (inteso
come autorità statale, magari sia politica che giudiziaria)
e privato, inteso come emanazione della società civile
(delegati che scegli tu espressi da associazioni di cui sei
parte o di cui ti fidi). Tanta roba al mondo funziona bene,
a scanso di equivoci, anche senza l'una o l'altra gamba, ma
così le garanzie sono elevate finché non sono tutti
delinquenti.
Seconda osservazione: si può fare qualcosa di consistente
anche senza verifiche esterne e ulteriori della consistenza.
E' sufficiente che la crittografia sia sicura, come è per
molti aspetti della vita quotidiana e per fenomeni che
sarebbe molto più interessante per malintenzionati
aggredire, perché nessuno possa creare valuta
autonomamente. E' sufficiente che non ogni centesimo sia
"segnato" in tale codice in modo univoco e che tale codice
univoco non venga registrato da R nell'incasso, perché si
possa fare la transazione senza poterla identificare in
alcun modo, neanche con l'autorizzazione dei giudici. Se P,
per pagare, deve tirare fuori dal suo archivio il denaro
richiesto, in modo che R possa leggere l'ammontare, è
sufficiente che ciò che esce non possa rientrare. Non c'è
bisogno che R sappia decifrare nemmeno la chiave
crittografica, purché la possa riconoscere come valida, né
che sappia ricreare denaro valido, così come non c'è
bisogno di poter scrivere un PDF per leggerlo, né di poter
leggere tutto ciò che c'è nel file per acquisirne dei dati
di superficie. La sicurezza è data sia dall'integrità del
software di P (che può essere saggiata se non a ogni
transazione a ogni connessione e, in caso di emergenza
contraffazione, a mio avviso improbabilissima, può essere
imposta fino alla risoluzione prima di ogni transazione) di
cui R può verificare l'incapacità di trattenere il
contante, sia dall'osservazione in diretta della distruzione
dell'ammontare. Se poi R può vedere l'ammontare totale di P
prima e dopo, si ha una ridondanza che non inficia
l'anonimato, né fa sapere quanto è ricco il Pagante, solo
quanto ha in saccoccia in quel momento (senza che R debba
poterlo dire al Ricevente). All'inizio e ancora nel sito in
cui ho descritto la proposta, pensavo fosse necessario
conservare il denaro speso "scassato" e registrarlo anche in
frazionamenti, il che fornisce anche la verifica di
consistenza complessiva e centralizzata senza per questo
modificare alcunché - non è comunque il denaro di A che
passa. Solo una cifra che viene applicata a un'altra
crittografia (quella del denaro incassato da registrare).
Pensandoci, mi pare una ridondanza innecessaria, ma non
inficia comunque la cosa. Anche se fosse, cosa che
logicamente non mi pare consistente, rimane sempre il
discorso, oltre alla tutela di integrità di cui al punto 1
(solo col pericolo che la società democratica autorizzi
alcuni tracciamenti per certi scopi giudiziari e che i
delegati della società civile si lascino corrompere o si
rivelino incapaci).
Sul perché ritengo che ci possano essere altre e
sufficienti garanzie di integrità anche senza che P debba
comunicare il denaro spuntato (comunque non contestualmente
e in blocchi e frazioni arbitrarie) anche così (ma
ribadisco, non cambia niente) aggiungo alla fine del
prossimo punto.
Terzo punto: esistono, è vero, software e problemi del
genere. Ma in questo caso non siamo di fronte a una massa di
dati necessariamente interamente leggibili. E' più la
situazione di un file crittografato con una parte leggibile
che un convertitore di software può convertire in un altro
formato, senza essere in grado di scrivere nulla di autonomo
in esso, né di convertire da un formato diverso da quelli o
quello da cui lo può fare - ho nella finestra di fianco un
software che fa proprio questo con i PDF, formato in cui
posso convertire certi altri file, ma che non posso creare
senza avere l'Acrobat o analogo adatto.
R non può leggere l'identità di P, in ogni caso, se essa
non viene trasmessa. Chiaramente R deve ricevere e leggere
in modo garantito il fatto che P metta sul piatto denaro
crittografato autentico, ma nulla impone che nel dato
trasmesso, oltre all'autenticità del denaro, sia registrato
alcun dato di Pagante e R può non essere comunque in grado
di recepirlo, se tutto ciò che può convertire è la cifra
e per di più P può controllare che solo ciò appaia.
Finché R è attivato dalla crittografia di P, ma converte
solo l'importo palese nella propria end to end con il
portale, c'è bisogno di ben tre falle concomitanti: nella
creazione del denaro controllato dalla società civile,
nella comunicazione che può fare P controllata
autonomamente dai software di cui può dotarsi e nella
ricezione eccessiva di R. A questo punto non potremmo non
sapere che il governo dispone una simile intrusione nella
nostra vita privata e potremmo sia ribellarci che adottare
contromisure (creare valute indipendenti, davvero anonime, a
questo punto accettate verosimilmente da chiunque non sia
lieto di essere sotto dittatura e, finché non si fa la
rivoluzione, convertire in valuta ufficiale solo dopo
triangolazioni ulteriori, come quelle previste nella
proposta originaria). Ci sarebbe la possibilità di
contraffare il denaro ricevuto, fingere di averne incassato
di più ma, a parte il fatto che questo replicherebbe solo
in maniera ridotta il problema attuale delle banconote false
(è più difficile e il falsario deve registrarlo tutto in
prima persona, cosa problematica), la garanzia in questo
caso è molto elevata (solo una crittografia può attivare
l'altra che è end to end direttamente con il portale e
contraffare un software di tal fatta non è affatto
semplice, anzi, a quel che mi risulta ad oggi impossibile).
Sono un logico matematico e, come altri più autorevoli di
me, posso garantire nei limiti della mia intelligenza che da
questo punto di vista è consistente. A livello informatico
però sono un emerito analfabeta; ho però la garanzia di
diversi informatici, anche di livello assoluto, che la cosa
è fattibilissima. Compatibilmente coi loro impegni forse è
meglio cedere la parola a loro, prossimamente, se come spero
il discorso andrà avanti anche su queste pagine.
Faccio comunque notare che questi problemi, così
risolvibili, possono darsi solo nel caso in cui fallisca il
controllo pubblico e privato nella creazione della valuta,
permettendone la segnatura, o che Stato e Società Civile
abdichino insieme dal compito di tutelare la privatezza
della vita privata.
7 dicembre 2011 15:40 - daniele8946
@savpg8801 certo che puoi permetterti di farmi osservare
qualcosa!siamo qui per confrontarci.ora,voglio dire che
nelle mie righe non volevo presentare un vero e proprio
disegno di legge,ma sembra chiaro che la mia proposta,con i
suoi limiti,è sicuramente efficace contro l'evasione tanto
da poter condurre ad un'attenuazione delle altre
impostemagari proprio l'irpef ,per esempio. il maggior
introito con il sistema che ho accennato,potrebbe
riequilibrare le altre imposte..bisogna trovare la misura,e
lascio il lavoro a chi è più competente di me.riguardo il
fatto di dover accumulare e classificare scontrini,ricevute
etc...credo che sia lì che bisognerebbe applicare
l'elettronica,[come ad esempio,la butto lì:caricare le
ricevute su di una tessera magnetica]per snellire le
operazioni burocratiche,e non l'elettronica per sorvegliare
le persone!
