Voglio contribuire all'argomento da operatore del settore:
ho da oltre venti anni un agriturismo.
Voglio cominciare con una bacchettata a Primo Mastrantoni
che ha scritto nell'articolo che nel momento in cui ci si
siede al tavolo un contributo lo si è già dato quindi il
prezzo.... abbiamo pagato per decenni incentivi alle case
automobilistiche, casse integrazioni, sgravi fiscali ecc ma
nessuno si è mai sognato di presentarsi in concessionaria e
pretendere un prezzo tot per l'acquisto di un'auto. Il
prezzo è regolato, come in tutti gli altri settori, dalla
legge della domanda e dell'offerta. Per quello che riguarda
il riconoscimento della qualita di "operatore agrituristico"
esiste un albo regionale al quale si è iscritti
automaticamente al rilascio dell'autorizzazione da parte del
comune. Esistono più leggi che regolano il corretto
funzionamento dell'attività agrituristica per garantire gli
ospiti ed evitare concorrenza sleale ai ristoratori. Le
materie prime utilizzate per la preparazione dei cibi DEVONO
essere prodotte in azienda per il 60% e possono essere
acquistate al di fuori nella misura max del 40% rispettando
la tipicita locale (i fagioli o il formaggio devono essere
della zona e non di chissà dove). Esistono controlli della
Guardia di Finanza e del Nas a questo proposito.
Se il nostro amico Primo si presenta in agriturismo e chiede
la pensione completa a 60 euro al giorno sempre perchè ha
già contribuito prima) può stare certo che dovrà mangiare
prodotti industriali spacciati per aziendali. Siccome
l'agriturismo non troverebbe prodotti così economici per
soddisfarlo li va a prendere al supermercato, magari con
scontrino così nemmeno li carica in contabilità, e la
magia si avvera: il pollo allevato in batteria diventa
improvvisamente ruspante. E sano.
Se gli agriturismi farlocchi esistono e sono sempre di più,
se fanno fortuna e possono ridere alle spalle di quelli
onesti che lavorano poco è tutta colpa del consumatore
imbecille che viene fregato perche VUOLE ESSERE FREGATO.
Perchè non conosce il cibo genuino e lo rifiuta, perchè
crede di poter mangiare bene spendendo poco, perchè pensa
che dalla domenica fino alla prossima volta che tornerà il
contadino campa con l'aria, perchè se in agriturismo sente
la puzza di stalla non tornerà più, e non tornerà più
neppure se incontra il contadino che puzza di sudore (che è
costretto a lavorare anche la domenica per dargli da
mangiare cibi sani).
Alla fine si trova sempre un equilibrio tra il fesso che
vuole la fregatura e tanti furbi che fanno di tutto per
dargliela.
Meditate
25 aprile 2018 14:49 - gpacchia
non basta quello che ci viene proposto dall'articolo.
Ci vorrebbe invece un albo per accedere al quale ci vorrebbe
un esame e verificare in tale esame se il conduttore
dell'agriturismo sia o meno un agricoltore.
Inoltre senza un'adeguato appezzamento di terreno (e
relative colture ATTIVE), e/o se l'appezzamento è troppo
grande invece non si può accedere all'albo per la stessa
ragione perchè in questo caso non si è più agricoltori ma
si ha un'industria, quindi non siamo più nell'ambito
dell'obiettivo della legge che istituì gli agriturismi.
Anzi, nell'ultimo caso questo diventerebbe un mezzo per
eludere tasse ed imposte dovute in quanto tutte le
agevolazioni per gli agricoltori non possono/devono
diventare il mezzo per non pagare tasse. In questo caso
siamo dacvanti a grandi aziende controllate da finanziarie o
grandi possidenti terrieri che tanto hanno sfruttato e
sfruttano i lavoratori da millenni.