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18 gennaio 2012 6:32 - Giuseppe Parisi
Gentile savpg8801

convengo con lei su tutto, cominciando dal fatto che non proprio tutti i medici sentono tale professione come missione,e, ancora più importante, l'uomo , per sua natura e' medico di se stesso.
Ancora, il medico non e' onnipotente,e, almeno per me, non esistono onnipotenti.
Nemmeno... "Nostro Signore Dio" perché tale non esiste.
Quindi si fidi di noi medici, per quanto ci si debba fidare, e, diffidi per quanto lo si debba fare.
Mi preme tuttavia offrirle qualche spunto, avendo osservato la sua ampia e viva esperienza di vita: impari i meccanismi propri di madre natura.
Tra di essi ci sono tanti segreti della guarigione naturale, che e' propriamente intrinseca alla nostra medesima natura,mezza umana e mezza animale.
Non stia a preoccuparsi per la sua non più tenera età, per imparare, per migliorare e migliorarsi, non c'e' età che possa fungere da deterrente.

Grazie per il suo contributo e la viva sensibilità.

Giuseppe Parisi
16 gennaio 2012 17:24 - savpg8801
Beh..Parisi, ha esposto benissimo la situazione medica rispetto alla troppa informazione, cioè la troppa fuorviante informazione massmediatica e di passaparola che permette poco di lavorare in scioltezza.
Chi, avendo subìto un danno, sia pur lieve, data la massa di notizie di malasanità, di facili denuncie estorsive di riparazioni e di miraggi di congrui rimborsi, non ci prova- o non ci proverebbe a chiedere danni?
Io ho una certa età... ma anche ai miei tempi circolava un detto che, forse-ante litteram- proponeva la stessa cosa; dicevano: ...io giro con la carta bollata in tasca.... Potere moderno (anche se non spesso risolutivo) rispetto alla giustizia personalmente applicata nei tempi andati.
Si sa che esistono torme di professionisti "legali" di giurisprudenza che si sono specializzati in questo genere di cose ed attirano il danneggiato o presunto tale con promesse di facili arricchimenti.
Tuttavia, mi consenta di dire che anche, ormai, in altri campi e settori della vita lavorativa odierna, tali facili incriminazioni avvengono normalmente.
Mio figlio, ingegnere professionista, è impelagato(fra altre cose) a far perizie per questioni di inquinamento acustico ed ambientale, a redigere complicate relazioni tecniche a supporto di denuncie fatte da chiunque compri una casa e non la trovi di proprio gradimento, anche solo per un rumorino avvertito o una componente difettosa. Scatta la causa...ovviamente va avanti per anni e nessuno poi demorde...ma intanto gli avvocati sguazzano e inchiodano(cioè non pagano) i periti.
In settori finanziari è altrettanto. Cause per aver perso danari per l'acquisto di titoli spazzatura (senno di poi), o infinite altre rivendicazioni.
Siamo tutti sul filo del rasoio.
Naturalmente sulla sanità bisogna andarci proprio dentro e, siccome la salute è il primo bene prezioso, comprendere le difficoltà quotidiane dei professionisti..penso specialmente ai medici di famiglia, è cosa più importante, specie se la professione è sentita come missione. Quì però occorre mettere qualche paletto. Non tutti costoro(operatori sanitari) agiscono correttamente tendendo a perseguire un regime di grande principio di precauzione, adattandolo, con le specifiche notazioni e le regole delle aziende sanitarie, sempre in progressione restrittiva, alla possibilità -relativamente ad ogni singolo paziente- di agire caso per caso.
Si potrebbe anche asserire che, come già detto per altro, ogni cosa pubblica tendenzialmente è "pro domo sua" o, meglio, pro poltrona propria e dei propri addetti.
Per finirla, come ovunque, noialtri "non laureati in medicina" siamo comunque TUTTI MEDICI; questo per naturale predisposizione umana.
Ci fidiamo del venditore di auto che ci spaccia una carriola per un gioiello, ma diffidiamo del medico. Perchè? Ovviamente il medico non è un onnipotente e se abbiamo il mal di testa e non ce lo fa andar via..."quello è un incapace". Non è così?
15 gennaio 2012 6:36 - Giuseppe Parisi
Gentile pfui,
la ringrazio ma non scambi il temperamento acceso e colorito , quello mio, con l’adirarsi, nulla di tutto questo, ecco qui un bel sorriso con il metodo “sms” ?

