il debito pubblico si può anche cancellare, ma poi voglio
vedere chi presta ancora un ghello a chi non rispetta i
patti.
Svaluti ? ok, allora io torno ai franchi svizzeri.....
16 dicembre 2013 23:09 - MICHEPIGNA
Per abbattere il debito pubblico l'unico sistema veloce ed
efficace in questo momento è quello di SVALUTARE L'EURO. La
Banca Centrale Europea stampa moneta e la distribuisce in
misura proporzionale alla massa monetaria detenuta da
ciascun paese dell'area euro, l'Italia destina il flusso
monetario a sua disposizione per riacquistare i titoli di
stato attualmente detenuti dalla BCE e semplicemente li
ESTINGUE. L'obiettivo della BCE potrebbe essere quello di
riportare il cambio EURO / DOLLARO alla parità ( 1 EUR = 1
USD ).
5 novembre 2013 13:53 - Cepu
che tipo di discorso passo passo vogliamo fare ? L'euro c'è
e non si esce. Per farlo funzionare ... cito ... "Non
sarebbe, allora, il caso di farne una questione politica
centrale a livello europeo?
Non sarebbe il caso che le forze politiche in Italia
parlassero di questo invece di rincorrere un miliardo per
evitare l'aumento dell'Iva?"
17 ottobre 2013 17:32 - michele6949
Buona sera,
io osservo che da quando si inizio´ a parlare
dappertutto di spread nessuno ha fatto notare in TV
o sui giornali
che i BUND tedeschi , le obbligazioni
usate come termine di paragone per stabilire lo
spread erano (e sono)
salire molto sopra la pari .
A nessuno di voi e´ sembrato un po´ strano?
Lo dico per impostare un discorso passo passo,
non sono un complottista o un anti Euro.
Non saltate a strane conclusioni!
16 ottobre 2013 22:46 - PinoR
Come si fa a estinguere un debito, se i soldi per pagare gli
interessi non esistono?
16 ottobre 2013 21:55 - nobody67
"Se qualcosa cambierà sarà merito dei soliti.
Ma il carro del vincitore come di consueto ospiterà le
retroguardie e i pavidi.
I condottieri cercano gloria sul campo, i condotti o i
disertori rivendicano meriti che non hanno.
A scuola si dovrebbero insegnare prima le tecniche di
combattimento, poi la pallavolo; prima la storia
contemporanea e classica, poi fenici, egiziani ed
assiro-babilonesi; prima l'educazione civica, poi, semmai,
la religione.
Il rammollimento generale giova ai furbi, non agli
intelligenti, favorisce gli opportunisti, scoraggia i
volenterosi.
La totale perdita di meritocrazia ha ucciso la classe
produttiva, ha contribuito a disincentivare lo sfruttamento
positivo delle peculiarità individuali, ha precluso la via
dello sviluppo spontaneo delle specificità italiane, vanto
e primato mondiale altrimenti inarrivabile.
Assistiamo ormai impotenti, vincolati da trattati capestro
europei, alla svendita di parti importanti della nostra
amata Italia sotto gli occhi furbi di capitalisti stranieri
e italiani e, quel che è più grave, sotto gli occhi
indifferenti di molti tra noi, preoccupati di essere
politicamente corretti ed allineati e coperti sotto
l'ombrello bucato del sinistro establishment nazionale ed
internazionale.
Ascoltiamo stranieri che si meravigliano divertiti di quanto
sia facile per loro aggirare leggi italiane che invece
strangolano commercianti e manifatturieri autoctoni, quegli
stessi che dovrebbero rappresentare trama e ordito di quel
tessuto sociale che è andato disgregandosi a causa di
politiche esterofile di delocalizzazione dissennata e
speculazione assassina.
Politiche folli improntate alla ricerca di un consenso
numerico, non a un riconoscimento per aver operato per il
bene di una comunità.
Una strada del potere per il potere piena di buche e di
morti, persone suicidatesi perché pensavano bastasse
onestà e buona volontà per sopravvivere, non per vivere
quella vita che una casta di incompetenti e disonesti si è
arrogata il diritto di potersi permettere sulle spalle di
chi ha sempre trainato il carrozzone.
Per non parlare dell'euro, un vero colpo di grazia stoccato
con il peso del signoraggio dovuto a una banca private
estera (spacciata per comunitaria) che origina un debito
pubblico autorigenerante e, pertanto, impossibile da
rimborsare né per capitale né, tantomeno, per
interessi.
Sprechi indicibili, impiegati statali fantasma, burocrazia
punitiva, tassazioni oltre ogni ragionevole limite, baby e
superpensionati, stipendiati di lusso e pregiudicati
intoccabili fanno da contraltare a milioni di persone che
chiedono GIUSTIZIA" [Anonimo]
9 ottobre 2013 17:02 - Alessandro Pedone
@hatai
Comprendo che non avendo nessuna nozione di come funziona il
sistema monetario possa avere le perplessità che ha
esposto.
Non posso in poche righe essere esauriente nella risposta.
Il fatto è che nel nostro sistema il denaro viene creato
dal nulla. Questo è quello che accade regolarmente ogni
giorno.
Il denaro viene creato dal sistema delle banche sia centrali
che private. Avviene in tutto il mondo e regolarmente, anche
in questo momento.
La banca centrale ha la credibilità che deriva dal fatto
che è la sola che per legge può emettere moneta avente
valore legale.
Cos'è che da credibilità a questa moneta? Il fatto che sia
l'unica forma con la quale i cittadini possono assolvere ai
loro obblighi nei confronti dello stato.
Questo è tutto.
La moneta non è altro che una convenzione sociale.
L'unica cosa che posso dirle è quella di documentarsi su
questi temi. Solo comprendendo per bene come funziona il
sistema monetario si può trovare la soluzione ai problemi
economici.
Fino a quando restiamo in questo schema monetario potremo
fare piccoli aggiustamenti, ma non risolveremo mai il
problema alla radice.