6 dicembre 2011 1:24 - efraim
@nino5516,
(avrei anche da rispondere agli altri, ma non si rivolgono a
me, né sollevano argomenti di particolare spessore, né
evidenziano un'apertura al dialogo)
Naturalmente sono stime, ma tutte quelle che conosco
indicano che il giro d'affari della mafia è fra i 130 e i
190 miliardi all'anno, mentre in Europa ci sono più di 13
miliardi di banconote per un valore di quasi 900 miliardi -
fonte BCE
http://www.ecb.eu/euro/banknotes/circulation/html/index.en.h
tml - (e in Italia ne circola il 50% in più - fonte governo
http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=72480629 ) e, come è
già stato fatto notare, non contano tanto i volumi, quanto
le transazioni: se si può ipotizzare, stando strettissimi,
che una banconota cambi di mano una volta a settimana, o al
mese, quei 100 o 200 miliardi che girano in Italia li devi
moltiplicare per 54 o per 12 (altre stime danno in contante
una spesa di quasi 1100 miliardi all'anno, consistente). In
quanto all'elusione, evidentemente non può essere la parte
preponderante dell'evasione, visto che sostanzialmente
consiste in una frode sulle aliquote e basterebbe riflettere
come si invita a fare, ma con un minimo di rispetto per la
matematica per capire che è un'assurdità. Peraltro con
questo stesso metodo si può contrastare efficacemente
l'elusione, come altrove abbondantemente spiegato. La
delocalizzazione c'entra con l'evasione molto meno dei
cavoli a merenda: chi delocalizza deve pagare le tasse
all'estero, per il delocalizzato, così come chi viene a
operare qui deve (dovrebbe) pagare le tasse da noi (ebbene
sì Ikea o Coca Cola, in Italia, pagano le tasse italiane,
se lo fanno, cosa che suppongo). La propensione italiana
all'elevata tassazione è direttamente proporzionale a
quella all'elevata evasione. Se tutti pagassero le tasse:
a) chi le paga potrebbe pagarne la metà, suppergiù,
b) chi riesce a evadere, se non è particolarmente ricco e
ladro, ne pagherebbe di meno che a evadere e per di più si
troverebbe in un Paese non prossimo al fallimento (in cui
tutto quello che riesce a rubare non sarà che una
banderuola in cima a un gradino di una piramide crollata);
se poi non fosse un incapace, avrebbe anche tutto da
guadagnarci a non dover subire la concorrenza sleale dei
più disonesti, a partire dai veri e propri criminali.
Che in Svizzera circolino più banconote è relativo: sono
quelle degli evasori stranieri. Che il contante sia uno dei
principali veicoli dell'evasione non lo dico io, ma tutti. E
per motivi così evidenti che chiunque non è propenso ad
attaccare gli interlocutori riflettendovi i propri difetti
può capire senz'altro.
Che le banche siano nazionalizzate, poi, non c'entra nulla.
Non c'è bisogno di depositare in banca: basta che sia un
deposito a prova di contraffazione, di sicuro allocabile
presso qualunque associazione, magari anche anonimamente,
probabilmente anche in casa propria...
"Dove condurrà il mondo una volta che ci sarà il denaro
elettronico?" Se lasciamo fare a chi vuol abbassare il
contante circolabile (magari in vista di una chiusura dei
prelievi in stile Argentina, chissà) a una società di
controllati attraverso carte di credito, bancomat e simili.
Se spingiamo per evolvere il contante - non dico prima che
sia troppo tardi per evitare gravi disastri, ché a leggere
i commenti qui par proprio implausibile, anche se una certa
dose di misoneismo è da mettere in conto e si sa, ma prima
almeno che non ci sia più possibilità di alcun dopo -
otterremo che, senza violare la privacy di nessuno, né
controllarne minimamente le spese (a meno che lo si voglia
per goder di detrazioni o simili), quando si farà una spesa
pubblica, tipo un'uscita in pizzeria, non se ne potrà
andare alla chetichella nessuno senza aver messo la sua
parte, in particolare non chi invece della pizza ha preso il
filetto d'unicorno al tartufo bianchissimo innaffiato nel
barbaresco di Gaja del '500, che è proprio chi oggi ha più
facoltà di andarsene calpestando le margherite altrui e
facendogli pagare la sua parte.
Certo, per chi è abituato a considerare rubare ai poveri
per arricchirsi un diritto, la cosa non può che essere
estremamente fastidiosa, ma se si fa una ricerchina, anche
solo con google, sulla rilevanza dell'evasione (e del
contante per la sua formazione) nella determinazione del
debito pubblico, nonché sulle conseguenze che può avere
per lui il fallimento nazionale (chiaramente inevitabile
senza recuperare tale spesa), nonché, se non è proprio un
nullatenente con parecchie Ferrari molto egoista e miope o
un mafioso tutto d'un pezzo di, di come ancor più gli può
convenire pagare se anche gli altri lo fanno, be',
allora...
Altrimenti chiaro: e se arriva una tempesta solare che manda
in tilt tutti gli strumenti elettronici?
6 dicembre 2011 0:04 - mauro5833
Torno sul discorso anonimato, e la spiegazione di efraim in
merito.
Mi sento di chiarire nuovamente che il denaro elettronico
sarebbe straordinariamente comodo, e mi è simpatica l'idea,
NON FOSSE che per la trasformazione di tutto ciò che è
"personale" in "di dominio statale".
Ma prima o poi accadrà, non si scappa, ora stiam solo
chiacchierando.
Va bene la crittografia, fantastico.
La crittografia è tanto forte quanto valida è la chiave di
cifratura, però debolezze di password a parte, occorrono
milioni di anni per decifrare in forza bruta un archivio
cifrato (anche se ultimamente se ne sono prevedibilmente
usciti con tecniche che ridimensionano grandemente il tempo
necessario).
Tutto a posto. Ancora più a posto se la cifratura è fatta
in doppio AES.
Domanda: CHI conserva la chiave di cifratura?
Nell'esempio di efraim non può essere il proprietario dei
soldi, altrimenti troppo facile sarebbe crearsi del
denaro.
Ok, ma a CHI diamo il diritto di accesso in ESCLUSIVA ai
dati riguardanti il nostro denaro?
Qualunque risposta a questa domanda è "sbagliata" (ci
sarebbero sempre altri esseri umani di mezzo, il rischio è
ineliminabile).
Per questo ritengo sia necessario un database centralizzato
(crittografato come si vuole, ma centralizzato) accessibile
per motivi di consistenza, coerenza e sicurezza da più enti
terzi certificatori e certificati.
Seconda esservazione.
Chiamiamo con R il wallet ricevente, e P il pagante.
Efraim prima dice che non serve un log di consistenza in P,
siccome R si occuperebbe di registrare la "distruzione"
(Lavoisier dissente) di denaro di P. Questo significa che R
*deve* registrare anche gli estremi identificativi di P,
altrimenti verrebbe meno qualunque verifica di consistenza
della transazione (registrare su R che "un P sconosciuto"
gli ha dato 100 euro non vale come meccanismo di controllo
di integrità).
Poi però efraim dice anche che R può registrare il saldo
iniziale e finale di P in modo anonimo.
Questo non concorda con il ragionamento di cui sopra.
Esistono -per chiudere- software che funzionano "solo" se
non manomessi, e che una volta manomessi "telefonano a
casa". Ci sono abituati tutti i videogiocatori coi
meccanismi anticopia.
Che puntualmente durano il tempo di pochi giorni, prima che
una squadra di hacker modifichi il programma "sicuro" in
modo che non si accorga più di essere stato modificato, e
anzi che telefoni sì a casa, ma per dire "tutto a posto,
tranquillo".
Il meccanismo di pagamento completamente elettronico ha i
mezzi anche oggi perché sia quasi "a prova di bomba", ma
tutti questi mezzi non sono compatibili con l'anonimato.
E purtroppo, dico. Purtroppo!
5 dicembre 2011 15:08 - francescodeleo
@Alessandro_Pedone
Le parole "in forma anonima" possono significare parecchie
cose, e possono avere anche un significato di losco. Io
personalemnte ritengo che meno è pubblicizzata una
transazione e più alta sarà la probabilità che si
riescano a trovare facili escamotage. Oggigiorno abbiamo i
calcolatori che fanno il nostro lavoro sporco in meno di un
niente e i controlli incrociati sono l'unica strada per
combattere le'vasione, la moneta elettronica rappresenta un
dei mezzi con cui raggiungere lo scopo, come i calcolatrori,
oltre a d essere un sistema e mezzo di pagamento più
pratico della moneta materica.
5 dicembre 2011 14:55 - savpg8801
Giuste osservazioni e deduzioni, Alessandro Pedone, e so
perfettamente che quanto espresso nell'ultima frase ad
effetto, ""Con la ragione si discute, con le emozioni no.""
che si denota un sentimento "distanziatore". Del resto devi
realizzare che in ogni consorzio umano esistono, fra altre,
queste caratteristiche comportamentali e decisionali. Anche
nelle decisionalità del Parlamento (non parlo dei raduni
cooperativistici, o di partiti, o di sindacati, o di centri
sociali, o di caffè dell'angolo) ritenuto organo supremo di
discussione, oltre che di funzione precipua(quella
legislativa), si discute e tutti discutono credendo "ognuno"
di discutere con ragione (la propria, ma non quella di
altri). E allora, quando trecento hanno ragione e trecento
sono avversi per sintomatologie o espressioni "emotive",
come si giunge alla verità? Di cosa si deve tenere conto,
nell'una o nell'altra maniera di imporre qualcosa?
