Il mondo delle pensioni in senso lato , fino a qualche
decennio fa, forniva nella stragrande maggioranza dei casi ,
prestazioni generose rispetto ai contributi pagati (
retributivo invece che contributivo) e alle aspettative di
vita.
Il rapporto scandaloso tra costi e benefici lo forniva in
primis la classe politica e a ruota i boiardi pubblici a
cui facevano seguito i baby pensionati, i fruitori della
legge Mosca, le integrazioni al minimo ecc. ecc. .
Nei momenti di crisi economica , diventa difficile chiedere
di analizzare con mente fredda le soluzioni e fissare il
principio, ad esempio, che le pensioni, essendo salario
differito, devono differenziarsi in base ai contributi
pagati.
Per cui forte sale da una parte della classe politica che si
batte contro i ... ricchi e dalla piazza esclusa dai
benefici la richiesta della ... livella verso il basso .
La conseguenza è che da decenni assistiamo ad esempio a
baby pensionati che, pur avendo versato contributi per soli
15/16 anni , godono di rendite, aggiornate al 100%, che,
rapportate a chi di contributi ne ha versati per 40 anni ,
sono spropositate.
Ci si chiede cosa i pensionati penalizzati possano fare.
Dal momento che l'arma dello sciopero non l'hanno ,
rimarrebbe il voto.
Ma pare che questo governo durerà fino al 2016 e forse
2018....
9 maggio 2015 23:52 - andrea47silvia
a parte il commento che non può che ricalcare tutti i
precedenti,noi pensionati colpiti cosa possiamo fare?
6 maggio 2015 21:25 - Bista
La responsabilità è sempre nostra.
Siamo in democrazia e al massimo ogni cinque anni andiamo a
votare.
Se non sappiamo scegliere e ci facciamo rappresentare e
governare da personaggi che, quando va bene, non valgono una
cicca peggio per noi.
G.
6 maggio 2015 20:22 - francesco3470
Altro che professorini! E' evidente che la manovra traeva
origine da una strategia che doveva obbedire ad un preciso
diktat. Mi rifiuto di pensare che quel governo fosse
composto da persone così ottuse da non rendersi conto che
prima o dopo i nodi sarebbero venuti al pettine. Certo anche
questo "incidente" getta nuove e più pesanti ombre sul
ruolo che il Presidente Monti ha esercitato in quello che
ormai non può che essere definito il tramonto delle
democrazia nel nostro paese. Che noi siamo ancora lontani
dall'essere un popolo (e forse non lo diventeremo mai) non
giustifica una persistente violazione della nostra
costituzione. Anche perché è provato che i governi "forti"
sono quelli che agevolano la corruzione e le "derive"
illegali.
6 maggio 2015 19:25 - Campania 3289
Ringraziamo Dio che non hanno ancora decretato d'urgenza di
uccidere tutti i pensionati con età superiore alla
aspettativa di vita.
6 maggio 2015 14:56 - antonio8283
Come se non bastassero i guai (economici) che già
affliggono i pensionati (e non solo) italiani, ci sarà
sicuramente quell'altro di cui si continua a parlare da
tempo. Vale a dire la revisione di tutte le pensioni per
adeguarle ai contributi effettivamente versati (da coloro
che con tale sistema sono andati in pensione).Questo si
tradurrà in una vera e propria mazzata su milioni di
pensionati minimi, medi e alti (o, se si preferisce, di
bronzo, d'argento e d'oro).
Del resto, dovendo adesso reperire dai 10 ai 12 miliardi,
non è pensabile che il governo lo faccia aumentando il
debito pubblico (quelli di Bruxelles se lo mangerebbero
vivo..). E quindi si muoverà dapprima limitando i rimborsi
alle sole pensioni fino a 1.450 euro lordi. E poi affondando
il coltello nella delle pensioni retributive. Non è un
caso che Tito Boeri - da sempre acceso sostenitore della
perequazione fra retributive e contributive - sia stato
messo a capo dell'Inps. E con lui, l'altro bell'imbusto
consigliere economico di Renzi, il benpensante prof. Taddei.
In pratica si apre una prospettiva di vere lacrime e sangue
per milioni di pensionati i quali vedranno decurtare il loro
assegno di percentuali variabili dal 10 al 35-40%.
6 maggio 2015 7:25 - gt2312
Fortunatamente, leggendo gli altri commenti, constato che
molti lettori vedono la recente sentenza della consulta
sulle pensioni in chiave problematica e non facilmente e, o
immediatamente applicabile.