9 ottobre 2013 15:18 - hatai
Caro Pedone, non capisco la proposta, la banca d'Italia (che
e' proprieta'dello stato stesso? e/o di banche italiane?)
compra il debito italiano accontentandosi dell 1% di
interesse, ovviamente lo farebbe non seguendo le regole di
mercato cioe' non per massimizzare il proprio profitto ma
esattamente l'opposto. ... E questo acquisto lo farebbe
stampando moneta in modo artificioso, cioe'senza alcun
legame con la ricchezza del paese ... Insomma facendo il
parallelo e'come se io mi indebitassi assai, dovrei quindi
pagare interessi elevati perche' nessuno piu' crederebbe che
io possa ripagare i miei debiti ... ma forse neanche gli
interessi. Quindi convinco il mio parente prossimo a
prestarmi denaro a basso interesse, dandomi soldi stampati
in cantina .... Come potrebbe egli avere credibilita'? Chi
darebbe valore a questi soldi? Mi perdoni l'ignoranza
9 ottobre 2013 13:14 - francescodeleo
@neru
La grecia non è fallita perchè non poteva emettere più
moneta, ma perchè ha ha accumulato debiti in misura
esorbitante. E hanno anche mentito falsificando i conti. Tu
potresti affermare che le sarebbe bastato emettere moneta
per non accumulare quel debito. Io ritengo che non si può
stampare tutta la moneta che si vuole poichè si
innescherebbero tutta una serie di eventi negativi. Sarebbe
molto facile anche dire "allora stampiamo solo 10 miliardi
di soldi all'anno". Una volta scrissi che sarebbe possibile
emettere moneta costantemente collegandola per esempio
all'andamento del pil (100% oppure 50% oppure 20%). Una cosa
fattibile, ma dalle conseguenze non note. Volgio far
presente che il giapone ha giustificato l'emissione di
moneta con obiettivo un certo tasso di inflazione. Eppure
anche il programma giapponese sarà di durata limitata. Come
anche il programma degli USA. Come vedi l'emissione della
moneta non può sostituire l'economia reale, ma al massimo
potrà esserne un supporto, se verrà usata per raggiungere
gli obiettivi giusti. A volte ho l'impressione che si cerca
di tutto per trovare "la pietra filosofale" del millennio
(anche del precedente), ovvero il modo di fare soldi senza
lavorare, nel senso tradizionale. A dire il vero piacerebbe
anche a me, ma...
9 ottobre 2013 12:45 - francescodeleo
Dato che non lo ha fatto nessuno, mi correggo da solo: ho
scritto in un post 3,7% e 37% anzichè 2,7 2% 27% calcolati
così, a mente (ovviamente se il debito pubblico è
superiore al pil il suo incremento sarà inferiore al
deficit in termini percentuali - fondamenti di algebra).
8 ottobre 2013 21:15 - neru
@ francescodeleo
La spiegazione e' data dal fatto che anche la Grecia da
quando è entrata nell'Euro non è più uno Stato
sovrano.
Fino a che non è chiara cosa sia la sovranità monetaria e'
difficile capire quello che sta succedendo.....
8 ottobre 2013 18:14 - francescodeleo
@Alessandro Pedone
Bah, ce ne sono tanti che vogliono modificare il trattato
Europeo per i più svariati motivi, ora ne conosco uno in
più.
Volendo continuare, forse non ci capiremo mai, pazienza.
Se parliamo di dati reali, allora parliamo di dati reali,
non può parlare di dati che si trovano scritti da qualche
parte nel trattato di Maastricht. Il 3% è un numero, non
un'opinione. Una opinione è dire che il 3% è buono
anzichè un 5% o il pareggio di bilancio, ma ripeto il 3%
"é" il 3%. Vuole essere gentile da dirmi dove posso leggere
nel Trattato Di Maastricht la regola del 2+1=3? Non ne
parlano mai in televisione. Faccia solo questo strappo alla
regola che ha scritto nel suo post precedente. Anche quando
si parla di ammontare di debito pubblico si esprimono
opinioni, poichè nessuno può dire con assoluta certezza
che il 60% è migliore del 200% e viceversa. Come per
l'intervento precedente, mi ha attribuito cose che non ha
mai scritto.
Certo lo spread verso la Germania è elevato, ma si parla
anche di spread verso la Spagna. Lei la butta solo sul piano
finanziario, il che potrebbe avere qualche utilità a scopo
didattico, ma a me sta stretto. Problema mio allora.
Pazienza, me ne faccio una ragione.
Lei dice: "conosce la differenza fra avanzo primario e
pareggio di bilancio?" e "... sarebbe condannarci ad una
recessione che abbasserebbe il PIL ed aumenterebbe il
rapporto Deficit/PIL". Che fà, mi prende per il culo? Allo
stato attuale delle cose l'Italia non potrebbe permettersi
nemmeno di restare al di sotto del 3% di deficit. Una
riduzione della spesa pubblica è sempre auspicabile, ma
bisogna essere giudiziosi, bisogna sapere dove poter agire e
come. A dire la verità non sono mai stato contrario al
deficit di bilancio, lo fanno tutti, chi sono io per poter
dire che è sbagliato? Ma un pensierino al pareggio di
bilancio lo faccio, per motivi miei. Certo, se riuscissimo a
pagare lo 0,5% sui titoli potremmo spingere il debito
pubblico anche al 500% avendo in questo modo a disposizione
una montagna di soldi, pur pagando la stessa quantità di
interessi.
Il problema dello stampo della moneta.
Come acquisterà la banca d'Italia i titoli? Con stampo
della moneta, con mezzi propri, ricorrendo al credito?
Quando (e se potrà farlo) la Banca d'Italia venderà i
titoli il loop si chiuderà. E solo allora. Guardi, io non
mi permetto di scrivere che lei non ha capito niente di ciò
che ha scritto.
Anche a lei faccio osservare ciò che ho fatto osservare a
Neru: la Grecia è fallita.
8 ottobre 2013 16:33 - francescodeleo
@Neru
Se il deficit e quindi il debito è sempre la strada
migliore, mi dici perchè la Grecia è fallita?
8 ottobre 2013 16:27 - Alessandro Pedone
@francescodeleo
Evidentemente non ci capiamo e poiché non è necessario che
ciò accada e vedo semplicemente un ripetere degli stessi
discorsi questa sarà la mia ultima replica a lei, almeno su
questo articolo.