Si dice che ciò che ha posto lo stop al nucleare(per la
seconda volta) sia sentimento emotivo.
Chi ha preso come assioma principe il solo fatto che
"discutendo" si arriva alla realizzazione-bene o male-di
qualcosa, non tiene conto che, spesso invece, la ragione sta
dalla parte delle espressioni del popolo, che,non potendo
"ragionare anche per motivi di grandi numeri" decide in base
alle proprie percezioni, magari a parvenza immotivate, ma
decide in tal senso, senza per questo ne sia fatta
espressione di ludibrio e stupidità.
--
Detto questo, non cerco di apparire come becero sostenitore
di sole emozioni, pur in parte accordandomi a quanto detto
di sostenibile, ma di interpretare la parte che non ce la
vede proprio di questa imposta tecnologia che potrà
dimostrarsi perversa e legata a fattori imprevedibili ed
incommensurabili, come già detto.
Il solo timore di tuttociò porta a sospettare che, con
queste ultime raschiature del fondo della botte, finalizzata
a scopi ritenuti, per me emotivamente, non risolutori dei
problemi ventilati, in chiave tecnologica, si tenti di
screditare il parere contrario di molti e di definirli solo
retrogradi.
Troppe innovazioni hanno anticipato i tempi. E uno
smartphone scarico o immediatamente morto al momento
cruciale, non da molta sicurezza, come tutta la
farraginosità del sistema, proposta, peraltro, in chiave
altamente semplicistica.
5 dicembre 2011 14:53 - nino5516
@Efraim
Qual è il giro d'affari della mafia? 500 miliardi/anno.
E quant'è il contante complessivo presente in Italia? 100
miliardi.
L'evasione è soprattutto elusione, delocalizzazione e
mancanza di controlli (oltre alla "propensione" italiana e
all'elevata incidenza della tassazione)
Il contante c'entra poco più dei fichi a merenda:
altrimenti, in Svizzera e in tutti gli altri Paesi in cui
circolano più banconote che in Italia, dovrebbero esserci
più evasori...
Riflettere un po', invece di scrivere chilometri di parole,
no, eh...
Dove condurrà il mondo una volta che ci sarà solo il
denaro elettronico? Ad un nuovo ordine di "controllati", in
cui la società è succube del sistema bancario, senza
regole, nè limitazioni e controlli.
E almeno se le banche fossero nazionalizzate...
@Pedone
La moneta fisica è di 100 miliardi, non 500 come ha
ipotizzato. Il suo esempio sulla circolazione non è
realistico, ma, anche lo fosse, riguarda in massima parte
movimentazioni numerose fatte di importi minimi, come ad
esempio gli acquisti di alimentari e vestiario.
L'incidenza delle transazioni monetarie andrebbe esaminata
secondo la distribuzione dei loro importi e oltre il 90% di
quelli elevati (come anche le fughe dei capitali nei
paradisi fiscali) è fatta con un clic.
Lo spreco del denaro che non si vede fisicamente (in
tasca),(shopping compulsivo), è reale, come si desume
facilmente dall'esplosione dell'indebitamento delle famiglie
negli ultimi anni, rispetto a quando nessuno sapeva
dell'esistenza delle carte di credito. E certamente non ci
potrà mai essere nessun software in grado di contrastare
l'indebitamento per eccesso di questi consumi futili.
Mi spiace per gli anziani, per coloro che non vogliono o
possono avere conti bancari e soprattutto per coloro che non
vogliono essere soggetti a questa forma di schiavitù; ed
auguri a tutti quelli che credono alla befana.
5 dicembre 2011 13:01 - Alessandro_Pedone
@ francescodeleo del 5 Dicembre 2011 11:35
Per un'efficace lotta all'evasione non è affatto
indispensabile registrare il contenuto della transazione
monetaria.
E' sufficiente poter tracciare la transazione in sé in
forma anonima.
Nel tempo, la tassazione deve essere spostata dalla
produzione di reddito e valore aggiunto (che è ingiusto
tassare, entrambi vanno incentivati, non tassati!) alla
tassazione dei patrimoni e delle transazioni.
In questo modo sarebbe possibile eliminare dichiarazioni dei
redditi personali.
Ho già scritto un articolo sull'argomento che, se vuole,
può leggere qui:
http://www.aduc.it/articolo/riforma+radicale+fisco_19516.php
5 dicembre 2011 12:57 - Alessandro_Pedone
@ nino5516 del 4 dicembre 2011 12:33
La storia del 5% del denaro fisico l'ho spiegata più volte
nei passati post. Se realmente la cosa le interessa, la
prego di leggere sotto.
Sulla presunta incentivazione al consumo derivante dall'uso
del denaro elettronico, questa è esclusivamente una
questione di come viene creato il software.
5 dicembre 2011 12:53 - Alessandro_Pedone
@savpg8801
Il suo commente del 4 dicembre 2011 17:03 mi chiarisce molte
delle tue posizioni.
Il suo è un attaccamento psicologico al denaro fisico. Il
rapporto tra denaro (anche fisico) e psiche è stato
studiato da tempo ed è del tutto comprensibile.
Condivido perfettamente la sua frase: "nella esperienza di
vita e di lavoro ci si formano delle idee-convinzioni-manie
dettata da proprie realtà autoinnescanti". Mi sembra che
centri molto bene il suo atteggiamento nei confronti della
nostra proposta di portafoglio elettronico. Inventa
obiezioni alle quali noi rispondiamo chiaramente, ma
mantiene la sua posizione ignorando le nostre risposte e/o
inventandosi ulteriori obiezioni ugualmente infondate.
Sembrerebbe che il suo vero problema sia non avere in mano
quei pezzettini di carta che negli anni ha caricato di una
fortissima valenza psicologica grazie a tutte le esperienze
della sua vita che sono collegabili a quei pezzi di carta.
La sua posizione dimostra quanto difficile sarà la strada
che - prima o poi avverrà - porterà al denaro elettronico
utilizzato su vasta scala.
Con la ragione si discute, con le emozioni no.
5 dicembre 2011 11:35 - francescodeleo
La moneta elettronica ci potrebbe salvare dall'evasione.
Purchè ciò possa accadere è necessario che in ogni
singola transazione venga registrata l'operazione con tutte
le caratteristiche del bene venduto o la descrizione
completa della prestazione effettuata, tipo per esempio i
codici a barre. Per quanto riguarda i beni, se si fanno i
controlli incrociati come si deve e a regola d'arte, e il
software funziona correttamente, si potrà sapere che cosa
ha venduto un negoziante, a chi e a quanto. Sapendo la
quantità dei beni venduti necessariamente si saprà da chi
sono stati acquistati, eliminando le vendite ed importazioni
illegali. Per quanto riguarda le prestazioni di servizi si
possono ottenere medesimi risultati, casomai non si potrà
essere sicuri al 100% che la prestazione offerta sia
effettivamente quella registrata, se comporta conseguenze di
altro tipo.
Resta da stabilire come si regoleranno le esportazioni e ele
importazioni. Se in tutto i mondo si adottasse la moneta
elettronica non ci sarebbero problemi, ma se la adottassimo
solamente noi la moneta cartacea servirà ancora. Come pago
le importazioni in dollari? Vendo oro per acquistarli? E le
esportazioni come devono essere pagate? In oro che sarà poi
convertito in crediti vendendolo alla banca centrale? Quindi
oltre alla moneta elettronica resterà sempre la
circolazione della moneta cartacea, in maniera controllata,
nell'ipotesi che l'adottassimo solo noi.
5 dicembre 2011 10:29 - efraim
@Pippo,
concordo; faccio solo notare che questa proposta va in senso
inverso, ma per questo non la implementeranno mai i politici
di loro sponte: dobbiamo mobiltarci noi.
@savpg8801 rispondo prima alle domande che fai nel primo
intervento. Mi pare che tu non sappia cos'è uno smartphone
e cosa permette di fare.
Il signor Rossi può seguire lo storico dei suoi pagamenti
come gli pare, se vuole. Detto che chiunque ha sempre
nozione di quanto ha nel portafoglio e di quanto spende di
volta in volta, volendo, con software semplicissimi, può
anche tener conto delle sue uscite rispetto alle sue entrate
giorno per giorno e attimo per attimo. Solo che lo fa lui,
nel programma allocato nel suo telefono che può
riformattare quando vuole. In quanto a garanzie e
"scontrini" (che a fini fiscali non servono più, se non in
caso li si richieda per detrazioni e simili), può farseli
fornire separatamente, anche sullo stesso telefono.