L’informazione, la conoscenza e’ sempre importante sorgente di diritto e di libertà , ben venga per tutto e tutti.
Certo, il medico deve essere pronto, a confrontarsi con una società della comunicazione, che crea cittadini coscienti e informati, i tempi del medico/santone sono finiti,oggi il cittadino e’ cosciente e sommerge di domande e domande il professionista.

Nei primi anni ’90 quando venivano fuori i programmi TV di salute, restammo spiazzati, ho un vivo ricordo, eravamo praticamente messi a ferro e fuoco da mille e mille domande,che avevano un sapore inquisitorio.
Tuttavia faceva piacere comunque, e, si trovava in tutto ciò, piuttosto che una perdita di tempo, uno stimolo a crescere.
Oggi soprattutto grazie alla rete,la gente e’ più informata.
Ci sono anche dei risvolti negativi, e questo dipende,dal fatto che , in ogni momento storico i grandi cambiamenti, ( la rete esiste da una manciata di anni ) sono vissuti un Po, come “ da bambini”, con poca esperienza e assai meno capacità di discriminare: mi riferisco alle campagne pubblicitarie che invitano a “scovare i medici autori di mal practice, e così che il cittadino si sta trasformando sempre di più, pronto alla denuncia facile.
Questo comporta, un atteggiamento difensivo ossessivo da parte del medico, che aggravia tutto, prima sui costi della sanità in generale,e, poi, sulla qualità finale del servizio medesimo.
Le faccio due esempi: se Lei viene da me, e, lamenta certi sintomi,e, grazie alla mia esperienza io ritengo inutile fare un certo esame o gruppo di esami, e non solo per risparmiare lei, ma anche i costi generali della sanità, Lei, e’ soggetto che può denunciare me per mal practice. Conosco personalmente tanti colleghi che, di fronte a tale dubbio, pescrivono una mole di esami che, oltre ad essere inutili ma sfiancanti per i pazienti, sono esami costosissimi per tutti noi. Ancora altro esempio: Lei subisce una operazione che, secondo lei non e’ andata benissimo, e, vuole riparare da altro chirurgo, ma ha già denunciato il primo di mal practice,chiedendo dei danni, ecco in questa situazione, e’ molto verosimile che il chirurgo riparatore, eviterà perfino di operarla.
La chirurgia, il medico con il bisturi in mano nn può operare con una pistola puntata alla tempia, provi ad immaginare cosa significhi na denuncia di mal practice nella carriera professionale e, nella vita di un medico che ha impiegato tutta la sua vita per raggiungere certi obbiettivi,che in Italia, tra l’altro sono,rispetto ai colleghi Europei, sotto pagati.
Non può operare con la pistola alla tempia, non funziona nemmeno nell’interesse di chi sta subendo l’intervento!
In tutto questo,e, per tutto questo poco., un Parlamento di nominati dalla legge elettorale che perfino il relatore leghista Calderoli chiamò “porcellum” che scopre che i professionisti della DIA di Napoli hanno preso un abbaglio…., non si occupa ne preoccupa: chi se ne frega del cittadino?.
Ormai la distanza tra un popolo che ha la sovranità nella spazzatura,e, una casta di nominati e’ così lunga ,che se ne accorge perfino il mio cane.
Andare dentro.
Adesso piuttosto che leggere la notizia, dobbiamo andare dentro la notizia.
La capacità di addentrarci e,filtrare emotivamente la notizia, e’ anch’essa una consapevolezza, che poco per volta,nel tempo, diverrà dominio di ognuno e ciascuno di noi. Quello che dobbiamo comprendere,e’ che stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti, e, ancora non ne siamo pienamente abituati, coscienti e preparati.
Grazie per il suo intervento.

