convengo con lei su tutto, cominciando dal fatto che non
proprio tutti i medici sentono tale professione come
missione,e, ancora più importante, l'uomo , per sua natura
e' medico di se stesso.
Ancora, il medico non e' onnipotente,e, almeno per me, non
esistono onnipotenti.
Nemmeno... "Nostro Signore Dio" perché tale non esiste.
Quindi si fidi di noi medici, per quanto ci si debba fidare,
e, diffidi per quanto lo si debba fare.
Mi preme tuttavia offrirle qualche spunto, avendo osservato
la sua ampia e viva esperienza di vita: impari i
meccanismi propri di madre natura.
Tra di essi ci sono tanti segreti della guarigione naturale,
che e' propriamente intrinseca alla nostra medesima
natura,mezza umana e mezza animale.
Non stia a preoccuparsi per la sua non più tenera età, per
imparare, per migliorare e migliorarsi, non c'e' età che
possa fungere da deterrente.
Grazie per il suo contributo e la viva sensibilità.
Giuseppe Parisi
16 gennaio 2012 17:24 - savpg8801
Beh..Parisi, ha esposto benissimo la situazione medica
rispetto alla troppa informazione, cioè la troppa
fuorviante informazione massmediatica e di passaparola che
permette poco di lavorare in scioltezza.
Chi, avendo subìto un danno, sia pur lieve, data la massa
di notizie di malasanità, di facili denuncie estorsive di
riparazioni e di miraggi di congrui rimborsi, non ci prova-
o non ci proverebbe a chiedere danni?
Io ho una certa età... ma anche ai miei tempi circolava un
detto che, forse-ante litteram- proponeva la stessa cosa;
dicevano: ...io giro con la carta bollata in tasca....
Potere moderno (anche se non spesso risolutivo) rispetto
alla giustizia personalmente applicata nei tempi andati.
Si sa che esistono torme di professionisti "legali" di
giurisprudenza che si sono specializzati in questo genere di
cose ed attirano il danneggiato o presunto tale con promesse
di facili arricchimenti.
Tuttavia, mi consenta di dire che anche, ormai, in altri
campi e settori della vita lavorativa odierna, tali facili
incriminazioni avvengono normalmente.
Mio figlio, ingegnere professionista, è impelagato(fra
altre cose) a far perizie per questioni di inquinamento
acustico ed ambientale, a redigere complicate relazioni
tecniche a supporto di denuncie fatte da chiunque compri una
casa e non la trovi di proprio gradimento, anche solo per un
rumorino avvertito o una componente difettosa. Scatta la
causa...ovviamente va avanti per anni e nessuno poi
demorde...ma intanto gli avvocati sguazzano e
inchiodano(cioè non pagano) i periti.
In settori finanziari è altrettanto. Cause per aver perso
danari per l'acquisto di titoli spazzatura (senno di poi), o
infinite altre rivendicazioni.
Siamo tutti sul filo del rasoio.
Naturalmente sulla sanità bisogna andarci proprio dentro e,
siccome la salute è il primo bene prezioso, comprendere le
difficoltà quotidiane dei professionisti..penso
specialmente ai medici di famiglia, è cosa più importante,
specie se la professione è sentita come missione. Quì
però occorre mettere qualche paletto. Non tutti
costoro(operatori sanitari) agiscono correttamente tendendo
a perseguire un regime di grande principio di precauzione,
adattandolo, con le specifiche notazioni e le regole delle
aziende sanitarie, sempre in progressione restrittiva, alla
possibilità -relativamente ad ogni singolo paziente- di
agire caso per caso.
Si potrebbe anche asserire che, come già detto per altro,
ogni cosa pubblica tendenzialmente è "pro domo sua" o,
meglio, pro poltrona propria e dei propri addetti.
Per finirla, come ovunque, noialtri "non laureati in
medicina" siamo comunque TUTTI MEDICI; questo per naturale
predisposizione umana.
Ci fidiamo del venditore di auto che ci spaccia una carriola
per un gioiello, ma diffidiamo del medico. Perchè?
