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18 dicembre 2016 19:19 - Corrado Festa
Gentile Federico6198, grazie per il suo apprezzamento innanzitutto. Sono contento che gli articoli di questo sito le siano utili. Aggiungo alcune osservazioni sul servizio di consulenza. La consulenza finanziaria, come lei giustamente nota, ha un costo, così come ogni servizio del quale usufruiamo. Siamo invece abituati a considerarla gratuita perché i consigli di investimento che gli italiani ricevono sono retribuiti in modo non trasparente, attraverso i costi di gestione dei prodotti acquistati. Il risparmiatore che compra fondi di investimento o altri prodotti finanziari paga un costo che non vede. Quando riceviamo l'estratto conto di una posizione in prodotti finanziari non vediamo alcun addebito per i costi che stiamo pagando e non lo vediamo perché in effetti non è riportato.
Questo è il grande equivoco su cui si basa l'industria del risparmio gestito in Italia. Non è strano pagare un servizio, neanche eventualmente pagare un prezzo elevato, lo strano è non sapere quanto si paga. Peggio ancora: se so quanto pago, a fronte di un prezzo più elevato pretendo di ricevere una qualità (del prodotto o del servizio) migliore. Invece oggi i risparmiatori italiani pagano spesso, sui propri investimenti, costi più elevati a fronte non di un servizio migliore, ma di prodotti più complessi, rischiosi o comunque non adatti ai loro bisogni, che sono stati loro consigliati proprio in virtù del loro maggior costo e non per altri motivi.
Troviamo naturale pagare quando riceviamo un servizio di qualsiasi tipo, ma ci viene invece il dubbio se valga la pena spendere per una questione così importante quale la gestione dei nostri risparmi. Lo trovo abbastanza significativo.
Gentile Savpg8801, la sua opinione è rispettabilissima, ne prendo atto, ma non saprei come rispondere. Lei pensa che tutto sia solo speculazione e quindi sia una grande ingenuità cercare di parlare di investimenti in modo serio. Non discuto dell'esistenza della speculazione ma sull'ingenuità di chi tratta dell'argomento. Se accetto la sua posizione, penso che lo stesso dovrebbe necessariamente applicarsi a molti a altri argomenti. Dei quali quindi sarebbe inutile cercare di parlare. Anche questa può essere un'opinione, ma non mi sembra un presupposto per grandi progressi o anche solo per cercare di difenderci da ciò che accade intorno a noi.
5 dicembre 2016 15:18 - savpg8801
Mi vien da piangere,se sapessi farlo, invece rido sentendo che c'è ancora gente che parla seriamente del sistema finanziario, banche, borse, mercati, ecc.
Qui dicono:..." L'Autore è impegnato a promuovere in Italia iniziative politiche basate sulla finanza ed economia comportamentali. Sta preparando un nuovo libro ("Psycho Finance"), che vuole fornire strategie di asset allocation efficienti da un punto di vista comportamentale."...
Ma siamo matti?, ancora gente che vuol far credere che tutto il sistema sia sano e legato ad andamenti fondamentali? Ingenuità da NOBEL.
Se poi dichiarassero che sono barzellette fantascientifiche, bahhh allora imparerò almeno a piangere.
Basterebbe osservare anche solo un giorno come oggi, post risultati referendari, per capire che tutto sia in mano alla speculazione. Sembra il caos. Di ora in ora prima giù, poi su, poi giù ancora, poi su, poi..idem eadem idem.
Effetto Draghi, effetto Renzi, effetto Lepen evoca qualcosa di fallico, effetto banche, effetto pentastallati(ci), effetto Salvini e Meloni, effetto si, no, no, si, asino, effetto populismo o no-populismo, effetto Trumpet, effetto brezit, italexit, Austriexit-no ingoing, effetto porcellum, effetto bce, efetto europa, effetto bce, effetto vaffanchiul...
