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28 gennaio 2012 17:17 - Giuseppe Parisi
DIOSSINA ALLE IMPRONTE DIGITALI
Ambientalisti: contaminati da diossina

TARANTO – “I periti della Procura hanno dato una risposta limpida ad una città inquinata che ha fame di giustizia e sete di verità. Con il linguaggio della
scienza hanno scritto cose che pesano come macigni e ridanno speranza alla lotta per un futuro pulito”. Lo affermano in una nota Alessandro Marescotti,
presidente di Peacelink Taranto, e Fabio Matacchiera, presidente della Fondazione antidiossina onlus, riferendosi alla relazione dei periti chimici depositata
ieri alla cancelleria del gip di Taranto Patrizia Todisco, che rappresenta la prima parte della maxi-perizia sulle emissioni dell’Ilva, disposta nell’ambito
di un incidente probatorio. 

“Al quesito se i livelli di diossina e Pcb rinvenuti negli animali abbattuti e se i livelli di diossina e Pcb accertati nei terreni circostanti l’area
industriale di Taranto siano riconducibili alle emissioni di fumi e polveri dello stabilimento Ilva – aggiungono gli ambientalisti – la risposta degli
esperti nominati dal Tribunale è affermativa. I periti hanno cercato e trovato la cosiddetta impronta digitale della diossina. Era il passaggio chiave
per individuare il principale responsabile di questo tipo di inquinamento cancerogeno che preoccupa un’intera comunità. La diossina infatti lascia una
impronta particolare che consente di risalire all’inquinatore”. 

Secondo Marescotti e Matacchiera, “la diossina che ha contaminato l’ambiente attorno all’Ilva è correlabile, sulla base delle evidenze scientifiche raccolte,
agli elettrofiltri (posti all’altezza del suolo) che dovevano essere sigillati e non dovevano avere alcuna dispersione di diossina nell’ambiente”. “Nessuna
legge infatti consente a un’azienda di disperdere 'al ventò fumi e polveri contaminate provenienti dagli elettrofiltri inquinando l’ambiente circostante
e la catena alimentare. Sarà molto difficile per l’azienda - concludono – dimostrare che tutto questo è avvenuto rispettando le leggi ambientali che invece
vietano la dispersione di emissioni cancerogene diffuse e fuggitive non efficacemente captate”.
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno on line
26 gennaio 2012 7:59 - Giuseppe Parisi
Gentile Gianna,
sembra proprio di sì, e’ il medesimo Veronesi Umberto, “deformato” dalle sue amicizie Milanesi, vedi Ligresti ad esempio, ( ancor prima dell’amato Silvio ) , spintosi fino a “modulare” perfino se stesso e le idee, pur di salvaguardare , talumi accordi e interessi sottostanti.
Le faccio subito un veloce ma significativo esempio: il Centro Europeo dei Tumori di Milano, “convenzionato ” con un hotel, che e’ perfino fuori porta, ecco, tale hotel e’ di Salvatore Ligresti.
Certamente sara’ solo un caso….

Questo episodio ( Veronesi che riferisce di voler dormire con i tossici radioattivi sotto il letto ) lo integro in qualcosa di più grande e complesso: la caratteristica di questo Paese Italia.
La stessa Italia, che sbalordisce e indigna tutto il Mondo, tranne noi Italiani .
Abbiamo i duroni ?

G. Parisi
25 gennaio 2012 10:08 - Zanna
ma è lo stesso Veronesi che si sarebbe tenuto le scorie radioattive sotto il letto?
23 gennaio 2012 18:54 - lucillafiaccola1796
e ben vi Sta.Lin, magna cadaveri!!!!!
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