Errata-corrige.
Al mio del 30/9 specifico che alcuni esempi portati per il
calcolo erano puramente esempi.
Infatti la farina non è al 22%.
Ma serviva solo per dimostrare che i conti sarebbero stati
infimi circa l'aumento. Per di più beni essenziali ora al
4% o al 10% non sarebbero neppure toccati.
Se vai dal parrucchiere e spendevi 20 € a prestazione, ora
se lo stesso ti caccia su magari 21 o 22 euro, è un
disonesto. Si lamenterà, inoltre, che gli hanno aumentata
la benzina e per venire a lavorare spenderà il doppio, per
questo te lo farà pagare a te che uscirai pettinato, ma lui
non avrà altro che ripassare l'introito fiscale allo stato.
Magari ti farà pure uno scontrino fiscale di soli 15 €
evadendo!
Se calcoli 20 euro di prima (al 21%) e dopo al 22%,
l'aumento che dovresti pagare sarebbe di 20 centesimi di
euro, cioè 20,20 (alla grossa). Vedrete se vi racconto
delle balle.
1 ottobre 2013 8:37 - ennio4531
Non è automatico che, aumentando la pressione fiscale, le
entrate pubbliche debbano aumentare nel loro complesso.
Recenti esempi come la tassazione sugli immobili , barche o
sulle auto di lusso hanno dimostrato che le maggiori entrate
fiscali ( assai inferiori rispetto alle previsioni ) hanno
provocato una forte caduta della domanda , un aggravamento
della disoccupazione dei settori colpiti con ulteriori
esborsi di sussidi pubblici ai disoccupati .
insomma una ulteriore depressione anche psicologica
dell'intera economia.
Una cosa è certa : l'aumento dell'iva aumenterà la
propensione all'evasione fiscale.
30 settembre 2013 17:29 - savpg8801
Ma che paura demagogica questa dell'iva in più per l'1
(uno)% !!
Il problema non è su questo piccolo aumento, ma
sull'aumento generalizzato che pretestuosamente faranno
tutti gli operatori per lucrare e lamentarsi incolpando i
governi e i partiti che l'hanno voluta.
Comprare un bene di prima necessità tipo un kg di farina a
50 cent (offerte quotidiane ci sono dovunque) o a 70 cent,
equivale a maggiorarla di 0.005 € cioè monta a 0.5050 €
e via così.
una famiglia che usi 300 kg di farina all'anno, spenderà
151,50 € al posto di 150,00.
Una famiglia che spenda 5000 euro di derrate alimentari non
voluttuarie all'anno e che siano gravate pure dell'aliquota
iva massima, spenderebbe 50 euro all'anno in più !! 13
centesimi di euro al giorno.
Non ammetto che ci siano lamentele anche da parte di chi
spende per viaggetti o viaggioni, cenette o cenoni,
divertimenti vari continui, bevute e mangiate crapuloniche,
vestiario inutile e modaiolo, macchine costose,
scorazzamenti inutili e inquinanti ostentazioni, ecc. che
farebbero lievitare gli introiti, ma di cui si potrebbe fare
a meno.
Le associazioni daranno la colpa di questi aumenti come al
solito a chi ci governa, ma non diranno che chi si è
infilato a fare il commerciante per mira di guadagno fa
parte dei TROPPI esercizi a cui si è data la licenza o la
facoltà minima di aprire.
Questo aumento, nominalmente,può valere per una famiglia
media, morigerata ed attenta ai consumi e parca per gli
sprechi, un paio di pizzate spesso superflue.
Ma per lo stato italiano può valere molto di più; può
valere una stabilità maggiore, una credibilità migliore,
una finanza più redditizia, una gestione migliore delle
attività pubbliche.
Naturalmente in associazione ad altre iniziative finanziarie
e non solo fiscali.
Con la infinita variegazione di prezzi che si nota in giro
in ogni esercizio commerciale (ed artigiano o dei servizi o
professionale) relativamente allo stesso prodotto o del
tutto simile ed alternativo, non ci possono essere dubbi
che, se anche l'operatore economico detiene per se parte del
valore aggiunto dell'imposta e non arrotonda a cifre
criminalmente superiori, il provvedimento può essere
accettato da tutti.
Quante lamentele a questo livello ci sono state, per
esempio, allorchè si sono imposti superticket di un euro a
confezione di medicinale e due euro per ricetta?
Facciamo un esempio (concesso che tutti i cittadini
consumano medicinali chi più chi meno) su un prodotto da 10
euro anche se paga la mutua [tutti noi comunque], pagando 1
euro in più il calcolo è presto fatto è un 10% in
più.
La gente paga e sta zitta. Oppure i 5 euro in più sulla
visita medica che da 18 euro è passata a 23 o sulle analisi
altrettanto?
Non è certo questo 1% che deve innescare crisi di governo
sobillate da terroristi politici, associazionistici,
sindacali o altro.
In fondo, poi, l'IVA è l'acronimo di Imposta (sul)Valore
Aggiunto, per cui ogni passaggio deve pagare la propria
parte e non effettuarne una TRASLAZIONE completa ed intera
sulle spalle dell'ultimo consumatore.