Guardate cosa si diceva sei anni fa in un articolo in
ADUC:
http://www.aduc.it/articolo/speculazione%2Bdeviazione%2Bfin
a nziaria_17519.php
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La definizione di speculazione veniva (a mio parere)
giustificata in relazione ad azioni (ovviamente lecite in
assenza di illeciti) considerate del tutto normali allo
scopo di guadagnare, lucrare, fare l'interesse di chi ordina
qualsiasi tipo di speculazioni finanziarie, specie in
borsa.
Insomma chi meglio ci sa fare, chi è più furbo, chi sa
intervenire grazie alle sue"capacità" di manovra, chi sa
prevedere gli umori dei mercati grazie ad algoritmi
estrapolativi (e magari anche storici interpolativi) ed
anche grazie a spregiudicatezze, in tanti casi vantate
persino sui mass-media, ecco che si è tentato di
giustificare tutto ciò come una "normale" attività che,
paradossalmente, può far bene e ottimizzare gli andamenti
dei mercati.
Quando queste azioni sono limitate ed oneste, sono
d'accordo. Sono un atto di guadagno che sfrutta gli umori
dei mercati e di chi vi opera. Ma quando si supera il
limite, con chiare azioni massicce che tutti(?) conosciamo,
si innesca il fenomeno della vera speculazione(quella che da
tempo ha preso il posto della normale ed onesta)
criminale.
Ora sembra che esista solo questa.
E tutti ne fanno le spese: dal piccolo
investitore-risparmiatore, agli operatori che , per rimanere
in attività escogitano di tutto, a finire(ma non proprio)
per rovinare aziende in difficoltà che potrebbero risanarsi
solo se si aiutassero anche in maniera non traumatica.
Invece la speculazione( termine come intendo io) le
finisce, le uccide definitivamente azzerandone le
capitalizzazioni nei valori di bilancio ed innescando così
un processo ad andamento geometrico e non arrestabile.
Ecco che devono scattare gli aiuti di stato, l'intervento
di fondi ad-hoc, gli acquisti da parte di investitori
stranieri che si appropriano di gioielli al costo della
carta straccia. Tutto ben pilotato. Ed in gran parte adesso
a scapito delle banche.
In definitiva tutto ciò gioca sempre a sfavore del
cittadino, del Popolo, del normale risparmiatore che, alla
fine, paga tutto quello che la "speculazione"(ormai
identificata come un fenomeno, un po' come la mafia o la
camorra) ha guadagnato.
Anche lo Stato, nelle sue direttive finanziarie perseguiva
i cosiddetti speculatori d'ufficio, chiamandoli a far fronte
ad azioni spinte e considerate scorrette che davano adito ad
evasioni di imposte e tasse.
Ma attualmente lo Stato non persegue speculazioni se non
giudicate illegali in maniera giurisprudenziale e questo
quasi alle kalende greche, cioè a tempi inesistenti.
8 luglio 2016 18:51 - lucillafiaccola1796
Grazie Sav per la tua spiegazione. Era proprio necessaria.
Io mi auguro che sta’ UE nazi D e F, servi di U$ion,
rientri nei ranghi e non ci fotta i risparmi, sotto la
minaccia di seguire la GB, mandandoli a fuck them all. Non
accettiamo le borse…interessiamoci solo dei Borsellini, i
Nostri, in modo che solo gli speculatori di satan scudo
rosso si fottano fra di loro. Si può fare. L’unione fa la
forza. Ma bisogna avere un poco di dignità e di dignitoso
coraggio.
8 luglio 2016 18:21 - savpg8801
Oggi alle 17, l'Unicredit sfiora un + 8% dopo perdite immani
negli ultimi tempi. Non è successo nulla di concreto.
Unicredit diventa buona di botto. Chiedetevi chi le ha
comprate quelle azioni tale da far lievitare il prezzo in
modo massiccio in poche ore! I neo rialzisti che acquistano
a prezzi da fallimento. Me ne frego di ciò che c'è dietro,
ma questo è il paradosso.
-.-.-.-.
A seguito per dati antecedenti di ieri:
https://it.finance.yahoo.com/notizie/banche-465-miliardi-per
dite-unitaliana-084000077.html
L'italiana peggiore sembra essere Unicredit
si dice:.. il WSJ il quale sottolinea nella sua analisi,
come gli ultimi ribassi abbiano cancellato un quarto della
capitalizzazione di mercato delle prime 20 banche al mondo.
