Andare da un'altra parte no? In Italia ci sono circa 2 mila
chilometri di spiaggia.
6 agosto 2014 23:05 - antonio5000
Mi dispiace che questa volta l'articolo di ADUC, di solito
così esaustivo, lasci molto a desiderare, non perché le
cose scritte siano inesatte, ma perché i diritti e i doveri
vuoi dei bagnanti vuoi dei gestori delle spiagge in
concessione potrebbero riempire un libro. Tanto per dirne
una, nessun accenno viene fatto alle ordinanze di alcuni
comuni rivieraschi che impongono ai gestori degli
stabilimenti di apporre "all'ingresso" un cartello di misura
minima 40 x 50 cm con la dicitura,in italiano e in inglese:
"ACCESSO LIBERO E GRATUITO PER IL RAGGIUNGIMENTO DELLA
BATTIGIA E DELLA FASCIA DI 5 METRI DESTINATA AL LIBERO
TRANSITO, ANCHE AGLI EFFETTI DELLA BALNEAZIONE". Come al
solito in Italia niente è fatto seriamente e la poca
chiarezza dell'ordinanza ha dato luogo a contenziosi fra
l'amministrazione e i gestori e fra questi e i cittadini,
dato che i gestori vedono questi cartelli come fumo negli
occhi. Sappiamo infatti che in molti stabilimenti si tenta
di far pagare il biglietto di ingresso ai bagnanti ignari
del loro diritto di accedere gratuitamente alla riva. Una
prassi vergognosa che né le forze dell'ordine, né gli
agenti delle Capitanerie di Porto per mancanza di personale
sono in grado di combattere. Cominciamo col dire che anche
se viene prescritta la misura minima del cartello,se non si
specifica la grandezza dei caratteri il testo può essere
scritto in caratteri minutissimi e poi incollato al centro
di una cornice 40 x 50 cm ed essere perfettamente in regola.
"All'ingresso" poi può significare qualsiasi cosa, dato che
ci sono stabilimenti con atrii faraonici dove il cartello
può essere nascosto in una nicchia, o in ombra, o dietro un
vetro i cui riflessi non consentono di leggerlo, ecc ecc.
Passiamo al testo del cartello. Intanto la parola battigia
messa così dov'è è assurda, dato che il testo corretto
rispecchiando le ordinanze regionali, dovrebbe recitare "per
il raggiungimento della fascia di 5 metri dalla battigia
destinata al libero transito".
Giova ricordare che la "battigia" non è una zona ma una
linea, quella dove il mare incontra l'arenile e quindi
cambia posizione in continuazione, specialmente sui litorali
dove i valori di marea presentano una notevole escursione.
Resta da analizzare l'ultima frase: "anche ai fini della
balneazione". Molti avvocati si sono esercitati per definire
le conseguenze di tale frase. Alcuni sostengono la tesi che
essa implichi necessariamente la possibilità di appoggiare
asciugamano e vestiti sulla suddetta fascia. Infatti non è
possibile arrivare agli ingressi degli stabilimenti già in
costume da bagno, dato che la legge vieta di girellare per
strade e lungomari in questa tenuta. Resterebbe la
possibilità di entrare in acqua portando sulla testa un
copricapo alla Carmen Miranda, dove al posto della frutta si
potessero depositare gli effetti personali e l'asciugamano
con cui asciugarsi una volta finito il bagno! Le ordinanze
delle capitanerie o delle regioni, a proposito di questa
fascia di 5 metri dalla battigia, fino alla sopraggiunta
obbligatorietà di questo cartello dicevano che è vietato
occupare questa fascia profonda 5 metri con sedie a sdraio,
ombrelloni e natanti di ogni tipo, esclusi quelli destinati
alle operazioni di salvataggio.
Ad evitare eterne liti con i bagnini alcuni comuni hanno
emesso nuove ordinanze dove alla lista degli oggetti che non
si possono depositare sulla fascia hanno aggiunto gli
asciugamani. Apriti cielo, perché così il cartello implica
una cosa e l'ordinanza generale un'altra. Quasi tutti i
comuni rivieraschi della Liguria e Toscana hanno aggiunto
questa parola. L'ordinanza del Comune di Roma dice invece
che è vietato occupare questa fascia di arenile con
"attrezzature come sedie a sdraio, ombrelloni, stuoini (sic)
e natanti di ogni tipo". Nessuna menzione è fatta degli
asciugamani o degli effetti personali.
E' vero che queste ordinanze che prescrivono di non
ingombrare questa fascia di arenile hanno come fine ultimo
di consentire l'eventuale passaggio di mezzi di soccorso, ma
gli avvocati dicono che una cosa sono le attrezzature
ingombranti come le sedie a sdraio e gli ombrelloni e altra
cosa sono gli asciugamani che si possono spostare con un
calcio. Insomma la materia è tutt'altro che chiaramente
regolamentata. A chi voglia accedere alla riva attraverso i
cancelli di uno stabilimento del Comune di Roma e voglia
lasciare momentaneamente i suoi effetti personali
sull'arenile consigliamo di munirsi di una copia di questa
ordinanza da mostrare ai bagnini e a eventuali forze
dell'ordine.
6 agosto 2014 12:26 - roberto1781
Grazie delle informazioni. A tal proposito mi piacerebbe
sapere quali siano, invece, i doveri di chi la spiaggia ce
l'ha in concessione. Sono moltissime le spiagge,
specialmente al sud Italia, interamente concesse a gestori
o, meglio, da questi gestite senza lasciare libere parti
delle stesse, come credo la legge reciti. Per esperienza
personale, posso dire che in diversi luoghi gli spazi
lasciati liberi per chi non vuol pagare un servizio sono
limitatissimi, usati dagli stessi gestori come deposito
barche o altro materiale, e quindi inutilizzabili dai
bagnanti per sporcizia o mancanza di spazio. Nella mia
esperienza, ancora, posso dire che i Comuni, presso i quali
mi son recato per chiedere informazioni o protestare, non
danno risposte e che finanche la Guardia Costiera o le
Capitanerie di Porto non offrono alcun supporto agli utenti.
Grazie. Roberto.
6 agosto 2014 9:16 - tororolo
sempre chi l'ha scavata risarcisce il danno, se impossibile
da individuare il responsabile e si dimostra che la buca era
presente da molto tempo, il responsabile per la spiaggia
libera è il demanio mentre per la concessionata è il
concessionario, ma la vedo dura. Ma di che tipo di buche
stai parlando??
6 agosto 2014 8:03 - ELLIELLI
E per le buche scavate in spiaggia (libera o a concessione)?
Chi ci finisce dentro come e da chi deve essere
risarcito?
Grazie.