Giuseppe Parisi
13 gennaio 2012 8:58 - pfui!
Gentilissimo Parisi, non si adiri!

le mie due righe non volevano essere un "affrettato giudizio" sul Suo articolo.

Semplicemente, ne prendevano a spunto l'argomento per evidenziare come la trasmissione del sapere scientifico (e medico in particolare) abbia storicamente incontrato forti resistenze anche a fronte di chiari benefici.

I contadini sifilitici di Bulgakov lo deridevano ("ho il mal di testa, e lui mi dà un unguento nero da mettere sulle braccia!").

Oggi, invece, la circolazione di informazioni effettivamente complesse tende spesso a forti semplificazioni: da un lato, la TV che strilla "il WC è pericolosamente infetto" e l'imprenditore senza scrupoli che potrebbe proporre lo "sciacquone a induzione inversa" (come Lei evidenzia nell'articolo); dall'altro, il rischio di minimizzare risultati che possono essere vantaggiosi in casi molto specifici (come quello del mio amico), o peggio di usarli come ingrediente della solita sbobba complottista.

E' il grande problema della divulgazione.

Ecco, questi erano i miei intenti con quelle poche righe, forse un po' "off topic". Evidentemente non ci sono riuscito, mi scusi.
13 gennaio 2012 6:04 - Giuseppe Parisi
Gentile signor pfui,
a mio modestissimo avviso,Lei dovrebbe sinceramente imparare a leggere con molta più severità e, saper scrutare dentro le righe, con molta cura , prima di deporre affrettati giudizi: a tal fine, nessuno nel messaggio ha attaccato Big-pharma.
Il messaggio e’ prontamente e brillantemente stato colto dai due altri lettori che hanno deposto il loro,un particolare da non tralasciare.
E Lei a inseguire i luoghi comuni, Big Pharma ecc., oppure essere contro la comunità scientifica, chi io?
Ho scritto che, sovente ci sono amenità in giro,e, la cosa non deve stupire visto la mole di ricerca sotto finanziata.
Lei mi riporta un caso limite,un paziente seriamente immuno-depresso, e, quindi non c’entra nulla sia con la ricerca in discussione, ne con il mio messaggio.
Voglio augurarmi veramente che lei non sia un partecipante ai lavori,altrimenti mi preoccuperei!
Concludo dicendole, che di quanto io ho scritto, lei ha compreso appena appena il 12 %.
Spiacente per lei, e ancor più spiacente, visto da come si potrebbe evincere dal suo messaggio, probabilmente lei non dovrebbe stare molto bene in salute.
E in questo io spero di sbagliarmi.
Al signor savpg8801,
rispondo che, le grandi epidemie-pandemie del passato, che hanno segnato il corso della storia modificandolo, erano e capitavano soprattutto per la mancanza di minime risorse e conoscenze banali di igiene,intesa come metodo sanitario.
Tenga presente che l’umanità’ nei secoli e per secoli, ha viaggiato nella mera ignoranza e nella non conoscenza.
Oggi,malgrado il progresso raggiunto, l’umanità’ con lo scibile umano,e mille anni indietro a quanto dovremmo essere giunti.
Per questo ritardo qualcuno ha precise responsabilità.
Il suo riferimento all’alimentazione, quasi noiosa, certo che si, non esiste al mondo un alimento panacea, non si mangia la cipolla o la maggiorana e, si guarisce.
Lei aggiunge che i medici osservano immunodepressi.
L’immunodepressione e’ una patologia, per giunta molto seria, solo per chi e’ portatore di HIV.
Per gli altri, “immunodepressi” come dice lei, significa, cattiva e sbagliata alimentazione, fumo, magari alcool, serate in discoteca dormendo poche ore, vita in città senza mai spazi verdi ,ecc.
E questo non e’ immunodepressione, e’ sforzarsi per far funzionare male il proprio organismo, e’ altra cosa.
Il mondo va osservato nella sua totalità, e sapremo risolvere i problemi, quando di ogni singolo settore dello scibile umano, sapremo integrare tutte in uno.
E’ facile a dirsi,difficile da attuarsi, tuttavia, non sono pochi gli scienziati che stanno lavorando in questa direzione.
Pertanto ne il Resveradrolo ne la Maggiorana possono risolvere i problemi , e, non e’ nemmeno vero che la natura matrigna, con le pandemie che decimavano, salvava gli “eletti da Dio”, anche perché non era colpa di madre natura,ma dell’ignoranza e tante volte anche della stupidità dell’uomo, “virus” dei quali ancora l’umanità non si e’ liberata.
12 gennaio 2012 13:00 - pfui!
Io conosco una persona gravemente immunodepressa, a cui i medici specialistici della Clinica Universitaria pisana hanno già da qualche anno consigliato delle "buone pratiche" da rispettare nella quotidianità, anche da parte dei familiari e dei visitatori.
Tra i vari consigli, c'era proprio quello di chiudere sempre il wc prima di avviare lo sciacquone.