Il signor Bianchi non può avere diversi portafogli attivi
(per attivare uno deve disattivare l'altro, altrimenti
potrebbe cederlo al suo ricattatore di fiducia, per dire),
ma può avere diversi depositi, bancari, privati e
quant'altro. A fini antiscippo dispone di un'infinità di
garanzie sicurissime che ho descritto ampiamente su un altro
sito e il portafoglio se lo può portare tranquillamente
sempre dietro (anche sempre vuoto, con la garanzia di poter
prelevare solo lui, finché non ricarica anche
nell'imminenza del pagamento ovunque ci sia campo). Può al
limite ed entro certi limiti dotarsi di periferiche per
piccoli importi (gli spiccioli), come quelle per i bambini,
tessere che non possono rompersi ed economicissime, che
fanno esattamente lo stesso "lavoro" dei 5 euro in tasca,
solo che non si stropicciano e non si rovinano se finiscono
in lavatrice.
Il signor Verdi l'entità di ciò che contiene il suo
portafoglio lo vede ogni volta che vuole (insieme allo
storico come Rossi), pigiando un tasto o due o pronunciando
una frase, sia che vada nei negozi sia che paghi un privato
(come ora: apre il portafoglio e vedi quanto c'è, volendo
anche quanto c'era e quando l'ha speso). Non può spendere
più di quello che ha nel portafoglio, come col vecchio
contante: può ricaricare ovunque ci sia campo senza dover
andare fino al bancomat, oppure adoperare carte di credito o
cambiali. Non cambia nulla in questo senso.
Gli ambulanti e i mendicanti possono essere dotati di
telefono-portafoglio anche senza conto o deposito, anche se
enti e associazioni possono ben offrire depositi sicuri
(registrati gli incassi, gli rientrano nel portafoglio,
anche senza pagar tasse finché il loro reddito annuale è
inferiore a quello tassabile). Se sono clandestini e un
governo non caritatevole vuol togliere i telefoni agli
stranieri entrati con visto turistico alla scadenza del
visto, ci sono sempre le tessere ricaricabili, che van bene
solo per gli spiccioli e che si debbono appoggiare su
qualche ente caritatevole per rendere spendibile il denaro
ricevuto. I lavoratori in nero, invece, emergono per forza,
extracomunitari o meno.
Cos'è il tuo smart-card? Per accedere al tuo deposito dal
tuo portafoglio hai bisogno di password o altro; per pagare
dal tuo portafoglio è altamente consigliabile (o altro di
meglio, anche più comodo e sicuro - tipo il riconoscimento
dell'iride cfr. biolock per android), così eviti la
possibilità di esserne derubato, ma ognuno fa come
vuole.
Sì, in tasca hai solo quella (ed eventualmente le
periferiche per gli spiccioli). Se si rompe, hai diritto a
un taxi che ti porti al più vicino commissariato o altro
ufficio pubblico aperto 24 h dove ti danno un portafoglio
provvisorio etc.
Sì, va bene la soluzione vocale e, se ti fosse sfuggito, ti
informo che da qualche decennio esistono le cuffie
(periferiche auricolari per la diffusione di suoni che
permettono di sentirli solo a chi le indossa). Per i
sordociechi, conoscendo essi il morse, esistono le
vibrazioni (ma si possono anche applicare quelle specie di
carillon braille già in circolazione. Un bel passo avanti
anzichenò... Il portafoglio lo tiene in mano lui e dice a
lui quanto è l'esborso (si può anche fare in due passaggi:
al primo si fa la richiesta, egli la riceve, dà conferma,
ripassa il portafoglio e paga per quell'importo). Più
sicuro di così!
Così si tracciano tutti i redditi, ai fini del contrasto
del crimine molto di più che tracciare i singoli pezzi di
valuta (si può fare, teoricamente, anche con quella
crittografata, ma è vivamente sconsigliabile proprio per
evitare la tracciabilità delle transazioni. Non è escluso
che in caso di particolare emergenza, una società
democratica sicura dei propri inquirenti possa decidere di
permettere loro, a certe condizioni, di farlo, ma c'è il
rischio che un delinquente si doti di software in grado di
analizzare la diversa forma del denaro: molto più semplice
adoperare tutti gli altri mezzi, anche perché i rischi sono
ridottissimi: rapine non se ne possono più fare, chi è
sottoposto a pizzo o ricatti ha la possibilità di
segnalarlo separatamente etc.
I controlli sono esclusivamente sui portali (gli inquirenti
possono come sempre disporre anche quelli su conti, depositi
e "casseforti"), sono semplici e sono sottoposti
all'osservazione congiunta di fisco e società civile.
La capacità malavitosa è grande, ma non è magica o
metafisica. Qui non c'è possibilità, logicamente, di
sottrarsi all'accertamento dei redditi in valuta. La
malavita può farsi pagare in natura, con pagamenti per
prestazioni fittizie o gonfiate o con valute valide solo nei
propri circuiti, coll'enorme problema di non poter riciclare
facilmente queste ultime. Istituendo la convenienza a
denunciare, anche per i pesci piccoli, gran parte di tutto
ciò diventa praticamente impossibile. Ma questa cosa non è
la panacea di tutti i mali: azzera l'evasione fiscale,
contestualmente crea enormi problemi alla criminalità più
grossa, finalmente (se il disoccupato di Scampia guadagna
miliardi, una polizia non del tutto corrotta può ben
chiedergliene conto) ma non risolve tutto. Solo tantissimo,
dati i problemi nazionali, con un metodo sicuro, comodo,
piacevole e privo di ogni rischio. Con altri metodi si
potrebbe fare molto di più, ma quelli avrebbero
controindicazioni ed effetti collaterali pericolosissimi.
Il signoraggio, ad esempio, non c'entra nulla. E' un'altra
questione, indipendente. A parte che non riguarda
minimamente la circolazione della moneta, ma la sua
creazione, dunque non si capisce bene a cosa tu ti
riferisca.
Riguardo all'altro tuo commento e a quello di nino5516 (al
quale aggiungo solo di leggere gli altri commenti, se vuole
sapere perché il contante è il problema dell'evasione -
basti qui ricordare come il traffico di droga venga
calcolato da tutti gli enti ufficiali direttamente in base
alla circolazione di banconote di grosso taglio), ancora una
volta ribadisco che con un portafoglio (tipo) smartphone il
problema non si pone: è possibile installare qualunque
software di conto economico, semplice o meno, accattivante e
3d o pulito e funzionale, con avvisi e allerte per le spese
eccessive etc. così come dare al denaro le apparenze più
gradevoli per ciascuno, con la stessa differenza che può
avere un televisore a colori rispetto a un fotoromanzo e per
ogni gusto (il dandy paga col suo interfaccia con dobloni
fra drappi purpurei e il finanziere incassa in grafici,
piuttosto che la signorina in cupcackes glitterati). E per i
bambini le "tessere" si possono fare a forma di
orsacchiotto, paperone o robin hood, per dire... Se poi vuoi
giocare a poker e non ti va di passare i telefoni su un
piatto tipo ipad, perché vuoi toccare le montagnole,
esistono le fiches, puoi fartele anche di carta, se sei un
vecchio nostalgico; a fine partita si fanno i conti. Questo
genere di obiezioni mi ricordano molto una novella di
Pirandello, purtroppo non ricordo il titolo, in cui un
venditore di pitali usava argomenti analoghi per dirsi certo
che l'arrivo delle fognature non poteva contrastare il suo
florido commercio.
Poi oh, capisco la nostalgia di qualche anziano (anche se
non è propria dei molti che conosco),ma forse qui non ci
rendiamo conto di quello che significa: a parte i vantaggi
collaterali (ambientali, in sicurezza etc.) si tratta di un
modo per recuperare dai grossi ladri centinaia di miliardi
all'anno, con vantaggi per ciascuno di migliaia, in
risparmio sulle tasse, servizi, opportunità e quant'altro,
al netto della salvezza del paese dal fallimento cui non
possono che portarci le altrimenti inevitabili manovre
fortemente recessive come le ultime, quella odierna e le
prossime. Solo che dovremmo darci una svegliata!
