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9 ottobre 2017 18:51 - savpg8801
Lasciamo, per il momento da parte i veri celiaci con tanto di tessera e rimborsi che sono molto di più di un rimborso di medicine salvavita classe A per un malato nemmeno poco grave.
Ma...Egregio Mechano, 150 gr di pasta li mangia un facchino, ma un "normale" individuo non li trova nemmeno consigliati dalle linee guida sull'alimentazione. Per forza che hai lo stomaco pesante!
Poi sono tanti altri gli alimenti che provocano effetti infiammatori come il glutine, cioè non celiachia, ma intolleranze, esagerazioni, sinergie con altri cibi, tali da dare quel senso dispeptico e di sofferenza gastrica alla base di tutto che può provocare disagi, come altre cose, che ti annebbiano il primo cervello a causa del secondo. Senza contare che molti hanno delle patologie nascoste o misconosciute e poi danno la colpa della propria patìa alle sostanze contenute nei cibi; qui si parla però di glutine senza troppo divagare.
Se apri decine di links sul glutine o la celiachia ne leggi di tutte. In particolare, tuttavia, non si asserisce che il glutine faccia male, anzi! E ci sono studi recenti che lo affermano. E' una sostanza normale, come tante, ma che per vezzo o interesse, viene demonizzata al punto da favorire alternative costose per tutti, anche per la comunità sana che, per paura o moda, si rivolge precauzionalmente ad alimenti maggiormente costosi, inutilmente.
Poi l'articolo non fa il punto in generale, ma su tutto quanto sia generato e favorito da situazioni collaterali, spesso indefinite, ma che non sono la Celiachia. E questo accresce l'approfittamento, come in borsa o in qualsiasi mercato liberistico. E spesso non è cosa buona, salvo che la vediamo solo con l'ottica del profitto. Mors tua, vita mea. Ma per ora, non c'è ancora altro.
9 ottobre 2017 12:02 - Mechano
@savpg8801
Il celiaco diagnosticato e ufficialmente registrato in ASL ha una tessera che mette a carico del SSN il maggior costo dei suoi alimenti.

Nonostante siano poco costosi da produrre, devono essere costosi perché al celiaco costano sempre uguale, ma la differenza viene munta dall'industria al SSN. (Nota: munta da mungere, come si fa con le vacche).

Come sempre siamo lì, chi detiene il monopolio del denaro? Lo Stato. Chi è l'unico foraggiatore dell'economia reale con la caduta a pioggia di denaro verso il sistema economico? Sempre lui lo Stato.
Chi bisogna mungere per sopravvivere? Sempre lo Stato.

Chi ha detto che lo Stato deve agire come la buona famiglia che deve risparmiare e non indebitarsi? Una massa di economisti coglioni o delinquenti in malafede, e tutti i cretini che gli credono...

Risolto questo dilemma, hai la spiegazione del perché gli alimenti senza glutine siano così costosi, nonostante non abbiano nulla di speciale.

Questione monetaria a parte, mangiare senza glutine per certi periodi, farebbe bene anche ai non celiaci. Se ciò diventa una moda è un doppio vantaggio per l'industria che li produce. Munge lo Stato tramite la tessera dei celiaci, e ha buoni guadagni da una massa di altri clienti che non sono celiaci, ma vogliono mangiare senza glutine per la leggerezza che questi alimenti hanno sul sistema digestivo.

Mangia a pranzo 150gr di pasta tradizionale e l'equivalente senza glutine. Dimmi quale delle due ti lascia appesantito e ti mette sonnolenza obbligandoti ad una pennichella pomeridiana.
Il glutine è difficile da digerire, non è un alimento propriamente adatto alle persone, ed introdotto nell'alimentazione umana da pochi millenni, un tempo "breve" che non ha permesso a tutte le etnie del pianeta la mutazione genetica per scomporlo nell'apparato digestivo.

Se poi ci aggiungi che il grano Creso è stato mutato tramite raggi X per rendere il glutine più tenace per lievitare meglio ed essere più consistente per tenere meglio la cottura, capirai che danno che hanno fatto i cretini che si sono inventati questo OGM.
Se parli con loro se ne vantano anche...

Rimane il dubbio se i celiachi li stiano creando loro, come conseguenza (non deliberata ovviamente) di questa scelta scellerata...
Il glutine è stato introdotti pochi millenni fa, e quando l'uomo stava lentamente adattandosi, che cosa fai? 40 anni fa gliene cambi la composizione molecolare, e via altri 4-5000 anni per riabituarci a quello nuovo modificato coi raggi X.
9 ottobre 2017 11:06 - savpg8801
Ma tant'è...a fare il celiaco che problema c'è? Si ottengono attenzioni, si cerca commiserazione, se ne parla dei proprii guai, si trovano "amici" su Facebook o altri mille social, si impegna la massaia(quand'anche ancora esista) di casa, o la signora d'altri tempi che invita per una cena organizzata e preparata dalle sue abili mani in un giro di inviti che spesso non finisce mai,con scambi di ricette e procedure, con mille difficoltà perchè dar da mangiare a un celiaco, o presunto tale, è una grossa responsabilità; come lo è per un oste che può sentirsi denunciato o incolpato da una presunta contaminazione in cucina o nella trafila necessaria. Peraltro i cibi venduti "senza glutine" non solo ormai in ogni punto vendita, ma anche in farmacia, costano moltissimo. E pensare che non è che tolgano il glutine(pensando a processi industriali chissà i quali!) ma semplicemente mettono degli altri componenti quali il mais, il riso, le patate, il miglio, ed altre derrate per lo più considerate abbastanza semplici e poco costose come il grano(ma non il farro che è una moda di nicchia).
Ecco che, per sopperire alla colla"glutine" mettono qualche altro collante industriale, ma solo per fare stare insieme gli spaghetti. Tutto lì.
Ma è vero...Mastrantoni! Le mode sono la rinascita di industrie che muovono le masse dei seguaci. Io credo che ogni novità che punti sulle debolezze umane venga utilizzata (con capacità mediatiche e specialistiche non da poco) per produrre e vendere cose normali, spacciate spesso per speciali, sia un processo che dà importanza al sistema Paese. Infatti la moda degli oli d'oliva che ogni paesino produce, che solo italici sono buoni e fanno bene, purchè siano DOC o abbiano etichette speciali, oppure le produzioni di "biologico" frutta, verdura, animali e loro prodotti, tanto che, per moda, molti comuni e scuole li adottano come elisir di vita, protettori da cancri ed altre diavolerie, ecc. Ma costano di più e non sono che, quasi, uguali agli altri come da rivelazioni di conoscenti produttori che, fra l'altro, dicono che non trattando, non si cava nulla. Ma chissà perchè il produttore italiano va creduto per forza, anche se produce in un paese straniero o ci appiccica una bella etichetta?
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