Il mio amico, seguendo e facendo seguire quei consigli, sta molto meglio!

Chi è in salute può sempre permettersi di sfottere le ricerche di "BigFarma": tanto sono risate facili alle spalle di chi soffre, ed è sempre di moda prendersela con le "multinazionali giudo-pluto-massoniche"...

Di Michail Bulgakov è noto ai più il romanzo "il maestro e Margherita"; ma scrisse anche gli autobiografici "Appunti di un giovane medico", il cui racconto "L'eritema stellato" la dice lunga su quanto sia radicata la diffidenza verso la scienza e i ricercatori. In un episodio, una mamma si ostina a usare il suo cucchiaio per imboccare il piccolo figlio, che contrarrà così la sifilide...
11 gennaio 2012 10:52 - prozaq
Condivido l'articolo ed i commenti precedenti.

La presenza di microrganismi sul nostro corpo è assolutamente normale, ne abbiamo centinaia di specie sulla pelle e nelle mucose, per non parlare del microbiota intestinale che costituisce un sistema simbiotico fondamentale non solo per la salute ma per la stessa nostra vita.

Quello di cui dobbiamo preoccuparci sono le specie patogene, che sono una percentuale minima del totale e quelle contagiose ancora meno.

La maggior parte delle infezioni ce le portiamo alla bocca da soli con le mani, quindi lavarsi spesso le mani con il normale sapone è una buona abitudine. L'uso eccessivo di disinfettanti e antibiotici (come suggerisce la pubblicità di alcuni prodotti trasmessa in questi giorni) rischia di distruggere inutilmente il patrimonio di specie simbiotiche utili, per eliminare qualcosa che nemmeno c'è.