4 dicembre 2011 22:53 - pippo
In aggiunta e a completamento di quanto ho già esposto
nei miei due scritti predenti .
Fra le “impressionanti” misure che il governo dei
banchieri si accinge a prendere viene ventilata quella di
rendere tracciabile i pagamenti da 1000 euro in su.
Gli obiettivi sono nobilissimi, forse, invece, le vere
ragioni di questo provvedimento un po’ meno.
Nella stessa direzione va (con note di apprezzamento della
sinistra) la voce di Milena Gabanelli, con la proposta di
rendere “tracciabile” ogni pagamento.
Dobbiamo rimanere ostaggio delle banche!
Saremmo, quindi, obbligati, presumo, a tenere tutto il
nostro denaro in banca. Ma le banche sono delle società
private.
E lo Stato può obbligarmi a tenervi il mio denaro? Penso
di poter tenere il mio denaro dove più mi garba.
Uno Stato deve , forse, oltre che amministrarci, anche
battere moneta. Se uno Stato non è capace di contrastare
l’evasione, la corruzione, il riciclaggio senza far pagare
un pesante pedaggio ai cittadini che non sono né evasori,
né corruttori, né riciclatori di denaro sporco, non è
più uno Stato.
Non penso sia possibile, infine, consentire allo Stato, di
intrufolarsi attraverso la cosiddetta “tracciabilità”
nella vita privata di ognuno , fino a conoscere, nel
dettaglio, gli acquisti, i gusti, e i vizi.
Saluti
pippo
4 dicembre 2011 17:03 - savpg8801
Mi sto rendendo conto che nella esperienza di vita e di
lavoro ci si formano delle idee-convinzioni-manie dettate da
proprie realtà autoinnescanti.
Una mia amica diceva:quella è una buona banca, beh sì mi
hanno ciurlato 50000euro di Bond Argentini, però ci vado
volentieri perchè hanno delle porta larghe per me che
soffro di claustrofobia e mi impressionano quei cilindri che
mi si chiudono attorno nelle altre banche.
E l'altro...a me che me frega di parlare delle ore al
cellulare, tanto paga la banca...ho un abbonamento e più
parlo e più mi ricaricano. Ebbene si, amico, chiamami
quando vedrai arrivarti gli accrediti.
E l'altra...io vado benissimo, ho la carta alla coop(taldei
tali) scalo la spesa, faccio il pin e sono a posto..Non
penso ad altro, lo scontrino lo butto. più comodo di così.
Poi quando arriva l'estratto, alcuni voce per voce...ltri
con importi sommati(non si sa poi quali) con valuta
media...ma sai che bello. Non vado lì col contante...
quello mi serve per altro.
---
Tutti questi faciloni brillanti e nobilinon sanno quello che
spendono, come quelli che buttano nel carrello a prescindere
dal prezzo, dalla congruità della quantità, dalle
composizioni(nessuno le legge).
--
Già, una delle 1000 cose da dire e che rimandavo ad altra
occasione, l'ha detta bene nino5516.
e ribadisco:
Il lato psicologico della moneta (creata altresì perchè
utile, necessaria, comoda, rappresentativa, tangibile, ed
anche bella da rimirare) non viene dimenticato specie quando
essa risulta macchiata col sudore della propria fronte (se
uno suda e tribola per guadagnare) non è sintomo di
nostalgia rétro quando portavi a casa il malloppetto
settimanale o mensile e lo piazzavi sul tavolo e ci facevi i
conticini e i sogni sopra.
In fondo anche il danaro(reale) può dare soddisfazione
intrinsecamente e non solo quello che tu ci puoi fare con un
suo asettico titolo rappresentativo alla migliore delle
ipotesi.
Pensa alla soddisfazione di un rilancio nel piatto del poker
con una sostanziosa mazzetta, piuttosto che con una amorfa
fiche o peggio con un ideale rettangolino di plastica e il
pc a lato per vedere quanto ti sei giocato.
4 dicembre 2011 12:33 - nino5516
Mi pare paradossale non ci si renda conto che non sono gli
spiccioli (almeno fino a 5 mila euro) che si possono
scambiare con le banconote ad essere responsabili
dell'evasione fiscale (e ancor meno del riciclaggio del
danaro sporco, della fuga dei capitali nei paradisi fiscali
e quindi dei problemi economici italiani).
L'eliminazione del contante, oltre ai gravi problemi pratici
ed ai fastidi già ben evidenziati dagli altri interventi,
produrrà anzi una maggior propensione allo spreco ed
all'indebitamento privato, che, non bisogna dimenticarlo,
con l'offerta facile, sono all'origine delle cattive
abitudini delle famiglie attuali e della crisi mondiale (la
maledetta invenzione del "compra oggi e inizierai a pagari
dopo, magari fra qualche mese").
Il risparmio si incentiva anche potendo guardare lo spessore
del proprio portafoglio, se contiene o meno banconote ed
educando a limitare gli acquisti se è quasi vuoto.
Mentre la percezione di quanto si spende, magari in modo
eccessivo per le proprie possibilità, anche per cose futili
o che potrebbero essere procrastinate, non si ha se si paga
con le carte del debito.
4 dicembre 2011 11:33 - savpg8801
Ammesso che eliminassimo la tracciabilità connessa a motivi
di privacy da parte di qualsiasi autorità o ente, o
malfattore, siccome la moneta elettronica viene spacciata
per anonima transazione, come deve fare il sig. Rossi per
seguire i propri pagamenti almeno attraverso un log
residente?
Come deve fare il sig.Bianchi che tiene due o tre portafogli
con denari liquidi, magari nascosti per le evenienze nel
borsello, nella tasca di qualche indumento, nel cassetto di
casa per evenienze impellenti, tipo un corriere, un
venditore ambulante, un paco postale assegnato, oppure che
divide e differenzia con propositi antiscippo o anti
perdita?
Come farà il sig.Verdi, ogni volta durante la giornata a
verificare l'entità del suo portafoglio elettronico
recandosi nei vari negozi, ma anche di passaggi fra
privati(a questo nessuno pensa?), un figlio, un vicino, un
amico a cui devi restituire un prestito, o capitandogli di
spendere più della capienza dell'importo caricato?
Dovrà tenere diverse card? Ma allora equivarrebbe a tenere
diverse banconote, con rischi anche peggiori.
Come pagherà gli acquisti spiccioli, diciamo tipo ambulanti
o piccoli importi in assenza di lettori, di conti su cui
andare ad aggiungere bit togliendoli dal proprio importo
residuo? Mica avranno lettori collegati a conti a cui
accreditare, magari portatili e tutti!
Per accedere al mio smart-card avrò necessità di entrarci
digitando (ma allora c'è bisogno di una controparte
attrezzata tipo POS) una password? Direi...certamente,
sennò siamo messi come con le banconote "al portatore" e
quindi nessun vantaggio rispetto ad esse.
Come faranno coloro a cui si rovinerà il chip e si
troveranno col classico pezzo di plastica inerte e vuoto?
Diranno i caldeggiatori:come con una banconota falsa o
perduta. Ma dovrei proprio avere solo quella, in tasca?
Come farà il diversamente abile(es.non vedente) ammesso che
ognuno si debba portare seco un lettore a batteria, no?, a
controllare il suo residuo e i suoi movimenti? Forse con
soluzione vocale?(Ma se si trova in zona pubblica, addio
privacy) e se dà al percipiente la card e quello la passa
due o più volte?
Come controllerà? Da una ricevuta, Ma è di questi giorni
di operatori (disco, pub..ecc.)rilascianti ricevute fasulle
o diverse, magari ottenute da macchinette sotto il
bancone.
Il business di tutta questa gestione, essendo lo stato NON
imprenditore, da chi verrà gestito?
Da società tipo paypal, o interbancario, o banche odiate, o
Consorzi, o altro...e chi ne garantirà in toto la sicurezza
ed affidabilità?
Come pagherò in caso di blackout sia elettrico che di
sistema stand-alone, che di rete aziendale, che di rottura
dell'apparato locale addetto? Forse lasciando in pegno
l'orologio?
Come fare in caso di contestazioni se c'è la distruzione
dell'importo appena passa di mano(pardon di apparato proprio
per garantirne l'anonimato)?
Una banconota ha dei numeri di serie che possono essere
rilevati, memorizzati, utilizzati in caso di utilizzi
specifici di magistratura o di polizia. Con l'anonimo pezzo
di plastica, no.