Lei dice che mentre io parlo di modifiche al trattato
europeo lei si riferisce all'oggi. Peccato che il tema
dell'articolo era proprio ciò che si potrebbe fare con una
modifica al trattato europeo. Poi, lei può scrivere quello
che vuole, ma per dialogare, però, bisognerebbe parlare
della stessa cosa.
Lei è preoccupato per la questione del deficit del 3% e
crede che l'obiettivo dovrebbe invece essere il pareggio di
bilancio. A me sembra che faccia i conti un po'
approssimativi come si farebbero in famiglia, ma lo Stato
non funziona come una famiglia. Nel contesto attuale
l'obiettivo non è ridurre il debito pubblico in termini
assoluti ma ridurlo in termini relativi in rapporto al PIL.
La Germania, ad esempio, ha un debito pubblico in assoluto
maggiore del nostro (oltre 2100 miliardi di euro), ma è
inferiore al nostro in termini di Debito/PIL. Con un deficit
pubblico contenuto, l'inflazione e la crescita economia
positivi, si può ottenere una riduzione del rapporto
deficit/PIL a patto che la somma di inflazione e crescita
sia superiore al deficit. Ecco perché i parametri di
maastrich parlano di deficit massimo del 3%. Si considerava
un'inflazione intorno al 2% ed una crescita intorno all'1%.
Con questi dati, un deficit del 3% non aumenta il rapporto
debito/PIL.
Con un pareggio di bilancio, una crescita del PIL pari a
zero ed un'inflazione del 2% il rapporto Deficit/PIL
scenderebbe, pur non diminuendo il debito.
Spero che le sia un po' più chiaro adesso.
Il tema dell'articolo però riguarda il problema di quel
circa 6% di PIL di spesa improduttiva che è data dagli
interessi sul debito.
Se riducessimo quella spesa della metà non solo potremmo
raggiungere agevolmente un deficit molto contenuto
(addirittura un pareggio completo di bilancio) ma non
penalizzeremo l'economia gettandola in recessione come
abbiamo fatto adesso con le politiche di austerity. Puntare
di botto al pareggio di bilancio (che non è l'avanzo
primario, che è un altra cosa: conosce la differenza fra
avanzo primario e pareggio di bilancio?) sarebbe condannarci
ad una recessione che abbasserebbe il PIL ed aumenterebbe il
rapporto Deficit/PIL.
Ridurre quel 6% di PIL di spesa per interessi, invece,
stimolerebbe l'economia. Ecco perché è fondamentale
modificare il trattato sul funzionamento della BCE.
Infine, in modo un po' liquidatorio lei dice: "praticamente
vuole che la Banca d'Italia stampi moneta". Evidentemente
non ha capito niente della proposta, ma - francamente -
siccome l'ho scritto in più modi nell'articolo e nei
commenti di sotto, probabilmente non sono in grado di
scriverlo in modo più chiaro. Sarà un mio limite al quale
non sono in grado di sopperire.
Mi scusi se ad una eventuale sua replica io non replicherò
oltre.
Cordiali saluti
8 ottobre 2013 16:01 - Alessandro Pedone
@Neru
Che la strada intrapresa da questa Europa sia un disastro
ormai lo sanno anche i sassi. Infatti molti pensano che
prima o poi le cose dovranno cambiare.
Ciò che contesto alla MMT è che la soluzione sia
semplicemente la spesa in deficit. Ho cercato di
approfondire per bene le tesi e non mi hanno per niente
convinto.
Mi convincono ancora meno ciò che scrive Paolo Bernard
circa le tesi "complottiste" sul gruppo Bilderberg,
Trilaterale, ecc. Tesi alla quali mi sembra lei riprende
nella sua parentesi quando parla di "forze senza scrupoli".
Dobbiamo sforzarci in tutti i modi di fare informazione su
questi temi relativi all'economia ed al debito pubblico ed
alla moneta. Purtroppo c'è tantissima confusione ed anche
coloro che cercano di portare avanti tesi non "classiche",
spesso contribuiscono a questa confusione proprio con
approcci un po' troppo approssimativi.
8 ottobre 2013 15:48 - francescodeleo
@Alessandro Pedone
Beh, certo, quando parlo di titoli a lunga scadenza non mi
riferisco alla distinzione canonica tra titoli a breve, a
media e a lunga scadenza, ma volevo far presente che si
parla di operazioni che non possono essere condotte
dall'oggi al domani, considerando la situazione attuale
esistente.
Lei parla di modificare il Trattato Europeo, io mi riferisco
all'esistente: oggi il mercato ci dice che i titoli italiani
sono meno appetibili di altri e quindi dobbiamo pagare più
interessi; allo stato attuale delle cose collocando titoli
al 5% con scadenza a 5 anni o 10 a anni significa che
pagheremo interessi al 5% per 5 o 10 anni.
Quello che mi preoccupa è che qusi tutti danno per scontato
che rimanere sotto il 3% di deficit sia un risulatato
positivo (alcuni parlano di portare il deficit al 5% o
più). Invece voglio fare presente che un deficit del 3%
significa un aumento del debito pubblico superiore al 3,7% e
che in dieci anni, opportunamente semplificando, si avrebbe
un aumento del debito pubblico del 37% vanificando la
riduzione di un punto/un punto e mezo del tasso di
interesse, oppure vanificando una eventuale riduzione dello
stock del debito fatto attraverso una vendita di beni. Io
continuo ancora a credere che l'obiettivo minimo deve essere
il pareggio di bilancio. Lei praticamente vuole che la Banca
d'Italia stampi moneta (va be', lasciamo stare il discorso
se si tratta di moneta fisica o solo di moneta creditale).
E' un argomento di moda ultimamente, principalemnte in
Giappone e negli USA. Comunque una soluzione di questo tipo,
se non mutano in meglio le condizioni economiche e/o
politiche dell'Italia che dicono influenzano lo "spread"
porterà la Banca d'Italia a stampare moneta in
continuazione per acquistare i titoli di nuova emissione
perchè le condizioni del mercato non saranno mai favorevoli
per un suo disimpegno.