Una debolezza che non è da attribuirsi solo alla futura
uscita di Londra dall'Ue ma che non è altro che la
proiezione di quanto era già in pectore. Il primo esempio
fatto è quello di JP Morgan Chase con un calo dell' 11%, la
più virtuosa anche sull'intero panorama statunitense che
naviga su una media del -20%, anche se la peggiore di tutti
a livello mondiale è stata Unicredit arrivato a perdere il
64% e, volendo tirare in ballo ancora Berlino, da
sottolineare il -47% di Deutsche Bank.
..
Capito bene? Quando per ragioni di interesse, e la
speculazione finanziaria lo è largamente, non si guarda in
faccia a nessuno; nei tempi antichi il malato, l'appestato,
il diverso, il deforme, il disgraziato, non venivano
soccorsi, aiutati, salvati. Si finivano sic et simpliciter,
allontanandoli o uccidendoli in qualche maniera più o meno
evidente. Nel mondo moderno dove sembra imperare
l'accanimento di salvataggio, l'aiuto agli oppressi, ai
diseredati, agli ammalati, ai succubi di guerre, agli
affamati, ai disgraziati in genere, per poterli riabilitare,
ricondurre a nuova degna sopravvivenza, vige per quasi tutte
le filosofie moderne dell'esistenza e dei diritti umani. Ma
non nella finanza e nell'economia.
Chi(o cosa) sta morendo (vero o falso che sia e deipende
dalle voci più che dagli assetti fondamentali) si finisce
di ammazzarlo con colpi di grazia(senza giustizia). Uno di
questi metodi è il bail-in che è già stato dichiarato
incostituzionale da parte di obiettori, appena dopo un
anno(sei mesi di pieno vigore). Altro è l'accanimento per
uccidere ciò che resta di qualche istituto bancario in
agonia (causata principalmente da crediti inesigibili,
quindi di responsabilità anche pubblica che non permette
pieno incolpamento e deterrenza per gli insolventi che
viaggiano a ruota libera, oltre che da erogazione di crediti
spesso troppo facilmente a chi non ne avrebbe diritto in
quanto incapace di restituirli) come Banche che si sono
poste in attenzione negli ultimi tempi(Etruria-CR Ferrara,
MPS- CR CES, ecc.ma anche altre non pubblicizzate dai
mass-media, chissà perchè) e le cui azioni, anzichè
rivivere per dare una mano a togliersi d'impaccio, sono
crollate al punto da innescare ricapitalizzazioni e piani
industriali-commerciali-riorganizzativi massicci e deleteri
per l'azionariato e l'obbligazionariato subordinato chiamato
a pagare le malefatte di altri.
L'attenzione non va posta solo in queste conosciute
Istituzioni e/o fondazioni, ma su tutto l'azionariato in
generale di settore(e non solo) per il semplice fatto di
innesco di mancanza di fiducia nel possesso di azioni e
subordinazioni. Credete che i turlupinati si affaccino più
al mondo finanziario azionario? Quelli fregati ed anche
altri(salvo gli speculatori ovviamente).
8 luglio 2016 10:43 - savpg8801
Cari signori, fino a ieri banche nel girone infernale, oggi
borsa trainata dai bancari....ma guarda tu! Le frasi di
qualche personaggio infossano, le frasi di qualcun'altro
infiammano. Questo il risultato: miliardi che passano dalle
tasche di molti a quelle di pochi e molti altri che si
bruciano. Questa è la "bellezza" della borsa dei giorni
nostri liberistici.
Le teorie dei grandi economisti e pensatori, nonchè
filosofi, in sistemi come quelli moderni non valgono più
nulla, anzi fanno solo sorridere.
Purtroppo, se non c'è nulla da invocare di moderno da parte
degli"analisti detectives" di oggidì, ripariamo i nostri
guai con la teoria del caos e della speculazione ( non
teorie teoriche, ma reali e pratiche), le uniche lasciate
liberamente agire.
7 luglio 2016 10:55 - neru
Caro Pedone, i CCF sarebbero comunque una soluzione
auspicabile, ma a mio modesto parere, al punto a cui siamo
giunti, non impedirebbero l'implosione di questa Unione
Europea così come è sta concepita e imposta.
Quanto alle "politiche autenticamente keynesiane" sono
totalmente d'accordo (e mi fa piacere, finalmente, che tu lo
scriva in modo chiaro), ma se veramente "autentiche" non
potranno MAI conciliare con una MONETA UNICA.
E le ragioni non devo essere certo io a spiegarle ad una
persona competente, e che stimo, come te.
6 luglio 2016 19:25 - lucillafiaccola1796
Non sono solo io a pensarlo...
La soluzione Ue alla crisi bancaria? Sequestrate i conti
correnti
L'unione Europea è entrata in un vortice di problemi che
apre la necessità di rivedere alcuni trattati, o di
immaginarne altri.
