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21 febbraio 2018 16:09 - savpg8801
Se risponde al vero che l'alimentazione umana, carne, vegetali e tutto il contorno che li produce, è fonte di massimo inquinamento, di produzione di sostanze e gas tossici, di impauperimento di acque, minerali, atmosfera, risorse per l'alimentazione umana, è altrettanto vero che tutto ciò che viene prodotto per alimentare e mantenere cani ed ogni altro genere di animali produce danno per la sopravvivenza e l'ambiente. E questo danno è notevole; vedansi e si faccia caso alla pubblicità martellante dei mezzi di informazione circa il proliferare dei produttori di alimenti e suppellettili per animali. Ogni giorno migliaia di spot sono propinati accanto a quelli di auto, cosmesi, alimenti, vestiario, ecc. per l'esistenza umana. Scatolette con pura carne italiana, vitamine, crocchette, pathè, ed ogni altra leccornia sono appetibili persino da chi non ha da mangiare, come qualche decennio fa veniva asserito da albanesi in migrazione o altre realtà che vedevano le nostre pubblicità. Se ci permettiamo di pubblicizzare, vendere e acquistare per alimentare animali, figuriamoci che paese di bengodi è il nostro: andiamoci!
Gli scaffali dei supermercati e i negozi dedicati fioriscono e spuntano come i funghi.
E ci mettiamo pure le fogne a cielo aperto delle deiezioni di ogni genere e marcatura che favoriscono le malattie e le infestazioni, poi curate da mutue o servizi fiorenti di personale sanitario adetto e tutto il contorno di prodotti medicinali e non.
Per non infierire troppo sulle verità di queste deviazioni, lasciamo per il momento perdere l'inquinamento acustico e la pericolosità che ormai non fa più notizia.
Fate un po' i conti a quanto ammontano tutte queste negatività rispetto al vantato (e giusto) assioma dell'utilizzo dei cani per attività utili e spesso insostituibili, come salvataggio, non vedenti, droga ecc., ma certo da non vantare come regola per mitigarne la proliferazione per altre motivazioni.
Ma per la maggioranza sono solo smanie detentivo-padronali derivate da pulsioni esistenziali, magari comprnsibili, che alimentano questo favoloso mercato e una buona fetta di inquinamento.
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