A voler essere pignoli, sebbene non abbia mai affermato che
si tratti di "una questione di scadenze dei titoli" e nè si
poteva giungere a questa conclusione, è anche vero che
l'intervento della Banca d'Italia non ha nulla a che fare
con il mercato dei titoli, non stabilisce lei il tasso di
interesse. Se poi vogliamo parlare di turbativa d'asta al
ribasso, beh, questo è un altro discorso...
8 ottobre 2013 14:37 - neru
Sai però cosa c'è Pedone, scontato che tutte le opinioni
sono legittime, che l'altra parte del mondo basa ancora le
sue economie e politiche monetarie tramite quelle che tu
chiami soluzioni stataliste.
Ma siccome, al di la di ogni accademismo di pensiero,i
sistemi che funzionano sono quelli che fanno stare meno
peggio le persone (anche se il fine ultimo di uno Stato
democratico dovrebbe essere il massimo benessere dei propri
cittadini, non dimenticarlo mai) è evidente ormai che la
strada intrapresa da questa Europa stia producendo, invece,
esattamente l'opposto e con prospettive drammatiche. E' vero
che lo stesso virus (immesso in circolazione da forze senza
scrupoli e veicolato per mezzo di utili idioti) sta cercando
d'infettare anche la prima economia del mondo, ma
auguriamoci che ciò non accada perchè allora il disastro
sarebbe planetario. E vedresti, allora, come tutti
invocherebbero l'intervento statalista.... No, Pedone, il
debito pubblico è un falso problema per uno Stato sovrano,
ma il dramma è che il Nostro non lo è più. E gli
italiani, tenuti all'oscuro, continuano a credere che il
problema sia non sforare il 3% ...come siamo messi male.
8 ottobre 2013 12:45 - Alessandro Pedone
@AVinci73
Io non ho alcuna autorevolezza. Credo che l'autorevolezza la
debbano avere le idee, non chi le promuove.
Qualora volesse replicare mi farà solo piacere. Dialogare
in modo educato e civile per me è una cosa
apprezzabilissima.
Sul primo punto.
Certo che le condizioni sono diverse, ma questo dimostra
proprio che l'inflazione è causata da diversi fattori e non
collegata al ruolo della banca d'italia nell'emissione di
titoli di stato. Pensa che la situazione attuale sia simile
a quella degli anni '70-80%. Ora come ora, fra l'altro,
abbiamo una carenza di liquidità e non eccesso di
liquidità. Alcuni studi (in questo momento non posso
citarli specificatamente perché non ho tempo, ma se
servisse posso andare a riprenderli) hanno affermato che
l'economia italiana potrebbe tranquillamente accogliere 50
miliardi di nuova liquidità senza creare inflazione.
Sul secondo punto.
L'articolo che cita si riferisce ai mercati finanziari che
funzionano con le normative attuali. Ciò che vado dicendo
da anni è che è sbagliato il sistema in sé. I mercati
finanziari, così come sono progettati attualmente,
considerano la moneta una merce il cui prezzo è il tasso
d'interesse. Questo è fondamentalmente sbagliato perché la
moneta non è una merce, ma la rappresentazione di una
relazione. Il tasso d'interesse, entro certi limiti, può
essere imposto dallo Stato e questo, entro certi limiti,
potrebbe portare grandissimi benefici. Non c'è
contraddizione fra le due cose. Se i mercati finanziari
restano uguali a sé stessi, allora ciò che ho scritto
nell'articolo che lei cita rimane sensato. Ovviamente se gli
stati si decidono a far prevalere l'interesse pubblico su
quello dei mercati finanziari, allora le cose possono
cambiare.
Lei dice che si dovrebbe ridurre i tassi "con soluzioni di
mercato" e abbattere il rapporto debito/PIL facendo
ripartire l'economia.
Mi sembra che questi tentativi li abbiamo provati a fare
molte volte senza alcun successo almeno negli ultimi 20 anni
(ma si potrebbe andare anche più il là).
Non è forse il caso di capire che il problema è un po'
più profondo e che servono soluzioni che siano FUORI dal
contesto nel quale ci siamo cacciati?
La soluzione definitiva si trova modificando il sistema
monetario. La proposta di questo articolo mostra come
modificare un piccolo tassello di questo sistema monetario
può portare effetti considerati impossibili rimanendo
all'interno di "soluzioni di mercato" cercando di far
"ripartire l'economia".
Cordiali saluti
8 ottobre 2013 11:12 - AVinci73
Gentile dott. Pedone,
sebbene non abbia la sua autorevolezza mi permetto di
dissentire ancora con la sua tesi.
Non è mia intenzione apparire polemico ed anzi ritengo
costruttivo questo dibattito.
Attenderò una sua eventuale risposta a due sole mie altre
osservazioni senza replicare ulteriormente anche per dare
spazio a nuove opinioni.
Primo
Lei ricorda che dal 1952 al 1972 la Banca d'Italia
acquistava i titoli di Stato e ciò non determinava
inflazione, ma forse stiamo parlando di un periodo non molto
paragonabile a quello attuale. Erano gli anni della
ricostruzione e del boom economico, l'Italia aveva elevati
tassi di crescita del PIL e divenne una delle principali
industrie al mondo. Un ulteriore elemento non trascurabile
era la possibilità di approvvigionarsi di petrolio a basso
prezzo.
Con le crisi petrolifere degli anni '70 e l'abbandono del
cambio fisso con le altre valute, alcuni importanti
riferimenti sono saltati definitivamente.
Secondo
Allo stato attuale il BTP 10y rende circa il 4,3% e lo
spread con il Bund è di 250 bp; perciò il titolo tedesco
rende l'1,8%.
In un articolo dell'anno scorso
(http://www.aduc.it/articolo/cosa+ci+dicono+12+anni+spread_2
0722.php), lei evidenziava come durante la storia dell'Euro,
lo spread fosse rimasto ampiamente sotto i 100 bp prima del
Giugno 2008. Ciò tuttavia avveniva con i titoli italiani e
tedeschi che rendevano poco più del 4%. Lei segnalava,
dunque, che l'anomalia fosse nell'attuale basso rendimento
del Bund e che un accettabile ritorno alla normalità fosse
uno spread tra i 100 ed i 200 punti. Che cosa è cambiato
dall'anno scorso ad oggi per indurla ad avanzare l'ambiziosa
proposta di far acquistare i titoli di Stato dalla Banca
d'Italia ad un tasso dell'1%?