Nulla di “progressivo” naturalmente, anzi di più
reazionario. Ma un percorso disegnato a Maastricht, un
quarto di secolo fa, sembra ormai arrivato al capolinea. Fin
quando a porre problemi è stato un paese solo, per di più
piccolo e debole come la Grecia (e prima ancora Cipro) la
risposta è stata violenta: obbedite e basta.
Ora c'è invece da affrontare le bizze inglesi (paese fuori
dall'euro e tentato di staccare la spina completamente anche
dagli altri, minori, vincoli europei), mentre esplode la
questione dell'”UNITÀ BANCARIA”.
Sul primo fronte, che ha visto gli inglesi porre un ricatto
sociale brutale – “non forniremo più welfare agli
immigrati comunitari, almeno per alcuni anni, se non ci date
quello che vogliamo” - i margini di mediazione sono
stretti ma abbastanza comodi. I tedeschi hanno detto che se
ne può discutere, quindi si è cominciato a discutere.
L'altro fronte è invece semplicemente devastante, perché
lì di margini non ce ne sono. Di visibili, almeno.
L'”unione bancaria” tra i paesi che adottano la moneta
unica prevedeva fin dall'inizio “TRE PILASTRI”, da
costruire progressivamente perché l'intero edificio potesse
stare in piedi.
Il primo pilastro – Meccanismo di Vigilanza Unico (SSM),
entrato in vigore nel 2013 ma operativo da novembre 2014;
ovvero la vigilanza bancaria, da trasferire integralmente
dalle banche centrali nazionali alla Bce – è a metà del
guado. La Bce ha preso la sorveglianza sulle banche
“sistemiche”, quelle di grandi dimensioni il cui
eventuale fallimento potrebbe avere conseguenze disastrose.
Per quelle piccole, invece, la vigilanza è rimasta per ora
in mano alle autorità nazionali, perché soprattutto la
Germania non ha voluto che qualcun altro ficcasse il naso
nel sistema diffuso delle Landesbanken, istituti regionali
quasi sempre controllati da un mix politici-imprenditori
locali, che quasi mai presentano bilanci trasparenti e tanto
meno in ordine. Ma anche a livello macro, come per esempio
DEUTSCHE BANK, gli istituti tedeschi possono esibire il
minimo assoluto di credibilità globale (Deutsche è stata
salvata più volte con soldi pubblici, negli ultimi anni, ed
è stata alcentro di quasi tutti i crack finanziari del
nuovo millennio).
Il secondo pilastro, il Meccanismo Unico di Risoluzione
delle Crisi (SRM), che entrerà in vigore nel 2016, quindi
ormai vigente. E infine il Fondo Unico di Risoluzione (SRF)
che sarebbe dovuto andare a regime dal 2025.
Quest'ultimo è il vero nodo del contendere perché implica
necessariamente un fondo unico di assicurazione sui
depositi, ovvero la “mutualizzazione” tra tutti i paesi
europei dei costi di eventuali fallimenti bancari, per
garantire ai correntisti la disposibilità integrale dei
soldi versati, fino a 100.000 euro. Valgono qui le parole
con cui Angela Merkel, venerdì, ha annientato l'alzata di
ingegno di tal Matteo Renzi sul tema: “La mutualizzazione
dell'assicurazione dei depositi bancari farebbe l'opposto
che ridurre i rischi nel sistema finanziario. Per questo
pensiamo sia sbaglaita e la respingiamo”.
Come si vede, non è uno stop tattico, momentaneo, ossia il
solito “prima mettete a posto i vostri conti e poi andiamo
avanti insieme”. No. Qui c'è una rimessa in discussione
del sistema, della sua struttura. Insomma, di un trattato
(com'è stato costretto a ricordare Mario Draghi: «L'unione
bancaria va completata. Su questo c'è stato un accordo, sia
sulla costituzione di un sistema di assicurazione dei
depositi, sia su un SINGLE RESOLUTION FUND (PER FINANZIARE
GLI INTERVENTI SULLE BANCHE IN CRISI NDR). Queste cose vanno
fatte, anche perché in questo modo uno dei problemi che ha
caratterizzato la crisi, il nesso bidirezionale tra banche e
Stati sovrani, viene attenuato»).