Ovviamente il medico non è un onnipotente e se abbiamo il
mal di testa e non ce lo fa andar via..."quello è un
incapace". Non è così?
15 gennaio 2012 6:36 - Giuseppe Parisi
Gentile pfui,
la ringrazio ma non scambi il temperamento acceso e
colorito , quello mio, con l’adirarsi, nulla di tutto
questo, ecco qui un bel sorriso con il metodo “sms” ?
L’informazione, la conoscenza e’ sempre importante
sorgente di diritto e di libertà , ben venga per tutto e
tutti.
Certo, il medico deve essere pronto, a confrontarsi con
una società della comunicazione, che crea cittadini
coscienti e informati, i tempi del medico/santone sono
finiti,oggi il cittadino e’ cosciente e sommerge di
domande e domande il professionista.
Nei primi anni ’90 quando venivano fuori i programmi TV
di salute, restammo spiazzati, ho un vivo ricordo, eravamo
praticamente messi a ferro e fuoco da mille e mille
domande,che avevano un sapore inquisitorio.
Tuttavia faceva piacere comunque, e, si trovava in tutto
ciò, piuttosto che una perdita di tempo, uno stimolo a
crescere.
Oggi soprattutto grazie alla rete,la gente e’ più
informata.
Ci sono anche dei risvolti negativi, e questo dipende,dal
fatto che , in ogni momento storico i grandi cambiamenti, (
la rete esiste da una manciata di anni ) sono vissuti un Po,
come “ da bambini”, con poca esperienza e assai meno
capacità di discriminare: mi riferisco alle campagne
pubblicitarie che invitano a “scovare i medici autori
di mal practice, e così che il cittadino si sta
trasformando sempre di più, pronto alla denuncia facile.
Questo comporta, un atteggiamento difensivo ossessivo da
parte del medico, che aggravia tutto, prima sui costi della
sanità in generale,e, poi, sulla qualità finale del
servizio medesimo.
Le faccio due esempi: se Lei viene da me, e, lamenta certi
sintomi,e, grazie alla mia esperienza io ritengo inutile
fare un certo esame o gruppo di esami, e non solo per
risparmiare lei, ma anche i costi generali della sanità,
Lei, e’ soggetto che può denunciare me per mal
practice. Conosco personalmente tanti colleghi che, di
fronte a tale dubbio, pescrivono una mole di esami che,
oltre ad essere inutili ma sfiancanti per i pazienti, sono
esami costosissimi per tutti noi. Ancora altro esempio: Lei
subisce una operazione che, secondo lei non e’ andata
benissimo, e, vuole riparare da altro chirurgo, ma ha già
denunciato il primo di mal practice,chiedendo dei danni,
ecco in questa situazione, e’ molto verosimile che il
chirurgo riparatore, eviterà perfino di operarla.
La chirurgia, il medico con il bisturi in mano nn può
operare con una pistola puntata alla tempia, provi ad
immaginare cosa significhi na denuncia di mal practice
nella carriera professionale e, nella vita di un medico che
ha impiegato tutta la sua vita per raggiungere certi
obbiettivi,che in Italia, tra l’altro sono,rispetto ai
colleghi Europei, sotto pagati.
Non può operare con la pistola alla tempia, non funziona
nemmeno nell’interesse di chi sta subendo
l’intervento!
In tutto questo,e, per tutto questo poco., un Parlamento di
nominati dalla legge elettorale che perfino il relatore
leghista Calderoli chiamò “porcellum” che scopre che i
professionisti della DIA di Napoli hanno preso un
abbaglio…., non si occupa ne preoccupa: chi se ne frega
del cittadino?.
Ormai la distanza tra un popolo che ha la sovranità nella
spazzatura,e, una casta di nominati e’ così lunga ,che se
ne accorge perfino il mio cane.
Andare dentro.
Adesso piuttosto che leggere la notizia, dobbiamo andare
dentro la notizia.
La capacità di addentrarci e,filtrare emotivamente la
notizia, e’ anch’essa una consapevolezza, che poco per
volta,nel tempo, diverrà dominio di ognuno e ciascuno di
noi. Quello che dobbiamo comprendere,e’ che stiamo vivendo
un periodo di grandi cambiamenti, e, ancora non ne siamo
pienamente abituati, coscienti e preparati.
