Con tutto il rispetto per l'articolo, mi permetto di far
notare che lo stesso presenta parecchie inesattezze.
Per prima cosa non è vero che i dirigenti non sono
dipendenti del comune, lo sono sempre, salvo rari casi di
contratti a termine, ma sono comunque dipendenti a tempo
determinato della P.A.
Secondo, l'indennità è determinata a livello nazionale dal
CCNL dei dirigenti, è ben determinata ed è uguale per
tutti nella parte fissa, circa 42000 € lordi annui, mentre
varia nella parte variabile con un tetto massimo di circa
43000 € lordi annui.
Nel migliore dei casi un dirigente di un comune (di una
certa dimensione, altrimenti ben più basso) può arrivare a
circa 3700 € di stipendio mensile. A questo si aggiunge
un'indennità annua di risultato, in base agli obbiettivi
raggiunti con un massimo pari al 25% della parte variabile,
cioè circa 10000€ lordi annui al massimo.
Questo vuol dire che nel migliore dei casi si raggiunge uno
stipendio massimo spalmato di poco più di 4000 €, con
responsabilità a proprio carico che è meglio non definire
in questa sede. Parliamo sempre di comuni di una certa
dimensione, nei comuni minori un dirigente/responsabile ha
uno stipendio di circa 2000 € al mese e anche meno.
Il contenimento della spesa non è certamente l'unico o il
più importante motivo di valutazione, anzi Le dico che
incide praticamente nulla, quindi il danno per gli utenti
proprio non lo comprendo, anzi, l'obbiettivo è proprio il
contrario, cercare di spendere tutte le somme a disposizione
per non lasciare somme in avanzo.
Per quanto riguarda la misurazione della qualità del
servizio da parte dei cittadini, concordo, seppur con metodi
e criteri di valutazione ben tarati che escludano
valutazioni di carattere politico.
Cordialmente.
5 settembre 2018 11:09 - gene
Complimenti Cristina per il suo impegno verso la legalità,
mi spiace che ne sia andato anche della sua salute nel
contrastare il malaffare. La speranza è che persone come
lei possano moltiplicarsi sempre più fino ad eradicare la
disonestà. Buona giornata
4 settembre 2018 22:50 - Cristina Ciccarelli
Sono stata dipendente della p.a. e questo processo di
controllo è necessario e normale perché le persone pagano
tasse e pretendono servizi decenti, ogni volta che una
persona mi poneva domande o chiarimenti ho sempre fornito
una risposta, è vero che molte persone se ne fregano della
questione perché non ne conoscono l'importanza.
Il rapporto cittadino/i e p.a. prevedeva anche prima di
qu3sta norma una prassi di controllo nei confronti della
p.a. che va controllata perché ci sono sempre state molte
truffe e lo sanno tutti ma in pochi denunciano per il motivo
di cui sopra.
La p.a. è la rete delle reti ed è proprio per questo
motivo che va controllata, in molte indagini di mafia spunta
sempre qualche dipendente corrotto/a della p.a. che fa da
collante al malaffare facendo la scelta corruttiva, io feci
l'opposto denunciando la corruzione del pubblico impiego e
venni presa di mira su tutto perché tentarono di screditare
le mie denunce ma non ci sono mai riusciti perché ne ho
raggirati parecchi di persone corrotte, sono particolarmente
stupidi e l'analfabetismo funzionale è diffuso quindi per
me è stato semplice raggirarli.
Fanno anche minacce, controlli illeciti anche nei contesti
extraprofessionali, perché non lavorano e usano terzieri
che si prestano alla corruzione.
Fortunatamente ho incontrato diverse persone -ogni
generazione e professione- che mi hanno appoggiato sostenuto
perché sono simili a me, degli ANTIMOBBING in carne ed
ossa, ho alle spalle circa 20 anni di mobbing, stalking e
conosco perfettamente il marcio che c'è nella p.a. che ha
molti filoni di clientelari che ti fanno pressioni tentando
di non farti parlare, ne ho raggirati molti, sono persone
sciocche.
Non forniscono mai un argomentazione articolata e lavorarci
insieme fanno venire una testa come una mongolfiera perché
passano il loro tempo a chiacchierare e sono coperti dai
sindacati.
Ho firmato le mie dimissioni 2 mesi fa circa perché con il
tempo mi hanno generato un danno alla salute fisica e
perché ho scoperto -negli anni- dei fatti molto gravi dai
quali mantengo le distanze perché sono una donna.