Certamente a questo Paese serve una scossa, anzi forse più
di una. La spesa per interessi è un fardello insopportabile
e va certamente combattuta:
a) direttamente, cercando di ridurre i tassi (a mio modo di
vedere con soluzioni di mercato);
b) indirettamente, cercando di abbattere il debito in
termini assoluti ed in termini relativi nel rapporto con il
PIL (ovvero provando afar ripartire l'economia).
Le ricette sono in teoria tante, ma ora è il momento di
metterne in pratica qualcuna veramente concreta.
Saluti.
8 ottobre 2013 11:03 - Alessandro Pedone
@neru
Nel testo che riporti ci sono alcune cose corrette e molto
importanti ed altre che proprio non vanno.
La MMT ha individuato molto bene il problema centrale che
consiste nel sistema monetario, ma continua a voler
riservare allo Stato il ruolo di monopolista della moneta.
E' qui l'errore di fondo. Non va bene certamente bene che
l'emissione di moneta sia in mano al sistema della bance
centrali ed alle banche private, ma non va neppure bene che
sia in mano solo allo Stato.
Ciò che serve è un ecosistema di monete. Dobbiamo
infrangere il concetto di monopolio della moneta. Chi l'ha
detto che lo Stato debba accettare in pagamento delle tasse
un solo tipo di moneta? Lo dicono solo i nostri vecchi
schemi mentali. Non c'è nessun'altra ragione.
Poi, ancora una volta tutto questo eccesso di importanza
sulla spesa in deficit. Chi lo ha detto che la spesa in
deficit sia l'unico modo di distribuire moneta fra i
cittadini? Non è affatto vero. Se avesse piena sovranità
monetaria lo Stato potrebbe ad esempio tranquillamente
ricomprarsi il debito pubblico emettendo nuova moneta.
Ovviamente questo andrebbe fatto entro un certo limite al
fine di non creare inflazione (ma ciò vale anche per la
spesa in deficit, non puoi farla senza limiti). La spesa in
deficit, però, fa aumentare il debito pubblico e quindi
aumentare gli interessi, ricomprare il debito pubblico fa
diminuire gli interessi. Ti sembra una differenza da poco?
Certo, se il punto di vista è che tanto io sono quello che
emette la moneta e quindi non mi interessa quanto debito
pubblico ho perché non potrò mai fallire allora si può
capire la prospettiva di questa teoria, ma le cose stanno
così solo parzialmente perché comunque i rapporti
economici internazionali esistono e fuori da una certa
misura ti condizionano.
Quindi, la MMT ha identificato abbastanza bene i problemi,
ma fornisce delle soluzioni sbagliate e stataliste.
8 ottobre 2013 10:40 - Alessandro Pedone
@ francescodeleo
Vorrei far presente che la spesa per interessi in italia
supera il 6% del PIL. Il nostro deficit nel 2013 sembra che
superi di uno o due decimali (senza correzioni che si
faranno nella legge di stabilità) il 3%. Riuscire a ridurre
questa spesa per interessi anche solo del 10% in un anno ci
porterebbe 8/9 miliardi consentendoci di rientrare nei
parametri del 3% ed contemporaneamente ridurre le tasse.
La riduzione totale degli interessi può avvenire ovviamente
nell'arco di 4/5 anni, ma non tanto "perché ci sono i
titoli a lunga scadenza" quanto per questioni di equilibrio
domanda/offerta sia monetaria che di titoli del debito.
In pratica bisognerebbe sostituire i vecchi titoli aventi
cedole alte con titoli di pari (o superiore) scadenza con
cedole più basse. In un primo momento questi titoli li
acquisterebbe la Banca d'Italia e con i soldi ricavati dalla
banca d'italia lo Stato acquisterebbe sul mercato i titoli
con cedole più alte annullandoli. Questa operazione
richiede tempo altrimenti i prezzi dei titoli schizzerebbero
verso l'alto facendo sfumare parte dei vantaggi. Inoltre la
banca d'italia dovrebbe poi collocare sul mercato i titoli
sottoscritti. Parallelamente si devono rinnovare i titoli
in scadenza. Insomma, è una questione di mercati
finanziari, non di scadenze dei titoli. L'operazione, però,
è fattibile completamente nell'arco di 4-5 anni immettendo
ogni mese circa 30/40 milioni di euro di titoli fra scadenze
naturali da rinnovare e nuovi titoli che vanno a ricomprare,
annullandoli, i vecchi in circolazione.
La cosa, tecnicamente, è FATTIBILISSIMA con IMMEDIATI
vantaggi, serve la volontà politica di modificare i
trattati della BCE. Questo non è poco, ma non è neppure
impossibile.
8 ottobre 2013 10:31 - neru
Non sto scherzando. Se capirete quello che sto per scrivere,
non avrete bisogno di capire altro di economia. Faccio
questo perché so benissimo che le vostre vite sono già
troppo difficili per chiedervi di studiare l’economia. Ma
dall’altra parte se non capite l’economia siete fregati,
vi mangiano anche le tasche, e sta succedendo. E allora ecco
un compromesso, e se lo capite siete già salvi.
Capire la cosa n. 1. Lo Stato che tassa è, in linea di
principio, un tiranno.
