Ogni persona ha, circa il danaro e l'economia, un'opinione a
se stante.
Ma generalmente si possono ricondurre i concetti a due
grandi gruppi a prescindere dal proprio stato sociale e di
stile di vita; cioè escludendo la via di mezzo(che dovrebbe
essere la virtuosa), sono i risparmiatori e gli spendoni.
Per quanto concerne il consumatore (brutta definizione e
pure fuorviante) emerge maggiormente la considerazione se
esso sia un risparmiatore o un incurante spenditore; questo,
appunto, è il principio di ogni reazione.
Chi dice e ha detto che è incurante del vile denaro, chi
dice che per fare grandi o piccole cose la considerazione
del valore del danaro è fondamentale.
Restando al risparmiatore, ogni cosa che esso fa è in nome
del non buttare via i soldi inutilmente (non arriviamo a zio
Paperone), spendere oculatamente, seguire, a parità di
rendimento, il costo minore; ed anche fare a meno di cose
inutili e voluttuarie.
Perciò, andando a fare la spesa, applicherà(potendo anche
in ragione del tempo a disposizione) il criterio che, anche
un'offerta speciale o uno sconto da volantino, o anche un
calcolo nella miriade dei raffronti dei prezzi, sarà
valido. Il princìpio edonistico.
Il danaro risparmiato sarà buono per altre cose considerate
utili e necessarie.
Non gioca a olimpiadi, ma a un senso di responsabilità sia
sociale che personale. Poi gli estremismi sono sempre
deprecabili.
14 febbraio 2018 9:06 - jj2006
L'articolo piacerà tanto a quelli che vanno alla caccia
delle promozioni come se fosse uno sport olimpico. Ma uno
studente nel primo anno di economia già impara che la
concorrenza esiste, e funziona: Se un negozio arrotonda
sistematicamente verso l'alto, i clienti andranno da quel
altro che arrotonda sistematicamente verso il basso. Mi
spiace dirlo, Sig. Donvito, ma quest'articolo non è al Suo
solito livello intellettuale.
13 febbraio 2018 19:43 - Annapaola Laldi
Il fatto che non si conino più le monete da 1 e 2 centesimi
non significa che spariscano necessariamente di
circolazione. Ce ne sono tantissime in giro, nelle tasche,
nei portamonete, in ciotole tenute nelle case di diversa
gente tipo salvadanaio ecc. ecc. Sarebbe l'ora di farle
tornare in circolazione ...
Il guaio è che già da tempo (se non da subito) diverse
persone, clienti e commercianti, hanno manifestato
insofferenza per la precisione dei conti, facendo finta di
ignorare che 1 cent di euro equivaleva, all'inizio, nel
2002, a quasi a 20 delle vecchie lire. Una cifra non proprio
trascurabile, alla fine della spesa.
Personalmente, ho sempre privilegiato i commercianti che
fanno il resto al centesimo, aiutandoli anche io nel
porgergli gli spiccioli, e non frequentando i negozi dove
invece si pratica l'arrotondamento per principio.
Purtroppo il nostro popolo è alquanto cialtrone a proprio
danno, naturalmente, e non si rende conto che a forza di
centesimi si fa un euro, e poi due, tre e così via.
12 febbraio 2018 14:49 - savpg8801
Nel commercio la formazione dei prezzi al consumo è
determinata da una miriade di fattori; scorte eccedenti,
periodi stagionali, offerte ricorrenti, concorrenza fra
negozi e gestione del magazzeno, anche da motivi incredibili
ed ignoti come, ad esempio, stesse marche e stesso prodotto
con prezzi differenti anche di molto.
In più la gestione determinata dai servizi commerciali
delle aziende che adottano criteri di politiche aziendali
spesso incongruenti e a capoccia.
Insomma, non si saprà mai del perchè di un prezzo.
Nessuno si ricorda che, prima dell'avvento della valuta
EURO, già si erano eliminate le 20 e le cinquanta lire nei
resti, oltre alle cinque-dieci precedenti? Nessuno stava a
fare la polpetta sulle decine di lire, come , per alibi, fu
fatta una campagna atroce e scialba dai politici per stare
attenti ai cent di euro perchè avrebbero fatto aumentare i
prezzi. Tutti regalavano calcolatrici.Poi ognuno i prezzi li
ha fatti come gli pareva e gli tornava comodo vantando le
più assurde (ed anche vere) motivazioni. E chi le poteva
controllare e combattere? E i patetici omini e donnine con
le calcolatrici in mano chi li ha più visti?
Poi chi si metterà a guardare e contestare gli
arrotondamenti?
Peraltro c'è anche l'agognata propaganda (alibi) dei
governi di posizionare l'inflazione al 2% e al commercio non
pare vero di aumentare discriminatamente pur di fare
contenti i giovernanti.