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15 febbraio 2013 7:35 - Cepu
Quindi, operatori SSN, siamo tutti d'accordo con Mastrantoni. Il triagista non può certo far fronte a tutte le esigenze sanitarie della popolazione.

Non si parla certo di esterofilia, quando si guarda a modelli diversi, ma di valutare come regole diverse di organizzazione della sanità pubblica possono portare maggiori benefici e minori sprechi.
12 gennaio 2013 3:41 - Maximo75
Vorrei chiarire le affermazioni della collega infermiera.
Il processo che porta ad una diagnosi medica è spesso un percorso a volte molto tortuoso(grazie anche alla burocrazia italiana che fa si di ritenere responsabile a volte l’unico che ha il coraggio di fare e di operare in una certa situazione-ovviamente complicata) , che include , oltre all’esame obiettivo,all’anamnesi remota e prossima anche esami laboratoristici e strumentali . Vede la stretta collaborazione di svariati professionisti e di svariate specialità della disciplina medica,ivi inclusi professionisti infermieri, ed è vero che sono loro ad assegnare il codice , compatibilmente comunque a procedimenti standardizzati ed unanimamente riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale. Solo alla fine di questo percorso il medico enuncia una diagnosi certa – ed è sempre un po’ come scovare l’assassino di un giallo.
A livello di triage ,è vero che si hanno molte responsabilità (come in ogni livello della professione infermieristica comunque) e si pone la necessità di una continua rivalutazione delle funzioni vitali e cognitive di ogni paziente .Infatti, in 5 minuti,lo scenario può mutare repentinamente , le priorità assistenziali del paziente possono cambiare –una frattura di femore può evolvere in un quadro di embolia con necessità rianimatorie etc.etc.etc.
Il tutto per dire che stiamo parlando di un ambiente in cui l’unica costante è :la complessità.
Il famoso effetto farfalla da noi esiste – basta un particolare non riportato o trascurato (un battito d’ali) ed a distanza d’ore quel particolare può arrivare a compromettere la vita del paziente (l’uragano nel texas)..
Migliorare si può ; tutte le volte che arrivano i pazienti è sempre come se fosse la prima volta – non hanno esami attendibili , non sanno le loro patologie , non conoscono niente , non sanno neanche se sono allergici o meno , e se si , a quali farmaci o procedure diagnostiche-es. ha detto allergico all’aspirina-si l’ultima volta ho vomitato – ma è allergico o intollerante – allergico- no signore, se ha vomitato può darsi si tratti di intolleranza gastrica e così via dicendo .Sono ore che vengono perse inutilmente ,(nel migliore dei casi il pz. parla e capisce l’italiano) quando basterebbe un chip su una tessera che viene aggiornato ad ogni passaggio ad eliminare inutili code, inutili trafile , inutili domande, ore di infermieri al lavoro.Ma a quanto sembra è tutto così complicato!!!!
Ma…Di chi è la colpa di quello che è successo a Roma? Dell’amministrazione?Hanno ridotto l’organico? Di una spaventosa eruzione? Avevano aperto un bar che dava colazioni gratis nei paraggi?
Dovremmo chiarire .Chiarire e informarci .Perchè?
La mia paura-in generale- è che stiamo cercando di svilire – con vari mezzi politici- con varie pubblicità ingannevoli– una delle cosa più belle di cui gode la nostra nazione ;Il servizio sanitario pubblico . A favore di chi? A favore di cosa?Cliniche private ? Assicurazioni private? Forse.Può darsi . Domani arriveremo a farci fare un’assicurazione privata per farci ricoverare nella villa privata con piscina..A legittimare la chiusura di ospedali perché non funzionanti o non -Accreditati .?Chissà.Vogliamo questo?!Pagare decine di migliaia di euro per dieci giorni di ricovero?Per avere una piscina inservibile e ricevere un’assistenza normale o peggiore (mi è stato detto anche questo).
Allora dobbiamo smetterla di fare gli struzzi . Impariamo a far valere i nostri diritti quando li vediamo calpestati .L’ospedale è di tutti- è l’unica risorsa per i miei parenti – per me stesso se mi accadrà qualcosa di brutto. Se vedo un tizio che urina sul telefono , è mio dovere avvisare l’autorità competente .Così se ho un po’ di tosse , posso andare tranquillamente dal mio medico di base . Ma si sa , all’ospedale si ha un check up completo presto e subito, e conviene sempre , se l’alternativa sono ore al telefono per prenotare un appuntamento che chissà quando mi verrà dato
11 gennaio 2013 16:21 - tiziana197097
Sarebbe bene spiegare come viene determinata l'assegnazione del codice colore in un pronto soccorso. Il paziente che accede al servizio viene accolto da un INFERMIERE TRIAGISTA e non da un medico. L'Infermiere incaricato e preparato con appositi corsi per eseguire il Triage ha il dovere di : rilevare i parametri vitali,effettuare esami estemporanei utili a suo giudizio ,(glicemia, test urine ecc...), valutare segni e sintomi riferiti e procedere (quando possibile)ad una intervista che è finalizzata a circostanziare l'accaduto , malessere riferito, patologia rilevanti correlate o pregresse, allergie, terapie farmacologiche in atto ecc... Di fatto la DIAGNOSI INFERMIERISTICA orienterà il medico nello step successivo. Pertanto, ribadisco, IL TRIAGISTA assegna il primo codice colore o attribuzione di urgenza. E' sempre responsabilità dell'Infermiere sorvegliare i pazienti registrati e rivalutare l'attribuzione del codice nel caso sopraggiungessero ulteriori complicanze durante l'attesa per la visita medica. E' intuitivo che la figura professionale dell'Infermiere continua ad avere poca o scarsa rilevanza quando invece è di fatto e di diritto il primo Operatore Sanitario a gestire il delicato compito del filtro dell'emergenza e l'unico responsabile. Spiacente vedere quanta poca importanza viene data a chi rappresenta un pilastro per l'assistenza sanitaria e l'unica figura cui gli utenti possono interloquire senza dover assumere atteggiamenti di piaggeria affatto dignitosi. Sarebbe quindi auspicabile incentivare e predisporre come regola l'Infermiere di famiglia che insieme al Medico di base possano gestire territorialmente tutti i casi che non necessitano del Pronto Soccorso. Purtroppo il concetto di eccellenza ci sfugge culturalmente e ci nascondiamo dietro l'esterofilia quando siamo incapaci di piani di progettazione che vadano verso un interesse di miglioramento collettivo della qualità della vita.
Triagista SSN
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