Quindi, operatori SSN, siamo tutti d'accordo con
Mastrantoni. Il triagista non può certo far fronte a tutte
le esigenze sanitarie della popolazione.
Non si parla certo di esterofilia, quando si guarda a
modelli diversi, ma di valutare come regole diverse di
organizzazione della sanità pubblica possono portare
maggiori benefici e minori sprechi.
12 gennaio 2013 3:41 - Maximo75
Vorrei chiarire le affermazioni della collega
infermiera.
Il processo che porta ad una diagnosi medica è spesso un
percorso a volte molto tortuoso(grazie anche alla burocrazia
italiana che fa si di ritenere responsabile a volte
l’unico che ha il coraggio di fare e di operare in una
certa situazione-ovviamente complicata) , che include ,
oltre all’esame obiettivo,all’anamnesi remota e prossima
anche esami laboratoristici e strumentali . Vede la
stretta collaborazione di svariati professionisti e di
svariate specialità della disciplina medica,ivi inclusi
professionisti infermieri, ed è vero che sono loro ad
assegnare il codice , compatibilmente comunque a
procedimenti standardizzati ed unanimamente riconosciuti
dalla comunità scientifica internazionale. Solo alla fine
di questo percorso il medico enuncia una diagnosi certa –
ed è sempre un po’ come scovare l’assassino di un
giallo.
A livello di triage ,è vero che si hanno molte
responsabilità (come in ogni livello della professione
infermieristica comunque) e si pone la necessità di una
continua rivalutazione delle funzioni vitali e cognitive di
ogni paziente .Infatti, in 5 minuti,lo scenario può mutare
repentinamente , le priorità assistenziali del paziente
possono cambiare –una frattura di femore può evolvere in
un quadro di embolia con necessità rianimatorie
etc.etc.etc.
Il tutto per dire che stiamo parlando di un ambiente in cui
l’unica costante è :la complessità.
Il famoso effetto farfalla da noi esiste – basta un
particolare non riportato o trascurato (un battito
d’ali) ed a distanza d’ore quel particolare può
arrivare a compromettere la vita del paziente (l’uragano
nel texas)..
Migliorare si può ; tutte le volte che arrivano i pazienti
è sempre come se fosse la prima volta – non hanno esami
attendibili , non sanno le loro patologie , non conoscono
niente , non sanno neanche se sono allergici o meno , e se
si , a quali farmaci o procedure diagnostiche-es. ha detto
allergico all’aspirina-si l’ultima volta ho vomitato –
ma è allergico o intollerante – allergico- no signore, se
ha vomitato può darsi si tratti di intolleranza gastrica e
così via dicendo .Sono ore che vengono perse inutilmente
,(nel migliore dei casi il pz. parla e capisce l’italiano)
quando basterebbe un chip su una tessera che viene
aggiornato ad ogni passaggio ad eliminare inutili code,
inutili trafile , inutili domande, ore di infermieri al
lavoro.Ma a quanto sembra è tutto così complicato!!!!
Ma…Di chi è la colpa di quello che è successo a Roma?
Dell’amministrazione?Hanno ridotto l’organico? Di una
spaventosa eruzione? Avevano aperto un bar che dava
colazioni gratis nei paraggi?
Dovremmo chiarire .Chiarire e informarci .Perchè?
La mia paura-in generale- è che stiamo cercando di svilire
– con vari mezzi politici- con varie pubblicità
ingannevoli– una delle cosa più belle di cui gode la
nostra nazione ;Il servizio sanitario pubblico . A favore di
chi? A favore di cosa?Cliniche private ? Assicurazioni
private? Forse.Può darsi . Domani arriveremo a farci fare
un’assicurazione privata per farci ricoverare nella villa
privata con piscina..A legittimare la chiusura di ospedali
perché non funzionanti o non -Accreditati
.?Chissà.Vogliamo questo?!Pagare decine di migliaia di euro
per dieci giorni di ricovero?Per avere una piscina
inservibile e ricevere un’assistenza normale o peggiore
(mi è stato detto anche questo).
Allora dobbiamo smetterla di fare gli struzzi . Impariamo a
far valere i nostri diritti quando li vediamo calpestati
.L’ospedale è di tutti- è l’unica risorsa per i miei
parenti – per me stesso se mi accadrà qualcosa di brutto.
Se vedo un tizio che urina sul telefono , è mio dovere
avvisare l’autorità competente .Così se ho un po’ di
tosse , posso andare tranquillamente dal mio medico di base
. Ma si sa , all’ospedale si ha un check up completo
presto e subito, e conviene sempre , se l’alternativa sono
ore al telefono per prenotare un appuntamento che chissà
quando mi verrà dato
11 gennaio 2013 16:21 - tiziana197097
Sarebbe bene spiegare come viene determinata l'assegnazione
del codice colore in un pronto soccorso. Il paziente che
accede al servizio viene accolto da un INFERMIERE TRIAGISTA
e non da un medico. L'Infermiere incaricato e preparato con
appositi corsi per eseguire il Triage ha il dovere di :
rilevare i parametri vitali,effettuare esami estemporanei
utili a suo giudizio ,(glicemia, test urine ecc...),
valutare segni e sintomi riferiti e procedere (quando
possibile)ad una intervista che è finalizzata a
circostanziare l'accaduto , malessere riferito, patologia
rilevanti correlate o pregresse, allergie, terapie
farmacologiche in atto ecc... Di fatto la DIAGNOSI
INFERMIERISTICA orienterà il medico nello step successivo.
Pertanto, ribadisco, IL TRIAGISTA assegna il primo codice
colore o attribuzione di urgenza. E' sempre responsabilità
dell'Infermiere sorvegliare i pazienti registrati e
rivalutare l'attribuzione del codice nel caso
sopraggiungessero ulteriori complicanze durante l'attesa per
la visita medica. E' intuitivo che la figura professionale
dell'Infermiere continua ad avere poca o scarsa rilevanza
quando invece è di fatto e di diritto il primo Operatore
Sanitario a gestire il delicato compito del filtro
dell'emergenza e l'unico responsabile. Spiacente vedere
quanta poca importanza viene data a chi rappresenta un
pilastro per l'assistenza sanitaria e l'unica figura cui gli
utenti possono interloquire senza dover assumere
atteggiamenti di piaggeria affatto dignitosi. Sarebbe quindi
auspicabile incentivare e predisporre come regola
l'Infermiere di famiglia che insieme al Medico di base
possano gestire territorialmente tutti i casi che non
necessitano del Pronto Soccorso. Purtroppo il concetto di
eccellenza ci sfugge culturalmente e ci nascondiamo dietro
l'esterofilia quando siamo incapaci di piani di
progettazione che vadano verso un interesse di miglioramento
collettivo della qualità della vita.
Triagista SSN