Grazie per il suo intervento.
Giuseppe Parisi
13 gennaio 2012 8:58 - pfui!
Gentilissimo Parisi, non si adiri!
le mie due righe non volevano essere un "affrettato
giudizio" sul Suo articolo.
Semplicemente, ne prendevano a spunto l'argomento per
evidenziare come la trasmissione del sapere scientifico (e
medico in particolare) abbia storicamente incontrato forti
resistenze anche a fronte di chiari benefici.
I contadini sifilitici di Bulgakov lo deridevano ("ho il mal
di testa, e lui mi dà un unguento nero da mettere sulle
braccia!").
Oggi, invece, la circolazione di informazioni effettivamente
complesse tende spesso a forti semplificazioni: da un lato,
la TV che strilla "il WC è pericolosamente infetto" e
l'imprenditore senza scrupoli che potrebbe proporre lo
"sciacquone a induzione inversa" (come Lei evidenzia
nell'articolo); dall'altro, il rischio di minimizzare
risultati che possono essere vantaggiosi in casi molto
specifici (come quello del mio amico), o peggio di usarli
come ingrediente della solita sbobba complottista.
E' il grande problema della divulgazione.
Ecco, questi erano i miei intenti con quelle poche righe,
forse un po' "off topic". Evidentemente non ci sono
riuscito, mi scusi.
13 gennaio 2012 6:04 - Giuseppe Parisi
Gentile signor pfui,
a mio modestissimo avviso,Lei dovrebbe sinceramente
imparare a leggere con molta più severità e, saper
scrutare dentro le righe, con molta cura , prima di
deporre affrettati giudizi: a tal fine, nessuno nel
messaggio ha attaccato Big-pharma.
Il messaggio e’ prontamente e brillantemente stato colto
dai due altri lettori che hanno deposto il loro,un
particolare da non tralasciare.
E Lei a inseguire i luoghi comuni, Big Pharma ecc., oppure
essere contro la comunità scientifica, chi io?
Ho scritto che, sovente ci sono amenità in giro,e, la cosa
non deve stupire visto la mole di ricerca sotto
finanziata.
Lei mi riporta un caso limite,un paziente seriamente
immuno-depresso, e, quindi non c’entra nulla sia con la
ricerca in discussione, ne con il mio messaggio.
Voglio augurarmi veramente che lei non sia un partecipante
ai lavori,altrimenti mi preoccuperei!
Concludo dicendole, che di quanto io ho scritto, lei ha
compreso appena appena il 12 %.
Spiacente per lei, e ancor più spiacente, visto da come si
potrebbe evincere dal suo messaggio, probabilmente lei non
dovrebbe stare molto bene in salute.
E in questo io spero di sbagliarmi.
Al signor savpg8801,
rispondo che, le grandi epidemie-pandemie del passato, che
hanno segnato il corso della storia modificandolo, erano e
capitavano soprattutto per la mancanza di minime risorse e
conoscenze banali di igiene,intesa come metodo
sanitario.
Tenga presente che l’umanità’ nei secoli e per secoli,
ha viaggiato nella mera ignoranza e nella non conoscenza.
Oggi,malgrado il progresso raggiunto, l’umanità’ con
lo scibile umano,e mille anni indietro a quanto dovremmo
essere giunti.
Per questo ritardo qualcuno ha precise
responsabilità.
Il suo riferimento all’alimentazione, quasi noiosa, certo
che si, non esiste al mondo un alimento panacea, non si
mangia la cipolla o la maggiorana e, si guarisce.
Lei aggiunge che i medici osservano immunodepressi.
L’immunodepressione e’ una patologia, per giunta molto
seria, solo per chi e’ portatore di HIV.
Per gli altri, “immunodepressi” come dice lei,
significa, cattiva e sbagliata alimentazione, fumo, magari
alcool, serate in discoteca dormendo poche ore, vita in
città senza mai spazi verdi ,ecc.