Data la mole della circolazione che si ipotizzerebbe,
diventerebbe enormemente difficile ipotizzare un qualsiasi
tracciamento.
I controlli di questa circolazione monetaria (altri non
sarebbe che un surrogato dell'esistente) da chi verrebbero
effettuati? forse da ispezioni sui conti, o su controlli
degli apparati che potrebbero essere manomessi per scopi
illeciti?
Si parla di supercrittografie, di sicurezza, di contrasto
alla criminalità ecc. senza tener presente che tutto questo
studio non prevede la capacità malavitosa di essere sempre
un gradino superiore a quella dei bravi teorici e pensatori
che spesso peccano di forte ingenuità.
Poi, se signoraggio v'è con la moneta stampata, vedrete
quali scenari di altro tipo emergeranno con la moneta
chippata.
Non saranno così evidenti come i francobolli o le banconote
da miliardi di marchi con timbri o stampe banali, ancora
possedute da collezionisti di tutto il mondo, me compreso,
ma lo saranno nel segreto degli inintelligibili bit
registrati su anonimi chips.
4 dicembre 2011 1:09 - efraim
@mauro5833,
mi spiace, anzi no, ma le tue osservazioni possono valere
per carte di credito e simili, non per un metodo come quello
che vado proponendo (e credo anche Alessandro_Pedone). Mi
spiego in parole accessibili a tutti (spero).
Non c'è bisogno che sia centralizzato altro che il conto
complessivo. Se A ha nel portafoglio tot, compra da B
qualcosa e comprandolo, perché B incassi, gli deve sparire
il tot corrispondente all'incasso, il conto torna anche
senza che alcun database sia edotto di ogni passaggio. Basta
che il software del portafoglio di A non possa passare a
quello di B una somma senza bruciare altrettanto denaro.
C'è il pericolo che A si crei il denaro nel portafoglio, si
può pensare. Ma così non è se il denaro è crittografato
e inaccessibile. Semplicemente. Poi, per ridondanza e contro
ipotesi fantascientifiche di "clonazione", si può
implementare un software ulteriore, sotto il controllo
pubblico, che controlli solo che nel portafoglio ci sia solo
quello che A preleva dai suoi depositi meno quello che A
spende, tenendo il conto complessivo e non tenendo conto dei
singoli passaggi (è pieno di software analoghi,
sicurissimi). Questo software non avrebbe nessun accesso
alle transazioni, né sarebbe connesso a orologi o sistemi
di geolocalizzazione: terrebbe solo sotto controllo il
portafoglio, nel caso che qualche supermatematico riuscisse
a decrittare una crittografia sicura (nel qual caso
piuttosto che andare a creare portafogli ricaricati
abusivamente, plausibilmente violerebbe il Pentagono, Wall
Street etc.). Pensavo fosse necessario un log delle uscite,
che potevano comunque essere scomposte e inviate frazionate
al database centrale, ma mi sono reso conto che è
sufficiente, se il denaro è crittografato, che con
portafogli dotati di tecnologia NFC come i moderni
cellulari, l'incassante B registri la distruzione del
corrispettivo nel conferente A. Ancora più semplice.
Né c'è bisogno che il log del portafoglio ricevente
registri ora (né luogo) delle entrate, al limite quantità
nel portafoglio di A, senza sapere che è di A, prima e dopo
la transazione (il che non viola nessuna privacy né nulla,
perché ognuno nel portafoglio ci può mettere quanto vuole
in ogni momento).
In quanto alla questione umana, sono d'accordissimo, ma con
questo sistema non se ne dà la possibilità. Il fisco non
ha da chiedere altro che gli incassi (se poi vuoi detrazioni
per qualcosa sta a te, separatamente, anche sullo stesso
cellulare, fartele dare e fargliele presenti): è cieco, se
non nel controllo dei software di incasso e del denaro
incassato (se ti fai danaro farlocco, primo non lo può
ricevere il software del tuo telefono e secondo non
l'accetta quello di chi incassa - si possono fare semmai, ma
già ora, valute alternative scambiabili solo fra chi le
accetta, cosa che verosimilmente cercherà di fare la mafia
nei territori che controlla, ma col grosso handicap di non
poterle scambiare al di fuori). Il denaro nel portafoglio di
A semplicemente si distrugge quando se ne "crea" altrettanto
in quello di B alla transazione (non spendibile finché non
lo registra, cosa che però può fare in un secondo
momento). Basta che i software funzionino e che la loro
genuinità sia garantita dalla società civile. Per quanto
chi sia abituato ad adoperare certi sistemi operativi possa
dubitarne, è pieno di software che funzionano solo senza
essere contraffatti (che si rompono, magari inviando una
segnalazione, allora sì, se qualcuno cerca di manipolarli).
3 dicembre 2011 19:09 - nino5516
Pensare che eliminando il contante sparirebbe la maggior
parte della crimuinalità e dell'illegalità, nonché
l'evasione fiscale, è semplicemente ridicolo!
Se non altro, per il fatto che le banconote, com'è citato,
rappresentano solo il 5% della massa monetaria in
circolazione e non s'è mai visto che la parte nettamente
minoritaria di un insieme possa avere responsabilità così
enormi e determinanti sui mali della società.
Viceversa, i dilettanteschi provvedimenti del genere sono
assolutamente banali ed insignificanti: inutili ed anzi
dannosi, incrementando fastidi e spese per i ceti produttivi
ed ingiustificati guadagni per il parassitismo finanziario e
bancario.
Occorrerebbe invece aumentare la quantità di moneta fisica,
almeno al 15% del circolante, come in Svizzera. Aumentando
contemporaneamente la riserva frazionaria bancaria, dal 2%
al 5% o più,(conservando M1 per non penalizzare il
credito), in quanto la creazione facile ex nihilo del danaro
è una delle cause maggiori responsabili delle crisi
economiche.
2 dicembre 2011 15:24 - mauro5833
Comprendo come il discorso del "5% di contante nel mondo che
è responsabile del sommerso" sia di difficile comprensione,
siccome il ragionamento richiede una certa capacità di
astrazione.
Il denaro ha valore solo fintantoché "gira", cioè finché
viene scambiato per prodotti o servizi.
Avere 100 euro in un cassetto e tenerli fermi non rende
nulla, mentre far circolare 10 euro, dandoli al benzinaio,
che poi li dà al fruttivendolo, che poi li dà al
tabaccaio, e così via, per una ventina di passaggi diversi,
rende invece prodotti e servizi per il controvalore di
200euro (i 10 euro hanno "reso" per venti volte).
Se ognuno di questi passaggi è sommerso, l'imponibile evaso
è 200 euro, mentre i 100 euro fermi nel cassetto non sono
passati di mano, e non hanno generato quindi "transazioni
imponibili".
Tuttavia la motivazione del mio commento (il primo che
scrivo su questo sito) è relativa al discorso "privacy".
Ho letto tutti gli interventi, dai verbalmente ricamati di
savpg e efraim, a quelli più pragmatici ma non meno
brillanti di massimo, al singolo di andrea che si è
avvicinato all'argomento che mi sta più a cuore.
Apprezzo la passione del mio articolista preferito di ADUS
Investire, che ha risposto a tutti, e sicuramente è in buoa
fede proponendo un virtuale "portafogli elettronico" con cui
i pagamenti sono del tutto anonimi, e vengono registrate
nominalmente solo le entrate.
Magari! Sarebbe una notevole comodità, per giunta
costituendo un ausilio, avendo di per sé stesso, come
strumento, una funzione di "storico" che ci aiuterebbe a
tracciare le nostre stesse spese.
Purtroppo non è possibile che sia "anonimo".
Non mi va di fare il solito esempio dell'uomo che si rivolge
all'allegra donnina di turno, quindi... se il signor Rossi,
ufficialmente Juventino, va in un negozio col portafogli
elettronico e compra maglia e sciarpa del Milan, non potrà
non esserci nota indelebile del passaggio tra sig. Rossi e
negoziante, nonché della causale del passaggio: in ogni
database dove avvengono transazioni di dati (ed il database
in questione DEVE essere centralizzato, altrimenti chiunque
può "creare" denaro nel proprio "hard disk", nell'esempio
di efraim), se queste transazioni sono tali per cui è
necessario siano verificabili e inoppugnabili (insomma, se
non si stanno elaborando dati su quanto spesso Pierino va
dalla cameretta al bagno, ma invece è necessario tenere
traccia del passaggio di controvalore economico, che direi
è cosa abbastanza delicata e meritevole di verifiche,
contro-verifiche e contro-contro-verifiche), serve non solo
che ci sia un "log" delle entrate di denaro sul portafogli
ricevente, ma deve esistere anche un log delle uscite da
quello pagante, in modo tale che in qualunque momento (somma
delle entrate = somma delle uscite), e quindi in modo che si
possa identificare una eventuale incongruenza dovuta a
errori o malafede o qualsivoglia altro motivo.