Noooo, il vero effetto è la spe-cul-azione!
5 dicembre 2016 15:02 - federico6198
Dott : Corrado festa,trovo il suo articolo molto interessante e sicuramente mi comprerò questo libro,da quello che ho capito frequentando questo sito ed applicano i concetti espressi nei vari articoli che si sono susseguiti negli anni alla finanza personale,ho capito che l'aspetto cognitivo e comportamentale è fondamentale visto che da quello che ho capito che per la maggioranza dei piccoli risparmiatori l'aspetto cognitivo e comportamentale viene completamente ignorato (non essendo una materia conosciuta e sicuramente la parte più complicata da capire ed applicare)soffermandosi sull'aspetto puramente tecnico per il quale c'è tanta confusione ed ignoranza e che la maggioranza dei piccoli risparmiatori ritiene che sia complicatissimo da capire quando in realtà è solo un problema di metodo e non di capacità,luoghi comuni distorsioni cognitive,limaptto mediatico quotidiano ed il rifiuto di affrontare l'argomento ritendo a torto che per investire ed avere buoni risultati bisogna avere delle capacità straordinarie . Dopo aver letto da anni questi articoli espressi in pillole sono riuscito a raggiungere quella consapevolezza che mi permette di prendere decisioni finanziarie autonomamente,ma per arrivarci ho dovuto leggere i vari articoli sperimentando sul campo,ed anche sbagliando,ma con gli anni ho acquisito sempre più esperienza e consapevolezza,che mi hanno permesso di ridurre sempre di più gli errori e migliorare la rendita del mio portafoglio,non credo sia una cosa complicata da capire ma ritengo sia complicata da applicare ai piccoli risparmiatori a causa dell'assimetria informativa che c'è fra chi detiene più capitali e chi non non ha massimo scolari scrisse così :La consulenza finanziaria, soprattutto se prestata secondo modalità di indipendenza e di oggettività, può contribuire a ridurre i costi sopportati dal cliente e l’asimmetria informativa. In un certo senso si potrebbe affermare che la domanda di consulenza dovrebbe essere maggiore proprio da parte della clientela meno informata e meno finanziariamente evoluta. Infatti questi risparmiatori, sprovvisti del bagaglio e delle informazioni di base, consumano più tempo e risorse per informarsi e decidere i propri investimenti.
Non è così invece. Numerose ricerche hanno dimostrato che il servizio di consulenza risulta maggiormente apprezzato dalla clientela evoluta e con una decente preparazione ed esperienza in materia finanziaria. Alcuni sostengono che questa correlazione è dovuta al fatto che la clientela maggiormente istruita normalmente detiene più capitali e guadagna redditi maggiori. Ed è per questo che chiede più facilmente un servizio di consulenza.
In ogni caso la consulenza ha un costo, dato dal tempo necessario al consulente per analizzare la pianificazione finanziaria del cliente, i suoi obiettivi, la propensione al rischio ecc. e per formulare raccomandazioni di investimento adeguate ai bisogni e alle caratteristiche del cliente. Se questo costo supera l’onere che il cliente deve sopportare per informarsi e decidere da solo, evidentemente la consulenza non potrà svilupparsi presso la clientela retail.
2 dicembre 2016 18:33 - lucillafiaccola1796
voglio vedere se i terroristi tipo financial times ed economist avranno il coraggio di far fallire le 8 [4 più 4 uguale quarantacacchio] banche italiane tramite il "default" di MPS ! Altro che Brexit, altro che ha vinto Trump! Altro che ora in Francia vincerà Marine Lepen! Altro che rendux sta abbarbicato come la gramigna anche se vince il NOOOOOOOOO smentendo renzy o' nocchio
I Sorci Rossi!