E questo non e’ immunodepressione, e’ sforzarsi per
far funzionare male il proprio organismo, e’ altra
cosa.
Il mondo va osservato nella sua totalità, e sapremo
risolvere i problemi, quando di ogni singolo settore dello
scibile umano, sapremo integrare tutte in uno.
E’ facile a dirsi,difficile da attuarsi, tuttavia, non
sono pochi gli scienziati che stanno lavorando in questa
direzione.
Pertanto ne il Resveradrolo ne la Maggiorana possono
risolvere i problemi , e, non e’ nemmeno vero che la
natura matrigna, con le pandemie che decimavano, salvava
gli “eletti da Dio”, anche perché non era colpa di
madre natura,ma dell’ignoranza e tante volte anche della
stupidità dell’uomo, “virus” dei quali ancora
l’umanità non si e’ liberata.
12 gennaio 2012 13:00 - pfui!
Io conosco una persona gravemente immunodepressa, a cui i
medici specialistici della Clinica Universitaria pisana
hanno già da qualche anno consigliato delle "buone
pratiche" da rispettare nella quotidianità, anche da parte
dei familiari e dei visitatori.
Tra i vari consigli, c'era proprio quello di chiudere sempre
il wc prima di avviare lo sciacquone.
Il mio amico, seguendo e facendo seguire quei consigli, sta
molto meglio!
Chi è in salute può sempre permettersi di sfottere le
ricerche di "BigFarma": tanto sono risate facili alle spalle
di chi soffre, ed è sempre di moda prendersela con le
"multinazionali giudo-pluto-massoniche"...
Di Michail Bulgakov è noto ai più il romanzo "il maestro e
Margherita"; ma scrisse anche gli autobiografici "Appunti di
un giovane medico", il cui racconto "L'eritema stellato" la
dice lunga su quanto sia radicata la diffidenza verso la
scienza e i ricercatori. In un episodio, una mamma si ostina
a usare il suo cucchiaio per imboccare il piccolo figlio,
che contrarrà così la sifilide...
11 gennaio 2012 10:52 - prozaq
Condivido l'articolo ed i commenti precedenti.
La presenza di microrganismi sul nostro corpo è
assolutamente normale, ne abbiamo centinaia di specie sulla
pelle e nelle mucose, per non parlare del microbiota
intestinale che costituisce un sistema simbiotico
fondamentale non solo per la salute ma per la stessa nostra
vita.
Quello di cui dobbiamo preoccuparci sono le specie patogene,
che sono una percentuale minima del totale e quelle
contagiose ancora meno.
La maggior parte delle infezioni ce le portiamo alla bocca
da soli con le mani, quindi lavarsi spesso le mani con il
normale sapone è una buona abitudine. L'uso eccessivo di
disinfettanti e antibiotici (come suggerisce la pubblicità
di alcuni prodotti trasmessa in questi giorni) rischia di
distruggere inutilmente il patrimonio di specie simbiotiche
utili, per eliminare qualcosa che nemmeno c'è.
Non credo che si possa guarire da difterite, tifo,
tubercolosi, ecc. senza antibiotici o vaccine, ma
sicuramente i malesseri di stagione possono essere evitati
con la buona alimentazione e la vita all'aria aperta.
11 gennaio 2012 5:47 - antonio5000
Si sa dai molti studi eseguiti che sui taglieri usati in
cucina per preparare carni e verdure si trovano 200 volte
più batteri fecali che sui sedili dei gabinetti.
Si sono testati vari oggetti di impiego comune per stabilire
quali fossero quelli maggiormente contaminati da batteri e
virus.
Nell'elenco che ho letto ricordo a caso le maniglie degli
ospedali, le aste di appoggio passeggeri nei mezzi pubblici,
le barre con cui si spingono i carrelli nei supermercati, le
cravatte dei medici, i menu dei ristoranti e, naturalmente,
monete e banconote. Se ci pensate bene si tratta di tutti
quegli articoli che non vengono mai puliti o lavati.
