Buonasera Alessandro, complimenti per l'articolo. Mi piace
pensare che concetti importanti e così ben espressi
provochino la curiosità di chi leggerà, fino al punto di
trovare la voglia di approfondire l'argomento con beneficio
per sè e per la propria famiglia (penso soprattutto ai capi
famiglia, uomini o donne che siano).
Mi ricordo che una delle prime cose che mi colpì quando
frequentai un corso di Educazione finanziaria (forse si
ricorda di me...) fu il sentire che uno studio dimostrava
che le famiglie in cui ci si prendeva cura dei propri
risparmi, a parità di reddito, erano più "ricche" di chi
non se ne occupava. Pensa che sia ancora attuale
quell'edizione del libro di Mason o sarebbe meglio qualche
altro testo sull'argomento? (ITA o ENG non problem).
Grazie.
fabio
24 maggio 2018 16:30 - Alessandro Pedone
@Neru condivido totalmente il tuo commento e la citazione
del Dalai Lama. Questo è un sito nel quale si parla di cose
molto materiali.
Non ci sarebbe spazio per miei considerazioni sul tema, pur
giustissimo, che hai introdotto.
La cultura tibetana è famosa per dare molta importanza al
momento della morte (il libro tibetano dei morti descrive il
processo con una vividezza ed un livello di dettaglio
sconosciuto in occidente) perché questo è utilissimo in
vita, oltreché, per chi ci crede, proprio subito dopo la
morte.
La morte è senza alcun dubbio la più grande insegnate, ma
- come la storia - è spesso totalmente non ascoltata.
24 maggio 2018 14:29 - neru
Caro Pedone, alla base di tutte le considerazioni da te
così ben svolte e totalmente condivisibili c'è un aspetto
che la psicologia umana tende continuamente a rimuovere per
l'istinto di sopravvivenza, pur essendo sempre immanente: il
rapporto con la morte.
Sconfinando nella fiolosofia, basterebbe questa
consapevolezza, andata perduta rispetto alle vecchie
generazioni, per comprendere quanto sia importante cercare
di programmare la propria vita, ma dando il giusto valore
alle cose e ai rapporti umani. In tema, mi torna alla mente
il pensiero del Dalai Lama: "Quello che mi ha sorpreso di
più negli uomini dell'occidente è che perdono la salute
per fare i soldi, e poi perdono i soldi per recuperare la
salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il
presente in tale maniera che non riescono a vivere né il
presente, né il futuro. Vivono come se non dovessero morire
mai e muoiono come se non avessero mai vissuto".