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14 febbraio 2018 12:30 - giancarlo3171
Partendo da premesse condivisibili l'autore arriva a conclusioni assurde.
Perché io dovrei scusarmi per fatti di 70 anni fa?
L'autore non comprende che il contesto storico era del tutto differente.
Allora tutte le grandi potenze, comprese quelle democratiche, erano imperialiste, razziste, colonialiste.
L'Italia democratica dall'unità al 1915 ha sempre fatto guerre coloniali e di aggressione.
Il fascismo ha solo continuato la stessa linea politica.
Quanto ai professori universitari, bisogna considerare che l'inferiorità dei negri rispetto ai bianchi era considerata una realtà indiscutibile.
Sbagliavano, ma i tempi erano quelli.
14 febbraio 2018 9:24 - renato9969
Uno, una volta ha detto: - chi e' senza peccato scagli la prima pietra-, ma qua i comunisti, continuano a scagliare pietre, essi sono allora -senza peccato-? La storia va capita considerando il momento storico a cui si riferisce. Nel contesto in cui tutte le nazioni cercavano di colonizzare parti del mondo, anche l'Italia di Benito Mussolini ha fatto questo, ma mi piace ricordare che prima che arrivassero le truppe italiane in Africa arrivò il Banco di Roma ed altre banche cattoliche. Il popolo era con Mussolini ed anche numerosi importanti personaggi che furono fascisti fino a quando non videro la fine del Fascismo ed allora si proclamarono antifascisti. Già vedendo la nave affondare divennero sanguinari oppositori ed esecutori di mattanze di fascisti. Se un partigiano ha combattuto per liberare l'Italia ed in cuor suo amava la sua Patria, ha il mio rispetto, ma ce l'ha anche il fascista che ha combattuto e difeso ciò in cui credeva. Se i secondi hanno compiuto abominevoli stragi i primi non sono stati da meno, anzi a guerra finita hanno massacrato , infoibato, ammazzato come cani quelli che furono riconosciuti come fascisti, indipendentemente dal fatto di come si erano comportati. Fra di loro c'erano persone che nulla avevano a che fare con la barbarie anzi avevano aiutato molte persone a non morire di fame.E d allora dove sta la VERITA'? Ora si fanno leggi contro il Fascismo, che non può essere il Fascismo di 100 anni fa, perché il momento storico è diverso, con l' arroganza dei veri fascisti di 100 anni fa e con i loro metodi, ma sono passati 100 anni non sarebbe ora di chiudere la questione o bisogna per forza continuare ad accendere gli animi? La legge deve essere uguale per tutti, sia per i bianchi che per gli altri rispettando il loro credo politico se non vogliamo vedere un altra piazza Loreto. E di quello che i fatti della storia ci hanno insegnato fino ad ora pare che non si sia capito niente, addossando sempre ad altri le proprie responsabilità.
12 febbraio 2018 9:10 - francescomangascia
Baroni di razza. Come l'università del dopoguerra ha riabilitato gli esecutori delle leggi razziali

Dopo più di mezzo secolo di procedure rimaste in ombra, questo volume riporta alla luce il meccanismo assolutorio del potere universitario e accademico nei confronti di quanti sostennero e si resero protagonisti delle leggi razziali fasciste. Se il caso Nicola Pende o Giacomo Acerbo suonano noti (ma i documenti sono inediti) i casi di Gaetano Azzariti, presidente della Corte Costituzionale e prima presidente del tribunale della razza, piuttosto che Antonino Pagliaro, prima linguista razzista e poi maestro democratico di Tullio De Mauro (difeso da De Mauro e assolto dall'epurazione grazie a una lettera di Guido Calogero) lo sono un po' meno. Il meccanismo baronale dei consigli di facoltà, il sostegno esplicito degli ordini professionali, fece sì che quasi tutti i professori razzisti, che non solo teorizzarono ma applicarono le leggi razziali, furono reintegrati grazie al voto compiacente dei loro colleghi. Compresi gli antifascisti: si pensi alla lettera inedita di Guido Calogero (filosofo antifascista) in difesa di Pagliaro. Il libro raccoglie anche la lettera di Guido Calogero in difesa di Antonino Pagliaro, la documentazione su Azzariti e quella sul suo collega Antonio Manca. È inedita anche l'autodifesa di Giacomo Acerbo che svela uno dei meccanismi attraverso i quali è stato possibile farsi riassumere dalle università. Inediti sono poi tutti gli appelli delle singole facoltà per riavere in cattedra i docenti razzisti..
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