Non è sorprendente che la QUESTIONE SIA ESPLOSA A LIVELLO
EUROPEO DOPO LA VICENDA DEL “SALVABANCHE” ITALIANO, CON
LA SCELTA DEL GOVERNO RENZI DI METTERE IN MOTO UN BAIL IN
– ANZICHÉ IL FONDO INTERBANCARIO, ANCORA ESISTENTE E
OPERATIVO – CHE HA SCARICATO SU OBBLIGAZIONISTI INGENUI E
CORRENTISTI DI PROVINCIA I COSTI DI UNA GESTIONE OLTRE IL
LIMITE DEL CRIMINE ORGANIZZATO. SI PENSI CHE SOLTANTO IN
BANCA ETRURIA SONO STATI SCOPERTI 25.000 CONTI CORRENTI
SENZA UN TITOLARE RINTRACCIABILE, FACENDO SUBITO PARLARE DI
RICICLAGGIO (E NON CERTO DI DENARO PULITO).
Non ci sono certo soltanto le piccole banche italiane in
condizioni precarie, quindi la domanda “chi paga?” va
posta a livello continentale. E la Germania del duo
Merkel-Schaeuble risponde: “noi mai”.
E allora? La direzione di marcia è indicata con raro
cinismo da Lars Feld, consigliere del governo tedesco e
vicino al ministro Wolfgang Schaeuble, intervistato ieri da
Federico Fubini sul Corriere della Sera: “I TAGLI ALLE
OBBLIGAZIONI E AI CONTI CORRENTI SOPRA I 100 MILA EURO
DOVRANNO AIUTARE A RISTRUTTURARE LE BANCHE, PERCHÉ LA
COMMISSIONE UE IMPEDIRÀ SALVATAGGI DELLE BANCHE DA PARTE
DEL GOVERNO O SUSSIDI NASCOSTI AGLI ISTITUTI. NON SARANNO
PERMESSI”.
Una traduzione non sarebbe necessaria, ma la facciamo lo
stesso: “Voi italiani dovrete tosare i vostri correntisti
– e tutti lo siamo, perché è ormai obbligatorio avere un
conto per versarvi stipendio o pensione – per salvare le
vostre banche. Perché lo diciamo noi, Punto e basta”. Se
non ce la fate nemmeno così, c'è sempre “Il fondo
salvataggi è lì per gestire il rischio sistemico che va
aldilà della capacità di un Paese”. Un meccanismo che
inchioda ancora di più le possibilità di manovra di un
governo nazionale e SPINGE, IN CASI NEANCHE ESTREMI, A
VENDERE A PREZZI STRACCIATI AZIENDE E/O BANCHE; CON TEDESCHI
O FRANCESI PRONTI A COMPRARE. “Comunque – chiude Feld -
dobbiamo impedire a qualunque governo di sussidiare le
banche”.
Se i tedeschi non avessero usato 300 miliardi di fondi
pubblici per salvare le loro, durante il momento peggiore
della crisi finanziaria, il ragionamento sarebbe
inaccettabile ma almeno “onesto”. Così è soltanto una
rivendicazione del “diritto del capitale con base in
Germania” a spadroneggiare dovunque, nel Vecchio
Continente.
Sta di fatto, a questo punto, che la costruzione dell'Unione
Europea si trova ad affrontare scogli inaggirabili. E se
verrà comunque trovata una soluzione, questa sarà
terribile per le popolazioni. Non più solo per lavoratori,
pensionati, giovani, studenti. Ma anche per quel “ceto
medio” che fin qui si era sentito tranquillo avendo
“qualche risparmio in banca”.
Ma bisogna capire bene il discorso. Un lavoratore precario o
stabile, o un pensionato che è obbligato ad avere un conto
corrente, potrebbe pensare: "non sono un azionista, non ho
mai voluto sottoscrivere obbligazioni della banca, ho molto
meno di 100.000 euro, quindi posso stare tranquillo". NON È
PROPRIO COSÌ. LA GARANZIA FINO A 100.000 EURO - PER SOMME
INFERIORI, DUNQUE - È ANCORA A CARICO DELLO STATO NAZIONALE
DI APPARTENENZA. SE I FONDI DISPONIBILI PER QUESTO SCOPO NON
DOVESSERO BASTARE, QUELLO STATO NAZIONALE NON POTRÀ AGIRE
IN DEFICIT; QUINDI VIENE A SALTARE LA GARANZIA ANCHE PER LE
PICCOLE CIFRE, NON SOLO PER GLI OVER 100.000.
Non a caso, il saggio Wofgang Munchau, sempre ieri e sempre
dalle colonne del Corriere della Sera, in traduzione dal
Financial Times, spiegava perché “L'UNIONE BANCARIA È
TANTO NECESSARIA QUANTO IMPOSSIBILE”.
NON UNA PROFEZIA, MA UNA SENTENZA.
http://www.contropiano.org/economia/item/34394-la-soluzione-
ue-alla-crisi-bancaria-sequestrate-i-conti-correnti