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8 gennaio 2012 16:27 - giancarlo7978
Purtroppo da noi il danneggiamento del verde, degli immobili e degli impianti è una priorita' per i nostri tanti vandali idioti, pressochè certi dell'impunità. A pagare poi siamo sempre noi soliti noti. Altro che andare a civilizzare l'Africa!!!Occorre purtroppo cominciare qui da noi.
Le amministrazioni Comunali dovrebbero intensificare gli investimenti per identificare i responsabili e punirli con il risarcimento del danno oltre ad una idonea ed efficace azione educatrice.
27 dicembre 2011 20:07 - lucillafiaccola1796
perché evidentemente le bandiere a loro je sventolano a RO VESCIO!!!! AH AH AH

e non sanno e non leggono Enanche la tanto agiografata costituzione: all'art 12 è indicata la posizione dei colori verde bianco rosso.
a proposito nei led il rosso dura di più sia del verde che dell'azzurro che è il più fiacco... non per niente i chakra...

il loro in conscio pone il rosso a sinistra, al centro c'è il bianco fiore di'm, e a destra il verde legaiolo... ARI AH AH AH

HO RIMEDIATO ALTROVE QUESTI INTERESSANTI PEN SIERI:

http://www.movimentolibertario.com/2011/08/07/democrazia-bas tonare-popolo/...
DEMOCRAZIA? BASTONARE IL POPOLO!
Un aforisma di Oscar Wilde: “Democrazia significa semplicemente far bastonare il popolo, dal popolo, in nome del popolo”. N el suo bellissimo ed istruttivo libro, “For Good and Evil” Charles Adams ci fa notare che: nessun satrapo ha mai mollato l’osso fino a quando non è stato preso a legnate sui denti. Nessun aguzzino di Stato (si chiami Equitalia, Esatri, Agenzia delle Entrate o come diavolo preferite) ha mai smesso di bussare alla porta dei sudditi, sino a quando i sudditi, dopo avergli aperto, hanno cominciato a rincorrerli, bastonarli, impeciarli e riempirli di piume per mostrali al pubblico ludibrio. A volte li impalavano nella pubblica piazza! Dai tempi degli Egizi sino all’inizio del Novecento – il 99% delle rivoluzioni è avvenuta per questioni fiscali! “Non esiste libertà politica senza libertà economica”. Dov’è la libertà in un paese in cui il 70% del frutto del nostro lavoro finisce nelle tasche di quella casta di nullafacenti e delinquenti, che poi ridistribuiscono a pioggia i nostri denari, estorti con la minaccia della galera, per mantenere una miriade di clientele? Il “Bel Paese” appare sempre più una landa senza futuro. E’ anagraficamente vecchio, è malato di “welfare” (che peraltro non funziona ed è fonte di sprechi colossali), è incancrenito dal sindacalismo becero e protezionista di sé stesso, è strangolato da miriadi di “caste ed ordini” con le unghie affilate per rimanere avvinghiate ai privilegi di cui ingiustamente godono e, dulcis in fundo, è “comandato” da ominidi retrivi del calibro di UB et similia I nodi vengono al pettine, il truffone è servito, la menzogna non può essere raccontata a tutti per sempre. Uno cittadino della civilissima Svizzera mi ha detto: “ Mi sono accorto che dove c’è lo Stato, quando non c’è furto c’è spreco!” A queste parole aggiungo un aforisma di Oscar Wilde: “Democrazia significa semplicemente far bastonare il popolo, dal popolo, in nome del popolo”.

