COMMENTI
  (Da 1 a 3 di 3)  
1 ottobre 2013 9:38 - savpg8801
Errata-corrige.
Al mio del 30/9 specifico che alcuni esempi portati per il calcolo erano puramente esempi.
Infatti la farina non è al 22%.
Ma serviva solo per dimostrare che i conti sarebbero stati infimi circa l'aumento. Per di più beni essenziali ora al 4% o al 10% non sarebbero neppure toccati.
Se vai dal parrucchiere e spendevi 20 € a prestazione, ora se lo stesso ti caccia su magari 21 o 22 euro, è un disonesto. Si lamenterà, inoltre, che gli hanno aumentata la benzina e per venire a lavorare spenderà il doppio, per questo te lo farà pagare a te che uscirai pettinato, ma lui non avrà altro che ripassare l'introito fiscale allo stato. Magari ti farà pure uno scontrino fiscale di soli 15 € evadendo!
Se calcoli 20 euro di prima (al 21%) e dopo al 22%, l'aumento che dovresti pagare sarebbe di 20 centesimi di euro, cioè 20,20 (alla grossa). Vedrete se vi racconto delle balle.
1 ottobre 2013 8:37 - ennio4531
Non è automatico che, aumentando la pressione fiscale, le entrate pubbliche debbano aumentare nel loro complesso.

Recenti esempi come la tassazione sugli immobili , barche o sulle auto di lusso hanno dimostrato che le maggiori entrate fiscali ( assai inferiori rispetto alle previsioni ) hanno provocato una forte caduta della domanda , un aggravamento della disoccupazione dei settori colpiti con ulteriori esborsi di sussidi pubblici ai disoccupati .
insomma una ulteriore depressione anche psicologica dell'intera economia.

Una cosa è certa : l'aumento dell'iva aumenterà la propensione all'evasione fiscale.
30 settembre 2013 17:29 - savpg8801
Ma che paura demagogica questa dell'iva in più per l'1 (uno)% !!
Il problema non è su questo piccolo aumento, ma sull'aumento generalizzato che pretestuosamente faranno tutti gli operatori per lucrare e lamentarsi incolpando i governi e i partiti che l'hanno voluta.
Comprare un bene di prima necessità tipo un kg di farina a 50 cent (offerte quotidiane ci sono dovunque) o a 70 cent, equivale a maggiorarla di 0.005 € cioè monta a 0.5050 € e via così.
una famiglia che usi 300 kg di farina all'anno, spenderà 151,50 € al posto di 150,00.
Una famiglia che spenda 5000 euro di derrate alimentari non voluttuarie all'anno e che siano gravate pure dell'aliquota iva massima, spenderebbe 50 euro all'anno in più !! 13 centesimi di euro al giorno.
Non ammetto che ci siano lamentele anche da parte di chi spende per viaggetti o viaggioni, cenette o cenoni, divertimenti vari continui, bevute e mangiate crapuloniche, vestiario inutile e modaiolo, macchine costose, scorazzamenti inutili e inquinanti ostentazioni, ecc. che farebbero lievitare gli introiti, ma di cui si potrebbe fare a meno.
Le associazioni daranno la colpa di questi aumenti come al solito a chi ci governa, ma non diranno che chi si è infilato a fare il commerciante per mira di guadagno fa parte dei TROPPI esercizi a cui si è data la licenza o la facoltà minima di aprire.
Questo aumento, nominalmente,può valere per una famiglia media, morigerata ed attenta ai consumi e parca per gli sprechi, un paio di pizzate spesso superflue.
Ma per lo stato italiano può valere molto di più; può valere una stabilità maggiore, una credibilità migliore, una finanza più redditizia, una gestione migliore delle attività pubbliche.
Naturalmente in associazione ad altre iniziative finanziarie e non solo fiscali.
Con la infinita variegazione di prezzi che si nota in giro in ogni esercizio commerciale (ed artigiano o dei servizi o professionale) relativamente allo stesso prodotto o del tutto simile ed alternativo, non ci possono essere dubbi che, se anche l'operatore economico detiene per se parte del valore aggiunto dell'imposta e non arrotonda a cifre criminalmente superiori, il provvedimento può essere accettato da tutti.
Quante lamentele a questo livello ci sono state, per esempio, allorchè si sono imposti superticket di un euro a confezione di medicinale e due euro per ricetta?
Facciamo un esempio (concesso che tutti i cittadini consumano medicinali chi più chi meno) su un prodotto da 10 euro anche se paga la mutua [tutti noi comunque], pagando 1 euro in più il calcolo è presto fatto è un 10% in più.
La gente paga e sta zitta. Oppure i 5 euro in più sulla visita medica che da 18 euro è passata a 23 o sulle analisi altrettanto?
Non è certo questo 1% che deve innescare crisi di governo sobillate da terroristi politici, associazionistici, sindacali o altro.
In fondo, poi, l'IVA è l'acronimo di Imposta (sul)Valore Aggiunto, per cui ogni passaggio deve pagare la propria parte e non effettuarne una TRASLAZIONE completa ed intera sulle spalle dell'ultimo consumatore.
  COMMENTI
  (Da 1 a 3 di 3)