Per questo, così come esiste un log del portafogli
ricevente, che registra l'entrata di 100 euro il giorno X
alle ore Y, è necessario che esista un log che registra nel
portafogli pagante l'uscita della stessa somma nello stesso
momento, anche se non necessariamente sarà registrata
l'identità della controparte. Perché no, per una sicurezza
aggiuntiva, si registrerà anche l'identificativo del
terminale o località (se applicabili) dove è avvenuta la
transazione.
Quanto ci vuole ad abbinare entrate ed uscite attraverso i
dati comuni?
Questa è la motivazione tecnica. Ma ce n'è un'altra,
quella umana.
Pensate davvero che chi gestirà il sistema, avendo
sottomano la possibilità di recuperare informazioni
aggiuntive (l'informazione è potere, sempre), non la
sfrutterà, prevedendo per le ragioni più disparate (lotta
ai pedofili terroristi satansti varie ed eventuali) che sia
necessaria la registrazione di tutti i dati delle
transazioni su tali portafogli?
Per non dimenticare l'onnipresente fisco che pretenderà di
avere accesso a tutti i suggetti passaggi con il relativo
contorno di dati, per ragioni che definirle ovvie
significherebbe offendere la parola "ovvio".
Quindi, avere in tasca una tessera a chippetto con
connessione wifi e 3g, o più semplicemente un cellulare con
funzioni Near Field Communication, è mille volte più
*comodo* che ricordarsi di mettere nel borsellino qualche
biglietto da 50. Non ci piove, e guai a chi dice il
contrario.
Ma scordatevi, e su questo sono pronto a giocarmi qualunque
parente a vostra scelta, che se e quando esisterà una rete
di pagamenti esclusivamente elettronica, non sarà
possibile, per chi ha le credenziali di accesso sufficienti
(o è in grado di sottrarle illegalmente) accedere a vita
morte e miracoli di chiunque ricostruendo la nostra vita nei
minimi dettagli attraverso il nostro storico spese.
1 dicembre 2011 18:23 - ennio4531
... 'Eliminare il denaro contante: la strada ineluttabile
per una società più giusta e più sicura '...
Ergo: ne dobbiamo, forse, concludere che nel periodo
giurassico, quando il denaro contante era inesistente, tutto
sommato stavano, in sicurezza e giustizia, meglio ?
1 dicembre 2011 18:09 - efraim
@Alessandro_Pedone,
Sì, ignoravo che nel computo del PIL mettessero un 17% di
sommerso, il che effettivamente cambia un po' le cose, ma
non tantissimo, nel senso che la prima distinzione mi era
chiara e semplicemente mi rifacevo a stime diverse da quelle
ufficiali (KRLS Network of Business Ethics, CGIA di Mestre e
qualche altra che ora non mi sovviene, coerenti fra loro e
consistenti con le stime sia sulla dimensione dell'economia
mafiosa, tanto sul versante della dimensione che
dell'evasione, nonché con quelle diffusisissime - e
verosimili - di un sommerso pari a oltre un terzo del PIL).
Che il sommerso sia solo il 17% mi pare assolutamente
implausibile anche se non ho la certezza che abbia ragione
sempre KRLS Network of Business Ethics, che stima un
imponibile evaso che ha ormai raggiunto il 54,5% (e che non
può che crescere, col crescere dell'IVA).
Lieto di concordare, comunque, sulla sostanza.
1 dicembre 2011 17:37 - Alessandro_Pedone
@ efraim
Condivido quasi tutto del tuo ultimo intervento (1 dicembre
2011 12:58).
Solo qualche piccola annotazione tecnica che non cambia la
sostanza del discorso.
Quando si fanno i calcoli sull'evasione (assodato che è
difficilissimo fare stime attendibili) solitamente si parla
di reddito non soggetto a tassazione. Quindi si parla di
potenziale imponibile, non di potenziali entrate. E' ben
diverso.
Se il sommerso fosse, diciamo, 300 miliardi, potremmo
pensare di recuperare circa 100 miliardi di entrate.
Tantissime - ben inteso - ma non sono 300.
Seconda cosa.
Non sono in molti che lo sanno (e dal tuo scritto mi è
sembrato di capire - ma forse mi sbaglio - che anche tu lo
ignori), ma la statistica sul PIL comprende una stima di
sommerso.
http://www3.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20
050922_00/testointegrale.pdf
Attualmente la stima ufficiale (ISTAT) si aggira intorno al
17% del PIL, cioè poco più di 250 miliardi. Sia chiaro che
parliamo di attività legali ma fiscalmente occultate.
Se facessimo emergere 250 miliardi di sommerso il PIL non
crescerebbe affatto! Se invece di 250 miliardi fossero 500,
allora il PIL crescerebbe del 17% circa.
Quindi, l'emersione del sommerso è IMPORTANTISSIMA, ma non
nella misura che mi pare tu abbia prospettato (passare dal
1.500 miliardi di PIL a 2.000 significherebbe stimare
attualmente un sommerso ENORME, le stime ufficiali sarebbero
sbagliate del 300%)
Condivido, in particolare, il fatto che la maggior parte
delle persone non abbiano in realtà compreso il rischio
connesso alla distruzione dell'Euro ed al default
dell'Italia.
1 dicembre 2011 12:58 - efraim
@Alessandro_Pedone sì, avevo letto anch'io quei dati, ma mi
ero fatto a quelli che comprendono il debito pubblico, in
particolare quelli di eurostat (
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_PUBLIC/2-22042010
-BP/EN/2-22042010-BP-EN.PDF a pagina 5) perché considero
fra le entrate dello stato anche quelle da debito, così
come le spese per rifinanziarlo, con cui arriviamo al
disavanzo che fanno i 780 di spesa contro i 700. Oggi come
mai mi pare chiaro che il debito sia da considerarsi
importante per la spesa pubblica e, per non tralasciarlo,
non si può non mettere in conto i crediti ricevuti,
altrimenti altro che pareggio di bilancio: siamo falliti da
decenni! Se vogliamo considerare il vero impatto che avrebbe
recuperare i probabili più di 300 miliardi di evasione e
economia sommersa che ci fa apparire più smunto il PIL e
quindi apparire smisuratamente gravoso il nostro debito
pubblico, altro elemento che contribuisce a creare quella
spesa degli interessi crescenti sul debito, enorme, dobbiamo
commisurarcelo.
E dobbiamo, per capire bene quanto sia importante e
risolutivo: così infatti non rimpinguiamo solo le entrate,
potendo abbassare davvero le tasse a tutti, tanto che la
maggioranza ci guadagnerebbe molto a non poter evadere
quello che, in parte, può! Emerge una fetta enorme di PIL,
c'è chi dice un quarto, chi più di un terzo e qualcuno
quasi la metà (non ho idea di chi abbia ragione, parrebbe
un terzo, ma si basa sulle stime di chi lo stima tale),
abbattendo in proporzione il famoso, temutissimo a ragione
perché quantomeno argomento vitale per la speculazione
fortissima che la finanza fa contro di noi (accrescendo non
senza ragioni, stando ai dati che ha, 'sti famosi spread,
ovvero il baratro che si allarga dalla competitività degli
altri sistemi nazionali). Senza pagarlo in tasse.