Intanto....libero...il primo dicembre 2016:
http://www.piovegovernoladro.info/2016/12/01 Fonte http://www.liberoquotidiano.it
Banca MPS -99,7%; Unicredit -97%; Banco Popolare -96%; Popolare di Milano -92%; Ubi Banca -88%; Pop Emilia Romagna -77%; Intesa San Paolo -61%; Mediobanca -59% e mi fermo qui, questo è il necrologio del sistema finanziario italiano relativo agli ultimi 9 anni di Piazza Affari.
Ora vi chiedo, serviva l’avvertimento del Financial Times per farci comprendere quanto sia grave e pericoloso il sistema bancario italiano? Secondo l’autorevole quotidiano finanziario, sarà l’esito del referendum a decidere le sorti dei nostri risparmi, il Sì porterà gloria, il No tragedia.
Quello che è stato omesso, o si sono dimenticati di ricordare è che il problema che si porta dietro il sistema bancario italiano ha origine molto prima dell’annuncio referendario, molto prima anche dell’avvento di Renzi.
Si deve tornare al 2007, al picco della bolla subprime e titoli tossici, all’epoca dello scoppio della bolla finanziaria, alla successiva recessione, alla debolezza economica che unica l’Italia tra i grandi paesi, a non aver recuperato e che per gran parte ha pesato sui bilanci della banche anche attraverso gli arcinoti NPL, i crediti deteriorati e ancora difficilmente recuperabili.
Dal 2007 in poi è stato un profluvio di vendite indiscriminate, un incendio mai domato sul risparmio italiano, quotazioni a picco e aumenti di capitale gettati in un pozzo senza fondo, investimenti persi per sempre.
9 anni che hanno quasi azzerato i capitali, oltre che aver abbattuto il morale dei piccoli risparmiatori. Dopo questo flagello di numeri, siamo ancora convinti che sia veramente il referendum la causa di una grave crisi per l’Italia o il grimaldello per l’uscita dalla crisi?
Evidentemente stiamo guardando il problema e la soluzione sbagliata. Prima del referendum è il successo o il fallimento dell’aumento di capitale di Mps a fare ago della bilancia.
Sul caso tra rassegnazione e rabbia, sono in molti a essere pessimisti, soprattutto dopo l’operazione di raggruppamento (100 azioni vecchia per una nuova ovviamente a prezzo proporzionato) che fa pensare a nuove diluizioni di valore. Il passato insegna, più volte il titolo è stato artificialmente alzato di valore prima dei precedenti aumenti di capitale, e tutte le volte il titolo si è successivamente sgonfiato per tornare ai valori zero virgola che conosciamo.
Ma questa volta, il finale potrebbe essere diverso. Potrebbe essere diverso perché le intenzioni di investimento ci sono, intenzioni che arrivano da soggetti importanti come Generali e Fondo Sovrano del Qatar che non hanno come priorità la perdita di denaro, ma il guadagno.
Il 2016 è un anno bastardo, nel senso che ha una doppia razza e difficilmente prevedibile. I singoli casi lo insegnano, tutte le volte una possibile cattiva notizia, dalla Brexit a Trump ha avuto un esito opposto, anzi, si è dimostrata a posteriori un’occasione di acquisto.
L’ultimo caso è di ieri, prima della riunione OPEC, quando un ristretto gruppo di grandi operatori di Wall Street, aveva dato all’esito OPEC un’importanza vitale. Senza esagerare con il giudizio, tale a tanta era attenzione e tensione sull’evento, che da quell’esito il mercato si attendeva semplicemente tutto, e per tutto intendo direzione futura.
Le attese erano di massima negatività, tanto che le proiezioni erano di crollo del petrolio a 20$ e conseguente inizio della discesa dei mercati. Come ben sappiamo, fortunatamente, le cose sono andate diversamente, e Wall Street, con la sua “OLD ECONOMY” continua a volare.
Titoli petroliferi e banche a Wall Street godono. Toccherà finalmente anche all’Italia? Dipende dal Sì o dal No, ma sull’aumento MPS e non sul referendum.
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