Richiamo quando avvenne nel 1990 sulle pensioni. Sempre in
una situazione di crisi economica, si agì su un meccanismo
analogo e dopo alcuni anni la consulta lo bocciò e l'INPS
dovette risarcire il danno di 15.000 miliardi di vecchie
lire.
Con Monti e la Fornero siamo nello stesso filone.
In una situazione di crisi economica e di possibile default
dell'Italia si è agito sul solito meccanismo delle
pensioni. Creando una serie di provvedimenti di dubbia
consistenza costituzionale.
Rendiamoci conto che agire sulle pensioni è agire sulla
posta più consistente della spesa pubblica.
L'effetto è immediato sui bilanci ed i possibili, anzi
certi ricorsi richiederanno tempo per essere esplicati,
sperando e consentendo di migliorare nel frattempo la
situazione. Monti lo hanno insediato appositamente per fare
questa operazione, mentre gli altri salvavano la faccia.
La consulta ha aspettato i tempi migliori per pronunciarsi.
Cerchiamo di affrontare questi fenomeni con sano cinismo.
5 maggio 2015 15:05 - lucillafiaccola1796
ai "legiferatori" che fanno leggi incomprensibili,
anticostituzionali, fare e disfare è sempre Vacca Gare,
bisognerebbe asportare la cosetta più preziosa che pensano
di avere...no, no, non il cervello anche se la rima
c'è...il baccello...quello verde che fa rima appunto con
cervello, ma non lo è !!!
5 maggio 2015 10:09 - NN1999
Non dimentichiamoci dell'altro regalo della Fornero, ovvero
la confluenza dell'Inpdap nell'Inps, confluenza che ha
azzerato e mandato in rosso il patrimonio dell'Inps. Finora
lo Stato dal momento della confluenza non ha mai ripianato
completamente i deficit dell'ex Inpdap, e sto parlando di
decine e decine di miliardi di euro di deficit.
4 maggio 2015 17:48 - ennius4531
Per completezza di informazione, vorrei ricordare che tra i
costi che dovremmo sopportare ci sarà anche quel ...
bruscolino di spesa in più dato da un nuovo senatore a vita
è cioè lo stesso Monti autore di tanta politica di lesina
pensionistica dalla durata così fugace.
Sulle motivazioni della recente sentenza della Corte
Costituzionale riguardo i trattamenti pensionistici, vorrei
solo riportare altre sentenze della stessa Corte che ne
decise la riduzione appellandosi ad " ... inderogabile
esigenza di contenimento della spesa pubblica.." il che,
a mio modesto avviso, attesta nuovamente che l'applicazione
del diritto, essendo materia ascientifica, risente dei ...
tempi in cui viviamo.
Sent. n. 240/1994 (red. Mengoni)
“..l’art. 38 Cost. non esclude la possibilità di un
intervento legislativo che, per una inderogabile esigenza di
contenimento della spesa pubblica, riduca “in maniera
definitiva un trattamento pensionistico in precedenza
spettante” (cfr. sentenza n. 822 del 1988).
L’attuazione del precetto costituzionale richiede un
bilanciamento, modificabile nel tempo a seconda delle
circostanze, tra i valori personali inerenti alla tutela
previdenziale e “i principi connessi alla concreta e
attuale disponibilità delle risorse finanziarie e dei mezzi
necessari per far fronte ai relativi impegni di spesa”
(sentenza n. 119 del 1991).
Ma quando l’intervento legislativo incide sul trattamento
di soggetti i quali, sebbene titolari di due o più
pensioni, hanno un reddito complessivo inferiore al limite
fissato dal d.l. n. 463 del 1983, così che per essi la
modifica legislativa comporta una compressione delle
esigenze di vita cui era precedentemente commisurata la
prestazione previdenziale, il principio di solidarietà
(sotteso all’art. 38 Cost.) coordinato col principio di
razionalità – equità (art. 3 Cost.), impone una
disciplina transitoria che assicuri un passaggio graduale al
trattamento meno favorevole”... “La limitazione della
cristallizzazione alla pensione principale, individuata
dall’art. 6, comma 3, del d.l. n. 463 del 1983, risponde a
un ragionevole bilanciamento degli interessi in gioco,
tenuto conto dell’urgenza dell’interesse pubblico alla
riduzione della spesa pensionistica”.