A questo proposito aggiungo io: ma nei ristoranti ampolle di
vino e aceto, saliere e pepiere che vengono toccate da
migliaia di persone, vengono mai pulite? E coloro che
giustamente prima di sedersi al tavolo del ristorante
passano al bagno per lavarsi le mani, hanno mai pensato che
con quelle stesse mani lavate uscendo hanno toccato la
maniglia della porta? Allora? Considerando tutte queste
occasioni di infezione tutta la popolazione dovrebbe essere
costantemente ammalata. E' evidente che il nostro organismo
ha delle capacità di difesa naturale straordinarie e che il
primo fronte di difesa è quello di mettere e mantenere il
nostro sistema immunitario nelle condizioni migliori per
combattere efficacemente da sè gli attacchi esterni.
Con ciò non volgio dire che della igiene dobbiamo
assolutamente fregarcene.Ad esempio sarà meglio adottare
qualche precauzione in più nel periodo invernale quando
l'influenza diventa aggressiva e anche il sistema
immunitario più forte può essere sopraffatto.
E' forse inutile ricordare che il maggior pericolo di
contrarne il virus è costituito dalle strette di mano?
Oltre al mantenimento di un sistema immunitario efficiente
attraverso alimentazione e stile di vita adeguati, la
seconda precauzione più importante è quella di lavarsi le
mani, ma questo non in maniera maniacale che ha come
risultato di eliminare le difese naturali della pelle, ma
solo dopo aver toccato cose che albergano una gran quantità
di batteri e virus.
Sopratutto non cadete nella trappola di usare saponi
antibatterici. La maggior parte di essi sono a base di
triclosan, che oltre ad uccidere i batteri uccide anche le
cellule del corpo umano e a lungo andare contribuisce alla
comparsa di ceppi di batteri resistenti, la moderna piaga di
cui non si sa come liberarsi.
10 gennaio 2012 16:56 - savpg8801
Io non sarei così unidirezionale nelle soluzioni per trarre
d'impaccio l'Umanità dalle malattie batteriche o
micotiche(o altro) con la semplice soluzione, al giorno
d'oggi, non applicabile universalmente.
Sarebbe a dire che debellata la tbc o il vaiolo o arginate
le varie "pestilenze" dei secoli andati con i soli tuffi nei
liquami o mangiando formaggi e creme di tutti i popoli, ci
si immunizzasse così facilmente.
Chissà perche non c'è medico che non diagnostichi
frequentemente immunodepressi fra i suoi pazienti.
E che non prescriva rimedi vitaminici o sali o sostanze di
ogni genere, perlopiù erboristiche, a sostegno di
fortificazioni corporee e (ormai inflazionate come il famoso
"spread" di attuale paranoia finanziaria) di antiossidazione
come rimedio universale, o di sostanze "naturali"
antiinfiammatorie...e via discorrendo.
Innanzitutto farei una distinzione fra giovani e
anziano-vecchi, poi fra predisposizioni e deficienze
acquisite, ed ancora insrendo nel novero malattie acute che
non possono essere prevenute nemmeno avendo mangiato aglio o
sedano, o resveratrolo tutta la vita (ma che noia).
Il dato riportato dal dr. Parisi è purtroppo realistico.
Chi di noi (il sottoscritto si annovera fra gli
anziano-vecchi) non ha appurato l'inefficienza di tanti
antibiotici, anzi la loro dannosità anche solo per il fatto
che hanno procurato micidiali resistenze non più facili da
domare.
Peraltro, leggendo ormai miriadi di informazioni
nutrizionali ove tutto è ricco di questo o dell'altro,
bisognerebbe andare, poi, dallo psicanalista per farsi
consolare del...come mai mi è venuto questo guaio dato che
mangio carote e cipolle tre volte al giorno da quarant'anni?
Sono forse troppo pochi. o..accidenti..non ho mangiato
abbastanza maggiorana?
Leggendo un volume molto interessante di un mio amico
professore e medico infettivologo(purtroppo deceduto) sulle
"pestilenze nei secoli" desumo che le epidemie, spesso,
erano ""utili"" per immunizzare alcuni, ma a scapito di
molti.