Non credo che si possa guarire da difterite, tifo, tubercolosi, ecc. senza antibiotici o vaccine, ma sicuramente i malesseri di stagione possono essere evitati con la buona alimentazione e la vita all'aria aperta.
11 gennaio 2012 5:47 - antonio5000
Si sa dai molti studi eseguiti che sui taglieri usati in cucina per preparare carni e verdure si trovano 200 volte più batteri fecali che sui sedili dei gabinetti.
Si sono testati vari oggetti di impiego comune per stabilire quali fossero quelli maggiormente contaminati da batteri e virus.
Nell'elenco che ho letto ricordo a caso le maniglie degli ospedali, le aste di appoggio passeggeri nei mezzi pubblici, le barre con cui si spingono i carrelli nei supermercati, le cravatte dei medici, i menu dei ristoranti e, naturalmente, monete e banconote. Se ci pensate bene si tratta di tutti quegli articoli che non vengono mai puliti o lavati.
A questo proposito aggiungo io: ma nei ristoranti ampolle di vino e aceto, saliere e pepiere che vengono toccate da migliaia di persone, vengono mai pulite? E coloro che giustamente prima di sedersi al tavolo del ristorante passano al bagno per lavarsi le mani, hanno mai pensato che con quelle stesse mani lavate uscendo hanno toccato la maniglia della porta? Allora? Considerando tutte queste occasioni di infezione tutta la popolazione dovrebbe essere costantemente ammalata. E' evidente che il nostro organismo ha delle capacità di difesa naturale straordinarie e che il primo fronte di difesa è quello di mettere e mantenere il nostro sistema immunitario nelle condizioni migliori per combattere efficacemente da sè gli attacchi esterni.
Con ciò non volgio dire che della igiene dobbiamo assolutamente fregarcene.Ad esempio sarà meglio adottare qualche precauzione in più nel periodo invernale quando l'influenza diventa aggressiva e anche il sistema immunitario più forte può essere sopraffatto.
E' forse inutile ricordare che il maggior pericolo di contrarne il virus è costituito dalle strette di mano?
Oltre al mantenimento di un sistema immunitario efficiente attraverso alimentazione e stile di vita adeguati, la seconda precauzione più importante è quella di lavarsi le mani, ma questo non in maniera maniacale che ha come risultato di eliminare le difese naturali della pelle, ma solo dopo aver toccato cose che albergano una gran quantità di batteri e virus.
Sopratutto non cadete nella trappola di usare saponi antibatterici. La maggior parte di essi sono a base di triclosan, che oltre ad uccidere i batteri uccide anche le cellule del corpo umano e a lungo andare contribuisce alla comparsa di ceppi di batteri resistenti, la moderna piaga di cui non si sa come liberarsi.
10 gennaio 2012 16:56 - savpg8801
Io non sarei così unidirezionale nelle soluzioni per trarre d'impaccio l'Umanità dalle malattie batteriche o micotiche(o altro) con la semplice soluzione, al giorno d'oggi, non applicabile universalmente.
Sarebbe a dire che debellata la tbc o il vaiolo o arginate le varie "pestilenze" dei secoli andati con i soli tuffi nei liquami o mangiando formaggi e creme di tutti i popoli, ci si immunizzasse così facilmente.
Chissà perche non c'è medico che non diagnostichi frequentemente immunodepressi fra i suoi pazienti.
E che non prescriva rimedi vitaminici o sali o sostanze di ogni genere, perlopiù erboristiche, a sostegno di fortificazioni corporee e (ormai inflazionate come il famoso "spread" di attuale paranoia finanziaria) di antiossidazione come rimedio universale, o di sostanze "naturali" antiinfiammatorie...e via discorrendo.
Innanzitutto farei una distinzione fra giovani e anziano-vecchi, poi fra predisposizioni e deficienze acquisite, ed ancora insrendo nel novero malattie acute che non possono essere prevenute nemmeno avendo mangiato aglio o sedano, o resveratrolo tutta la vita (ma che noia).
Il dato riportato dal dr. Parisi è purtroppo realistico. Chi di noi (il sottoscritto si annovera fra gli anziano-vecchi) non ha appurato l'inefficienza di tanti antibiotici, anzi la loro dannosità anche solo per il fatto che hanno procurato micidiali resistenze non più facili da domare.
Peraltro, leggendo ormai miriadi di informazioni nutrizionali ove tutto è ricco di questo o dell'altro, bisognerebbe andare, poi, dallo psicanalista per farsi consolare del...come mai mi è venuto questo guaio dato che mangio carote e cipolle tre volte al giorno da quarant'anni? Sono forse troppo pochi. o..accidenti..non ho mangiato abbastanza maggiorana?
Leggendo un volume molto interessante di un mio amico professore e medico infettivologo(purtroppo deceduto) sulle "pestilenze nei secoli" desumo che le epidemie, spesso, erano ""utili"" per immunizzare alcuni, ma a scapito di molti.
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