Seguite questa storia. C’è un’isola, ci vivono 1000
persone, che hanno tutte un lavoro. Pesca, caccia, cucinare,
riparare, fare capanne e barche, decidere le regole,
coltivare cose, fare vestiti ecc. Disoccupati zero, tutti
hanno da fare. Arriva una nave con i cannoni, coi soldati,
con un capitano. Sbarcano e dicono agli isolani: “Vi
paghiamo 10 dei nostri soldi al giorno se lavorate per
noi”. Gli isolani: “No, grazie. Non c’interessa,
abbiamo già i nostri lavori, ciao”. Il capitano: “Ah,
no? Allora: se ciascuno di voi isolani non ci paga 2 dei
nostri soldi al giorno di tasse, noi vi bombardiamo le
capanne e le bruciamo tutte”. Di colpo gli isolani sono
costretti a trovare i 2 soldi del capitano al giorno, cioè
a lavorare per lui anche se non ne avevano bisogno, se no
sono nei guai. Devono lavorare per lui perché quei soldi li
ha solo il capitano. Cioè di colpo gli isolani sono tutti
disoccupati, perché coi loro lavori di prima non guadagnano
i soldi del capitano che ora sono vitali. Il capitano, con
la forza, ha imposto agli isolani la sua moneta, e c’è
riuscito imponendo una tassa in quella moneta, che, se non
pagata, mette gli isolani in grossi guai. Le tasse e il
potere costringono gli isolani ora a lavorare per il
capitano.
Lo Stato è il capitano. Solo lo Stato ha la moneta, cioè
solo lui la può emettere. Lo Stato tassa tutti i cittadini,
e li costringe a pagare le tasse per legge solo con la sua
moneta. Quindi lo Stato costringe i cittadini a lavorare per
la sua moneta, cioè per lui. Se i cittadini non lavorano
per la moneta dello Stato, essi sono di fatto disoccupati,
perché qualsiasi altro lavoro facciano – che sia pagato
in patate, stoffa, vino, legna, o con la moneta fatta dal
signor Tino – non gli permette di pagare le tasse imposte
dallo Stato nella sua esclusiva moneta, e vanno nei guai.
Quindi devono per forza abbandonare il lavoro pagato in
patate o con la moneta del signor Tino e cercare un lavoro
pagato con la moneta dello Stato. In tutto ciò lo Stato è
tiranno, perché a causa delle tasse che lui impone, nessun
cittadino di fatto può lavorare pagato in qualcos’altro,
e siccome alla fine tutti i cittadini devono pagare le
tasse, tutti accettano in pagamento per qualsiasi cosa solo
la moneta dello Stato.
Capire la cosa n. 2. Lo Stato, come monopolista della
moneta, non ha solo il diritto di tassarci, ma ha anche il
dovere di darci i soldi che ci servono a star bene.
Il punto chiave è questo: lo Stato è il padrone della
moneta, come il capitano, solo lui la emette. Noi cittadini
la guadagniamo e la usiamo. Quindi lo Stato è il
monopolista della moneta, significa che solo lui la produce
e nessun altro. Ok?
Allora: lo Stato produce la moneta e ce la dà – lo fa con
la spesa pubblica. Poi lo Stato si riprende quella moneta
– lo fa con le tasse. Quindi è elementare che se lo Stato
decide di tassarci 20 monete, come minimo ci deve prima aver
dato 20 monete, ok? Se no come fa a riprendersele?
Ma se lo Stato dà ai cittadini con la spesa pubblica 20
monete, ma poi se le riprende tutte e 20 con le tasse, noi
che non possiamo creare la moneta con cosa mangiamo? Con
cosa compriamo casa? Con cosa ci paga il nostro titolare?
Con cosa manteniamo i figli? Con cosa ci curiamo? Come
facciamo a risparmiare? Cioè: se lo Stato fa il pareggio di
bilancio (spesa pubblica = 20 monete, tasse = 20 monete) a
noi non rimane neppure un centesimo per vivere. Ma peggio:
il cittadino a quel punto potrebbe dire “ok caro Stato, tu
fai il pareggio di bilancio, mi lasci zero soldi, e allora
per vivere io vado a lavorare anche per la moneta del signor
Tino, che me ne dà di più”. Eh no! lo Stato te lo
impedisce, primo perché nessun signor Tino può stampare
moneta, secondo perché già tutti noi lavoriamo tutto il
giorno per guadagnare la moneta dello Stato e non ci rimane
il tempo. Lo Stato qui è evidentemente tiranno.
Allora…
Noi cittadini accettiamo la regola dello Stato per cui:
- tutti lavoriamo per la sua moneta, che solo lui puoi
emettere (Stato = monopolista della moneta), e tutti gli
paghiamo le tasse con la sua moneta.
Ma visto che noi non la possiamo creare né andarcene a
cercare un’altra, e visto che noi dobbiamo però anche
mangiare, abitare, curarci, risparmiare e mantenere i figli,
lo Stato non ci può solo dare la moneta sufficiente per
pagare le tasse, cioè non può e non deve fare il pareggio
di bilancio (spende 20 e ci tassa 20). Lo Stato, che è il
monopolista della moneta, deve anche darcene a sufficienza
per vivere e stare bene, e lo deve fare in questo modo:
A) dandoci più soldi di quelli che ci prende in tasse.
Cioè lo Stato deve fare il deficit di bilancio (spende 30 e
ci tassa 20 così ci rimangono 10 monete per vivere e per
risparmiare).
B) facendo sì come prima cosa che tutti noi possiamo
trovare un lavoro per pagargli le tasse (cioè crei la piena
occupazione), visto che ci costringe a pagarle (se no è
tiranno due volte, perché costringe tutti a pagare le tasse
ma non fa trovare a tutti i posti di lavoro nella sua moneta
per pagarle).
Se non fa questo, cioè se non ci lascia abbastanza denaro
(spesa a deficit dello Stato) e non ci offre abbastanza
lavoro per tutti, lo Stato, che è il monopolista della
moneta, è un TIRANNO. Ma peggio.
Ci costringe a quel punto, col pareggio di bilancio, ad
andare a cercare i soldi per vivere, per lavorare e per
mantenere i figli in due posti precisi:
A) nelle banche, facendo debiti (ecco perché
nell’Italia dei pareggi di bilancio l’indebitamento
privato sta crescendo vertiginosamente)
B) andando a pescare nei nostri risparmi, o facendoci
svendere le case o l’oro di famiglia (ecco perché il
risparmio italiano è crollato ora come mai prima)
Conclusione: se tu cittadino Marco o tu cittadina Laura
avete compreso quanto sopra, avete compreso tutto quello che
vi serve sapere in economia per rivendicare da elettori il
vostro diritto a vivere dignitosamente in uno Stato che non
sia tiranno. E’ un diritto che è persino garantito da due
articoli della nostra Costituzione:
Articolo 4: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il
diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano
effettivo questo diritto.