http://www.informarexresistere.fr/2011/07/21/lo-zen-e-larte- di-non-farsi bastonare/ #axzz1hl BBzHd...LO ZEN E L’ARTE DI NON FARSI BASTONARE Regimi come questo non cadono da un giorno all’altro. Si sgretolano lentamente, pezzo per pezzo. E così i gaudenti signori degli scranni hanno tutto il tempo per vedere dove andrà a tirare il vento. I più furbi si ricicleranno, altri spariranno, qualcun altro scapperà con l’argenteria. Non c’è niente di nuovo. Riflettevo sul “fare qualcosa”. Riflettevo innanzitutto se ci sia una via per infilarsi nel cono d’ombra che una situazione di disgregazione di potentati può offrire, possibilmente senza farsi massacrare da quel ricettacolo di feccia addetta all’ordine pubblico. Che la prima cosa da fare, se veramente si scegliesse la rivolta di popolo, sarebbe quella di presentare il conto per Genova, per Napoli (ricordi, infamone di un D’Alema?), per la Val Susa, per Lazio-Livorno, per i terremotati di L’Aquila manganellati. E per le stragi di Stato e i depistatori delle istituzioni, per i morti ammazzati nelle mani dello Stato, i Cucchi, i Lonzi, gli Aldrovandi, gli Uva e via dicendo. Purtroppo le ”nostre” Alte cariche “pensano” di fare un buon sevizio al “cittadino” difendendo questa m. di d. in divisa senza se e senza ma, invece di ripulire delle istituzioni che ormai cominciano ad essere una mera contrapposizione violenta e cieca nei confronti di chi vorrebbe disfarsi di questa casta di malviventi e corrotti mentre al popolo viene chiesto di abbassarsi a livelli da povertà per continuare a mantenere i loro infami status. Ma torniamo al che fare, cercando di essere oggettivi.
1. Il primo punto è che, inutile negarlo, siamo strategicamente disorganizzati. Anche per evitare le solite aggressioni poliziesche a freddo verso gente disarmata. Neanche Gandhi riuscì ad evitare questa logica, perché è bene chiarire che anche il padre della non-violenza, per raggiungere l’obiettivo, ha dovuto fare conto su una discreta torma di seguaci che si sono fatti massacrare dai soliti “tutori dell’ordine”.
2. Quindi le vie conosciute sono due: prendere un fracco di legnate o prendere le armi in mano. Che ci si organizzi o meno.
3. Quando il punto di disgregazione di questo potere, forse addirittura di questo sistema mostrerà le crepe insanabili che precederanno il crollo, allora potrebbe essere il momento di agire. Di presentare il conto. Di andarli a prendere uno per uno. E non lasciarne neanche mezzo con neanche mezza leva del potere in mano.
4. Abbiamo perso un’occasione storica durante Tangentopoli perché ancora avevamo troppi ninnoli con cui divertirci, può darsi, dico può darsi, che qualcuno abbia capito che se vogliamo dare una svolta dobbiamo disfarci di infami e trasformisti e che basta cogliere il momento giusto.
5. Non so se qualcuno sta organizzandosi in questo senso ma fin da ora la mia strategia è la presenza, quando e come posso, sulle piccole cose (che poi non sono piccole per niente) del posto in cui vivo e che fortunatamente ha un discreto e combattivo contingente di incazzati.
6. Ora è semplicemente il momento di lasciare bandiere e bandierine ed essere presenti con le nostre facce, non a fare gli attivisti, anzi, fare in modo che gli attivisti vedano facce nuove e comincino a prendere atto che il desiderio di lottare è anche di quel popolo finora occupato a sopravvivere con due spiccioli mentre cerca di tirare avanti una famiglia ed un lavoro, che una lotta di popolo non può prescindere da chi finora ha tirato avanti questo paese a suon di mulinar di braccia e che è stato lasciato vigliaccamente solo da una sinistra impegnata a caccia di sedie e privilegi.
7. Quello che si sta disgregando nel Palazzo dovremmo costruirlo tutti ora, per strada, perché il web è solo un mezzo ma è contandosi in faccia che si comincia a vedere concretamente da dove stiamo partendo e dove possiamo arrivare.
8. Non servono solo rivoluzionari, né guerrieri, né eroi. LA VERA FORZA SONO GLI INDIVIDUI COMUNI. Se torniamo per strada forse, al momento di tirare le somme, non ci sarà un cambiamento che ci porterà un altro o lo stesso Berlusconi.

NEL TEMPO DELL'INGANNO UNIVERSALE, DIRE LA VERITÀ È UN ATTO RIVOLUZIONARIO!
27 dicembre 2011 13:22 - paolo5270
Che dire uno dei mille e più casi d’italianità. Di come sono sputtanati i nostri soldi e trascurato il nostro patrimonio artistico e paesaggistico, da questa ciurma di boiardi di stato, paraculi, leccaculi, puttanieri e figli di puttana. La soluzione rapida al problema è unica! Non posso scriverla per evitare l'accusa d'apologia di reato, ma chiunque stia leggendo ha già capito. Hanno speso in cene, fanfare con militari in alta uniforme e manifestazioni del "menga" un fottio di soldi per i 150 anni d'unità del paese (?) invece di destinarli alla salvaguardia dello stesso. Poi sono così ignoranti che non sanno nemmeno rappresentare il tricolore. Tutte e ripeto tutte le autorità portano la fascia tricolore con il rosso a sinistra e il verde a destra. Perfino le coccarde dei carabinieri sui cappelli e dell'esercito sui veicoli (e forse anche altrove) sono rappresentate col rosso all'esterno e il verde al centro del "disco" o cerchio. Poi s'incazzano con i "padani" se mandano al cesso quella bandiera che loro difendono senza nemmeno saperla "disegnare".
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