lucillafiaccola1796 : bel commento complimenti tutto vero
parole sante.
15 marzo 2017 21:08 - savpg8801
Bell'articolino che hai trovato, Lucy. Che condivido...e te
pareva!Da sempre denuncio la deriva della finanza; deriva
pilotata dalla speculazione. Che qui si cita parecchie
volte. Per forza, perchè la liberistica finanza ha
soppiantato la libera impresa di altro tipo in ogni settore.
Commerciale, cooperativo, industriale, bancario,
assicurativo, ecc. Utili se ne fanno più manovrando finanza
che gestioni caratteristiche delle aziende. Già ai miei
tempi si critocava una direzione e una amministrazione
bancaria che sempre più, per fare un profitto e un bel
bilancio, che non veniva ormai più dalle operazioni di
credito e servizi, manovrava titoli, e prodotti di
finanza(pochi in verità) ma comunque non previsti dagli
statuti se non in misura minimale e non massiccia.
La Banca d'Italia ha posto dei paletti alle operazioni di
finanza delle cooperative(tipo utilizzo dei prestiti
sociali) per fare speculazione, alcuni anche mascherati, ma
che in tante realtà superano addirittura i criteri di
coerenza statutaria e caratteristica del, appunto, scopo di
statuto. Se una cooperativa di consumo fa più utili
manovrando finanza al posto di utilizzare le vendite di beni
o servizi, non persegue lo scopo aziendale con cui è stata
creata, quindi è in dolo.
14 marzo 2017 19:25 - lucillafiaccola1796
http://www.controinformazione.info/finanzcapitalismo-schiavi
-del-debito/
Una delle trasformazioni più inumane del sistema
capitalistico industriale, fondato originariamente
sull’industria manifatturiera e più in generale di
produzione, è quella in capitalismo finanziario, in cui il
potere è concentrato in pochi grandi istituti di credito.
Le banche hanno cessato il loro ruolo di supporto e di
credito allo sviluppo, preferendo investire in prodotti
finanziari dai quali viene generato altro capitale, in un
sistema autoreferenziale in cui i profitti nascono dalla
speculazione, senza passare attraverso il lavoro e la
produzione. Il sistema capitalistico ha spostato l’asse
dall’economia reale a quella finanziaria e, ancora peggio,
alla speculazione che ne deriva, tanto da essere stato
ribattezzato “finanzcapitalismo” o “capitalismo
ultrafinanziario”. In esso la ricchezza non passa
attraverso la produzione di beni o servizi, né è previsto
un piano di redistribuzione tra lavoratori e consumatori, ma
solo l’accentramento nelle mani di pochi, pochissimi. Da
sempre strumento di supporto dell’economia capitalistica,
con l’avvento del neoliberismo la finanza si è tramutata
da servitore a padrone dell’economia mondiale,
fagocitandola e riproducendosi a ritmi vertiginosi. A
partire dal 1980 l’ammontare degli attivi generati dal
sistema finanziario ha superato il valore del Pil
dell’intero pianeta. Da allora la corsa della finanza al
profitto è diventata così veloce da quintuplicare per
massa di attivo l’economia reale nel giro di un
trentennio. Sotto la presidenza Bill Clinton, sono state
introdotte due pietre miliari per completare la
deregolamentazione del sistema finanziario neoliberista. Con
l’abolizione del Glass-Steagall-Act, introdotto da
Roosevelt l’anno successivo alla crisi del ’29, è stata
eliminata la separazione tra banche d’affari e
d’investimenti, che così hanno riconquistato
concentrazioni di potere economico. In contemporanea,
l’organizzazione mondiale per il commercio (WTO) ha dato
il via libera alla compravendita di prodotti fuori Borsa con
la cancellazione delle precedenti norme, considerate
restrittive, sul controllo dei derivati. Ogni giorno nascono
nuove tipologie di derivati sempre più sofisticati e
complessi, che possono essere scambiati “over the
counter”, ossia fuori dalle Borse. Essendo titoli
“transitori” non rispondono all’obbligo di essere
registrati nel bilancio bancario e sfuggono alle normative
del settore. Sfruttando le falle del sistema, da esso stesso
generate, i grandi gruppi finanziari hanno creato una
miriade di società indipendenti cui trasferiscono fuori
bilancio grossi capitali, che in tal modo divengono
invisibili. Tali strumenti hanno le stesse caratteristiche
della moneta: sono rivendibili più volte, facilmente
monetizzabili e scambiabili senza detenere il possesso del
loro sottostante. Così i derivati, messi in circolazione in
enormi quantitativi dalle banche, sono divenuti una nuova
forma di moneta circolante, che sfugge alle analisi e rende
problematici ed inefficaci gli interventi di politica
monetaria. E’ il mondo della finanza ombra, quel vasto
mercato parallelo, nato tra le trame del sistema bancario
internazionale, che ha reso mastodontica e fuori controllo
la mole dei prodotti finanziari circolanti. Una grossa fetta
di questi prodotti finanziari ha per sottostante forme di
debito, come ad esempio le ipoteche sulla casa. Con un
meccanismo perverso, in cui il denaro viene creato
attraverso il debito, si realizza una forma di speculazione
assoluta che niente ha a che vedere con la creazione di
valore, ma piuttosto con la sua distruzione.
E’ EVIDENTE CHE UN SISTEMA ECONOMICO BASATO SULLA
SPECULAZIONE SGANCIATA DALLA PRODUZIONE E FONDATA SUL
DEBITO, SIA PUBBLICO CHE PRIVATO, SIA INSOSTENIBILE.
Il paradosso del finanzcapitalismo è che trova nel caos e
nella povertà il suo humus ideale, poiché proprio la
speculazione sui debiti e sulle sofferenze ne è la linfa
vitale [NDR MPS !] . Il suo funzionamento è regolato da
meccanismi complessi, artificiosi, che si basano
sull’applicazione DI MODELLI DELLA FISICA E DELLA
CIBERNETICA: NULLA DI PIÙ LONTANO DALL’ECONOMIA REALE!
I MAGGIORI RESPONSABILI dell’affermarsi di questo sistema
distorto e criminale sono i POLITICI, venuti meno al loro
compito di tutelare le fasce deboli e di assicurare il
benessere sociale. L’INTERO SISTEMA SOCIO-ECONOMICO
LIBERISTA È ORMAI CONCEPITO PER SERVIRE LA FINANZA.
14 marzo 2017 16:45 - giorgio canella
Alessandro, io credo che il punto sia anche un altro: mi
trovo in linea con le tue considerazioni, tuttavia io credo
che le batoste che i consumatori hanno preso siano dovute
anche al fatto che raramente (se non mai) si fanno controlli
sulle risposte che risultano nei questionari ...chiaramente
il consumatore è responsabile di avere messo la sua firma
senza leggere il contenuto del documento, però .....è
come per il codice della strada, non basta che esista . Ciao