Articolo 36: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione in
ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia
un’esistenza libera e dignitosa.
Promuovere le condizioni per far vivere tutti in modo
dignitoso e per far lavorare tutti, significa precisamente
uno Stato che faccia il deficit di bilancio, e NON il
pareggio di bilancio. E non vi fate spaventare da quelli che
in tv o sui giornali dicono che i deficit sono un disastro
pubblico. Usate la vostra testa: l’Italia ha fatto deficit
di bilancio dal 1948 fino all’arrivo dell’euro, ed era
fra i 7 Paesi più ricchi del mondo, precisamente per le
ragioni dette sopra. Poi ha sposato, con Monti, il pareggio
di bilancio, e oggi siamo sprofondati fra i ‘Maiali’
(PIIGS) d’Europa, svergognati, umiliati. Francia e
Germania, che erano grandi potenze economiche, hanno voluto
anche loro rincorrere i pareggi di bilancio, e oggi stanno
lentamente crollando, come scritto sui maggiori quotidiani
economici. L’America e il Giappone, invece, continuano a
fare deficit su deficit, e sono ancora le due più grandi
potenze economiche mondiali. Pensate: gli Stati Uniti non
smettono di fare deficit dal 1837. Sono mai falliti?
Usate la vostra testa. Due meno due fa? (zero in tasca a noi
cittadini). Quattro meno due fa? (due in tasca a noi
cittadini). Meglio il pareggio di bilancio o il deficit?
Cioè:
LO STATO E’ IL MONOPOLISTA DELLA MONETA*, SOLAMENTE LUI LA
PUO’ CREARE. NON PUO’ SOLO SPENDERE 20 PER NOI E
TASSARCI 20. A NOI COSA RIMANE? NOI NON POSSIAMO CREARLA. LO
STATO DEVE ANCHE DARCENE ABBASTANZA PER VIVERE NEL
BENESSERE. LO DICE LA COSTITUZIONE ITALIANA. SE NO, E’ UN
TIRANNO.
* (nel caso dell’Eurozona lo Stato è la Banca Centrale
Europea, per il resto il ragionamento rimane identico)
divulgazione della MEMMT, che è Mosler Economics MMT for
Public Purpose http://memmt.info/site/
7 ottobre 2013 16:57 - francescodeleo
Uno dei vincoli di Maastricht a cui si è accennato è il
famoso limite del 3% del deficit. A tale riguardo vorrei far
notare, se ce ne fosse bisogno, che parliamo di spesa che
supera gli introiti, ovvero di spesa che fà incrementare il
debito pubblico. Anche supponendo che riusciremo a ridurre
l'ammontare degli inteessi che paghiamo annualmente, ma che
comunque non si potrà farlo nel giro di pochi giorni
poichè ci sono titoli a lunga scadenza, continuare a creare
deficit significa continuare a creare debito pubblico e
quindi presumibilmente saremo costretti ad emettere titoli
di stato che maturano interessi, vanificando gli sforzi per
ridurlo. Si parla dei deficit al 3% quasi fosse questo 3 il
numero magico, ma in realtà occorrerebbe parlare prima di
pareggio di bilancio. Quel 3% di cui si parla dovrebbe già
comprendere la "sforatura" per gli investimenti. Un'altra
via per restare in questo limite è far crescere l'economia
reale (aumentando il PIl a parità di deficit il tasso si
riduce - fondamenti di algebra), ma credo che in Parlamento
non sappiano più che cosa significa "far crescere
l'economia"...
7 ottobre 2013 12:19 - Alessandro Pedone
@AVinci73
Trovo difficile anch'io che si possa cambiare direzione sul
ruolo della BCE se la Germania non lo vuole, ma è proprio
questo il punto. Bisogna cambiare questa situazione e lo si
può fare solo attraverso la politica. La politica sarà
spinta a farlo solo se l'opinione pubblica premerà in tal
senso.
Per questo è fondamentale capire perché è necessario fare
in modo che le banche centri tornino ad intermediare il
debito pubblico.
Il problema dell'inflazione è un falso problema. Non è
vero quello che lei scrive e cioè: "quando era la Banca
d'Italia a comprare i titoli di debito pubblico,
l'inflazione viaggiava a 2 cifre, perché il sistema veniva
inondato di moneta che perdeva ogni giorno valore."
L'inflazione alta c'è stata fra il 1972 ed il 1985, con il
picco nel 1974. Nei decenni precedenti l'inflazione è stata
sotto controllo. Dal 1952 al 1972 la media è stata del
3,5%. In quel ventennio la Banca d'Italia intermediava i
titoli di stato. Lei dice che il problema è il debito
pubblico e che la priorità è la sua diminuzione. Concordo
pienamente in questo ed è proprio per questo che è
PRIORITARIO ridurre il peso degli interessi sul debito e
questo lo si può fare solo con il ruolo delle banche
centrali nazionali. Io ho proposto che questo ruolo possa
esserci solo in presenza di un avanzo primario. Questo
assicura che gli Stati non possano fare debito allegramente
e le banche centrali nazionali non possano "inondare il
sistema di moneta". Si potrà emettere nuovo debito,
intermediato dalla Banca Centrale Nazionale solo se lo stato
spenderà, al netto degli interessi, MENO di quel che
incassa. Questo non può generare inflazione fuori
controllo.
Un allentamento dei vincoli di Maastricht, senza il
dimezzamento della spesa per interessi non potrà portare a
niente (tanto più se facciamo spese per investimenti che
comunque aumentano il debito pubblico, per quanto
necessarie). Il nostro fardello sono gli interessi sul
debito, dobbiamo agire su quelli! Se dimezziamo gli
interessi sul debito nell'arco di 5 anni, stiamo
tranquillamente nei parametri di Maastrich e possiamo anche
fare investimenti (in modo contenuto). La priorità è
risparmiare almeno 40 miliardi all'anno di interessi. Questo
dovrebbe essere l'obiettivo!
7 ottobre 2013 11:53 - AVinci73
@Pedone.
