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10 settembre 2018 8:50 - VDonvito
Signor Alcianpas
non ho capito il motivo della sua contrarietà, oltre al suo (SUO) concetto e pratica del riposo. La mia incomprensione nasce anche dal fatto che lei, per chi comunque lavora anche la domenica, fa riferimento al fatto che ci sono altri giorni della settimana in cui si riposano. E quindi?
Le fornisco un elemento di riflessione: essere tutti uguali nelle possibilità e non nelle scelte?
buona giornata
8 settembre 2018 21:23 - alcianpas
Mi dispiace dissentire, ma pur aborrendo questo governo plaudo questa proposta e spero che si realizzi. Anzi, io vorrei che stessero chiusi anche un altro giorno della settimana . Questo per rispetto dei dipendenti, ai quali alcuni anni fa è cambiato il modo di vedere la vita, non potendo più poter contare sulla domenica, perché non c'è niente di pià facile che domenica si lavori. Lo so che i ferrovieri lo hanno sempre fatto, gli infermieri , i vigili del fuoco e altre categorie lo hanno sempre fatto. Per non parlare del personale che lavora nel terziario (alberghi, centri termali, villaggi turistici ). Però per queste categorie è sempre stato così , e lo sapevano . Inoltre compensano con riposi infrasettimaali . Purtroppo io pur vivendo in un ambiente lavorativo che visto da fuori può sembrare privilegiato (pubblica amministrazione) ho subito sfruttamenti che non ho avuto il coraggio di denunciare, perché nella mia regione ci sono sottili differenze col resto d'Italia, e non si sa bene perché . Odio chi fa il frocio col culo degli altri, ma disapprovo vibratamente anche chi fa la spesa alla domenica anziché boicottare, per rispetto dei dipendenti, come faccio io . A dire il vero ci sono anche altri motivi per cui boicotto anche negli altri giorni molti centri commerciali, ma non è il caso di dirlo qui . L?unica cosa che mi dispiace è che a farlo sia questo governo , in quanto ho paura che facendolo rafforzi il corpo elettorale e ce li teniamo per molto tempo, forse per tutta la mia vita.
8 settembre 2018 16:27 - savpg8801
Fare i conti nelle tasche degli altri ,ma realisticamente,non è da tutti. Infatti con questa esaltazione dell'esternazione del modo di pensare(e di agire) libero per ognuno di noi, si finisce per uscire dalla realtà. Attribuendo ad ogni umana azione una valenza dettata per lo più dall'interesse personale si va verso l'errata decisione.
Un negozio, un super, iper, o altro esercizio è ragionieristicamente impedito ad assumere personale perchè alla resa dei conti, non lo ripaga, non ci sta dentro. La gente non sa che ogni impresa fa salti mortali per star dentro ai costi, ottimizzare le spese al fine di poter fare il bilancio, se non in attivo, almeno in pareggio. La gente invece ragiona come se tutto fosse come lo stato: spesso assistenziale.
Un commesso in più può spesso fare la differenza.
Farai del bene alle statistiche dell'occupazione, ma in realtà apri l'opificio in passivo. Senza contare le spese per gestione, energia per riscaldare, illuminare o raffreddare, e tutto ciò la gente non lo considera in nome del proprio solito"diritto" di poter fare quel che vuole.
Alla mia età ne ho viste di queste cose, andate e ritorni. ecc.
Se uno vanta difficoltà in nome dei soliti diritti, si arrangia in qualche modo e fa i sacrifici che tutti, un tempo, si facevano.
Le feste comandate sono ormai troppe. Come le feste che fanno i giovani dall'asilo fino a tutta la loro vita. Se non sapete queste cose, siamo alla "frutta" dei ragionamenti. E assumere gente per poi far fallire imprese, non è certo la soluzione giusta. Se il lavoro non c'è per tutti, inutile fare cose che nessuno utilizzerà. E le imprese lo sanno. Non sono enti di assistenza.
8 settembre 2018 10:23 - annapaola
Faccio parte della popolazione di una certa età e vedo anche bene momenti prolungati nel corso della settimana in cui tutti i membri di una qualsivoglia famiglia possano stare insieme e godersi insieme il piacere della reciproca compagnia, che per tradizione è la domenica e le altre feste solenni (Natale, Pasqua, e mettiamoci anche il Primo Maggio).
Tuttavia mi rendo conto che le cose cambiano e soprattutto verifico, le rare volte, in cui mi capita di entrare in un supermercato del centro di Firenze la domenica mattina, che il personale è tutto giovane.
E allora, in nome dell'occupazione (sia pure anche di ripiego e che spero rispondente a tutti i crismi della legge) di gente giovane, tanto afflitta dalla disoccupazione, che devo dire?
Almeno che è il minor male.
D'altra parte, non si può neppure ignorare che un numero crescente di professioni e di attività ha da molto tempo, forse da sempre, turni di lavoro che non prevedono il rispetto delle feste "comandate": vigili del fuoco, forze dell'ordine, medici, infermieri, tecnici di laboratorio degli ospedali, personale viaggiante delle ferrovie, della metro e dei bus urbani ed extra urbani, personale di ristoranti, bar ecc. ecc.
Mi accorgo di quanto si allunghi la lista, a pensarci bene.
8 settembre 2018 10:07 - Cristina Ciccarelli
Sono rimasti alla rivoluzione industriale, era così anche 10 anni fa, 20 anni fa.
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