Non so se tutti se ne rendono conto: stando agli accordi che
abbiamo sottoscritto, dobbiamo riportare il nostro debito al
60%. Significa dimezzarlo (e più) Dunque, oltre a stare in
piedi coi conti, arrivare al pareggio, dobbiamo trovare,
possibilmente con crescita economica, altri 900 miliardi una
tantum, a rate di più, per dimezzare questi oltre 1800
miliardi. Chiaro che con un PIL di 1500 è dura. Con uno di
2000 o magari anche più è già un altro discorso. Con
entrate pubbliche inferiori rispetto a quello che spendiamo
incluso ripagare i debiti (crescente, sugli 800 miliardi
più o meno quest'anno) ma tenendo conto anche di quanto ci
facciamo prestare (l'importante è che sia meno dei prestiti
di cui ci liberiamo, non sempre di più). Così ce la
possiamo fare: lasciando tutto invariato possiamo di sicuro
incassare più di 800 miliardi, ma anche molto di più,
forse anche un miliardo, senza aumentare la pressione
fiscale e tagliare la spesa pubblica di cui usufruiamo (o
dovremmo, invece delle caste), anzi, abbassandola davvero,
finalmente, e non come i governi dei ladri han sempre e solo
promesso! Così dare un impulso positivo all'economia e non
uno recessivo, come le manovre di questo governo e quelle
precedenti (tagliando le entrate dei non ricchi e
imponendogli più tasse si contrae il mercato e si finisce
in una spirale recessiva che ci porterà comunque in Grecia,
che sarà anche la culla dell'Europa, ma ci si starebbe
davvero male).
Per questo è l'unica speranza concreta per salvare il
Paese. Pensavo che molta più gente, dopo aver cianciato per
anni sulla piaga dell'evasione, avrebbe colto la palla al
balzo. Ma c'è ancora speranza che, se ci diamo una
svegliata, ci si riesca a salvare imponendola a ogni
governo! Se invece di fare richieste impossibili o di
sbattersi per opposizioni sterili che, stando le cose come
stanno, non farebbero certo migliorare le cose neanche se
vincessero, anzi, né hanno possibilità di vittoria, ci
dedichiamo a questo, noi, oggi, possiamo salvarci!
E a questo punto c'è il discorso che hai fatto nel resto
dell'articolo, anzi, molto l'ho in parte ribadito nello
spiegare perché ritengo importante tener conto tutte le
entrate come di tutte le uscite, prestiti e debiti compresi.
Non so, alle volte ho l'impressione che nessuno capisca che
se falliamo non ci troviamo con una spesa di 800 miliardi in
un PIL in cui lo stato è solo un terzo dell'economia che
far fronte del 3%... Abbiamo debiti da pagare, in cui sono
compresi allo stesso modo e senza più poteri contrattuali
servizi pubblici (scuola, sanità, strade, tutto) stipendi
pubblici (e di gran parte dei clienti dei privati, dunque),
ma anche stipendi e patrimoni privati etc. che in buona
sostanza non possono che essere più del doppio di quello
che possiamo permetterci e che finiremo per tagliarci organi
vitali, non per dimagrire. Non moriremo certo tutti, non
dico affatto questo, ma teniamo conto che l'Argentina si è
potuta riprendere parecchio trainata da economie che
crescevano sul 10% a cui s'è agganciata offrendogli cose
interessanti a prezzi competitivi, mentre oggi tutti parlano
di recessione economica europea, occidentale e
complessivamente forse anche del tutto globale, cosa che non
è mai avvenuta in un mondo così globalizzato...
Almeno ci fosse il pericolo paventato da Gian76! Potrei
capire: come si dice tagliarsi le palle per far dispetto
alla moglie traditrice, ma almeno avrebbe un senso. Il fatto
è che così niente ti impone di tenerti il tuo contante
dove ti pare! Anche in casa, in un disco fisso che sono
affari tuoi proteggere come ora, o presso associazioni,
cooperative, quel che ti pare, sempre prelevabile senza che
lo sappia nessuno!
1 dicembre 2011 11:30 - Alessandro_Pedone
@massimo1062, efraim
Quando si parla di finanza pubblica uno dei problemi è la
scarsa conoscenza dei dati.
Nei media, a partire dalle televisioni, ciascuno può dire
le stupidaggini più colossali e queste poi diventano
"verità metropolitane" per una grande parte di cittadini.
Massimo1061 dice che lo stato incassa e spende "oltre il 50%
del PIL".
Questo è semplicemente NON vero. I numeri non sono
smentibili.
Oggi, grazie ad internet, è molto facile verificare i dati.
Esiste, ad esempio, il sito della Ragineria Generale dello
Stato (http://www.rgs.mef.gov.it) dal quale si apprende che
il totale delle entrate sono pari a circa 460. Per il 2012
le previsioni delle entrate sono di poco inferiori a 500
miliardi. Il PIL al 31/12/2010 era pari a 1.422 miliardi.
Ciò significa che le entrate dello stato sono pari a circa
il 35% del PIL. Questo dicono i numeri.
All'interno di questo 35% di PIL ci sono senza alcun dubbio
margini MOLTO elevati di miglioramento della spesa.
Praticamente da sempre (perdonatemi l'approssimazione) la
spesa pubblica è cresciuta di più dell'inflazione.
Sono d'accordo con Massimo1062 che il taglio della spesa
pubblica inefficiente è una delle nostre risorse
strutturali più importanti e può essere perfino un fattore
di crescita come più volte hanno evidenziato Alesina e
Giavazzi (con i quali non sempre sono d'accordo). Dobbiamo
però essere realisti.
Dei circa 500 miliardi di spese pubbliche (efraim, 700 sono
le uscite che comprendono i rimborsi in quota capitale di
prestiti, tali rimborsi vengono - di questi tempi
bisognerebbe usare il condizionale ... - rifinanziati con
nuovo debito pubblico) oltre 90 miliardi (quasi il 20%) se
ne va per INTERESSI! Qui c'è ben poco da fare. Dobbiamo
ABBATTERE il debito pubblico.
Ogni 1000 euro di tasse che paghiamo, circa 180 euro non
vanno in servizi, ma in interessi.
Poi abbiamo diverse spese non comprimibili. Ad esempio poco
meno di 20 miliardi vanno a finanziare il bilancio UE. Qui
possiamo fare poco o niente.
Abbiamo oltre 100 miliardi (circa il 20%) di spese per la
previdenza e l'assistenza sociale. Su questo capitolo ci
sono sicuramente un bel po' di sprechi fatti nel passato, ma
in larghissima parte sono pensioni da fame.
L'altro grosso capitolo (circa 115 miliardi) sono i
trasferimenti gli enti locali, dove le regioni la fanno da
padrona (Gian76: Trento e Bolzano, prendono circa 5
miliardi, circa l'1% delle spese correnti). Qui gli sprechi
sono in larga parte riconducibili alla sanità pubblica.
L'ultimo grande capitolo sono i redditi da lavoro dipendenti
(scuola, ministeri, ecc.). Si tratta di poco meno di 90
miliardi. Licenziare diventa molto difficile (ma dovrebbe
essere un tabù da poter infrangere) ma l'efficienza di
questi 90 miliardi è scarsissima. Ci sono sicuramente
margini importanti se non di risparmio, almeno di
miglioramento dell'efficienza.
Uno dei problemi strutturali è la sostanziale assenza di
poteri che hanno i dirigenti. Se i dirigenti non possono
dare reali sanzioni ai "fannulloni" allora è impossibili
migliorare alcunché.
Massimo1062 citava la presidenza della repubblica che costa
più della Regina d'Inghilterra.
Vero, è un problema soprattutto di consenso. Non si possono
chiedere sacrifici se ci sono questi sprechi, ma in termini
di finanza pubblica, l'intero trasferimento agli organi
costituzionali pesa meno dello 0,5% delle uscite correnti.
Se anche la metà fosse spreco, con quel risparmio non si
riduce certo il debito pubblico. Ciò non significa che
debba essere fatto, anzi. Concordo che sia un PREREQUISITO.
E' come la caduta di Berlusconi. Non era certo tutta colpa
sua della crisi, ma era un prerequisito per recuperare
credibilità.
In sostanza, quindi, se si facesse un'opera di riduzione dei
costi veramente imponente, ragionevole ci sono margini per
recuperare circa 50 miliardi. Sono tantissimi, ma non
risolvono comunque il problema del debito pubblico che -
come abbiamo detto - ci prosciuga circa il 20% delle nostre
entrate all'ANNO!!!
Per abbattere il debito pubblico, volenti o nolenti,
dobbiamo abbattere l'evasione fiscale! Questo lo dicono i
numeri.
Giustificare l'evasione fiscali con gli sprechi di denaro
pubblico (che pure ci sono) è una costa che non sta in
piedi (come avevo già scritto, non approfondendo perché
non era questo il tema dell'articolo che stiamo
commentando). E' una cosa che può servire a pulire la
coscienza di molti evasori fiscali, ma i numeri dicono che
l'evasione fiscale è la causa principale del debito
pubblico che paghiamo in maniera MOLTO salata tutti noi e
ogni anno.