Forse la mia formazione economica e statistica mi porta a
dare troppo credito a chi guida l'economia e la finanza in
Europa e per questo motivo non riesco a credere che si possa
improvvisamente cambiare direzione sulle regole dell'Unione
Monetaria e sul ruolo della BCE.
I miei studi, però, mi ricordano che quando era la Banca
d'Italia a comprare i titoli di debito pubblico,
l'inflazione viaggiava a 2 cifre, perché il sistema veniva
inondato di moneta che perdeva ogni giorno valore.
Ora io mi chiedo: ci rendiamo conto dei problemi che genera
l'inflazione sulle tasche dei cittadini?
Possiamo ancora credere che si possa uscire dalla recessione
con politiche monetarie espansive, senza pensare di poter
risolvere alla base il problema dell'enorme debito pubblico
che ci portiamo dietro?
Personalmente non concordo con il rigore dei banchieri
centrali e con le ricette "lacrime e sangue" che hanno
dettato (e di cui hanno fatto le spese i greci ed i
portoghesi, soprattutto).
Sono, invece, favorevole a ragionare sulla rinegoziazione
dei vincoli di Maastricht, su di una maggiore tolleranza
nelle fasi ci congiuntura negativa, e nell'escludere le
spese per infrattrutture dai conti.
D'altra parte, noi dobbiamo fare la nostra parte nel
ridimensionare la sfera del pubblico, laddove essa è
inefficiente, per recuperare risorse sia alla riduzione del
debito, sia alla riduzione delle tasse.
3 ottobre 2013 23:42 - JOKER
Ma possibile che ancora qui si continua a sostenere la
truffa del debito?
E ci ragionano e fanno proiezioni, conti, percentuali...
Ma ci vuole tanto a capire che se lo Stato viene messo (con
la complicità dei nostri governanti, lacché dei banchieri)
nella condizione di chiedere in prestito denari con
interessi alle banche private, queste creano il denaro ma
non gli interessi e quindi il debito diventa impagabile?
E quindi dobbiamo pure farci depredare di beni pubblici per
pagare l'aria fritta emessa dalle banche?
Ma che cazzo ci vogliono? 100 laureati economisti o bastano
4 terzamediari con una calcolatrice scassata per capirlo e
dimostrarlo?
Basta nazionalizzare la Banca Centrale e mandare a quel
paese la BCE e dichiarare il debito ilegittimo e illegale.
Punto!
Invece qui si prodigano a cercare di trovare il modo di
continuare ad utilizzare il lenzuolo corto per coprire il
materasso più grande...
Ma un po' di intelligenza, proprio noo?
3 ottobre 2013 20:58 - mariagrazia3828
"Ciò che si dovrebbe fare è tornare ad utilizzare la Banca
Centrale come agente per il collocamento del debito pubblico
per influenzare i tassi d'interesse sia a breve termine che
a lungo termine." Appunto: "tornare"... Ricordo male o è
così che abbiamo creato questo assurdo debito pubblico? Se
non sbaglio Ugo La Malfa, in epoca non sospetta (1968),
aveva giusto previsto quello che sarebbe successo. Mi pare
che il libro fosse "La Caporetto Economica". Non sono
un'economista ma da profana tendo a credere che se uno fa le
giuste previsioni (e si capisce dal fatto che si avverano
puntualmente)è probabile che avesse fatto le giuste
analisi. O no?
3 ottobre 2013 12:49 - Alessandro Pedone
@AVinci73
E' molto triste, per me, constatare come siamo tutti ormai
così assuefatti al tasso d'interesse che viene vissuto come
qualcosa di normale ed inevitabile.
Poter fare in modo che lo stato paghi meno interessi ai
mercati finanziari è considerato un "favore", una "corsia
preferenziale".
Dobbiamo capire che il problema del tasso d'interesse è
PREVALENTEMENTE un problema politico ed è quello
IMMEDIATAMENTE aggredibile senza danni per l'economia.
La vendita degli immobili pubblici va benissimo, ma oltre a
richiedere tempo richiede anche un contesto economico in
grado di trovare la liquidità per comprare questi beni. In
questo mercato immobiliare non solo i beni verrebbero
svenduti, ma sarebbe anche impossibile per molti beni
trovare acquirenti.
Ancora una volta devo constatare che le vere soluzioni al
problema dei conti pubblici sono talmente lontane dal
dibattito quotidiano che la stragrande maggioranza delle
persone non riesce neppure a ragionarci sopra.
Le considerano "troppo" qualcosa.
Ancora una volta la risposta è: "l'Europa non lo
consentirà mai!". Ma se una soluzione è ragionevole almeno
insistiamo a proporla, facciamola presente all'opinione
pubblica nazionale ed europea. Dibattiamone! Ma su queste
cose non si fa nessun dibattito, tanto è vero che qualcuno
considera "corsia preferenziale" quella di evitare che il
20% delle tasse se ne vada a pagare interessi ai mercati
finanziari!
3 ottobre 2013 7:47 - AVinci73
E' vero, come segnala il dott.Pedone, che una gran parte
della tassazione serve a pagare gli interessi, ma, a mio
modo di vedere, sarà piuttosto difficile ottenere il via
libera europeo ad emettere obbligazioni a bassissimo tasso
di interesse.
Non mi sembra, d'altronde, che altri paesi che avevano un
alto debito pubblico e che poi l'hanno ridotto (vedi il
Belgio) abbiano potuto godere di corsie preferenziali.
Il vero nodo sta proprio nell'elevato debito pubblico, sia
in termini assoluti, sia in rapporto al PIL. Il debito
pubblico va, innanzitutto, abbattuto, mediante la
dismissione di beni mobili ed immobili pubblici ed
improduttivi per lo Stato.
Se ne parla da anni ma non lo si fa mai. Certamente non si
tratta di una strada che può portare risultati nel breve
termine, ma bisogna cominciare ed andare avanti senza
intoppi.
2 ottobre 2013 21:40 - ennio4531
L'enorme debito pubblico italiano sta a dimostrare che il
pareggio di bilancio in Costituzione è parificabile ad una
.... grida manzonana.
Ne consegue che le tesi di neru cadono come un castello di
carte ...